Salisburgo low cost
Presi da un’irrefrenabile ”voglia di Austria”, decidiamo di partire durante il ponte dell’Immacolata, impazienti di vedere finalmente i mercatini di Natale. Avendo un budget non elevato e solo due giorni a disposizione, optiamo per dedicarli alla bellissima Salisburgo. Partiamo, quindi, da Venezia con un treno EuroNight (29€ a persona, 7 ore di viaggio con posto a sedere). È vero, è una soluzione un po’ scomoda, ma ci permette di arrivare di mattina presto a Salisburgo e, perché no, di ammirare il paesaggio innevato che il nostro treno attraversa, mentre ormai il sonno (che già è poco) cede il passo allo stupore per l’atmosfera magica che le luci natalizie danno al nostro viaggio. Scendiamo dal treno a Salzburg Hauptbahnhof alle 4 del mattino e il termometro segna -2 °C, così, in attesa che faccia giorno, troviamo un po’ di riparo dal freddo nella confortevole waiting room della stazione. Intorno alle 6 ci incamminiamo verso l’albergo per lasciare i bagagli, pensando che a quell’ora ancora non vi siano luoghi aperti in cui acquistare la Salzburg Card, una tessera che dà la possibilità di entrare gratis in tutti i posti a pagamento e di viaggiare gratis sui mezzi pubblici. Arriviamo in albergo dopo una camminata di 4 km che ci permette di abituarci al freddo austriaco, di familiarizzare con il paesaggio e di meravigliarci di come i salisburghesi rispettino il codice della strada (per esempio, i pedoni passano solo sulle strisce pedonali e solo quando è verde, anche se vanno di fretta). Alloggiamo in lpenstrasse (zona sud della città), al Motel One, trovato per caso su internet. Un posto forse un po’ fuori mano, ma che si rivelerà azzeccatissimo. Per una notte in una doppia (stanza gradevole e silenziosa) e la colazione, paghiamo in tutto circa 90€. Lo staff è molto cordiale (alcuni parlano anche italiano) e, per gli acquisti di generi alimentari, ci suggerisce il supermercato vicino che con l’albergo condivide il parcheggio auto. Lasciate quindi le valigie, andiamo verso il centro (gli autobus 3 e 8 passano frequentemente, la fermata è difronte l’albergo). Essendo ancora sprovvisti della Salzburg Card, facciamo il biglietto per una corsa semplice (€ 2,20 a persona), ma, finalmente, la troviamo paradossalmente proprio da dove siamo partiti, in Sudtirolerplatz, nell’edicola della stazione. Noi scegliamo di prendere quella valida per 48h che costa 30€ a persona (la consigliamo a chi ha intenzione di visitare almeno tre luoghi a pagamento e pensa di usare spesso i mezzi, perché la spesa viene presto ammortizzata). Ci muniamo di cartina, ma ci rendiamo subito conto che è facile orientarsi, così iniziamo il nostro tour da Getreidegasse, una stradina stretta e affollata, famosa per le caratteristiche insegne in ferro battuto di tutti i negozi (persino il McDonald’s ne ha una!). Al civico 9, c’è la Mozart Gebursthaus, ossia la casa natale di Mozart dove molto è rimasto come era un tempo. Per gli appassionati, qui è possibile vedere una ciocca dei capelli di Mozart e una raffigurazione dell’orecchio del musicista, di una forma oggettivamente diversa dal solito, che a quanto pare fece la sua fortuna. Visitiamo poi il Duomo, più volte distrutto e ricostruito: al suo interno troviamo il fonte battesimale (qui venne battezzato Mozart nel 1756), un magnifico organo a canne (che è possibile vedere da vicino accedendo all’annesso Museo del Duomo che conserva pezzi di arte barocca) ed una cripta, dove sono sepolti alcuni arcivescovi di Salisburgo. Poi è la volta della Stiftskirche Sankt Peter, un monastero benedettino il cui complesso comprende anche un cimitero monumentale (anche qui c’è una forte presenza del ferro battuto) e le catacombe. Visto l’orario, ci fermiamo a mangiare qualcosa alla Stiftsbackerei Sankt Peter, un’antica panetteria che lavora ancora pane ed affini come lo si faceva nove secoli fa. Essa si trova a ridosso di Kapitelplatz, dov’è possibile anche vedere la Franziskanerkirche, ma noi ci fermiamo ad ascoltare alcuni musicisti, mentre altri dipingono i vari scorci di Salisburgo ed i turisti giocano a scacchi. Prendiamo