Scozia 2003 – diario di viaggio

Protagonisti: Marisa e Furio. Tipo di vacanza: culturale e naturalistico. Miglia percorse: 1545 (km. 2472) Periodo: 23/07/2003 – 06/08/2003 1° giorno: mercoledì 23/07/2003. Partenza con ritardo da Genova con volo Ryan Air: è il nostro battesimo dell’aria (preferiamo la terra); arrivo a London Stansted, e dopo qualche ora di sosta...
Scritto da: Furio Volante
scozia 2003 - diario di viaggio
Partenza il: 23/07/2003
Ritorno il: 06/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Protagonisti: Marisa e Furio.

Tipo di vacanza: culturale e naturalistico.

Miglia percorse: 1545 (km. 2472) Periodo: 23/07/2003 – 06/08/2003 1° giorno: mercoledì 23/07/2003.

Partenza con ritardo da Genova con volo Ryan Air: è il nostro battesimo dell’aria (preferiamo la terra); arrivo a London Stansted, e dopo qualche ora di sosta ripartenza sempre con volo Ryan Air per Glasgow Prestwick, dove arriviamo alle ore 16.30; si ritira una buona macchina (Ford Fusion 1400 16 V) presso l’agenzia Hertz dell’aeroporto.

Dopo il battesimo dell’aria c’è quello (meno shoccante) della guida a sinistra, con tutti quegli scozzesi che si ostinano a guidare contromano! Arrivo a Livingstone nel B&B prenotato dall’Italia: 50 GBP camera doppia non eccezionale, con proprietaria chiacchierona annessa che non si arrende mai di fronte alle nostre evidenti difficoltà di comprensione (ci preoccupa la prospettiva di colazioni quotidiane accompagnate da chiacchiere scozzesi!). E’ comunque gentilissima, e ci accompagna in auto ad un ristorante per la cena.

2° giorno: giovedì 24/07/2003.

Per prudenza lasciamo la macchina a Livingstone ed andiamo ad Edimburgo in autobus, che ci lascia proprio nella centralissima Princes Street, a fianco dei giardini; saliamo la collina del castello, subito conquistati da un’atmosfera che sa di antico senza sapere di vecchio. Molto bello il castello, anche se il biglietto di ingresso è piuttosto salato (8.50 GBP a testa), cui segue una lunga passeggiata lungo il Royal Mile.

Nel tardo pomeriggio la luce del sole fa risplendere di rosso tutte le costruzioni schierate lungo il crinale della collina: è l’ora in cui Edimburgo dà il meglio di se’.

Scriviamo le cartoline e le imbuchiamo, dopo aver evitato per un pelo di ficcarle in contenitori con scritto LITTER (spazzatura!).

3° giorno: venerdì 25/07/2003.

Ritorno ad Edimburgo e visita ad Holirood House (ingresso 7.50 GBP a testa), che magnanimamente gli scozzesi concedono ai Reali in visita in Scozia: ricchissima la grande sala da pranzo, suggestive le rovine dell’abbazia, molto belli e tranquilli i giardini.

Nel pomeriggio visita alla New Town, con sosta allo Standing Order Free House in George Street, ambiente straordinario trovato per caso: grande salone bar con soffitto a cassettoni, sale di lettura con biblioteca, poltrone in pelle.

Al ritorno a Livingstone troviamo un biglietto sulla nostra macchina dove, in perfetto e compassato stile inglese, ci viene fatto compitamente notare che stiamo occupando un posto in parcheggio riservato. La gentilezza è tale che arrossiamo e spostiamo immediatamente la macchina.

4° giorno: sabato 26/07/2003.

Si parte da Edimburgo puntando a nord attraverso il Forth Bridge e verso le 11.30 si arriva a St. Andrews, graziosa cittadina sul Mare del Nord famosa per i campi da golf: visita alle rovine della cattedrale, immerse in un suggestivo cimitero con lapidi di pietra grigia, e del castello.

