Sardegna on the road: itinerario dell’isola in moto

Tour motociclistico sull'isola dei nuraghi, tra l'entroterra e la costa più bella
Scritto da: travelale
sardegna on the road: itinerario dell'isola in moto
Viaggiatori: 1
Spesa: Fino a €250 €

30.07 – 14.08.2021

Testo di Marco Ronzoni – Foto di Paola Bettineschi

La moto è pronta e anche noi. Di norma siamo viaggiatori piuttosto “esterofili”, ma in questo momento di grande caos epidemico i viaggi oltreconfine sono abbastanza problematici. Quindi perché non dedicarci alla nostra bella Italia? È l’occasione giusta per un tour in moto della Sardegna, isola meravigliosa di cui io e Paola abbiamo avuto solo un piccolo e circoscritto assaggio decenni fa per una vacanza subacquea. Sappiamo che agosto non è proprio il periodo ideale, date le alte temperature e la vegetazione brulla, oltre ovviamente all’affollamento, ma per i soliti motivi di lavoro non abbiamo alternative. Quindi carichiamo la nostra Triumph Explorer come un asinello e si parte.

Giorno 1 – Genova – Porto Torres – Sassari – 25 km

Ore 5:30 del mattino. Aria fresca e cielo coperto ci seguono fino all’imbarco del traghetto della Tirrenia da Genova a Porto Torres. Nonostante la navigazione sia diurna, abbiamo preferito prendere una cabina per poterci rilassare un po’ a bordo senza avere addosso l’abbigliamento da moto e per il dovuto distanziamento dettato da ‘sto maledetto COVID 19. Il ritardo della partenza ci fa arrivare a destinazione alle 21:15, sbarcando dal traghetto un’ora dopo. In mezzoretta copriamo i venticinque chilometri che ci separano da Sassari per la nostra prima notte sarda. Il programma di viaggio ci porterà ad un quasi totale periplo antiorario della Sardegna su strade eccellenti dal punto di vista motociclistico, toccando sia il litorale con le sue splendide spiagge sia il suo montuoso interno. O almeno così speriamo.

Giorno 2 – Sassari, Piana di Cabu Abbas e Lago Omodeo – 155 km

Trascorsa la mattinata per una breve visita a Sassari, con un’occhiata alla grande piazza Italia ed alla Fontana del Rosello dalle quattro statue raffiguranti le stagioni e dalle dodici bocche chiamate “cantaros”, nel primo pomeriggio partiamo verso sud. La temperatura è abbastanza impegnativa: durante tutto il viaggio oscillerà dai 28° ai 44° e vi posso garantire che dentro l’equipaggiamento da moto si sentono tutti.

La cartina stradale del Touring Club è molto dettagliata e riporta in verde le strade panoramiche dell’Isola, per cui cercheremo di percorrere il meno possibile le direttrici principali per dedicarci a quelle più coreografiche. Da Sassari scendiamo quindi ad Ittiri e da lì ci inoltriamo nella Piana di Cabu Abbas, la “Valle dei Nuraghi”. A Torralba stop obbligato alla Reggia Nuragica di Santu Antine, uno dei siti archeologici più famosi, che davvero merita una visita. I nuraghi, risalenti all’Età del Bronzo ma utilizzati anche in epoche successive, erano realizzati a scopo difensivo. A volte si trovano come costruzioni solitarie, a volte, come in questo caso, come parte di complessi. Qui il sito ha una pianta triangolare, con un edificio centrale e tre torrioni laterali, tutti su più livelli e collegati da corridoi e scale, circondati dai resti del villaggio romano sorto successivamente.

Giunti poi a Macomer ci allunghiamo verso sudest arrivando a Sedilo da dove seguiamo la sponda occidentale del Lago Omodeo, un bel bacino artificiale sotto le cui acque si trovano resti nuragici. Toccata Abbasanta arriviamo alla odierna tappa finale di Santu Lussurgiu, dove passeremo le prossime quattro notti in un accogliente B&B proprio nel cuore del piccolo paesino che ci farà da base per la visita della zona e dove vivremo la splendida ospitalità sarda.

