San Francisco – National Park – New York… quasi tutta on the road
San Francisco - Yosemite - Las Vegas - Grand Canyon - Monument valley - Zion e Bryce National Park - Arch National Park - Yellowstone - New York
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Questo grande viaggio lo abbiamo studiato insieme io e Angela per lunghi mesi, leggendo informazioni e guide e poi rivolgendoci per i biglietti aerei, prenotazione alberghi e affitto della macchina, ad un agenzia specializzata in tour USA. Il nostro viaggio si è svolto dal 26 maggio sino al 16 giugno ed è stato fantastico proprio come i posti che abbiamo visitato, ma vediamo dall’inizio: Mercoledì 26 maggio 2010 Sveglia alle 3.30, abbiamo l’aereo da Caselle (Torino) in partenza per le 08.30 con la KLM ma arrivati all’aeroporto ci dicono che il nostro volo è stato cambiato !!! voleremo con Air France facendo scalo a Parigi e poi ripartiremo alla volta di Atlanta, per poi prendere un ulteriore volo interno per San Francisco, nostra prima meta (originalmente avremmo dovuto fare solo 2 voli Torino-Amsterdam-San Francisco). Così facendo abbiamo già perso mezza giornata di quelle che ci eravamo programmati!!! (l’agenzia non ci ha avvisato dei cambi perché è stato fatto all’ultimo… mah!!??). In ogni caso dopo varie peripezie arriviamo finalmente alla sera, nella bellissima San Francisco (California). Dall’aeroporto prendiamo un taxi per il nostro albergo (costo 40 $ mancia inclusa) l’ HOTEL TOUCHSTONE, non molto distante dalla famosa Union Square, insomma, quasi in centro. Giovedì 27- venerdì 28 maggio 2010 Ci alziamo presto rincuorati dalla bella dormita e siamo subito pronti per una colazione sostanziosa all’americana. L’hotel non è il massimo, ma in compenso la colazione è ottima presso il ristorante accanto con cui abbiamo una convenzione. Il programma di oggi è quello di vedere il più possibile ma il tempo non ci accompagna molto, infatti piove e fa un po’ freddo. Nel pomeriggio migliora e riusciamo anche a far una bella gita in barca dal Pier 41 passando vicino all’isola di Alcatraz e sotto il ponte del Golden Gate. Al ritorno facciamo un salto al pier 39 dove vi sono i bellissimi e pasciuti leoni marini. Alla sera ci fermiamo in uno dei locali lungo il molo per una mangiata di pesce fritto. Il giorno dopo vogliamo visitare il più possibile la città spostandoci con i mezzi pubblici e quindi decidiamo di fare 2 abbonamenti giornalieri di 13 dollari l’uno, che ci consentono l’accesso a tutti i mezzi : pullman, tram e cable car (tenete conto che con quest’ultimo una sola corsa costa 5$). Così facendo riusciamo a vedere China Town, Telegraph Hill , Lombard Street e il quartiere in pieno stile vittoriano diventato Hippy negli anni più recenti. Verso fine serata ci spingiamo verso la baia ad osservare ancora una volta l’oceano e il Golden Gate, da domani inizia la vera america on the road. Sabato 29 maggio 2010 Ci svegliamo e liquidiamo subito le pratiche con la Hertz (per fortuna si trova vicino all’albergo) e andiamo a ritirare la nostra autovettura che ci accompagnerà lungo tutto il nostro viaggio nei parchi dell’ovest. Ci danno una Nissan Aversa che risulterà essere un’ottima macchina oltre ad avere un bagagliaio spazioso. L’unico problema è che restituiremo la macchina alla fine del nostro viaggio in una città differente da quella di partenza e ciò ci costerà 330 $ in più !!! In ogni caso usciamo dal garage ed eccoci sulle famose strade di San Francisco un po’ inpanicati dalla guida con il cambio automatico e un po’ perché il nostro navigatore in mezzo a questi grattacieli fa un po’ di fatica a prendere i segnali dei satelliti. Girando un po’ a zonzo per la città finalmente riusciamo a prendere la via giusta per il nostro primo parco: Lo Yosemite (California). Sappiamo che i Km da percorrere non sono tanti (circa 330) e come per tutte le nostre mete non avremo il problema di cercare un albergo in quanto li abbiamo già prenotati mesi prima dall’Italia (mai scelta fu più azzeccata). Quindi arriviamo per ora pranzo a Mariposa all’Hotel Miner’s INN, il tempo di lasciare i bagagli e darci una rinfrescata e siamo di nuovo in macchina per andare al Parco, non molto distante. Peccato che a nostra insaputa quello in cui stavamo viaggiando era il famoso weekend del memorial day ovvero la festa con cui si dà inizio all’estate e quindi scuole chiuse e persone in ferie!!!! Purtroppo tale festa la sperimentiamo nel peggior modo. Arrivati al parco ci troviamo con km e km di coda di macchine che ovviamente occupano tutti i parcheggi consentiti e ci impediscono di andare al Village centre dove vi è la possibilità di prendere navette e varie informazioni. A malincuore perciò osserviamo le bellissime cascate dal nostro finestrino e facciamo ancora in tempo ad andare dai ranger per comprare la famosa carta dei parchi (costo 80 $) la quale ci consentirà (eccetto Monument Valley) di entrare ed uscire da tutti i parchi nazionali degli Stati Uniti (un consiglio fatela se contate di vedere almeno 2-3 parchi visto il costo medio di 25 $ a passaggio). Tornati in albergo ci consoliamo con una bella cena nel ristorante dell’hotel (tra l’altro molto carino e pulito) dove troviamo un ottimo servizio e buon cibo. Domenica 30 maggio 2010 Sveglia presto e colazione presso l’hotel. Oggi ci aspettano più di 800 km di strada !!!!! Purtroppo la sorte non ci sorride arrivati al passo all’interno dello Yosemite vediamo un cartello: “strada chiusa per neve” ci prende un po’ lo sconforto perché abbiamo fatto più di 80 km a vuoto e in più metà della mattinata persa. La nostra tappa è Las Vegas passando per la Death Valley. Unica nota positiva tornando a ritroso sulla strada desolata vediamo un puntino in mezzo alla neve e ci fermiamo per vedere meglio. Un orso che mangiucchia magari dopo il suo risveglio dal letargo. Che bella sensazione. Ripartiamo di buona lena e ci buttiamo sulle freeway sino a tarda sera. Purtroppo la deviazione per passare in mezzo al deserto della Death Valley ci porterebbe via troppo tempo e a questo punto decidiamo di tirar dritto verso la città della perdizione: Las Vegas (Nevada). Arriviamo nella città in pieno fermento (sempre per il famoso memorial day) con luci e spettacoli di ogni genere; abbiamo una prenotazione all’hotel STRATOSPHERE, entrati nella hall rimaniamo stupefatti e assordati dalla quantità di slot machine e giochi da tavola; fatte le procedure di check in cerchiamo, grazie alla mappa che ci è stata fornita, la nostra camera dove troviamo un letto gigante e super spesso. Rinfrescati, facciamo un salto in uno dei tanti ristoranti dell’albergo e subito dopo ci buttiamo in strada per fare un giro sulla via principale: Las Vegas BOULEVARD. Rimaniamo folgorati da tanta esagerazione, la riproduzione di piazza San Marco a Venezia e una Parigi in piccolo, il Caesars Palace con templi romani e la fontana di Trevi (dove proviamo ad entrare e ci perdiamo!!), l’isola dei Pirati…verso le 2.30 diciamo basta al tour forse troppo stanchi e stressati dalla gente allegra ed esuberante. Rientriamo in albergo e ci addormentiamo subito. Lunedì 31 maggio 2010 Sfiduciati dalla giornata precedente ci mettiamo sulla strada, sperando che più nessun inghippo stravolga il nostro programma. Oggi 440 km per arrivare al Grand Canyon (Arizona). Siamo eccitati dall’idea di vedere questa grande meraviglia del mondo. Il nostro punto di appoggio sarà HOTEL CANYON PLAZA ad un miglio del South Rim (la parte più visitata e meno selvaggia). L’hotel gestito da indiani è splendido. All’interno del corpo