Santorini, Koufonissi, Amorgos: un assaggio cicladico
Due settimane di fine estate tra Santorini e le Piccole Cicladi
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Una vacanza di fine estate ci ha riportati in Grecia. In un precedente viaggio avevamo seguito un percorso continentale tra Mani e Peloponneso, questa volta ci siamo diretti verso le isole. Ma da quali cominciare? Essendo una vacanza brevissima per i nostri standard, due sole settimane, ed essendo ormai bassa stagione ci siamo permessi di approdare sulle Cicladi, tanto decantate per i loro paesaggi e tanto snobbate in piena estate dai viaggiatori alla ricerca di tradizione e quiete. Quindi volo da Torino per Roma e di qui verso Atene. Abbiamo un po’ di ore prima di un economico volo per Santorini e quindi ne approfittiamo per una visita al Museo Archeologico Nazionale dove ci troviamo ad ammirare tra i numerosi reperti anche la mitica maschera di Agamennone, le statue Cicladiche ed i coloratissimi affreschi preservati dalla cenere della distruttiva eruzione di Thira/Santorini. Rientriamo in aeroporto con l’efficiente metropolitana ateniese, ritiriamo gli zaini al “baggage storage” dell’aeroporto, un po’ caro ma comodissimo, e ci imbarchiamo per la nostra prima isola. Arriviamo all’aeroporto di Santorini con il buio, nessuno ad attenderci, eppure questa volta avevamo prenotato una camera con vista sulla caldera…telefoniamo alla signora Maria sempre molto gioviale ed allegra che ci dice di prendere il taxi per Fira e farci portare all’Hotel Atlantis e poi a piedi saremo in un attimo da lei e così facciamo. Seguiamo le istruzioni ed è buio pesto quando arriviamo, scendendo per una incredibile scaletta bianca a picco sul nulla, alla nostra stanzetta scavata nella roccia vulcanica, fresca e linda. Dal grande terrazzo la luna illumina un inquietante e profondissimo strapiombo ecco la prima impressione della caldera. Lasciamo i bagagli in camera tra pizzi e gatti e ci avviamo tra i vicoli di Fira per la cena. Nella sua trattoria strapiena, Nikolas ci fa sedere nell’ultimo tavolo libero, quello vicino alla cucina, quello su cui lui prepara i “logarismos”. Cominciamo con il piede giusto: vino bianco fresco e verdure ripiene di riso, spezie e formaggio locale. Belli pieni ritorniamo alla nostra minuscola stanzetta nella roccia. Le prime luci del mattino ci richiamano sulla terrazza che scopriamo essere esattamente quella greca dell’immaginario collettivo: muri a calce bianchissima, seggiole e tavoli blu, chiesetta con cupola turchese, bouganville, gatti, isole e mare a perdita d’occhio. Abbiamo tutto, incluso il silenzio visto l’esiguo numero di camere e l’altezza vertiginosa da cui ammiriamo finalmente la caldera in tutta la sua spettacolare bellezza. Un clima ottimo seppure estremamente variabile ci accompagnerà per tutto il viaggio. Santorini non è certo un’isoletta e per vedere tutto quanto offre con una certa calma ci serve una macchina, è tutto raggiungibile in autobus ma in questo caso i tempi sono dettati dagli orari implacabili del servizio pubblico. Partiamo con la nostra macchinina affittata in paese da un immigrato polacco e ci dirigiamo verso Akrotiri. Gli scavi purtroppo sono chiusi, per fortuna avevamo preventivamente visto gli affreschi ad Atene e quindi ci dirigiamo verso la spiaggia rossa. C’è vento ma la falesia protegge dall’aria i bagnanti di bassa stagione e quindi ci immergiamo per il nostro primo bagno isolano. Per pranzo una dolcissima uva locale senza semi venduta a modico prezzo da un contadino che con tenacia porta i frutti della sua terra al mare. Rientriamo alla nostra terrazza per ammirare il primo tramonto sulla caldera, le navette riportano i turisti sulle enormi navi da crociera che sono comparse nel baratro. Nessuna invidia per i croceristi, sicuramente con un ouzo ghiacciato in una mano e la macchina fotografica nell’altra…stiamo meglio noi in terrazza. Il giorno dopo, puntata al faro all’estremo occidentale dell’isola. Gigli e panorama sull’Egeo. Spiaggia nera di Perissa, certamente piuttosto turistica, ma prendendo una birra o anche solo un’acqua minerale si può usufruire gratuitamente di lettini ed ombrellone caraibico per tutto il giorno. Relax e basta. In serata esploriamo i dintorni gastronomici di Fira, cena a Firostefani con ottimi involtini di melanzane. Al mattino si parte per una visita al lato orientale dell’isola, Oia. Oia e