Scozia 2

Iniziamo il nostro viaggio svegliandoci presto, in quanto il nostro volo parte alle 8,10 da Fiumicino per Londra da dove abbiamo la coincidenza per Edimburgo. Purtroppo non siamo riusciti a trovare un volo diretto per Edimburgo e così siamo dovuti ricorrere alla British Airways e passare da Londra. L’appuntamento è per il giorno di Pasqua...
Scritto da: obaoba
Partenza il: 15/04/2007
Ritorno il: 22/04/2005
Viaggiatori: in gruppo
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Iniziamo il nostro viaggio svegliandoci presto, in quanto il nostro volo parte alle 8,10 da Fiumicino per Londra da dove abbiamo la coincidenza per Edimburgo. Purtroppo non siamo riusciti a trovare un volo diretto per Edimburgo e così siamo dovuti ricorrere alla British Airways e passare da Londra. L’appuntamento è per il giorno di Pasqua all’ora di pranzo all’aeroporto di Edimburgo con dei nostri amici italiani che vengono in macchina da Londra, dove risiedono.

Per fortuna i voli sono puntualissimi e così abbiamo anche il tempo per recarci al banco della Hertz dove abbiamo prenotato un’auto per 200 pounds la settimana + 98 pounds di polizza casco che annulla la franchigia (non avendo mai guidato a sinistra, non si sa mai…).

Appena prendiamo possesso di una fiammante Alfa Romeo 159 ci raggiungono i nostri amici con una puntualità sorprendente. Baci e abbracci e partiamo. Io sono terrorizzato dalla guida a sinistra e pertanto mi incollo dietro al mio amico che, invece, è abituato. Ho qualche difficoltà a mettere le marce con la sinistra ma in pochi minuti prendo confidenza col mezzo. Siamo entrambi muniti di satellitare che si rivelerà utilissimo.

L’aeroporto è vicino alla città e in breve siamo in centro dove abbiamo prenotato l’Apex International hotel, a Grassmarket, proprio sotto al castello. Parcheggiamo e prendiamo possesso delle camere. Per nulla appagati dal pranzo offertoci a bordo dalla British Airways (immangiabile) andiamo subito alla ricerca di un posto dove mangiare. Sotto al castello ci sono molti pub carini ma scopriamo subito che molti di loro non fanno entrare i bambini e poiché ne abbiamo quattro, dobbiamo cercare qualcos’altro. Alla fine troviamo un locale messicano che ci ispira e ci facciamo un’abbuffata di hamburger, fagioli e fajitas, che non sono proprio tipici del luogo, ma ci gustano mucho.

Nel pomeriggio cominciamo a esplorare ed Edimburgo ci colpisce subito per la tranquillità, la pulizia e l’ordine, oltre che per la sua bellezza. La visita al castello è programmata per domani, quindi oggi siamo liberi di girare a zonzo per il centro. Imbocchiamo il famoso Royal Mile, pieno di negozietti di souvenir con i prodotti tipici della Scozia (cashmere, whisky, kilts, tessuti tartan, biscotti, ecc.). Troviamo una fermata del Seightseeing Tours e decidiamo di farci un giro, che è sempre il modo migliore per farsi un’idea complessiva della città. Per fortuna non piove ma c’è parecchio vento e al piano di sopra del bus bisogna coprirsi bene. Finito il giro, piuttosto stanchi, torniamo in albergo dove mangiamo qualcosa e andiamo a dormire.

Il giorno dopo, lunedì di Pasquetta, facciamo colazione in una sala con splendida vista sul castello ed è inutile dire che cominciamo ad adeguarci alle abbondanti colazioni scozzesi con uova e bacon, funghi, salsicce e, per i più temerari, anche salmone e altre cose non meglio identificate.

Alla biglietteria del castello facciamo il Family Explorer Pass (38 pounds) che permette di entrare in 74 siti storici della Scozia: si può scegliere tra quello da 3, 5 o 7 giorni. Decidiamo di fare quello da 3, scoprendo poi che avremmo fatto meglio a prenderlo da 5 poiché i siti sono disseminati in tutta la Scozia e ogni giorni avremmo avuto l’opportunità di vedere qualcosa. Il castello è bellissimo, pieno di sorprese e molto interessante da visitare: ci arrampichiamo sulle torri, scendiamo nelle prigioni, ammiriamo le stanze di Maria Stuarda e i gioielli della corona.

Usciti dal castello rifacciamo il Royal Mile, fermandoci ad assaggiare il fudge al whisky, che è una tavoletta di una specie di caramello, che preparano a mano su un bancone di marmo mescolando e rimescolando: bello da vedere e soprattutto buono da mangiare.

Proseguiamo e facciamo una visita al Museo del giocattolo storico, entrata gratuita ed imperdibile per i bambini. Arriviamo al palazzo di Holyroodhouse, la residenza scozzese della Regina. Purtroppo non è compreso nell’Explorer Pass e l’ingresso è piuttosto caro (sui 25 pounds a famiglia). Si può visitare sia l’interno, con la tavola imbandita, le camere da letto e i mobili preziosi, che l’esterno, con il giardino e la abbazia, che è la cosa più bella di tutte.

E’ ora di pranzo e decidiamo di spingerci fino al Museo della Scienza, dove mangiamo qualcosa prima di entrare. Anche questo non è compreso nell’Explorer Pass e anche qui è una bella “sonata” con circa 30 pounds a famiglia, ma ne vale la pena: i bambini si divertono moltissimo.

All’uscita, approfittiamo del fatto che il nostro biglietto del Seightseeing Tours, che vale 24 ore, è ancora valido e andiamo fino a Princes Street, la via più commerciale di Edimburgo dove sono i principali negozi e dove si fa il cosiddetto “struscio”. Da lì torniamo in albergo a piedi, piuttosto cotti. Dopo una doccia rinfrancante, troviamo una steak house carina vicino l’albergo e ceniamo lì.

Il giorno successivo, martedì, dopo un’ultima colazione con vista sul castello prendiamo le macchine e iniziamo il nostro viaggio che, per la verità, non è stato accuratamente preparato, se non a grandi linee. Decidiamo di vedere qualche castello tra quelli compresi nel nostro Pass, prima di dirigerci verso nord. Un castello che ci ispira è quello di Tantallon e ci avviamo. Lungo la strada ci accorgiamo che c’è anche Dirleton Castle e decidiamo di fermarci. Siamo stati fortunati, il castello è bellissimo, immerso in uno splendido e curatissimo parco. Riprendiamo il nostro viaggio verso Tantallon, e piano piano comincio a rilassarmi con la guida, agevolato dal fatto che sono tutti rispettosissimi del prossimo, mantengono le distanze di sicurezza, non ti suonano e non ti insultano se hai un’incertezza (non ci sono abituato).

All’arrivo a Tantallon rimaniamo a bocca aperta: è incantevole! E’ un castello diroccato immerso nel verde, situato su una scogliera di fronte ad un’isoletta magnifica. Tra tutti quelli che vedremo è forse quello che ci è piaciuto di più.

Torniamo verso Edimburgo, sempre guidati dai nostri satellitari che ci aiutano a districarci tra le innumerevoli rotatorie, e attraversiamo il famoso ponte Firth of Forth (1 pound di pedaggio). Ora la nostra direzione è Inverness. Le autostrade sono tutte gratuite ma solo in alcuni tratti hanno due corsie per senso di marcia. Salendo verso nord abbiamo diversi castelli compresi nel nostro pass e, dato che ci siamo giocati il secondo giorno dei tre disponibili è opportuno sfruttarlo il più possibile. Così visitiamo Elcho Castle e, dopo il pranzo in un tipico ristorante scozzese, Huntingtower Castle, all’altezza di Perth. I bambini si divertono moltissimo ad esplorare i castelli e ad Elcho una gentilissima signora all’ingresso offre loro i vestiti dell’epoca, con i quali si vestono da principi e principesse e prendono possesso delle loro stanze.

Riprendiamo il nostro viaggio sulla E15 e nel frattempo cominciamo a fare qualche telefonata per trovare un bed & breakfast ad Inverness, scoprendo che non è così facile, perché sono tutti pieni.

Mentre viaggiamo ci affascina il paesaggio che muta continuamente da verdi vallate tipo Tirolo a fitte foreste modello Canada. Lungo la strada sono frequentissime le carcasse di animali morti, investiti dalle auto: ci sono conigli, volpi e, soprattutto, fagiani. Abbiamo perso il conto dei campi da golf che abbiamo incrociato.

Dopo alcune ore (non si può correre per via dei frequenti autovelox e dei lunghi tratti a una sola corsia per senso di marcia) arriviamo ad Inverness e ci dirigiamo all’unico hotel in cui abbiamo trovato disponibilità, il Beaufort Hotel, senza infamia e senza lode. Alle ore 19,45 locali siamo prontissimi davanti al maxischermo per gustarci la partita di Champions League tra il Manchester e la Roma. Familiarizziamo con i tifosi inglesi facendoci subito riconoscere come tifosi della Roma e ordiniamo da mangiare. Tralasciamo l’andamento della partita se non per segnalare che, tutto sommato, non ci hanno neanche preso in giro più di tanto.

Il mercoledì ci svegliamo con una splendida giornata di sole e, dopo la solita ricca colazione, ci dirigiamo verso Cawdor Castle, dove Shakespeare ambientò l’assassinio di re Duncan ad opera di Macbeth. Purtroppo il castello è chiuso e allora cambiamo meta, dirigendoci verso Fort George. Si tratta di un fortino militare che, secondo me, è una delusione. L’unica cosa positiva è che un muro del forte si affaccia su un tratto di mare in cui si vedono i delfini, cosa che i bambini apprezzano particolarmente. Con l’ingresso a Fort George ci siamo giocati il terzo giorno del nostro Explorer Pass.

Che fai, vai in Scozia e non visiti una distilleria di whisky? Impossibile. Per cui, nonostante sia ancora mattino, andiamo alla Tomatin Distillery. Anche questa è un po’ una delusione perché ci fanno vedere un video, poi davanti a un barile di cereali ci spiegano il procedimento della distillazione e poi ci fanno vedere un magazzino in cui sono stoccate alcune botti, tutto qui. L’unica cosa positiva sono i due assaggi a testa di whisky. Comunque, facciamo acquisti (una bottiglia di whisky, fudge e miele al whisky) e ripartiamo. E’ pomeriggio quando arriviamo al famoso Loch Ness e ci facciamo le foto di rito. Decidiamo però di non fermarci e di proseguire verso l’isola di Skye, la più grande delle Ebridi. Qui ci torneremo prima di iniziare il viaggio di ritorno verso sud.

La strada verso Skye è incantevole: paesaggi meravigliosi e diversi tra loro si susseguono fino ad arrivare al ponte che collega l’isola con la terra ferma. E’ quasi sera e cominciamo a cercare qualche B&B: non è difficile, ce ne sono tantissimi ma sono pochi quelli in grado di ospitare otto persone. Ne troviamo uno delizioso, gestito da persone gentilissime, il MacKinnon a Kyleakin. Preso possesso delle stanze andiamo alla ricerca di un ristorantino e siamo ancora una volta fortunati, mangiamo dell’ottimo pesce al Creelers of Skye.

Ci svegliamo il giovedì con un’altra fantastica giornata di sole, siamo qui da cinque giorni e non abbiamo ancora preso una goccia di pioggia, un vero record. Dopo una full scottish breakfast, di cui, per la verità, qualcosa lasciamo perché… quando è troppo è troppo, ci addentriamo nell’isola che è lunga 80 km. La nostra meta è il Bella Jane a Elgor, dove parte una mini crociera che ci porterà a scoprire le meraviglie della costa. Per arrivarci bisogna percorrere una strada stretta dove passa una sola macchina alla volta; ogni tanto ci sono dei passage points dove si riesce a far passare il veicolo che proviene dall’altra direzione: per fortuna c’è poco traffico e la gente è talmente educata che è tutto un “passi lei… ma no si figuri passi prima lei…”, pensare un posto così in Italia! Quando ti lampeggiano vuol dire “prego passa” e non, come da noi, “se ti muovi ti fulmino”.

Prendiamo posto su una piccola imbarcazione e partiamo. Per fortuna siamo attrezzati con giubbotti e kway perché tra il vento e gli schizzi d’acqua fa piuttosto freddino. Le insenature sono incantevoli, ma il top lo raggiungiamo con un incontro ravvicinato con una colonia foche, che si godono il sole spaparanzate sugli scogli, per nulla infastidite dalla nostra intrusione. La barca ci lascia su un’isoletta e ci passa a riprendere dopo un’ora e mezza; nel frattempo ci godiamo una passeggiata intorno a un lago dove non c’è nessuna traccia di presenza umana.