Giorno 3 – Sinis, Cuglieri e Montiferru – 175 km

La giornata è un po’ più fresca di ieri con “soli” 28,5°. La apriamo scendendo a Paulilatino per raggiungere il Santuario di Santa Cristina. Nel sito, risalente all’età nuragica, si trovano il sacro Tempio a pozzo, costruito in pietra di basalto con incredibile maestria, ed un nuraghe, oltre ai resti di un villaggio con capanne e recinti in pietra. Nei pressi anche la chiesa di Santa Cristina con le 36 piccole abitazioni dedicate ai fedeli.

Continuiamo poi su una bella strada fino a Oristano e Cabras, famosa per le sue risaie abitate dai fenicotteri, allungandoci a San Giovanni di Sinis, a sud dell’omonima penisola che termina con l’antica città di Tharros ed oltre, fino al Capo San Marco. Presso l’accesso alla lunga spiaggia, dove ci concediamo il primo bagno ed il primo sole, si trova la caratteristica chiesa paleocristiana dedicata a San Giovanni Battista, costruita in pietra arenaria ed una delle più antiche della Sardegna.

Dopo la pausa continuiamo per Isarutas e Putzu Idu, centri molto turistici, per poi rientrare verso nord e giungere nel tardo pomeriggio a Cuglieri, nota per il suo passato punico e romano e grosso centro della produzione di olio d’oliva. La bella strada che collega Cuglieri a Santu Lussurgiu percorre il Montiferru, un massiccio montuoso di origine vulcanica. I violenti incendi sviluppatisi nell’area circostante un paio di settimane fa, l’hanno completamente devastato lasciando tracce ancora fortemente presenti. L’odore delle ceneri e del fumo permane nell’aria. Le fiamme hanno cancellato tutti i colori, carbonizzando terra e vegetazione, trasformando tutto in un film in bianco e nero. Sfiliamo tra ali di boschi ed uliveti inceneriti in un ambiente tanto suggestivo quanto tragico. Le attività di coltivatori ed allevatori sono in ginocchio ma, parlando con la gente, capiamo che c’è molta solidarietà tra di loro. Chi è stato anche parzialmente risparmiato dagli incendi, divide quello che ha con i meno fortunati, con gesti di sincero altruismo.

Giorno 4 – Alghero e Bosa – 198 km

Salendo verso nord raggiungiamo Alghero lungo un itinerario montano interno molto bello. La città, conosciuta anche come la “Piccola Barcellona” per aver conservato il catalano come lingua parlata, è piacevole e vivace, con una grande ed affollata marina. È il capoluogo della Riviera del Corallo, nome datole dalla forte presenza nelle sue acque di pregiato corallo rosso. Pranziamo con ottimo pesce proprio affacciati sulla rada per poi dedicarci ad una passeggiata digestiva nella città vecchia. Questa zona urbana è cinta da un sistema di fortificazioni comprendente mura, torri e fortini risalente al XIII secolo del quale rimane solo qualche porzione. Camminando lungo i bastioni si gode una bella prospettiva del lungomare. Ripresa la moto, scendiamo sulla fantastica litoranea fino a Bosa, così colorata da sembrare un plastico della Lego e da lì rientriamo a Santo Lussurgiu.

Giorno 5 – Santu Lussurgiu – 92 km

Pioviggina e dato che Santu Lussurgiu è molto caratteristica, approfittiamo della mattinata per visitarla a piedi, lasciando la moto in garage in attesa che il tempo migliori. Sulle strette e ripide viuzze in acciottolato del centro storico, quasi esclusivamente pedonali, si affacciano antiche abitazioni, alcune delle quali con muri di massicce pietre basaltiche o di tufo. Salendo alla terrazza panoramica “Sa Rocca”, troviamo la grande statua del Cristo del Sacro Cuore che, con la postura a braccia aperte che ricorda quello brasiliano, domina buona parte del paese.

Santu Lussurgiu è in particolare famosa per “Sa Carrela ‘e Nanti”, (la strada di fronte), una corsa a cavallo che si tiene a carnevale tra i vicoli storici in cui abili cavalieri, galoppando a coppie o a terne, dimostrano le proprie abilità; negli stessi giorni si celebra anche “Su lunis de sa pudda” (il lunedì della gallina), prova di abilità equestre che consiste nel decapitare al galoppo un fantoccio rappresentante una gallina appesa a un filo.