Dopo il pic-nic in riva ad un Mare del Nord incredibilmente piatto sotto un sole incredibilmente caldo si riparte per il Castello di Glamis: è il castello dei duchi di York, molto ricco, con belle sale e salotti, scenografico l’esterno con un bellissimo parco.

Arrivo a Stonehaven (un po’ sotto Aberdeen) e ricerca non semplice di un B&B. Fortunatamente un gentilissimo scozzese, dopo qualche telefonata, ci trova un posto e ci accompagna addirittura in macchina! Ci viene offerta una camera bellissima (B&B “Newton” di Mrs. Christie) al prezzo di 44 GBP: ci troviamo in un ambiente veramente delizioso! 5° giorno: domenica 27/07/2003 Dopo un’abbondante colazione, troviamo, in splendida posizione sul mare, le rovine di Dunnottar Castle, situato su uno sperone roccioso che si protende sul mare sotto un sole sorprendente.

La tappa successiva è il Castello di Crathes, di cui visitiamo solo i giardini, straordinari per la ricchezza enorme di piante da fiore e non, cespugli potati in forme regolari o capricciose.

Dopo aver pranzato su un tavolo, un po’ disturbati dalla pioggia che va e viene, si riparte per Braemar, paese di montagna il cui castello è piccolo e un po’ deludente, anche se ben ambientato su una collinetta tra prati verdi e alberi.

Dopo aver assistito ad un’esibizione di cornamuse (bag pipes) troviamo alloggio al B&B “Moorfield House Hotel” (34 GBP la camera), gestito da una tipa non vecchia ma molto antica, che ha l’aria di una quacchera. Scopriamo poi in camera una Bibbia dei Gideons (braccio della Chiesa Presbiteriana che si propone di diffondere la conoscenza della Bibbia). Prima di cena troviamo il tempo di fare una escursione ad Inveray, alla fine della strada che risale il fiume Dee. L’ambiente è tipicamente montano, con i Grampians ricoperti di grandi boschi e di sterminate distese di erica viola.

6° giorno: lunedì 28/07/2003 Colazione con vista su conigli selvatici (troppi, a detta della Gideon); visita al castello di Balmoral, residenza scozzese dei Reali di Inghilterra (visitabile solo l’esterno e poche sale di scarso interesse). Molto bello il parco con alberi secolari, giardino, orto con enormi quantità di cavoli.

Attraversiamo i Grampians: il paesaggio è spettacolare, totalmente nuovo. Le cime (sui 700-800 metri) sono arrotondate e il profilo è reso morbido e vellutato da distese di erica viola. C’è molto vento. La strada segue il crinale con pendenze che arrivano al 20% con un susseguirsi di saliscendi vertiginosi e ciechi. Ai lati continui greggi di pecore dalla testa nera e corna rosse, caproni con il mantello lunghissimo. Poche le macchine incontrate; nessun paese per chilometri da Braemar a Tomintoul: stiamo entrando nella zona del whisky.

Seguendo la valle dello Spey (paradiso del whisky scozzese) visitiamo la distilleria Glenlivet (giro gratuito organizzato solo in lingua inglese, con nostre notevoli difficoltà di comprensione); decisamente meglio ci va con la Glen Grant (vicino a Rothes), dove troviamo, pure gratuitamente, una guida disponibilissima che si dedica a noi due soli parlando un perfetto italiano (molto interessante la nascita del whisky).

Sulla strada di Inverness visitiamo le rovine della cattedrale di Elgin, molto suggestive nella luce del tramonto.

A Inverness troviamo in periferia il B&B “Dell House” (30 GBP) in una bella palazzina d’epoca; purtroppo l’esterno è la cosa migliore! 7° giorno: martedì 29/07/2003.

Da Inverness, attraversando il Canale di Caledonia, arriviamo ai pittoreschi ruderi del castello di Urquhart, che domina il famoso Loch Ness; il lago è il secondo della Scozia per estensione (primo è il Loch Lomond), grande riserva di salmoni oltre che… di mostri, ed è una parte considerevole del Canale di Caledonia.

