Santorini in bus
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Sono partita come di consueto con Volotea da Venezia e sono arrivata puntuale alle 9h20 locali sull’isola. Ritorno alle 23h50 del 15 settembre.
Come albergo ho prenotato la Pension Petros, a Fira appena fuori dal centro dello struscio. L’ho prenotato tramite 7ideas, perché su booking.com lo dava esaurito. Tra l’altro è stata un po’ una scelta obbligata, perché avendo prenotato all’ultimo, non c’era più tanta scelta. Per due notti, camera doppia, anche se ero da sola, ho pagato 110 euro. Purtroppo tutto escluso: niente colazione (per fortuna c’era bollitore e thè offerto) né transfer dall’aeroporto.
A proposito di transfer, se non avete la fortuna di averlo gratuitamente offerto dall’albergo, posso consigliare di evitare di spendere 20 euro di taxi o minibus e di prendere l’autobus locale che costa invece solo 1, 80 euro. È vero che il tempo è denaro… però è talmente sproporzionata la differenza di prezzo che alla fine è meglio spenderla magari in una buona cena! L’autobus non è frequentissimo, io che sono arrivata alle 9h30 l’ho aspettato 50 minuti… e poi ci mette mezz’oretta per arrivare alla stazione dei bus di Fira. Però ripeto… 1,80 euro!
La stazione dei bus di Fira è il centro nevralgico del trasporto isolano perché tutti gli autobus passano di lì, non ne esistono che vadano da nord a sud dell’isola, bisogna per forza cambiare a Fira.
GIORNO 1
Arrivata stanca morta in albergo, la sera prima avevo smesso di lavorare a mezzanotte e l’aereo era alle 6 del mattino, ho deciso di fare preventivamente un pisolino di un paio di ore prima di partire alla scoperta dell’isola. Così sono uscita più o meno verso le 14, dopo aver mangiato un panino portato da casa. Mi sono fatta consigliare dalla gentile receptionist su cosa vedere a Fira e anche nel resto dell’isola. Come primo giorno, ho deciso di dedicarlo solo a Fira, e devo dire che ho fatto proprio una bella passeggiata. Sono arrivata alla famosa Caldera e poi ho proseguito lungo la costa fino a Imerowigli, altro paesino abbarbicato alla scogliera, tutto bianco come Fira, ma molto meno pieno di negozi, ristoranti e orde di turisti. Per arrivarci bisogna camminare per 45 minuti/un’ora, però è una camminata piacevole, raramente faticosa e con su e giù, e poi si gode di un bellissimo panorama sia su Fira che su Oia, che tra l’altro è anch’essa raggiungibile a piedi proseguendo sulla costa.
Ho provato poi a salire la roccia Skaros, una specie di istmo che si trova davanti a Imerowigli. Sono arrivata però solo fino alla base del roccione finale, perché la scalata era decisamente troppo per me, e comunque il panorama era bello anche da dove sono arrivata io.
Dopo essere tornata a Fira ho girato un po’ di agenzie perché avevo intenzione di andare a fare un’escursione di quelle super turistiche che già in partenza sai che non vedrai niente perché non c’è tempo, ma siccome il 15 il mio aereo era a mezzanotte, mi è sembrato il modo migliore per riempire la giornata.
Fondamentalmente tutte le agenzie propongono le stesse identiche cose e allo stesso prezzo, euro più, euro meno. Alla fine ho deciso di prenotare tramite l’albergo un’ escursione all’isola vulcanica di fronte a Santorini, alle sorgenti di acqua calda, poi l’isola Thirassia e infine una rapida occhiata a Oia, il tutto per 32 euro organizzato da Kamari tours.
Tornata in albergo mi sono riposata e poi sono uscita per andare a vedere il famosissimo tramonto di Santorini. C’era un sacco di gente pronta a veder calare il sole dai muretti a picco sul mare o comodamente seduta ai tavoli di bar e ristoranti, anche loro a picco sul mare. Io ho un po’ ripercorso la strada del pomeriggio verso Imerowigli, perché in Fira c’era veramente troppo casino, e alla fine mi sono fermata in un punto che mi permetteva di vedere sia Fira che Imerowigli spostandomi poco. Devo ammettere che questo primo tramonto non è stato poi così eccezionale… il sole è calato dietro ad un’isola e di cielo rosa ce n’era molto poco… comunque bello, fatte tante, tante foto ovviamente!
Ritornando indietro mi sono fermata a cenare al ristorante Louis, lì nella via pedonale assieme a tantissimi altri. Ho preso un soutzoukakia, cioè delle specie di polpette di carne in salsa al pomodoro speziato con riso basmati, lo yogurt greco e un litro d’acqua per 18 euro. Nel complesso buono, ma assolutamente niente di eccezionale.