centrale vi è una serra con piscine bar e salottini, all’interno poi vi è il ristorante e una boutique di oggetti e souvenir. Risaliti in macchina andiamo subito a vedere lo spettacolare Grand Canyon spostandoci di punto in punto riusciamo a vedere le varie angolazioni e i vari paesaggi su cui si affacciano i View Point. Col trascorrere del giorno la luce cambia e anche i colori del canyon. Mai visto nulla di più bello. Da mozzafiato. Arriviamo verso fine serata al Desert View con la torre panoramica (Watch tower). Qui scattiamo le ultime foto e torniamo indietro, appagati dal bel paesaggio. Martedì 01 giugno ’10 Oggi ci aspettano un po’ meno kilometri (300 km) e quindi ce la prendiamo con calma, partiamo guardando ancora una volta il canyon e fermandoci in uno dei punti trascurati il giorno prima. La nostra meta oggi sarà la Monument Valley (Utah–Arizona). Il paesaggio cambia di ora in ora passiamo da una natura verde ed aspra ad un deserto fatto di sabbia rossa. Anche il caldo comincia a farsi sentire e meno male che indossiamo pantaloncini e maglietta! Arriviamo a Kayenta all’hotel HAMPTON INN dove veniamo accolti da una gentilissima ragazza indiana la quale ci fa attendere qualche minuto per la camera (di solito la consegna avviene intorno alle 15.30-16.00) per tutti gli hotel incontrati); qui ci accorgiamo che l’ora è cambiata o meglio siamo passati in un altro stato dove vi è un fuso diverso. Il tempo di posare le borse e partiamo subito per il parco della Monument Valley gestito interamente dalla popolazione Navajo (il costo per l’ingresso è di 5 $ a persona). Presso il centro informazioni del parco, visitiamo il negozio e il piccolo museo dove troviamo testimonianza dei film western girati in questa bellissima vallata e le varie informazioni sulla popolazione indiana, nonché sui tour da fare all’interno del percorso, visitabile con la propria macchina o con l’uso delle jeep dei nativi. Decidiamo, anche se con qualche incertezza, di farci il giro per conto nostro, vedendo comunque anche altre macchine della nostra categoria avventurarsi lungo la strada sottostante. Tolto le buche iniziali per cui bisogna fare molta attenzione per non rimetterci la coppa dell’olio, il resto della strada è uno sterrato abbastanza tranquillo; se non fosse per il flusso di turisti il paesaggio è desolato e tranquillo, non vi sono rumori se non quello del vento. Anche qui ci fermiamo nei vari punti di osservazione per vedere i vari monoliti di pietra con i rispettivi nomi sino ad arrivare al John Ford point dove sembrerebbe che il famoso regista trovasse ispirazione per i suoi film. Il percorso continua, ma noi decidiamo che è ormai tempo di tornare indietro anche perché la strada è tanta e non delle più veloci. Arrivati in albergo ceniamo presso il loro ristorante dove gustiamo del buon cibo messicano. Mercoledì 2- giovedì 3 giugno 2010 Finalmente partiamo sapendo che ci fermeremo 2 giorni nella zona dei parchi dello Zion Park (Utah) e Bryce Canyon (Utah). Decidiamo, lungo il percorso di 400 km, incontrando lo Zion Park, di non andare subito in albergo ma di accorciare il percorso visitandolo sin da subito. Qui entriamo in una vallata stupenda ricca di fiumi e di natura verde e rigogliosa. Inoltre arrivando al tourist information (abbiamo ancora un po’ paura della coda interminabile dello Yosemite) riusciamo a parcheggiare comodamente e utilizziamo le navette interne allo Zion che ci portano ai vari percorsi di visita; il servizio è comodissimo ed inoltre ne passano frequenti in entrambe le direzioni del parco. Decidiamo visto il tempo limitato di andare a fare una camminata tranquilla alle cascate naturali dell’Emerald Pools, qui troviamo un percorso totalmente asfaltato così da consentire l’uso anche alle persone con handicap; lungo