Sardegna: Buggerru e dintorni
Sulcis-Iglesiente: Buggerru e dintorni
Continua il viaggio alla scoperta del Sulcis-Iglesiente. Questa volta all’estremità nord della provincia: nella impervia località del Comune di Buggerru. E’ vero non è immediata da raggiungere, così come le altre destinazioni della zona. Proprio per la sua caratteristica è poco battuta dal turismo di massa e perciò conserva ancora tutta la sua natura e bellezza di una terra selvaggia, così come dovrebbe essere tutta la Sardegna! E’ vero, la ricettività non è molta, ma per chi ama immergersi negli aspetti più veri del territorio, un semplice ma accogliente Campeggio (come quello presente in zona _Ortu e Mari, dove i proprietari Roberto e Adina vi fanno sentire come in famiglia!), o un B&B, o una modesta pensioncina nei paesini dell’entroterra, bastano e avanzano! Se poi aggiungete, uno zaino, un paio di scarponi e perché no una bici, quello che troverete e scoprirete vi susciterà grande meraviglia e stupore.
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Il periodo in questione è la seconda settimana di Settembre. E’ sempre un terno al lotto scegliere questa stagione. Ma quest’anno è stato magico: 30° di media e un giorno di pioggia. Meglio di così…..
Ajò! Si parte!
Spiaggia di Portixeddu
Parte finale dell’ampia baia della località di Bugerru, a dx di S.Nicolò, si raggiunge con estrema facilità con ogni mezzo. La strada asfaltata termina direttamente nel piccolo borgo omonimo, dove sono presenti le case di villeggiatura, un albergo, qualche ristorante, ed un paio di bar. In questo periodo alcuni iniziano a chiudere (vedi il chiosco centrale alla spiaggia). É un peccato, perché la stagione può essere ancora gradevole (30°). Ma non hanno tutti i torti. Se le affluenze sono esigue, e non ci sono incentivi sia per i turisti che gli operatori, la situazione non migliorerà. Il ristorante che merita nota è il Bora-bora in una posizione di belvedere invidiabile (aperto solo dalle 19,30), ma non il massimo come qualità. La spiaggia è come la raccontano le guide. Vi ero stato da piccolo. Ho i ricordo confusi, ma l’immensità e le grandi onde erano dominanti. Infatti, assieme alla spiaggia successiva di S. Nicolò, forma una grande e lunga baia dalla sabbia fine e candida. Nella parte retrostante è presente un picco stagno, ma la caratteristica principale è che da qui iniziano a dominare le famose dune di sabbia, scenografia inconfondibile in quest’area. Quando non son presenti le grandi onde, o cavallucci è meglio dire , il fondale è piacevolmente degradante, perciò adatto a tutti. Per gli amanti degli scogli e dello snorkeling si deve rimanere sulla dx e raggiungere a nuoto le altre due spiagge più selvagge.
Portixeddu è anche un piccolo borgo di seconde case estive, in questo periodo quasi tutte chiuse (perché!? potrebbero affittarle!). Da qui iniziano diversi itinerari. Il primo è la tappa del percorso pedonale-turistico che permette agevolmente di raggiungere le due graziose insenature. Perdixedda piticca e manna (piccola e grande). Infatti si trovano subito dopo aver superato il ristorante Bora-bora. Per la prima si accede facilmente grazie ad una passerella moderna che termina dolcemente in spiaggia. In realtà, come dice il nome è composta solo da grossi ciottoli, ma è piccolina e graziosa che invita a scendere e fare subito una prima immersione con maschera e boccaglio. Il fondale non presenta particolare interesse naturalistico, ma è il punto di partenza per visitare altre piccole insenature tra le rocce. Dopo 5 minuti di camminata ecco la seconda spiaggia di sassi, la differenza è che é immensa. Qui il fondale, però, è ancora meno interessante.
Spiaggia S. Nicolò
La grandissima spiaggia è raggiungibile in facilità perché si trova sul lungo mare che porta al paese di Buggerru. Dotata di parcheggi, a pagamento nella stagione alta, basta superare le piccole dune per mettere i piedi in una sabbia candida e finissima. L’acqua è trasparentissima e l’accesso è abbastanza facile anche se dopo due metri il livello è già in vita. Lunghissima, segue la spiaggia di Portixeddu e termina con lo sperone chiamato il nido dell’aquila alla cui sommità é presente un largo spazio per la sosta dei camper (con una vista impareggiabile, pensate ai tramonti!) e un ottimo ristorante bar pizzeria (non carissimo e dove si mangia del buon pesce: es. un antip., spagh. allo scoglio, e da bere 23€). La spiaggia è dotata di due organizzati chioschi bar, peccato che in questo periodo stanno sbaraccando, se non sono già chiusi! Perché sono costretti a chiudere?…perché c’è poca gente …ed è un peccato! La stagione è ancora lunga!