Passando per Beauly e Dingwall arriviamo a Dornoch, con la sua cattedrale del 1200 distrutta parzialmente e rifatta più volte; passeggiamo lungo il mare a fianco di un bellissimo campo da golf. Ammiriamo spiagge sconfinate color rosato con sabbia finissima; qua e là si vede qualche stoico bagnante! Sempre volgendo a nord siamo al Dunrobin Castle, palazzo dei Duchi di Sutherland, eccezionale costruzione magnificamente inserita in un parco mozzafiato. L’interno è ovviamente ricchissimo, anche nelle camere dei bambini (è un mondo che non riusciamo a concepire!). Nel parco, dove sono sistemate le gabbie dei falconi, ci accompagna la solita pioggerella scozzese, nostra inseparabile compagna di viaggio. Verso l’uscita ci fermiamo ad ammirare “la collina dei conigli”, una piccola altura dove pascolano pacifici almeno 21 coniglietti selvatici.

Verso sera arriviamo a Helmsdale, dove troviamo un bellissimo B&B a 36 GBP: ci troviamo in una grande camera con caminetto, moquette, tappezzerie in toni rosati, lampade e tavolini. Dopo cena giro al pittoresco porticciolo, dove tra le alghe della solita bassa marea razzolano varie specie di uccelli marini.

Ottima la colazione, in una bella e calda veranda (termosifoni accesi al 29 luglio!), e qui conosciamo il porridge caldo (con zucchero e latte), oltre che mousse di granchio e tutta una serie di formaggi, prosciutto ecc…

Siamo veramente soddisfatti! 8° giorno: mercoledì 30/07/2003 Da Helmsdale puntiamo a nord, attraverso un paesaggio misto: da un lato conifere, e dall’atro sterminate distese di prati con fiori che da noi sono tipicamente d’alta quota, poi il mare. Passiamo Wick, e ci fermiamo alla Sinclair Bay, dove passeggiamo su una spiaggia di sabbia bianchissima, con dune ricoperte di alti ciuffi d’erba e battute da un vento fortissimo dove non mancano i soliti conigli selvatici. Verso le 12 arriviamo a John o’ Groats, il porto più settentrionale della Gran Bretagna, punto di imbarco per le Isole Orcadi che qui sembrano ad un passo.

Con l’auto ci dirigiamo al faro della Duncansby Head, dove facciamo un lungo giro sulle falesie fino agli Stocks of Duncasby Head (suggestivi faraglioni che svettano dal mare). Camminiamo per un sentiero cintato e sicuro, che corre alto sul mare, tra pascoli e ciuffi di fiori: è un paesaggio che lascia senza parole, tutto è bello, tutto è grande. La Scozia ci sta veramente affascinando, e anche il tempo contribuisce con un sole splendente che ci permette di arroventare l’obiettivo della Minolta.

Rientrati al “paese” di case sparse pranziamo su un tavolo in riva al mare tra i gabbiani starnazzanti, e dopo una passeggiata tra le alghe della bassa marea affrontiamo la strada per Thurso. Consultando la cartina ci incuriosisce una deviazione verso Dunnet Head, il punto più settentrionale della Gran Bretagna, con bel panorama sulle Orcadi: c’è un piccolo faro bianco che svetta sul mare e, scendendo, la strada attraversa prati costellati di laghetti; Marisa si diverte a foraggiare un vitellino di Highland’s Cow, con un pelo lunghissimo color miele.

Verso sera siamo a Thurso, dove troviamo alloggio presso il B&B Annandale (37 GBP), molto bello con proprietari simpatici e disponibili. Leggendo la guida scopriamo che i Vichinghi sono entrati in Gran Bretagna passando da Thurso, e che il clima è mitigato dalla Corrente del Golfo. 9° giorno: giovedì 31/07/2003 Al mattino giro al porto, piuttosto grigio e triste, sotto la fedele compagna pioggia.