GIORNO 2
Fatta la colazione in camera grazie al bollitore e al thè offerto, sono partita alla volta del villaggio di Kasterados, che mi aveva consigliato la receptionist. Ho preso il bus e per 1,80 sono arrivata a destinazione; Kasterados è talmente vicino a Fira che forse avrei potuto risparmiare quei soldi, anzi, sono quasi convinta che sia ben più vicino di Imerowigli per esempio.
Onestamente potevo anche evitare di fermarmi a Kasterados, perché non è poi tutto sto granché. È un classico villaggio greco come Fira o Oia, un labirinto di stradine costeggiate da casette bianche, che a differenza dei villaggi famosi, non è turistico e quindi è più lasciato andare e pieno di casette ed edifici abbandonati. Ha il suo perché, in quanto comunque è uno spaccato di quella che è la realtà di Santorini, però insomma, non lo facciamo rientrare tra i siti assolutamente da visitare dell’isola. Comunque anche qui ho trovato vari micetti, uno dei quali non la smetteva più di seguirmi, povero amore…
Dopo Kasterados sono tornata alla fermata del bus per andare a Akrotiri alla spiaggia rossa. Ho aspettato la bellezza di un’ora… e meno male che doveva passare ogni mezz’ora. In momenti del genere avrei tanto voluto avere un motorino…
Comunque alla fine, per due euro sono arrivata. Dalla fermata bisogna camminare una ventina di minuti per arrivare alla spiaggia, che è piuttosto piccola e chiusa imponentemente tra il mare e le scogliere rosse. Sono stata giusto il tempo di fare mille foto e bagnare i piedi, poi sono tornata indietro, in quanto temevo di dover aspettare l’autobus un’altra ora per tornare a Fira. Ho pranzato alla taverna Melina’s, letteralmente in riva al mare sulla via per tornare alla fermata del bus. Ho preso una sogliola fritta e una coca per 12,50. Buona e soprattutto bello mangiare con in sottofondo il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia.
Il bus per fortuna stavolta l’ho aspettato solo mezz’ora. Sono tornata a Fira, mi sono data una sistemata in albergo e sono ripartita per Oia (1,80 euro), per vedere il magnifico tramonto.
Oia mi è piaciuta più di Fira, l’ho trovata più pittoresca ed inoltre con più possibilità di fare foto al panorama. Il tramonto è stato anche decisamente più affollato che a Fira, in pratica c’erano solo posti in piedi in seconda e terza fila dietro ai muretti… non oso pensare cosa sia in luglio e agosto. Io per vedere il tramonto mi sono diretta sull’estrema punta della cittadina, in un’area un po’ abbandonata ma di fianco ad un bar con piscina che durante le fasi finali del tramonto ha trasmesso musica piuttosto suggestiva che ha reso tutto più bello. Devo dire che anche stavolta il tramonto non mi è piaciuto tantissimo…nel senso che ho in mente delle vecchie foto di mio papà fatte proprio a Santorini al tramonto in cui i colori erano davvero uno spettacolo…le mie foto invece sono uno spettacolo solo applicandogli qualche effetto che ne pompa, per così dire, i colori!
Comunque è stato bello, senza ombra di dubbio. Un consiglio che posso dare è cercare un posto relativamente tranquillo per vederlo, per quanto sia possibile. Perché non ne vale la pena di guardarlo nel casino, dove sono stata io era perfetto!
Per cena, ho deciso di prendermi un dolcetto in un bar pasticceria sulla via principale. I prezzi dei ristoranti, sia a Fira che Oia, sono davvero alti e non mi andava di spendere altri 20 euro per un paio di polpette. Così ho preso una certa Quiunafe, una fetta di torta fatta con formaggio cremoso caldo, delle specie di spaghettini di caramello e granella di pistacchio. Era buona, ma diciamo che dopo pochi morsi ho cominciato ad avere difficoltà a mandarla giù… per fortuna avevo preso anche una coca. Il tutto per 10,40 euro, che comunque è un bel pagare…
Dopo il dolce sono tornata in albergo, stavolta l’autobus è stato addirittura in anticipo, ennesima riprova che gli orari esposti alle stazioni sono tutt’altro che affidabili…
GIORNO 3
Ultimo giorno a Santorini prima del mio volo delle 23h50. Come previsto, ho fatto l’escursione che avevo prenotato tramite l’albergo. Mi sono trovata al punto di incontro Kamari tours davanti all’ospedale, a poche centinaia di metri dall’albergo, e in pullman assieme a tante altre persone siamo andati al porto di Athinos per imbarcarci sulla nostra barca/nave, la King Thiras.
La prima sosta è stata all’isola vulcanica Nea Kameni. Qui siamo saliti in cima all’isola assieme a Tania, la nostra guida. Di tanto in tanto durante la salita ci fermavamo in alcuni punti prestabiliti e la guida ci spiegava un po’ di cose. Tra quelle che mi sono rimaste impresse c’è che l’isola è disabitata, interamente formata da rocce e pietre di origine vulcanica e che di inverno c’è un po’ di vegetazione – in estate praticamente zero- e addirittura qualche animale tipo i serpenti. Tania ci ha spiegato altre cose riguardo all’origine di Santorini e della caldera. Devo ammettere che ho capito poco, di sicuro però ho capito che Santorini e le altre isole poggiano tutte su un vulcano che attualmente è dormiente, la cui attività non è prevista riprendere nell’immediato futuro, ma il suo risveglio è comunque sempre possibile, anche se molto in là nel tempo.
