Santorini e un quad per amico.
La spiaggia di Kamari ci accoglie serena e placida, solo tre file di ombrelloni per la parte più a nord, vicino alla baia ce ne sono 5, sicuramente l’acqua li è più tranquilla, quasi una piscina, ma il prezzo di non dormire sotto il sole dopo il viaggio è troppo alto per scegliere quella zona. I bambini greci sono i più silenziosi del mondo, hanno giocato tutto il pomeriggio a pallone in spiaggia e non li abbiamo quasi sentiti, estremamente rispettosi e prudenti cercano di non dar noia ai turisti collassati, nemmeno arrivassimo a nuoto dall’Italia. Dopo una prima occhiata in giro e un po’ di relax ci occupiamo del mezzo di trasporto, ci sono diverse filosofie di pensiero, chi sceglie l’auto, chi lo scooter e chi il quad. Noi siamo per il quad, dopo varie indagini preferiamo un 150 in due, il futuro confermerà che in salita, con un 50 in due non si sale, assistiamo ad una separazione fra fidanzatini con lancio di ciabatta da parte di lei mentre lui continua la salita solitaria con lo scooter 50. Paola la lungimirante ripeteva come un mantra che lo si doveva prenotare perché pare che siano tutti full, alla fine un tipo ci dice che un altro negozio forse ne ha uno, sembra la classica situazione un po’ rischiosa, sai un mio amico… pare che… incuranti degli allarmi confermiamo e prenotiamo per l’indomani, già sapendo che ci arriverà il quad più malmesso di tutta l’isola. Intorno alle 18 avvertiamo qualche sentore di fame,decidiamo che in ferie si deve mangiar tardi, quindi passiamo 2 ore sbirciando il sito di trip advisor cercando ristoranti, questo fa si che la fame aumenti in maniera esponenziale, prenotiamo da Nickteri a kamari per le 21. Rientriamo con calma in albergo, doccia e di nuovo pronte cominciamo la passeggiata lungo mare attendendo l’ora di cena, alle 20.30 dopo esser passate per almeno 20 ristoranti che ci facevano strada per entrare e mangiare decidiamo che è ora di dare requia allo stomaco. Il cameriere non gradisce affatto il nostro anticipo ma forse sentendo i gorgogli del ventre si intimidisce e ci lascia sedere. Il locale è ben curato ma la nomea che l’ha preceduto mi è parsa eccessiva, alla fine ce ne andiamo con un conto di 70 euro in due per aver mangiato in tutto due antipasti, un primo, un secondo e un dolce, coperto e 1/2 di vino sfuso… insomma… l’unica cosa che davvero meritava era il pure di fave (tipico di santorini) e l’octopus alla griglia, piatto di cui in sette giorni sono diventata un esperta.
Il giorno seguente andiamo a ritirare il quad e giustamente appena lo vedo capisco che mi era predestinato, è il più malconcio di tutta l’isola, il bauletto è pure rotto e si chiude con un gancio, il fanalino dietro ha il vetro a pezzi, insomma sembra con una gomma sulla fossa, ma invece appena lo accendo capisco che è un po’ come i greci, da fuori sembrano un po’ malconci ma in realtà hanno un gran cuore. Stringo un patto con lui e gli prometto che se lui mi tratterà bene e mi porterà a destinazione, io avrò cura di non parcheggiarlo al sole, se possibile. Ci alterniamo un po’ alla guida perché è da subito chiaro che il mezzo è sicuramente il più versatile, si parcheggia in niente e il passeggero è seduto molto più comodo che in uno scooter, però scalda come la caldera in attività e non si va a più di 40km/h. Come prima meta andiamo a vedere la spiaggia rossa, tempo da kamari una mezzora, appena arrivate ci guardiamo chiedendoci se avesse appena attraccato la costa crociere, ci sono persone ovunque, sugli scogli, sulla sabbia, in mare, tutto appare caotico lontano dalla nostra idea di grecia, decidiamo per la spiaggia più tranquilla di mesagonia. Nel mentre ci viene un languorino