Salisburgo, Praga, Vienna e Bratislava by car
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Questo racconto ha ad oggetto il viaggio che io insieme al mio fidanzato Daniele abbiamo organizzato e poi fatto nell’agosto del 2012, partendo da Firenze e attraversando l’Austria, la Repubblica Ceca e concedendoci soltanto un veloce salto a Bratislava, capitale della Slovacchia.
Il viaggio, della durata di 10 gg, è stato organizzato by car, cosicché potessimo muoverci liberamente anche nei dintorni delle nostre tappe principali, potendo visitare castelli e località difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. Da notare che per attraversare questi Paesi in macchina usando le strade di grande comunicazione, sono necessarie le Vignette, che abbiamo acquistato ai vari autogrill situati vicino ai confini e che sono economiche se le paragoniamo alle nostre autostrade, poiché ti consentono di fare quanti km vuoi per un determinato tempo, che scegli a seconda della Vignette, le quali devono essere attaccate al vetro della vettura.
Gli hotel sono stati prenotati direttamente da noi su booking e dobbiamo dire che ci siamo trovati davvero bene in tutti.
04.08.2012
Partiamo intorno alle 9:00, dato che avevamo calcolato circa 6-7 ore per arrivare a Salisburgo, prima tappa del nostro viaggio, avevamo quindi pensato che saremmo arrivati ad un orario tale da permetterci una prima visita della cittadina austriaca. Purtroppo varie file ed incidenti ci hanno imposto di modificare i nostri piani, consentendoci soltanto una breve passeggiata dopo cena, anche se sotto una noiosa pioggerellina.
A Salisburgo abbiamo alloggiato allo Snooze Hotel, appena fuori dal centro ma molto ben collegato tramite pullman e tram, grazie ai quali in pochi minuti venivamo condotti direttamente nella Herbert-von-Karajan Platz, adiacente al centro storico.
L’accoglienza non è stata delle migliori a dire la verità, sia per la pioggia che per i modi di una cameriera del Pub dove abbiamo cenato: appena entrati, davanti a tutti i presenti, ha fatto un urlo a Daniele che si era portato dentro l’ombrello!
Data la stanchezza, la pioggia e la signora insopportabile siamo andati subito in albergo per dormire.
05.08.2012
Sveglia di buon’ora e prontissimi ad affrontare la lunga ma interessante giornata che ci avrebbe aspettati, dedichiamo l’intera mattinata alla visita a piedi del centro storico di Salisburgo, piccolo ma davvero ben curato in ogni minimo particolare.
Il nostro tour ha avuto inizio con la fermata per fare colazione al Cafè Tomaselli, un po’ caro ma decisamente tipico, con un balcone (ci si stava benissimo anche grazie al sole che splendeva nel panorama montano) da cui si può ammirare una delle più belle piazze, Alter Markt, dalla quale si snodano molte viuzze centrali.
Abbiamo deciso di dirigerci verso il Castello o meglio, la fortezza, Hohensalzburg, a cui si giunge tramite una funicolare che in pochi minuti ti consente di arrivare alla porta di ingresso della fortezza. Il castello è davvero bellissimo, rimasto per la maggior parte esente da opere restauratrici e/o innovatrici.
Caratterizza il paesaggio salisburghese dall’alto dei suoi 120 m d’altezza, regalando una vista stupenda sia sulla città sottostante che dei rilievi, le Alpi Bavaresi, dalle quali Salisburgo è abbracciata. Per chi, come me, soffre di vertigini non sarà facile, ma, superata la paura, ne vale davvero la pena. Un particolare: questa vista consente anche di ammirare il Nonnberg, il monastero benedettino, la più antica clausura femminile dell’area di lingua tedesca.
Prendetevi almeno un paio d’ore per godervi il panorama e visitare le sue stanze, alcune adibite con collezioni (come quella delle armature).
Finita questa interessante visita, abbiamo ripreso la funiculare per tornare in centro e abbiamo passeggiato per le vie cittadine, ammirando i luoghi e i monumenti più belli: il Dom, ovvero la Cattedrale, che con le sue caratteristiche torri gemelle segna da lontano il centro dell’Altstadt, la Città Vecchia, poi Residenzplatz, Kapitelplatz e Domplatz, tutte e tre delimitate dall’imponenza del Dom.
