Scozia & Irlanda… La MAGIA!!!!

Io (Dario) e Marta alla scoperta della scozia e dell’Irlanda. Partenza dall’Aeroporto di Orio al Serio destinazione Glasgow, dove abbiamo prenotato una notte all’hotel McLay’s Guest House, arrivati in aeroporto sapevamo che c’erano dei treni frequenti per i lcentro di Glasgow cmq abbiamo voluto cercare se ci fosse qualche italiano che...
Scritto da: Vagabundus
scozia & irlanda... la magia!!!!
Partenza il: 22/08/2008
Ritorno il: 07/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Io (Dario) e Marta alla scoperta della scozia e dell’Irlanda.

Partenza dall’Aeroporto di Orio al Serio destinazione Glasgow, dove abbiamo prenotato una notte all’hotel McLay’s Guest House, arrivati in aeroporto sapevamo che c’erano dei treni frequenti per i lcentro di Glasgow cmq abbiamo voluto cercare se ci fosse qualche italiano che ci potesse dare “sostegno” e puntualmente abbiamo trovato un’arzilla signora ultrasesantenne che viveva in Scozia da 5 anni la quale ci ha indicato la strada e con la quale abbiamo effettuato il trasferimento per Glasgow city, durante il viaggio abbiamo chiacchierato di come fosse la Scozia dal punto di vista dei paesaggi e del mangiare, devo dire che la signora ci ha un po disilluso, noi partivamo con l’idea di posti fantastici, ma lei ci ha un po spezzato le ali dell’entusiasmo, ( ma abbiamo scoperto sulla nostra pelle che le cose da lei dette nn risultavano affatto al vero). Giunti a Glasgow abbiamo salutato e ringraziato la Sig.Ra e abbiamo iniziato sul serio la nostra avventura. 1 problema arrivare all’albergo, ma nn facciamo in tempo a mettere piede fuori dalla stazione dei treni che abbiamo il primo assaggio della cordialità scozzese, ci avvicina un signore chiedendoci se avessimo bisogno di indicazioni: FANTASTICO!! “L’hotel nn era il massimo ma nn aveva importanza doveva solo farci riposare per la notte. Da perfetti turisti la prima cena in Scozia: Pizza!!” In mattinata dopo un abbondante colazione scozzese, prendiamo le valigie e ci dirigiamo all’altra stazione di Glasgow per prendere il treno che ci porterà a Inverness, avevamo una vaga idea di dove fosse ma per andare a colpo sicurio chiediamo due o tre volte indicazioni finche nn incontriamo una famiglia di Ravenna che si stava dirigendo proprio in stazione allora ci siamo uniti e abbiamo raggiunto la stazione.

Il treno a differenza di quelli italiani era molto pulito e aveva anche degli “screen” dove segnavano volta per volta le fermate che il treno avrebbe effettuato e quale era la prossima fermata che ci aspettava. 3 ore e passa di viaggio che ci hanno fatto ammirare i bei paesaggi scozzesi. A 2 fermate da Inverness decidiamo di informarci come si potesse arrivare al nostro hotel a Smithon, paesino vicino a Inverness, chiediamo al controllore del treno che per tutta risposta ci dice di essere disponibile ad accompagnarci. INCREDIBILE secondo saggio della cordialità scozzese.

Come promessoci, il nostro amico controllore ci da un passaggio al nostro hotel e in questo modo abbiamo avuto anche l’opportunità di provare in prima pelle la guida a destra.. Panico!!! A ogni curva credevo di andare contro al marciapiede o peggio cadere in qualche dirupo… ma siamo arrivati all’hotel sani e salvi fortunatamente. Decidiamo di nn perdere tempo e di andare subito a informarci su eventuali viaggi organizzati e infatti troviamo un tour che comprende il viaggio in bus fino al castello Urquart Castle sul lago di lochness, dove conosciamo una simpatica coppia di Roma. Prima di arrivare al Castello facciamo, due o tre tappe una per i souvenirs , una visita dove spiegano la possibile ma quanto improbabile presenza di Nessie e a un circolo di rocce medievali. Il castello che all’epoca deve essere stato imponente adesso rimangono solo le rovine che cmq sono affascinanti e mostra un bellissimo scorcio del lago più famoso di scozia. Visitate le rovine del castello e messo qualcosa sotto i denti, sempre con i nostri amici romani, continuiamo il viaggio organizzato salendo a bordo del Traghettino che ci farà navigare il loch e il caledonian canal fino alle porte di Inverness, il lago è molto bello con un colore dell’acqua molto scuro e la schiuma che lasciava dopo il nostro passaggio il traghetto era di un colore simile al giallognolo, infatti io ho paragonato il colore del lago alla famosa birra Irlandese Guinness (scura con la schiuma giallognola), ma tuto sommato rimani un pò deluso dalla visita al lago perché ti aspetti un posto particolarmente inquietante quando invece è un tranquillissimo laghetto in un posto meraviglioso.

