Senegal e Gambia – Gli occhi dell’Africa
In Senegal possiamo tornare ad essere bambini, perchè il paese è davvero unico, la gente semplice, un paese povero ma ricco d’umanità… Un paese africano… No existe un porqué para explicar un viaje a este país, dejo sólo las imágines que quizás puedan transmitir en parte la emoción que hemos recibido…
“on the road” mezzi di trasporto locali Yoff, Saint Louis, Kaolak, Mbour, Saly, Bakau, Serekunda, Banjul, Brikama, Kafountine, Abéné, Ziguinchor, Cap Skirring, Soma, Farafenni, Dakar, Gorée, Ndiaga >>Guida utilizzata: Senegal e Gambia, Lonely Planet, 2002.
>>Compagnia aerea: Royal Air Maroc. Malpensa-Casablanca Casablanca-Dakar AT 951 29 dec da Malpensa ore 13.20 arrivo a Casablanca ore 15.25 AT 501 29 dec da Casablanca ore 23.00 arrivo a Dakar ore 02.30 del giorno dopo AT 500 14 gen da Dakar ore 03.30 arrivo a Casablanca ore 06.45 AT 950 14 jan da Casablanca ore 08.15 arrivo a Malpensa ore 12.10 >>Temperatura: di giorno sui 27-30 gradi ma foschia persistente a causa della sabbia sospesa nell’aria. Di notte più fresco.
>>Mezzi di trasporto usati: taxi brousse, taxi collettivi “sept place”, minibus, taxi, traghetti.
>>Cambio. In Senegal si usano i CFA: 654 CFA = 1 € 10000 cfa = 15,30 € Gambia. La moneta è il Dalasi. 1 € = 36 dalasi.
>>Costi: medio-bassi in Senegal che viene sacrificato per via del CFA una moneta piuttosto forte in Africa. In Gambia il costo della vita è tra i più bassi del mondo ! >>Totale speso ( 2 persone ) 790 € ( 510 + —) escluso il volo a-r (720 € ) www.Viaggiareliberi.It ( sul sito tutte le foto, mappe ecc. Ecc. ) www.Au-senegal.Com www.Casamance.Net Diario di viaggio 29 gennaio 2004 Partenza da Milano Malpensa, scalo a Casablanca in Marocco e ripartenza con un altro volo per Dakar.
Avendo oltre 8 ore a disposizione a Casablanca ci azzardiamo a fare un giro in centro anche se pare sia lunghetta la cosa…
Dall’aeroporto dopo i controlli passaporti, si esce e un treno ( 30 Dh 3 € ) che fa la spola ogni ora dall’aeroporto a Casablanca passando da alcune stazioni minori. L’idea è di andare a vedere almeno la grande moschea Hassan II, ma un po’ per il cattivo tempo, un po’ per la confusione, alla fine, sbagliando, scendiamo a la gare Aint S’baa da dove con un altro taxi ci facciamo portare alla gare Casa Port.
In sintesi non vediamo la grande moschea ma passiamo la serata fra taxi e treno, rischiando di arrivare in ritardo all’aeroporto dove alle 23.00 parte il nostro aereo per Dakar. Ricordatevi del “coefficiente” Marocco prima di fare calcoli sui tempi e sui trasporti… Qui tutto si allunga…
30 gennaio (itinerario di viaggio) Arrivo a Dakar di notte…Verso le 3.30 Ritiro degli zaini, controllo documenti e alla domanda “Ou allez vous cette nuit ?”, rispondiamo “a Yoff, al campement Poulagou…”( anche se poi andremo da tutt’altra parte…). Timbro sul passaporto e poi si esce…
Appena dopo il controllo dei passaporti, ecco l’assalto dei soliti procacciatori a cui dovremo abituarci lungo tutto il viaggio.
Scrivo assalto perchè è proprio una semi aggressione quella che subiamo e come primo impatto devo ammettere che non è stato male… Ci sentiamo offrire di tutto e di più, ma noi non abbiamo bisogno di niente in particolare tranne che di un taxi che ci porti a Yoff che è a poca distanza dall’aeroporto e che ci risparmia di andare fino a Dakar ville.
In aeroporto riesco anche a prelevare con la carta di credito Visa, mentre con quella bancomat Cirrus non è possibile.
Mentre i tassisti fanno a gara per assicurarsi un passaggio per noi, rimaniamo fuori ad osservare scene di “litigi” e varie discussioni che sembrano avere come riferimento il nostro arrivo… Anche se a dir la verità non è che sia piuttosto disturbato.
Finalmente per 3000 cfa un taxi ci porterà a Yoff al “Poulagou”. Con noi sale anche colui che ci trova il taxi, credo che a lui andrà una commissione… E poi avrà un nuovo compenso dal campement in cui alloggeremo…
In pochi minuti siamo davanti al portone sbarrato del campement. Toc toc, esce un signore semi addormentato, ci apre e ci mostra una camera piuttosto squallida che costa 12000 cfa. Forse è il prezzo giusto, forse è una fregatura e così di fronte al sicuro risparmio in un posto migliore assicurato dal nostro accompagnatore decidiamo di lasciar perdere e lo seguiamo lungo la spiaggia. Dopo una quindicina di minuti arriviamo a questa benedetta casa, in realtà poi sarà un appartamento di un amico, che ci ospiterà concedendoci letteralmente la camera dove dormiva con la moglie. Mette un po’ d’ordine, toglie i vestiti sparsi qua e là, gira su se stesso le lenzuola, un paio di cuscini e voilà la camera è pronta per noi ! Siamo così stanchi che l’incredulità lascia il posto alla voglia di coricarci nonostante la scena e tutto l’arrivo qui a Yoff, Dakar, Senegal…
E da ricordare l’immagine nitida delle piroghe dei pescatori al largo e i falò altissimi…
Ah, dimenticavo, la camera costa sì meno, 10000 cfa e include la colazione… Baguette e burro, nescafè…
Verso le nove partiamo per Dakar, assieme al tipo che ci ha ospitato e che ci sta aiutando. Con un taxi (2000 cfa) arriviamo in trenta minuti circa a la ‘gare routiere’ dove subito veniamo circondati per convincerci ad affittare una macchina tutta per noi per Saint Louis. Spieghiamo però che vogliamo condividere il viaggio con altri passeggeri, saliamo alla fine su un taxi collettivo, in Senegal è chiamato “sept place” solitamente delle Peugeot. Per il biglietto, prima di salire concludere subito l’accordo che nel nostro caso prevederà sempre anche un costo supplementare per gli zaini che equivale ad una terza persona… Così, 3100 cfa a testa più 500 cfa a zaino, in totale 7200 cfa ( circa 11 €). Siamo tutti a bordo, con il conducente siamo in 8. Coke in tutte le stazioni degli autobus del mondo c’è abbastanza confusione, qui non si sta in pace un momento e tutti cercano di venderti qualcosa prima di partire ! Ogni secondo arriva qualcuno con mandarini, arance, caramelle, barrette di cioccolato, fiammiferi, accendini, naftalina, creme e unguenti vari, giocattolini, le immancabili cacahuetes, biscotti, set di cacciaviti, e altre cose ancora…
Finalmente partiamo, è già l’una ! Solo per uscire da Dakar e i sobborghi ci impieghiamo un’ora abbondante, e la strada continua verso Rufisque, mentre a Bargny giriamo verso Thies e poi sempre più a nord in direzione Saint Louis.
