Santander e Bilbao: a spasso sull’oceano

Tre amiche realizzano il sogno di visitare Bilbao e Santander a ritmo di pinxos, passeggiate sull'oceano e architettura moderna
Scritto da: LaLau.
santander e bilbao: a spasso sull'oceano
Partenza il: 10/05/2013
Ritorno il: 13/05/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Era dal 2008 che Francesca ed io, Laura, progettavamo un viaggio a Bilbao, ma tra i mille impegni universitari, lavorativi e affettivi, la nostra meta sembrava allontanarsi ogni giorno di più. Un bel giorno, però, riusciamo a trovare un volo economico con Ryanair (circa 60 euro tra andata e ritorno). Partiamo alle 17:05 con un po’ di ritardo dall’aeroporto di Orio al Serio e attorno alle 19:30 atterriamo a Santander, sulla costa settentrionale della Spagna. Già durante l’atterraggio si può ammirare il verdeggiante paesaggio della Cantabria, con l’oceano Atlantico che bagna le sue coste frastagliate.

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Appena uscite dall’aeroporto prendiamo l’autobus S4 che ci porterà alla stazione degli autobus di Santander, dove ci sta aspettando Elisa, un’amica di Francesca in Spagna per l’Erasmus.

Dalla stazione raggiungiamo a piedi la Plaza del Ayuntamiento, da cui prendiamo l’autobus numero 7 che ci accompagna davanti al nostro ostello, l’Hostal La Torre. Si trova a 15 minuti di cammino dal centro della città e a 5 minuti dalla Playa del Sardinero. È accogliente, pulito e con il bagno privato. Abbiamo pagato 36 euro a testa per due notti in una camera tripla.

Sistemiamo le nostre cose in stanza e poi usciamo alla scoperta di questa cittadina. Ci imbattiamo subito nella movida di Plaza Cañadio che a quest’ora della sera pullula di giovani, ma siccome per il giorno dopo abbiamo in programma di visitare Bilbao, decidiamo di declinare gli inviti in discoteca per riposarci.

secondo giorno

Ci svegliamo presto perché alle 9 abbiamo intenzione di prendere l’autobus per Bilbao: cercate di essere puntuali, perché qui gli orari sono rispettati. Alla biglietteria prendiamo il biglietto di andata e ritorno e paghiamo 12,54 € anziché 13.

Dopo un’ora e mezza di viaggio tra verdi colline e incantevoli paesaggi, arriviamo alla stazione degli autobus di Bilbao; all’ufficio del turismo ci regalano una guida e una mappa della città e di conseguenza diamo il via al nostro tour.

Siccome non abbiamo un itinerario, decidiamo di farci trasportare dall’istinto e, infatti, incappiamo subito nel Parco de Doña Casilda Iturrizar, un’oasi verde in mezzo ai palazzi moderni.

Proseguiamo il nostro vagabondaggio e giungiamo a Plaza Euskadi, che mi ha colpito perché, pur essendo in pieno centro, è circondata dalle colline. Poco più avanti vediamo sbucare tra i rami delle piante l’inconfondibile sagoma del Museo Guggenheim: scattiamo un sacco di foto perché siamo appassionate di arte contemporanea e inoltre il papà di Francesca, che è architetto, ci ha commissionato un servizio fotografico per questo imponente edificio. Davanti al Museo si trova “Mamà”, il celebre ragno dell’artista Louise Bourgeoise che rappresenta la maternità: proprio nell’incavo delle zampe, infatti, si trovano le uova bianche, protette da una spessa rete.

Ci fermiamo a mangiare in un parco, con dei deliziosi prodotti da forno comprati lì nei paraggi e subito dopo attraversiamo il fiume di Bilbao percorrendo il ponte Pedro Arrupe, anch’esso piuttosto particolare.

Prendiamo la funicolare de Arxtanda che con 0,95 euro ci accompagna su una collina dalla quale si vede tutta Bilbao. Rimaniamo un po’ lassù a prendere il sole e a guardare il bellissimo panorama, poi scendiamo nuovamente per andare a scoprire le altre cose che ci mancano della città.

Attraversiamo il ponte Zubizuri, opera di un architetto giapponese, poi ci avviciniamo all’Ayuntamiento e subito dopo entriamo negli stretti vicoli del Casco Viejo, il centro storico di Bilbao.

Ci lasciamo trasportare dall’atmosfera di festa del sabato pomeriggio, poi arriviamo in Plaza Nueva, dove c’è talmente tanta gente da non riuscire nemmeno a trovare un posto per sedersi. Finalmente, però, dopo aver percorso i quattro lati della piazza, riusciamo a trovare posto presso il ristorante Victor, dove prendiamo due bicchieri di sidra e una copa de vino, con annessi pinxos (tapas) alla modica cifra di 10,90€. Il servizio è stato ottimo e il cibo delizioso, lo consiglio sia perché è economico, sia perché si trova in un posto bellissimo e in centro.

Decidiamo di riprendere il nostro tour nelle vie del centro e poi ceniamo presso Muga, in Calle Santa Maria. Questo locale propone cucina totalmente vegetariana e una vasta scelta di vini spagnoli. Se vi piace anche il rock, questo posto fa proprio per voi: noi abbiamo preso della tempura di verdure, un hamburger vegetariano, tre bicchieri di vino e degli stuzzichini spendendo poco più di 6 euro a testa.