Al ritorno rifacciamo la stradina stretta e ci dirigiamo verso Portree, dopo aver mangiato in un chiosco la soup of the day, che abbiamo imparato ad apprezzare in ogni sua forma. Portree è una cittadina di 2.000 abitanti con un delizioso porticciolo dove i bambini non perdono l’occasione di far merenda con il miglior fish and chips assaggiato finora. Occhio però ai gabbiani, che sono pronti a rubarvi il cibo dalle mani. Facciamo un po’ di shopping e decidiamo di fermarci a cena in un ristorantino del porto, dove mangiamo dell’ottimo pesce.

Dopo cena torniamo al nostro B&B, dove il proprietario ci aspetta per farci assaggiare qualcuno dei suoi selezionatissimi whisky.

E’ venerdì, ancora sole! Ci dicono che siamo veramente fortunati. Per noi è un clima abbastanza mite, ma per loro è piena estate: sono tutti in pantaloncini e ciabatte. Salutato il MacKinnon riprendiamo la strada per Loch Ness. Appena arrivati ci rechiamo all’Exibition Centre dove assistiamo a una sorta di documentario sulla leggenda del mostro; facciamo un po’ di shopping nel negozio dedicato a Nessy e poi andiamo a Urquarth Castle, che domina il lago. Purtroppo ci siamo già giocati i tre giorni del Pass e così ci tocca pagare l’ingresso. Di fare la crociera sul lago non ne abbiamo voglia, ancora reduci da quella di ieri all’isola di Skye. Comunque il castello è molto suggestivo e pare sia abbastanza raro vedere il lago completamente fermo e illuminato da un gran sole. Delusi per non aver visto il mostro, lasciamo il Loch Ness e cominciamo la discesa verso sud.

Attraversiamo le Highlands con i loro stupendi paesaggi che vedono alternarsi scogliere, foreste, vallate, laghi e fiordi. Particolarmente suggestiva è la foto a uno scozzese in abito tipico che suona la cornamusa davanti a uno sfondo fantastico. La prossima tappa è il Kilchurn Castle, che però si rivela piuttosto difficile da raggiungere. Infatti, diversamente da tutti gli altri, non è attrezzato per la visita del pubblico e pertanto non riusciamo nemmeno a trovare la via d’accesso, pur girandoci intorno più volte. Finalmente individuiamo una stradina sterrata e parcheggiamo. L’ultimo tratto va percorso a piedi in un verdissimo prato in cui pascolano le immancabili pecore black head. Raggiungiamo il castello che domina un lago, paradiso di pochi privilegiati pescatori e campeggiatori. Conquistato anche questo castello, ripartiamo in direzione sud e ci fermiamo a mangiare lungo la strada, dove i bambini si sparano il solito hamburger e le baked potatoes e i grandi il solito salmone. Ci dirigiamo verso Glencoe, località che ci è stata vivamente raccomandata dal proprietario del MacKinnon di Skye. Si tratta di una valle famosa per il suo paesaggio stupendo, base per favolose escursioni che però noi siamo troppo stanchi per affrontare. Così ci limitiamo ad ammirare il paesaggio, scattando numerose foto e torniamo indietro di circa 15 km fino a Fort William, dove abbiamo deciso di pernottare. Abbiamo un po’ di difficoltà a trovare un B&B sempre per il solito motivo che, essendo prevalentemente molto piccoli, non hanno due family rooms o, in alternativa, quattro double rooms. Comunque alla fine ne troviamo uno, anche se non molto economico. Dopo esserci sistemati, facciamo una passeggiata sulla via principale del paese, che presenta una vasta scelta di ristorantini. Quello che ci ispira di più purtroppo è tutto pieno e così ripieghiamo su un altro, che un po’ ci delude. Siamo già a sabato e, a causa della mancanza di pioggia da sei giorni, siamo sull’orlo della calamità naturale. Ovviamente a noi sta bene così e ci rimettiamo in macchina in direzione di Inverary. La cittadina è veramente carina e vale assolutamente la pena di visitare il suo castello. É la residenza dei duchi di Argyll, il ramo più ricco dei clan dei Campbell e non è diroccato come quasi tutti quelli visti finora, ma è completamente arredato e in un’ala è ancora abitato. Colpisce in particolare la collezione di armi antiche, tutte ordinatamente e simmetricamente disposte a decorazione delle pareti. Merita una passeggiata anche il paesino, dove pranziamo sulla via principale e in un negozietto specializzato in ogni tipo di whisky, compriamo marmellate all’arancia con whisky da regalare ad amici e parenti. Lasciata a malincuore Inverary ripartiamo in direzione di Stirling.