Area archeologica di Antas
Al km 53(?) della s.s.126 tra Iglesias e Fluminimaggiore c’è la facile indicazione per il Tempio di Antas. Dopo un paio di km di strada asfaltata (attenzione! andate piano, è facile incontrare anche qualche mucca), si arriva all’ingresso del sito, dove invece c’è la possibilità di visitare anche altre attrattive. Una vera sorpresa. Si risparmia tempo! Il percorso, tiket di 4€ (un inezia), prevede di raggiungere, oltre il famoso Tempio di Antas e la sua necropoli (una costruzione del V secolo a.c. dedicato alla divinità Babay, una sorta di guerriero e progenitore della stirpe sarda), i resti delle cave romane (da dove veniva estratto il materiale da costruzione del tempio), una quercia secolare (sembra venuta fuori dal film di Terabithia), i resti di un villaggio nuragico, ed infine la grotta di su Mannau.
Grotta su Mannau
Una delle 4000 grotte censite del sommerso patrimonio sardo. Suggestiva anche se breve, la parte turistica, ma esiste anche quella speleologica che chissà che meraviglie nasconde. Per il raggiungimento esistono due possibilità. O seguendo la sp126 Flumini-Iglesias dopo pochi km a dx, oppure come ho fatto io, dal sito archeologico di Antas, a piedi. Con questo bellissimo percorso di trekking si passa, come si diceva, dapprima degli scavi di un villaggio nuragico, per poi, lungo l’antichissima strada romana, si arriva all’imbocco della Grotta. Si tratta di una via un po sentiero e un po mulattiera, dove sono presenti per larga parte grossi massi granitici segno del selciato usato dagli antichi per raggiungere Mannau, e in alcuni tratti sono riconoscibili addirittura i segni dei carri! La durata è di circa un’ora, buona parte tutta in discesa. Dotarsi di scarponi o pedule da montagna. Non è molto impegnativo, se non la salita al rientro, ma ne vale la pena.
Iglesias
La Graziosa e simpatica cittadina, ha una nobile storia, tanto da definirsi città regia (sono presenti resti di mura di cinte medioevali, con anche i resti del castello Salvaterra); ma anche un passato piú recente d’importanza economico-sociale, grazie alle ricchezze minerarie del sottosuolo. Le viette del centro sono piacevoli da visitare, perché, oltre a detenere un buon livello di proposte commerciali (presenti molti marchi di catene), ci si imbatte anche a diversi localini storici segno di un passato ancora più ridente.
Fluminimaggiore
Ridente paesino sulla piana, anch’esso ricco di storia dell’epoca mineraria, ma in questo momento meta d’attrazione per i suoi numerosi Murales. E’ presente anche una casa museo, ma chiusa. I fondi per queste testimonianze non devono mai mancare. In paese scorre il rio Bau Porcus in un letto naturale di ciottoli arrotondati, quelli che rimangono, le cui acque sono, se ho ben capito, le stesse che provengono dalla Grotta Mannau pocanzi descritta.
Escursione a Scivu
Una bella escursione da consigliare è il percorso da Capo Pecora all’Oasi di Scivu passando dalla Vedetta (199mt). Non è molto impegnativo: sono circa 2 ore (di sola andata). C’è un piccolo problema: è preferibile farlo con qualcuno del posto: il tratto di sterrato prima e sentiero poi è ben segnato almeno fino a 20 min. prima dall’arenile. Il problema non è raggiungere la spiaggia, bensì ritrovare la strada di ritorno al punto che si diceva (in mezzo alla bassa vegetazione). In ogni caso la visuale che appare ai vostri occhi vi lascerà di stucco ( anche se io ho trovato un po di foschia): l’insieme della costa verde che parte da Scivu, poi Narucci (ma viene chiamata sempre Scivu) per poi finire con Piscinas.