e ci fermiamo su un negozietto, La ragazza è gentile e accogliente, ma per 3 fichi d’india, un sacchetto di fichi normali più un vasetto di foglie di cappero ci spellano 15 euro, quasi come una beffa vedremmo sacchetti di fichi pieni a due euro in tutta l’isola, ma la capacità di strapagare cose che normalmente ti vengono quasi regalate non è da tutti per altri turisti sprovveduti il posto si trova andando a mesagonia e l’insegna forma una specie di cuore con scritto mao, evitate… La spiaggia è di sassi, il mare pulito e l’ombrellone costa 5 euro, noi rispettose chiediamo a due turisti inglesi dove si paghi, ci viene risposto spallucce, della serie siediti e nel caso vengono loro. Per un ora non si vede nessuno dopo compare un ragazzino che ci chiede i soldi, non sapendo chiediamo una ricevuta temendo che dopo un’ora ne passi un altro a chiederci altri 5 euro, in realtà impareremo che passano una volta sola e che si può star tranquilli, ognuno applica un modo diverso per ricordarsi chi ha pagato ma non sbagliano un colpo.
La sera ceniamo al “Sea site”, consigliato, merita se non per la cucina sicuramente per i due fratelli che fanno i camerieri, uno più bello dell’altro e parlano anche italiano. Prendiamo un pure di fave con cipolla caramellata e mandorle, una meraviglia! Seguono poi calamari alla griglia ottimi, ½ di vino rosso che allungheremo con l’acqua, sia per stemperare la temperatura (troppo calda) che per il grado alcolico che poco si concilia con il sole preso in giornata. Ovviamente non mancherà mai tzaziki come se piovesse e yogurt con il miele e le noci. Aggiungo poi una riflessione personale ma possibile che in Italia non si riesca a farlo uguale lo yogurt? Quello greco che si compra al supermercato è un vago cugino di quarto grado di quello che si consuma nell’isola!
Siamo a ferragosto decidiamo per una spiaggia vicina Monolithos, anche qui l’ombrellone costa 7 euro e passa una ragazzina dopo circa mezzora dall’occupazione della sdraio, ci appende un foglietto e ci augura buona giornata. Il mare è calmo, l’acqua un po’ sporca, del resto troviamo sabbia e non sassi, però non si resiste al richiamo di un bel bagno. Passiamo la giornata a leggere e fare la settimana enigmistica, altra scoperta di questa vacanza. Un appunto va fatto alla frutta, ero partita con l’idea di enormi scorpacciate di anguria e invece devo dire che se ne trova non molta e in proporzione, rispetto al pane alle olive o ad altri prodotti alimentari, decisamente cara. Costa meno mangiarla al bar o al ristorante che prenderla ai minimarket. La sera giro a Imerovigli, vista mozzafiato sulla caldera, gradini vunque e piscine da sogno, ci pentiamo per un attimo della scelta presa sulla sistemazione ma poi ripercorriamo i ragionamenti fatti e confermiamo la decisione. Il paesino è una meraviglia, si gira in un fazzoletto di scogliera, la più alta di Santorini, il sole tramonta intorno alle 20 e noi ci facciamo trovare in un bar a goderci lo spettacolo da sedute, come al cinema. Ceniamo in un ristorante il Blue note, il nome fa pensare a un club jazz anni 50 ma in realtà è una delle viste più incantevoli, se non per il cibo vale per lo spettacolo naturale che regala, ad un tratto mentre addentiamo una cozza all’aneto il sole scompare e capiamo perché il ristorante abbia le vetrate tutto intorno, si alza un vento fin troppo fresco per le nostre pelli bruciacchiate. Qui spendiamo circa 75 euro in due però mangiamo divinamente e ci viene consigliato un semi dry della SantoWines che si lascia bere, freddo al punto giusto alcolico al punto giusto. Mi sento di dire che in questo ristorante si possa ordinare qualsiasi piatto con la certezza che ne valga la pena.