Salutiamo i romani promettendoci di rivederci a Edimburgo, visto che i nostri itinerari si incrociano di nuovo nella capitale Scozzese, per andare a fare una cenetta assieme. Tornati a Inverness ci informiamo se c’è qualche viaggio organizzato per l’isola di skye ma nn troviamo nulla, troviamo invece un viaggio per le orcadi, ma io mi ero prefissato Skye con una sosta al mitico Eilean Donan Castle, allora dopo qualche discussione, optiamo per prendere un pull man di linea che ci porti fino al castello e successivamente sull’isola naturalemnet per l’indomani.

Il viaggio in pull man è stato fantastico il paesaggio da inverness fino a skye è meraviglio, natura selvaggia dove il passaggio dell’uomo lo si intravede solo per via di staccionate fatiscenti.

Si vedono prati sconnessi di minimo 6 colori, verde brillante,verde scuro, viola dell’erika, giallo dell’erba secca, marrone della terra, rocce e nel mezzo quasi sempre presente un fiumiciattolo scurissimo e di sottofondo montagnette più o meno alte, di case e uomini neanche l’ombra al massimo pecore e mucche. Arrivati al Castello di Eilean Donan speravo, dopo tutto quello che ho letto relativo al castello, che fosse bello come me lo aspettavo e per mia sorpresa nn me lo aspettavo cosi bello.

Il castello è piccolino ma molto affascinante, chi va in Scozia nn puo perderselo un isolotto poco piu grande del castello a 30 metri dalla terra ferma collegata con essa da un ponticello arcato, tutt’intorno all’isolotto e al di qua del ponte delle stranissime alghe Gialle creano un atmosfera particolare e dei colori affascinanti. L’interno del castello e simpaticissimo, riproduce fedelmente la cucina con i domestici intenti nella preparazione del pranzo con la tavola imbandita da diverse specialità culinarie e di sottofondo le registrazioni del ardere del fuoco e nello stanzino il rumore delle stoviglie quando si lavano e poi tutto il resto del castello e arredato a dimora, molto ben curato. Le foto a questo castello si sprecano. Dopo un accurata visita e foto di rito mangiamo al self service accanto e prendiamo il primo pull man a disposizione per giungere all’isola di Skye. Visto il poco tempo a disposizione e i nostri mezzi per spostarci ( le nostre gambe) decidiamo di fermarci al primo paesino di Skye del quale mi sfugge il nome, promettendoci di tornare in scozia e di girarci con calma tutta skye, cmq nn ci pentiamo della scelta perche nonostante il paesino sia veramente piccolo ci siamo fatti una camminata sulla spiaggia, poi abbiamo seguito il corso di un fiumiciattolo su un prato verde con, qua e la, qualche pozzetta d’acqua estranea apparentemente al corso del fiume, che rendevano molto gradevole il panorama.