Abbia visitato Franziskanerkirche, visto il Kollegienkirche, ovvero la Chiesa dell’antica Università.
Nel primo pomeriggio, poco dopo le 14, ci siamo rimessi in macchina, direzione campo di concentramento di Mathausen, a cui si giunge dopo circa 2 ore e mezzo di viaggio. La strada, men mano che si ci avvicina la campo, diventa sempre più stretta, addentrandosi nella campagna austriaca.
Appena arrivati, abbiamo faticato un po’ per trovare la biglietteria: rimane infatti nascosta, ad un’estremità dell’edificio.
Sarà stata l’ora, il campo era semi deserto, regnava un silenzio assordante, capace di rendere ancora più forte e presente il ricordo di quel luogo infernale. Siamo entrati nelle molte baracche in cui i deportati vivevano, dentro ad alcune di queste sono allestite mostre fotografiche legate al tema della prigionia e dei deportati. Per questa visita prendetevi un paio d’ore e andate via non prima però di aver visto la “Scalinata degli Orrori”, una scala adiacente al campo, scavata nella roccia, molto ripida e composta da moltissimi scalini, luogo di lavoro dei deportati nel campo, i quali erano costretti a percorrerla molte volte il giorno, dovendo portare continuamente su e giù pietre e grandi pesi. Proprio per questo, qui, trovarono la morte tantissimi detenuti.
Finita questa triste visita, abbiamo ripreso la macchina direzione Cesky Krumlov, piccolo borgo medievale in Repubblica Ceca. Qui abbiamo alloggiato alla Pension Gardena, Via Kaplika, a due passi dal centro, gestita da un ragazzo davvero disponibile ed ospitale: è infatti grazie a lui che siamo stati in grado di telefonare a casa, i nostri cellulari erano senza linea. Abbiamo pensato troppo tardi al cambio del Roaming internazionale!
Siamo usciti per cena in centro e tra le viuzze molto caratteristiche abbiamo trovato una piccola locanda, altrettanto caratteristica “Hospada Na Louzi”, con musica tipica dal vivo e un menù vario anche se di difficile comprensione. Siamo stati davvero bene. Dopo cena, passeggiata per le viuzze medievali di Cesky, nonostante una fitta pioggerellina che non ci ha abbandonato fino alla mattina seguente.
06.08.2012
In programma la visita al Castello di Cesky, struttura ricca di decorazioni, si compone di una quarantina di edifici che corrono lungo lo stretto crinale a strapiombo sulla Moldava, collegati tra loro da corti, passaggi e passerelle fino ad arrivare agli splendidi giardini barocchi.
Bellissimi i portici esterni al Castello, ornati con bellissime statue dei vari Santi, da cui si gode un panorama bellissimo sulla piccola cittadina. Tutto il borgo è medievale e molto suggestivo. Sempre nella parte alta, facente parte anch’essa del Castello, troviamo la Torre, aperta al pubblico e sulla quale abbiamo deciso di salire: si arriva alla sua cima scalando i moltissimi gradini alternati tra legno e cemento.
Scesi nella parte bassa del paese, facciamo una passeggiata ammirando lo stile architettonico di tutto il borgo, poi, giunti alla nostra Pensione, davanti alla quale avevamo parcheggiato la macchina, ripartiamo alla volta del Castello di Konopiste, tappa intermedia a quella prevista come meta finale della giornata: Praga. Il Castello di Konopiste, a 40 km circa da Praga, è raggiungibile a piedi, dopo aver parcheggiato la macchina in uno dei tanti parcheggi liberi ai piedi del relativo e immenso parco: questo è grande e ben tenuto, noi abbiamo avuto la fortuna di vedere un alce, ma purtroppo il castello era chiuso così abbiamo potuto ammirarlo soltanto dall’esterno.
Il Castello ha sicuramente un’atmosfera sinistra, dovuta probabilmente alla sua storia, restaurato dall’ arciduca Francesco Ferdinando d’Austria negli anni precedenti il suo assassinio , avvenuto nel giugno 1914 a Sarajevo, veniva utilizzato dallo stesso come residenza di caccia, passato poi in proprietà dello stato cecoslovacco alla fine della prima guerra mondiale, durante la seconda è stato utilizzato come quartier generale delle SS, luogo di soggiorno della sinistra figura di Heinrich Himmler.