Nel pomeriggio il tempo migliora, così filiamo in spiaggia a Bosa Marina. L’acqua è invitante, fresca e limpida e dato che non siamo qui in Sardegna solo per macinare chilometri, ci concediamo un altro po’ di relax. Riattraversato il Montiferru, facciamo ritorno a Santu Lussurgiu. Ceniamo alla Locanda del Convento, gestita da Tonio, un uomo tanto colorito quanto genuino che fino a tarda notte ci delizia con la sua cucina, ci onora della sua ospitalità e ci arricchisce dei racconti e delle realtà della sua Terra.

Giorno 6 – Tempio di Antas, Carbonia e  Perdaxius – 215 km

Riecco i 30°. Appena in sella siamo già sudati. Prima su strade interne poi lungo la superstrada, arriviamo a Guspini, poi Arbus ed infine Piscinas, la vasta spiaggia sabbiosa circondata dalle famose dune. Un lungo sterrato conduce verso il mare, attraversando i resti del centro minerario di Gennamari; un paio di chilometri prima della spiaggia iniziano le dune, alte fino a cento metri, ed il percorso diventa più difficoltoso, almeno per le moto. Ci soffermiamo per una rapida occhiata alla spiaggia che, seppur molto estesa, è frequentatissima.

Ripreso l’interno arriviamo a Fluminimaggiore. Una decina di chilometri più a sud facciamo una deviazione per raggiungere il Tempio di Antas, un’area archeologica nella quale si trovano le rovine di un villaggio ed una necropoli nuragica, un tempio punico, uno romano e delle cave da cui si estraevano i massi calcarei utilizzati per le costruzioni. Da lì in avanti la strada è stupenda.

Da Iglesias ritorniamo sulla costa a Fontanamare per poi risalire un breve tratto fino a Masua dove un sentiero pedonale a picco sulla scogliera porta alla splendida vista del faraglione del Pan di Zucchero, una torre naturale di calcare alta centotrentatre metri. Con la via più diretta scendiamo a Carbonia e, portatici ancora più nell’interno, arriviamo a Perdaxius, tappa serale odierna. Siamo in una zona lievemente collinare, nel bacino minerario del Sulcis. Nell’agriturismo dove passeremo le prossime due notti ci attende il primo vero assaggio della fantastica cucina tipica sarda, finora nascosta.

Giorno 7 – Isola di Sant’Antioco e Costa del Sud – 205 km

Da Perdaxius sfioriamo il Lago di Monte Pranu ed arriviamo all’isola di Sant’Antioco, la più grande isola della Sardegna e quarta d’Italia. Vi si arriva tramite un ponte che immette con un bel colpo d’occhio direttamente nella cittadina omonima. Dopo un giro tra i suoi vicoli ricchi di locali e botteghe, percorriamo il periplo dell’isola su una bellissima e stretta strada che dapprima sale a Calasetta per poi scendere fino alla punta sud a capo Sperone, da dove poi si risale all’abitato di Sant’Antioco.

Ripresa la terraferma, scendiamo a Sant’Anna Arresi e seguiamo la splendida Costa del Sud su uno stupendo itinerario, fermandoci per un bagno sulla spiaggia di fronte al piccolo isolotto di Campionna. La strada che ci porta a percorrere il litorale fino a Capo Spartivento, poi Chia ed oltre a s’Arcu de Genneruxi, è spettacolare, una delle migliori fatte finora. Risaliamo a Perdaxius rimanendo nell’interno, prima sull’altrettanto bella strada per Teulada e poi ripercorrendo in parte la via seguita fin qui.