La mattina ci alziamo sempre prestino mai dopo le 8, colazione e poi via con il quad, le ore della mattina sono le più belle, l’aria è fresca e mediamente nelle spiagge si ha ancora la possibilità di scelta, i turisti arrivano al mare verso le 11.00 mediamente, gli italiani anche 12. Noi per quell’ora abbiamo giù fatto un cruciverba e anche un sonnellino, per il pranzo ci organizziamo ogni giorno diversamente a seconda dell’appetito, una volta ci arrangiamo con l’anguria, un altro giorno mezzo panino a testa con un freddo cappuccino come lo chiamano qui. Oggi è la giornata di Oia, unica certezza vedere il famoso tramonto per le 20, alzandoci prestino abbiamo tutto il tempo di prendere il sole a Vourvoulos, qui il mare è arrabbiato quasi se Zeus avesse scagliato due fulmini prima del nostro arrivo, la vegetazione è brulla e selvaggia, pochissima gente e distanziata centinaia di metri, viene ben tollerato prendere il sole con il nudo integrale che sembra in questa spiaggia sport nazionale, non dirò mai se abbia o meno ceduto al fascino del naturismo. Dopo la razione quotidiana di sole ci avviamo per la strada che costeggia l’isola verso Oia, il panorama è molto tipico e si passano dei paesini da scoprire, quando perdersi diventa piacevole. Arriviamo a Oia e ci concediamo una pausa in un caffè, la vista è sensazionale, ci metto circa mezzora a capire che ce l’ho davvero davanti un paesaggio così, riscopro la meraviglia di un paesaggio dove l’uomo non è ancora riuscito a far danni. Ripartiamo a piedi e capiamo che qui il tenore è diverso rispetto a kamari, bancomat e gioiellerie dappertutto. Passiamo il pomeriggio a vagare per le viuzze facendo foto a scorci incantevoli o a muli stanchi e accaldati. Ci fermiamo in una taverna, il cameriere ci avverte che qui o si mangia o non ci si siede, ci guardiamo e ci diciamo che qualcosina la mangeremo anche, alla fine praticamente senza saperlo ceniamo, prendiamo delle polpette di octopus, buonissime e croccanti, lo tzaziki e briam, che è una specie di peperonata ma più speziata. Due belle mythos fredde e siamo pronte per il tramonto. Ce ne andiamo pagando 12 euro a testa. L’impressione iniziale è di essere all’ingresso di un concerto, una massa di persone che si sposta tutte nello stesso verso, alla fine troviamo un posticino e capiamo che il vero spettacolo è essere li con tutte quelle persone che guardano tutte nella stessa direzione provenendo da posti così diversi e lontani, ognuno ha lasciato casa sua anche per essere li in quel momento, sale un emozione e poi se ne va con il tuffo del sole nel mare. Torniamo verso kamari e la strada di sera non è il massimo, fa freddino ed è pochissimo illuminata, mettiamo il kway e procediamo con cautela. Arrivate ci dedichiamo alla serata souvenir e cartoline.
Il giorno successivo facciamo la spiaggia di Koloumbo, anche qui non attrezzata e alquanto libertina per la tenuta del costume, nel pomeriggio la baia di Amoudi a Oia. Qui l’acqua è incredibile, trasparente, se non fosse per la massa di gente ci si passerebbe la vita intera, in realtà non riusciamo nemmeno a farci il bagno. Per quest’oggi ci fermiamo in un taverna con delle simpatiche tovaglie arancioni a mangiare un po’ di pesce. I prezzi qui sono più o meno uguale e il pesce freschissimo. Vale la pena la frittura di calamari!
Penultimo giorno, ci dedichiamo alla costa a sud, avendo del resto terminato quelle a nord, ci dirigiamo verso Perissa passando da Pyrgos e ce ne innamoriamo, con la promessa di tornarci la sera andiamo prima in una spiaggia non attrezzata a Perivolos dove passiamo la mattina a crogiolarsi sopra l’asciugamano e poi ci dirigiamo a Vlychada. Il mare è incredibile, simile alla baia ad Oia, l’acqua limpidissima e calda, decidiamo di prendere l’ombrellone perché la dose quotidiana di abbronzatura è già stata raggiunta, trascorriamo il pomeriggio amabilmente in compagnia di un fresco venticello che non lascia percepire i 40 gradi di temperatura esterna. Al rientro dopo una veloce doccia ci rechiamo a Pyrgos per bere qualcosa, dopo aver passato le vie che ricordano un po’ alberobello arriviamo un po’ per caso ma forse non troppo al Franco’s Caffè, qui accolte dal Bolero di Ravel entriamo e saliamo in terrazza, la vista è di quelle che ti arrivano dirette allo stomaco e ci rendiamo conto di essere nel punto più alto di Pyrgos, dal qui riusciamo a vedere da oia fino a mesa pigadi caldera compresa… Ordino un frullato di frutta buonissimo e Paola una birra. E’ facile descrivere un locale ma vorrei trasmettere l’atmosfera, il cameriera aspetta dietro ad uno scrittoio quasi come se fosse un compositore di bei momenti, discreto e paziente attende il cliente con l’ordinazione. Senza accorgercene passiamo tutta la serata qui fra chiacchere e panorami. Sarà il vento che scompiglia i capelli e fa tremare la tenda, sarà il caffè arabo servito magnificamente, sarà il buio della notte ma sento un’improvvisa tachicardia a cui mi abbandono come se fosse un tamburo dell’opera che si sente in sottofondo.
Il giorno successivo decidiamo di tornare a Vlychad, ci sono davvero poche strade e so che ogni uomo che leggerà questo pezzo penserà… ecco solite donne… ma ci perdiamo imbocchiamo senza saperlo una strada ripidissima pensando che ad ogni salita segue una discesa, ed invece no la salita conduce al monastero del profeta Elia ad ogni modo visto che ci siamo scattiamo qualche foto e ci gustiamo la vista. Ovviamente la maxi salita va ora fatta in discesa, impresa non sempre semplice con il nostro simpatico amico quad. Dopo il mare di Vlychada al quale arriviamo un po’ provate dalla salita e dalla discesa ci regaliamo una bella giornata di mare e al rientro ci fermiamo a Pyrgos per cenare alla taverna Callisti. Qui il personale è gentilissimo ed estremamente accogliente, il cibo ottimo e spendiamo poco più di 15 euro a testa, paola prova l’agnello, io quasi avessi stipulato un accordo massonico non tradisco l’octopus alla griglia, tutto accompagnato dalla melanzana bianca tipica dell’isola alla griglia. Di contorno c’è un cantante greco con la chitarra e un mandolino, la serata è davvero piacevole e dividiamo qualche resto nel piatto con un gattino un po’ invadente ma davvero simpatico. Ci rendiamo conto forse solo questa sera che nel corso delle varie cene abbiamo ingurgitato quantitativi di aglio e cipolla da guinness, però è un problema che non si avverte, si riesce a parlare con sconosciuti senza che questi svengano, arrivo a due conclusioni o il merito va attribuito al vento, oppure semplicemente lo mangiano tutti.
L’ultima sera dopo aver riconsegnato il nostro destriero a quattro ruote, mi rendo conto che di questa Santorini mi porterò a casa dei souvenir indelebili, paesaggi, volti, sapori. A differenza di altre mete dove te ne torni soddisfatta, qui parto con l’idea che ritornare non sarebbe un doppione di vacanza, quasi avessi un conto in sospeso con l’isola. Abbiamo assistito a tramonti incredibili ma la prima alba la vediamo l’ultimo giorno, arrivate all’aeroporto infiliamo gli occhiali da sole e finiamo l’ultimo cruciverba, 23 orizzontale: Santorini.