Fira sono due colate bianche che si ammirano reciprocamente in lontananza. Oia è bella anche se quasi completamente ricostruita dopo un recente terremoto, la sua via pedonale in cresta ti accompagna tra negozietti colorati e turistici, ma che senza la calca estiva sono piacevoli e rassicuranti. Le case ti proteggono dal vento e ti permettono di ammirare il solito spettacolo di mare ed isole all’orizzonte. Piscine sullo strapiombo con ospiti che sembrano usciti da un film di Muccino. Torniamo alla spiaggia nera di Perissa, dove i soliti lettini ci aspettano per un pomeriggio di nulla. Belli cotti dal sole decidiamo che è venuto il momento di andare a Pyrgos, il più grande paese dell’interno rimasto allo stato rurale. Abbarbicato tra i vigneti è bianco e blu come ci si aspetta. E quasi disabitato ad eccezione di un vecchietto che con il mulo porta in paese il suo vino, che non possiamo non comprare e che scopriremo essere un passito strepitoso, e per il consueto Kafeion sotto il platanos dove arriviamo giusto per l’ora dell’Ouzo. Ci sediamo compiaciuti tra greci che giocano a backgammon e si godono l’isola mano a mano che diminuiscono i turisti che l’avevano presa in ostaggio nei torridi mesi estivi. Il tramonto stasera si vede da Pyrgos e a cena torniamo da Nikolas per stufato di carne e verdure. Il giorno dopo riprendiamo con Oia per poi tornare verso Imerovigli, l’estrema cresta del vulcano dopo Fira. Il vento oggi è un po’ più fastidioso del solito e quindi assecondiamo il richiamo di un pool bar dove ci piazziamo in piscina per tutto il pomeriggio con lettino, cocktail e vista da ricchi sulla caldera. Ci voleva anche questo per farci venire la voglia di lasciare le rocce di Santorini e avvicinarci al mare. Scendiamo al porto il mattino successivo e prendiamo un catamarano veloce per Naxos. Nella notte c’è stato un tempo terribile, ma qui le perturbazioni si sfilacciano, si trasformano in vento e scompaiono all’alba visto che non ci sono montagne a trattenerle. Arriviamo a Naxos per un veloce pranzetto al porto con insalata di polpo essiccato cotto nell’aceto e poi ci imbarchiamo sul mitico Skopelitis, il traghetto che ogni giorno collega tra loro le Piccole Cicladi. Tappa ad Iraklia e Schinoussa per poi sbarcare a Koufonissi. Serata autunnale, siamo un po’ tristi dopo la maestosità di Santorini. E’un isoletta, bassa bassa sul mare, il porto è in paese e anche in spiaggia, di fronte la silente Kato Koufonissi ormai quasi disabitata. Ci sistemiamo in una zona un po’ defilata. Passeggiando troviamo una nuova sistemazione per il giorno dopo. Poi per cena, una calda porzione di agnello con patate al forno e zucchini fritti con il solito delizioso vino bianco ci tirano su di morale. Dormiamo come al solito nel silenzio più assoluto, al mattino ripartiamo con zaini in spalla per la nostra nuova e accogliente casetta. Un artista locale ha costruito intorno alla sua casa azzurra e arrotondata, un serie di deliziosi cubi greci con terrazzo, bouganville e scaletta per elevarsi sul tetto ad ammirare il panorama di una isola che dispiega lentamente le sue bellezze silenziose. La strada che passa davanti al nostro villaggio prosegue lungo costa, con uno sguardo sulla disabitata e montuosa isola di Keros, per toccare tutte le più belle calette dell’isola. Finikas, Fano, poi qualche voragine inaccessibile, poi un’altro accesso ghiaioso al mare per poi arrivare alla baia rotonda di Pori. Di fronte si vede Amorgos e dalla frattura nella roccia sabbiosa alle spalle si vede la solida Naxos. Qui la sabbia è chiara e tiepida e si fa il bagno in una piscina naturale i cui colori cambiano a seconda delle ore e del vento. Ogni giorno la stessa passeggiata per arrivare a Pori, ogni giorno gli stessi instancabili turisti, ma ogni giorno lo spettacolo è diverso, il mare è verde o turchese, Keros è più o meno vicina così come Amorgos che si muove all’orizzonte insieme alla foschia marina. Tutto è sempre uguale e semplice eppure ammaliante. Cominciamo a scoprire piccole colonie di tedeschi che ogni anno si danno appuntamento qui a Koufonissi, si spostano come uccelli migratori tra una Taverna e un Kafeion e parlano un po’ di greco con i pochi ma tenaci abitanti, come tra vecchi amici. E’ un’isola che ti coccola e ti trattiene, ma all’apice della tardiva estate, quando Pori e il suo mare rotondo si sono trasformati in una perfetta e pacifica spiaggia tropicale