San Francisco e il Mitico Far West
Prima di partire con voi volevo rubare un secondo per ringraziare il sito dei Turisti per caso perché leggendo e rileggendo le vostre storie ci siamo organizzati il nostro viaggio e ora speriamo di poter dare qualche suggerimento a qualcun altro con un fondamentale invito: seguite sempre e comunque il vostro istinto e i vostri sogni e farete un viaggio da favola!!! Ci siamo sposati il 2 ottobre e siamo partiti subito il tre all’alba.
3 ottobre volo Milano – San Francisco via Londra: il volo è stato molto lungo, ma sul boeing ci hanno trattati benissimo e, grazie al fuso orario favorevole, siamo arrivati a San Francisco verso le 4 del pomeriggio per cui ci è volato il tempo.
All’arrivo negli USA ti fanno compilare il foglio d’ingresso in cui ti chiedono di indicare se sei un pericoloso criminale e già questo ti fa un po’ capire come sono gli Americani: da noi una cosa del genere fa ridere: chi direbbe mai la verità? Passi la frontiera ti chiedono dove vai, ti fanno la foto e ti prendono le impronte, ma tutto con estrema cortesia e, alla fine, mettiamo piede negli States (non mi sembra vero è il mio sogno di sempre e ho i brividi anche adesso che lo racconto!!!).
Per raggiungere il centro di Frisco c’è un bus, ma ci vogliono i soldi contati che noi non abbiamo: stavamo già per scendere con i nostri mega zaini (soprattutto il mio) e prendere il prossimo quando un signore anche piuttosto mal in arnese ci ha regalato 2 biglietti dal suo carnet dicendoci “me li ridarete la prossima volta che ci vediamo” noi siamo rimasti scioccati e quando lui è andato a timbrare il suo biglietto l’autista, che ha visto tutto, gli ha detto “questo allora lo offro io”: questi sono gli Americani e si sono dimostrati sempre così gentili tutto il tempo del nostro soggiorno! Siamo quindi andati nel nostro alberghetto vicino Union Square, abbiamo mangiato giapponese (molto bene e a buon prezzo) e siamo caduti stremati! 4 ottobre Al mattino di la dal mondo ci si sveglia prestissimo e questo ti aiuta ad avere tante ore buone per girare.
Siamo andati a far colazione in un posto non bellissimo vicino a Union Square (la piazza centrale di Frisco), abbiamo fatto l’abbonamento per 3 giorni ai tram di Frisco e finalmente abbiamo preso il nostro primo Cable car: sferragliare per le Strade di San Francisco è meraviglioso, su e giù per salite e discese: sembra di stare sul set del famoso telefilm o dell’Ispettore Callaghan, le casette vittoriane sono una favola e alla fine arriviamo al porto.
Una foto a Ghirardelli, la famosa fabbrica di cioccolato diventata centro commerciale, e poi troviamo delle navi d’epoca ancorate nel porto su cui facciamo un bel giro (c’è la nave che andava da Frisco alla contea di Marin prima che costruissero il Golden Gate); dal ponte di comando facciamo una foto al mitico ponte avvolto nella nebbia (scopriremo poi che a San Francisco il clima è sempre così: nebbia e freddino al mattino e sole e caldo al pomeriggio!).
Andiamo poi ai mitici Fisherman’s Wharf il porto turistico dove i leoni marini (LIBERI) se ne stanno a prendere il sole e mangiamo sul bellissimo molo turistico Pier 39 dove gironzoliamo a comprare souvenirs.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a vedere Lombard Street, la strada + ripida e tortuosa del mondo, e quindi facciamo un giro a China Town, la + grossa comunità cinese fuori dalla Cina.
Cena cinese e a nanna! 5 ottobre Al mattino troviamo un posto favoloso per fare la mitica colazione all’americana: Lori’s Diner: sembra di entrare a Happy Days sedili di vinile rossi, locandine di film, una pompa della benzina d’epoca, una cadillac nel locale, palloncini e l’immancabile bandiera a stelle e strisce.
Ce ne andiamo poi al Golden Gate Park un enorme polmone verde dove c’è uno splendido giardino giapponese con tempio e pagode fatto dai giapponesi che vivono qui.
