Scoprendo di parte di Messico on the road

Il nostro tour, totalmente on the road con guida alla mano, si focalizza nella parte nord est del Messico : Quintana Roo, Yucatan, Campeche e Isla Mujeres. Era il nostro viaggio di nozze, avevamo poco meno di 10 giorni, e volevamo cercare di fare non solo turismo itinerante ma anche un po' di mare... E ci siamo riusciti in pieno!!! Dopo tre giorni...
Scritto da: ladymarian82
scoprendo di parte di messico on the road
Partenza il: 10/06/2009
Ritorno il: 20/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Il nostro tour, totalmente on the road con guida alla mano, si focalizza nella parte nord est del Messico : Quintana Roo, Yucatan, Campeche e Isla Mujeres. Era il nostro viaggio di nozze, avevamo poco meno di 10 giorni, e volevamo cercare di fare non solo turismo itinerante ma anche un po’ di mare… E ci siamo riusciti in pieno!!! Dopo tre giorni trascorsi a New York, partiamo in aereo per Cancun, dove abbiamo prenotato la nostra macchina con l’agenzia EasyWay, non è delle più famose e ci era stata dipinta positivamente dai vari forum… Ma credo che alla fine la fregatura sia sempre dietro l’angolo…Ti prenotano una macchina per poi consigliartene un’altra con caratteristiche diverse e migliori sul momento, tu sei stanco e provato e vuoi solo metterti in viaggio, e alla fine accetti sperando di trovarti bene… A parte una ruota bucata la prima sera, noi non abbiamo avuto problemi con la nostra Nissan Tsuru, ribattezzata la Zozzuru, auto appena decente ma con aria condizionata da bomba, pagata 190 euro per 9 giorni, un bell’affare!).

Appena presa la macchina ci mettiamo in viaggio per Tulum, dove la nostra guida ci segnala delle belle cabanas sul mare, sulla Carrettera per Boca Paila. Lì vogliamo riposarci un paio di giorni prima di iniziare il viaggio verso l’interno, e infatti, quasi per caso, finiamo in un complesso di cabanas al km 8, Uno Astrolodge, davvero naturale e tranquillo, gestito da due giovani molto freak peace and love, con bagni ecologici, senza elettricità, che si affaccia su una spiaggia cristallina e deserta piena di palme. Il costo si rivelerà il più elevato di tutte le strutture visitate durante il viaggio (95 dollari per una cabana doppia, inclusa prima colazione abbondante), ma ne varrà decisamente la pena, per l’atmosfera vissuta e la pace trovata. In quei due giorni abbiamo visitato le rovine di Tulum (belle sì, ma meno di quelle di cui vi parleremo dopo!) e abbiamo fatto un’escursione di un giorno intero nella Biosfera di Sian Ka’an (prenotata direttamente in una community a Tulum Pueblo, anche quella sui 90 dollari, comprendeva la visita alle rovine di Muyil, una passeggiata nella giungla, un lungo viaggio nella laguna in barca, il “floating” sull’acqua, bagno nel bellissimo e profondissimo cenote Escondido, colazione e pranzo).