Si parte seguendo la costa, e nella bella baia verde di Dounreay si incontra una centrale nucleare, oggetto di contestazione da parte degli abitanti della zona. Stiamo percorrendo la A836, la strada più settentrionale della Scozia, che si snoda tra praterie di erica, pascoli e tanto verde, con pochissime case sperdute qua e là, il tutto sotto una pioggerellina non particolarmente fastidiosa. Si seguono le ondulazioni del terreno, con discese vertiginose e altrettanto ripide salite; è la prima delle famose strade “passing place”, molto strette con frequentissime piazzole per l’incrocio dei veicoli (abbiamo constatato con piacere che gli scozzesi sono molto gentili e corretti, nel dubbio si fermano nelle piazzole molto prima di noi: ricordarsi comunque sempre di ringraziare!). Per lunghi tratti, guardandosi attorno, non si scorge anima viva: né case, né animali, né macchine, solo ondulazioni più dolci o più aspre e la strada che scorre solitaria. Incontriamo una piccola mandria di mucche… seguita dal mandriano in Toyota! Superata la Torrisdale Bay, la strada corre alta tra bellissimi paesaggi battuti dal vento, solitari ma non inquietanti, anche perché come di consueto il cielo si sta rasserenando.

L’attraversamento del fiordo di Tongue (127 abitanti) avviene scendendo su una lunga massicciata seguita da un breve ponte; siamo tra montagne che ci appaiono altissime, anche se scopriamo che variano dai 700 ai 900 metri. Lo scenario diventa più aspro, ci troviamo forse tra le torbiere; è molto diverso dai profili verdi e morbidi dei Grampians.

Vista spettacolare sul Loch Eribol: siamo nel cuore delle Highlands, i paesaggi sono straordinari e dannatamente scozzesi. Poco prima di Durness ci imbattiamo nel quadro più inverosimile che ci si aspetterebbe qui: una baia di sabbia bianchissima, con mare turchese, scogli rosa e sole caldo. Insomma, le Seychelles in Scozia. Ci concediamo una sosta sulla spiaggia.

Dopo Durness la strada continua stretta allontanandosi e avvicinandosi al mare, poi migliora passando da un lago all’altro. Fino al minuscolo e grazioso borgo di Scourie è un susseguirsi di laghi, rotondi, dalle forme strane, comunicanti e con isolette ricche di vegetazione. Si susseguono immagini da cartolina fino al Loch Assynt, grande lago di acqua dolce che raggiungiamo verso le ore 16 e costeggiamo fino a Lochinver. Il paesino (siamo ovviamente in bassa marea!) non ci dice molto.

Verso sera finalmente raggiungiamo Ullapool, incantevole paese che occupa una punta sul fiordo di Loch Broom. Vi sono una infinità di B&B, ma tutti occupati; giriamo per più di un’ora, e alla fine troviamo una camera …A 100 metri dalla macchina. La camera è piccola ma accogliente, in cima ad una scala a chiocciola, nel giardino i fiori sono sostituiti dalle patate. Ceniamo in un locale caratteristico in riva al mare: è pieno di gente, l’atmosfera calda e amichevole. La sera ci vede sul molo dove si allineano i pescherecci, ad ammirare le case illuminate che si specchiamo nel mare calmo e limpido.

10° giorno: venerdì 01/08/2003 Partenza da Ullapool alle ore 9.45, con tempo inizialmente buono, poi in rapido peggioramento.

Attraversiamo zone con cime aspre e ampi boschi; a Dundonnel siamo sul Loch Broom, fa molto freddo e tira un vento fortissimo.

Passiamo per gli Inverew Gardens, giardini famosissimi in quanto sfoggiano vegetazioni mediterranee a latitudini nordiche (visitiamo solo l’accoglienza, poi a causa del brutto tempo decidiamo di proseguire).

Dopo un rapido passaggio per Gairloch costeggiamo il Loch Maree, molto grande con isole ricoperte da una fittissima vegetazione (veramente bello).

Superato Kinlochewe raggiungiamo, percorrendo la solita strada “passing place”, Torridon , situata sul Upper Loch Torridon , fiordo di acqua salmastra circondato da scenari da alta montagna. Da Torridon, dopo una calda accoglienza da parte di un montone, costeggiamo il Loch fino a Shieldaig, per affrontare circa 13 kilometri di strada ”pp” che portano a Tornapress. E’ veramente stretta e impegnativa e con fondo sconnesso: è la strada peggiore che abbiamo incontrato finora. Nel primo pomeriggio si arriva ad Eilean Donan Castle, a quanto pare il castello più fotografato della Scozia (qui è stato girato il film di Highlander). Purtroppo siamo in bassa marea con cielo nuvoloso, che non è certo il massimo: comunque la suggestione rimane! Ci dirigiamo verso il Kyle of Lochalsh, dove si trova lo spettacolare ponte che dà l’accesso all’isola di Skye; siamo sempre penalizzati dal tempo nuvoloso e opprimente, tuttavia l’isola si presenta pittoresca, con la costa est molto frastagliata, e la strada in cui si susseguono saliscendi, paesaggi marini e scene tipicamente montane.

Si arriva a Portree dove, dopo una ricerca un po’ laboriosa, ci sistemiamo in periferia in un B&B gestito da una anziana scozzese con una erre che le fa vibrare tutta la dentiera, ma con un nome molto suggestivo, Morag Mac Leod.

La serata è molto fredda, gli indigeni si coprono di strati di abbigliamento, tuttavia uscendo dal buon ristorante in cui abbiamo cenato troviamo la sorpresa di un cielo limpidissimo; ne approfittiamo per visitare il colorato porticciolo, molto scenografico nella luce del tramonto.

Nel complesso ci sentiamo stanchi, e la cosa è aggravata dal tempo non certo clemente che ci ha accompagnati: è stata la giornata peggiore della vacanza.

11° giorno: sabato 02/08/2003 Sotto il solito cielo coperto, con pioggia a tratti, ci dirigiamo verso Dunvegan Castle, che visitiamo anche all’interno, dove troneggiano ritratti dei capi del Clan Mac Leod. All’esterno ci accoglie un vento sibilante, che da queste parti è evidentemente di casa, considerato che gli alberi sono tutti piegati nella stessa direzione. Siamo comunque ben equipaggiati, visto che gli strati di cui siamo coperti comprendono: canottiera, maglietta, camicia, pile, k-way con cappuccio legato, pantaloni lunghi, calzini in cotone, scarpe chiuse da ginnastica, ombrello (e non siamo nemmeno alle Orcadi!).

Aggiungendo all’abbigliamento un ulteriore strato di ottimismo proseguiamo il giro dell’isola, passando per Uig, ben riparata in una baia.

Nella parte nord visitiamo le rovine del Duntlum Castle, dove siamo investiti dal vento più forte che abbiamo mai trovato, al confronto del quale quello di Dunvegan ci sembra una dolce brezzolina; come faranno gli scozzesi con il Kilt? Useranno dei piombini? Notiamo che le case di Skye sono tutte bianche con tetti neri a ripidi spioventi, tutte con verande, e distribuite lungo la costa.

Ci fermiamo ad ammirare le scogliere di Kilt Rock, che precipitano in mare con pieghe che ricordano quelle del kilt: un vento fortissimo fa risuonare melodiosamente le ringhiere di protezione.

Skye si sta rivelando un osso duro, ma offre scenari veramente unici, continuamente spazzati da un vento furioso che cattura anche gli uccelli scaraventandoli senza riguardo; nel parcheggio la macchina ondeggia.

