Scozia On The Road 13
Per quanto gli inglesi asseriscano di guidare ‘on the correct side of the street’ i primi metri sono poco divertenti: è tutto al contrario e alla prima rotonda ce la caviamo seguendo l’esempio di un’auto che ci precede. Comunque dopo i primi momenti ci abituiamo e individuiamo l’hotel dove passeremo la notte (Tulip Inn, a 5 minuti a piedi dal centro). Nel complesso comunque guidare a sinistra non è così complicato come comunemente si crede, i primi kilometri sembra tutto strano, ma ci si abitua abbastanza in fretta. Il consiglio è sempre quello di seguire l’auto che precede e usare un poco di attenzione agli incroci. Ricordate inoltre che gli scozzesi sono in genere molto educati alla guida (mai sentito un clacson strombazzare!!) e dimostrano una gran pazienza con la torma di turisti stranieri che spesso svoltano in contromano!!.
Il cambio di temperatura da Londra è netto: si passa dai 25/30 gradi di Londra a 15 ventosissimi gradi e siamo costretti nostro malgrado a mutare il nostro abbigliamento ‘agostano’ in uno ‘novembrino’; anche i locali che incontriamo, certamente usi a questo clima, sono vestiti in maniera assai poco estiva.
Purtroppo (anche a causa del mix pioggia-freddo) la cittadina di Glasgow non ci trasmette sensazioni da ricordare: la troviamo relativamente brutta e senza particolari attrazioni (ad eccezione di una gara di cornamuse in George Square). Da segnalare solamente la Cattedrale e la vivacità di Buchanan Street.
La mattina seguente la BBC ci sveglia con le poco rassicuranti notizie sui presunti piani terroristici nei voli UK-USA ed il conseguente blocco di tutti gli aeroporti in UK. Contenti di aver evitato il caos di Gatwick partiamo alla volta di Edimburgo. Anche oggi fa ancora relativamente freddo, tira vento e il sole è latitante, ma ci stiamo già abituando e l’atmosfera festosa che si respira ad Edimburgo mette tutti questi inconvenienti in secondo piano. Con il suo castello medievale che spicca al centro della città dominandola dall’alto, la capitale scozzese è davvero splendida: edificata sul tappo di un antico vulcano ormai spento, la Royal Mile (la via centrale che parte dal castello lunga quasi un miglio ed è formata da quattro strade diverse che contengono alcune tra le più importanti attrazioni della città) domina su tutto Edimburgo. Il Festival in pieno svolgimento attira giovani da varie parti del mondo e rende l’atmosfera particolarmente gioiosa e quasi frenetica. Lungo tutta la Royal Mile si incontrano spettacoli per strada di vario tipo che, da soli, rendono piacevole la visita. A questo si aggiunge l’architettura della cittadina che sembra emergere da un film in costume o da un romanzo di Walter Scott. Visitiamo ovviamente il Castello, davvero notevole con la vista panoramica che offre anche se il tempo brutto ancora una volta danneggia la vista sulla città. Al castello abbiamo acquistato l’Explorer Pass che garantisce l’accesso a vari siti storici in tutta la Scozia (noi abbiamo scelto l’opzione a 7 giorni) e che vi consigliamo per ridurre un poco i costi delle visite. Assaggiamo tra l’altro uno dei piatti tipici scozzesi (pare ormai lo si riservi solo più ai turisti!): l’Haggis, una sorta di sanguinaccio fatto di polmoni, fegato e cuore di pecora mescolato con grasso di rognone, cipolle, sale pepe e avena e bollito nello stomaco di una pecora e accompagnata da un puré di rape e patate. Molto buono e speziato anche se si riproporrà fino a cena…Cornamusa e clown vari. Completiamo la nostra visita percorrendo la Royal Mile in tutta la sua lunghezza e ci immergiamo nell’atmosfera festosa del festival e nel folklore locale, fatta di improbabili giovani Wallace dalla faccia dipinta, ragazze che mimano combattimenti di strada, suonatori di cornamusa e clown vari.
La sera lasciamo a malincuore la città e ci dirigiamo a Nord verso Kinross dove abbiamo prenotato una notte al Burnbank Bed and Breakfast che si rivela ottimo e accogliente. Ormai siamo guidatori (quasi) provetti e percorrendo le poche miglia che ci separano da Kinross gustiamo i primi assaggi della campagna scozzese.
Da Kinross ad Aberdeen Il giorno dopo, terminata la colazione (che si rivelerà la migliore di tutto il viaggio, come qualità e abbondanza), ricominciamo il nostro viaggio. Oggi, finalmente, il sole splende alto nel cielo! e ci permette di apprezzare appieno i colori della Scozia. Abbandonata Kinross, attraversiamo il regno del Fife e ammiriamo ancora la campagna scozzese visitanto il Balvaird Castle un piccolo maniero diroccato e molto suggestivo, popolato solo da una mandria di vacche al pascolo e annegato nel verde dei prati e nel giallo dei campi di grano. A rendere ancora più suggestiva l’atmosfera contribuisce l’assoluto silenzio delle campagne rotto solo dal fruscio dei campi di grano e dai muggiti delle mucche. Molto bucolico! Sostiamo anche a Perth, una cittadina carina anche se prima di un qualche segno distintivo, prima di volgere il muso della nostra macchinina verso Nord.
Cammin facendo visitiamo il giardino dell’Hermitage a Dunkeld (piccolo villaggio caratteristico sul fiume Tay, con la sua Cattedrale del nono secolo), dove percorriamo il fitto bosco di querce e conifere e ammiriamo la pianta più alta di tutto il Regno Unito. A pochi passi dalla strada la foresta diventa fittissima come si vede in certi film di cappa e spada, ci aspettiamo quasi di veder saltar fuori un Robin Hood o un frate Tuck da un momento all’altro! anche se alla fine scorgiamo solo un capriolo che subito fugge nel fitto degli alberi, spaventato dal nostro maldestro tentativo di fotografarlo.
Continuaiamo poi la nostra zingarata verso Blair Atholl dove visitiamo il Blair Castle che giudichiamo non meritevole di una visita anche e soprattutto per l’enorme numero di selvaggina imbalsamata esposta (cervi, volpi, orsi, pareti intere letteralmente tappezzate di palchi di corna e a completare l’opera anche orsi bianchi e narvali!!) che i duchi di Atholl avevano l’abitudine di cacciare. Anche se il sito è strombazzato su tutte le guide come importante noi lo ricordiamo solamente per il suo cattivo gusto mentre abbiamo apprezzato di più le ‘veraci’ rovine del Balvaird Castle visitato in mattinata.
Nei prati antistanti il castello incontriamo per la prima volta tre vitelloni angus (la famosa mucca scozzese, dal folto pelame rossiccio), molto fotogenici e caratteristici! Ormai si fa tardi e decidiamo di proseguire alla volta di Aberdeen dove abbiamo pianificato di trascorrere la notte. Le luci basse e calde del tardo pomeriggio ci permettono di immortalare parecchi scorci di paesaggi campestri davvero suggestivi.
Giunti ad Aberdeen (ormai abbiamo preso piena confidenza con la guida alla sinistra e ci muoviamo senza problemi) pernottiamo al Roselea Hotel di Aberdeen, un B&B non all’altezza del precedente, ma comunque pulito e accogliente. Ad Aberdeen la sera fa davvero freddo e nelle camere del nostro B&B il riscaldamento acceso è un piacevole fuori stagione (per noi). L’impatto con la terza città della Scozia è particolare: ‘La Città del Granito’ è così chiamata perché la quasi totalità delle case è costruita con solido granito a vista che rende la visione d’insieme (complice anche il tempo che è nuovamente peggiorato e l’algido vento del Mare del Nord che soffia teso) particolarmente lugubre: per strada non incontriamo praticamente nessuno mentre dal cielo giungono gli schiamazzi di chiassosissimi (ed enormi!!) gabbianoni.
Per oggi è finita, domani ci attendono le pianure dei Grampiani scozzesi! Da Aberdeen a Inverness La mattina seguente il tempo è ancora pessimo: pioggia e vento teso direttamente dal Mare del Nord, ma la città di giorno ha un’atmosfera molto meno tetra: il granito sparso ovunque (praticamente non vi è edificio, sia esso pubblico o privato, che non sia costruito con massicci blocchi di granito a vista) conferisce ad ogni cosa un colore grigio argenteo che rende la visione d’insieme particolare.
Dopo una breve visita della città utile più che altro per apprezzarne lo straordinario impatto cromatico (dove troviamo anche un mercatino internazionale dove sono esposti prodotti tipici tedeschi, spagnoli e italiani!) abbandoniamo Aberdeen e ci dirigiamo a Nord.
Il percorso del giorno prevede di costeggiare tutta la costa dei Grampiani passando per Peterhead – una cittadina di pescatori ad una trentina di miglia da Aberdeen non certo famosa per la sua bellezza, ma caratterizzato da un ricco mercato del pesce – e Fraserburgh – situata sulla parte più nord-orientale della costa e celebre per il faro di Kinnaird Head che ora ospita lo ‘Scotland’s Lighthouse Museum’ dove viene raccontata la storia dei fari del Nord a partire dai più antichi. Da Fraserburgh proseguiamo poi, sempre sulla costa, fino a Banff dove facciamo sosta per il pranzo e gustiamo un ottimo Poached Haddock in un locale molto suggestivo con vista direttamente sul porticciolo dove osserviamo i fishermen locali che si preparano per iniziare la pesca d’altura. La vista del mare nero e tempestoso (e siamo in estate!) non ci rende certo invidiosi del loro lavoro.
Il pomeriggio la nostra marcia a ovest per Inverness prosegue facendo tappa a Elgin (la capitale del whisky scozzese qui infatti la principale attività è la produzione del celebre liquore, grazie alle numerose distillerie che si trovano nell’area dello Speyside) dove sostiamo presso le impressionanti rovine della Cattedrale Gotica.
La visita è meritevole: immaginate una cattedrale gotica delle dimensioni di quella di Amiens e di cui rimangono solo parte delle mura portanti, qualche abside e poco altro. In un abside rimasta intatta un registratore trasmetteva musica gregoriana che si propagava per tutte le rovine, disturbata solo dal gracchiare degli onnipresenti gabbiani! Facciamo anche una visita alla Dallas Dhu Distillery antica distilleria rilevata dall’Historic Scotland e trasformata in museo del whisky nella valle del fiume Spey. Qui degustiamo anche il ‘prodotto’ (che ci taglia le gambe…).
Rientriamo poi verso l’entroterra fino a Aviemore e la riserva naturale di Cairngorms situata tra le contee di Inverness e Aberdeen, sul territorio dei Monti Grampiani e della valle del fiume Spey. La zona di Cairngorms è di notevole interesse naturalistico e si caratterizza (per quello che abbiamo visto noi almeno) per le brughiere brulle ricoperte di erica e per i paesaggi ameni. Purtroppo il tempo peggiora ancora e la nostra visita al Cairngorms si limita ad una veloce passeggiata nella cittadina di Aviemore prima di dirigerci alla volta di Inverness dove pernottiamo presso la Amanda Wimberley House, un altro ottimo B&B.