Giorno 8 – Lanusei – 210 km

Oggi si passa alla parte orientale dell’Isola ed inizierà la lenta risalita, per cui pochi fronzoli e tanta sostanza. Da Perdaxius filiamo a Cagliari e riprendiamo la magnifica costa fino a Solanas, spezzando la giornata con bagno e sole insieme a Giuliana e Fulvio, in vacanza nel paesino. Nel pomeriggio, dopo una dozzina di chilometri siamo a Villasimius dove lasciamo la costa per l’interno, salendo veloci fino a Barisardo e da lì Lanusei, in piena Ogliastra, dove ci fermeremo tre notti e dove agganceremo Viviana e Marino, amici motociclisti anch’essi in giro per la Sardegna. La cittadina è in una zona montuosa ed è ricca di un passato religioso. L’abbiamo scelta per la posizione, a ridosso dei rilievi del Gennargentu e vicina alla costa.

Giorno 9 – Barbagia – 167 km

Giornata dedicata alla guida delle nostre moto. Con gli amici saliamo su grandiose strade sulle quali non è strano incontrare mucche che vagano, tagliando il Gennargentu verso nordovest prima a Villanova Strisaili, adagiata tra i boschi di un esteso altopiano a 850 m/slm e vicina al lago Alto Flumendosa e poi, superato l’Arcu Correboi, il più alto valico automobilistico della Sardegna, arriviamo ai monti della Barbagia. A Fonni saliamo ai 1300 metri del Monte Spada tra centinaia di curve e di mucche ed in serata rientriamo sulle stesse belle strade a Lanusei.

Giorno 10 – Barisardo – 50 km

Oggi puro riposo. Da Lanusei a Barisardo per giornata di mare e sole alla vicina Torre di Bari, sulla bella ed ombrosa spiaggia divisa in due parti da un piccolo promontorio su cui svetta un’antica torre, fortificazione eretta nel XVI secolo per la difesa da corsari e pirati. La particolarità della lunga spiaggia è che una parte di sabbia grossa è chiamata “spiaggia degli uomini”, mentre l’altra di sassolini è detta “spiaggia delle donne”, per l’antica tradizione secondo la quale uomini e donne non potevano bagnarsi nello stesso luogo.

Giorno 11 – Mamoiada, Orgosolo e Posada – 135 km

Da Lanusei tiriamo dritti fino a Mamoiada, località famosa per i “Mamuthones”, le tipiche maschere, per poi divertirci sulle curve della Barbagia fino ad Orgosolo. Il paesaggio è spettacolare. La cittadina è famosa per l’allevamento del baco da seta ma soprattutto per i suoi murales, attualmente oltre duecento, che da oltre cinquant’anni colorano le sue case ritraendo scene locali e personaggi degli avvenimenti storici italiani ed internazionali.

Mangiato un boccone, ripartiamo sul bellissimo e tortuoso itinerario attraverso la zona del Sopramonte per Oliena, Dorgali ed Orosei, località presso la costa dalle antiche origini. Una quarantina di chilometri ed eccoci a Posada. Tanto per cambiare, stavolta campeggio. L’intenzione è di fermarci tre notti, in compagnia di Anna e Gabriele che, in vacanza qui per due settimane, si sono gentilmente prestati a portarci sul posto con il loro camper la nostra tenda e i materassi gonfiabili, risparmiandoci così di scarrozzarceli in giro in moto per tutto il viaggio.

Giorno 12 – Posada – 90 km

Il caldo, che non ha mai mollato, ora è davvero opprimente. L’umidità è alta e si fa fatica a dormire. Nella tenda l’afa notturna è terribile e riposare diventa un incubo. Meno male che avevamo preventivato, una volta giunti qui, di dedicarci un po’ di relax. Posada è uno dei centri abitati sardi più antichi in assoluto. Quindi dopo una visita al Castello della Fava, realizzato nel XII secolo più come residenza nobiliare che come fortificazione, costume, asciugamano e via in spiaggia con qualche chilometro di polveroso sterrato. Ceniamo in un agriturismo di Irgoli, una quarantina di chilometri a sud di Posada, con ottimo porceddu e specialità sarde annaffiate da Cannonau e Vermentino freschi.

