Sant’Antioco, solo verde e blu

Come partire con l'intenzione di visitare tutto il sud della Sardegna e fermarsi a Sant'Antioco, meravigliati.
Scritto da: mariaedino
sant'antioco, solo verde e blu

In coppia, siamo stati nella Sardegna sud-ovest dal 29 agosto al 6 settembre. Abbiamo viaggiato in auto, con il trasporto su nave Grimaldi, partendo da Savona alle 10. Ed ecco il racconto .

29 agosto

Arrivati a Porto Torres alle 20, anziché alle 18 come previsto, ci avviamo verso Bosa, meta prestabilita per il soggiorno notturno. Seguiamo le indicazioni del navigatore che ci immette in un percorso bellissimo a livello paesaggistico, ma interminabile, per cui anche il migliore dei tramonti non ci consola. Il b&b prenotato è S’Ammentu House, nel pieno centro storico del paese, difficoltoso per il parcheggio ma ottimo come sistemazione temporanea per una rapida visita. La fame ci fa trovare una locanda lungo il fiume, che è un po’ l’anima del paese, e il sonno ci spinge a casa.

30 agosto

La stanza, seppur minima, ha tutti i comfort necessari, anche un risveglio originale, poiché, trattandosi di un centro storico dalle vie strette, si condivide tutto con il palazzo di fronte, anche un rosario alle 7.30 del mattino a pieno volume. Comunque si è dormito bene, la colazione è offerta presso un bar sempre lungofiume; carichiamo il bagaglio della notte e visitiamo Bosa, paese caratteristico, pulito, accogliente.

Iniziamo la discesa verso il Sud, passando per Montiferru, attraverso paesini semplici ma vissuti e toccando con mano il vasto incendio dell’anno passato, che ci spinge verso Sant’Antioco direttamente, fermandoci solo sotto un lecceto bellissimo, vasto e pulito. Arriviamo all’isola nell’isola verso le 16, il caldo si fa sentire, ma troviamo acqua fresca e clima refrigerante nella stanza prenotata presso l’ottimo B&B “Sa ruscitta”. Raramente io azzardo opinioni entusiaste sulle strutture provate, ma qui levo ogni restrizione e lo consiglio totalmente, per qualità, cortesia, location e ristorante annesso, che, ahimè, ha aggiunto qualche chiletto ad entrambi.

Subito cerchiamo una spiaggia e troviamo a caso Coaquaseddu: c’è parecchia gente, gigli bianchi, la prima acqua trasparente, bellissima. Torniamo presto per cenare e facciamo la conoscenza delle squisitezze del ristorante del b&b, ottimo in ogni sua portata, in una terrazza sotto le stelle o al coperto e con un grande caminetto acceso per le grigliate.

31 agosto

La colazione viene servita in una stanza accanto: è di qualità, con marmellate della casa, frutta fresca e tutto ciò che si può richiedere. Volentieri Ilenia scambia due parole sull’isola, le tradizioni e i migliori posti da vedere e da cui tuffarsi. Partiamo per Calasetta, sia per visitarla sia per controllare gli orari dei traghetti verso l’isola di San Pietro. La strada da percorrere è bella, nel verde, pulita, come tutto il resto dell’isola: se potessi stringere la mano di ogni abitante e complimentarmi per l’estrema pulizia presente ovunque, lo farei. Le ore delle partenze e ritorni dei traghetti sono diverse, addirittura si può ritornare di notte, occorre fare attenzione solo agli orari mutati per il trasporto delle merci pericolose, tutto esposto su un cartellone davanti alla biglietteria oppure online.

Cerchiamo di godere del mare anche in tarda mattinata e cerchiamo la spiaggia Le Saline, è bella, da tornarci, ma inizia a piovere. Torniamo alla sede e mangiamo sul terrazzo, sotto gli ulivi, una soluzione spesso comoda nei giorni futuri, e aspettiamo il sereno. Quindi raggiungiamo Cala Sapone: ed ecco la prima gemma, pochissima gente, acqua limpida, nuotata da favola, tramonto lento da godere sulle rocce. Cena deliziosa e ritorno alla terrazza, a guardare le stelle. Di notte, pioverà.

1 settembre

È il giorno di Carloforte, traghetto delle 10.20, biglietti fatti direttamente al parcheggio. 40 euro a/r. Fa molto caldo, il paese seppur bello assomiglia molto ad un paese della Liguria, regione che conosciamo bene. Comunque i negozi, i vicoli e i colpi d’occhio sono da apprezzare. Invece, noi ci allontaniamo dal centro e andiamo a Cala Fico, oasi della Lipu, raggiungibile tramite strada sterrata non permessa alle auto. L’accesso all’acqua è possibile solo scendendo dalle rocce, ma non è difficile. Essendo una riserva naturale, tutti gli esseri sono estremamente rispettati, anche la medusa che ci accoglie non in pace. Usciamo constatando la strisciata sul braccio, e ci consoliamo con il faro che domina il paese, con il parcheggio vicino al piazzale e vista a 360 gradi.

