Sambando in una favela

Una trasferta di lavoro a Rio de Janeiro mi ha avvicinato a questa città bellissima, dai colori e dai ritmi tanto decantati da tutti…specialmente nella settimana che precede il mitico Carnevale!!!!! Inutile descrivere i panorami che si possono ammirare dai piedi del CRISTO REDENTORE al CORCOVADO o dal PÃO DE AÇÚCAR, le lunghe spiagge dorate...
Scritto da: AnnaPaola
sambando in una favela
Partenza il: 03/02/2007
Ritorno il: 11/02/2007
Viaggiatori: in coppia
Una trasferta di lavoro a Rio de Janeiro mi ha avvicinato a questa città bellissima, dai colori e dai ritmi tanto decantati da tutti…Specialmente nella settimana che precede il mitico Carnevale!!!!! Inutile descrivere i panorami che si possono ammirare dai piedi del CRISTO REDENTORE al CORCOVADO o dal PÃO DE AÇÚCAR, le lunghe spiagge dorate di IPANEMA e COPACABANA, il colore della sabbia che ricorda lo zucchero di canna, un po’ meno grezzo, il mare che penetra nelle insenature create dalle montagne e dalle rocce… Ma il vero Brasile l’ho visto e sentito la sera in cui siamo andati ad assistere alle prove di preparazione alla sfilata della scuola di samba Mocidade Indipendente de Padre Miguel nella “Favela Vinten” a 30 minuti di macchina da Rio. Non eravamo soli, ma con Patricia (brasiliana) e Riccardo (italiano) ed il loro figlio di 12 anni, che nella favela ci vivono…Lei perché è “favelada”..Cioè vi è nata, lui perché ha deciso di rimanerci e mettere su un centro di educazione per bambini e adulti…Perché per aiutare i “meniños da rua” si deve iniziare dalle famiglie! Non posso negare che all’inizio ero intimorita all’idea di entrare in una vera favela, con le sue strade dissestate, fiancheggiate da rigoli di acqua e rifiuti, con la gente che circola a piedi scalzi tra la polvere e la spazzatura e che sembra voler impedire l’ingresso ai “non di casa”, visto che il centro delle strade è come bloccato da divani e ostacoli vari.

A poco a poco però i timori sono passati, perché vedendoci in compagnia di persone di casa, gli sguardi freddi hanno incominciato a trasformarsi in caldi sorrisi e affettuosi saluti, e noi ci siamo sentiti accolti, senza più diffidenza. Siamo andati a casa della mamma di Patricia, una costumista di abiti del carnevale che in questi giorni lavora ininterrottamente giorno e notte. Siccome in una favela la casa e le strada sono un tutt’uno e la porta è aperta, a poco a poco sono arrivati amici, parenti, adulti, giovani, bambini: alcuni sono anch’essi educatori dello stesso centro di Patricia, altri sono bambini e ragazzi che lo frequentano. I bambini, dapprima nascosti dietro le mamme o le sorelle, al primo nostro sorriso ci hanno risposto con abbracci, carezze, pizzicotti ed una dolcezza unica che ci ha scaldato il cuore, in una serata già di per sè caldissima. A poco a poco la gente si raccoglie nella scuola di samba e noi insieme a loro con i bambini che ci accompagnano per mano…Ed è stato allora che ci siamo sentiti sempre più tranquilli e a casa.

Ed ecco che inizia la musica. Quest’anno il tema è un inno all’artigianato locale …“♫ O Brasil Feito à mão mano…♫ o corazao…Li-ber-tao ♫” Il ritmo incalza..Ti prende…E tutti insieme incominciamo a ballare: I bambini?? dovreste vedere come si scatenano in pista!!…Già dei ballerini provetti!…

Non vorresti più andare via…I bambini vogliono ancora farti coccole…E capisci perché una volta che entri e fai del bene in questi posti, sei stimato e protetto da loro stessi e non parti più…Arriva però il momento di salutarci, e così andiamo via, con una sensazione nel cuore difficile da descrivere… Poi arrivo nel mio bell’albergo ad Ipanema e trovo sulla soglia della camera un catalogo per la visita alla fabbrica di gioielli di Hans Stern…Le cui gemme sono l’esplosione dei colori che ritroviamo nel mare, nelle foreste e nelle montagne del Brasile: l’acquamarina, come il mare tropicale nei giorni sereni, il verde dello smeraldo, che rievoca la densa vegetazione tropicale, il topazio brasiliano, in tutte le tonalità del sole brasiliano, la tormalina ricca di colori come il Brasile, il citrino, l’ametista.

Certo sono tutti stupendi, ma in fondo in fondo mi chiedo: ma quali sono i veri gioielli???? Ps : Probabilmente la positiva esperienza vissuta nella favela potrà in parte ridurre lo spavento preso quando, passeggiando tranquillamente in Ipanema, siamo state scippate da alcuni ragazzini, veloci come fulmini, nell’indifferenza dei presenti. Le precauzioni nel girare in città non sono mai troppe!



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