Sei giorni a Valencia
La scorsa estate, per motivi di lavoro, ci siamo ritrovati a organizzare le vacanze nel mese di maggio. Prenotato il volo per trascorrere le due settimane centrali di agosto in Calabria, restava una settimana di ferie a luglio da “sistemare”. Abbiamo subito dovuto scartare le varie isole spagnole e greche per l’altissimo costo dei voli. Alla fine abbiamo selezionato due mete raggiungibili con voli abbastanza economici: Malta e Valencia. La scelta era caduta inizialmente su Malta ma una volta prenotato l’hotel (per fortuna la prenotazione era cancellabile gratuitamente) abbiamo cambiato idea: Valencia sia!
Era tanto tempo che volevo visitare questa città ma non ero mai riuscita a trovare voli convenienti.
Prenotiamo il volo con Ryanair al costo di 100 euro a testa (imbarcheremo una sola valigia visto che la compagnia aerea irlandese ha deciso di aumentare il costo dell’imbarco del bagaglio in stiva).
Quando diciamo agli amici che andremo a Valencia a luglio storcono il naso: “sei giorni sono troppi!”, “il mare lì non è bello!”, “luglio in città, siete pazzi!”. Ci vengono un po’ di dubbi ovviamente.
Partiamo domenica 7 luglio e dopo un breve volo atterriamo in Spagna. La città è facilmente raggiungibile dall’aeroporto con la metropolitana e in men che non si dica siamo in centro. La cosa che ci colpisce subito è la tranquillità e il silenzio che regna nelle vie. Non c’è nessuno in giro e i negozi sono tutti chiusi. Troviamo facilmente l’hotel prenotato su booking.com: Hospederia del Pilar. La camera non è ancora pronta e quindi facciamo, nell’attesa, una passeggiatina nei dintorni. Ci rendiamo subito conto che la posizione della struttura è invidiabile, a due passi dal Mercat Central.
Proprio di fronte al Mercat Central si riuniscono la domenica mattina gli amanti della filatelia e della numismatica per vendere o barattare francobolli e monete.
I valenciani intanto iniziano lentamente a “svegliarsi” e a popolare i tavolini dei vari bar e qualche negozio tira su la saracinesca.
Se la prima impressione è quella che conta i nostri sei giorni a Valencia saranno sicuramente piacevoli. Mi piace infatti subito l’atmosfera tranquilla ma allo stesso tempo allegra della città.
Inizia a fare caldo (ma è anche vero che siamo in abiti da viaggio, jeans e maglietta) e decidiamo di anticipare il pranzo visto che non abbiamo neanche fatto colazione. Mangiamo un panino e rientriamo in hotel a prendere possesso della camera.
È al secondo piano ed è piccolina ma è pulita. Per quello che abbiamo pagato va più che bene. E’ anche caldissima ma per fortuna c’è il condizionatore. Attendiamo quindi pazientemente che questo inizi a fare il suo dovere ma le temperature non scendono. Scopriremo poi che non funziona. Dopo aver tentato invano di ripararlo il proprietario dell’hotel ci fa cambiare camera perché sarebbe impossibile dormire con quel caldo. Quindi ci becchiamo una stanza tripla al terzo piano. Poco male. Devo spendere una parola sullo staff dell’hotel. Avevamo letto in varie recensioni della gentilezza e disponibilità dei ragazzi della reception ma noi sinceramente li abbiamo trovati abbastanza musoni e sempre scocciati. Non parlano inglese sebbene sostengano il contrario. Io capisco bene lo spagnolo e riesco un po’ a parlarlo ma Alessandro purtroppo no. Quando si è rivolto a una delle ragazze della reception con un “excuse me, I’d like to have some information about…” si è sentito rispondere “in english, please”. Ci siamo fatti non poche risate. Inoltre ci è capitato di rientrare in camera alle 14 e di trovare dentro le cameriere che pulivano e abbiamo quindi dovuto aspettare nella saletta vicino alla reception che finissero di rifare la stanza. Ma questi sono i ritmi spagnoli probabilmente. Nonostante tutto ci sentiamo di consigliare questa struttura per la posizione e per il costo. L’hotel non offre la colazione ma ci sono caffetterie ovunque.
Avendo avuto a disposizione sei giorni abbiamo visitato ogni angolo della città e abbiamo fatto tutto con calma, svegliandoci sempre non prima delle 10 e facendo la siesta nelle ore più calde del pomeriggio (ci siamo subito adeguati ai ritmi spagnoli!). Sicuramente la città si può visitare, con ritmi più serrati, anche in meno giorni.