Arriviamo a Praga, dopo un’oretta di viaggio, verso le 18:00, avevamo prenotato al Cloister Inn Hotel ma arrivati lì, ci hanno “dirottato” verso un’altra struttura, la Unitas Hotel: siamo stati molto contenti perché quest’ultima, situata a pochi da quelle originariamente prenotata, era addirittura di categoria superiore.
Abbiamo cenato al ristorante “I due gatti”, ma non siamo rimasti soddisfatti a causa della poca gentilezza del personale anche se il cibo non era male.
07.08.2012
Di buon’ora usciamo dall’Hotel, prima tappa, l’imperdibile Ponte Carlo, già affollato di prima mattina di turisti e di venditori di caricature e disegni. Tutta la città è dominata dall’arte gotica, tutto inneggia a questo stile, regalando un effetto davvero unico, soprattutto al tramonto e la sera.
Raggiungiamo il Castello, Prazsky Hrad, tramite una lunga scalinata, arrivando nella piazza davanti allo stesso provati.
All’interno delle mura del Castello si accede gratuitamente, mentre l’ingresso alle molte strutture che lo compongono è a pagamento però ne vale la pena dato che si tratta dei tesori più preziosi del Paese: la cattedrale, il convento di San Giorgio, la Galleria del Castello, il Palazzo Reale e la Galleria Nazionale.
Dal Castello si accede ai Giardini Reali che, con le loro molte terrazze, concedono una meravigliosa visuale su tutta la città di Praga. Giusto il tempo di tornare in Hotel e di cambiarsi che si è già fatto sera.
Lo spettacolo che Praga è capace di regalarci è unico: il Ponte Carlo, bagnato dal fiume Moldova, è sovrastato dalla spettacolare vista del Castello, sontuosamente illuminato, ma purtroppo troppo lontano da raggiungere a piedi a causa della nostra stanchezza.
08.08.2012
Il secondo giorno a Praga lo dedichiamo alla visita della Torre dell’Orologio, assistendo al funzionamento del meccanismo del cucù, che determina l’uscita di vari Santi, nonché di una statuetta fatta a scheletro, spettacolo che si tiene ogni mezz’ora; da lì ci siamo diretti alla piazza proprio alla destra della Torre dell’Orologio, la Piazza di Staromestske Namesti: non sappiamo davvero dove guardare, tutto intorno bellissimi edifici ne circondano il perimetro, dando un effetto di movimento e di diversità, ma al contempo di totale armonia. Al centro della Piazza, la statua di Jan Hus, predicatore bruciato come eretico nel 1415.
A lato della Piazza, la Chiesa di San Nicola, mai concepita per essere guardata da lontano, si nasconde all inizio di una via laterale.
Poco dopo ci dirigiamo verso la Torre delle Polveri ma evitiamo di salirci a causa del poco tempo rimastoci e delle troppe cose ancora da visitare.
La casa civica è un edificio in tipico stile fascista al suo interno e viene utilizzata dall orchestra sinfonica di Praga. Pranziamo al fast-food “I-Burger”, accanto ad un locale di streap-tease, aperto anche in pieno giorno: non ci eravamo accorti della particolare location di questo fast food, altrimenti ne avremmo fatto a meno!
Passiamo un bel pomeriggio nel Quartiere Ebraico visitando la Piccola Sinagoga e il Cimitero ebraico, evitando quindi di acquistare il biglietto che consentiva l’accesso anche ad altre sinagoghe. Molto suggestivo il Cimitero, a causa delle tantissime lapidi piantate nel terreno in modo disordinato e caotico, dovuto tra l’altro anche al fatto che molte di queste siano risalenti nel tempo.
Dopo queste visite decidiamo di concederci una pausa ad un bar, solo apparentemente italiano, dato che al posto del caffè mi è arrivato un orzo luuuuungo in modo assurdo. Bene, proseguiamo.
La sera ceniamo in un ristorante vicino a Ponte Carlo che si chiama “U Plebana”, lo consigliamo.
09.08.2012
La mattina ci rechiamo alla Chiesa di San Nicola, il cui interno è completamente rifinito con un meraviglioso marmo rosa e il particolare della statuetta di Gesù Bambino che indossa vestiti donati da ogni parte del mondo, riccamente ornati con i colori e le caratteristiche più tipiche di ogni stato donante.