Purtroppo il nostro tempo a Bilbao sta per terminare, infatti alle 22:30 abbiamo l’autobus per Santander. Alla stazione incontriamo un focoso gruppo di tifosi dell’Atletic Bilbao, con i quali trascorriamo gli ultimi minuti prima di partire.

Arriviamo a Santander a mezzanotte, ma siamo troppo provate per fare tardi e quindi andiamo subito a dormire.

domenica

La mattina liberiamo la nostra stanza e andiamo a fare colazione di fronte al porto, in calle Castelar, presso la pasticceria Valor, che produce anche deliziosissimi cioccolatini. In seguito ci rechiamo al nostro nuovo ostello, la Pensiòn Plaza Pombo, situata in calle Hernan Cortes 25, a ridosso del mare e in pieno centro. Consiglio questo posto perché oltre ad avere una location ottima, è molto economico (20 euro a notte con abbondante colazione inclusa), è pulito e il personale è davvero gentile. Inoltre, cosa che non ho mai visto in altri ostelli, nel bagno ci sono i distributori di shampoo e bagnoschiuma.

Comunque dopo le generalità sbrigate nel nuovo ostello, decidiamo di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia e poi accompagniamo Elisa alla stazione: purtroppo deve rientrare a Barcellona e non potrà godersi con noi gli ultimi momenti della vacanza!

Francesca ed io, rimaste sole, decidiamo di andare al Parque de la Magdalena, ma prima di intraprendere la passeggiata pranziamo al Balneario La Magdalena, un ristorante in riva al mare. I piatti proposti sono tutti tipici della Cantabria, Spendiamo 20 euro a testa per un abbondante antipasto da condividere, un insalata di pomodori e jamon serrano, un risotto ai funghi, acqua e caffè.

Dopo questa pausa pranzo, finalmente entriamo nella Magdalena. Il mio consiglio è quello di farvi una passeggiata a piedi in totale libertà, perché ne vale la pena. Se invece siete pigri, esiste un simpatico trenino turistico chiamato “El Magdaleno” che vi accompagnerà per tutto il parco. Costa 2,15€ per gli adulti e 1,50 per i bambini. Se scegliete di andare a piedi, potete ammirare il mini-parco acquatico all’interno del quale ci sono foche, leoni marini e pinguini e potete provare l’emozione di tenere i piedi a penzoloni dalle scogliere. Lo spettacolo di questo paesaggio è impagabile; è incredibile come la natura possa plasmare in modo così unico tutto quel che ci circonda. Proseguendo sulla costa si entrerà nella Bahìa de Santander, dove l’acqua è più tranquilla perché è racchiusa in un incavo.

Rimaniamo un po’ lì a goderci il sole e poi facciamo un giro in centro per bere qualcosa e rinfrescarci. Ci sediamo presso La Meson Dos Arcos, in Calle Hernan Cortes, 3. È un locale frequentato soprattutto da anziani, ma abbiamo deciso di sederci comunque per allontanarci dalla ressa dei turisti e bere una buona birra. Successivamente rientriamo in ostello per una doccia e poi usciamo a cena. Scegliamo di mangiare al ristorante messicano Cantina Plaza Garibaldi, a pochi passi dall’ostello, perché offre la possibilità di scegliere un menù vegetariano. Prendiamo una ciotola di nachos con salse, un uovo alla messicana e un taco vegetariano, due birre e spendiamo circa 30 euro. Il cameriere ci ha anche offerto due giri di digestivo tipico messicano. Tutto ottimo!

Cerchiamo un locale aperto per partecipare finalmente alla movida, ma essendo domenica sera i pub chiudono prima e la gente sembra sparita nel nulla. Ci beviamo una birra in un irish pub deserto e poi decidiamo di passeggiare ancora sul lungomare prima di rientrare.

L’ultimo giorno lo dedichiamo alla scoperta di un altro pezzo di costa: arriviamo alla Playa del Sardinero e iniziamo a camminare con i piedi nell’acqua, finché non incontriamo un sentiero proprio sul bordo degli scogli e decidiamo di incamminarci lì. Il panorama che ci viene offerto è veramente spettacolare, il profumo del mare è inebriante e nonostante vorremmo fermarci più a lungo per goderci questa meraviglia, siamo spinte dalla curiosità di sapere cosa ci sarà oltre la prossima scogliera, oltre la successiva distesa di erba. E infatti, nonostante la passeggiata ad un certo punto si interrompa lasciando il posto alle aspre rocce, proseguiamo da sole, arrivando proprio sopra la spiaggia più bella e meno frequentata: la playa de la Mataleña, alla quale si accede solo mediante una ripida scalinata. È racchiusa in un piccolo golfo roccioso, lontano dal caos e dalla frenesia delle altre spiagge. Forse proprio per questo mi è piaciuta di più delle altre. Una volta raggiunto il punto più alto e più sporgente, decidiamo di fermarci, anche perché è arrivato il momento di tornare indietro. Ci prendiamo l’ultima tapa alla Meson Dos Arcos e poi riprendiamo il nostro autobus per l’aeroporto. Che cosa posso dire di questa vacanza? Sicuramente ha superato di gran lunga le mie aspettative, sono soddisfatta e contenta di aver visto tali meraviglie.



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