Salento: oh sole miooo!
Più di metà della nostra vita insieme l’abbiamo goduta con il nostro camper, spesso viaggiando. E’ un bel traguardo! Ma oggi si parte con meta la Puglia, anzi il Salento. Oggi era giornata da bollino rosso, ma io (Paola) e Silvano siamo partiti da Pordenone alle 3 del pomeriggio della domenica e non abbiamo avuto problemi particolari andando verso il sud Italia, lungo la Romea. In serata ci siamo fermati al Camping Adria a Riccione. Non l’avessimo mai fatto: sembra il campeggio dei profughi e non a prezzo politico (1 notte € 41,5!). Non è un campeggio, è proprio un campo profughi: stradine strette tra gli alberi e bicocche formate da roulotte e tende coperte da tetti di ondulux. Abbiamo cenato in camper e poi abbiamo passeggiato lungo il mare mangiando gelato. Niente cena romantica, niente fiori, ma solo voglia di essere fuori dal solito tran tran. Lunedì 2 agosto 2010 Il destino però alle volte ti guarda male. Al mattino, andando verso l’uscita del ‘campo profughi’, per scansare una bicicletta, il camper ha sbattuto contro un ramo basso: rotta la lampadina sopra il tetto, ma poi non funzionava una luce di posizione davanti e l’opposto di dietro. Dato che siamo vicini a Loreto, senza passare per Lourdes, andiamo a farci dare una benedizione? Abbiamo proseguito per il Conero e dopo alcune problemi di strade in pendenza siamo arrivati a Sirolo, uno dei paesi con vista più bella della zona: alti sulla costa che guarda la punta del Conero. Abbiamo trovato un camping senza molte pretese, ma almeno siamo larghi nella postazione! Giriamo mattino e pomeriggio con la moto: Numana e la sua bella spiaggia, il monte Conero con la suggestiva Badia di S. Pietro ed un panorama stupendo della costa (non si può arrivare in cima perché area militare), Portonovo ai piedi del promontorio del Conero, ma non siamo riusciti a vedere la chiesetta romanica di S. Maria perché in restauro urgente dallo scorso giugno, il fortino napoleonico, ora utilizzato come hotel, ed una torre di avvistamento ormai utilizzata come villa padronale. Qui è veramente bello! Doccia e a cena in riva al mare a Numana. Martedi’ 3 agosto 2010 Pronti in giro con la moto. Prima siamo andati in cerca di un elettrauto, perché domani mattina torniamo con il camper, poi a Castelfidardo, la città delle fisarmoniche. La cittadina è più bella da lontano, sopra una collina, mentre dentro, pur avendo palazzetti importanti, è morta. Molto vivace invece Osimo, bella la passeggiata del corso principale. Torniamo al Campeggio Green Garden di Sirolo, ma il tempo sta cambiando. Nel pomeriggio cade qualche goccia, poi sembra rischiararsi. Alle 5 decidiamo di andare sempre in moto a Porto Recanati. Lungo la litoranea il cielo si fa sempre più scuro e alle porte della cittadina comincia a piovere. Giriamo la moto e rincorrendo il bel tempo andiamo a Loreto, dove splende il sole e da sotto si ha la vista di questa stupenda e monumentale struttura. Il santuario della Santa Casa è una delle più importanti mete della fede. Secondo la tradizione ‘sarebbe’ la casa di Gesù trasportata miracolosamente su questo colle dalla Palestina. Le sue prime strutture furono progettate da famosi architetti. Bello il santuario, il cortile antistante e l’elegante campanile settecentesco. Passeggiamo tra i negozi di articoli sacri, ma mangiamo una pizza al taglio stupenda. Proseguiamo per Recanati. Dopo più di due secoli il ‘natio borgo selvaggio’ di Giacomo Leopardi sembra non abbia mutato il volto. Ci sono sempre la piazza del ‘sabato del villaggio’, il ‘colle dell’infinito’, il convento di Sant’Agostino su cui svetta la ‘torre antica’ e naturalmente il palazzo familiare che non abbiamo però visitato. Torniamo verso il mare a Porto Recanati: un breve giro perché torna a piovere, ma ci è bastato per capire che hanno abbruttito il lungomare con una serie di alti cementi, mentre la cittadina aveva case a 2/3 piani semplici anni ‘50, ma caratteristiche della zona. Rientrati al campeggio, siamo subito tornati in paese, a mangiare la pizza in piazza a Sirolo. Un ultimo giro notturno sino alla spiaggia Urbani e nuovamente in camper. Mercoledì 4 agosto 2010 Alle 6 stamani un temporalone ci ha svegliato, ma alle 8 eravamo già pronti per sbaraccare e partire. Non pioveva e stava rasserenando. Il camping per 2 notti è costato € 83 (come l’altro). Siamo scesi a Camerano dall’elettrauto che in