Il 13 partiamo di mattina presto per Valladolid, e ci fermiamo a visitare le rovine di Cobà: ve le consiglio perché sono meravigliose! Si possono visitare comodamente seduti su un trici taxi, per alleggerire la stanchezza dovuta all’afa e all’estensione del sito (costo sui 180 pesos, una decina di euro). La piramide più alta (42 metri, più alta di quella di Chichen Itza!) si può scalare e la vista dall’alto della selva è meravigliosa! Dopo la sosta a Cobà ripartiamo per Valladolid, dove troviamo alloggio presso il Meson del Marques, delizioso hotel sullo Zocalo, economico e pieno di comfort. Pranziamo in un comedore al mercatino accanto e nel pomeriggio (tardo pomeriggio, perché qui fa decisamente più caldo che a Tulum e fino alle 16 si muore di sudore!) facciamo una passeggiata per la cittadina, che non ha attrattive particolari, ma è un ottimo punto di riferimento per chi da Cancun o Tulum vuole recarsi a Chichen Itza. Da segnalare la Chiesa di San Bernardino da Siena (si può visitare con guida) e la Chiesa di San Gervasio sullo Zocalo. Il 14 mattina partiamo presto per Chichen Itza, dove ci fermeremo verso le 10 per visitare le rovine, prima che si riempia di turisti. C’è da dire che noi abbiamo visitato il Messico in un periodo particolare, in parte per la bassa stagione in parte per la psicosi da influenza, e abbiamo sempre trovato posto negli hotel, le strade vuote, e i siti semi deserti. Così anche Chichen Itza si rivela silenziosa e tranquilla, almeno fino alle 11, quando inizia ad animarsi di Americani panciuti e caciaroni. Devo dire che al contrario di ciò che pensavo, il sito è davvero molto interessante, la piramide di Kukulkan è meravigliosa e imponente, e in generale tutto il percorso è da non perdere, anche se il caldo è talmente sfiancante da farti perdere subito la pazienza. Infatti noi dopo un paio d’ore siamo ripartiti!!! Verso le 14, dopo due ore di Carrettera 180 (in ottime condizioni, meglio della Autopista che vi verrà segnalata come “Cuota”, costa un sacco di soldi, è noiosa e manco tenuta bene! Voi prendete sempre la CF 180 “libre”, cioè libera da pedaggio, non vi pentirete) approdiamo a Merida e… Dio mio, che caos!!! E’ domenica, il mercato dello Zocalo è in piena attività, i banchetti aperti, fumi e odori di grasso e di fritto ci investono in pieno viso, il caldo aumenta ancora, e noi iniziamo a dare di matto. Dopo una passeggiata sullo Zocalo iniziamo a bramare un po’ di ombra, e ci fermiamo a mangiare in un banchetto qualunque; ciò che è sicuro è che, prendendo le giuste misure igieniche ed evitando le bettole e i luoghi troppo turistici, in Messico si mangia bene ovunque e non si può rimanere delusi! Dopo una visita al Palazzo Municipale che ospita dei bellissimi affreschi di un pittore contemporaneo, fuggiamo dalla troppo caciarona Merida (forse se avessimo avuto più tempo l’avremmo potuta apprezzare, ma essendo la nostra tappa reale Campeche abbiamo preferito fare toccata e fuga) e ci rimettiamo in viaggio per Campeche, lungo la solita CF 180.

Arrivati a Campeche, troviamo alloggio nell’hotel centralissimo America Centro, pulito, spartano, senza pretese, dall’aspetto un po’ cameratesco nelle stanze, ma più che dignitoso (per 560 pesos) e passiamo il resto della giornata a passeggiare per questa meravigliosa, accogliente, dolce, morbida, coloratissima e vivacemente discreta cittadina coloniale sul mare. Campeche è il posto giusto per fare pensieri leggeri, freschi, come il venticello che si alza la sera dal mare (peccato che il lungomare non sia balneabile, e nemmeno affascinante).

Ceniamo in un ristorante cubano con vista sulla Cattedrale dello Zocalo, e poi ancora camminiamo lungo le stradine rosa gialle celesti della città. Il giorno dopo ripartiamo verso le 10 circa, con destinazione Uxmal: eh sì, si torna già indietro, non riusciremo a spingerci fino a Palenque. Il mio maritino accusa dei dolori alla schiena e preferiamo non allungarci fino al Chiapas, e quindi scegliamo di fare gli ultimi giorni a Isla Mujeres. Partiamo per Uxmal quindi, percorrendo stavolta la strada interna detta “Ruta Puuc”, ovvero la strada delle rovine in stile puuc. E’ un bel po’ lunga ma attraversa vari paesini ed è ricca di curve e scorci graziosi. Ci siamo fermati a visitare il sito di Kabah (molto interessante e costa la metà degli altri siti, circa 2 euro!), e poi siamo finalmente arrivati a Uxmal nel tardo pomeriggio. Lì abbiamo alloggiato per circa 1000 pesos in un resort (Villa Arquelogicas) a 100 metri dalle rovine, che abbiamo visitato in orario di chiusura. Uxmal è davvero affascinante, piccolo, con pochi edifici ma imponenti, e sembra avvolto da un mistero tutto suo. La Piramide dell’Indovino è maestosa, e vederla di sera illuminata, durante lo spettacolo “LuzYSonido” (alle ore 20, un po’ buffo ma unico nel suo genere…), lascia il suo segno.