Arrivati in cima abbiamo poi avuto 40 minuti circa per fare foto e ridiscendere all’imbarco. In un paio di punti in cima usciva addirittura del fumo e c’era parecchia puzza di zolfo. A riprova che questo vulcano è tutt’altro che morto e sepolto.
È stato bello, il paesaggio era praticamente lunare, non c’era nulla salvo pietre di lava vulcanica più o meno grandi e un due – tre enormi crateri a testimonianza delle eruzioni del passato.
Tornati alla nave siamo partiti alla volta delle acque sulfuree, dove chi ha voluto, ha avuto 30 minuti per fare il bagno in acque la cui temperatura arrivava anche ai 40 gradi. Io non l’ho fatto, un po’ non avevo voglia, un po’ non sapevo se sarei stata in grado di nuotare quei 10 minuti necessari a raggiungere le acque calde e poi Tania ci ha detto che tali acque avrebbero potuto rovinare i costumi da bagno, perché ricche di zolfo; al che ho lasciato perdere.
Dopo la nuotata siamo andati all’isola di Thirassia, abitata da circa 200 persone! Qui abbiamo avuto due orette di tempo per mangiare o andare in cima a visitare il villaggio di Manolas. Ovviamente io ho scelto di andare al villaggio. Raggiungerlo è stato tutt’altro che semplice e/o piacevole. Circa 140 gradini di un metro per due circa, con una pendenza particolarmente rilevante e soprattutto, in pieno sole senza un filo di vento. Sono arrivata in cima che pensavo di morire. Mi sarei aspettata quantomeno un banchetto della protezione civile a distribuire acqua ai poveri turisti stremati, invece c’era solo un omone greco che invitava i poveri turisti stremati a fermarsi a mangiare al suo ristorante panoramico a picco sulla scogliera.
Alla fine anche Santorini è così. Se si arriva dal mare, per raggiungere i villaggi bisogna inerpicarsi su per la scogliera. A Fira hanno costruito una funivia, altrimenti ci sono i gradini oppure gli asinelli.
Il villaggio di Manolas mi ha ricordato un po’ Kasterados in peggio. In gran parte abbandonato e diroccato, ho visto più gatti che umani in giro. Però mi è piaciuto molto. Così, in cima all’isola sopra la scogliera mi ha dato un senso di pace e tranquillità immenso. Alla fine era autentico in tutta la sua decadenza, non imbellettato per i turisti, ma tremendamente vero.
Mi sono fermata a ristorarmi nell’altro unico bar ristorante del paese, dove ho preso uno yogurt con miele e un the alla pesca per 4,80 euro. Ho assaporato il tutto da un tavolino a picco sul mare, da dove mi sono goduta una vista spettacolare su Santorini e la caldera. È stato veramente bello.
La ridiscesa al porto è stata quasi tanto faticosa come la salita per i miei poveri polpacci doloranti. Sarei rimasta volentieri di più a Manolas, anche se non c’era assolutamente niente da fare. Avrei adottato la modalità gatto e mi sarei crogiolata al sole. Peccato aver da proseguire con l’escursione.
Al ritorno siamo passati per Oia, dove abbiamo lasciato giù le persone che avevano comprato il pacchetto con il tramonto incluso. A Oia, a differenza di Manolas, i gradini per arrivare al villaggio dal porto sono circa 300…
Per ritornare ad Athinos ci abbiamo messo circa 40 minuti di navigazione. Poi abbiamo ripreso il bus che ci ha riportati al punto di partenza davanti all’ospedale.
Avendo ancora un 2-3 ore prima dell’ultimo bus per l’aeroporto, ho fatto un’ultima passeggiata per le viuzze anguste e ricche di negozi e taverne di Fira. Ho mangiato l’ultimo gyros con coca cola al Meat corner per 4 euro e mi sono goduta un ultimo tramonto dai muretti (che confermo molto meno affollati di quelli di Oia!) e poi sono tornata in albergo a recuperare la valigia.
Il bus per l’aeroporto era previsto alle 21h15 e per fortuna è stato puntuale. Così come il mio volo, che mi ha riportata alla realtà italiana.
CONCLUSIONI
Santorini è una splendida isola; tipicamente greca con tutti i suoi lati positivi e negativi. Le cose belle da vedere non sono poi tantissime e in generale l’isola è piccola, per cui se si noleggia un motorino la si può davvero vedere tutta in poco tempo. Anche con l’autobus però, dotandosi di una buona dose di pazienza, si riesce a raggiungere bene i punti migliori dell’isola, che merita davvero di essere visitata.