Il paesaggio è piuttosto “piatto” con distese di terra incoltivata, bellissimi i baobab sullo sfondo soprattutto a metà strada, villaggi fatti di capanne, carretti trainati da cavalli, spesso rallentiamo bruscamente evitando greggi di capre che invadono la strada…
Verso le 17.30 siamo alle porte di Saint Louis, alla gare dei bus da dove in taxi proseguiamo fino all’hotel scelto, “La Louisiane” che è all’estremità nord dell’isola.
Prima di passare il ponte di Faiherbe riesco a prelevare da un atm con la carta visa. Per prelevare con il bancomat andare alle banche della Bicis.
Alloggio: La Louisiane. Camera 14500 cfa (annexe b) o 18200 ( annexe a) a patto di fare la mezza pensione ( 5500 o 7200 a seconda se due o tre portate ) con colazione inclusa. La nostra camera 4b è molto bella e tipica, colorata con batik sui muri, pulita.
Saint Louis è stata la capitale del Senegal fino al 1958. La città comprende tre parti distinte, “Sor” che è sulla terraferma, la “ile” che è un’isola sul fiume Senegal collegata da ponti sia alla terraferma che alla penisola o Langue de Barbarie, Guet Ndar e N’Dar Tout il quartiere dei pescatori. Il ponte che oltrepassiamo è il famoso ponte di Faidherbe dedicato al governatore francese.
Dopo una doccia facciamo un giretto per le strade polverose dell’isola, pochi turisti, poche macchine, abbastanza desolante tutto tranne che più in centro attorno alla chiesa e alla moschea. La gente è tranquilla e non veniamo disturbati più di tanto…
Piccoli negozietti con l’artigianato locale, soprattutto oggetti di legno tra cui le maschere tipiche di differenti dimensioni e alcune sono proprio gigantesche. A seconda del tipo di legno usato cambiano i colori. Ci sono oggetti in ebano che sono nerissimi, poi in tek più chiari e altri legni locali.
La cena all’hotel a base di pesce è molto buona ! 31 gennaio (itinerario di viaggio) Saint Louis.
Decidiamo di passare la giornata passeggiando e scoprendo un po’ della città e delle abitudini senegalesi. Iniziamo il viaggio senza correre.
Notiamo che l’isola è la parte della città più nobile dove una volta viveva l’aristocrazia, gli stranieri all’epoca coloniale, i francesi che qui avevano costruito le case più belle.
E’ su questa parte di Saint Louis che ci sono gli alberghi migliori, i ristoranti, i negozi e le agenzie turistiche. Insomma la parte più bella e interessante è sull’isola.
Ma a Sor oppure a ovest sulla Langue de Barbarie vive la maggior parte degli abitanti, i mercati sono lungo le strade in un tourbillon di colori, gente, odori…
Sul fiume Senegal sono parcheggiate le enormi piroghe colorate dei tanti pescatori.
Vediamo scene che ci colpiscono tanto, bambini poveri e scalzi, con solo un secchiello in mano che cercano ad ogni angolo qualcosa da mangiare oppure tra i rifiuti e per terra, chiedono l’elemosina. Bambini, tanti bambini che ti sorridono sempre…
Al Bureau info-Nature organizziamo la visita per l’indomani al parco nazionale des Oiseaux du Djoudj, che dista circa 60 km a nord da Saint Louis.
Ci mettiamo d’accordo su tutto con la guida, sul prezzo e sull’orario di partenza.
Bureau info-Nature. Parc Nacional del Oiseaux du Djoudj. Excursion pour 2 personnes 36000 cfa: permis de visite: 2000 X 2 Permis de pirogue: 3000 X 2 Acces vehicule: 5000 Prestacion du guide: 6000 Location du vehicule allez et retour: 15000 E’ l’ultimo giorno dell’anno e noi passiamo la serata a cena all’hotel. Nulla di trascendentale, nessuna festa ma solo tranquillità.
Saint Louis 1 gennaio (itinerario di viaggio) Saint Louis Il parco è aperto dal 1 novembre al 30 aprile, il resto dell’anno non ci sono uccelli e nessuna barca vi porterà tra i canali…
Stamattina fa un freddo cane, non pensavo di venire in Senegal e patire questo freddo… Brrr c’è una nebbiolina… Inizialmente si fa la strada diretta a Rosso mentre poi si svolta a sinistra lungo un tratto sterrato fino al parco.
Partiamo alle 8 e in un’ora circa in taxi raggiungiamo l’imbarcadero da dove inizieremo il tour in piroga con una guida. Il tour in barca durerà circa due ore, più o meno..Dipende dal piroghero… Il nostro assomigliava a un pirata delle lagune… Tutto il tempo con un bastoncello in bocca…
Il parco è patrimonio dell’Unesco.
E’ un’area composta da fiumi, canali, lagune, pantani, stagni, dove uccelli migratori di tante specie diverse arrivano trovando uno dei primi posti con acque permanenti dopo la vasta distesa del deserto del Sahara.
Si possono vedere egrette, martin pescatori, cormorani, aironi, jananas, fenicotteri e una vasta colonia di pellicani. E’ possibile scorgere anche dei rettili e coccodrilli, caimani, e altri mammiferi.
Parc du Djoudj La visita al parco dura tutta la mattina e nel primo pomeriggio siamo di nuovo a Saint Louis dove pranziamo al tranquillo ristorante “La Saigonnaise” gestito da due donne vietnamite. Il locale è piuttosto particolare, con un bel panorama sul fiume Senegal su cui si affaccia, una terrazza all’aperto, un misto di asiatico e africano…
Per la prima volta assaggiamo il “mafè”, una salsina densa fatta con le arachidi che sono onnipresenti in Senegal. Per risparmiare un po’ cambiamo anche Hotel e ci trasferiamo al vicino “Cafè des arts” dove un letto in una camerata da condividere costa 3900 cfa. Il posto assomiglia a un ostello ed è molto familiare con la possibilità di cucinare ecc. Ecc.
2 gennaio (itinerario di viaggio) Kaolack.
