Scotland on the road
Quindi, soddisfatti i piaceri sportivi in London con un Wimbledon strepitoso, io e mio marito partiamo alla volta di Glasgow, non incontrando impedimenti per la strada, visto che si tratta di una nostra similare autostrada quella che ci accompagna fino a nord e in circa sette ore raggiungiamo la nostra prima tappa, Balloch, piccolo paesino sulle sponde del Loch Lomond, non distante da Glasgow. Per tutto il viaggio ci serviremo per dormire dei meravigliosi e onnipresenti B&B scozzesi senza aver prenotato nulla dall’Italia, ma per la prima notte abbiamo già una stanza che ci aspetta prenotata, per stare più tranquilli dopo i 700 km guidati. Balloch è un piccolo centro sul lago, molto tranquillo e con una vista spettacolare sulla parte sud del Loch Lomond. Ci arriviamo nel pomeriggio e dopo aver sistemato bagagli nel nostro B&B strepitoso immerso nel verde delle campagne adiacenti il paese (http://www.sheildaigfarm.co.uk/) e dopo aver riposato un’oretta ci spostiamo verso il paese per cenare al Duck Bay, un ristorantino in riva al lago molto carino, con un costo accettabile, consigliato da un’amica che caso vuole ha i parenti che vivono li. Ci fermiamo incantati ad ammirare un tramonto spettacolare riflesso su uno specchio d’acqua circondato da montagne. Quello dei laghi sarà un panorama molto ricorrente durante il viaggio, ma sarà che è la nostra prima serata in Scozia, il tutto sembra ancora più bello.
Ci svegliamo verso le otto il giorno successivo, e dopo aver gustato la nostra prima colazione scozzese nella veranda della farm completa di ogni ben di Dio e con una vista a dir poco rilassante, partiamo verso nord costeggiando il Loch Lomond, direzione Inveraray, dove visitiamo il nostro primo castello, ben curato sia all’interno che all’esterno, ancora abitato dalla famiglia del Duca di Argyll, appartenente al clan dei Campbell; il castello è molto carino, ma da subito intuiamo che la visita ai castelli ci costerà un capitale (minimo chiedono 10 pounds per l’ingresso). A Inveraray visitiamo anche la prigione, carina ma nulla di che.
Rimontiamo in macchina direzione Oban, una cittadina molto graziosa che si affaccia sul mare, con un grazioso porto da dove partono i traghetti per le isole vicine. Passeggiamo verso il porto dove incontriamo negozietti di souvenir e piccoli ristorantini, e fedeli alla nostra Lonely Planet, ci fermiamo in un chiosco non molto ospitale, con solo un tavolino all’esterno e distinguibile perché tutto verde, il Shellfish bar, avvicinandoci notiamo una marea di cose da mangiare, ovviamente pesce in ogni salsa e il simpatico ristoratore ci fa provare cozze appena cotte e altro. Optiamo per due sandwich al salmone e due ai gamberetti, buonissimi e ci godiamo il panorama insieme a quattro simpatici anziani che non fanno altro che sorridere!
Dopo esserci rifocillati e aver fatto una sosta-souvenir, ci incamminiamo alla volta della Oban Distillery, per visitare la distilleria di whisky del paese. Ahinoi non riusciamo ad aggregarci alla visita guidata alla distilleria, ma gustiamo comunque un ottimo whisky nello spazio dedicato alla degustazione. Proseguiamo alla volta del Dunollie Castle, un castello a circa 2 km dal centro di Oban, abbandonato e diroccato ma comunque a pagamento; terminata la breve visita al castello ci mettiamo in macchina direzione Fort William, sarà la nostra prossima tappa per dormire. Ci accompagna una strada meravigliosa ricca di scorci mozzafiato del Glencoe, ci fermiamo non so quante volte a fare foto per ammirare il panorama, che più si va avanti più ci incanta. Arriviamo a Fort William nel tardo pomeriggio, e troviamo il B&B Tigh na Drochaid, molto carino dove la proprietaria ci accoglie calorosamente (http://www.glennevisbb.co.uk). La cittadina è sovrastata dal Ben Nevis, il monte più alto della Scozia, che richiama molte persone per escursionismo. Il paese è abbastanza movimentato, soprattutto all’ora di cena lungo il corso principale, dove troviamo un pub per cenare, The Grog and Gruel, tipico stile english con musica e birra a fiumi.