pochi minuti ha sostituito i fusibili. Abbiamo proseguito verso sud e all’altezza di Civitanova Marche abbiamo girato verso Macerata. Meta: l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra , uno dei maggiori monasteri d’Italia. Fondata nel XII secolo, conobbe periodi di grande splendore come centro religioso e culturale. Sembra di arrivare ai Castelli della Loira: tra le verdi colline, tutto ordinato con segnalazioni di parcheggi per auto, bus e camper (carico e scarico), ristoranti. Ci fermiamo in uno spazio riservato molto grande con vista sulle colline e sui percorsi dove molti fanno footing. A metà pomeriggio con la moto lungo la dorsale delle verdi colline raggiungiamo Tolentino, attraverso il Ponte del Diavolo. Il paese si presenta subito molto caratteristico con i suoi palazzetti signorili in mattoni rossi. Ma è la basilica di S. Nicola che ci lascia esterefatti: è iniziata nel XIII secolo ed è decorata da grandiosi affreschi del XV – XVII secolo. E’ spettacolare, ricca, sembra di entrata in S. Pietro, non per la grandezza, ma per le opere pittoriche, per i pavimenti, i marmi e per il soffitto a cassettoni: merita una visita! Ritorniamo verso Macerata, ma facciamo una deviazione per Treia: è segnalato come uno dei più bei borghi d’Italia, ed è in effetti una graziosa cittadina murata d’impronta medioevale, ma mi è piaciuta solo la scenografica piazza centrale. Rientrati all’Abbazia, dopo breve, abbiamo trovato un vicino agriturismo. La Selva per la cena: affetati, olive ascolane e 2 etti e mezzo di ‘arrabbiata’ che abbiamo spazzolato: che mangiata! 27 euro in due è stato un prezzo ridicolo. Giovedì 5 agosto 2010 Alle 10 eravamo pronti per la visita all’Abbazia di Fiastra. Fondata nel 1142 dai monaci cistercensi, nei tre secoli successivi si sviluppò e crebbe tanto da diventare una delle più importanti d’Italia, Nel 1422 venne saccheggiata da un capitano di ventura, signore di Perugia e perse l’autonomia. Fu affidata a cardinali e Gesuiti nei secoli successivi e nel 1773 venne ceduta alla nobile famiglia Giustiniani Bandini che edificò sul lato sud del monastero un ricco palazzo che lasciarono ad una Fondazione Agraria non avendo eredi. I monaci cistercensi sono tornati nel 1985. Abbiamo visitato l’originaria architettura e in particolare mi ha incuriosito il refettorio, caratterizzato dall’uso massiccio e particolarmente creativo del materiale prelevato dalle rovine romane della vicina Urbs Salvia. Dappertutto capitelli, fusti e basamenti di colonne romane, tutte diverse fra loro Ripartiamo e attraverso le colline vicine ai Monti Sibillini, scendiamo verso Sernano, dove facciamo la spesa al mercato: pane, frutta, olive dolci e una porchetta saporita. Più avanti su un tavolo di un’area pic nic ce la siamo goduta. Dopo Ascoli Piceno sino al mare in cerca di un campeggio. Il brutto dell’adriatica è che la ferrovia corre parallela e vicinissima al mare con sottopassi troppo bassi. Abbiamo fatto vari tentativi, ma abbiamo dovuto sempre proseguire. Siamo arrivati così a Ortona. Per farla breve abbiamo trovato un campeggio sulla costa alta, con vista stupenda sul mare e sulla cittadina. Venerdì 6 agosto 2010 Bruno e Graziella, gli amici di ogni viaggio sin dai tempi della scuola (camperisti da sempre), sono partiti da Pordenone ieri sera e siamo andati a riceverli all’uscita dell’autostrada di Ortona, perché il percorso per arrivare al campeggio ‘Ripari di Giobbe’ è difficile. Abbiamo cazzeggiato tutto il giorno: il tempo è cambiato più volte, sole pioggia, vento, poi ancora sole. Sabato 7 agosto 2010 Mi sono svegliata alle 6 questa mattina e dall’oblò della mia suite imperiale (così la chiama Silvano: lui è invidioso perché dorme nel ‘loculo’: non è altro che un letto singolo) ho visto e fotografato il sole che nasceva dal mare. Graziella, ma solo alle 8, è andata a fare il bagno (secondo lei l’acqua era calda) e al rientro dalla spiaggia, proprio dietro di lei e il nostro camper un serpente argenteo è caduto da un albero: ho gridato, che schifo! Lui, lungo forse 80 cm., sinuosamente se ne è scappato tra i cespugli. Per fortuna ce ne siamo andati subito e abbiamo ceduto il nostro posto a due ragazzi entusiasti della postazione per la vista. Lungo l’adriatica sino alle porte di Vasto dove è segnalata la riserva naturale di Punta Aderci: abbiamo trovato solo un’area industriale vicino al mare e poco più avanti