L’altro modo per raggiungere questa magnifica località è tramite la strada degli “orti”, dapprima asfaltata, poi sterrata, per poi diventare nuovamente asfaltata e terminare in un grande parcheggio. Inizio a dire che questo percorso è percorribile abbastanza agilmente in auto, ma io l’ho fatto in mbk, e devo dire non con poche difficolta. Ma per chi è esperto e ben allenato sarà un puro divertimento. Si attraversano, campi coltivati, maneggi ed agriturismi, praterie e pascoli desolati, boschi impervi, insomma scenari unici. Ma non come quello che vi si presenta dopo aver superato il culmine e la strada inizia a riscendere: le immense insenature di Scivu e Piscinas, contornate da maestose dune e possenti rocce rosse. Il mare è un’ennesima piscina naturale, con fondali medio bassi e sabbiosi ed una immensa e profonda spiaggia di sabbia candida. Per accedervi, cercate la scala a gradini di pietra, altrimenti la discesa attraverso le dune può anche divertire, ma la salita…. A settembre, a parte il parking gratis, non esistono chioschi e servizi da spiaggia, quindi portatevi dell’acqua!
Cala Domestica
Così come la descrivono, così è, e ancora di più! Maestosa, sublime, unica. A dieci minuti da Buggerru sulla intrepida provinciale 83 in direzione… Gonnesa, Nebida, con indicazione sulla destra ben segnalata. Anche questa località si trova nel Sic (parco geomineratio del Sulcis-Iglesiente) e punto di partenza dei “sentieri delle miniere”, altra attività da non farsi scappare a patto di ben organizzarsi con gli accompagnatori locali.
E’ una grande insenatura racchiusa tra due promontori granitici, con acque smeraldine, altezza vita per diversi metri. Attrezzata con parcheggio a pagamento e ben due chioschi/bar, con noleggio lettini/ombrelloni ecc. Sulla destra è presente un non semplicissimo sentiero sulla roccia che porta, attraverso un foro, ad una nascosta e suggestiva spiaggetta, dove l’impeto delle onde non arriva. Qui iniziano a vedersi i resti di attività umane (basamenti e muri di cinta) forse dovuti ad una vecchia tonnara. Altri resti, ma più evidenti, si trovano sulla sx, vicino al chiosco, da dove poi parte uno dei sentieri a cui si accennava, con il quale si può raggiungere, in dieci minuti, la cresta dello sperone ed ammirare, oltre la torre di origine spagnola, la veduta aerea dell’insenatura. Un vero angolo di paradiso. Non occorre andare a Formentera!
Masua
La strada è la stessa: Buggerru in direzione Nebida. Paesaggi mozzafiato, dagli strapiombi a l’interno montuoso, con curve, salite e discese che raggiungono il 13%. Attenzione: la deviazione per la località non è segnalata bene. Si arriva ad uno spartitraffico sulla dx e si scende, mentre la strada principale continua a salire. La diramazione, sempre asfaltata porta direttamente ad un piccolo parcheggio, in questo periodo free, da dove poi partono alcune stradine sterrate, una per la spiaggia più importante, cioè Masua e l’altra per il percorso del sito minerario omonimo.
La prima insenatura che si incontra però si chiama spiaggia di porto Cauli. Piccola ma suggestiva racchiusa tra le rocce nere, caratteristiche del posto. Possenti roccioni sono presenti anche al centro dell’arenile. Volendo, costeggiando, sull’acqua poco profonda, i possenti massi rocciosi si può arrivare all’altra spiaggia, appunto Masua. Chi invece, vuole fare in modo tradizionale, basta che prenda la stradina sulla dx (anche per le auto, ma andate a piedi!!) ed è subito arrivato. Anche qui e presente un chiosco, in questo caso aperto, la stessa società che poi organizza gite in barca (max 25€ per 2h/cad), che partono proprio da qui perché presente quel che resta del vecchio porticciolo della miniera. Non ho ancora detto quale è la caratteristica del luogo: il famoso scoglio Pan di Zucchero! Una scenografia unica da mille fotografie e riprese. Riprese che si sono interrotte sul più bello per l’arrivo di un brutto temporale. Ma ci ritorno! E come se ci ritorno!
Insomma, a chi piace la Sardegna, e vuole ammirare luoghi ancora intatti, ecco una piccola selezione di località che consiglio vivamente di visitare, lasciando perdere, almeno ogni tanto, i nomi altosonanti delle mete estive del mediterraneo e dei tropici.
A presto. Max