Sapori della tradizione e colori d’autunno in Valle d’Aosta

Approfittando di due biglietti di ingresso alle terme di Pre Saint Didier, ricevuti in regalo per il compleanno, si “salpa” all’alba in direzione Valle d’Aosta
Scritto da: Francina89
sapori della tradizione e colori d'autunno in valle d'aosta
Partenza il: 22/10/2011
Ritorno il: 23/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Il sabato è tutto dedicato al relax, alle terme infatti ci sono un sacco di cose da provare: saune, bagno turco, docce emozionali, piscina d’acqua calda esterna, idromassaggio, e chi più ne ha più ne metta. Ci siamo davvero divertiti!

Quando si è stanchi si può sonnecchiare, avvolti in una calda coperta, nelle varie sale relax; curiose quelle dedicate ai quattro elementi (terra, coi materassi pieni di semi; aria, con poltrone sospese; acqua, coi materassi ad acqua; fuoco, col tepore del caminetto). Se invece si è affamati, si sgranocchia qualcosa al buffet a cui si può accedere in qualunque momento. Consigli: si possono prenotare attività speciali a pagamento, come massaggi o fanghi, ma consiglio di non comprare questi pacchetti aggiuntivi e approfittare invece degli eventi gratuiti: maschera per capelli, gommage corpo, sauna con bambù e fagottini alle erbe per esempio. Sono segnalati su dei cartelli che indicano anche l’ora ed il luogo in cui si svolgeranno, bisogna solo presentarsi un quarto d’ora prima dell’evento perché i posti sono limitati. Occorre portarsi proprio solo il costume, in quanto all’ingresso sarete forniti di accappatoio, telo per sauna e ciabatte; inoltre negli spogliatoi ci sono bagnoschiuma, shampoo e balsamo, creme corpo e viso.

Usciamo dalle terme che è quasi ora di cena, e ci dirigiamo verso l’hotel dove abbiamo deciso di mangiare anche cena, visti i commenti positivi su internet del ristorante interno (Hotel Ristoro Vagneur, fraz. Vens 1, Saint Nicolas; pernottamento in doppia economy trovato in offerta su booking a 45 euro in due!).

Percorriamo una strada tutta tornanti e ripida, immersa nei boschi, sul versante di una montagna che cade quasi a picco sulla valle, tanto che ci chiediamo “ma dove siamo finiti?!” … siamo finiti, alla fine, a 1800 metri in una frazione quasi fantasma che da duecento abitanti di un tempo ora ne conta poco più di dieci, con baite in legno e pietra disabitate, e un’unica attività commerciale: il nostro albergo. Le viuzze di ciottoli illuminate dalla calda luce dei lampioni hanno un fascino a tratti spettrale, a tratti romantico e che ha il sapore di cose antiche, sembra d’essere catapultati in un romanzo dell’Ottocento. Intuiamo che da qui ci debba essere una vista spettacolare sulla valle – abbiamo percorso in poco tempo, quasi 1000 metri di dislivello! A cena ci deliziamo con la specialità del posto: ottimi i cannelloni alla valdostana, la zuppa tipica con fontina, pane raffermo e cavolo, e la crostata di mele fatta in casa!

Il mattino dopo, un po’ delusi per la nebbia che non permette di ammirare il paesaggio, passeggiamo curiosi per la frazione e poi torniamo a valle godendo dei colori autunnali che sfoggiano i boschi lungo la strada. Tappa a Saint Pierre per acquistare prodotti tipici da “Cofruits”, che ai possessori della Gran Paradiso Tourist Card fa uno sconto sugli acquisti (la card ci è stata data gratuitamente in hotel, e permette di avere sconti su ristoranti, negozi e attrazioni). Per scegliere la fontina, seguiamo i consigli dell’albergatore: perché sia buona deve avere pochi buchi e rotondi, colore giallo paglierino e deve essere morbida al tatto.

Ci spostiamo poi a Fenis, dove pranziamo in un locale proprio di fronte all’ingresso del castello, che non è bello ma si mangia decentemente. Visitiamo la bellissima fortezza (ingresso intero: 5 euro) accompagnati da una guida, il giro dura mezz’oretta ed è molto interessante. All’esterno scattiamo alcune foto ricordo, poi ci rimettiamo in strada per raggiungere il Forte di Bard, arroccato su un cucuzzolo di fianco all’autostrada. Si lascia l’auto nel parcheggio proprio sotto la fortezza (costo forfettario di 3 euro) e la si raggiunge tramite quattro ascensori panoramici; all’interno c’è un museo permanente sulle Alpi che dicono sia molto bello, ma siamo stanchi e visitiamo solo i cortili esterni. Torniamo al parcheggio a piedi, passando attraverso il borgo molto curato e curiosiamo ancora un po’ nei negozietti di souvenir e prodotti tipici. Infine riprendiamo l’autostrada, questa volta purtroppo con direzione: casa.



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