il sentiero, dopo una curva, ci troviamo di fronte ad un deer (cervo mulo) che, indisturbato, e probabilmente abituato alla presenza umana, continua a mangiare. Che splendida esperienza vedere questi animali allo stato naturale. Tornati alla fermata del bus facciamo ancora un giro per il parco scendendo di volta in volta sino ad arrivare al capolinea dove da lì ci incamminiamo per il parcheggio della macchina. Arriviamo nel tardo pomeriggio all’ HOTEL BRYCE VIEW LODGE alle porte del parco nazionale ,dove troviamo una camera non delle più belle ma comunque confortevole, qui il paesino (se così lo si può chiamare) è gestito da un intera famiglia (Ruby’s INN) che ne ha fatto un vero e proprio centro turistico con un ristorante stile country (che però chiude presto) e un complesso dove sono presenti una tavola calda, un benzinaio e diversi negozi di souvenir. La scelta quindi ricade necessariamente sulla tavola calda dove l’indomani faremo anche colazione. Un consiglio: se si ha la possibilità prendete il menù a buffet si spende meno ed eventualmente si può dividere. Il giorno dopo, colazione abbondante con uova e pancake. Oggi ci aspetta il Bryce Canyon con le sue bellissime camminate. Anche qui sfruttiamo la navetta gratuita (shuttle) in quanto con la tessera del parco è inclusa e fa la fermata proprio di fronte al nostro ristorante. Il tour comprende come per gli altri parchi le varie fermate con i punti panoramici e la loro frequenza è di 10-15 min. Noi per prima cosa ci rincuoriamo lo spirito con la splendida veduta del Bryce Point dove si può osservare l’intera valle. Non ci sono parole per descrivere il tutto se non vedendolo con i propri occhi. Subito dopo ci spostiamo in un altro punto del parco il Sunrise Point dove decidiamo di fare una delle tante escursioni di media difficoltà scendendo così giù nel canyon. Attrezzarsi con scarpe da escursione, dell’acqua e delle creme protettive, abbiamo visto gente davvero impreparata con sandali, obesi col fiato corto e patatine al seguito!!! Lungo il canyon abbiamo modo di vedere animaletti del bosco (Ground Squirrel e il deer) e paesaggi secolari ed incontaminati; oggi poi il sole è un po’coperto dalle nubi ma scalda lo stesso (ne avremo le prove poi a fine serata guardando i nostri colli arrossati). Il nostro obbiettivo e quello di arrivare sino al Sunset Point dandoci così l’opportunità di vedere il martello di Thor, la regina Vittoria e la Sentinella (sono delle pietre erose dalla neve e dal vento, uniche, come l’intera vallata). Alla fine del cammino siamo un po’ stanchi ma soddisfatti di aver scelto tale percorso (ci si può comunque spostare con la navetta nei vari punti di osservazione senza alcuna difficoltà vedendo il paesaggio da lontano).Rientro in albergo per doccia e cena al Ruby’s. Venerdì 4 – sabato 5 giugno 2010 Anche oggi percorriamo circa 450 km per arrivare a Moab e al deserto circostante, le giornate in queste zone degli States sono molto più calde. Anche qui ci fermeremo 2 giorni presso l’HOTEL AARCHWAY INN (forse il più bello dei tanti motel sinora visti e a pensarci bene del nostro viaggio), quindi decidiamo di concederci la restante metà della prima giornata facendo un giro per la cittadina molto carina e vivace ed è in stile western. Compriamo qualche souvenir e poi ceniamo in uno dei locali convenzionati della zona facendo poi un salto, a fine serata, in un locale per ascoltare qualche pezzo di musica country. Purtroppo però la vita notturna finisce presto in queste zone e alle 23 siamo già a letto. Il giorno dopo colazione nella hall dell’albergo, e subito in macchina per andare a vedere Arch National Park(Utah) . Alle 09.30 la temperatura segna già 30 ° C !!!! Siamo attrezzati con bottigliette d’acqua, cappellini e molta crema