Il percorso da Uig a Portree seguendo la strada di nord-est è accidentato, con strade “pp” a fondo irregolare, i paesaggi sono mutevoli: si lascia il mare per salire per poche miglia in paesaggi montani e subito si ridiscende al mare. Questo è il miracolo di un’isola tormentata nelle coste e nei rilievi (e nel clima) come Skye. Ad un certo punto le nuvole si abbassano sulla strada scendendo da montagne dalle guglie alte e sottili di aspetto dolomitico (Old Man Stor).

Usciamo dall’isola e ripassiamo da Eilean Donan (ancora bassa marea, ma è sempre bassa?).

Nel percorso si susseguono paesaggi stupendi di laghi con isole e foreste di abeti fittissimi (Loch Loyn e Loch Garry). Seguiamo la Glen Garry e arriviamo verso sera ad Invergarry, nei pressi del Canale di Caledonia.

Ci sistemiamo in uno splendido B&B situato su una collinetta e immerso in un giardino da Eden; ottima cena nell’albergo vicino.

12° giorno: domenica 03/08/2003 Viaggiando sotto le nuvole ammiriamo paesaggi di boschi, pascoli e laghi (Loch Lochy, lungo e con le sponde regolari, parte del Canale di Caledonia). Arrivo a Fort William, sovrastata dal Ben Nevis (m. 1344, la cima più alta della G.B.), che risulta del tutto invisibile! Dopo aver attraversato un sacco di Loch su altrettanti ponti arriviamo a Oban, cittadina di villeggiatura abbastanza grande con numerose attrezzature sportive, belle ville e superbi alberghi.

Nel pomeriggio siamo ad Inverarey sul Loch Fyne, dove visitiamo il bel castello dei Campbell (Questo clan ha detenuto in passato fino ad un terzo di tutto il territorio scozzese, ed è a tuttoggi molto diffuso in tutto il mondo).

Troviamo un buon B&B (vetrata sul soffitto mansardato, con il risultato che alle quattro del mattino dopo siamo in piena luce!).

13° giorno: lunedì 04/08/2003 Tanto per cambiare “it’s cloudy!”, ma la temperatura è mite.

Lasciato il Loch Fyne attraversiamo una zona montagnosa con nuvole adagiate sui fianchi delle montagne, ampie vallate verdi di boschi di abeti; alcune vette sembrano alte fino a 2000 metri, in realtà sappiamo che non superano gli 800- 1000 m. Finalmente il tempo migliora e arriviamo al Loch Lomond, che costeggiamo scoprendo tante isolette coperte di vegetazione e uno sfondo di belle colline con pochissime case.

Sulla sponda est ci fermiamo a Balmaha, località turistica ben attrezzata per passeggiate, pesca, pic-nic. Passeggiamo lungo il lago, sotto un sole caldissimo e in compagnia di papere e cigni; studiando la cartina dell’ufficio turistico scopriamo che attraverso il Loch Lomond passa la linea di divisione tra Highlands e Lowlands. Riprendiamo il viaggio attraverso la catena dei Trossacs, montagne verdissime con strade strette e tortuose, e nel pomeriggio arriviamo a Stirling.

Visitiamo il centro storico e saliamo al castello, che è molto ristrutturato, ma in modo abbastanza discutibile che non ci consente di farci un’idea della struttura precedente. Per concludere degnamente la visita ci concediamo un (per così dire) caffè, che si rivela il più ignobile tra tutti quelli, già scarsissimi, che ci sono stati propinati in Scozia; ad aggravare la situazione c’è la quantità, in pratica dopo aver chiesto un caffè piccolo ci arriva un bicchierone da Coca-Cola grande! Superato lo choc lasciando quasi intatto il beverone riusciamo a trovare appena fuori Stirling un bel B&B (Homesteads Farm, 40 GBP), con una zona tutta riservata agli ospiti, moquette e tappezzerie ovunque, con vista sul castello illuminato da una bella luce al tramonto.

La giornata si conclude con la cena da “Papa Joe’s”, bel locale dove però si paga troppo per quel che ci servono.

