Sardegna, non solo mare
21-22 Agosto
Partiamo in direzione di Civitavecchia dove a mezzanotte la nostra nave salperà per Olbia. Alle 06.30 sbarchiamo, un profondo respiro per incamerare finalmente aria buona e profumo di mare e in sella verso la prima tappa: Arborea. Soggiorneremo per cinque notti in una struttura molto particolare: L’Horse Country. Si tratta di un resort dotato di piscine, centro benessere, interminabile animazione ma soprattutto del maneggio più grande dell’isola. Non siamo degli appassionati, in realtà ci troviamo qui semplicemente perché abbiamo ricevuto una promozione molto interessante: il nostro soggiorno è infatti gratuito, l’unico obbligo sono 30 euro al dì a testa per la mezza pensione. L’idea è quella di sfruttare l’occasione solo come punto d’appoggio per poi spostarci nei dintorni sicuramente più interessanti. Tutta questa attenzione per il mondo dei cavalli però ci incuriosisce e così dopo aver trascorso qualche ora sulla spiaggia del resort, andiamo verso le scuderie. Sono presenti circa 80 esemplari, piuttosto docili e tranquilli, e basta questo per convincerci a prenotare per i giorni successivi una passeggiata come inizio e un paio di lezioni per conoscere più da vicino questo splendido animale( 15 euro a testa per ogni attività). Per la serata prendiamo parte, con un supplemento di 10 euro a persona, ad una cena tipicamente sarda a base di pesce. Pensavamo si trattasse di poco più di qualche assaggio ma ci sbagliavamo: porzioni enormi e squisite, la fregola alle arselle la pietanza più buona in assoluto.
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23 Agosto
Dopo colazione andiamo verso Tharros : antica città punico-romana fondata dai fenici, i cui resti vantano un’eccezionale posizione rivolta verso il mare. Rimangono due colonne dell’antico tempio e frammenti di terme, mentre molto ben conservate sono le strade: al centro delle stesse passava il canaletto fognario per portare le acque verso il mare e dove ai lati sono ben visibili gli stipiti per far scorrere pannelli di legno e buchi per i perni delle porte. Terminata la visita (7€ a testa) ci tuffiamo finalmente in un mare trasparente proprio li vicino. Non c’è molta gente, si sta benissimo. Trascorriamo qui gran parte della giornata. Facciamo un salto alla spiaggia di Is Arutas, la più famosa della zona ma fuggiamo in fretta perché affollata all’inverosimile! La sera ceniamo all’interno di una grande saloon, aperto solo il venerdì, facente parte di un’intera ricostruzione di un villaggio western che per l’occasione riprende vita più che mai. Anche qui abbiamo mangiato molto bene (sempre 10€ a testa di supplemento)e fino a scoppiare, dagli antipasti più sfiziosi ad un’ottima grigliata di carne . Per aiutare la digestione concludiamo con balli, ovviamente country.
24 Agosto
Alle 8.00 siamo in sella per la nostra passeggiata. La durata è di circa un’ora passando per la fitta pineta di Arborea prima e sulla spiaggia poi. In questa occasione non si fa molto perché i cavalli si limitano a seguire i capofila ma è stato un modo molto particolare di iniziare la giornata. A metà mattinata ci dirigiamo verso sud. Attraversando il ponte di un villaggio di pescatori chiamato Merceddì in poco tempo si arriva ad una spiaggia che a noi personalmente è rimasta nel cuore: Pistis. Un comodo parcheggio permette di lasciare la moto in sicurezza (2€ al giorno) e via verso il paradiso. All’inizio c’è uno stabilimento dove si concentra la maggior parte delle persone, basta però fare qualche metro a piedi per ritrovarsi isolati e con un mare talmente bello da far fatica a descriverlo. Passiamo diverse ore alternando bagni e sole ma non possiamo andar via troppo tardi perché alle 17.00 chiuderà il ponticello. A Merceddì si celebra infatti la festa di Nostra Signora di Bonaria (Santa Patrona) e dopo la processione ci sarà la sagra del pesce arrosto. Peccato essere passati di lì troppo presto per assaggiarlo ma facciamo comunque un bel giro tra una serie lunghissima di stand: dai prodotti tipici a quelli più classici.
