Scozia in bus e trekking

Diario di un viaggio punk in Scozia, con spostamenti su mezzi pubblici e in autostop, obiettivo "trekking like no tomorrow", dormendo in ostelli e bevendo whisky.
Scritto da: laurette.88
scozia in bus e trekking
Partenza il: 26/07/2019
Ritorno il: 02/08/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Dall’Italia compriamo l’Explorer pass di City Link per 5 giorni di spostamenti, arriva a casa per posta e non è altro che un cartoncino, ma con quello possiamo prenotare i vari tragitti che decidiamo di fare, scrivendo direttamente al customer care ed indicando il numero del pass. In alcuni spostamenti non saremmo riusciti a viaggiare se non avessimo prenotato per tempo perché il bus era pieno. ALLERT: se lo perdi non te lo ridanno nemmeno sotto tortura, ma se tu hai salvato il tuo numero identificativo, puoi chiedere comunque le prenotazioni all’assistenza e viaggiare mostrando all’autista le conferme che ti inviano. Vi dico ciò perché ovviamente noi abbiamo perso i biglietti all’aeroporto di partenza e sebbene gli Scozzesi si siano dimostrati sempre molto accoglienti e pronti ad aiutarci, non c’è stato verso di avere un altro benedetto cartoncino con il medesimo numero!

RICORDATEVI sempre che si cena prestissimo!!! Fate in modo di arrivare nei ristoranti/pub sempre entro le 20.15… abbiamo visto gente affamata essere rimbalzata da tutti i luoghi in cui avrebbero potuto mangiare qualcosa già alle 20.30 e ci trovavamo a 30 km dall’altro villaggio più vicino! Inoltre i negozi chiudono molto presto, intorno alle 18, e in alcune zone non sono molto forniti, quindi anche comprarsi la cena può risultare difficile.

1° cambio bus da Edimburgo a Glasgow, dove ci fermiamo giusto il tempo di fare una piacevole scottish breakfast, vi avverto che a Glasgow parlano un inglese che nemmeno gli inglesi capiscono, non preoccupatevi se non comprendete una parola di ciò che vi dicono, nel resto del paese andrà meglio. Arriviamo alla fermata di Balloch e da lì, spostandoci verso la strada per Balmaha facciamo il primo autostop, che in inglese si dice Hitchhiking, sempre indicando la nostra destinazione su un quadernetto. Passiamo il pomeriggio nella zona sud del Loch Lomond e facciamo una breve camminata sulla Conic Hill, rientrando lungo le sponde del lago. Francamente questa zona non ci ha molto impressionato e ripartendo l’indomani col bus ci è parso che la parte a Nord fosse più affascinante. A Balmaha abbiamo dormito al Balmaha bunkhouse, economico e davvero bello, si tratta di un cottage sulle sponde del lago, alla sera siamo andati al Pub di Drymen “Clachan Inn” che si fregia di essere uno dei più antichi del paese e noi possiamo modestamente confermare che si mangia e si beve molto bene!

L’indomani partiamo di nuovo in autobus alla volta di Glen Coe, giunti al village chiediamo all’elegante “Glencoe Inn” di custodirci gli zainoni mentre andiamo a fare un trekking nella splendida valle sovrastante. Anche in questo caso gli scozzesi si dimostrano davvero gentili e senza scomporsi accettano di buon grado di aiutarci e ci danno indicazioni su dove dirigerci per andare alla Lost Valley.. anzi alla Hidden Valley, perché come ci hanno spiegato, la valle è nascosta, mica persa! Il Glen è davvero bellissimo e la camminata dal village alla valle, fino a giungere all’inizio del sentiero è già di per sé davvero affascinante, noi purtroppo abbiamo camminato per tutto il tempo sotto la pioggia e dopo circa 4 ore eravamo davvero bagnati fradici… per fortuna non abbiamo dovuto aspettare il Citylink del tardo pomeriggio ma abbiamo trovato un veloce passaggio per Fort William.

Fort William, detta la capitale dell’outdoor, ma noi non abbiamo capito perché. Qui dormiamo al backpacker hostel, gestito da un tizio simpatico e un po’ inquietante che si chiama Andy e fa la guida di trekking. Ci sarebbe piaciuto noleggiare una canoa od un kayak per fare un giro soli sul caledonian canal ma giunti sul posto domenica mattina non c’era nulla. Ma proprio nessuno. Le compagnie che affittano si trovano in realtà molto distanti da Fort William e vanno contattate prima, penso siano molto belle le uscite guidate di Rockhopper e Arisaig seakayak, ma non possono essere organizzate la mattina stessa ed alcune sono full già un paio di settimane prima. Quel giorno abbiamo così fatto una camminata sul Caledonian canal seguendo il percorso del Great Glen Way, mangiato la miglior scottish breakfast ever al ristorante “Old Station” di Spean bridge, visitato il castello di Inverlochy, visto da lontano la nuvola di fumo del Jacobite steam train per Hogwarts e per aperitivo altre 2 ore di camminata verso la Cow hill… dove non ci sono cows, ma una bella vista sul fiordo! Di sentieri comunque ce ne sono a bizzeffe, compresa l’ascesa al Ben Nevis, il monte più alto della Scozia (comunque basso), ma ci sentiamo di dire che la zona non ci ha entusiasmato così tanto, forse perché nella capitale dell’outdoor speravamo di riuscire almeno ad affittare una bicicletta. Punto positivo il fish and chips da asporto sulla strada pedonale principale che fa un curry fenomenale.

L’indomani finalmente si parte per l’Isola di Skye e, francamente, si cambia musica. La natura qui è innanzitutto prepotente, ti rendi proprio conto che un uomo solo lì non sopravvive in inverno e non puoi che chiederti come abbiano fatto a stabilirsi in queste zone. Girando su te stesso puoi non vedere nulla per kilometri e kilometri, nemmeno un albero, solo precipizi, erba e cascate. Il primo giorno ci rechiamo ad Uig e dormiamo al Cowshed hostel, il più bell’ostello che abbia mai visto… e alla mia età qualcuno l’ho visto! Purtroppo però non servono la colazione e l’ostello è a 20 minuti a piedi da Uig, che è un cumulo di 8 case. Nel pomeriggio visitiamo la Fairy Glen che ci stupisce infinitamete, il posto più magico mai visto.. Ad ogni passo credevamo di incontrare una fatina o di schiacciare un elfetto. Il muschio, il verde, le strane forme delle colline e quella torre che spunta dal nulla fanno pensare costantemente ad un mondo fantastico. Non c’è neppure una spiegazione del perché la zona sia così particolare, lo è e basta. Ma gli scozzesi sono i liguri dell’UK, quindi non c’è un indicazione, la strada ci passa in mezzo e le pecore ci pascolano sopra. Per arrivarci passiamo in mezzo a diversi pascoli e per pochi minuti ci perdiamo lo spettacolo di un boarder collie che ha appena raccolto le pecore nel piccolo recinto della tosatura… che peccato! Abbattuta mi metto a parlare con il pastore che ci spiega come molto del loro lavoro siano le esportazioni e perciò sono terrorizzati dalla Brexit. Successivamente ho chiesto ad altri 3 pastori se mi facevano vedere i cani radunare le pecore ma nulla… dovrò tornare per assistere a dello sheepdog come si deve!

La tipa dell’ostello ci dice che la strada per arrivare al Quiraing, o come cavolo si scrive, è chiusa quindi per andare a fare quel trekking dobbiamo tornare a Portree e muoverci con un ulteriore bus da lì. Seguiamo il suo consiglio e lasciamo gli zaini in un ostello di Portree fino alla sera, ma la strada non era chiusa come ci aveva detto! Comunque anche oggi ci assiste la pioggia… però i paesaggi che vediamo sono davvero emozionanti. Qui si può scegliere di fare l’anello completo intorno all’altipiano e ritornare al punto di partenza, o farne solo metà e tornare sulla litoranea a Flodigarry e visto il maltempo facciamo così. Da lì poi si può riprendere un bus per andare diretti a Portree o rifare il giro antiorario della Trotternish peninsula con il bus. Il punto di partenza è segnalato anche su google maps e dal punto in cui ti lascia il bus c’è circa un’oretta di cammino su strada asfaltata o un più veloce autostop di 10 minuti. Tralasciamo l’old man of Storr poiché risulta davvero affollato quando ci passiamo sotto con il bus.

Alla sera andiamo a dormire a Broadford, dove non troviamo neppure un pub se non in un albergo molto elegante e pricey. L’ostello in cui dormiamo, sopra le pompe funebri e affianco al Centro tumori, è bruttino, ma almeno qui c’è un giga super mercato, l’unico dell’isola. L’indomani si parte all’alba con il pulmino che porta verso Elgol e scendiamo in zona Kilmarie, al parcheggio di Camasunary per arrivare con un trekking di 3,5 ore al Loch Coruisk. Questo, complice il bel tempo, è stato uno dei trekking più belli che abbia fatto in vita mia, poche salite e comunque molto dolci con panorami mozzafiato. dopo poco si arriva dall’alto alla Camasunary bay e da lì si possono seguire due tracciati: uno che gira dietro il monte Sgurr na Stri ed uno che rimane lungo la costa e ti porta a passare sul “Bad step”. Noi abbiamo fatto il giro sul bad step e non neghiamo di averlo un po’ patito.. si tratta di uno scoglio diviso a metà da una crepa, l’escursionista deve camminare in questa crepa, che è vuota al suo interno, ed arrampicarsi per diversi metri. Per me è stato già difficile salire sul primo scoglio attraverso il quale si arriva alla crepa, Perché è abbastanza alto e con il vuoto intorno, e a seguire invece che scendere a sinistra dopo il bivio, abbiamo sbagliato e siamo saliti.. rendendolo così un worse step! Se ce l’ho fatta io non è impossibile, ma obiettivamente è un po’ pericoloso e non agevolissimo. La sosta al Loch Coruisk è comunque valsa la sfacchinata, si tratta di un luogo davvero selvaggio, incastonato nelle cuillins hills ed al nostro arrivo intorno alle 11 eravamo quasi soli… mi sentivo in una scena di Vikings quando Flocky trova la terra degli Dei. Rientro a bordo di un traghettino che ti porta ad Elgol dopo aver visto le foche che riposano sugli scogli. NOTA BENE: a Camasunary bay ed al Loch è possibile dormire in un Boothy, cioè dei rifugi, per accedervi è necessario prenotare penso direttamente contattando la rete nazionale che li gestisce. Ad Elgol ci facciamo dare un passaggio, ma la coppia che si offre di portarci a Broadford ci dice che sta andando alla Talisker Bay… quindi tutti in distilleria alè! Arrivati lì i tour sono già tutti prenotati quindi ci beviamo un bicchierino e andiamo al famoso Oystershed, dove ovviamente pure le ostriche sono finite, ripieghiamo su un’aragosta 😉

L’indomani lungo viaggio di 8 ore per rientrare a Edimburgo, qui alloggiamo al Castle hostel, un vero castello con 50 stanze.. o meglio camerate! Siamo fortunati perché essendo i primi di agosto stanno iniziando i festival, così la città oltre a sembrare lo scenario di Harry Potter è invasa da artisti e possiamo passare una serata divertente. Giro dei pub che inizia al Brewdog, con tappa mangereccia al The Abbotsford, dove mangiamo il miglior Haggis del viaggio. Infine ultima scottish breakfast allo Snax Cafè, approvatissima!

Consiglio beverino: il whisky popolare, tipo la grappa Nardini scozzese, è il Famous Grouse, economico e piacevole. Soprattutto se prendete qualcosa di più spesso, aggiungete qualche goccia d’acqua, che trovate su quasi tutti i banconi dei bar. Se no sciacquate la bocca con una birra che va bene uguale!

Consiglio organizzativo: utilizzate il gruppo facebook “Scozia on the Road – 50 sfumature di viaggio” per chiedere info e scambiarvi pareri prima del viaggio, e sappiate che si è rivelato utile anche per appelli disperati durante il viaggio stesso!

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