Santorini, fine di un mito?

Imerovigli undici anni dopo: qualche perplessità e un po’ di delusione per un luogo pur sempre magico e unico
Scritto da: luk51
santorini, fine di un mito?
Partenza il: 13/09/2011
Ritorno il: 15/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Al termine di una bella vacanza nel settembre scorso a Ios e Folegandros, e prima di rientrare in Italia, mia moglie ed io ci siamo concessi due notti nella mitica Santorini per rivivere il ricordo di una splendida settimana trascorsa lì 11 anni fa. Stessa località (diverso albergo) di allora: Imerovigli, forse il punto più spettacolare in quanto il più alto sulla Caldera (circa 300 metri a strapiombo).

Ma il tempo cambia le cose e troppo spesso l’uomo le peggiora o addirittura le rovina come, secondo noi, in questo caso.

C’era un filo logico che legava Imerovigli e Firostefani al capoluogo Thira, 2 chilometri più in là: un bel percorso pedonale, ben tenuto, univa un livello sottostante di hotels con uno, massimo due livelli sopra, tutti in stile rigorosamente cicladico e digradanti verso il vuoto, a formare un’esile fascia continua sulla cresta dell’isola. Ora non è più così: una cementificazione dissennata ha rotto quell’equilibrio, a volte con costruzioni di dubbio gusto. Ora i livelli sono 3, 4 e anche più: la linea è diventata una macchia.

“Buona la prima” si dice spesso sul set cinematografico, così è anche per noi: invece di rivivere il ricordo sarebbe stato meglio vivere di ricordi. Tanto da impormi, io fotoamatore, di non scattare foto per non lasciarmi tentare dal confronto con le immagini di 11 anni fa.

Abiamo rivisto l’hotel di allora e il nostro bel terrazzino che si affacciava sullo strapiombo regalandoci la sensazione del volo. Ora si affaccia sulle cupole delle camere e sui terrazzi dei diversi hotels sottostanti: lo strapiombo è morto. E il fruscio del vento che accompagnava la vista spettacolare ora è sostituito dal ronzio dei condizionatori (si stava bene anche senza) che servono più come gadget per lievitare i prezzi.

Già, perché a Imerovigli i prezzi sono da “fuori di testa” e non è raro che a fine settembre ti chiedano ben 500 o addirittura 1000 euro a notte per una camera doppia, comunque raramente sotto i 200. Da sola Santorini, con l’enormità di turisti che fanno il quasi tutto esaurito da giugno a settembre, e i conseguenti fiumi di denaro, potrebbe forse risolvere l’attuale crisi Greca; constatiamo che invece non si risolvono nemmeno i problemi locali.

A Imerovigli ci sono tanti soldi ma nemmeno un bancomat… Perché mai metterlo lì se i negozi stanno a Thira? E infatti laggiù la sola piazza principale ne conta una decina. Ci vado imboccando il predetto percorso e noto che solo in corrispondenza di ristoranti e hotels risulta decente, ma mai uniforme; per il resto è “terra bruciata”, sconnesso, senza luci la sera, con muretti diroccati e in parte crollati, ecc.: segni di un’amministrazione latitante, come vedremo poi.

Nella Caldera quattro navi da crociera che, oltre al denso fumo che per nostra fortuna la brezza porta altrove, inquinando però i tanti nuovi lussuosi resort nel sud dell’isola, vomitano migliaia di turisti che con la frenesia causata dalle 4 ore a disposizione per visite e shopping travolgono tutto e tutti.

Thira mi accoglie in un caos pauroso, con un traffico da Milano nell’ora di punta e con centinaia di turisti, usciti da decine di pullman, che le guide turistiche organizzano in gruppi d’assalto alle vie dello shopping aggiungendosi a quelli delle navi. Il tutto sotto gli sguardi attoniti e melanconici di alcuni vecchietti locali sull’uscio di un bar.

I negozietti di paccottiglie (intendiamoci, ci sono anche quelli “giusti”) hanno invaso gli ultimi anfratti possibili, ostruendo ancor più il passaggio utilizzato dai muli della famosa scalinata per rientrare a casa la sera.

Tutto questo mi provoca una brutta sensazione: il business ha ucciso l’atmosfera.

Prendiamo l’autobus per Oia, diciamo all’autista che non abbiamo il biglietto ma lui ci invita a salire comunque senza chiedere alcunché: da non credere! A metà percorso sale il bigliettaio che urla a squarciagola “one ticket, one sixty” e la pia illusione finisce lì.

Oia è sempre molto carina e sembra aver resistito all’invasione del cemento. Una negoziante ci spiega che però è solo frutto di veti incrociati di faide famigliari, non certo di un’amministrazione che definisce, come noi, latitante e cita un esempio: migliaia di turisti ogni giorno e solo due toilettes pubbliche chissà dove. Ci guadagnano ovviamente i bar, ma qualcuno nei vicoli si arrangia diversamente e si sente!

Scende la sera, l’isola si illumina e lo spettacolo delle luci sovrasta ogni problema. E al mattino la Caldera si presenta in tutto il suo splendore che rende quest’isola, nonostante tutto, magica e unica. Chi ci va per la prima volta è giusto che la veda, l’apprezzi e la ricordi così; l’importante è che non ci torni dopo 11 anni…



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