Scozia: 13 giorni fai da te on the road

Suggerimenti pratici per un giro completo
Scritto da: badinka
scozia: 13 giorni fai da te on the road
Partenza il: 02/07/2013
Ritorno il: 16/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Da poco rientrata da un bellissimo giro di Scozia, scrivo per descrivere il nostro itinerario e dare alcuni suggerimenti pratici.

Avevamo a disposizione 13 giorni e mezzo, escluso il volo.

1° giorno: 2 luglio

EDIMBURGO AEROPORTO-DUNDEE

A causa del ritardo del volo e dei tempi un po’ lunghi del noleggio auto, siamo in strada alle 17 passate e così tagliamo tutte le mete previste prima dell’arrivo al b&b (ma almeno Curloss la recupereremo al ritorno). L’unico rammarico è stato non vedere St.Andrews, a posteriori avrei prenotato da dormire direttamente lì, tanto il tragitto il giorno dopo sarebbe stato comunque di poco più lungo. Dundee è una cittadina abbastanza grande, ma, tra l’orario relativamente tardo e la pioggia (l’unica di tutto il viaggio!!), in strada non c’era quasi nessuno in giro, per cui ci siamo fiondati subito nel primo pub di una lunga serie!

2° giorno: 3 luglio

DUNDEE-STONEHAVEN

Anche dietro consiglio del proprietario del b&b anche oggi abbiamo tagliato un pò delle tappe ipotizzate (Perth, Pitlochry e la Edradour distillery, Blair castle, Queen’s view) perchè la strada sarebbe stata lunga e tortuosa, comprese strade di montagna. Abbiamo quindi visto da fuori il Glamis castle, per poi dirigerci lungo la costa tra Arbroath e Montrose, dai bei panorami. Verso le 16 siamo al Dunnottar castle, dove ci tratteniamo un’oretta per vederlo da tutti i punti panoramici possibili, senza visitare le rovine. Come han già detto in tanti, molto suggestivo, da non perdere. Raggiungiamo poi il paese, o meglio, il porticciolo di Stonehaven, che ci piace molto. Siamo fortunati perché la giornata è magnifica con una bellissima luce ed arrivando così presto abbiamo modo di viverlo appieno, passando da un pub all’altro (sono due!), mentre le barchette rientrano e la gente, che pare di casa, si intrattiene a chiacchierare, birra in mano, di fronte al mare. Molto carino. Facciamo anche un giro in paese, ma c’è davvero poco e anche per la cena torniamo al porto, in particolare allo “Ship Inn” (che fa anche da albergo con camere vista mare, ma dal sito sono assai care).

3° giorno: 4 luglio

STONEHAVEN-INVERNESS

Ennesimo doloroso taglio di tappe (Cruden bay, faro di Fraserburgh) perchè fare tutta la costa non sarebbe possibile, volendo vedere anche l’interno. Così prendiamo la strada verso Aberdeen senza entrarci e deviando prima verso la zona dei castelli e delle distillerie. Panorami davvero spendidi, con distese di prato e campi di grano a perdita d’occhio. Scegliamo la distilleria Glenlivet tra tutte quelle che si trovano lungo il “malt whisky trail”, perché la guida la descriveva come una di quelle meno visitate e collocate in un contesto naturale (oltre che gratuita!). In effetti il panorama merita e la visita è stata interessante, anche se a macchine ferme perché era il periodo di pulizia e verifica dell’impianto. Forniscono anche un’audioguida in italiano per chi non comprende appieno l’inglese, visto anche l’uso di termini tecnici. Lungo la strada verso Elgin, ci fermiamo a Castletown per il pranzo al sacco nella bella piazzetta centrale. Ad Elgin facciamo due passi nella via centrale, niente di che, e poi alla cattedrale, che invece merita la sosta. Non facciamo il biglietto, al nostro solito, ma attraverso la cancellata che lo circonda la si può ammirare e fotografare perfettamente. Lungo la strada verso Inverness, meta finale della giornata, facciamo una prima deviazione improvvisata verso la costa a Findhorn, che appare una località di villeggiatura con una bellissima enorme spiaggia. Ci fermiamo anche a Nairn, ma non ci dice molto e così facciamo che andare a Inverness per avere tempo di girarla un po’. A noi è piaciuta, è sicuramente una cittadina, più grande della maggioranza degli altri posti, ma è piacevole passeggiare lungo il fiume per poi addentrarsi nelle viuzze centrali dove si trovano numerosi pub. Dopo cena saliamo fino al castello da cui si gode una bella vista sul fiume.