senza vento e con un’onda che ti massaggia i piedi decidiamo di partire per Amorgos la più lontana delle Piccole Cicladi, quella che ci osserva da giorni mentre ci abbronziamo al dolce sole di Koufonissi. Ecco di nuovo lo Skopelitis questa volta al tramonto, nella bruma marina, tra spruzzi e salmastro. Prima passiamo per Donoussa, alta e asciutta e poi dopo un braccio di mare aperto ed inquietante eccoci a Egiali, tappa inattesa. Scendiamo. Fa caldo, è umido e ci sistemiamo in uno strano cottage lungo la spiaggia. La cena è così così. Dormiamo. Al mattino l’isola ci appare così diversa dalle altre, così speciale, bisogna cominciare ad esplorarla per capirla meglio. Zaino in spalla e si affitta un’auto, si parte per i paesini che si innalzano sul golfo. Belli e deserti. Prendiamo un caffè greco torbido e saporito a Tholaria, anche qui greci che chiaccherano tra loro del più e del meno, finalmente senza intrusi. Scendiamo per poi risalire per Chora. Bellissima. Il clima è perfetto e un po’ di brezza montana ci convince a sistemarci qui. Ci concediamo una specie di appartamento a due piani in una casa completamente rifatta con materiali originali. All’interno i soliti pizzi e la solita strepitosa terrazza. Vaghiamo per i vicoli pieni di gatti di tutte le taglie e colori. Mangiamo polpettine di carne da un solitario e bizzoso cuoco capellone, che poi si scoprirà grande viaggiatore con cui chiacchieriamo amabilmente di Perù e Myanmar. Pomeriggio in terrazza a leggere per aspettare il tramonto sulle cupole blu e bianche delle numerose chiese di Chora, alle spalle, dalla cresta ci osservano i vecchi mulini a vento. Si dorme in una specie di culla, colazione in casa. Si parte con calma per la visita al monastero di Hozoviotissa. Appiccicato alla roccia a strapiombo sul blu del mare. E’ bianchissimo ed accogliente così come i suoi preti ortodossi che ci offrono dolcetti dolcissimi e rachi al miele. Scendiamo e girovaghiamo lentamente alla ricerca di un accesso al mare. Ormai dopo Koufonissi siamo diventati molto esigenti e quindi dopo varie tappe a Mouro e Kalotaritissa ci fermiamo a Paradisia. Tuffo dal moletto in un’acqua verde. I turisti si contano sulle dita di una mano includendo anche noi due. La temperatura è perfetta e l’acqua è persino più calda del solito. Anche di qui non si andrebbe più via, ti viene da piangere. Abbandoniamo anche questo lido e ripartiamo per un’ultima occhiata ad Amorgos, ripassiamo per la cresta che vede i due lati dell’isola e poi scendiamo a Katapoli, vuoi mica non sapere com’è, ed è proprio carina. Porto e casette bianche. Ritroviamo la colonia di turisti di Koufonissi. Sono degli abituè, ti riconoscono ma non ti salutano se non con un sorriso compiaciuto. I pochi che scoprono l’isola in questa stagione, calda, accogliente e per niente affollata. Annotiamo il numero di telefono dell’ultima Pensione del paese per la prossima volta in cui passeremo di qui, non si sa mai. E poi risalendo verso Chora carichiamo con piacere un imbianchino del posto che dopo una giornata di lavoro torna a casa. Il dialogo è impossibile ma con una caramella e un sorriso tutto è piacevole come al solito. Ultima sera ad Amorgos, solito posticino per la cena. La sveglia è prima dell’alba. Colazione fai da tè con dotazione turistica standard: nescafè, biscotti e miele. Con la nostra macchina ripercorriamo la tortuosa strada panoramica che ci riporta nella baia di Egiali da dove ripartiamo in perfetto orario con il nostro Blue Star Ferry per il Pireo. Navigazione tranquillissima, praticamente un tour finale tra le Cicladi. Rivediamo Donoussa e Naxos, passiamo per Paros e poi dopo un gran temporale in mare aperto eccoci ad Atene con il sole. Velocissimi arriviamo in albergo con la solita metropolitana. Siamo a Monastiriki in piena zona pedonale e da lì risaliamo la collina per vedere finalmente il Partenone. E’ pur sempre uno spettacolo. Ci sono pochi turisti perchè l’indomani che è domenica l’ingresso è gratuito. Paghiamo ma ci godiamo ampiamente lo spettacolo dell’Acropoli e di Atene dall’Acropoli. Niente tramonto perchè c’è ormai l’orario invernale. Pazienza, ci facciamo cacciare lentamente dai custodi e scendiamo in città. Dal balcone della nostra cameretta demodè si vede ancora l’Acropoli, che bello!!. Scendiamo per le vie pedonali di una Atene ancora piacevolmente animata dai turisti tardivi. Cena sotto un platanos in un vicoletto