Il mattino dopo ripartiamo da Uxmal nell’intento di rientrare a Cancun, per poi imbarcarci per Isla Mujeres, ma la strada è più lunga di quello che pensassimo e dobbiamo fermarci per pranzo a Hopelchen, paesino sulla Ruta Puuc, dove mangiamo in un comedore fatiscente un ottimo pollo asado…Peccato per le mosche che girano intorno al nostro pasto! Dopo due ore e mezzo circa di strada dritta e sempre uguale, finalmente verso le 15 arriviamo a Cancun, ma ci allunghiamo direttamente fino a Puerto Juarez, dove la guida ci segnala il transbordador per la nostra Zozzuru per Isla Mujeres. Da Puetro Juarez (malfamata, sporca, trafficata) bisogna arrivare fino a Punta Sam, per prendere il traghetto, che con poco meno di 10 euro ci porta in questo Paradiso chiamato Isla Mujeres (attenzione agli orari dei traghetti, ce ne sono circa 5 dalle 6 di mattina alle 19 di sera, ed è meglio arrivare lì un po’ prima).

Il colpo d’occhio all’arrivo sull’isola è in parte meravigliato in parte deluso: ce lo avevano descritto come un posto “incontaminato e tranquillo”, invece ci sembra molto turistica e commerciale. Ma è solo un lato della faccia dell’isola, che si rivelerà anche per i suoi lati più naturali. Per le ultime tre notti decidiamo di strafare: dopo 1400km di strada e di hotelini dell’ultimo minuto, vogliamo fare le cose in grande, e rilassarci in un posto sul mare.

Troviamo il meglio, ma proprio il meglio; l’hotel Na Balam, un complesso di stanze sulla spiaggia ben curato, in una struttura immersa tra le palme ma con tutti i comfort e con un bel ristorante sulla playa norte. Decisamente il modo migliore per concludere la vacanza. La colazione è abbondante sulla playa la mattina, i lettini tutti per noi, il mare cristallino (molto più bello di quello di Tulum), e la pace che regna sovrana ci fanno rilassare fino al nostro rientro. Vi consiglio di pranzare sempre al “mercado municipal”, una struttura poco distante dalla playa norte: pesce fresco cucinato in tutte le salse a poco prezzo. La sera sarà invece inevitabile farsi trascinare in uno quasiasi dei locali turistici sulla Avenida Hidalgo o Juarez, sperando che non vi spellino troppo. L’ultimo giorno, probabilmente il più bello, abbiamo fatto una piccola escursione a Punta Sur, dove si trova il faro, e dove per 30 pesos si può visitare il piccolo parco naturale a picco sul mare: il nostro ultimo ricordo del Messico saranno le tartarughe marine giganti che si accoppiano lungo la corrente in mare aperto, uno spettacolo che non dimenticheremo mai.

La mattina dopo salutiamo la Isla, riprendiamo il traghetto delle 9.30 e torniamo in aeroporto, dove lasceremo l’auto e la meravigliosa terra Messicana, con la promessa di tornarci per visitare stavolta il Chiapas e la parte a ovest. E’ una terra meravigliosa, colorata, calda e accogliente, non lasciatevela sfuggire e vi prego, non perdetevi l’occasione di girarvela a fondo perché è semplice, e basta avere qualche soldo in tasca e un’auto per arrivare dove volete! Passare una settimana o più rinchiusi in un resort a Playa del Carmen a 5 stelle è un delitto! Evviva il Messico on the road!



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