Dopo aver gustato il momento, non ci facciamo attrarre da altre spiagge, nemmeno dalla tonnara, cerchiamo il centro del paese caratterizzato da una piazzetta con piante enormi e panchine che le circondano, e frequentata da locali che parlano con un sardo tendente al ligure. Poi ci concediamo un ottimo gelato di fronte al porto di partenza, dove la nostra auto è già in postazione. Da Calasetta troviamo una nuova strada, più veloce, e dopo una doccia gelata, la nostra solita cena squisita ci aspetta. Oltre al cibo chilometro zero e dal gusto raro, è da notare la cortesia e la prontezza sia della padrona di casa sia della figlia Giulia e degli altri camerieri.

2 settembre

Dopo colazione, ci attira la Costa Verde. Passiamo da Carbonia e Iglesias, e poi imbocchiamo la SS126, con un’oretta di curve decise. Al termine di questa, un’indicazione benedetta dice : “Scivu”, ciò che cercavamo. Riparte una bella strada nel verde intenso, che porta alla spiaggia. Il parcheggio costa 4.50 euro, 7 per tutto il giorno. Optiamo per la seconda proposta, avendo considerato la meraviglia del posto. L’acqua è oceanica, ma ugualmente pulita, la sabbia è caraibica, lo sfondo è di rocce orientali, rossicce, incastonate nel verde dei cespugli, rimango incantata a guardare il tutto, approfittando del lido per cui due lettini e ombrellone costano 20 euro. Pranzo con insalata e birra gelida, bagni, tuffi in continuazione, passeggiate per scoprire che oltre il tratto di spiaggia in questione, già enorme, ci sono altre spiagge. Restiamo fino alla fine, poi a casa con il tramonto, decidiamo di cenare sul terrazzo con cibo comprato nel ritorno, ci sono altri ospiti, ma molto discreti. Ora è molto fresco.

3 settembre

Immaginiamo un weekend pieno di gente sia per i due giorni consecutivi sia per i locali, quindi visitiamo Sant’Antioco, alla ricerca di un infopoint, per essere sicuri di non perderci nulla. Cerchiamo di visitare la chiesa in cima al paese, ma chiude alle 12.30, niente da fare. Combattiamo il caldo con un’ennesima doccia fredda e nel pomeriggio andiamo a Turri, dove una torre intatta spicca su una bella spiaggia, che però è stata risucchiata da una mareggiata: ora, al posto della sabbia tipica, ci sono alghe secche.

È comunque una bellissima caletta, fosse solo per l’acqua limpida e il panorama che la circonda, torre compresa. Siamo soli e ce la godiamo fino al tramonto. Poi solita cenetta, e stelle nel cielo e vento negli ulivi.

4 settembre

Destinazione Cala Lunga, ed ecco la seconda gemma della vacanza: come sempre – ed è giusto che sia – parcheggio a pagamento, la spiaggetta è ancora vuota e, considerato il caldo, scegliamo lo spazio a sinistra, all’ombra. Il lieve odore di salmastro, dovuto al canneto, è presente, ma sparisce dopo alcuni istanti, oppure uno se lo dimentica, perdendosi con lo sguardo in questa meraviglia di caletta: bellissima. Intanto arrivano diverse persone, con ombrelloni e strutture personalizzate, e riempiono la parte della spiaggia al sole. La nostra ombra è piccola e si esaurisce, infatti alle 12 ci buttiamo ancora una volta, guardando con stupore il verde che circonda il verdeazzurro del mare, e ce ne andiamo, fermandoci però al chiosco per due caffè freddi, e qui scopro la musica rap sarda dei giovani: “ The Island” è un motivo che mi accompagnerà fino alla fine.

A casa, una piacevole aria ci accompagna nel pranzo, sul tavolo della terrazza, ma il caldo arriva impietoso e ci spinge di nuovo a Coaquaseddu, prima spiaggia visitata. Un’acqua tra le migliori conferma la nostra convinzione per cui Sant’Antioco è una location che permette di avere spiagge meravigliose a pochi minuti di distanza, senza percorrere chissà quanti chilometri. Questa sera il ristorante è chiuso, per cui ne apriamo uno noi, a Torre Canai, che decidiamo di raggiungere al tramonto e di usare come sede per la nostra cena, aspettando le stelle.