protettiva (prot. 30 UVA). Con la mappa fornitaci dai ranger decidiamo di andare (con la nostra macchina) a vedere per primo una serie di archi naturali tra cui Pine Tree Arch e Landscape Arch camminando tra sentieri sabbiosi e pietre secolari. Verso le 11.30 poi non appagati dalla passeggiata affrontiamo quella che forse sarà la camminata più lunga e faticosa (ma che per me merita senz’altro per la vista finale), ovvero quella che conduce al Delicate Arch; purtroppo l’ora e la mancanza di ombra rendono il percorso forse un po’più lungo e faticoso. Arrivati là lo spettacolo però è unico, ancor meglio se si avesse la possibilità di esserci per il tramonto (c’è anche uno o 2 punti di osservazione dell’arco raggiungibili con la macchina ma l’effetto è senz’altro diverso). Tornati indietro stanchi e sfiancati dal calore del sole a picco, decidiamo di buttarci nella piscina dell’hotel così da rinfrescarci dalla polvere e dalla fatica del pomeriggio, passato in mezzo al deserto. A cena invece di tornare a Moab ci rechiamo in un ristorante steack house vicino e facilmente raggiungibile a piedi. Ottima la carne di manzo e i prezzi sono nella norma. Domenica 6 giugno 2010 Oggi la prendiamo con molta calma, dobbiamo percorrere 500 km per arrivare alla città di Rock Spring (Wyoming) tappa intermedia per poi giungere al nostro ultimo parco della vacanza. Alloggiamo all’ Hotel Qualità Inn dove gentilissimi ci invitano ad un aperitivo pomeridiano. Essendo arrivati presto e avendo ancora metà pomeriggio libero (qui di visitabile non vi è nulla di tipico) ci buttiamo in un mega market per comprare un po’ di frutta e qualche vestito a prezzi davvero stracciati (un jeans Wrangler a circa 6-7 €). La sera poi vaghiamo per la città un po’ fantasma per cercare un ristorante decente (vi sono solo catene di fast food vicino al nostro albergo) e alla fine finiamo in una tavola calda senza grandi pretese, dove una giovane cameriera, incuriosita ci fa qualche domanda sulla nostra provenienza, uso e costumi (molti americani non sono così abituati a viaggiare per il mondo, mi sa). Lunedì 7 – martedì 8 giugno 2010 Partiamo presto, perché ci spettano altri 500 km per raggiungere il parco più visitato degli Stati Uniti: lo Yellowstone National Park (Wyoming, Montana, Idaho). Lungo la strada incontriamo brutto tempo e parecchie strade dissestate col rischio di spaccare la coppa dell’olio!!! (adesso capiamo perché spesso troviamo i cartelli adotta una autostrada). In ogni caso a metà pomeriggio arriviamo all’ingresso sud del parco (in realtà Yellowstone è accessibile dai 4 punti cardinali, ma bisogna far attenzione che alcuni ingressi causa neve aprono solo a fine maggio inizio giugno) e ci troviamo di fronte ad uno spettacolo unico e raro, paesaggi incantati simili alla Scozia o Irlanda, bufali liberi di circolare e attraversare la strada, zone sulfuree e paesaggi spettrali con alberi morti a causa delle esalazioni di acqua calda (ricordo che Yellowstone è un parco che per la maggiore risiede in una caldera di un vulcano dormiente), laghi immensi e animali di ogni specie. Arrivati al centro del parco dove si trova il nostro albergo, HOTEL CANYON LODGE, ci sistemiamo nelle baracche poste all’interno della pineta e subito ci accoglie sulla soglia della porta uno scoiattolino, la stanza pur essendo spartana, è molto accogliente e calda (fuori c’è ancora la neve e piove, ormai ci siamo lasciati alle spalle il caldo del deserto). Cambiati di abbigliamento (eravamo ancora con pantaloncini e maglietta) ci rimettiamo in macchina per andare a vedere il MUD volcano non molto distante dal villane. Al ritorno ci fermiamo a vedere un branco di bisonti intenti a mangiare erba in campi verdissimi. Tornati in albergo andiamo subito a mangiare (anche qui il ristorante