Partiamo da Saint Louis in tarda mattinata dalla gare routiere, visto che i sept place sono “pochini” a quanto pare e non si riesce a trovarne uno diretto a Kaolack oppure sembra che ci stiano ostancolando per un paio di posti…
Finalmente si parte, sempre con un sept place, a 4350 cfa a testa più 1000 cfa per i due zaini, solito “contributo bagagli” riservato solo a noi “intrusi”. La strada passa per Louoga, Touba, Diourbel e infine arriviamo a Kaolack dopo circa 4 ore di viaggio abbastanza faticoso quasi al centro del Senegal. Si scende alla gare routiere de Dakar che è a 1 km a nord rispetto al centro. Con un taxi ( 1000 cfa) raggiungiamo l’hotel scelto, Auberge du Carrefour, av. Valdiodio Ndiaye. Tel 9419000: 12500 cfa, sulla strada per Tambacounda.
La nostra camera è semplice con bagno e doccia, la mattina colazione inclusa con pane burro e e marmellata, nescafè.
Quando usciamo immediatamente veniamo “intercettati” dal solito disturbatore di turno ( non ci lascerà tutto il tempo e offrendoci aiuto come guida alla città oltre che altri favori più o meno utili…) che dopo le consuete tattiche di abbordaggio ci “convince” a seguirlo prima fino al mercato dell’artigianato e poi a quello più grande e famoso in tutta l’Africa per essere il secondo più grande dopo quello di Marrakech ( almeno così dice la Lonely…). Ma oltre al mercato Kaolack non ha nient’altro di interessante e sconsiglio una sosta prolungata.
E per finire in bellezza black out totale più la notizia che da mezzanotte e per due giorni ci sarà lo sciopero ( greve) dei trasporti in tutto il paese.
Bene ! E adesso che facciamo? Seguiamo il consiglio di uno che ci dice di partire subito e andare a sud, oppure aspettiamo.. Domani è un altro giorno… Non abbiamo voglia di proseguire oltre, rischiamo e stiamo una notte a Kaolack… Forse qualche mezzo domattina lo rimedieremo per proseguire il viaggio.. A sud.. In Gambia.
3 gennaio (itinerario di viaggio) Saly Niakh Niakhale.
Dopo colazione, con la speranza che ci sia lo stesso un mezzo per proseguire a sud, andiamo a piedi sulla strada che porta a sud appunto da dove solitamente si raccolgono i minibus e i taxi colettivi. Purtroppo non si muove niente, non un taxi e nemmeno altri mezzi, nemmeno camions e macchine private. Ci guardiamo un po’ attorno, chiediamo a qualcuno se va a sud, ma non c’è nulla da fare, dobbiamo aspettare che lo sciopero termini ! Quando torniamo indietro in hotel però mi soffermo a pensare a che fare, Kaolack ormai è tutta qui, un altro giorno a gironzolare al mercato non ce la sentiamo di spenderlo. Ci basterebbe un passaggio, anche per un altro posto, l’importante è lasciare Kaolack.
Ma in hotel non siamo gli unici ospiti, sta facendo colazione un uomo che pare stia partendo. Per giunta proprio parcheggiata davanti all’hotel avevo fatto caso alla macchina ben tenuta… Così senza pensarci un attimo chiedo al signore se sta per partire e se può darci un passaggio per… Beh.. Non importa… Basta che ci porti via… E così abbiamo fatto, sciopero evitato e passaggio fino a Mbour dove siamo stati scaricati all’incrocio per Saly, mentre il monsieur continua per Dakar.
Se le intenzioni erano quelle di andare a sud, ora siamo tornati indietro a Mbour dove vorremmo continuare fino a Saly, anzi a Saly Niakhniakhale al mare… Almeno non abbiamo buttato via una giornata fermi a Kaolack…
Un taxi abusivo lo rimediamo fino a Saly Niakhniakhale ( 2000 cfa). A piedi continuiamo ancora più a sud lungo una strada di un km circa fatta di sabbia con alcune belle case di villeggiatura. Arriviamo infine alla “Ferme de Saly” direttamente sul mare. Alloggio: Campement “La Ferme de Saly”. Che esiste da circa 30 anni grazie a Jean Paul Di Folco un italo-francese simpatico.
Paghiamo 20 € a testa per la mezza pensione in un bungalow alle spalle della costruzione principale che altro non è che l’accesso alla spiaggia e al bar-ristorante.
La spiaggia è piuttosto bella e lunga, ampia abbastanza per poter divertirsi a giocare e correre… È proprio quello che ci voleva ora ! Anche se l’acqua è freddina ci azzardiamo a fare una nuotatina rigeneratrice ! Per chi ama raccogliere conchiglie, qui ce ne sono davvero tante !! Siamo sulla petit côte appena a sud di Dakar… Facciamo una lunga passeggiata fino a Saly Portudal costeggiando i tanti villaggi di grossi operatori turistici. Nulla di interessante…
Si cena sul tardi all’aperto, molto romantico e assieme a tutti gli altri ospiti ( alla fine eravamo in 10 ), gamberetti e insalata…
4 gennaio (itinerario di viaggio) Finalmente termina lo sciopero nazionale dei trasporti. Una bella notizia ! Bakau (Gambia) Kaolack-Karang (frontiera Senegal/Gambia)- Barra (ferry)-Banjul-Bakau.
Di mattino presto ci aggreghiamo ad alcuni ospiti che faranno un escursione solo per il passaggio fino a Mbour. Dalla gare routiere prendiamo un minibus per Kaolack prima ( avevo dimenticato il lettore mp3 in hotel…) e da qui di nuovo con un sept place proseguiamo a sud per Karang posto di frontiera con Gambia.
La giornata di oggi è stata memorabile per il viaggio che ci conduce in Gambia, il passaggio della frontiera con il Senegal resterà scolpito nei miei ricordi, come il tratto da Karang a Barra in taxi, un taxi sgangherato su una strada sgangherata…Rincorsi da un bambino…
A Karang posto di frontiera e bisogna far timbrare i passaporti per l’uscita dal Senegal, mentre al di là della barra abbassata, evitando i cambia valute che ti circondano c’è l’ufficio immigrazione di Amdallai in Gambia dove si ricevono timbrano il passaporto per l’entrata. Da ricordare che in Gambia si parla inglese, non fate come me che mi sono presentato subito con un “bon jour”… Moneta locale il “dalasi” che non vale niente, ne servono 36 per fare un euro…
A questo punto si prosegue prima con un taxi ( 200 dalasi ma il costo reale dovrebbe essere sui 20-30 dalasi ) fino a barra che dista una mezz’oretta, poi con il ferry che supera il fiume Gambia si arriverà a Banjul la capitale del Gambia. Costo del ferry 5 dalasi ! Il traghetto è piuttosto pieno e lento… Turisti pochi… Vicini a noi alcuni finlandesi in soggiorno a Bakau che ci “spaventano” già in vista della nostra permanenza a Bakau… Appena scesi e poi subito in partenza di nuovo su un altro taxi che per 150 dalasi ci porta a Bakau sulla costa.