4° giorno: 5 luglio

INVERNESS – DUNNET HEAD

Prima di avviarci verso il nord decidiamo di visitare la Black Isle, così ne percorriamo il perimetro, fermandoci prima al Chanonry point, segnalato come punto di avvistamento dei delfini (con annesso campo da golf). Non so se siamo stati fortunati o se ci sono sempre, fatto sta che quasi subito ne vediamo due! Stiamo lì una mezzoretta e vorremmo rimanere ancora lì seduti a fissare il mare per vedere se ritornano, ma la strada è lunga, così proseguiamo fermandoci ancora a Cromarty, descritto come ameno paesino. In effetti ha una viuzza centrale carina, ma è tutto chiuso e deserto, in più la vista sul firth è davvero deturpata da una serie di piattaforme. Per cui non ci lascia un gran ricordo. Partiamo ora decisi verso il nord lungo la strada costiera, in alcuni tratti molto bella. Facciamo tappa al Dunrobin castle e ovviamente non entriamo, ma scendendo verso il mare lo ammiriamo da lì. Per gli appassionati credo però che questo possa meritare la visita per la ricchezza degli interni, anche se la storia dei proprietari (I Shuterland) non li rende molto simpatici. Per il pranzo ci fermiamo a Hemsdale, anch’esso deserto, e qui ho modo di “gustare” il mio primo (e ultimo!) fish and chips da asporto, che mi starà sullo stomaco tutto il resto del giorno! Lungo la strada vediamo un cartello per Badbea e consultata in fretta la guida, scopriamo che è un interessante sito legato alla storia delle Clearances, di cui potremo farci un’idea attraverso la vista di vari luoghi nel corso del viaggio. Decidiamo così di fermarci e con una breve passeggiata arriviamo a questo sito, un tempo abitato, letteralmente a strapiombo sul mare, dove, si legge, i bambini venivano legati con le corde per evitare che il vento li trascinasse in mare. Sosta consigliata per farsi un’idea di quel pezzo di storia scozzese. Arrivati a Wick seguiamo le indicazioni per l’Old Wick castle, che di per sé consiste in due ruderi due, ma la posizione a strapiombo sul mare fa la sua parte. Siamo solo noi ed una coppia non più giovane seduta a bordo scogliera…

Ma il meglio viene ora, quando raggiungiamo Duncasbay head, il punto più a est della Gran Bretagna. È uno dei luoghi che ricorderemo di più, con una passeggiata di mezzoretta tra le pecore lungo le scogliere si arriva a dei faraglioni dalla forma particolare. Il tempo è sempre bellissimo, siamo in maglietta, anche se qui non ci dispiacerebbe un mare agitato. Dopo esserci goduti a lungo questo paesaggio passiamo da John O’Groats, giusto per sapere dove andare il giorno dopo per la gita alle Orcadi e ritirare il biglietto prenotato. Andiamo quindi in cerca di quello che sarà il nostro b&b per due notti. Il posto è semplicemente magnifico. Se si sceglie di fare tappa qui (cosa straconsigliata) bisogna solo tenere presente che i posti per mangiare sono solo 2 nel raggio di alcune miglia (a meno di andare fino a Thurso, che è a 11 miglia), si trovano presso degli hotel e bisogna arrivarci entro le 20-20,30. Segnaliamo in particolare l’ottimo ristorante-pub Castle Arms di Mey. Lungo la strada c’è anche il cartello per una tearoom che mi ispirava molto, ma non era mai un’ora buona per un the quando ci passavamo davanti! Dopo cena passeggiata vicino al b&b con vista scogliere. Qui ci possiamo fare un’idea del sole di mezzanotte dei paesi ancora più a nord, neanche qui viene mai buio del tutto (utili le mascherine da notte!).

5° giorno: 6 luglio

Per oggi non si guida, giusto 20 minuti per arrivare al molo di John O’Groats e, lasciata la macchina al parcheggio (gratuito), partiamo per la tanto attesa gita alle Orcadi. Ovviamente ci sarebbe piaciuto molto dormire su queste isole e viverle un pò di più, ma non si può fare tutto e così, su consiglio dei gestori del b&b, avevamo prenotato già dall’Italia (con possibilità di rimborso) la gita in giornata con John O’Groats Ferries (http://www.jogferry.co.uk/Home.aspx), con partenza alle 9 e rientro alle 19.45 (la compagnia offre anche un giro più breve) al costo di 55£ a testa. In 40 minuti di traghetto si è sulla Mainland e poi si sale sul pullman. Noi non siamo amanti di queste gite di gruppo, ma, oltre alla praticità della soluzione, il valore aggiunto in questo caso è stato dato sicuramente dall’autista Stuart (su cui avevo letto ottimi commenti e che ha pure vinto un premio quale migliore autista turistico!) che rende l’intera giornata interessante e anche simpatica. Ha inoltre il pregio di parlare un inglese comprensibile anche per chi, come noi, non è così allenato. Non mi dilungo sulla descrizione dei luoghi (sul sito è ben spiegato cosa si vede durante la giornata), diciamo che siamo contenti della scelta fatta ed in un eventuale secondo viaggio scozzese le Orcadi meriterebbero un po’ più di tempo. Alla sera dopo cena chiudiamo splendidamente la giornata arrivando fino a Dunnet Head, il punto più a nord della terraferma britannica: sono le 21,30 passate, il sole sta “tramontando”, uccelli di vario tipo volano sulle scogliere. Senza parole.