Al risveglio, programmiamo il navigatore in direzione isola di Skye, con la fermata obbligatoria all’Eilean Donan Castle. Il tempo non è dei migliori, ma non ci lamentiamo visto che non piove e che la Scozia è ancora più caratteristica con la nebbia! Il castello è veramente suggestivo, collocato su un isolotto raggiungibile da un ponticello in pietra, alla confluenza di tre grandi laghi all’interno dei quali il castello si rispecchia. Entriamo ad ammirarlo, non prima di aver fatto mille foto al panorama e al suonatore di cornamuse che ci allieta con la tipica musica scozzese. Il castello è il più fotografato di Scozia, forse perché protagonista del famoso film Highlander. Molto suggestivo, lo giriamo in lungo e in largo, per poi ripartire alla volta di Kyle of Lochalsh, piccolo paesino da dove si imbocca il ponte che porta sull’Isola di Skye. Quest’ultima si presenta di una tranquillità disarmante, luogo giusto per trovare pace e serenità, ogni svolta e tornante ci propongono nuovi scorci da ammirare e ci fermiamo diverse volte per la strada che conduce a Dunvegan a fare foto alle meraviglie circostanti. Arrivati a Dunvegan, visitiamo l’omonimo castello (che di per se non è nulla di eccezionale, ma i giardini che lo circondano sono davvero belli e c’è anche la possibilità di fare una gita in barca per vedere le foche!), ma il nostro scopo è quello di raggiungere il vicino Neist Point e il suo faro. Chiediamo informazioni alla biglietteria del castello (visto che il punto non è per nulla segnato per strada e nelle cartine) e la signora ci spiega più o meno come arrivare. Quindi, imbocchiamo la stradina indicata e li inizia la vera Scozia… strada unica in mezzo al verde e alle pecore (che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio come fide compagne!) e passing place, i caratteristici passaggi che si incontrano sulle strade scozzesi a senso unico, necessari per il passaggio in entrambi i sensi. Ci immedesimiamo subito nelle abitudini scozzesi, salutando e ringraziando chi ci aspetta per passare e a nostra volta aspettando le macchine per farlo passare. Mio marito a fine vacanza sarà soprannominato “passing place man”! Dopo circa 1 ora e mezzo di cammino, la strada diventa sempre più impervia e spettacolare, lake e montagne ad ogni tornante, nessun segno di civiltà se non qualche pecora e qualche abitante del luogo che lavora all’interno del proprio giardino. Arriviamo ad un piccolo parcheggio ed è da li che si raggiunge il Neist Point, percorrendo un sentiero di circa 30 minuti facilmente percorribile, che si apre sulla scogliera e sul faro oramai abbandonato. La sensazione è indescrivibile, non riesco a smettere di fare foto e di ammirare quello che abbiamo intorno. Forse il posto più bello visitato in Scozia. Dopo due ore abbondanti, ci decidiamo a ripercorrere a ritroso la strada fatta la mattina e a raggiungere Portree, dove pernotteremo sull’isola. Il paesino è molto accogliente e carino, soprattutto la zona del porticciolo che raggiungeremo in serata per gustare una cenetta a base di pesce al Pier Hotel, locale molto piccolo ma che mi sento di consigliarvi, per la gentilezza della cameriera e per l’ottimo pasto consumato. Portree è il centro più grande sull’isola, quindi è preferibile arrivare presto per ricercare un B&B, noi arrivati li alle 18 abbiamo trovato difficoltà nel trovare un posto per dormire (dopo averne visitati una decina, l’ultimo è stato cosi gentile di accompagnarci da un suo amico che aveva delle camere libere!