Alloggio: Jabo guesthouse. 500 dalasi la camera doppia. Una camera comoda e pulita con bagno e zanzariera. Cucina a disposizione degli ospiti. Peccato solo che non sia sulla spiaggia… Spiaggia peraltro che non vediamo…
Località turistica dove fino a qualche anno fa ci dicono che era difficile camminare tranquilli da soli per strada…
Verso Cape point ci sono i resorts più grandi mentre noi siamo a ridosso del villaggio fatto di umili case basse tra stradine in sabbia e tanti bambini che giocano…
Purtroppo quando si avvicina qualcuno è sempre per offrirti dei favori e aiuto in cambio di soldi… Mi spiace ma spesso queste offerte vengono ripetute con insistenza e si viene ripetutamente disturbati lungo la strada…
Passiamo la serata al vicino bar Lacoundula a bere qualche birretta in compagnia di buona musica reggae e il gestore che è molto simpatico e per una volta disinteressato…
5 gennaio (itinerario di viaggio) Bakau.
Kachikaly Crocodile Pool. Bijilo Forest Park di Kololi.
Dopo una colazione fatta di panini comprati per strada al vicino mercatino dei souvenirs all’angolo con la strada principale, e una prima veloce visita al mercatino stesso all’aperto dove si possono trovare i tanti articoli visti in tutto il Senegal e quindi oggetti in legno, animali, maschere e batik, pelletteria ecc, andiamo a visitare il Kachikaly Crocodile Pool, (per trovare questo parco, seguiamo un ragazzo che silenziosamente ci conduce all’entrata…) in realtà un parco aperto a tutti, libero, come una sorta di giardino pubblico dove andare a trovare i coccodrilli che sono liberi in questo posto. La Lonely planet afferma che questo sito è sacro per gli abitanti di Bakau, qui si viene perchè i coccodrilli favoriscono la fertilità… Si possono anche toccare, non spaventatevi che non sono aggressivi…Io un coccodrillo l’ho pure accarezzato..Non sto scherzando…
sembrava immobile e addormentato, come paralizzato, ..Ma quando si è mosso bruscamente mi è venuto un colpo !!! Ma non è finita perchè ai lati ce ne sono altri ancora… Tutti per fortuna addormentati e pacifici…
Passeggiamo un po’ per il paesino fatto di bancarelle e capanne con le vie di sabbia incontrando tanti bambini e in diverse occasioni conoscendo alcuni giovani che ci fanno domande da quale paese arriviamo, ci chiedono l’indirizzo probabilmente per mantenere un legame con persone più fortunate di loro…
In taxi per 75 dalasi andiamo a circa 7-8 km al Bijilo Forest park o Monkey Park di Kololi un’altra località di mare più a sud.
In questa riserva dovremmo vedere scimmie e uccelli immersi in una folta vegetazione tropicale proprio a lato dell’immensa spiaggia. Ci sono alcuni sentieri da seguire abbastanza interessanti e facili da percorrere.
Le uniche scimmie che vediamo sono subito all’entrata, sembra che ci aspettavano per raccogliere le noccioline che mettiamo per terra ! Torniamo indietro fino a Bakau tutto con i minibush dove ci rendiamo conto del costo minimo dei trasporti. Fino a Serekunda con 5 dalasi, la città più grande del Gambia molto caotica e vivace con tanta gente per le strade, poi da un altro “garage” continuiamo fino a Banjul la capitale sempre con un minibush ( 6 dalasi ).
A Banjul appena scesi ci troviamo a poca distanza dal mercato più importante chiamato Albert Market che include anche una parte dedicata all’artigianato, anche se ci ha interessato maggiormente la confusione e i colori dei banchi della frutta, del pesce, della carne, delle spezie e del caffè. Usciamo con scorte di noccioline per il resto del viaggio…! Non sempre è facile fotografare per non disturbare troppo… A volte la gente non ama vedere allo scoperto la mia macchina fotografica…
Nonostante alcune voci di costante disturbo per le strade e i mercati di Banjul veniamo risparmiati dai procacciatori che forse si stanno abituando a noi, o forse siamo noi che ci stiamo sempre più “confondendo” in mezzo a loro… Certo che veniamo subito notati ma riceviamo sempre saluti e gesti amichevoli.
[Comunque le strategie per fregarvi sono così numerose che non immaginate nemmeno. Chi viaggia sa come comportarsi ed essere rispettato davanti a questi “favori” che spesso devono essere considerati più dei tentativi di farvi spendere di più… Sia il Senegal che Gambia sono ottimi banchi di prova per tutto questo…] Quando torniamo a Bakau, sempre con minibush prima a Serekunda (6 dalasi) e poi di nuovo fino a Bakau passando per Fajara (5 dalasi).
I prezzi sono molto bassi mentre i tassisti quando vedono degli stranieri chiedono fino a 10 volte di più la tariffa reale.
A Bakau in serata assistiamo allo spettacolo bellissimo e unico del ritorno dei pescatori e delle loro piroghe cariche di pesce che viene scaricato direttamente sulla spiaggia a mano. E’ come se tutta la comunità si raccolga qui al molo e sulla spiaggia.
Ci sono proprio tutti ad aspettare, le donne forse mogli dei pescatori con i vestiti coloratissimi come le lunghe piroghe di legno…
I bambini giocano sulla spiaggia, i gabbiani che stanno già facendo festa…E noi a osservare…
Bakau, Gambia 6 gennaio (itinerario di viaggio) Kafountine (Senegal) Bakau-Serekunda-Brikama-Giboro (frontiera Gambia-Senegal )-Seleti-Diouloulou-Kafountine.
Partenza per la famosa e “ribelle” Casamance con destino finale Kafountine la “Jamaica del Senegal”…
Arriviamo a Kafountine dopo un viaggio che definire stancante è poco.
Prima il tratto da Bakau a Brikama passando per Serekunda dove saliamo su un bush taxi (10 dalasi) che va a Brikama. Impieghiamo circa un’ora anche perchè abbiamo dovuto aspettare un po’ a un controllo della polizia. A Brikama facciamo il biglietto per il sept place che va fino a Giboro 15 km ( 20 dalasi) per il timbro passaporti di uscita dal Gambia e un primo controppo passaporti dal posto di blocco senegalese.
Ora siamo di nuovo in Senegal ! Con un taxi continuiamo fino a Diouloulou ( 4000 cfa) fermandoci prima a Seleti per il timbro d’entrata in Senegal sui passaporti.