6° giorno: 7 luglio

DUNNET HEAD-DURNESS

Oggi dobbiamo lasciare questi posti magici, ma la strada e la meta che ci attendono si preannunciano altrettanto belli, tanto che il viaggio, di per sé relativamente breve, si allunga per le tante soste foto. Prima tappa è dopo pochi minuti la Dunnet bay, la cui spiaggia dorata è enorme e con una bellissima cornice naturale di dune. C’è anche un centro che illustra l’ambiente naturale del luogo. A Thurso ci fermiamo solo per fare benzina (aperto anche di domenica), lungo la strada passiamo a fianco all’ex centrale nucleare da anni disattivata ed oggi visitabile. I paesaggi successivi sono davvero belli. Su consiglio del b&b all’altezza di Portskerra percorriamo la breve strada circolare per godere del bel panorama costiero ( e vedere due simpatici pony!). Dopodiché fermi di nuovo a Strathy point, ennesimo faro a cui arriviamo dopo una passeggiata tra le pecore. Anche questo è segnalato come luogo di avvistamento di fauna marina, ma non si vede nulla, purtroppo. La vista sulla costa comunque merita. Deviamo poi per la Torrisdale bay, seguendo le indicazioni per Torrisdale. Dall’alto si vede una spiaggia davvero immensa, ma la stradina per arrivarci a piedi appare un po’ lunga, per cui preferiamo ammirarla dalla panchina mentre mangiamo il nostro pranzo al sacco. Il tratto successivo, quello del Kyle of Tongue, è davvero bello, con vista sulle Rabbit islands. Tongue è davvero minuscola… noi ci siamo passati attraverso senza renderci conto che era quello il paese! Tornati indietro per un caffè, siamo entrati nel pub del posto, molto carino, con delle torte super e caffè della moka. Proseguendo la strada corre lungo tutto il Loch Eriboll regalando altri bellissimi panorami. Prima di arrivare a Durness ci fermiamo alla magnifica spiaggia dorata di Ceinnabeinn. Andiamo quindi alla Smoo Cave per visitare le grotte, ma sono le 16,30 ed è in corso l’ultimo giro. Devo dire però che, da quello che abbiamo visto da fuori, non pensiamo di esserci persi un granchè, magari può essere carino per dei bimbi. In generale tappa assolutamente evitabile secondo noi. Arriviamo finalmente al nostro b&b, anche questo super accogliente e dopo aver assistito col proprietario alla vittoria dello scozzese Murray a Wimbledon, ci dirigiamo verso la meritata birra. La prendiamo all’unico pub del posto (che fa anche da ristorante), molto tipico ed animato, da dove si può scendere, birra in mano, in spiaggia. Per la cena andiamo invece al posto consigliatoci dal b&b presso un albergo, di cui purtroppo non ho segnato il nome (ma è l’unica alternativa al pub raggiungibile a piedi), dove ho mangiato il piatto che più ricorderò di tutto il viaggio: capesante e sanguinaccio, ottimo!

7° giorno: 8 luglio

DURNESS-ULLAPOOL

Anche il percorso di oggi dovrebbe essere ricco di panorami. Il primo dubbio riguardava l’eventuale deviazione fino a Cape Wrath con barchetta e “navetta”, ma l’abbiamo scartata perché ci avrebbe preso l’intera mattinata. Partiti ci fermiamo dopo 5 minuti alla Balnakeil bay, magnifica spiaggia circondata da dune, alla luce del mattino presto i colori sono fantastici, c’è solo un camper ed un signore armato di macchina foto e cavalletto che si avvia lungo la spiaggia. A fianco un bel cimitero. Ripartiamo ora per tornare verso il sud lungo la costa occidentale. La prima tappa prevista è l’Old Man of Stoer, per cui percorriamo la 894, che offre alcuni scorci fantastici, per poi deviare verso la costa dopo Kylesku e prendere la 869. Ci fermiamo a Drumbeg per comprare qualcosa per il pranzo in una botteguccia con tanti prodotti locali. La strada fino al faro è assai tortuosa e tutta single track, ma dai bei paesaggi. Arrivati al faro parcheggiamo e mangiamo il nostro pane e formaggio scozzese su un’altra super panchina su scogliera con vista infinito (volendo c’è anche un simpatico bar mobile che vende da bere e da mangiare). Cambiate le scarpe ci avviamo verso l’Old man… il tempo non è dei migliori, siamo avvolti dalle nubi, non si vede il mare, tanto che ci chiediamo se è il caso di proseguire. Decidiamo che lo è e quindi camminiamo a debita distanza dal bordo scogliera. Dopo tre quarti d’ora circa avvistiamo alcune persone sedute e quando siamo a pochi metri vediamo finalmente questa alta roccia piantata nel mare e vediamo pure le due arrampicatrici che lo stanno scalando! Ci sediamo ad ammirare e riposare e intanto il vento spazza via un po’ di nubi e così riusciamo anche a vedere un po’ oltre il nostro naso. In mezzora circa torniamo alla macchina. Questa deviazione prende tanto tempo, almeno 3-4 ore tra macchina e passeggiata, il meteo come sempre incide parecchio anche nel godere del paesaggio. noi credo ci ricorderemo più la passeggiata tra le nubi a strapiombo sul mare, che non l’old man!

Proseguiamo lungo la 869 fino a Lochinver e qui poi prendiamo la strada principale più interna (835) che costeggia il Loch Assynt, saltando quindi Achiltibue, per non arrivare troppo tardi ad Ullapool, dove proprio oggi dovrebbe iniziare un importante campionato di canoa. Sistematici nel bel b&b lungo il fiume, andiamo verso il porto che è il cuore della vita di questa simpatica cittadina. Una birra al pub e una passeggiata ammirando le canoe da tutto il mondo parcheggiate sulla spiaggia. Dopo cena assistiamo al porto ad uno spettacolo di musica e danza scozzesi. Ullapool è carina, ma una notte è sufficiente, a meno di prenderla come base per le tante escursioni possibili nei dintorni.