poi la funivia che ci porta in poco tempo alla Festung Hohensalzburg, una fortezza risalente a quasi mille anni fa dov’è possibile vedere la camera delle torture con tanto di “ultimo miglio”, il cannone che serviva a difendere la fortezza, le varie evoluzioni della fortezza negli anni, etc. È anche possibile visitare il particolarissimo Museo delle Marionette, dove sono molto rappresentati i personaggi storici di Salisburgo ed i personaggi del film “The Sound of Music”, meglio conosciuto come “Tutti insieme appassionatamente”, girato proprio in questa città quasi 50 anni fa. Alle 17, tutto chiude perciò ritorniamo in Domplatz e ci tuffiamo nella magia dei mercatini di Natale, una serie interminabile di stand in cui si vendono prodotti tipici, formaggi, bevande, pezzi di artigianato locale, oggetti in legno intagliato e in vetro colorato, etc, tra musiche natalizie e profumi di dolci e spezie. Per esperienza, vi suggeriamo di fare attenzione ai prezzi, a volte proibitivi, di alcuni oggetti. Visto che il nostro è un viaggio “low-cost” e non abbiamo voglia di chiuderci in un locale per cenare, decidiamo di restare in piazza, senza farci mancare le ottime kartoffeln mit krauterbutter (patate al forno, servite con salsa di crauti), una tazza di apfelpunch (una bevanda alcolica aromatizzata alla mela che vi consigliamo di bere quando è ancora molto calda, prima che si percepisca solo l’alcol!) e una porzione di apfelstrudel (il tipico strudel di mele) per un totale di 9€ a persona.
secondo giorno
Ci alziamo il secondo giorno e il tempo è brutto. Alle 9 il sole ancora non si vede e purtroppo arriva qualche goccia di pioggia. Noi, però, non ci facciamo intimorire e, dopo un’abbondante colazione a buffet in albergo, partiamo spediti verso la sponda destra del fiume Salzach (purtroppo in Dicembre non è possibile fare un giro sul battello). Visitiamo la Mozart Wohnhaus, in Markartplatz, che offre una raccolta di file audio e video sulle opere di Mozart, ma è meno caratteristica della sua casa natale. Nella stessa piazza, troviamo una targa che indica la casa natale di Christian Doppler, ma qui non è possibile entrare. Proseguendo, arriviamo al Mirabellgarten, un grande giardino fiorito nominato dallo Schloss Mirabell, un palazzo la cui realizzazione risale al 1600 e che venne costruito per volere del principe arcivescovo Wolf Dietrich per la sua amante ed i loro numerosi figli. All’interno del palazzo, è possibile percorrere una grande scalinata in stile rococò ed entrare nella Sala di Marmo dove si tengono concerti in qualsiasi periodo dell’anno. Curioso è il giardino dei nani, una serie di simpaticissime statue che rappresentano le varie figure della commedia dell’arte. Ci dirigiamo, infine, all’Haus der Natur, un museo a più piani che ospita una sala di dinosauri ricostruiti a dimensione naturale, un rettilario dov’è possibile incontrare alligatori, serpenti velenosi, iguane e tartarughe di ogni specie, un acquario con squali, più vasche con pesci tropicali, tra cui i piranha… Veniamo però incuriositi dal reparto scientifico, allora entriamo nella sala dedicata esclusivamente all’universo dov’è possibile vedere una capsula spaziale e sperimentare un sistema che fa scoprire il peso del proprio corpo su ogni pianeta del sistema, persino sulla Luna e sul Sole (sul quale addirittura pesiamo circa 3000 kg a testa!).
Siccome non vogliamo perderci proprio la parte più interessante, da bravi ingegneri andiamo fino all’ultimo piano dove si può dare libero sfogo agli esperimenti più strani! Purtroppo, è già ora di tornare per cui ci dirigiamo verso la stazione dove ci aspetta il primo dei tre treni che ci riporteranno in Italia, non prima però di aver fatto una breve sosta a Innsbruck, molto carina con il suo Tettuccio d’oro e i portici, ma vista la massiccia presenza di italiani (il Brennero è a soli 40 km) ci fa quasi dimenticare di essere ancora in Austria! Ci ritorneremo? Questo sì, sicuramente, perché abbiamo trascorso due giorni indimenticabili in questa nazione così vicina ma così diversa dall’Italia! E chissà che un giorno non verremo ad abitarci…