Da Douloulou con un altro sept place ( 500 cfa + 500 per i due zaini..) per Kafountine appunto.
Ma non è stato così facile… Eeh nno…! Quando stiamo per arrivare, anzi per fortuna proprio in paese a Kafountine evitiamo la sciagura di un incidente stradale con un trattore che evidentemente voleva darci il benvenuto alla sua maniera tagliandoci la strada ! Il botto sì che l’ho sentito, ma è andata bene lo stesso con solo un grosso spavento e una piccola ammaccatura laterale al nostro veicolo…
Smaltita velocemente la paura che trasformiamo in motivo di divertimento… Sì ma per un pelo però… Sempre con un taxi (1000 cfa) ci facciamo portare al campement scelto sulla nostra guida, il Kelediang che si trova lungo la spiaggia a nord…
Ancora una sorpresa però visto che a 500 metri rimaniamo a secco, benzina finita ! Ok, allora a piedi, che forse è meglio… Alloggio: Kelediang: 6400 cfa la camera doppia, colazione 1200, pranzo 1800, cena 3200. Non c’è elettricità nè acqua corrente e proprio per questo scegliamo il Kelediang… Il bagno è in comune all’aperto e senza muri, in pratica un buco nel terreno…, per la doccia si usano dei secchi d’acqua che sono già preparati… Di sera si usano lanterne a petrolio… Tutto è meravigliosamente tranquillo…
La spiaggia di Kafountine è lunghissima, selvaggia e deserta !! Non c’è anima viva nel raggio di km ! Solo mucche, sì proprio delle mucche che sono libere sulla spiaggia…
Un grosso baobab… Il cielo pallido per la costante foschia causata dall’harmattan il vento che in questa stagione solleva la sabbia del deserto e copre il sole…
Verso nord si va ad Abenè mentre a sud si va verso Kafountine e il villaggio di pescatori…
La cena al Kelediang si fa a lume di lanterna, molto romantico e in compagnia degli altri pochi ospiti. Cena a base di pesce e riso, insalata e arance e da bere acqua, coca cola, birra, vino…
7 gennaio (itinerario di viaggio) Kafountine Abené-Diannah-Kafountine.
Oggi giornata di passeggiata lungo la spiaggia verso nord ad Abéne.
Tutto il giorno in giro, prima lungo la spiaggia fino ad Abenè superando il relitto di una nave ormai arruginita.
Ad Abenè c’è un piccolo villaggio di pescatori Diola proprio sulla spiaggia, riparazione delle barche e delle reti… Tutto sulla spiaggia. Una strada porta invece all’interno al pesino stesso fatto di poche case. Qui ogni anno si svolge un festival musicale piuttosto famoso terminato proprio la settimana scorsa ! I Diola sono il gruppo etnico più numeroso di questa parte del Senegal e della Casamance. Un gruppo che da sempre fu ostile a ogni tipo di colonizzazione e che mantiene intatte le proprie tradizioni.
Visitiamo anche un’interessante esposizione di foto all’interno di una casa tipica a impluvium tipica della regione attorno a Ziguinchor.
E’ interessante ascoltare la spiegazione di una giovane donna olandese che vive qui da qualche anno, le foto mostrano il rito di iniziazione di un giovane uomo Diola e la festa che ne consegue e che comprende diversi rituali a volte un po’ strani e difficili da comprendere.
Da Abéné sempre a piedi raggiungiamo Diannah all’incrocio con la strada principale diretta a Kafountine.
Qui aspettiamo un bus per tornare indietro, non ce la sentiamo di un’altra sfacchinata a piedi.
Quando arriviamo a Kafountine, continuiamo lungo la strada asfaltata al piccolo porticciolo formato da tante baracche sparse sulla spiaggia dei tanti pescatori e dalle tantissime piroghe già tirate su sulla sabbia.
C’è un odore forte di pesce, acre e nauseabondo e i gabbiani continuano a raccogliere gli avanzi che sono ammassati sulla sabbia.
Il mare in certi punti è rosso da tanto sangue per la pulizia del pesce ad opera delle donne che sono sedute per terra.
Tanti pescatori che discutono forse il prezzo del pesce, uomini che riparano le reti e controllano le barche, che si riposano e dormono in attesa di un’altra notte di lavoro…
Il ritorno a casa infine lungo la spiaggia con una luce irreale, le mucche libere sparpagliate, l’arida vegetazione tra le dune…
8 gennaio (itinerario di viaggio) Cap Skirring Kafountine-Bignona-Ziguinchor-Cap Skirring.
Partiamo presto e a piedi raggiungiamo la strada dove partono i minibus per Ziguinchor.
Per Ziguinchor sono 1500 cfa più altri 500 per lo zaino. La strada passa per Diouloulou e poi verso est a Bignona e infine a Ziguinchor dopo aver oltrepassato il ponte sul fiume Casamance. Quasi 100 km di strada che all’inizio è lenta, spesso siamo fermi a raccogliere chiunque alza il braccio e cerca un passaggio, chi con il suo carico di pesce che viene caricato sopra il bus ( e noi ne sappiamo qualcosa visto che all’arrivo i nostri zaini puzzavano proprio di pesce !!!), chi con la bicicletta, ecc.
Alla fine arriviamo che è quasi mezzogiorno con ben tre ore di viaggio! Alla gare routiere di Ziguinchor, la città capoluogo della Casamance in Basse Casamance per la precisione, a meno di 20 km dal confine a sud con la Guinea Bissau. In questa regione, proprio verso Cap Skirring è dove ci sono stati i disordini e la guerra civile organizzata dai ribelli separatisti del MDFC ( movimento delle forze democratiche della Casamance).
Con un nuovo taxi brousse ( 925 cfa + 500 per i due zaini ) continuiamo a viaggiare, destinazione finale di oggi sarà Cap Skirring sempre sulla costa. Ultimi 45 km di strada che ci dividono da una delle spiagge a quanto pare più belle del Senegal e anche più turistiche.
A Cap Skirring c’è anche l’aeroporto dove arrivano aerei direttamente dalla Francia…
Sono altri 45 km ma che non terminano mai, dopo almeno un paio di fermate e controlli dei passaporti a posti di blocco dei militari, mentre a Nyassia c’è perfino una trincea e soldati armati… Come inizio non c’è male…! La strada è pessima, tutta buche e l’asfalto è un optional.. Impiegheremo altre tre interminabili ore con continui traballamenti e sussulti che però non riusciranno ad arrestare il precario pulmino stracarico all’inverosimile ! Tre ore che sommate alle tre del tratto in mattinata fanno sei, tutto per 145 km circa di strada…
A circa 3-4 km da Cap come viene chiamata qui, veniamo trasbordati su un altro minibus senza tante spiegazioni, e a 2 km dalla meta altro stop senza motivo, o meglio un guasto che dopo un quarto d’ora viene “riparato”… Ormai non ci chiediamo più “perchè” di nulla…
L’arrivo a Cap Skirring è come un sogno liberatorio !! Il “garage” è su un piccolo spiazzo, le strade sono di sabbia e subito appare piuttosto orientata al turismo di mare. Vediamo subito i soliti negozietti con souvenirs e bancarelle lungo il piccolo centro, tassisti che aspettano, piccoli locali e ristoranti…
Saliamo subito sull’ultimo mezzo a motore per oggi, non ne possiamo più, e ci facciamo portare in taxi (1000 cfa) al campement Chez M’Ballo che dista circa un km più a sud e da direttamente sulla spiaggia.
Alloggio: Chez M’Ballo: camera 4000 cfa, colazione 1500, pasti 3000.
Route de Kabrousse, tel 936 91 02. Il posto è davvero carino ed economico come ci avevano detto anche se le camere sono piuttosto chiuse e soffocanti per via della piccola e unica finestrella, il bagno è in comune così come le docce, i due letti sono separati mentre ci sono le zanzariere.
Pare che la cuoca sia insuperabile ai fornelli e allora che aspettare a provare? E poi abbiamo anche tanta fame ! La conferma che si mangia bene è subito scritta ! Provate assolutamente i gamberetti con sughetto all’aglio…!! Squisiti ! Piacevolissimo il bungalow dove mangiare su una collinetta proprio sopra il mare e la spiaggia che andiamo subito giù a vedere.
La spiaggia è molto bella e lunga, verso sud si spinge a Kabrousse ultimo paese prima della Guinea Bissau, a destra invece ci sono altri villaggi tra i quali il club med. Una nuotatina, raccogliamo conchiglie… prima di cena andiamo a fare una capatina in paese, a vedere chi c’è in giro… Turisti quasi zero e tutti sembrano aspettare qualcosa.. Forse l’occasione per un affare… I soliti intrattenimenti di queste località ma in piccolo, barettini, bancarelle con griglie all’aperto, negozietti con cianfrusaglie e modellini di legno…
Il ritorno da Chez M’Ballo è completamente al buio per questo munitevi di una torcia come abbiamo fatto noi… Una piccola e preziosa torcia…
9 gennaio (itinerario di viaggio) Cap Skirring, Kabrousse.
Passiamo la giornata in spiaggia senza nulla in particolare in programma…
La lunga spiaggia è adatta a passeggiate e noi scegliamo di andare verso sud dove si passeranno alcuni villaggi comunque ben nascosti, poca gente e una pace assoluta… A poche centinaia di metri, subito dopo Kabrousse il confine con la Guinea Bissau…
Ci sono alcuni residence e case nuove costruite direttamente sulla spiaggia, o appena più sopra sulla bassa collinetta. Non incontriamo turisti, quelli che vediamo sono davanti al loro villaggio e difficilmente li vediamo allontanarsi da lì.
Cap Skirring La giornata volge al termine e quando torniamo ci godiamo la brezza marina dal bungalow aperto del Chez M’Ballo…
10 gennaio (itinerario di viaggio) Ziguinchor.
Cap Skirring.Ziguinchor.
Dopo aver pagato il conto ( 30000 cfa per due e per due giorni, circa 20 euro a testa…), lasciamo Cap Skirring alla volta di Ziguinchor dove siamo passati l’altro ieri. Prima un taxi per il “garage” dove subito saliamo su un minibus diretto a Ziguinchor, la città più grande del sud del Senegal. Costo del bus 1000 cfa più altri 500 per zaino… In due ore arriviamo a destinazione, questa volta con una media più alta di più di 20 all’ora !! Dalla gare routiere a piedi andiamo all’hotel segnalato dalla guida, l’economico e pulito Campement N’Daary Kassoum.
Alloggio: Campement N’Daary Kassoum. Rue de France: 6000 cfa la doppia. Beh, la nostra camera è ampia e con un bagno ancora più grande ma tutto quanto è piuttosto malandato e fatiscente, un letto con materassino e sopra una zanzariera attorcigliata pronta all’uso. Non mi sento di raccomandare questa sistemazione anche se molto economica… Ma qui si rasenta il fondo…!! E poi… Attenzione ai… Topini notturni…!! Ziguinchor si trova nella basse Casamance sul fiume omonimo. Tutta la città è facile da girare a piedi e non troppo grande, anche se abbastanza caotica soprattutto nella zona del mercati St. Maur. Da segnalare la rotonda stradale dedicata a Giovanni Paolo II che venne in visita in Senegal.
I paesi circostanti Ziguinchor, soprattutto sul lato nord del fiume Casamance sono villaggi caratteristici di questa regione che danno l’opportunità di entrare a diretto contatto con la cultura e le tradizioni di questa regione. Per esempio Affiniam, Djilapao e l’ile des Oiseaux che sono raggiungibili con escursioni giornaliere in piroga oppure Brin, Enampor, Oussouye e la più lontana Ile de Carabane quasi alla foce del fiume…
Noi invece gironzoliamo per la città così senza tanti programmi, preleviamo da un bancomat in centro, andiamo a vedere il molo da dove partono le escursioni in piroga, poi al mercato St. Maur.
Mangiamo anche qualcosa a uno dei pochi ristoranti segnalati, il “Le Mensah” dove ci troviamo in compagnia di altri viaggiatori stranieri.
( plat de jour a 1500 cfa ).
Sinceramente pensavo meglio per questa città, in realtà credo sia utile per riordinare le idee in vista di una continuazione di viaggio verso destinazioni più interessanti, mentre è un’ottima base da scegliere se si ha intenzione di visitare i dintorni e in generale la Casamance…
Doppo 11 gennaio (itinerario di viaggio) Saly Niakh Niakhale.
Ziguinchor-Sénoba (frontiera Senegal/Gambia)-Soma-Yelitenda (ferry)-Bambatenda-Farafenni (frontiera Gambia-Senegal)-Kaolack-Mbour-Saly Niakh Niakhale.
Dopo una nottata passata quasi in bianco per una sgradita presenza… Vi ricordate la descrizione della nostra camera..? Sì… Un topo si è dato da fare a non farci chiudere occhio… Così di primo mattino, siamo già al terminal dei bus alle 7.00 e ancora non c’è nessuno ! Oggi sarà un lungo giorno, torneremo a nord attraversando interamente Gambia e quindi passeremo da due frontiere. Non faremo la stessa strada dell’andata ma un’altra più a est, senza passare da Banjul.
Si inzia con un sept place che farà la tratta Ziguinchor- Sénoba (posto di frontiera senagalese), prezzo 2500 + 1000 per i bagagli… Saranno 180 km a nord passando per Bignona dove si svolta a nord passando per una strada ben tenuta… Come sfondo ben poco… Poveri villaggi e null’altro…
Arrivati a Sénoba ci facciamo timbrare i passaporti per l’uscita dal Senegal, poi … Poi aspettiamo che qualcuno ci porti a Soma oppure direttamente a Yelitenda ancora più a nord sul fiume Gambia da dove con un ferry… Beh continuate a leggere…
Certo un bus c’è e sembra sia pronto ad aspettare di essere riempito ma ancora non c’è nessuno… Solo noi due a guardarci in giro… A chiedere se partirà, a che ora… Ecc. Ecc. Le risposte ovviamente sono vaghe, perchè anche loro secondo me non sanno cosa fare…
Inizio a perdere la pazienza… Non ho intenzione di perdere tanto tempo e poi sempre con qualcuno attaccato che ti chiede di dove sei, dove stai andando, ecc. Ecc.
Ma ecco che arriva un…, sembra un taxi.. Così lo rincorro e gli chiedo un passaggio… Ok è fatta, 2000 cfa a testa e ci porta a Yelitenda anche se prima dovremo passare per l’ufficio immigrazione del Gambia che è a Soma il prossimo paese, per i soliti timbri sul passaporto. Non vi dico che strada farà il taxi per portarci a Soma. Invece di seguire la strada asfaltata che a questo punto credo sia peggiore di quest’altra e chissà in che condizioni, segue una scorciatoia sterrata e con buche qua è là che passa per campi compreso un campo da calcio dove stanno iniziando a giocare…
Ci sono stati momenti in cui ho pensato male… Non immaginate con che attenzione ho seguito questa strada fino a quando finalmente siamo sbucati sulla strada principale fino all’immigration post office di Soma. Siamo davanti all’ufficiale del Gambia, consegniamo i passaporti che ci vengono timbrati e poi… Poi paghiamo la “tassa” inventata di 1000 cfa e risaliamo sul taxi che sta aspettando.
Altri 5 km e arriviamo a Yelitenda, un minuscolo gruppetto di case tutt’intorno alla strada che finisce al molo dove un piccolo ferry fa la spola avanti e indietro sul fiume Gambia per il vicino lato opposto chiamato Bambatenda. Il ferry impiegherà 10 minuti e la sponda opposta è molto vicina, saranno 700 metri o poco più…
Ci dirigiamo sul ferry, paghiamo il biglietto 3 dalasi, saliamo e si parte già ! Già sul ferry troviamo il mezzo per proseguire il nostro viaggio senza più tanti sali e scendi con taxi, minibus, ecc. Ecc. E’ un minibus diretto a Dakar piuttosto pieno, speriamo di trovare un posto… Prezzo concordato 5000 cfa per due.
Dopo una ventina di minuti siamo a Bambatenda, e saliamo sul minibus. A questo punto manca la frontiera nord tra Gambia e Senegal, a Farafenni formalità doganali del Gambia: timbri sul passaporto e ancora una volta “tassa” di 1000 cfa… Che diamo senza tanto discutere…, poi continuiamo e quindi entrata in Senegal e altri timbri sul passaporto. Sono le tre di pomeriggio, dopo due ore in una luce surreale offuscata dalla sabbia arriviamo a Kaolack.
E qui scendiamo, perchè abbiamo in sospeso una cosa… Beh, il recupero di un oggetto scordato in hotel da una settimana.. Che felicemente ritrovo.. Un dettaglio che non c’entra nulla con il viaggio ma solo per chiarire questa particolare affezione a Kaolack.
Mangiamo qualcosa e poi ripartiamo decidendo si terminare il viaggio di oggi a Saly, al mare. Altro minibus per Mbour ( 1000 + 500 ) poi trasferimento in taxi (1500 cfa) direttamente alla “ferme du Saly” a Saly Niakh Niakhale. E’ una sorta di ritorno a casa visto che eravamo qui non più di 10 giorni fa. Non siamo nello stesso bungalow, ma a quello accanto, e non è cosa da niente… Anche stanotte la maledizione del topo ospite…
Alloggio: La Feme de Saly.
12 gennaio (itinerario di viaggio) Dakar Saly-Mbour-Dakar.
Penultimo giorno di viaggio.
Ripartiamo, questa volta per Dakar la capitale. taxi per Mbour poi con un sept place (4000 cfa per due ) che praticamente facciamo partire grazie al nostro intervento “monetario” e che si riempie subito degli altri 5 occupanti…
Fino a Rufisque si viaggia bene, poi avvicinandosi a Dakar la situazione stradale cambia sempre di più con un traffico caotico e inquinatissimo! E’ tutto un cordone di mezzi a motore, autobus e macchine motociclette tutti non proprio a norma sui gas di scarico…
In pieno centro, nei pressi della “gare des pompiers” scendiamo e risaliamo quasi immediatamente su un taxi che ci porterà all’hotel che abbiamo scelto, l’hotel Provençal in rue Malenfant all’angolo nord occidentale di place de l’independance, in pieno centro.
La camera assegnataci ( n° 6 ) è nella scala accanto, una specie di dependance…
Alloggio: Hotel Provençal. 12800 cfa. Centrale, economico, sicuro con bagni e docce in comune.
Approfittiamo subito del tempo a disposizione andando a piedi al molo, poco distante dalla stazione ferroviaria, dal quale parte il ferry per l’isola di Gorée.
Partenze ogni ora e costo del passaggio di 5000 cfa andata e ritorno.
Prima di partire mangiamo qualcosa al piccolo bar ristorante nello spiazzo antistante.
Si parte all’Ile de Gorée.
Dopo circa 10 minuti si arriva sull’isola. Gorée si tratta di un’isola di dimensioni molto ridotte e con una popolazione altrettanto scarsa. Mentre il ferry attracca al molo ci sono alcuni ragazzini in attesa che qualcuno dal ferry getti loro alcune monetine…
Visitiamo per primo il castello museo storico (200 cfa) che si trova a poca distanza dal molo; si tratta di una costruzione fortificata che reca al suo interno circolare diverse stanze, ognuna delle quali racconta attraverso oggetti di vecchia data, la storia del Senegal, dalle prime genti che ci hanno abitato fino alle storie che caratterizzano le popolazioni più recenti. Molti i reperti storici tra cui vasi, ornamenti per il corpo, armi e vestiario per le occasioni di guerriglia e battaglia.
Michele preferisce “salire” al piano di sopra tramite apposite scalinate che portano su una specie di terrazzo da cui c’è una bella vista della parte “più alta” dell’isola.
In lontananza si scorge la città di Dakar con i suoi grattacieli e le altre tipiche costruzioni delle grandi metropoli.
