Scozia. Tre colori: verde, blu, rosso

Tre colori: verde, blu, rosso. I colori di una terra, la Scozia, che da sempre accompagna ed entusiasma i viaggiatori che, come Angelo, Laura, Alessandro e Angela, si trovano tra le terre del nord. I colori dei prati, delle acque e dei tramonti, magico contorno degli itinerari che solo in queste terre si possono godere. I colori di Kieslowski,...
Scritto da: Angelo Coccaro
scozia. tre colori: verde, blu, rosso
Partenza il: 22/04/2005
Ritorno il: 25/05/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
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Tre colori: verde, blu, rosso. I colori di una terra, la Scozia, che da sempre accompagna ed entusiasma i viaggiatori che, come Angelo, Laura, Alessandro e Angela, si trovano tra le terre del nord. I colori dei prati, delle acque e dei tramonti, magico contorno degli itinerari che solo in queste terre si possono godere. I colori di Kieslowski, regista tanto amato dalla dolce Laura, ragazza che, da poco eppure tanto tempo, accompagna le giornate di sorrisi di Angelo. I colori che hanno spinto l’avventura qui descritta nelle nordiche terre…

L’affascinante storia ha inizio, un giorno come tanti, di fronte all’elenco dei voli low cost che Ryanair, con gioia dei viaggiatori senza troppe pretese, offre verso le città d’Europa. Tra le tante mete… Durham Tees Valley, cittadina inglese che, da meticolose ricerche, apprendo si trova al nord dell’Inghilterra, nei pressi di Newcastle… Non lontano dal confine scozzese. Poche, basilari informazioni per mettere in atto un improvvisato viaggio tutto da inventare per la Scozia. Una telefonata a Laura per la scontata ed entusiasta accettazione. Una chiacchierata con Alessandro, collega ma soprattutto amico spontaneo e sincero, per il suo immediato coinvolgimento insieme alla sua compagna e coinquilina Angela, ignara della sorpresa che l’aspetta.

Si delinea, in tal modo, la carovana di viaggio dei fantastici quattro verso il “freddo” e “nuvoloso” nord, in un viaggio da inventare attraverso le solitarie strade.

Prenotiamo la necessaria vettura, la cui scelta, messa da parte la cara e spaziosa Ford Focus, ricade ricade su una Ford Fiesta, giusto compromesso tra una guida agibile attraverso le sinistrorsa regole anglosassoni e gli elevati costi di noleggio.

Giungiamo, così, al 22 aprile, un bel venerdì che, approfittando del lunedì festivo del 25 aprile, ci offre l’occasione di realizzare un lungo week end, in un periodo che, lontano dalle folle dell’inoltrato agosto, si può godere al meglio dei colori scozzesi.

Partiamo da Caivano, con Alessandro, ben provvisti di ombrelli e k-way, inutili compagni della trasferta scozzese, dove il freddo e la famosa pioggia – da sempre decantata presenza nei paesaggi scozzesi – lasciano il posto ad una tiepida frescura contornata, solo e unicamente, da un’abbozzata nuvolosità, giusto sfondo delle frastagliate vedute dei laghi e dei castelli.

Un’affrettata sosta a Caserta, dove all’appena nata carovana si unisce Laura (come sempre pronta per abbagliare con il suo sorriso Angelo), e a Roma, il tempo necessario per prendere Angela.

Tre ore di volo, e siamo a Durham, lontani anni luce dalle “cupe” realtà di lavoro lasciate alla spalle appena poche ore prima.

Nelle valli del Tees, di fronte alle affrettate spiegazioni da parte della ragazza della Hertz sulle clausole e sulle raccomandazioni per la difficile avventura, a bordo di una comoda Ford Focus, concessaci al posto ed alle condizioni della più modesta Fiesta, alla faccia dell’odioso e sapiens tipo snob che al banchetto della Hertz non perde occasione per riprendere il nostro poco fluently english, inizia il tanto sospirato viaggio.

Alessandro, provetto pilota, memore dell’esperienza irlandese, alla guida. Angelo, conoscitore delle cartografie e dei sentieri, navigatore. Angela, annidata comodamente nel sedile posteriori. Laura, gli occhi vigili sui laghi, sui castelli e su Angelo.

Tra il rituale di concentrazione di Alessandro, tra gli impulsivi arpionamenti di Laura ed Angela agli incroci canalizzati, tra le occhiate furtive e la mano sul freno a mano di Angelo, dimentichi delle innate abitudini, prendiamo confidenza con la strada che del paesaggio scozzese.

Inizia così, col rosso di un tardo tramonto, il viaggio. Ci colpisce, subito, l’accorta guida inglese che, con blande velocità, ci conduce attraverso le mille miglia di strada che ci attendono. Compagnia delle lunghe ma mai annoiate traversate, la pacata e poco variegata BBC, le stridule cantate di Alessandro, i tamburellamenti di Angelo e i cori di Angela e Laura.

Varcato il tanto atteso confine, tra i silenzi della notte, mettiamo finalmente piede in terra scozzese.

Ci fermiamo, stanchi ma estasiati, per una breve sosta a Jedburgh, in un’ammirazione notturna, sullo sfondo la vicina luna di mezzanotte, del castello e della cadente abbazia.

Giungiamo, poco distanti, a Melrose, dove, allo scoccare del nuovo giorno, ci mettiamo alla ricerca di un ristoro per le nostre stanche membra. Messi da parte i fastosi hotel del centro, seguendo le preziose informazioni del gentile e assonnato tassista, troviamo un bed & brekfast dove, nonostante la tardissima ora, ci viene offerto un tiepido sorriso e un riparo per la notte.

L’accogliente cameretta, la sempre presente moquette e lo scricchiolio del legno, ci portano così al 23 aprile, la cui mattina si apre, immancabilmente, di fronte al profumo delle variegate marmellate e del ricco Scottish Brekfast, a cui le fameliche spire di Angelo, di fronte allo stupore e alla diffidenza dei delicati gusti delle ragazze, ben presto si abituano.

Passeggiamo, nella lentezza mattutina, tra il fascino e la suggestione delle mura in rovina della bella abbazia di Melrose.

Ripartiamo, quindi, verso il verde dei prati del nord e il blu dei laghi delle Highlands. Evitata la “caotica” Edinburgo, iniziale meta del programma scozzese, guida alla mano, ci dirigiamo verso Stirling. Si delineano, lungo la lenta e tortuosa strada, nel chiarore del giorno, i merli del Traquair House, che visitiamo in una breve sosta.

Proseguendo verso nord, sfuggendo l’industriale Glasgow, arriviamo a Stirling, dove il tanto decantato castello, affatto più meritevole delle innominate rocche e palazzi ottocenteschi delle amate città italiche, non riesce a sortire il minimo interesse. Decidiamo pertanto, anche di fronte all’esagerato e del tutto eccessivo prezzo di ingresso, per una fugace visita dall’esterno, preferendo invece trovar ristoro tra i vicini giardini, da cui si gode una bella vista della sottostante valle e, sullo sfondo dell’adiacente cimitero monumentale, della rocca.

Ripartiamo verso il blu dei laghi, proseguendo nel nostro viaggio itinerante verso il mare.

Decidiamo, a dispetto del maggiore percorso, per una deviazione verso il Loch Lomond, dove ci fermiamo ad ammirare uno di quei paesaggi che da sempre fanno da cornice alle immagini di propaganda scozzese. E, di fronte alla bellezza del lago, si sprecano gli abbracci delle due ridenti coppie di viaggiatori.

Tra una Guinness e una foto, proseguiamo verso Oban, felice cittadina di pescatori con una bella vista sull’Oceano. Tra le rovinose mura del Dunstaffnage Castle ammiriamo, tra le barche della silenziosa Baia, il rosso del tramonto.

Alla ricerca di un B&B per la notte oramai alle porte, bussiamo alla porta del simpatico e patriottico John. Dopo la cena con “fish e chip” di una friggitoria del porto, concludiamo il nostro sabato scozzese tra le chiassose mura di un carino e pittoresco pub. Dopo il breve e necessario sonno, ci ritroviamo di fronte ricca colazione con marmellate, funghi, salsiccia, uova ed “haggis”, per noi preparata dalla cucina di tutto rispetto di John.

Ripartiamo verso est, per la via di Aberdeen, alla volta delle vallate dei laghi. Ci fermiamo ad ammirare, dalle acque del Loch Awe, le affascinanti rovine dell’inaccessibile Kilchurn Castle.

Costeggiando le sponde del Tay, ci fermiamo, nel pieno della Valle del Dee dove, ad osservare la limpidezza dei flutti del Dee. Risaliamo quindi tra i Grampians, fino innevati cime del Pass of Drumochter.

Ci fermiamo, ancora, di fronte alla bellezza del Breamar Castle, nei cui giardini trovano contorno le carezze e i mille abbracci di Angelo e Laura, furtivamente “rapite” dall’occhio fotografico di Alessandro, paparazzo improvvisato per diletto.

Tra la tortuosità delle strade, tra gli sguardi stupiti del famoso “bovino delle Highlands” che ci osserva dal limitar degli sterminati campi, giungiamo ad ammirare gli sfarzi del Crathes Castle e di Brum Castle, dove non può mancare la gioia di una passeggiata tra i bellissimi giardini e tra il colorato orto botanico che, nella calma del tramonto, visitiamo.

Giungiamo ad Aberdeen, nella tiepida serata scozzese che, a dispetto delle nuvole e della pioggia, ci offre un clima gradevole e mite, giusto il tempo per una fugace visita e ripartire alla ricerca del silenzio delle valli.

Lasciata così alle spalle l’appena conosciuta città, ci dirigiamo, già dalla sera, verso Stonehaven, meta finale del nostro “coast to coast” verso il Mare del Nord. Ci aspetta, in una cornice del rosso della sera, la visione di Dunottar Castle,le cui rovine, dalla penisola in riva al mare, offrono un regalo per gli occhi che solo la fantasia può immaginare: arroccato su uno sperone roccioso, a strapiombo sul burrascoso mare, osserviamo e godiamo un bellissimo tramonto, suggestivo contorno dei baci e degli abbracci delle fastose coppie di amanti.

Scendiamo quindi verso la baia del piccolo centro di Stonehaven, dove troviamo accoglienza in un bellissimo casolare ottocentesco, che la curiosità di Angelo scopre essere l’antica abitazione di un facoltoso avvocato dell’epoca. La mattina seguente, con una vena di tristezza per l’ultimo risveglio in terra scozzese, nella regale stanza con baldacchino, oramai abituati alla ricchezza e all’abbondanza della colazione inglese, ripartiamo verso il sud, diretti verso Edinburgo, da cui, alla ricerca del verde e dell’azzurro, eravamo partiti.

Visitiamo, senza troppa cura, il castello reale, la cui “turistica” accoglienza non riesce a stupire i nostri occhi e i nostri cuori, oramai rapiti dai castelli del nord.

E, di tutta fretta, ripartiamo verso il sud, dove arriviamo a Durham, dove, frettolosamente lasciata la vettura alla gentile signora della Hertz, ringraziate le gentili hostess del piccolo aeroporto che, nonostante la tarda ora e la chiusura del poco affollato ceck-in, ci hanno consentito di imbarcarci, ripartiamo alla volta di Roma dove arriviamo a mezzanotte inoltrata.

Termina, così, un altro bellissimo viaggio, di cui resta la traccia nella prosa di queste parole e il ricordo indelebile nella mente e nel cuore dei partecipanti.



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