8° giorno: 9 luglio

ULLAPOOL-PLOCKTON

Prima tappa oggi sono le gole di Corrieshalloch con il ponte sospeso e le cascate di Measach, ben segnalate e raggiungibili in 10 minuti dal parcheggio. Carine, ma nulla di eccezionale. Deviamo verso la costa sulla 832, con belle spiagge (Little Gruinard) e punti panoramici. Non ci fermiamo agli Inverewe gardens, perché leggiamo che la visita richiede almeno 2-3 ore e noi vorremmo arrivare a Gairloch per le 12,30 per la gita in barca per vedere le foche. Ci riusciamo, il meteo non è dalla nostra parte e la visibilità è scarsa, ma vediamo comunque le foche, di sfuggita un delfino e tanti uccelli. Per questa escursione abbiamo scelto il Gairloch Marine Life Centre and Cruises (http://www.porpoise-gairloch.co.uk/) di cui avevo letto buone recensioni, condotta da un biologo. Quest’ultimo ha dato tantissime informazioni sulla fauna locale e non solo, ma purtroppo la nostra comprensione è stata molto limitata, sia per limite nostro sia perché lui parlava molto veloce. Riprendiamo la 832 che corre lungo il bel Loch Maree, per deviare poi sulla 896 diretti alla penisola di Applecross. Ci fermiamo per un caffè a Shieldag, subito prima dell’inizio della penisola, ed io mi sono innamorata di questo minuscolo paesino, dove prendiamo un caffè in un baruccio delizioso in riva al lago, minuscolo ma pieno anche di vari souvenir artigianali molto molto carini. Intraprendiamo quindi questa strada che avevamo letto essere molto molto bella ed in effetti sarà così. Tutta single track, regala viste spettacolari sulle isole di Rona, Raasay e, dietro queste, Skye. Oltre a belle spiagge. Arrivati ad Applecross ci accingiamo ad intraprendere il famigerato Bealach na ba, sulla cui pendenza avevo letto cose terribili. Sarà che il meteo nel nostro caso era il migliore possibile, ma non ci è parso cosi terrificante e la vista, soprattutto dopo il passo scendendo verso il lago, merita la fatica. Quindi deviazione per la penisola ed il passo assolutamente consigliata, almeno con meteo favorevole.

La meta della giornata era Plockton, dove arriviamo verso le 19. Il paese è minuscolo e molto carino, posto lungo una baia molto bella. Per la cena non ci sono problemi grazie a due pub ed un ristorante di pesce.

9° giorno: 10 luglio

PLOCKTON-ISOLA DI SKYE

Ripartiamo diretti all’altra meta molto attesa, Skye. Attraversato il ponte decidiamo di dedicarci oggi alla parte meridionale dell’isola, per cui deviamo subito sulla 851 verso villaggio di Isleornsay nella penisola di Sleat, invogliati dalla descrizione della guida. In effetti la baia del vecchio porto principale dell’isola è proprio bella. Non ci spingiamo oltre e torniamo indietro per deviare nuovamente sulla 8083 verso Elgol. In questo caso arriviamo fino in fondo e ne vale la pena, soprattutto per il percorso in mezzo agli appuntiti Cuillin da un lato e alle tondeggianti Red Hills dall’altro. Per arrivare ad Elgol ci vuole almeno un’oretta di single track. Il paese non ha particolari attrattive, ma dal porto la vista spazia fino all’isola di Soay verso cui partono numerose gite in barca di varia durata per avvistare animali vari. È ormai primo pomeriggio così decidiamo di iniziare a prendere la strada di Staffin verso il nostro b&b. Ci fermiamo prima però a Portree, carina, soprattutto la zona del porto. Proseguiamo verso nord sulla 855 che costeggia dei bei laghetti e ci fermiamo all’Old Man of Storr. Ci incamminiamo sotto il sole, infatti pare terminata da poco un’opera di disboscamento (cosa che abbiamo osservato in varie zone della Scozia), mentre la nostra guida non proprio recente parlava di passeggiata nel bosco. La salita è abbastanza ripida e volendo si può arrivare molto vicino all’Old Man e proseguire oltre in un percorso circolare. Ripartiti facciamo qualche sosta in punti panoramici, in particolare alle belle Falls of Lealt e al pluricitato Kilt of Rock, che però, come spesso accade per le attrazioni tanto decantate e attese, ci delude un po’. Finalmente arriviamo a Staffin ed al nostro b&b. Siamo ai margini del Quiraing di fronte ad una bella baia. Il paese in sè consiste in un po’ di case sparse, non esiste un vero centro. A noi è piaciuto molto pernottare in questa zona, bisogna però tenere conto che offre pochi servizi e le possibilità per la cena sono molto limitate. Noi ci siamo trovati bene al Columba 1400 (http://www.columba1400.com/), convenzionato col b&b e di cui scopriremo l’interessante progetto sociale che ci sta dietro. Se si riesce ad avere uno dei due tavoli sulla terrazzina si ha anche una bella vista. Volendo poco oltre c’è anche un ostello in ottima posizione che dispone anche di camere doppie (http://www.hostelflodigarry.co.uk/).