Proseguiamo la nostra visita attraverso le viuzze di quest’isola che per tanti versi richiamano certe nostre località che si trovano affacciate sul mare. L’atmosfera è calma tutto sembra tranquillo, non sembra nemmeno di stare in Senegal…
Strada facendo giungiamo alla casa degli schiavi e mentre attendiamo per l’orario di apertura ci riposiamo un attimo in riva al mare.
La casa degli schiavi ( 500 cfa) è l’unica di questo tipo, presente sull’isola di Gorée. Una guida ci spiega come nel ‘700 uomini donne e bambini venissero condotti in questa casa in attesa di essere portati in terre lontane in qualità di schiavi.
C’è anche un piccolo “museo” con esposti alcuni oggetti utilizzati nella tratta degli schiavi insieme ad alcuni pannelli che raccontano la storia di questo povero popolo. Essere di colore significava essere destinati con ogni probabilità ad essere trattato da schiavo, e come ad un’asta, si vendevano uomini donne e bambini a seconda della forza, intelligenza, capacità di ubbidire…
Essere di colore significava avere un destino doloroso di lavoro e umiliazioni, un destino in terre lontane dopo la deportazione verso i Caraibi, Brasile, l’America…
Non potete immaginare in quali condizioni avveniva il viaggio in nave verso il nuovo mondo… Quasi il 50% degli schiavi moriva…
Mi vengono i brividi a pensare alla cattiveria degli uomini nei confronti degli stessi uomini. Vedere gli strumenti di tortura, sapere di questo “commercio”… Per me è ancora una volta motivo d’orgoglio essere qui e chiedere scusa…
Dopo circa mezzora ci incamminiamo verso il molo dove il ferry ci riporterà verso Dakar.
Una volta arrivati visitiamo velocemente il mercato vicino alla stazione ferroviaria e anche qui troviamo le cose di sempre, oggetti d’artigianato, street food, ecc.
Ritorniamo in albergo e dopo una doccia veloce scendiamo in strada alla ricerca di un posto in cui cenare. Alla fine optiamo per il fast food accanto al nostro hotel dove mangiamo chawarma. Segue una nottata tranquilla…
13 gennaio (itinerario di viaggio) Dakar-Lac Rose-Dakar.
Ultimo giorno di viaggio.
L’idea per la giornata di oggi è di visitare il famoso Lac Rose o Lac Retba.
Verso le otto facciamo colazione in un bar vicino alla Place de l’Independance e poi ci incamminiamo verso la gare routiere alla ricerca di un minibus che ci porti a Keur Massar e una volta lì proseguiremo per il Lac Rose.
Cartina alla mano, tra mercati e solita confusione di centro città ( attenzione alle tasche…), arriviamo in av. Faidherbe. Seguendo la strada sulla sinistra si entra in una stazione di autobus locali per cittadine dei dintorni, una sorta di capolinea di bus minori. Chiedendo per Keur Massar ci indicano un minibus vuoto, forse in attesa di partire o forse no. Dopo una decina di minuti dove non arriva nessuno e l’autista è troppo impegnato in “riparazioni varie” per darci ascolto. Così avendo solo la mattinata a disposizione decidiamo di lasciar perdere di andare con il bus al lago Rosa e ci affidiamo a un taxi. Dopo una breve trattazione dei prezzi l’autista ( che conosce ben poco il francese) ci porta al lago per 20000 cfa. Uscire dalla città è un’impresa di non poco conto e per poco sfioriamo un ulteriore incidente… ( vedi arrivo a Kafountine..).
Pochi chilometri prima, nei dintorni di Niaga l’autista si ferma a chiedere informazioni e fa salire un ragazzo che sarà la nostra “guida” al lago.
Arrivati scendiamo dall’auto e proseguiamo a piedi circondati o meglio “accompagnati” da un gruppetto di ragazzi che vogliono venderci i loro “manufatti”.
Il Lago Rosa è particolare per l’alta concentrazione di sale che contiene e la sua colorazione rosa che si scorge meglio quando il sole è alto ( nelle ore centrali della giornata ) è dovuta proprio alla presenza di questa grande quantità di sale. Ci sono uomini che con le loro barche raccolgono il sale che depositano in delle vasche che le mogli portano poi a riva. Qui ognuno ha il proprio mucchio di sale, contrassegnato dalle sue iniziali.
Lago Rosa Dopo alcune foto decidiamo di tornare indietro e ci aspettano quasi due ore in mezzo al traffico congestionato per raggiungere Dakar.
L’interno città è letteralmente bloccato per la presenza e il successivo passaggio per le vie del presidente che riusciamo anche a vedere. Scendiamo un po’ distanti dal nostro albergo ma preferuiamo proseguire a piedi visto che arriveremo senz’altro prima che in macchina. In albergo ci diamo una rinfrescata prima di ripartire subito dopo per il pranzo. Dopo un po’ di strada ci fermiamo al ristorante “Chez Loutcha” che ci ha indicato più di una persona. Il ristorante è affollato, dopo un po’ ordiniamo e notiamo con piacere che il cibo è molto buono seppur le razioni siano più che abbondanti. Il menù è infinito e spazia da piatti speciali del giorno, tipici senegalesi e capo verdiani visto che questo è il secondo ristorante visto che l’originale è proprio a Capo Verde, poi piatti italiani e francesi, pesce, carne, agnello e di più e di tutto ancora…
Dopo questa abbuffata, continuiamo per visitare il museo Ifan o museo dell’Africa Nera. E’ uno dei migliori musei dell’Africa dell’ovest con esposizioni che ritraggono le popolazioni africane durante i loro rituali ( funerari, di iniziazione), scene di vita, tradizioni religiose, maschere, artigianato. Particolarmente belle le maschere esposte, alcune di esse grandissime, e vestiti tradizionali di tutte le regioni adiacenti al Senegal ( Mali, Guinea Bissau, Guinea, Benin, Nigeria, Togo, Mauritania, ecc.). Al piano superiore una “storia illustrata” della tratta degli schiavi attraverso varie esposizioni con modellini.
Ritorniamo infine alla stazione ferroviaria per le ultime compere e l’ultima coca…
Poi in albergo ci rilassiamo un po’ con la doccia finale prima della nuova ripartenza, questa volta l’ultima verso l’aeroporto.
Prepariamo gli zaini, saliamo sul taxi ( 4000 cfa ) che ci stava aspettando sulla strada e di nuovo nel traffico serale sempre più caotico di Dakar…
All’aeroporto arriviamo che sono le nove circa, il nostro aereo partirà alle 3.30 del 14 gennaio !! Non ci resta che attendere…Aspettare un nuovo viaggio…!!! Perchè il Senegal ? Perchè in Senegal troverete la vita…
Arianna e Michele www.Michelespiriticchio.It