5 settembre

È il giorno del Sud Sardegna, almeno questo dobbiamo visitarlo, e questa era la nostra intenzione prima di scoprire la bellezza di Sant’Antioco. Quindi, noncuranti della forza e della tipologia del vento – grande sbaglio, grande – partiamo. Prendiamo la statale che porta a Teulada, ma svoltiamo a destra prima della cittadina, direzione porto e spiagge. Per prima, dall’alto, incontriamo Tuaredda, magnifica nel suo cambio di colori nell’acqua, ma noi ci limitiamo a fotografarla, non percependo che forse è protetta, e proseguiamo: la nostra meta è Cala Cipolla. Seguiamo le indicazione per Su Giudeo, e qui ci fermiamo. Parking: 7 euro intera giornata, possibilità di una riduzione per il pomeriggio e ancora dopo le 18.30. Un’occhiata alle persone in coda sul sentiero per Cala Cipolla ci fa scegliere il lido sottostante, anche considerando che il parcheggio è strapieno. Due lettini e ombrellone a 30 euro, subito notiamo bike surfers volteggiare e capiamo immediatamente il perchè: tutto il vento che finora non si è fatto vedere, è su questa spiaggia.

Il gestore del lido ci dice che siamo stati sfortunati, solitamente è una piscina. Non riusciamo a stendere i teli, non si può passeggiare perchè la sabbia sollevata punge la pelle, e non si tengono gli occhi aperti, si fatica ad entrare in acqua, insomma dopo due ore scarse andiamo via, e come noi, molti altri. Ci rechiamo a Teulada, in un bar ottimo, Ex centrale, per un pranzo veloce e poi a casa. Anche qui il vento oggi è notevole, ma sentirlo fischiare scuotendo gli ulivi, con un libro e un’Icnusa davanti, è altra cosa. Oggi si ritorna a Sant’Antioco, viva e vissuta, e visitiamo la Basilica di Sant’Antioco martire, banale all’esterno ma un reale tesoro antico dentro. Un po’ di lungomare e la solita ottima cena.

6 settembre

Ed eccolo il maestrale, che vuole entrare in stanza, ma che ci permette di andare al mercato settimanale del paese, dove compriamo prodotti tipici e di tornare a La Salina (o Le Saline), di nuovo pioviggina ma non ci facciamo spaventare, e ci godiamo l’acqua turchese, che non è mai un’abitudine. Nel ritorno, passiamo davanti alla Spiaggia Grande, ma proseguiamo. Al pomeriggio è la volta di Maladroxia: in molti ci hanno parlato di questa spiaggia, con toni mediocri, ed invece ancora una volta è lo stupore a prenderci, con più gente in confronto ad altre, ma con acqua tropicale, e pace. Per il ritorno, decidiamo di percorrere Sant’Antioco in orizzontale, trovandoci nel nulla. Isolati dal mondo esterno, il selvaggio nella sua forma pura, nessuno dietro, nessuno di fronte, senza segnale per il cellulare, una sensazione particolare, in mezzo ad una vegetazione verde, scura, per arrivare alla cittadina, dove ribaltiamo la situazione, recandoci all’ottimo bar, a condividere con i tifosi del posto, la Champions.

7 settembre

Nell’ultimo giorno di vacanza, vogliamo premiare la number one, cioè Cala Lunga, al mattino presto, godendoci il silenzio, la mancanza di persone e la folla. Ci immergiamo quasi subito, un saluto a questo mare unico. Al pomeriggio, realizzando un caldo umido a detta dei locali insopportabile, andiamo a Cala della Signora, che è oltre Cala Sapone, al termine di un sentiero sterrato molto facile con corrimano, ma sconsigliabile in infradito: ci sediamo sulle rocce grigie che circondano la baia, aspre, dure, e salutiamo il selvaggio, con un’acqua verde smeraldo, guardando ragazzi del posto tuffarsi da discrete altezze, e ascoltando il mare. Ultima cena al ristorante, sempre senza parole.

8 settembre

Il ritorno a Porto Torres è stato inframmezzato da una toccata e fuga a Sassari e Castelsardo, ma dentro abbiamo la bellezza di Sant’Antioco, senza traffico, senza turismo di massa, e dopo la salita al borgo storico, scendiamo in anticipo per recarci al porto, e partire per Savona con il traghetto delle 22, arrivando alle 8 anziché alle 6, e immettendoci nel traffico ligure, con ancora la trasparenza del mare negli occhi.

Che dire? Innanzitutto un grazie, enorme, alle Bellezze di quest’isola, e alle belle persone incontrate, all’attenzione all’ambiente, così raro da trovare, al selvaggio e al mare autentico, e anche al buon cibo. Consigliabile? Mille volte, sicuramente ci torneremo.

Guarda la gallery
img_20220904_111854_1_



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari