Santiago de compostela: il premio tanto atteso 2
Pamela e Stefano mi aspettano all Hostal Alameda..Non sto nella pelle. Deve andare, devo vedere, come un folle pellegrino che non ha tempo…Voglio scoprire questa cittá millenaria e mistica.
Santiago mi divora l anima in un secondo: Praza Obradoiro, la cattedrale, e’ notte..Mi rapisce e mi restituirá alla realtá solo qualche giorno dopo.
Il complesso storico di Santiago e’ meraviglioso, il cielo stellato e quelle guglie che sembrano un missile lanciato verso un Dio superiore.
Posso solo immaginare gli occhi dei pellegrini giunti da chissá dove, una visone mistica..Un premo atteso che va ben oltre le credenze religiose o gli ideali spirituali individuali.
La Galizia e’ terra splendida. Verdissima per le frequenti pioggie, una cucina di mare ma non solo, dal sapore unico, una dolcezza nello spirito di questo popolo semplice, cosí diverso dai catalani affannati nel lavoro e nel risparmio. Altra Spagna..Bella Spagna.
Mi ambiento subito. Un giro di tapas alla Taverna O Bispo, succulenti montaditos, vino Ribeiro e poi cena …Calamari, ancora vino ribeiro, caldo gallego..Insomma si mangia bene e si vive bene.
Il giorno dopo..Destinazione Costa Da Morte. In macchina e insime alle melodie dei Keane, di Madonna e ahimé di Laura Pausini..Raggiungiamo l Atlantico nella sua versione spettacolare e magica. Spiagge stupende, un mare azzurro con onde verdi, un cane bianco che scorrazza…Ma dove siamo capitati.
Pranziamo divinamente a Lira, sulla via per Carnota e raggiungiamo Muros, poi Freixo e infine ..La fine delle terre conosciute..Finisterre. Il punto piú a ovest, l ultimo sguardo dei barconi iberici alla volta delle americhe. L ultimo saluto della penisola iberica ai suoi esploratori.
tutto meraviglioso, tutto magico.
Ultimo giorno: Santiago. Un saliscendi di stradine. Un cielo nuvoloso che mitizza questa cittadina piccola ma grande. Tra gli edifici della parte nuova si intravedono le colline verdi..Una di quelle e’ quella del Gozo, la collina punto di arrivo dei pellegrini, una statua indica la strada verso le spoglie di Sant Iaco, l apostolo martire, simbolo del culto millenario di Compostela, patrono e difensore della Spagna. Santuario risparmiato in tempi remoti dagli stessi arabi, dai visigoti e dai vichinghi.
Spoglie scoperte, perse e ritrovate..Mito e realtá si fondono in questa leggenda. Mito e Realtá sono le costanti di Santiago: la vieria, la conchiglia simbolo della cittá sarebbe stata utilizzata come bicchiere dai pellegrini, le bancarelle intorno alla vecchia antagonista di Roma, presentano statuine di streghe orrende, di elfi, gnomi dai nasi abnormi e strane ricette per scongiuare il malocchio..Sacro e Profano si mescolano e fanno di questo posto un luogo dove la passione, al fede cieca ma soprattutto una dedicazione pervesa ha costruito questa cittá monumento che non dimenticheró mai.
Girovaghare per le sue stradine, le sue taverne, i suoi caffe…Provare i suoi orujos, i suoi dolci e i suoi formaggi…Chissá cosa ne penserá Santiago??? Un saluto da Barcellona Andrea