Di pomeriggio, passeggiata lungo i viali pieni di caffè e di negozi di Piazza San Venceslao: la zona purtroppo non è delle migliori, dovuta forse anche alla sua posizione, vicina alla Stazione Centrale di Praga, situata proprio dietro all’edificio della Galleria Nazionale, che domina lo sfondo del lungo viale. Non abbiamo fatto in tempo a visitare tale Galleria, ma sono sicura che ne sarebbe davvero valsa la pena.
Cena alla pizzeria “Va Bene”, dove io mi sono gustata una bella pizza, mentre Daniele ha assaggiato il Gulash, rimanendo molto soddisfatto.
10.08.2012
Ultime ore a Praga, prima di ripartire, direzione Vienna!
Avendo poco tempo, siamo passati soltanto a vedere la famosa Casa Danzante, capolavoro di postmoderno dell’architetto Frak Gerhy, situata nella prima periferia della città. Salutata Praga, siamo ripartiti alla volta della capitale austriaca, raggiungibile in 5-6 ore di macchina. Pranzo veloce in un bar, arriviamo al nostro albergo “Pension Baronesse” molto stanchi, anche perché la macchina non è possibile lasciarla vicino all’albergo per cui siamo costretti a cercare un parcheggio a pagamento non custodito a qualche km di distanza. Il nostro albergo è molto carino, col personale gentile ed è situato abbastanza in centro. La pioggia sta cadendo, fitta, cerchiamo qualcosa da mangiare ma… non lo troviamo.
Sentiamo però della confusione provenire da qualche parte e infatti troviamo quella che, a prima vista, sembra una sagra, in realtà poi scopriamo che si tratta del Festival della Musica Lirica che si tiene ogni anno vicino al Municipio. Non sapevo che gli austriaci fossero così appassionati al genere, ma c’e’ davvero tanta gente. Prendiamo qualcosa da una bancarella, mentre sugli schermi vengono proiettate opere liriche.
Finito, ce ne andiamo a letto!
11.08.2012
Nonostante le nostre speranze, la mattina il cielo è ancora grigio e chiuso, stagione ideale per visitare l’Hofburg, residenza invernale della Principessa Sissi: il complesso è davvero enorme, splendido, a cominciare dai capolavori presenti nel Museo delle Argenterie appartenute al casato degli Asburgo, al settore dedicato alla storia della vita di Sissi (tra l’altro molto emozionante a causa dei tormenti e della solitudine della principessa, che in questo luogo vengono fatti rivivere grazie ai vari filmati e alle dettagliate spiegazioni lungo il percorso.
Per la visita abbiamo impiegato tutta la mattina, riuscendo ad uscire soltanto intorno alle 13,30, con un mal di schiena notevole. Non ancora troppo stanchi, ne approfittiamo per una visita alla NationalBibliothek (ingresso 6,30 a persona) con affreschi e dipinti davvero degni di una Chiesa. Dato che il freddo si fa sentire, abbiamo fatto un pranzo alternativo-dolce allo Starbucks, dove abbiamo mangiato una fetta enorme di sakertorte e un muffin ai frutti di bosco e due cappuccini, che avevano dimensioni così spropositate da sembrare due bottiglie d’acqua! Finito il nostro troppo-dolce pasto, abbiamo fatto una passeggiata nelle vie adiacenti, esplorando alcune statue e piazze presenti. Prendendo, poi, il tram, molto comodo e puntuale, siamo andati a visitare la casa-Museo di Sigmund Freud, ovvero l’appartamento in cui risiedeva e in cui riceveva i suoi pazienti: vi si trovano i suoi libri, le foto delle persone che hanno interagito con lui, nonché le spiegazioni dei suoi studi ed esperimenti sugli animali. E’ stato emozionante vedere il luogo in cui il padre della psicanalisi vivesse, e dal quale sarebbe stato poi costretto e fuggire durante il nazismo, date le sue origini ebree.
Non ancora stanchi, e prendendo stavolta la metro, ci dirigiamo a Naschmarkt, il famoso mercato “delle pulci” di Vienna. Della tipicità e della qualità che veniva descritta dalla guida vi ritroviamo ben poco: è un po’ deludente, poiché ci troviamo davanti soltanto dei venditori con teli stesi per terra e con merce assolutamente usata. Decidiamo comunque di fare un giro anche al suo interno, qui si vende frutta caramellata, spezie, qualche abito.