frequentato anche da avventori locali e poi bicchiere della staffa al Bretones dove ci compriamo una bottiglia di ouzo da viaggio per simulare a Torino un aperitivo greco e ricordarci dei colori, dei gusti e dei profumi con cui questa dolce estate cicladica ci ha deliziato. Mezzi di trasporto Voli: Alitalia Torino-Roma-Atene e Atene-Napoli-Roma 220€ a testa acquistati on-line sul sito della compagnia di bandiera; Aegean Atene-Santorini 85€ a testa sempre acquistati on-line sul sito Aegean Navi: SpeedJet Santorini-Naxos (2h); Skopelitis per/da Piccole Cicladi – gira tutti i giorni tranne la domenica tra Naxos e le piccole cicladi, verificare bene l’orario di passaggio; Blues Star Ferry Amorgos/Egiali-Pireo (8h) – verificate bene il porto di partenza da Amorgos, può essere Egiali e/o Katapoli ed il giorno, gli orari soprattutto in bassa stagione sono complessi Metropolitana: Atene da/per Aeroporto (3€) e da/per Pireo (1€) Pernottamenti e Pasti Santorini Room To Let Maria a Fira – camera microscopica ma pulitissima, con frigo e merletti, terrazza con zone ombreggiate e vista mozzafiato sulla caldera (70€) Taverna Nikolas a Fira – secondo noi una delle poche taverne tradizionali rimaste a Fira, si fa un po’ di coda per trovare posto anche in bassa stagione, piuttosto che consultare il menù conviene chiedere consigli allo stesso Nikolas, da provare lo stufato di carne e verdure, buonissime le verdure ripiene con riso o formaggio locale, pesce sempre fresco, ovviamente vino bianco, dopo un paio di sere il logarismos arrivava con uno strepitoso vinsanto di Santorini (circa 14-15€) Koufonissi Gitonia tis Irinis (ovvero I vicini di Irene) – villaggio azzurro progettato e costruito intorno alla propria abitazione dall’artista Antonis Mavris secondo le antiche tradizioni locali (35€ bungalow per 2 persone con il necessario per prepararsi la colazione, non si possono non provare gli appartamentini più grandi con salottino e angolo cottura in bassa stagione da 45€ e 55€) Taverna Melissa (ovvero Taverna dell’Ape, non è il nome della proprietaria che circola per il locale sorridendo e facendo scherzi ai clienti) – ogni sera abbiamo provato un piatto del giorno diverso per non più di 12-15€ tra cui un ottimo agnello al forno con patate, souvlaki di maiale, insalata di polpo tenerissimo, verdure fresche fritte in pastella e moussaka casalinga, con il logarismos immancabile omaggio di crema allo yogurt con frutta candita e rachimeli caldo. Taverna Kalofego –sulla spiaggia di Pori per spuntini vari, buono il purè di fave e anche l’humus con felafel per uscire un po’ dalla cucina greca. Amorgos Guest House Embrostiada a Chora – palazzina ricostruita con materiali e stile tradizionale cicladico, si trova all’inizio del paese partendo dal parcheggio in alto, è inserita in un giardino che sta crescendo in modo perfettamente integrato con il resto del paese. Ci sono varie scelte di alloggio una più bella dell’altra, noi ci siamo concessi l’appartamento (70€) a due piani con cucina e salottino e ben due balconi. Paradisiaco soprattutto per la vista al tramonto. In alta stagione è assolutamente necessario prenotare. Non chiude nemmeno in inverno ed ha i termosifoni. Caffè To Xima a Chora – localino tra i vicoli, cucina poche cose al momento: polpettine speziate di carne con insalata, ovviamente insalata greca, stufato di melanzane con formaggio caldo, formaggio di Amorgos con olio e spezie, pesci (piccoli). Noi l’abbiamo scelto più per l’aspetto vintage e per il simpatico anche se scontroso gestore che per l’eccellenza del cibo che comunque è sicuramente fresco e genuino. Atene Hotel Tempi – più che un hotel è una Guest House da veri backpackers, alto e stretto, con un gentilissimo gestore. Ci sono camere con e senza bagno e cucina in comune per le colazioni. Dalle doppie con bagno (60€) che danno sulla piazza fiorita e pedonale di Agia Irinis si ha una stupenda vista sull’Acropoli, più si è in alto meglio è. To Platanos – in zona Plakia, frequentato prevalentemente da greci ma ormai scoperto anche dai turisti italiani che arrivano a frotte, si mangia una rustica cucina casalinga sotto un enorme platanos (quello del nome appunto) in pieno centro cittadino. Molto carino anche l’interno del locale. Camerieri d’epoca ma molto scafati. Ha superato abbondantemente il test della moussaka. Niente rachimeli a fine pasto ma ottima baklava presa a prestito dalla Turchia.