Giorno 13 – Tempio Pausania – 163 km

Lasciamo gli amici ed il campeggio un giorno prima del previsto causa il gran caldo notturno. Ci spostiamo a nord lungo la trafficata costa. Passiamo così, senza soffermarci più di tanto, Budoni, San Teodoro, Olbia e Canigione. Ci stacchiamo dal mare e raggiungiamo Arzachena e Palau per poi ridiscendere via Luogosanto fino a Tempio Pausania. Anche qui se ne possono riconoscere le antiche radici data la presenza di alcuni nuraghi. Non essendo una tappa già prenotata, cerchiamo un posto dove passare la notte, trovandolo ad una ventina di chilometri a nord di Tempio Pausania, in un agriturismo isolato dove non funzionano nemmeno i cellulari. Ma chissenefrega. Abbiamo solo voglia e bisogno di una doccia e si mangia da Dio.

Giorno 14 – Valle della Luna, Asinara, Castelsardo e Sassari – 123 km

Raggiunta Aggius, percorriamo la Piana dei Grandi Sassi conosciuta anche come Valle della Luna, soffermandoci presso un punto panoramico lungo la strada da cui si apre una grandiosa vista sulla piana sulla quale spiccano enormi massi di granito. Raggiunta la costa nord, facciamo una pausa ad Isola Rossa, un piccolo borgo marinaro proprio di fronte ad un isolotto rosso che le dà il nome, proseguendo poi per Badesi con il panorama sul Golfo dell’Asinara.

Sostiamo per un po’ lungo la strada alla Roccia dell’Elefante, un grosso masso di circa quattro metri di altezza, che l’erosione ha scolpito con una forma che ricorda un pachiderma seduto con tanto di proboscide. Aldilà del suo bizzarro aspetto, la Roccia ha un notevole interesse archeologico in quanto al suo interno vi sono due “domus de janas”, camere funerarie risalenti al periodo prenuragico, diffusissime in tutta la Sardegna. Con un’ultima tirata arriviamo a Castelsardo, uno dei borghi più belli d’Italia, dove facciamo una sosta. A metà pomeriggio siamo a Sassari per l’epilogo del viaggio. La sera scorre tra le luci della piazza Italia ed ottimo pane frattau con l’immancabile birra Ichnusa.

Giorno 15 – rientro

Purtroppo non ci resta che coprire i venticinque chilometri finali che ci conducono in porto per il traghetto di ritorno.

 

Game over.

 

Dove abbiamo pernottato

  • SASSARI: Hotel Angioy 18 – c.so Giovanni Maria Angioy, 18 – buone accoglienza e sistemazione
  • SANTU LUSSURGIU: B&B Jana – viale Azuni, 86 – ambienti ristrutturati con eccellente ospitalità
  • PERDAXIUS: Agriturismo B&B Gennemara– via Is Ergois, 1 – ottimi contesto e cucina
  • LANUSEI: Hotel Villa Selene – Loc. Coroddis – Hotel decadente con camere mediocri
  • POSADA: Camping Ermosa – Loc. Su Tiriarzu – area ben attrezzata, servita ed ombrosa
  • TEMPIO PAUSANIA: Agriturismo Pausania – Loc. Scupetu – atmosfera genuina e buona cucina
  • SASSARI: Casa Ariston – viale Trento, 5 – moderna organizzazione e camere molto belle

Dove abbiamo mangiato (non tutti)

  • SANTU LUSSURGIU: Ristorante Bella Vista – viale Azuni 106 – ambiente elegante e cucina raffinata
  • SANTU LUSSURGIU: Pizzeria La Locanda del Convento – via Borgo del Convento, 3 – gustose pizze
  • PERDAXIUS: Agriturismo B&B Gennemara– via Is Ergois, 1 – piatti tipici magistralmente cucinati
  • ALGHERO: Ristorante Nautilus – via Maddalenetta, 4 – ottimo pesce
  • POSADA: Agriturismo Piperedda – Loc. Piperedda – Irgoli (a 40 km da Posada) – prelibati piatti sardi
  • LANUSEI: Ristorante Pizzeria Ka.Mi.Ste. – via Umberto, 24 – ampia e buona scelta
  • TEMPIO PAUSANIA: Agriturismo Pausania – Loc. Scupetu (a 20 km da T. Paus.) – squisita cucina locale
  • SASSARI: Panefratteria – via Carlo Alberto,2 – locale caratteristico ed eccellente pane frattau.
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