SEI GIORNI A BERLINO, in breve
L’Est, da molti esaltato, rimane soltanto un ricordo di cui si puo’ timidamente respirare l’aria se ci si addentra, con anche un po’ di immaginazione, nei meandri meno turistici della città.
Le “guide turistiche” ingannano il viaggiatore, a berlino piu’ che mai, perchè è soltatanto camminando a piedi per la città, immergendosi e testando che si puo’ scoprire il vero spirito tedesco (e berlinese).
Gli ultimi 15 anni, la voglia di cambiare (e dimenticare) un passato (neanche troppo lontano) hanno fatto della Capitale tedesca un ultra moderna-efficiente città.
La BerlinoSovietica e la BerlinoOccidentale ormai si amalgano. O meglio, forse, la seconda ha posseduto la prima, innovandola, popolandola e, sicuramente, facendole perdere la sua particolarità.
Del Muro rimangono dei muretti (almeno nel Mitte, la zona centrale) che si innalzano tra le più altissime costruzioni. Pezzi di muro lasciati per non dimenticare il passato, ma anche per far capire come, in poco piu’ di un decennio, si sia riusciti a cambiare l’anima e la faccia di questa (ormai) metropoli.
Nonostante questo, è chiaro, Berlino è affascinante per chi vive in realtà “minori”, sconcertante per chi non ha aspettative e amabile per tutti.
Partenza da Pisa in aereo. Due ore e mezzo di viaggio complessive.
“Berlino ha un agglomerato urbano superiore 8 volte a quello di Parigi” recitano i testi. E si vede. E si soffre per questo. Il primo giorno ci accorgiamo che le distanze non sono quelle che sembrano.
La altissima Torre della TV dietro Alexander Platz, che fu vanto della DDR e che sovrasta la capitale, sembra vicinissima. Sempre vicinissima. Ma passo dopo passo si capisce che non è proprio cosi’.
Il Tiergarten, parco che accompagna la Strasse des 17 Juni, è immenso quanto spoglio in questo periodo. Le foglie secche inondano, ordinatamente, i bordi del passaggio. E allora si puo’ solo immaginare come possa essere stupendo un inseme verde di tali proporzioni.
L’alloggio che abbiamo scelto è una simpatica ed essenziale sistemazione nella zona di Moabit (al nord-ovest della città). Piccola stanza, letto relativamente comodo, un bagno in corridoio al nostro piano e una colazione dolce-salata sono tutto quello che ci serve per riprenderci dalle lunghe camminate che ci attendono.
La metropolitana (divisa tra U ed S) copre bene tutti gli spazi.
Le giornate si susseguono senza riposo. Berlino è enorme, si sa, e allora sei giorni devono essere sfruttati al massimo, spremuti.
Usciamo la mattina per rientrare la notte.
I piedi si infuocano, nonostante le temperature primaverili non siano quelle attese. Ma se si conta il fatto che fino a due settimane fa la città era ancora seppellita dalla bianca neve, condizione sicuramente affascinanate quanto scomoda, direi che possiamo essere ugualmente soddisfatti.
Le tappe alla Porta di Brandeburgo, al Parlamento (Reichstag) sovrastato da una cupola di vetro simbolo del controllo popolare sull’operato parlamentare, il lungo viale Unter den Linden che spacca in due la città, Postdamer Platz, centro architettonico e commerciale, “l’isola” dei musei, Charlottemburg e Alexander Platz sono tappe necessarie. Quasi consumate obbligatoriamente, ma con enfasi primordiale.
Poi, l’attenzione va verso i particolari. E allora ci accorgiamo che spostandoci nelle strade adiacenti al Mitte ed oltre, si muove il vero popolo berlinese. Sempre meno macchine fotografiche, guide turistiche e sguardi attenti. E crediamo in fondo che sia cosi’ che una città vada vissuta, nel suo essere. Scendete verso sud, in Friedrich Strasse, e passate il Check Point Charlie, che pur essendo divenuto ormai esclusiva meta turistica, con tanto di “finto” militare della DDR pronto a qualsiasi posa, ci riporta al forte disagio che ha occupato la vita di molti berlinesi fino alla riunificazione. Unico punto di passaggio, unica zona di incontro per chi rimase con la vita, gli amici o gli amori divisi da un muro costruito in sole due notti.
La zona di Kreuzberg evidenzia le differenze. Giganteschi “casermoni” anni ’80 si ereggono ancora, mentre sullo sfondo, verso ovest, si intravede il progresso in tutto il suo splendore. Contrasti minimi quanto esplicativi.
Dietro Alexander Platz, in OrianienburgerStrasse si trova la vita “giovane”. Ed infatti, dato che un po’ giovani ancora ci sentiamo (e lo siamo anagraficamente) è proprio questa strada ad ospitare le nostre serate. Serate che ospitano a loro volta crauti e patate innaffiati di Birra, piccoli, fumosi (questo ci piace) e bui localini e tanta gente che vi si riversa sin dalle prime ore della sera. Un’ulteriore, involontario, giro panoramico della città, ce lo offre il destino. Casualmente il nostro cammino incrocia la corsa di migliaia di bipedi. E’ il giorno della Maratona Berlinese che decidiamo di accompagnare (da spettatori si intende) per un bel pezzo lungo il bordo della strada finchè le gambe chiedono perdono e la fame ci immobilizza.
E allora optiamo per una visita culturale all’ultra-interattivo Museo Ebraico. Ne rimaniamo semplicemente affascinati.
E allora l’ultimo giorno, dopo un immersione corta ma intensa nella capitale tedesca, ci avviamo verso la partenza con un po’ di confusione in testa. Aspettative, stanchezza e grandezza ci tolgono un po’ i commenti di bocca. Decidiamo di aspettare un po’ di tempo per giudicare…
…Saluti.