La mattina ha l’oro in bocca e dopo una gustosa colazione, di nuovo “in sella” alla nostra fida macchina ripartiamo per raggiungere il nord della Scozia. La giornata non è delle migliori, ma anche con la pioggia l’atmosfera è davvero surreale, ad ogni angolo ti aspetti che esca un highlander vecchio stile… decidiamo di non percorrere la strada più trafficata ma di rimanere lungo la costa per quanto possibile, le strade non sono un granchè ma quello che ti offrono a livello di panorama ti ripagano di tutto. Superata Ullapool, puntiamo ancora più a nord con l’idea di raggiungere per sera Durness e Tongue, non prima di aver raggiunto il Stoer Lighthouse. La strada per raggiungerlo non è ben segnalata, ma grazie alla mappa cartacea che assiste il nostro navigatore (che non aveva trovato la svolta giusta!) entriamo in una stradina impervia (dove non possono transitare i camper, okkio!) che ci catapulta in un mondo parallelo. Un susseguirsi di piccoli laghi, saliscendi di un verde intenso, piccoli agglomerati di case di artisti come scultori e pittori spersi nel nulla pecore che transitano lungo la strada ad una corsia e che ti guardano come per salutarti, scorci meravigliosi… Ci fermiamo non so quante volte lungo il cammino, e dopo circa 1 ora e mezza di macchina, arriviamo al faro all’ora di pranzo… certi di trovare il nulla o solo qualche temerario come noi… con i morsi della fame ci arrendiamo al fatto che non pranzeremo visto che non abbiamo incontrato nemmeno un piccolo negozio per comprare qualcosa da mangiare nel raggio di 200 km… ma arrivati davanti al faro, ci siamo solo noi… e un camioncino blu con un insegna davanti… che fa i panini! La signora è super simpatica, mio marito entra dentro il camioncino e come se fosse a casa sua inizia a chiacchierare con la tipa e ordina due ottimi hamburger che ci mangiamo seduti su una panchina panoramica con una vista mozzafiato sul faro e sulle scogliere… che pranzo indimenticabile! Evitiamo di arrivare al punto panoramico dello Stoer, visto che il tempo scorre e che ci siamo prefissati di raggiungere Tongue… dove arriviamo nel tardo pomeriggio, dopo aver viaggiato e goduto di panorami meravigliosi. Le spiagge del nord sono bellissime, il freddo e il vento ci attanaglia ma non possiamo non toccare il mare nel punto più a nord della Scozia! Raggiungiamo il B&B Tigh Nan Ubhal molto carino, e ceniamo al Ben Loyal Hotel a 50 metri… tipico hotel vecchio stile per pensionati, ma che ci impressiona con un menù eccellente. Usciti dal ristorante sono le 22 e c’è luce come se fossero le 8 di mattina!
Ripartiamo il giorno seguente lasciando il nord e dirigendoci verso Inverness… una piccola riflessione: se dovessimo rifare questo viaggio dedicheremmo molto più tempo al nord, soprattutto per gli amanti della natura ci sono posti davvero indimenticabili che meritano di essere visitati con maggiore attenzione. Arriviamo a Loch Ness poco prima di pranzo, per visitare il bellissimo Urquhart Castle che consigliamo se non altro per lo scorcio che offre sul lago più conosciuto di Scozia. Mangiamo qualcosa nel Victoria Market a Inverness, una graziosa cittadina delle Highland e proseguiamo per il Culloden Battlefied, dove visitiamo i campi di una delle più grandi battaglie della Gran Bretagna (il giro è troppo lungo e anche un po’ noioso, lo sconsigliamo!). Entriamo nell’Aberdeenshire che si presenta con paesaggi ancora diversi da quelli incontrati fino ad ora (sempre da levare il fiato!) e raggiungiamo nel pomeriggio Braemar, un paesino consigliatoci da una coppia di amici che è il punto di partenza per escursioni sul Cairngorms National Park. Visitiamo il castello dell’omonima cittadina, e dopo aver trovato un B&B delizioso (Cranford Guest House), raggiungiamo il centro del paese a piedi, godendo della tranquillità di questo gioiellino nel centro della Scozia. Su consiglio di altri TPC decidiamo di mangiare al The Gathering Bistrò, un locale veramente carino che rimane proprio sull’incrocio tra la strada principale e quella che porta al centro del paese. Il menù è molto raffinato e pieno di cose sfiziose, ci rilassiamo alla grande davanti al camino e ci gustiamo un ottimo pasto, con una spesa non eccessiva.
Dopo una dormita e una colazione al top, riprendiamo il nostro itinerario visitando il Balmoral Castle a Ballanter, ovvero la residenza estiva della regina d’Inghilterra, che dista appena 20 minuti da dove abbiamo dormito. La residenza è ancora abitata dalla regina nel periodo estivo, per cui sono pochi gli ambienti visitabili ma i giardini e il bosco che circondano il castello sono molto belli e valgono il prezzo del biglietto, in due orette siamo di nuovo in strada per proseguire per Aberdeen e raggiungere la costa. Il sole ci assiste e arriviamo per pranzo al Dunnottar Castle, forse il castello più suggestivo visitato finora. Nella pratica non è altro che un rudere, sono in piedi solo pochi resti di quello che un tempo deve essere stata una delle più importanti roccaforti scozzesi, ma l’atmosfera che si percepisce è magica, sarà per colpa del tipo in kilt e cornamusa che suona lungo il sentiero che porta al castello. Dopo un paio di orette a girovagare per le rovine decidiamo di rimetterci in macchina direzione Stirling, dove pernotteremo. Visitiamo il castello (niente di che) da dove si ammira il panorama sulla città e in lontananza notiamo il Wallace Monument, che non visiteremo causa orari improponibili. Troviamo riparo per il notte al Forth Guest House B&B, dove ci accoglie un grazioso vecchietto che ci accompagna in una camera veramente retrò, ma dotata di ogni confort. Il B&B non dista molto dal centro del paese, che non è il massimo ne per locali e ne per atmosfera, tentiamo di mangiare in un pub del centro pieno di gente che si scola pinte di birra, ma la cameriera dopo averci fatto sedere ci avverte che la cucina sta chiudendo. Li salutiamo e ci dirigiamo in un altro dei pochi locali rimasti aperti, consumando un veloce pasto con l’idea di andare a dormire e ricaricare le pile.
La vacanza volge al termine, e come tappa finale ci aspetta la sorprendente Edimburgo. Non mi aspettavo mi stupisse cosi positivamente, da foto e immagini mi immaginavo una città cupa e sempre immersa nella nebbia, ma le mie impressioni si sono totalmente capovolte, complice forse il sole incontrato il primo giorno che ci ha permesso di visitare la parte del porto con la Britannia (la nave della regina oramai dimessa), la zona intorno al Carton Hill, dove si ammira tutta la città dall’alto, e il centro della città, dalle viuzze più caratteristiche fino ad arrivare al castello.
Il secondo giorno ci siamo dedicati alla visita del castello, che si mi ha impressionato ma mi aspettavo qualcosa di più. Deve essere meraviglioso nel periodo del Edimburg Military Tattoo, una delle rappresentazioni più importanti di Edimburgo insieme al Fringe Festival, ma ahinoi non abbiamo potuto godere di nessuna delle due manifestazioni. Il pernotto a Edimburgo era stato prenotato dall’Italia con booking, non mi sento di consigliarvelo perché non era molto pulito e non rispecchiava affatto la descrizione del sito (si tratta del Balmore Guest House).
Termina cosi la nostra splendida avventura nelle highlands scozzesi, un viaggio che consiglio a tutti, all’insegna della natura ma anche della storia e della cultura, scorci e sensazioni che rimarranno per sempre nel mio cuore!