Ci colpisce un edificio a lato del mercato chiamato Majolikahaus, la costruzione è anonima ma sono i motivi dipinti in facciata che lo rendono unico, i fiori rossi che lo ravvivano sono in stile Judenstil (che in Italia veniva chiamata Art Noveau).
Ceniamo in una specie di pub, molto frequentato a 10 minuti a piedi dal nostro albergo e io ordino un piatto a base di uovo e patate, Daniele petto di pollo.
Come abbiamo già avuto modo di notare, a Vienna e non so se in Austria in generale, le porzioni sono davvero enormi! infatti mi vedo recapitare una intera padella stracolma di uova e patate, così come i petti di pollo, Daniele ne ha ben 3 nel piatto!
Per digerire non ci rimane altro che fare una camminata, e in 5 minuti siamo davanti alla Cattedrale di Santo Stefano, la chiesa più importante di Vienna, che però visiteremo i giorni successivi.
12.08.2012
Stamattina approfittiamo del sole che brilla per visitare la residenza estiva degli Asburgo, lo Schonbrunn, dal 1996 Patrimonio Mondiale Unesco. Arriviamo lì col pullman che fortunatamente passa a pochi metri dal nostro albergo; la residenza si trova appena fuori dal centro di Vienna ed è faraonica.
C’è molto da camminare, la fila è già lunga di prima mattina per cui andiamo subito a fare i biglietti e infatti ci viene assegnato l’ingresso alle 12,00.
Nel frattempo, passeggiamo negli immensi giardini dello Schonbrunn, curati attentamente con aiuole immense e fiori ovunque. Arriviamo fino alla fontana in fondo al viale: imponente, si trova davanti ad una costruzione con molti archi che ha un camminamento nella sua parte superiore.
Per potervi accedere, è previsto un ulteriore biglietto, così come per il labirinto creato con siepi, così come la parte del Giardino del Principe Ereditario o il teatro del Castello.
Noi abbiamo fatto il biglietto semplice soltanto per la visita della residenza in quanto è già di per sé impegnativa, sia come tempo che come energie.
Nel primo pomeriggio, passeggiata nel Quartiere dei Musei, i cui edifici sono meravigliosi, passiamo anche davanti alla Serra in cui convivono moltissimi tipi di farfalle diverse.
Proseguiamo a piedi, passiamo davanti al Palazzo dell’Opera con appesi già i manifesti delle opere in programmazione, continuiamo e arriviamo alla Cattedrale di Santo Stefano, accanto alla quale sorgono moderni palazzi, con vetrate a specchio che danno avvio alla famosa Graben, la piazza dalla forma allungata, centro commerciale e turistico, con i suoi negozi di marche, studi di professionisti e banche.
Tutto ciò stona con lo stile della Cattedrale, che visitiamo anche all’interno: è immensa e Daniele decide di fare anche la visita alle catacombe che si trovano al di sotto della stessa. Io, che non amo i luoghi stretti e sotterranei, mi vado invece a prendere un caffè ad un bar vicino. Uscito, mi racconta della suggestione di quel luogo, entusiasta: ritengo quindi che ne valesse la pena.
Dopo cena prendiamo il pullman che fa il giro del centro di Vienna e passiamo davanti al Parlamento: la struttura è di palese ispirazione all’architettura greca con colonne e un ampio spazio davanti, l’edificio si trova a pochi passi dal Rathaus, il Municipio di Vienna, davanti al quale d’estate si può assistere alla Festa della musica lirica, con maxi schermi che proiettano le varie opere.
13.08.2012
Il nostro ultimo giorno a Vienna lo dedichiamo alla visita del meraviglioso Palazzo del Belvedere, che si divide in due complessi, Belvedere Inferiore, dalla lunghe e semplici facciate e quello Superiore dove invece vengono allestite le mostre.
Situato fuori dalla città, è comunque facilmente raggiungibile tramite metro e pullman che ferma allo “SchloB Belvedere”. I giardini sono grandi e ben curati e c’è da camminare un po’ prima di trovare l’edificio con annessa biglietteria, per cui consiglio anche in questo caso scarpe e tenuta comoda.