10° giorno: 11 luglio

ISOLA DI SKYE

Oggi vogliamo partire con una camminata, per cui, seguendo le indicazioni di Greg del b&b, prendiamo la stradina che si inoltra nel Quiraing e parcheggiamo in uno spiazzo che alle 9 è ancora vuoto. Possiamo così goderci in solitudine una bellissima (e semplice) camminata in mezzo alle cime ricoperte di verde ed alle capre, ferdonodci ogni minuto per fotografare il panorama da punti diversi. Davvero rilassante. Al ritorno incrociamo molte persone ed il parcheggio è ormai pieno. Facciamo la stradina al contrario per percorrere tutta la strada costiera in senso antiorario. Passiamo davanti ad una Tearoom molto molto carina, ma siamo fuori orario (http://www.smallandcosyteahouse.co.uk/). Tappa successiva è la visita allo Skye Museum Island Life, gestito da gente del posto, è la ricostruzione della vita sull’isola un secolo fa. Consigliato. Nel cimitero di fianco, volendo, si può vedere la tomba di Flora MacDonald. Passiamo attraverso Uig e ci dirigiamo verso Stein nella penisola del Waternish. Stein è un paesino minuscolo, dove pranziamo nel cinquecentesco pub Stein Inn, io con il tipico sandwich con polpa di granchio. Meta successiva è la Coral beach, cui si arriva seguendo le indicazioni per Claigan e poi con una breve passeggiata. Un po’ deludente perché non era proprio così “caraibica” come avevamo letto, ma credo dipenda dalla corrente del momento. Comunque bellina anche per un pranzo al sacco sulla riva o sul promontorio di fianco. Tornando, all’altezza del Dunvegan Castle, accostiamo per vedere un sacco di foche in lontananza, quelle che col biglietto per il castello e giardini si possono vedere da vicino in barca. Avremmo voluto andare poi anche al faro di Neist Point, ma sappiamo che lì la camminata sarebbe stata abbastanza lunga ed impegnativa (e di fari ne abbiamo visti parecchi ormai!), così preferiamo proseguire per la 863 per un altro giretto a Portree. Prima però seguiamo le indicazioni per la distilleria Talisker, in bella posizione in riva al lago Harport. Mentre un po’ di gente aspetta per la visita guidata, noi preferiamo seguire i cartelli verso una tea room (Wee tea room)… finalmente! e non ci fu scelta più azzeccata… una casetta di legno con tavoli all’aperto in mezzo alla valle, unica costruzione a perdita d’occhio, gestita da marito e moglie. Super. Passeggiata al molo di Portree e rientro a Staffin per cena.

11° giorno: 12 luglio

SKYE-GLENCOE

Partiamo di mattina presto, ci mettiamo un po’ ad arrivare al ponte, la strada è abbastanza trafficata. Decidiamo di fermarci all’Eilean Donan Castle (quello di Highlander), lo ammiriamo da fuori e stavolta decidiamo di visitare pure gli interni, almeno uno bisogna! Siamo a metà luglio e i turisti sono già tanti, per cui c’è un po’ di intasamento nelle varie stanze. Carino, non posso però fare paragoni. Proseguiamo per un po’ lungo la A87 e facciamo una prima deviazione verso la cabinovia per il Ben Nevis. Giunti lì vediamo in cosa consiste la salita e, con tutto il rispetto per il Ben Nevis, vivendo noi vicino alle Alpi, ci diciamo che quanto a montagne abbiamo visto di meglio. Deviamo poi sulla A830 verso Glenfinnan. Qui ci fermiamo sia per vedere il viadotto a 21 arcate su cui passa spesso il treno della West Highland Railway, sia per visitare la mostra sulla disfatta di Culloden e Bonnie Prince Charlie presso il centro visitatori, è piccolina e solo in inglese (e gaelico), ma interessante. Compresa nel biglietto c’è anche la salita sul monumento dedicato, con vista sulla zona. Facciamo anche un salto al Glenfinnan Station Museum poco più avanti, ma non lo visitiamo perché troppo impegnativo tutto in inglese. Di fianco ci sono un due vecchie carrozze, allestite una a caffè ristorante con torte casalinghe, l’altra a bunkhouse con dieci posti in letti a castello.

Torniamo indietro da dove siamo venuti e proseguiamo poi sulla A82, attraversando Fort William che si presenta come una grande cittadina, fino a Glencoe, meta finale. Il villaggio è piccino, non esiste un centro. Scaricati i bagagli andiamo a piedi a prendere una birra ad un pub ristorante vicino e poi ci dirigiamo in auto verso il pub che avevo già individuato su internet e che anche la giovane e simpatica padrona di casa ci consiglia. È il Clachaig Inn (http://www.clachaig.com/), pub immerso nella valle con solo i monti attorno. Ci sono tavoli all’aperto, un lounge bar e, nel retro un pub “più serio”, dove si possono degustare, oltre a molte birre, vari whiskies. Consigliato innanzitutto per la location, che consente una bella passeggiata post cena lungo il fiumiciattolo ed addirittura, nel nostro caso, un incontro ravvicinatissimo con un cervo che mangiava noncurante di tutte le persone attorno. Il cibo è nella media. È anche possibile pernottare in belle camere, a vedere il sito.

12° giorno: 13 luglio

GLENCOE -DUNFERMLINE

Oggi, lasciando Glencoe, cambiamo itinerario all’ultimo perché preferiamo avere più tempo per visitare Edimburgo. Così, anziché passare da Oban e poi lungo il Loch Lomond, Luss e Inveraray come previsto, prendiamo la A84 con una piccola deviazione sull’interno prima di Callander per vedere i Trossachs (che però non ci dicono molto, almeno al confronto con quanto visto fin ad allora) per poi dirigerci a Stirling e visitare dopo tanto tempo una cittadina! Lì andiamo prima a visitare il monumento a William Wallace, ossia una torre da percorrere con scala a chiocciola che in 3 sale racconta molto bene (audio guida in italiano) le vicende di questo eroe nazionale e l’origine del monumento stesso e che offre dalla cima una visuale ampissima sulla regione. Dopodiché ci dirigiamo verso il centro (lasciamo l’auto in un grande parcheggio a pagamento annesso ad un centro commerciale) e giriamo l’Old town ed il centro attuale, tutto molto carino. Anche qui castello solo dall’esterno, ma per chi apprezza credo meriti la visita. Avendo tempo si possono visitare anche le prigioni, definite “le peggiori di Scozia”. Dopodiché ci muoviamo in direzione di Curloss, con l’intento di trovare anche una sistemazione per la notte il più vicino ad Edimburgo. La zona però non offre molto (a Curloss ce solo un b&b che pare carino, ma al cui campanello non risponde nessuno), in effetti non ci sono tanti motivi per prenderla come base/tappa, almeno a prima vista, e così ci accontentiamo di un b&b nel centro un po’ più grande, Dunfermline, per poter tornare a vedere il paesino di Curloss. Questo è proprio come avevo letto, ossia “pittoresco”, con scorci e viuzze molto belli. Diciamo che sembra un po’ fuori contesto, con le ciminiere dall’altra parte del Firth come skyline, ma se si riesce ad estraniarsi dal brutto paesaggio circostante, sembra di essere in un paesino di una verde valle come quelle viste fino al giorno prima. Noi ci arriviamo alle 17,30 circa, ora in cui i centri piccoli sembrano disabitati. Dopo il giro del borgo prendiamo la nostra solita birretta pre-cena nell’unico pub del posto, questo pieno di gente. E poi cena a Dunfermline.