Da Inverness a Fort William Dopo una notte riposante alla Amanda Wimberley House una nuova mattina piovosa ci saluta. Optiamo per una veloce passeggiata in Inverness, ma il tempo brutto avvolge la città in un’atmosfera, ancora una volta, plumbea. Senza perderci d’animo ci dirigiamo a sud alla volta del celeberrimo Lago di Ness. Loch Ness è un lago d’acqua dolce (in Scozia lago si dice Loch) dalle acque profondissime che si estende per circa quaranta miglia ed è il più largo specchio d’acqua di una valle conosciuta come Great Glen, che va da Inverness a Nord e fino a Fort William nel Sud. Il Caledonian Channel, che collega il mare all’altro capo del Great Glen, percorre il lago per una parte del suo percorso. Lasciando perdere queste descrizioni alla Folco Quilici, ci basta ricordare che Loch Ness rappresenta forse la summa di tutti i luoghi mitici e leggendari della Scozia per via del celeberrimo mostro che, udite udite, siamo riusciti a fotografare prima e dopo che il Nostro, anzi il Mostro, si facesse una biretta!!! Soddisfatti per aver compiuto un’impresa sfuggita a tutti da secoli ci fermiamo a visitare le suggestive rovine del Castello di Urquhart situato su una penisola rocciosa del Loch ad un paio di miglia da Drumnadrochit.
Dopo aver pranzato al visitors’ Centre del Castello proseguiamo la nostra marcia verso sud costeggiando il Loch Ness prima e il Loch Lochy (il “lago lagoso”) per arrivare a Fort William (da dove si osserva la sagoma relativamente imponente del vicino monte Ben Nevis, il più alto della Gran Bretagna) da dove continuiamo fino al Glen Coe Village (che si rivela un pacco al quadrato! poche case senza un ristorante o un visitor centre) dove il tempo, ormai volto al bello, ci regala alcuni scorci fantastici del Glen Coe; purtroppo l’ora tarda ci impedisce di fare una escursione seria e ci limitiamo a fare due passi nella gola del Glen Coe dove scattiamo le foto che vedete qui. Per gli amanti del trekking ricordiamo comunque che seguendo il sentiero si può raggiungere la cima del monte in circa 5 ore senza particolari difficoltà. Dal Glen Coe village percorriamo a ritroso la scenic route del Loch Linnhe (le luci al tramonto ci permettono di godere di colori fantastici che ormai abbiamo imparato essere una caratteristica di quest luoghi!) fino a Fort William da dove proseguiamo poi per Roy Bridge dope pernottiamo allo Stronlossit Inn che si rivela non un granché come hotel. Da Fort William a Oban La mattina seguente decidiamo di recarci a ovest percorrendo la A830, la ‘strada per le isole’ che collega Fort William con Mallaig. Quest’ultima è un porto sulla costa ovest delle Highlands scozzesi che collega Fort William alle isole di Skye, Knoydart, Rùm, Eigg, Muck, e Canna ed è un importante centro ittico.
Fort William e Mallaig sono pure collegate da una ferrovia sulla quale ancora opera un treno a vapore (The Jacobite Steam Train) che raggiunge Mallaig con un percorso assai suggestivo ed è particolarmente famosa in quanto è il treno che porta Harry Potter a Hogwarts!! Se avete un giorno a disposizione vi consigliamo di farvi un viaggetto e di gustarvi gli stupendi paesaggi, ma ricordatevi che occorre prenotare dato il notevole afflusso di turisti ed il fatto che viene effettuata una sola corsa giornaliera di andata e ritorno (le altre corse sono effettuate con più moderni, e assai meno romantici, treni elettrici).
Come detto, noi optiamo di percorrere la A830 per ammirare i paesaggi incantevoli e nella speranza di riuscire a fotografare il treno (speranza miseramente fallita: lo incontriamo ma è troppo rapido per riuscire a immortalarlo!!). Se decidete di seguire le nostre orme ricordate che il tratto di strada da Arisaig a Morar è strettissimo, praticamente un senso unico alternato.
Terminata la nostra zingarata proseguiamo verso sud fino a Oban, importante porto di traghetti per le isole Ebridi, dove visitiamo le austere rovine del Dunstaffnage Castle.