Sempre nel parco c’è una serra di piante tropicali identica ai Covent Garden di Londra dove oggi si entra gratis: ne approfittiamo per fare un bel giro e poi rientro veloce in albergo perché abbiamo prenotato un giro con guida a Sausalito e i Muir Woods.
La nostra guida Charlie è un italo-argentino che ci porta a fare il giro su un’enorme macchina americana (non c’è una 3 porte a pagarla lì): ci fa vedere Sausalito e per arrivarci passiamo sul ponte avvoltissimo dalla nebbia: al di là dal ponte la nebbia svanisce e ci troviamo nella cittadina residenziale dei ricchi di Frisco che vivono qui e ogni mattina attraversano la baia e vanno a lavorare nella Downtown: sembra un paese della riviera ligure.
Da lì andiamo ai Muir Woods: una foresta di sequoie che sembra la foresta degli elfi nel Signore degli Anelli.
Una favola: piena di cervi e scoiattoli, un sottobosco fittissimo e alberi talmente alti che non stanno tutti in una foto.
Al nostro rientro la nebbia è svanita e Charlie ci porta a fotografare il ponte da un posto dove vanno i fotografi professionisti: sembra di toccarlo dall’alto con un dito.
6 ottobre Colazione americana e poi via verso la torre panoramica di Telegraphe Hill da dove hai una vista perfetta sui grattacieli, su Alcatraz e sulla baia.
Da lì torniamo a Union Square perché non potevo andare negli USA e non entrare da Saks e Macy’s: da Macy’s è tutto già pronto per Natale con decine di favolosi alberi a tema: una meraviglia.
Poi via verso l’aeroporto: ci aspetta Las Vegas e il Far West! Arrivati a Las Vegas rimani impressionato: slot machines dappertutto, veramente dappertutto, anche all’aeroporto! E una volta fuori, il caldo torrido del deserto.
Andiamo al nostro albergo, il Luxor, con sfinge, piramide, obelisco e tutto il resto: dalla finestra al 17° piano c’è un panorama bellissimo sulla Strip: sembra di stare al Luna Park.
Mangiamo al “All can you eat”: paghi poco e mangi finchè hai voglia! Un giro per gli albergoni illuminati collegati tra loro da passerelle, monorotaia e tapis roulant interni e poi a nanna.
7 ottobre Colazione con le ciambellone americane tipiche dei Simpson poi facciamo un giro per la Strip a vedere da fuori gli albergoni, quindi andiamo a prendere la nostra auto a noleggio e via verso la nostra avventura on the road.
La prima tappa è il Bryce Canyon: 450 Km attraverso il deserto prima e le montagne poi: un paesaggio fantastico: i colori autunnali sono bellissimi e la strada, che attraversa i tipici paesini americani (tipo Hazzard) e passa vicino a splendidi Ranch, scorre via senza accorgersene.
Arriviamo al Bryce attraversando prima il Red Canyon: molto bello.
Arriviamo al tramonto al sunset point e, vi giuro, che è una favola, ci sono i cervi che pascolano tranquilli.
Le rocce si tingono di 1000 colori: siamo a 2000 metri e le rocce sono lavorate da neve, ghiaccio e vento.
Andiamo al nostro lodge molto tipico con panche e tavoli in legno, travi a vista, decorazioni tipiche, ecc., cena e a nanna: domani ci aspetta uno spettacolo: l’alba sul Bryce.
8 ottobre Sveglia prestissimo, il ranger ci ha detto che l’alba è alle 6.40 perciò ci buttiamo giù dal letto e…Raschiamo il ghiaccio dalla macchina, poi al canyon.
Arriviamo quando la luce comincia a schiarire il cielo, mezzi congelati camminiamo fino al sunrise point e li osserviamo il sole che piano piano colora gli hoodhoos (formazioni di roccia) e i pini: valeva la pena attraversare l’oceano solo per questo! Colazione e via verso Page, sul lago Powell, per vedere l’Antilope Canyon.