13° giorno: 14 luglio

DUNFERMLINE-EDIMBURGO

Di mattina presto ci dirigiamo verso l’aeroporto per restituire l’auto e poi col bus 100 andiamo al b&b a posare le valigie e da lì in 10 minuti, verso le 11,15, siamo sul Royal mile. Questa giornata è dedicata alle mete classiche della capitale, per cui il Royal mile, l’originale nuovo Parlamento (purtroppo però di domenica non è visitabile), l’Holyrood Park, dove sarebbero possibili tante belle passeggiate, ma ne abbiamo già fatte tante… Saliamo però alla Calton Hill dove ci sono alcuni strani monumenti (tra cui un simil Pantheon) per poi scendere e gironzolare nel quartiere di Broughton, che la guida dice essere giovane e trendy. Percorriamo Rose street, zona di vecchi pub, dove degustiamo una birra, e infine ci dirigiamo nella zona ai piedi del castello, scendendo per Victoria street, piena di negozietti carini meno turistici di quelli del Royal mile, fino a Grassmarket, sede dell’antico patibolo e dove oggi si susseguono vari pub di lunga data, dove ceneremo entrambe le sere.

14° giorno: 15 luglio

La mattina è dedicata alla visita della Rosslyn chapel, per me davvero bella. Se poi avete la fortuna (credo ne abbiano poche a disposizione) di avere l’audioguida in italiano (compresa nel biglietto e fatta benissimo), potrete apprezzare davvero ogni particolare di questa magnifica creazione (la cappella della Vergine era in restauro, ma qualcosa si riesce a vedere). Noi ci siamo andati col bus 15. Il tragitto prende 35-40 minuti e la visita almeno 1 ora e mezza. Al ritorno restiamo sul bus fino alla prima fermata di Portobello, così vediamo la spiaggia cittadina e poi ci dirigiamo a piedi verso il quartiere di Leigh… non è stata una grande idea, abbiamo camminato per più di mezzora lungo una statale in mezzo alle fabbriche, ma alla fine siamo arrivati allo Shore, ex porto oggi riqualificato con ristorantini di pesce e nuove abitazioni. Lì vicino c’è la Britannia, un tempo nave reale, oggi museo. Inoltrandosi nelle viuzze si arriva nel quartiere di Leigh di cui consigliamo la “visita” per farsi un’idea dell’altra Edimburgo. È qui che Welsh ha ambientato il libro “Trainspotting” (esiste anche un “Trainspotting tour”, tenuto dall’ex cappellano del carcere). Per rientrare in centro abbiamo percorso tutto il lungo Leith walk, consigliato anche questo. Prima di rientrare al b&b prima della cena abbiamo deciso di completare il quadro percorrendo anche le vie della New Town (Queen e George street) ed allungare il rientro passando per il Dean Village di cui la guida (Rough guide, consigliata come sempre) diceva un gran bene. E in effetti questo villaggio di ex opifici nella città ci è piaciuto davvero tanto, passeggiando in mezzo a case di pietra costruite sulle sponde di un fiumicciatolo sembrava di essere da un’altra parte e non nella capitale scozzese.

Il castello ci siamo limitati ad ammirarlo da fuori (bella la prospettiva dal basso da Grassmarket). Avrei voluto visitare il giardino botanico e le serre chiuse, ma non c’è stato il tempo.

Le tappe le avevo pensate in modo tale che fossero “umanamente sostenibili”, senza dover stare tutto il giorno in macchina e arrivando al b&b prenotato in un orario tale da potersi godere anche la meta finale del giorno. A posteriori posso dire che l’obiettivo è stato raggiunto. Consiglio anche il giro antiorario tenendo Edimburgo come ultima tappa del viaggio, per riabituarsi gradualmente al clima cittadino. Come ho scritto più volte, cammin facendo si sono resi necessari dei “dolorosi” tagli di itinerario, perché i tempi di percorrenza sono effettivamente lunghi sia per il tipo di strade sia per le numerose soste. Nel programmare le tappe bisogna tenere conto di alcuni aspetti: viene buio molto tardi e al nord non è mai buio del tutto; nei posti piccoli si mangia entro le 20, altrove entro le 21-21,30 massimo; i b&b in genere tengono il posto fino alle 18, ma avvisando si può arrivare anche dopo.