25 Agosto
Puntuali sempre alle 8 per la prima lezione di equitazione. Rimaniamo un po’ spiazzati quando Zoya, la nostra insegnante, invece di farci montare subito in sella ci fa preparale il cavallo: insegna come strigliarlo, pulire gli zoccoli e sellarlo. Devo essere sincera, ha fatto quasi tutto Lab. Una volta pronti impariamo le basi: la partenza, le direzioni e gli stop. Può sembrare banale ma non lo è affatto. Tentiamo, dopo colazione, di arrivare a Piscinas ma purtroppo oggi il ponte di Merceddì rimarrà chiuso per tutto il giorno. E così dopo aver allungato di non si sa quanti chilometri per ritrovarci nel punto dove ieri eravamo giunti in dieci minuti e vedendo che dopo una serie infinita di tornanti mancano ancora 25 chilometri, rischiando di rimanere anche senza benzina (c’è il nulla in quel tragitto), rinunciamo. Andiamo a Torre dei Corsari ma troppo turistica. Pertanto dopo aver sostanzialmente girato a vuoto per gran parte della mattinata torniamo al nostro primo amore, Pistis. Oggi però c’è un gran vento e il mare è parecchio agitato, sono presenti infatti numerosi surfisti. Lab non si dà per vinto e come un bambino si diverte a giocare con le onde. Io, decisamente più fifona, rimango a riva per sfruttare la forza finale dell’increspamento per un bell’idromassaggio. Al rientro ci aspettano due trattamenti rilassanti prenotati al centro benessere. La sera all’interno del Pala Cavallo assistiamo ad uno spettacolo equestre dove tra i protagonisti figura la nostra maestra.
26 Agosto
Questa mattina altra lezione ma sono tutti un po’ nervosi: ieri sia insegnate che cavalli hanno fatto le ore piccole e sembrano molto disturbati dal fatto che alle 8 debbano essere già pronti. Arai, quello di Lab, ogni tanto scalcia, il mio, Aladino, non vuole muoversi e come può si ferma a mangiare l’erba. Tuttavia nonostante i numerosi rimproveri di Zoya per non saper gestire la situazione e qualche scalpitamento di troppo, riusciamo in poco tempo ad imparare tante cose, facendo di questa breve esperienza uno dei più bei ricordi di tutta la vacanza. Oggi il tempo non è un granchè, decidiamo di rimanere sulla spiaggia del resort che mette a disposizione lettini ed ombrelloni. Per la sera prenotiamo la seconda cena tipicamente sarda dove il protagonista questa volta sarà il maialino. Squisito.
27 Agosto
Salutiamo l’Horse Country per il prossimo soggiorno: l’isola di Sant’Antioco. Per raggiungerla commettiamo l’errore di percorrere tutta la statale 126: dopo Arbus solo ed esclusivamente tornanti , è vero che siamo in moto ma c’è un limite a tutto! Abbiamo prenotato per due notti al B&B “La Pineta”, da fuori un po’ anonimo, dentro delizioso. Ci piace da subito e considerato che nei dintorni c’è molto da vedere, chiediamo a Milva e Marco, i due gentilissimi proprietari, di poterci fermare ulteriori due notti. Non avendo camere libere ci propongono un appartamento che hanno nel seminterrato. Non è malvagio e per certi versi risulterà anche più comodo della stanza, accettiamo!( 80€ a notte nella camera,70€ nell’appartamento colazione inclusa). Dopo un’interessante panoramica su tutta l’isola fatta da Milva, andiamo in direzione delle spiagge. Ne scegliamo una di ciottoli: Turri. E’ di piccole dimensioni ma riparata molto bene dal vento, tanto che il mare è assolutamente piatto risultando più cristallino che mai. Prima di andar via visitiamo la torre che dà il nome alla spiaggia. All’interno c’è un ragazzo che ne illustra la storia: da quando fu fortezza a quando divenne residenza privata fino alla trasformazione in museo. Per la cena abbiamo sentito ben parlare della trattoria da Silvana dove per 22 euro c’è tutto un menù a base di pesce. Telefoniamo per avere indicazioni su come trovarla e approfittiamo per prenotare: scelta giusta considerato che è frequentatissimo. Molto spartano ma il rapporto qualità-prezzo è buono.
28 Agosto
Alle 9.45 a Calasetta ci imbarchiamo per l’isola di S.Pietro. Anche qui non corriamo subito verso il mare in quanto incuriositi dalla famosa mattanza del tonno. Vogliamo saperne di più e arrivati alle antiche tonnare partecipiamo ad un interessante visita guidata (5€ a testa). Ci viene spiegato nel dettaglio come avveniva e avviene la pesca, dai tempi remoti sicuramente più fiorenti a quelli di oggi. Il declino è dovuto principalmente da impedimenti dettati dalla Comunità Europea la quale non ritiene idonea la struttura a sostenere livelli troppo elevati di pesca. La spiegazione continua con l’individuazione delle singole parti del tonno, insieme ad utili consigli per imparare a leggere sull’etichetta quanto fresco possa essere il prodotto al momento dell’acquisto. Adesso però è necessario assaggiarlo. Ci fermiamo da “A Galaia” un ristorantino dove abbiamo mangiato davvero bene: porzioni abbondantissime per soddisfare in pieno la nostra voglia (55€), da non perdere il pasticcio alla carlofortina. A pancia piena facciamo un giro a piedi per Carloforte, l’unico centro abitato dell’isola. Il paesino è molto curato, le case sono tutte colorate e così ben tenute che sembrano essere state costruite ieri. Ripresa la moto è il momento delle spiagge. Ci dirigiamo verso quella più grande, La Caletta, diamo uno sguardo ma non sembra eccezionale. Tentiamo di parcheggiare in quella di Bobba, la più famosa per due colonne che emergono dal mare ma non c’è posto neanche per un mezzo a due ruote! La nostra attenzione è attratta ad un certo punto da un cartello che segnala la presenza di quel che fu un gayser (S.Pietro è di origine vulcanica). Non individueremo esattamente il punto ma seguiamo un sentiero a piedi, nemmeno troppo faticoso, che conduce a Lucaise. Davanti a noi si spalanca la meraviglia: un mare fantastico, una spiaggia sia di sabbia che di scogli dalla quale tuffarsi , piccole grotte da esplorare a nuoto e pareti rocciose a far da contorno con bellissime sfumature rosa. A poca distanza la vista delle famose colonne. Sulla strada del ritorno fotografiamo bellissimi fenicotteri e prima di riprendere il traghetto sostiamo per un rinfrescante aperitivo al Bar Napoleone ( €9,60),uno dei locali che si affacciano sul porto. La sera ceniamo presso il Pub Pierre sulla via centrale di Sant’Antioco, ordiniamo due pizze e due seadas che ancora non avevamo avuto occasione di assaggiare qui in Sardegna. Buonissime.
29 Agosto
Pronti per percorrere svariati chilometri in direzione di Chia (circa 80). Anche in questo caso non siamo certi di aver scelto la strada più consona per arrivare, ne avremo conferma al ritorno, ma una volta a destinazione ciò che si mostra è ancora una volta bellissimo. Quello che stupisce è che non si può certo affermare che una volta vista una spiaggia è come averle visitate tutte: i riflessi del mare cambiano ogni volta, dal verde smeraldo al celeste più chiaro così come i paesaggi intorno, a volte con dune sabbiose altri con sfondi rocciosi, il tutto quasi sempre incorniciato dalle storiche torri. Al momento di riprendere la moto, nonostante avessimo pagato il parcheggio, troviamo una multa da 41 euro. Il problema è che ogni due metri c’è un divieto di sosta e non è chiaro quale sia il punto dove ci si può fermare. Come noi molte altre macchine. Decisi questa volta a percorrere la strada giusta seguiamo la meravigliosa panoramica che si affaccia sulla costa. Fantastica. Ammiriamo dall’alto la superba Piscinni e non possiamo non scendere per un bagno all’interno di quella che è una vera e propria piscina. La sera prendiamo parte ad una cena organizzata da Marco e Milva (€25,00 a testa) dove non solo facciamo il pieno di pesce freschissimo appena pescato ma abbiano l’occasione di conoscere gli altri ospiti del B&B, tutte persone veramente simpatiche. Proprio una bella serata, anche questa da inserire tra le top ten del viaggio.