del posto chiude presto e c’è parecchia attesa) e dopo a nanna pronti per il giorno dopo. Il sole finalmente ci accompagna in questa lunga giornata. Oggi il nostro scopo principale è quello di andare a vedere il geyser Faithfull (quello che erutta con più frequenza) e il Mammoth Hot Spring tutti visitabili spostandosi da una parte all’altra del parco (le strade sono molto belle ma anche molto lunghe da sud a nord ci sono più di 100 km circa). Arrivati nella zona del Faithfull e parcheggiata la macchina assistiamo all’eruzione di un Geyser che ha come frequenza 1 settimana/ 10 giorni (che fortuna !!!), subito dopo vediamo il Faithfull ma in confronto il suo getto è davvero minimo (maggiore è la frequenza, minore è la potenza dei gas e acqua). Il resto della giornata la passiamo visitando altri punti di interesse e Angela ha anche la fortuna di vedere un orso (da molto distante) mentre io sono in coda con la macchina, visto che tutti scendono a fotografarlo (consiglio: munitevi di un binocolo, oltre che di una macchina fotografica con zoom potente). Chiudiamo la giornata andando a vedere il canyon vicino il nostro albergo con le sue bellissime cascate (Upper e lower falls). Ultima sera allo Yellowstone e già ci piange un po’ il cuore, per tutti questi bei paesaggi sinora visti. Mercoledì 9 giugno ’10 Oggi ci svegliamo con tutta calma dobbiamo solo fare 200 km per arrivare alla cittadina di Jackson (Wyoming) ,tappa intermedia per accorciare la strada verso Salt Lake City, e così decidiamo di uscire dalla parte ovest del parco (vista anche la brutta esperienza della strada incontrata a sud causa buche e lavori stradali); arrivati nella bellissima Jackson circondata da montagne e dal parco naturale del Teton ci rechiamo al nostro albergo: HOTEL ELK COUNTRY INN dove troviamo una stanza enorme e pulitissima. Fatto un giro per la città in pieno stile western (vi sono un sacco di negozi che vendono vestiti, stivali e cappelli stile vecchio far west) decidiamo di andare a mangiare in un Pub dove fanno anche concerti dal vivo. Qui prendiamo 2 bei hamburger di carne che non riusciamo a mangiare se non tagliandoli. Ci accorgiamo che forse siamo gli unici stranieri all’interno del locale. Facciamo ancora un giro per la cittadina viva di turisti (Jackson è una delle città più visitate del Wyoming) e poi a dormire. Giovedì 10 giugno ’10 Ultimi kilometri con la nostra bellissima macchina, Nissan Aversa, che ci ha accompagnato per tutte queste settimane. Oggi percorriamo sulle freeway 450 Km per arrivare alla Hertz di Salt Lake City (Utah) c/o l’aeroporto (alla fine totalizzeremo 5410 km). Qui saldiamo il conto per aver restituito la macchina in altra città diversa da quella di partenza e telefoniamo al nostro albergo, HOTEL AIRPORT INN, facendoci venire a prendere con la loro navetta. Una volta in camera, decidiamo di riposarci e rilassarci un po’, in attesa della cena nel ristorante posto all’interno (visitare SaltLake City senza mezzi con cui spostarsi visto che l’hotel rimane vicino l’aeroporto risulta difficoltoso). Tanto il giorno dopo avremo il volo per New York alle 8.30 e quindi sveglia presto. Venerdì 11 – sabato 12 – domenica 13 – lunedì 14 – martedì 15 giugno ’10 Il nostro volo interno per New York (stato New York) affronta un po’ di perturbazioni ma alla fine arriva in orario all’aeroporto JFK. Qui prendiamo un taxi che ci porta dopo circa un’ora al nostro albergo BEST WESTERN CONVENTION CENTER HOTEL nella zona vicina alla Middle Manhattan sulla 38th vicino al Lincon Tunnel. Spendiamo 50 $ di taxi (lasciamo solo 2 $ di mancia e l’autista un indiano con turbante ci lascia in mezzo la strada senza neanche salutare. Noi italiani non siamo proprio fatti per la filosofia delle mance!!!!). L’ hotel è carino e la posizione