Il nostro navigatore ci porta direttamente al castello di Stirling che però, proprio in quel momento sta chiudendo. Ci dedichiamo allora alla ricerca di un alloggio e dopo inutili tentativi in alcuni B&B, ci sistemiamo all’hotel Paramount Stirling Highland, proprio sotto al castello, che si rivela comodo e di classe pur costando poco più di un B&B. Andiamo a passeggio per Stirling e quando i bambini vedono un ristorante italiano (D’Agosta) non ci danno alcuna scelta e pretendono di mangiare lì. Pur essendo per principio contrario a mangiare in ristoranti italiani all’estero, devo dire che dopo una settimana di fritti e zuppe, una bella inforchettata ci sta proprio bene. Il cuoco è siciliano e ci accoglie con grande calore, raccontandoci come si è innamorato del posto e ha deciso di stabilirvisi. Finalmente la pasta, e anche molto buona. È la nostra ultima sera in Scozia e abbiamo festeggiato con una bella mangiata.

Domenica, ultimo giorno. I nostri amici ci salutano e ripartono per Londra e noi invece abbiamo un po’ di tempo per visitare il castello di Stirling. Rimpiangendo ancora una volta di non aver fatto l’Explorer Pass per 5 giorni prendiamo l’ennesima mazzata per l’ingresso di quattro persone. Sarà la stanchezza, sarà l’aver visto tanti castelli ma questo di Stirling non ci colpisce particolarmente.

Ci mettiamo in viaggio per Edimburgo che dista circa mezz’ora, facciamo il pieno e ci presentiamo puntuali all’autonoleggio per restituire la nostra fedele Alfa Romeo, con la quale abbiamo percorso oltre 1.500 km, peraltro cambiando le marce con la sinistra, cosa che non avrei mai pensato di poter fare. Tra l’altro, mi rendo conto che in otto giorni non ho sentito una sola volta suonare un clacson.

All’aeroporto facciamo il check in per Londra con il volo delle 15,55, siamo in abbondante anticipo e così andiamo a mangiare e ci predisponiamo all’attesa. Purtroppo però, qui iniziano i guai. La British Airways dichiara mezz’ora di ritardo e la cosa ci preoccupa perché rischiamo di perdere la coincidenza per Roma. Dopo un po’ il ritardo diventa un’ora e un quarto e a questo punto l’eventualità diventa certezza. Ancora un po’ e il ritardo diventa 3 ore e mezza. E poi parlano male dell’Alitalia… Ci fanno ritirare le valigie che avevamo già imbarcato e ci invitano a recarci al ticket seller per trovare un’altra soluzione. Dopo un’ora e mezza di fila (siamo sconvolti nel notare che nessuno di quelli nella nostra stessa situazione protesta e tutti si fanno tranquillamente la loro fila senza fiatare) un’addetta piuttosto scortese ci informa che non c’è altra soluzione che prendere il nostro volo ritardato e poi trovare un’accomodation a Londra. Così partiamo alle 19,15 dopo oltre sei ore di attesa in aeroporto. Inutile dire che il cibo in aereo è immangiabile, anche se gli altri passeggeri sembrano apprezzarlo. Arrivati a Londra aspettiamo più di mezz’ora le valigie e poi affrontiamo l’ennesima fila al banco della British. Ci assegnano a un hotel dell’aeroporto e ci danno i biglietti per l’autobus per raggiungerlo. Ci dicono che è facilissimo trovarlo ma Heathrow è una città e non è facilissimo manco per niente. Alla fine comunque ci riusciamo e dopo mezz’ora di autobus (fa il giro di tutti i terminal e di tutti gli hotel), finalmente arriviamo in albergo. Qui ci assegnano le camere e ci dicono di sbrigarci perché la sala del buffet sta chiudendo. Alla fine, verso le 23,30 finalmente siamo in camera con la sveglia fissata alle 4,20 perché domattina abbiamo il volo alle 7 per Roma. Siamo distrutti, ma i bambini trovano il lato positivo nel fatto che saltano un altro giorno di scuola.

Nonostante la disavventura finale il nostro viaggio in Scozia è stato molto positivo e lo consigliamo a tutti.



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