30 Agosto
Nuvoloni minacciano una grigia giornata. Pensiamo allora di visitare una delle miniere nei dintorni. Una coppia gentilissima , Umberto e Carmen, conosciuta appunto la sera prima, ci propone di andare insieme in macchina per evitare la pioggia in direzione di Porto Flavia. Senza saperlo arriviamo giusto in tempo per la visita guidata (8€ a testa). La stessa è tenuta da un minatore che conducendo all’interno della galleria sotterranea spiega che ci troviamo in una struttura dal particolare funzionamento, utilizzata per l’imbarco del materiale estratto dalla montagna. Oltre a descrivere l’andamento dei vari macchinari, sfoga tutta la sua rabbia nei confronti delle istituzioni per il fatto che ormai l’estrazione del carbone non rappresenta più un business con la conseguenza che la maggior parte delle miniere è in disuso e che lui, come tanti operai, dopo aver rischiato la vita ogni giorno si ritrovano oggi senza un lavoro e senza sussidi necessari per andare avanti. Nel frattempo caldo e sole sono incredibilmente usciti e avendo portato, perché non si sa mai, costume e asciugamano, passiamo il pomeriggio su una piccola spiaggia che vanta un panorama eccezionale: il maestoso faraglione del Pan di Zucchero è proprio di fronte a noi. Tornando devo dire che la moto ci manca parecchio: accompagnati dai colori del tramonto la vista della costa si rivela ancora una volta sensazionale. La sera, sempre insieme a Carmen e Umberto ritorniamo al Pub Pierre.
31 Agosto
Parecchi chilometri ci separano da Olbia, ma abbiamo tutta la giornata per cui partiamo con calma. Un caloroso abbraccio a Milva, Marco, Carmen e Umberto e a questa splendida isola. Abbiamo avuto l’impressione di essere stati in una regione completa in tutto e che potrebbe tranquillamente sfruttare le proprie risorse interne per andare avanti da sola grazie ai pascoli, ai prodotti della terra e all’ energia del sole e del vento. Ovviamente non è così , i problemi sono tanti ma per migliorare c’è sempre tempo soprattutto se alla base le premesse ci sono. Il tratto che abbiamo visitato rispetto a quanto visto qualche anno fa al nord è stato comunque più d’impatto. Non tanto per il litorale ma per l’autenticità che si respira da queste parti. Luoghi poco turistici e più selvaggi che è vero, a volte possono causare disagi, ma che rimangono sicuramente più genuini e semplici. Così come le persone, sempre disponibili e sorridenti. La scelta di andare in moto si è confermata ottima. Al di là della facilità con cui si effettuano imbarchi e sbarchi rimane il modo migliore per godersi ogni istante del viaggio. Certo a volte può essere scomodo ma continuare a sentire il calore del sole e le carezze del vento anche dopo intere giornate in spiaggia non stanca mai e quando si avvicina il tramonto è meravigliosamente suggestivo . La tristezza della partenza è allontanata dal pensiero che non siamo in un altro continente ma tutto questo è vicino a noi e dobbiamo farne tesoro.
Piccoli dettagli in più
Abbiamo navigato con la Tirrenia (€605,00 per due persone e una moto. Andata poltrone, ritorno cabina).
All’Horse Country abbiamo speso per cinque giorni 300,00 euro in due. Indubbiamente poco anche se le stanze che riservano non sono proprio il massimo. Per come è organizzato lo consiglierei esclusivamente a famiglie con bambini.
Portare un navigatore può risultare comodo soprattutto perché a volte le indicazioni di dove si sta andando spariscono per chilometri.