ottima (unica pecca di fronte vi è un’officina di taxi che in piena notte fa riparazioni ed interventi sulle auto con non poco rumore!!). Verso le 17 decidiamo di uscire e di sfruttare al massimo la giornata per vedere il più possibile anche perché sappiamo che saranno 4 giorni intensi. Sappiamo che vi è la possibilità di fare un abbonamento settimanale per i mezzi pubblici al costo di 27 $ l’uno ( il giornaliero viene 7.50 $ quindi non conviene visto lo sbattimento di comprarlo ogni qualvolta) così decidiamo di andare in una delle fermate metro presso la Pen Station dove prenderemo anche una cartina metro, utilissima. Lo stesso giorno ci avventuriamo in piena 5th av. Per farci rapire dal flusso delle persone che sembrano palpitare, avvicinandosi anche il weekend; approfittiamo poi della bella giornata e del cielo limpido per andare subito a vedere il panorama sul G.E. Building (Top of the rock costo 21 $ a testa) vicino al Rockfeller centre, dove assistiamo ad un bellissimo tramonto. Scesi giù ci buttiamo in Time Square e qui rimaniamo esterefatti dalle luci e dalle insegne di questa specie di piazza (il concetto di piazza è un po’diverso rispetto la nostra urbanistica), essendo poi ora di cena andiamo lì vicino a visitare l’Hard Rock Cafè e a mangiarci una bella bistecca con tanto di patate e una tipica Caesar salads. Rientriamo in albergo stanchi morti ma contenti della nostra prima giornata nella grande mela. I giorni successivi però l’entusiasmo iniziale sembra venire meno, forse perché abituati ai grandi spazi degli Stati Uniti ovest, New York comincia a diventarci un po’ stretta, affollata; anche le persone, ci accorgiamo, sono diverse: più curate nel vestirsi, in piena forma (mentre precedentemente vedevamo intere famiglie di obesi) più dinamiche insomma, molto vicine ai nostri modelli europei. In ogni caso ci concediamo tra una linea di metrò e un’altra momenti di pause in parchi o localini carini tipici ( il caffè espresso però non riescono proprio a farlo!!!): alla fine riusciamo a visitare quasi tutto quello che ci eravamo prefissati di vedere: gita in barca gratis sul Ferry, per Staten Island; i pier vicino il ponte di Brooklyn; Central Park; il bellissimo quartiere del Greenwich (dove assisto al pareggio della nazionale italiana di calcio ai mondiali); Little Italy e China Town; la bellissima biblioteca centrale e la stazione ferroviaria; il compianto World Trade Centre; la 5th av con i suoi sfavillanti negozi (tra cui la Apple e lo FAO Schwarz, negozio di giocattoli famosissimo); Washington sqr con i suoi scoiattolini ormai abituati alla presenza umana. Assistiamo poi, domenica pomeriggio, alla festa dei Portoricani; si tratta di una sfilata con musica a tutto volume lungo la 5th av. Unico rimpianto non aver avuto il tempo di vedere alcuni dei musei d’arte più importanti al mondo. Quello magari, al prossimo giro. Arrivati all’ultimo giorno tiriamo un po’ le somme e, come dicevo rimpiangiamo sicuramente i bellissimi parchi e i paesaggi incontaminati visti on the road. Un po’ meno le città, anche se sono belle e uniche, nel loro modo di essere. Abbiamo il volo di rientro in Italia alle 21.30 e decidiamo di ricorrere alla comodità dell’ airport train il cui costo è di solo 5$ a persona (invece del taxi lungo e costoso). Usiamo così un ultima volta il nostro abbonamento subway per prendere il trenino che parte dalla Jamaica station. Occorrono circa 45 min dal nostro hotel al JFK. Fatte le procedure di imbarco ci abbandoniamo nelle salette dell’aeroporto spendendo gli ultimi dollari in caffè americano (eravamo soliti prenderlo presso i benzinai lungo la strada sorseggiandolo in macchina come nei film) e in ricordini. Da domani si torna alla vita italiana con i suoi pregi e difetti. Arrivederci AMERICA!!