Dopo di che spiccava dall’alto di una collinetta una specie di torretta mal ridotta, probabile resto di qualche castello di piccole dimensioni, e è stata la nostra 3 meta. Per raggiungere questo “cimelio” abbiamo fatto una strada apparentemente inesistente perche nascosta dalle piante che ostruivano il passaggio, prima di arrivare alla torretta si giunge a una spiaggetta dove notiamo, a parte le alghe gialle gia viste in precedenza ( vedi Eilean Donan castle. Ndr.), il colore dell’acqua a riva era rossastro. Anche questa collinetta aveva i colori magnifici classici della Scozia. Raggiungiamo facilmente il nostro traguardo e da li incima scrutavamo il panorama con il cannocchiale spinti da un forte vento che ci rendeva difficile anche stare tranquillamente in piedi, poi abbiamo esplorato le zone intorno ai resti ma nn erano che distese d’erba senza passaggi gia segnati quindi, dopo un po e dopo qualche foto, abbiamo deciso di desistere. Tornati in paese facciamo pausa, giusto il tempo di un frutto, poi la nostra attenzione viene colpita da una lapide, con la classica croce celtica, uguale o cmq molto simile a quella che riportava la mia guida sulla scozia allora decidiamo di andare a controllare che nn fosse proprio quella, per raggiungerla ci aspetta una scalinata, arrivati in cima oltre alla scultura, ammiriamo uno splendido panorama, ovvero tutto quello che ci circonda, dietro di noi il paese dall’alto con alle spalle la natura incontaminata caratteristica di Skye, di fronte a noi il mare, la spiaggia , il ponte che collega il continente con l’isola, kyle of Lochals ovvero il primo paese aldilà del ponte. Restiamo per un po’ a scrutare il panorama, poi ci rechiamo alla fermata del bus per tornare a Inverness, nel viaggio di ritorno, abbiamo modo di ammirare il paesaggio già visto ma con una luce diversa, il sole calante rendeva tutto più affascinante, specialmente il mio adorato castello Eilean Donan Castle. . Rientrati a Inverness prenotiamo immediatamente il pull man per Edimburgo e cosi facendo troviamo una super offertona che l’indomani nn avremmo trovato 13 euro per 2 persone ( il viaggio in treno da Glasgow a Inverness l’avevamo pagato 76), andiamo a mangiare in un pub i famosi Fish & Chips poi torniamo in Hotel cotti dalla giornata strapiena.

L’indomani, dopo un disguido Hotel – Agenzia Viaggi (nn aveva mandato i soldi e giustamente la ragazza dell’Hotel li pretendeva da noi) partiamo per Edimburgo, dove arriviamo dopo 4 ore di viaggio circa. La prima cosa che si nota arrivati nel centro di Edimburgo è l’immenso castello che domina la città, dall’alto di una collina. Il nostro Hotel è un’hotel di 4 stelle sito nella via Gorge street che, per fare un paragone, è la “Montenapoleone” di Milano, l’hotel prende il nome dalla via.

Giusto il tempo di ammirare la camera di lusso con un letto gigante, e partiamo alla scoperta di Edimburgo, l’Atene del Nord, il soprannome è dato vista la quantità di edifici storici con le classiche colonne greche. Decidiamo di girarci la città con il Bus turistico che oltre a farci vedere le zone più interessanti è dotato di un audio guida in varie lingue tra cui, fortunatamente, l’italiano.

Il biglietto ha validità 24 ore dal momento che l’hai comprato, così tutto il giorno seguente riusciamo, salendo e scendendo a nostro piacere, a girarci Edimburgo evitandoci lunghe camminate.