Sulla strada ci fermiamo a Kanab che è il set cinematografico di decine e decine di film western e telefilm: è un posto caratteristico da matti in mezzo al deserto di rocce, c’è un bel caldo e nel retro di un negozietto troviamo ricostruiti carri western, capanne indiane e persino una finta tomba con i piedi del cow boy che escono! Da Kanab proseguiamo fino a Page dove, con una jeep scoperta di una guida indiana, andiamo all’Antilope Canyon: si arriva attraversando un deserto di sabbia (si vedono le orme dei coyote), si entra all’interno di questa fenditura nella roccia con un buco in alto da cui penetra il sole e le rocce di arenaria, lavorate dall’acqua che entra dal buco, e grazie ai riflessi del sole, acquistano colori incredibili: una meraviglia.
Proseguiamo quindi per la Monument Valley, arriviamo la sera e subito a nanna.
9 ottobre Siamo a Kayenta un posto fuori dal mondo a 40 Km. Dalla valle, ma qui le distanze non contano.
Facciamo un giro in macchina intorno alla valle e all’improvviso ci troviamo sul set della + famosa foto d’America, quella con la valle sullo sfondo, la strada rettilinea, con la linea di mezzeria gialla, che ad un tratto piega improvvisamente a destra: è un sogno, sapevo che prima o poi ci sarei arrivata, resto senza fiato! Facciamo colazione al Gouldings Lodge: il posto dove alloggiavano John Ford e John Waine e gli altri attori quando giravano qui Ombre Rosse e gli altri film.
Prendiamo una guida Navaho (la Monument Valley è nello Utah, ma è riserva indiana, territorio Navaho) e entriamo con la jeep nella valle.
La guida ci ha un po’ spennati, ma senza non avremmo visto nulla: la roccia a forma di drago, di capo indiano, di hogan (capanna indiana), l’occhio nel cielo, l’orecchio del vento, il totem, the north window, i mittens, il John Ford’s point: è il posto che più mi è piaciuto degli USA, ma, una volta andata via mi è rimasta la spiacevole sensazione che, per quanto potrò viaggiare, non vedrò mai + un posto + bello di questo: dicono gli indiani: “non lascerò nient’altro che l’orma del mio piede”: qui è proprio così.
Lasciamo la valle e andiamo al Grand Canyon dove arriviamo la sera.
10 ottobre Al mattino piove, ma noi ci avventuriamo alla scoperta della nostra ultima meta negli USA.
Il canyon è immerso in una pineta, il primo punto da cui ci affacciamo è lo Yavapai Point: non si può descrivere è come affacciarsi sull’infinito, fin dove arriva l’occhio umano è canyon: con la foschia quasi non si vede l’altro versante: sono 16 Km. Di voragine.
Gironzoliamo tutto il giorno tra i vari punti panoramici, facciamo mille foto, entriamo nei lodge caratteristici, nella stazione d’epoca; ci sono i muli per scendere nel canyon, ma non te li affittano se non parli inglese perfettamente: se il mulo non capisce si inquieta! Alla sera ceniamo in un posto bellissimo dove fanno la vera Cow Boy steak: sembra di stare nel vecchio west.
11 ottobre Oggi c’è il sole e Emiliano ha deciso di accontentarmi: faremo un giro a cavallo: i cavalli non scendono nel canyon, per cui ci accontentiamo del giro nella pineta.
Nel canyon ci sono decine di cervi che girano tranquilli anche sulla strada mentre i rangers fanno una guardia severissima a che nessuno li disturbi.
Alla fine di quest’ultima mattina nel canyon partiamo alla volta di Las Vegas e, sulla strada, non possiamo fare a meno di percorrere qualche centinaio di Km. Sulla Historical Route 66, da Seligman a Kingman: è la vera strada del mito on the road, il mito americano.
Attraversiamo il deserto, passiamo sulla Hoover Dam (la diga che sbarrando il Colorado da acqua a Las Vegas) e da 70 miglia scorgiamo nel buio del deserto le luci della Strip di Las Vegas.
Arriviamo tardi in città e subito a nanna: la nostra avventura on the road è finita in un soffio, domani depositeremo la nostra fidata macchina e via alla volta del Messico dove faremo la seconda parte della luna di miele.
Non è che il Messico non sia bello, ma parlarne dopo aver parlato del West non gli renderebbe giustizia per cui chiudiamo qui il nostro diario di bordo sperando di poter raccontare presto la storia di un altro viaggio nei favolosi Stati Uniti.