14° giorno: martedì 05/08/2003 Partenza da Stirling alle 9.20; si passa dopo un lunga deviazione, da Fintry, giudicato anni fa il più bel villaggio della Scozia. A noi sembra solo …Un villaggio della Scozia.

Risaliamo il Loch Lomond fino a Luss; troviamo traffico intenso sulle sponde del Loch. Luss è un paesino sulle sponde del lago in una baia ghiaiosa con acqua pulita ma gialla (come tutta l’acqua della Scozia, forse a causa del terreno ricco di torba), casette graziose con giardino e tantissimi turisti. Proseguendo verso nord ci spostiamo sul Loch Long, percorrendo una strada a montagne russe (evitarla dopo pranzo!); è un altro bel lago, anche se meno bello del Loch Lomond, immerso tra il verde, abitato solo un po’ all’inizio.

Tocchiamo vari Loch, superando zone militari, e arriviamo sulla costa frastagliatissima del Firth of Clyde, dove sostiamo a Rhu per pranzo ai giardini e pisolino.

Superato il ponte sul Clyde ci troviamo immersi nella periferia di Glasgow, e da ora è tutto un susseguirsi di macchine e traffico per miglia fino ad Irvine.

Troviamo un ottimo B&B sulla strada, in una graziosa palazzina scozzese con ampio giardino davanti e dietro, e numerosi alberi e cespugli di conifere, da cui il nome “The Coniphers”.

Cena al “Golf Hotel”, bel locale segnalato dalla titolare del B&B, dove mangiamo bene spendendo abbastanza poco.

Una passeggiata in un villaggetto vicino ci conferma un fatto già constatato in precedenza: in tutta la Scozia non abbiamo trovato inferriate alle finestre, né persiane e inoltre gli scozzesi non usano tirare le tende quando sono all’interno con la luce accesa. Molto spesso le porte di ingresso alla casa rimangono aperte, e le luci sono accese anche di giorno.

15° giorno: mercoledì 06/08/2003 Il cielo è sereno e fa molto caldo.

Ancora una volta verifichiamo l’ospitalità scozzese: poiché Furio rivela che abbiamo molto apprezzato i giardini scozzesi , la gerente ci mostra il suo giardino sul retro: un prato verdissimo, fiori e cespugli, con una zona tra gli alberi attrezzata per il relax.

Partenza da Irvine per Prestwick alle ore 9.30, e arrivo in aeroporto senza particolari problemi (abbiamo sbagliato strada una volta ma subito rimediato) alle ore 10.10.

Consegniamo la macchina (nessun controllo!) e aspettiamo il volo delle 13.50.

Siamo un po’ preoccupati per il peso dei bagagli, perché Ma’ come al solito ha raccattato depliants, sabbia, conchiglie… (insomma abbiamo una fetta di Scozia in valigia). In compenso Ma’ scoprirà poi di aver lasciato in qualche armadio della Scozia un cardigan e una camicetta: siamo pari! Dopo la prevista lunghissima sosta a Londra si arriva a Genova puntuali alle ore 21.50 locali.

Breve nota (le impressioni richiederebbero altre sei pagine): Ci aspettavamo una Scozia grigia e malinconica, dal tempo sempre uguale, e invece abbiamo scoperto gli intensi colori dei suoi pascoli, dei boschi, dei laghi, dei giardini fioriti.

Il tempo cambia continuamente offrendo in un giorno il campionario delle quattro stagioni.

Ci aspettavamo folklore, tartan e kilt, e abbiamo trovato un patrimonio di storia e di cultura, laghi e castelli, grandi spazi incontaminati e sempre la proverbiale ospitalità scozzese.

Nelle Highlands abbiamo provato la gioia un po’ inquietante di viaggiare per miglia incontrando solo pecore, mucche, e talora nulla.

Le Highlands sono fatte solo per chi non ha fretta e non ama i luoghi comuni in tutti i sensi.

GOOD BYE SCOTLAND, YOU HAVE BEEN A LOVELY HOLIDAY



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