B&B

Li avevo prenotati tutti dall’Italia circa 2 mesi prima per poterli selezionare bene in base al rapporto qualità/prezzo. Le fonti sono stati i racconti di TpC, il sito visitscotland.com e tripadvisor. Nessuno ha chiesto un anticipo, solo quello di Edimburgo ha chiesto i dati della carta di credito come garanzia, gli altri han chiesto solo un conferma a circa una settimana dall’arrivo previsto. Circa il dilemma prenotare/non prenotare possiamo dire che a luglio i “no vacancies” prevalgono nettamente sui “vacancies” un po’ ovunque, nei centri abitati, ma anche fuori. Certo se non si va in alta stagione, se non si hanno pretese sul luogo ed il livello di pulizia e non si hanno problemi di soldi, allora si può anche andare serenamente allo sbaraglio e qualche cosa prima o poi si trova. Il costo medio è sui 60£, magari quelli reperiti sul posto che non sono su internet vengono un po’ di meno. Per chi considera il campeggio, abbiamo visto dei campeggi attrezzati davvero ben ubicati, ma soprattutto vigono ovunque campeggio e campering liberi!

Dundee: Cullaig guest house, www.cullaig.co.uk (£55, matrimoniale en-suite). In cima ad una strada in salita a dieci minuti a piedi dal centro. Camera pulita e abbastanza spaziosa, proprietario simpatico, colazione standard.

Stonehaven: Harbour side, www.harboursidestonehaven.co.uk (£60 matrimoniale en-suite). Sul graziosissimo porticciolo del paese (senza vista, ma forse l’altra camera ce l’aveva), centro della vita sociale del paese stesso, grazie a due bei pub. Camera e bagno spaziosi e puliti. Proprietario essenziale, il meno socievole che abbiamo incontrato, comunque cortese. Colazione standard. Wifi.

Inverness: Castle view guesthouse, www.castleviewinverness.co.uk (£64, matrimonial en-suite). Posizione centralissima sul lungofiume sotto il castello. Camera e bagno spaziosi e puliti. Proprietario gentilissimo. Colazione standard. Wifi.

Brough (vicino Dunnet head): Burifa, www.woodturning.uk.com (60£, matrimonial en-suite). Il top della vacanza! Dal sito non si intuisce la bellezza del posto, della casa e della camera. Questo è il paesaggio che più ci è rimasto nel cuore, perché il più sperduto (infatti ci abbiamo messo un po’ a trovarlo), vicinissimo a Dunnet head e vicino a Duncasby Head, due punti magnifici (specialmente al tramonto, cioè verso le 10 p.m.) anche per chi ha già visto tante scogliere! A ciò si aggiunge una casa fantastica con due padroni di casa, Liz e Michael, molto simpatici e disponibili. Anche la colazione è eccezionale per contenuto (oltre al solito, frutta, yogurt, marmellate fatte in casa…) e luogo. Camera semplicemente splendida con parete-finestra su scogliera e bagno spaziale. Unico neo, ma benvenuto in linea con il contesto… niente wifi.

Durness: Hillside B&B, www.hillside-durness.co.uk (£65, doppia en-suite). Altro posto molto piacevole, peccato starci solo 1 notte, anche qui la bellezza del paesaggio e l’ospitalità dei padroni di casa fanno la loro parte. Casa stile baita moderna, camera e bagni un pò piccini ma arredati con gusto e pulitissimi, buona colazione e proprietario Tony molto simpatico e prodigo di informazioni utili per il viaggio. Wifi ottimo.

Ullapool: Riverview B&b,www.riverviewullapool.co.uk (£70, matrimoniale en-suite). Come dice il nome sul fiume, a due passi dal porto. Camera e bagno pulitissimi e abbastanza spaziosi. Giovane padrona di casa Nadine, gentilissima, con tanto materiale su ciò che offre la zona. A pari merito con Burifa vince il premio di migliore colazione: ha un vero e proprio menù con tante proposte sfiziose (io ho preso uova e salmone ed ho mangiato il mio primo porridge, buono!). wifi ottimo.

Plockton: Nessun dorma, www.plockton.com/accommodation/bb/nessun_dorma.php (£48, doppia en-suite). Un po’ fuori dal centro del paese. Nulla di eccezionale, ma costa anche un po’ meno. Comunque pulito, almeno la camera. Wifi.

Isola di Skye, Staffin: Achtalean b&b, www.achtalean.co.uk (60£, matrimoniale con bagno esterno privato. Le altre due camere ce l’hanno interno). Altro posto splendido, ai piedi del Quiraing, con bella vista dalla finestra della camera e della sala colazione. Proprietari Greg e Susan molto simpatici e gentili. Lui è un alpinista esperto e quindi fonte di informazioni utili. Anche qui colazione super con frutta fresca, compresi frutti di bosco! Wifi ottimo.

Glencoe: Morven b&b, www.morvenbnb.com (£50, matrimonial en-suite). Anche questo b&b ci è piaciuto tanto. È un bel cottage di montagna pulito e arredato con gusto con tante pezzi in legno fatti dal proprietario stesso. Colazione con vista monti e buona, anche se noi eravamo ormai un po’ provati da tante scottish breakfast per apprezzarla appieno. Giovane padrona di casa, Freddie, simpaticissima. Camera mansardata enorme con vista monti. Wifi ottimo.

Dunfermline: B&B senza nome…questo è stato l’unico posto reperito sul campo e…mi ha convinto ancora di più dell’opportunità di prenotare prima! Infatti lasciava molto a desiderare per scarsa pulizia, colazione fai da te in tinello minuscolo e disordinato, stanza piccola, viuzza imboscata, tutto questo al costo di 50£, come altri b&b invece magnifici. A onor del vero devo dire che eravamo in una zona molto povera di offerta perché non molto attraente, cioè la parte sud del Fife, ed era un giorno con un importante festival musicale in zona per cui il poco che c’era era tutto occupato.