Non elenco i luoghi da visitare perché li trovate in ogni guida di viaggio (noi tra l’altro, per la prima volta nella nostra vita non abbiamo comprato nessuna guida e ci siamo affidati al materiale offerto dagli uffici del turismo). Preferisco parlare delle cose che abbiamo apprezzato e non di questa città.
COSA CI E’ PIACIUTO
-l’atmosfera tipica delle città spagnole, rilassata ma allo stesso tempo briosa.
-camminare, camminare e camminare col naso all’insù e a volte senza meta. Non abbiamo fatto alcun abbonamento ai mezzi anche perché abbiamo viaggiato in bus solo per andare in spiaggia.
– il Barrio del Carmen, interessante di giorno con le sue piazzette, i suoi scorci accattivanti, i mille vicoli da esplorare, gli atelier di stilisti emergenti, i forni artigianali, tantissimi ristorantini e centro della movida di sera con i suoi locali di ogni tipo. La movida valenciana non può essere paragonata a quella di Madrid ma bisogna dire che siamo stati a Madrid in inverno e a Valencia a luglio, magari il diverso periodo dell’anno ha inciso sull’idea che ci siamo fatti.
– La serata trascorsa ai Giardini del Turia, dove per caso abbiamo scoperto esserci un concertino proprio accanto al Palau de la Musica. C’era tantissima gente e chioschetti per comprare da bere.
-Il caldo secco e quindi sopportabile. Siamo sempre andati in giro al mattino e abbiamo spesso camminato sotto il sole ed è stato fattibilissimo. Per cui se avete voglia di visitare la città in estate fatelo pure.
-Le lunghissime spiagge di sabbia dorata. Certo il mare effettivamente non è granché, sembra quello di Milano Marittima ma l’acqua è caldissima ed io sono stata in ammollo molto volentieri. Siamo stati inoltre colpiti in positivo dai servizi. Sulla spiaggia della Malvarrosa c’erano: una postazione sanitaria, torrette di vigilanza, ambulanze di soccorso, accesso disabili e passerella adattata oltre che wc, docce e lavapiedi. La spiaggia si raggiunge tranquillamente con il bus dal centro.
– Il complesso della Ciudad de las Artes y las Ciencias ovviamente.
-Comprare succhi di frutta rinfrescanti al Mercat Central.
-La visita guidata dello stadio Mestalla. Sicuramente non paragonabile alla visita del Santiago Bernabeu ma comunque piacevole (noi siamo appassionati di calcio).
-I coloratissimi disegni sulle saracinesche dei negozi.
COSA NON CI E’ PIACIUTO:
-L’Oceanografico. Cioè, non possiamo dire che sia brutto ma ci aspettavamo di più. Inoltre il biglietto è davvero troppo caro. Abbiamo anche assistito allo spettacolo dei delfini tanto consigliato da tutti ma l’abbiamo trovato tristissimo. Magari ai bambini piace ma a noi è dispiaciuto per quei poveri animali costretti a esibirsi ogni giorno. Prima dell’esibizione dei delfini un ragazzo ha intrattenuto il pubblico e soprattutto i più piccoli per 15/20 minuti circa ma lo ha fatto in spagnolo e sebbene mastichi un po’ la lingua non ho capito nulla quindi mi sono anche annoiata.
-Il lungomare di sera. Avevamo letto essere una zona molto frequentata e siamo andati a cena un giorno ma l’abbiamo trovata abbastanza desolata. Inoltre finita la cena (siamo sempre andati a cena molto tardi, anche alle 23), abbiamo fatto fatica a ritornare in centro, attendendo per tantissimo tempo sia la metro che il bus. Alla fine siamo riusciti a prendere la metro ma dal momento che abbiamo obliterato il biglietto prima di mezzanotte e siamo arrivati a destinazione un minuto (e sottolineo un minuto) dopo mezzanotte, questo non era più valido e non riuscivamo più a uscire dalla stazione. Ovviamente non c’era nessuno che potesse aiutarci. Io, davanti ai tornelli chiusi, ho proposto di scavalcare e andare via anche perché se qualcuno ci avesse visto attraverso le telecamere e ci avesse fermato avremmo fatto vedere il nostro biglietto scaduto da 60 secondi. Alessandro ha invece voluto premere il pulsante per mettersi in contatto con un operatore e dopo aver cercato per una vita di spiegare a questo l’accaduto tramite una sorta di telefono, abbiamo perso la pazienza e abbiamo scavalcato lo stesso.
– Il topolino che ci siamo ritrovati tra i piedi durante una cena all’aperto in centro una sera!
In definitiva Valencia ci è piaciuta tantissimo. Andateci, non ve ne pentirete!