Il castello di Edimburgo e di grosse dimensioni, e molto bello, i gioielli della corona e la famosa Stone of Destiny valgono una visitina, dal castello si gode di una bella visuale della città dall’alto, come, con un’altra prospettiva, dalla Calton Hill. Le Royal mile sono delle belle stradine antiche che dal castello portano giu fino al palazzo della regina, sono le strade ideali per gli amanti dello shopping e della ricerca dei souvenirs. Saliamo in cima anche a un altro monumento in Princess street, dopo oltre 300 scalini (a chiocciola, e alla fine il passaggio si restringe parecchio), puoi goderti un’ottima vista di Edimburgo dall’alto. Facciamo tappa anche al mitico paese di William Fallace ovvero Stirling. Anche qui prendiamo il bus turistico e ci facciamo il giro della città, vediamo l’universita, il castello, anche questo bello, con dei bei prati curati a anche questo, come quello di Edimburgo, posizionato in cima a una collinetta a dominare il paese, il monumento alla memoria di Fallace e il mitico “old bridge” dove ebbe inizio la gloriosa battaglia di Wallace contro gli inglesi per l’indipendenza della scozia. Il giorno seguente andiamo in aeroporto per continuare il nostro viaggio in Irlanda, nell’attesa del check-in, notiamo una coppia di scozzesi con la guida dell’Italia e abbiamo passato il tempo pensando a dove fossero diretti, se poi avrebbero avuto un bel ricordo dell’italia, se si fossero trovati bene con i trasporti, che paragonati a quelli scozzesi non sono il massimo, o se noleggiando la macchina avrebbero scoperto che gli italiani nn sono cortesi e pazienti come loro, ma molto più sanguinei e stressati come gli italiani al volante. Questi pensieri si sono volatilizzati non appena ci siamo messi in coda per il check-in. Il viaggio, di neanche un ora per Dublino, è passato tranquillamente e abbiamo trovato subito un pullman che in poco meno di 4 ore ci ha portato a Galway, dove abbiamo chiamato un taxi per portarci in hotel. Trascorsa la notte Siamo andati in centro col primo pullman a disposizione ( di domenica era alle 10.15) per informarci sui vari viaggi organizzati, con il rammarico di dover perdere una giornata perché i viaggi di nostra conoscenza partivano alle 10.00 fortuna vuole che ce n’era uno con l’orario di partenza per le 11 e 30. Lo prendiamo al volo e anche qui conosciamo una ragazza Romana che è in Irlanda per studiare la lingua. Accompagnati da lei, visitiamo la zona del Burren, una montagnetta di sole pietre grigie chiare che si contrasta a tutto il resto del paesaggio, ovvero il tipico verde irlandese, passiamo spiaggie d’orate paradiso per i surfisti e distese e distese di prato verde, la differenza con la scozia ti salta subito all’occhio, per poi arrivare alle fantastiche Cliff of Moher, le scogliere più alte e affascinanti d’europa. Alte più di 100 metri, queste scogliere mozzafiato si affacciano sull’oceano atlantico, anche qui le foto si sprecano, il primo pezzo e protetto da barriere per nn esporsi troppo, ma spostandosi poco più in là, oltrepassando un cartello riportante la scritta: non superare questo punto, puoi goderti a pieno il panorama e affacciarti fino all’ultimo, stando attenti a cosa si fa perchè c’è un vento forte e il tuffo nn sarebbe piacevole. Devo dire che siamo stati fortunatissimi perché la giornata era limpidissima e la visuale era delle migliori. Tornando verso Galway facciamo una breve tappa a un castello molto carino. Per cena proviamo la cucina irlandese, anche qui, come in scozia, nn è massimo ma si fa mangiare. L’altro tour organizzato che effettuiamo il giorno successivo è nella regione Connemara passando come prima tappa per una vecchia abbazia che venne ripresa in un film di James Dean o qualcuno del genere, passando poi dal villaggio di cong dove facciamo una tappa in un parchetto attraversato da un fiume, per poi arrivare al fantastico Joyce Country con il suo paesaggio magnifico, montagne verdi laghetti chiari (eravamo abituati a quelli scuri scozzesi), strade strette e ripide, pochissime case sparse una qua e la e in compenso tante pecore e mucche, passiamo dalla zona delle Killer sheep, nn so perchè vengano chiamate cosi e poi una visita alla abbazia kilkenny, una dimora enorme con dei giardini stupendi e di fronte un leghetto delizioso, la leggenda dice che un giorno un principe passò davanti al laghetto con la sua donna, la quale affascinata dal panorama e dal posto da favola gli chiese di costruire una casa da quelle parti, il risultato: un’immensa abbazia. Al ritorno abbiamo salutato il Pony del connemara e un arcobaleno ci ha accompagnato fino al rientro in galway. Galway è un paesino carino ma nn ha nulla di particolare, c’è una via centrale piena di negozi e di ristoranti e pub all’inizio della quale c’è una graziosa panchina con le statue di Oscar Wilde e un altro personaggio che del quale nn ricordo il nome. Questa piccola città è nota per via di una leggenda. Cristoforo Colombo, partendo per il viaggio che lo portò alla scoperta dell’ America si fermo al portò di Galway, dove imbarcò con se un ragazzo con il suo cane. Arrivati dall’altra parte dell’oceano, quando era ormai ben visibile la terraferma, sembrerebbe che il cane si sia tuffato e abbia raggiunto a nuoto la riva, e la leggenda vuole che il primo europeo a mettere piede sul suolo Americano sia stato proprio questo cane Irlandese. Il terzo giorno a Galway decidiamo, come avevamo programmato, di prendere il traghetto e visitarci anche una delle isole Aran. Il viaggio col traghetto e durato poco meno di un’ora ma è stato molto divertente perché l’oceano nn era molto tranquillo e la barca dondolava parecchio. Arrivati a destinazione noleggiamo la bici e decidiamo di girarci l’isola nella maniera più diffusa, ma anche più divertente.

Dopo due pedalate maledico la scelta della bicicletta perché nn ricordavo quanto fosse dura, ma dovevo solo spezzare il fiato e riabituare le gambe e di fatti subito dopo mi ricredo e pedalo alla massima velocità per tutto il giorno. La cartina che ci hanno dato segnava un percorso, ma noi facciamo un po’ di testa nostra e andiamo su un’altra strada, dopo 5 minuti di pedalata, da dietro un muretto spunta un simpatico cane, che ci seguirà per tutta la mattinata. Continuando per il nostro tragitto passiamo di fianco all’aeroporto dell’isola, ovvero una striscia di asfalto lunga 200 metri, poi arriviamo a una bellissima spiaggia e la strada termina in una caletta dove decidiamo di fermarci a consumare il pasto. Il cane, ribattezzato Rocky, voleva giocare e continuava a portarci un bastoncino che gli lanciavamo e lui puntualmente ce lo riportava, questo anche mentre mangiavamo e visto che nn lo facevamo giocare avvicinava sempre di piu il bastoncino ai nostri piedi per farcelo vedere meglio, troppo tenero! Per questo si è meritato parte del nostro pranzo. Dal punto dove ci siamo fermati in lontananza di vedevano le onde che si scagliavano contro le Cliff, che spettacolo! Dopo pranzo ripartiamo e torniamo sul tracciato segnato dalla cartina, la strada è tutta in salita e le nostre gambe ne hanno risentito, e dopo tutto lo sforzo fatto, arrivati in cima ci rendiamo conto di essere nell’entroterra e nn sulla costa come volevamo, allora prendiamo una stradina che taglia nel mezzo e ci porta sulla costa, proseguendo per il nostro itinerario, arrivati a una caletta riusciamo a vedere un gruppetto di foche che, come delle sirenette, stavano tranquillamente sopra degli scoglietti e si lasciavano ammirare e fotografare. Ma, appena inizia a piovigginare, si rituffano in mare, forse per nn prendere l’acqua , e allora decidiamo di ritornare con la dovuta calma nel centro abitato. Gli ultimi 4 giorni di vacanza li passiamo a Dublino. La prima impressione di questa città, nn è stata molto positiva, troppo trafficata e incasinata. Un giro della città con il bus turistico dura da un’ora e mezza a 2 ore, ti passa la voglia di farlo. Per di più abbiamo beccato un’acqua che ci ha lavati completamente e il freddo si faceva sentire. Ma abituati al casino e girandoci, con la dovuta calma, le zone più caratteristiche riscopriamo il fascino di Dublino. La O’connel street è lo stradone principale, la grafton street e una strada alla moda e poi c’è la zona vecchia con le strade acciottolate e molto strette come si presentava la città nei secoli scorsi, la fabbrica della guinness nn è proprio in centro ma e facilmente raggiungibile, il bus turistico prevede anche una fermata davanti all’entrata. Questa mostra è in un edificio di 7 piani a forma di barile al pian terreno si trova il contratto firmato da Arthur Guinness valido 9000 anni e tutti gli ingredienti per la lavorazione della birra, al secondo piano un Test-lab ti permette di assaggiare un sorso di Guinness a metà lavorazione poi via via fino al quinto, passando dal piano dove ti mostrano come avveniva la lavorazione dei barili, i vari mezzi di trasporto, le campagne pubblicitarie, per poi arrivare al Gravity bar al settimo piano, un bar circolare con tutti i vetri trasparenti, dove puoi bere la guinness compresa nel biglietto con una visuale spettacolare di Dublino. Noi ci siamo fermati al 5 piano a spillarci da noi la birra e così facendo ci siamo guadagnati anche un simpatico attestato di perfetti spintatori di Guinness. Il castello non è niente di che a parte la statua con la bilancia che rappresenta la giustizia, questa statua da curiosamente le spalle al popolo, il motivo l’ho scordato.

La Christ church e la S. Patrick catedral sono belle, c’e un pezzo di muro antico che è quello che circondava la città in antichità, poi c’e un monumento in memoria dei vichinghi, fondatori della città e poi i tradizionali monumenti come il trinitì college davvero interessante e l’ufficio postale storico. Il fiume che divide in due la città, visto di giorno nn è per niente interessante, acqua marrone e qualche rifiuto, ma la sera acquista parecchio fascino specialmente dove ci sono i ponti più antichi. Il nostro viaggio si e concluso con i lvolo di rientro per milano con 4 ore di ritardo… non ci volevano far tornare a casa. . Per concludere, la vacanza è durata 16 giorni 8 in scozia e 8 in Irlanda, entrambi i paesi sono magnifici e meritano assolutamente la visita, per chi gradisce questo genere di vacanze. La spesa si aggira sui 1600 ca a testa tenendo in considerazione che abbiamo prenotato buoni hotel, a mezzogiorno panino al volo mentre la sera specialità del posto nei vari pub o ristoranti.



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