Edimburgo: Capital westend, www.capitalwestend-guesthouse.co.uk (50£, doppia en-suite). Questo è un appartamento moderno con 3 camere (due doppie ed una da 6 letti singoli) e una spaziosa cucina a disposizione di tutti. In questo caso quindi la colazione non è prevista (vicinissimo c’è uno Sturbuck’s) ed in generale il servizio è più essenziale (ma ad esempio gli asciugamani sono comunque forniti). Per noi è stata una sistemazione ideale per vedere Edimburgo. Noi avevamo l’unica camera con bagno in stanza, tutto molto piccolo, ma pulito e funzionante. Per dormirci e basta più che sufficiente! Proprietario Myles molto gentile e discreto. Wifi ottimo.

Varie

Volo: Abbiamo volato con Easyjet da Malpensa, strapagando il volo a 230 euro a testa a/r, ma ormai ci eravamo fissati con la meta! Con Easyjet mi son sempre trovata bene, ma in questo caso sia all’andata che al ritorno c’è stato un ritardo di circa mezzora che ci ha sballato un po’ i piani.

Noleggio auto: abbiamo pagato 600£/728 euro per il noleggio di una Opel Corsa (categoria A, la più piccola), per 13 giorni di noleggio da aeroporto ad aeroporto, compresi 2° guidatore e supercasco. Abbiamo scelto Hertz perché dai preventivi online e telefonici pareva la più economica (per quanto cara rispetto ad altri Paesi). Altre volte mi ero trovata bene ma questa volta proprio no. Prima cosa, arrivati al desk dell’aeroporto il preventivo è aumentato di circa 300 euro. La variabile è sempre la supercasco di cui telefonicamente (non capisco bene perché) viene dato sempre un costo indicativo ma non preciso (alla faccia!), perché cambia da Paese a Paese. Mi ha molto irritato il comportamento della ragazza che ci ha seguito all’arrivo perché ha provato prima a proporre una categoria più grande (alla modica cifra di 45£ al giorno in più), poi sembrava fossimo degli incoscienti a non volere anche l’assicurazione per le persone piuttosto che il GPS e infine ha insistito più volte sul fatto che, riportando il serbatoio vuoto, sarebbe stato addebitato un costo del carburante più conveniente rispetto ai distributori fuori aeroporto, peccato che il fatto di riportare il serbatoio vuoto (che poi proprio vuoto è difficile che lo sia) sarebbe costato di per sé ulteriori 60£! Ultimo ciliegina, al rientro per un errore del computer (!) ci sono stati addebitati 25£ in più, errore poi corretto subito dopo il nostro reclamo con tante apologies. Col senno di poi avrei provato con l’Arnold Clark.

Guida a sinistra: assolutamente fattibile, ci preoccupava l’uscita dall’aeroporto, ma tutto è andato bene e dopo tre giorni e un po’ di km sembrava di essere scozzesi! Nessun episodio critico. Nell’organizzazione del viaggio abbiamo evitato di dover entrare in Edimburgo in auto.

Benzinai: anche andando al nord non abbiamo mai corso il rischio di rimanere a secco, basta non ridursi a serbatoio quasi vuoto. Quasi tutti accettano il bancomat, quelli BP non accettano circuito Maestro. Consigliamo di non aspettare di arrivare in aeroporto per fare l’ultimo pieno perché lì attorno non ci sono benzinai. Il più vicino che ci hanno indicato è uno Shell nel tratto Edimburgo-aeroporto, a 3 minuti dall’aeroporto.

Edimburgo-aeroporto: noi abbiamo preso il bus 100 (£6 a testa a/r) che passa 24h/24, di giorno ogni 10-15 minuti.

Meteo: non so se facciamo testo, visto che abbiamo beccato l’estate più calda dell’ultimo decennio e l’unica pioggia in 15 giorni è stata quella del giorno dell’arrivo. Temperatura media diurna di 20°.

Castelli: noi non siamo appassionati, per cui ne abbiamo visti alcuni selezionati da fuori e gli interni di uno solo, l’Eilean Donan Castle, carino, ma il punto migliore per goderne la vista è il parcheggio. Sicuramente il Dunnottar Castle è il più suggestivo, da vedere. Il Glamis tanto decantato non è il nostro genere, disneyano come ha scritto qualcuno, però bello passeggiare lungo i viali in mezzo al grande parco che lo circonda. L’Oldwick castle consiste in pochi ruderi ma la cornice è affascinante. L’Urquarth Castle da fuori si può saltare, ma per chi è appassionato degli interni credo meritino.

Considerato che il grosso neo di questo viaggio per noi è stato il costo complessivo, abbiamo deciso di risparmiare su questa voce, preferendo spendere piuttosto su escursioni naturalistiche.

Cibo: noi a pranzo cercavamo di risparmiare mangiando panini faidate e ci siamo trovati bene con la catena “Cooperative” che c’è un po’ ovunque e che ha dell’ottimo pane e anche dei buoni biscotti e muffin semi-casalinghi.

Sicuramente i giorni al nord, da Duncasby Head a Durness, sono stati la parte del viaggio che più ci è rimasta nel cuore, per cui il nostro personale consiglio, se il tempo a disposizione lo permette, è di spingersi fin là e di trascorrerci almeno una-due notti.

Se volete contattarci per informazioni più dettagliate, non esitate!



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