Fatti i biglietti, visitiamo l’interno dell’edificio, che ospita mostre di pittori di fama mondiale, alcune permanenti, altre temporanee.
Dedichiamo l’intera mattinata a questo bellissimo palazzo, invece nel pomeriggio, dopo un panino veloce, andiamo al Parco che ospita l’enorme ruota panoramica. Non saliamo, ma passiamo del tempo a scattare foto e a mangiare gelati!
Per finire il pomeriggio ci rechiamo ancora una volta al Corso adiacente alla Chiesa di Santo Stefano. La folla non mi impedisce di fare un giro nei negozi. Shopping time.
Per cena andiamo allo “Stadtbramerei”, prendo petto di pollo e insalata, ormai stufa dei loro wurstel e patate.
14.08.2012
Il nostro ultimo giorno di vacanza lo spendiamo andando a visitare Bratislava, capitale della Slovacchia, a circa 2 ore di treno da Vienna. Per arrivare prendiamo metro e treno, tra l’altro molto pulito e puntuale, talmente silenzioso che al ritorno non abbiamo potuto fare a meno di addormentarci!
Arriviamo alla stazione centrale di Bratislava intorno alle 11:00, il sole splende e fa caldo. Dobbiamo cercare il bus che da lì ci conduce nel centro città. La fermata per fortuna è a pochi metri dalla stazione e in 10 minuti siamo già tra le viuzze del centro storico, che appare tranquillo e pulito, tipico e caratteristico direi, composto da quelle viuzze che hanno costituito il nucleo storico di fondazione di questa città.
La prima costruzione importante che ci appare davanti agli occhi è il Michael’s Gate, torre gotica, sicuramente uno dei simboli di Bratislava.
Ci concediamo una passeggiata, osserviamo il Castello, posto su un rilievo collinare, bianco, appare in tutto il suo candore. Non lo visitiamo, purtroppo il tempo a nostra disposizione non è molto, continuiamo invece la nostra scoperta delle varie piazze e statue, alcune davvero singolari: statue che escono dai tombini, altre se, poste dietro alle panchine, sembrano abbracciare i turisti che vi si siedono.
Molto bella, la Cattedrale di San Martino, in stile gotico, così come il Municipio della Città Vecchia, nel quale in estate si svolgono concerti e spettacoli nel suo bellissimo cortile rinascimentale, poi il Palazzo Presidenziale riusciamo a vederlo soltanto dal Pullman.
Durante la nostra passeggiata cattura la nostra attenzione il famoso Ponte Nuovo, con la sua struttura a forma di ufo sopra a questo. E’ il più alto punto panoramico della città a 360 gradi.
Per pranzo ci affidiamo a “Yamm!”, fast food molto meno fast rispetto a quelli presenti in altri paesi europei, rimaniamo positivamente affascinati. Questa città emana tranquillità, sensazione strana da provare in centro di una Capitale. Al ritorno, in treno, prima di addormentarci, percorriamo un ponte che attraversa il Danubio, fiume che bagna, tra le altre, anche Bratislava. Non ha niente del famoso colore del “Danubio blu” però un certo effetto lo fa, enorme, solcato da barche e navi per i traffici commerciali, inesauribile fonte di ricchezza sia passato che presente.
Daniele ha avuto da ridire però sulla nostra “ultima cena”: poiché a Vienna i locali e i ristoranti chiudono verso le 9:30 e avendo noi fatto tardi, ci siamo dovuti accontentare di un ristorante vegano. A me è molto piaciuto, era davvero fornito e di qualità adeguata. Poi tutti a nanna a riposarsi, dato che il giorno seguente ci avrebbero aspettato 10 ore di viaggio in macchina per tornare a casa.
15.08.2012
Dovendo guidare per circa 10 ore per arrivare a casa da Vienna, alle 9 siamo già in macchina e a parte brevi pause non ci fermiamo mai, tranne lo stop obbligato che ci impone la polizia austriaca che, al confine, ci ha fermati per cercare funghi nel nostro bagagliaio, che ovviamente non ne conteneva.
E’ stata davvero una vacanza intensa ed emozionante, che mi ha e ci ha permesso di conoscere tante cose nuove, di vedere posti meravigliosi e di vivere situazioni inaspettate!