Per concludere la giornata proseguiamo a sud costeggiando il Firth of Lorne fino a Oban dove sostiamo per una visita. Vi segnaliamo in questa zona le Falls of Lora, un’impressionante serie di rapide che si formano alla foce del Loch Etive a causa delle maree: Le ‘cascate’ hanno origine quando a causa delle maree il livello del mare nel Firth of Lorne scende al di sotto del livello delle acque del Loch Etive generando un grandioso afflusso di acqua dal lago al mare che genera delle rapide incredibili. Il fenomeno è osservabile dal Connel Bridge, un antico ponte in ferro che collega Oban a Benderloch, e si ripete due volte al giorno nelle due direzioni mare-lago e viceversa a seconda del livello delle maree. Noi concludiamo la giornata gustandoci una lauta cena a base di bisteccona Top Sirloin, patate, birrona e torta di mele all’Oyster Inn di Connel con vista sulle cascate. La sera pernottiamo al Innis Chonain un buon B&B situato a Benderloch, poche miglia a Nord di Oban. Da Oban al Loch Lomond La mattina seguente, dopo la consueta colazione a base di porridge (continuiamo a rifiutare le laute colazioni inglesi a base di uova, pancetta, fagioli e pomodori fritti…), Partendo da Benderloch riattraversiamo il Connel Bridge e ci dirigiamo verso la regione del Loch Lomond, costeggiando tutto il Loch Etive e proseguendo per la A82. La mattinata è splendida e ne approfittiamo per scattare alcune foto sul Loch Etive dai colori meravigliosi. Il Loch Lomond, una ventina di miglia a nord di Glasgow, è il più grande lago britannico, ed il parco omonimo comprende anche la catena montuosa dei Trossachs dove un tempo imperversava in celebre e controverso Rob Roy, il Robin Hood di Scozia.
Noi costeggiamo la costa occidentale per tutti i suoi 38 km da Crianlarich fino a Balloch. Sembra che il parco racchiuda in se tutte le bellezze della Scozia: Le foreste di pini, il lago, l’erba verdissima con i cuscinetti di erica e le montagne tondeggianti tipiche delle Highlands, vediamo anche un branco di cervi al pascolo tra i pini.
Il nostro programma prevede di passare due giorni sul Loch Lomond per avere il tempo di fare qualche escursione a piedi. Prima di sostare sul lago peró ci spostiamo fino a Dumbarton a visitare il castello omonino: una rocca che si estende per un centinaio di metri su una collina vulcanica circondato dal fiume Clyde da un lato e dal Fiume Leven dall’altra. Conclusa la visita (che ci lascia un poco delusi: il castello in questione non è granché), facciamo rotta per Balmaha sulla costa orientale del Loch Lomond.
Soggiorniamo all’Oak Tree Inn, un hotel con tanto di birreria che a partire dal nome (‘La Locanda della Quercia’) si rivela molto caratteristico, costruito sulle rovine di un antico mulino medievale e circondato da una enorme quercia vecchia (cosi dicono) di 500 anni.
Spendiamo qui due parole sulla cittadina di Balmaha. Va subito detto che la costa orientale del lago è molto meno turistica di quella occidentale e i turisti (pur frequenti) sono quasi tutti scozzesi che si recano qui nel weekend ragion per cui durante la settimana la zona risulta vivibilissima.
Adagiata sulla riva del Loch Lomond (in una zona del lago ricchissima di fantastiche isolette boscose che rappresentano un importante rifugio invernale per gli uccelli acquatici che qui sono molto abbondanti) dal suo molo è possibile affittare delle barchette o canoe per andare a zonzo lungo la costa o fino alla vicina isola di Inchcailloch. Balmaha è inoltre importante per l’ascesa al Ben Lomond (raggiungibile a partire dalla vicina Rowardennan), il più meridionale dei Munro scozzesi (le colline che superano i 3000 piedi di altezza, mete qui in scozia, dei Munro Baggers, gli alpinisti locali, che fanno collezione di ascensioni su vette sopra i 3000 piedi).
Sempre da Balmaha è possibile raggiungere la Conic Hill, una piccola collina che sovrasta il villaggio e da cui si osservano splendidi panorami sul lago stesso.
Per i maniaci del trekking è infine da ricordare che per Balmaha passa il miglior sentiero per scoprire le Highlands a piedi, ovvero la West Highland Way, che con i suoi 153 km, percorre splendidi paesaggi da Glasgow fino a Fort William. Lo stesso Oak Tree Inn offre alloggio ai trekker offrendo delle bunk rooms (stanze con letti a castello) a prezzi modici.
Il nostro programma prevedeva l’ascensione al Ben Lomond: purtroppo la salita, da Rowardennan alla cima, dura più di quattro ore anche se non è particolarmente faticosa, ma l’eccessiva variabilità del tempo ci ha convinti a limitarci ad un’ascensione alla Conic Hill, da dove abbiamo potuto ammirare il panorama del lago benedetto peraltro da una splendida mattinata di sole. La salita della collina, una passeggiata di un’oretta, offre scorci fantastici sul lago e sulle ampie brughiere della zona del Trossachs che si estendono sempre più man mano che si sale. I fianchi della collina, letteralmente invasa dalle pecore e dagli angus allo stato brado, sono ricoperti di erba verdissima e di fantastici cuscinetti di erica viola.
Terminata l’ascensione decidiamo di raggiungere comunque Rowardennan per ammirare il Ben Lomond, purtroppo il tempo è già peggiorato e la cima del monte non è visibile: il nostro optare per la Conic Hill si è rivelato saggio!.
Dal Loch Lomond a Stirling Everything That Has A Beginning Has An End, così si diceva in un film di qualche anno fa. Il nostro Tour in Scozia non fa eccezione. Stirling rappresenta infatti l’ultima tappa della nostra zingarata. Andiamo a leggerla! Terminata la nostra due giorni sul Loch Lomond facciamo rotta verso la città di Stirling teatro in passato di importanti eventi storici e antico crocevia verso il nord in quanto principale centro cittadino della regione delimitata a ovest dalla stretta ed incantevole valle glaciale del Loch Lomond e dalla barriera naturale del fiume Forth fino al punto in cui si getta in mare. Stirling è al centro della zona in cui le Highlands incontrano le Lowlands. Questa regione è la terra di William Wallace (Braveheart – il cui imponente monumento domina la skyline di Stirling) e fu teatro di alcune sanguinose battaglie nel XIV secolo nella lotta d’indipendenza della Scozia. Come già accennato le terre a nord di Stirling costituiscono la zona del Trossachs caratterizzata da laghi, brughiere e montagne e teatro delle scorribande del controverso fuorilegge Rob Roy MacGregor. Consci di tutto questo popò di eventi decidiamo di visitare l’omonimo castello, per lungo tempo una delle fortezze nevralgiche dell’intera Scozia. Per salire al castello, vi consigliamo di percorrere a piedi la Castle Wynd, una strada tortuosa ricca di edifici di rilievo. Il maniero è senz’altro molto suggestivo, anche se l’overdose di castelli a cui ci siamo sottoposti durante la nostra vacanza ne riduce un poco l’impatto. La vista che si osserva sulla città e sulle campagne circostanti è comunque notevole.
Noi abbiamo visitato anche il celeberrimo Wallace Monument che a parte la statua di Mel Gibson che trovate all’ingresso, è meritevole di una visita: la salita sulla collina fino a dove si erge la torre è gratuita, mentre la salita sulla torre è particolarmente salata (12 GBP a testa) e non la consigliamo (la vista su Stirling è meravigliosa, ma non aggiunge nulla a quanto già osservato dal castello).
Terminata l’escursione sulla torre risaliamo in macchina e diciamo addio alla Scozia: la nostra tappa successiva è infatti l’Italia, dove arriveremo la mattina seguente dopo aver pernottato al Ramada nei pressi dell’aeroporto di Glasgow. Foto e maggiori info su http:/www.Inostriviaggi.Tk