un alto faro tra le case popolari. Meglio il centro di Vasto: bei palazzi, bella la cattedrale e la vista panoramica dalla passeggiata alta sulla costa. Una cittadina veramente carina, tipica del sud, dove siamo tornati per andare a mangiare il brodetto da Zì Teresa. Con mio papà e mia mamma ci eravamo stati 35 anni fa e il ricordo in Silvano era rimasto indelebile, ma come spesso succede il nome non era più quello, il locale sì, ma ristrutturato, quindi non c’era più la caratteristica cantina dove ci veniva portata una grande pentola di terracotta dove cucinano il pesce tra il pomodoro ed i peperoni. Ora è un locale con ristorante classico al primo piano, c’è sempre la pentola, ma il brodetto non mi ha soddisfatto. Nel pomeriggio abbiamo girato tra le colline con vista mare e poi proseguendo verso Foggia, abbiamo raggiunto S. Severo e la sera a Lucera. Difficile trovare parcheggio. Alla fine, leggendo il Portolano, abbiamo scoperto la grande piazza davanti alla Stazione e lì finalmente ci siamo fermati. Domenica 8 agosto 2010 A Lucera ho dormito bene, ma non Bruno e Graziella. Spesso nei grandi parcheggi arrivano di notte ragazzi che se la raccontano, bevono birra e schiammazzano. I cani, a 4-5 alla volta abbaiavano e rincorrevano le auto. Ci siamo incamminati verso il centro storico: bella luce e case di pietra del ‘500 ‘600 tipiche del sud. In piazza della cattedrale pronte le luminarie, perché oggi a Lucera è festa medioevale. Giriamo per i vicoli e poi andiamo alla grande Fortezza svevo angioina dove bancarelle a tema propongono antichi giochi, armature e gare con la ricostruzione di accampamenti, botteghe di arte e mestieri. Sono arrivati, quando stavamo uscendo, anche i falconi per uno spettacolo, ma abbiamo fatto in tempo a fotografarli. Un parcheggio sicuro e centrale per il camper poteva essere anche questo vicino alla Fortezza. Successivamente con il camper raggiungiamo l’area archeologica: un grande anfiteatro romano risalente ad età augustea con due maestosi portali marmorei d’accesso. E’ l’ora di pranzo. Bruno, alle porte della città verso Troia trova una bella radura con vista sugli olivi per il pranzo: un posto che dà serenità. Riprendiamo la SS 16 che è una splendida 4 corsie dove non c’è nessuno e non si paga. Raggiungiamo Ruvo di Puglia: una splendida cattedrale romanica del sec. XIII con grande rosone e portale principale decorato da leoni e grifi. Pensavamo di fermarci per la notte, ma fatto un giro negli stretti vicoli, abbiamo ritenuto che era troppo presto per fermarci. In giro solo uomini: ai giardinetti, ai bar a chiacchierare. Abbiamo deciso di raggiungere il mare, ma non Trani o Barletta, perché già visti, ma Molfetta. Bruno che faceva da apripista è stato molto bravo, perché la città è molto grande (ha 60.000 abitanti) e raggiungere il porto non è stato facilissimo. Ma siamo stati premiati: erano le h 19.30 ed era l’ora del tramonto. L‘ex Curia ed ex dogana (ma fra pochi anni nuovo albergo) e tutti i palazzi in riva al mare erano dorati. Siamo riusciti a parcheggiare in riva sul viale delle palme e non ci pareva vero. Il centro storico è molto caratteristico e abbiamo passeggiato tra i stretti vicoli del nucleo medioevale e le antiche case visitando il Duomo vecchio, che non ha facciata ma due particolari campanili a bifore. Una buona pizza ha concluso la serata. Lunedì 9 agosto 2010 All’uscita di Molfetta mi avevano segnalato il Pulo, una grande cavità carsica profonda m. 35 e larga m. 130 abitata in età neolitica, ma era chiusa. Proseguiamo e in mattinata arriviamo, un po’ all’interno rispetto alla costa, ad Ostuni, il bello del bello in Puglia (per me). Servita da molti parcheggi ai piedi della città bianca, per le case imbiancate di calce, sul colle più alto si aggrappa il borgo medioevale, molto pittoresco con le sue rustiche bianche case. Bello è girare e scoprire nuovi scorci e in fondo il blu del mare. Prendiamo un aperitivo all’ombra della cattedrale e aspettiamo gli sposi ai quali è stato preparato un grande scatolone che, aperto, ha fatto uscire decine di palloncini bianchi: tutto in tema. Di nuovo verso la costa: ci fermiamo in un piccolo borgo in riva al mare ai bordi delle dune che si chiama Lido Presepe. Simpatica la serata paesana: da una parte il karaoke, molto professionale con tanto di schermo per la lettura delle parole e dall’altra il ballo collettivo di bambini, giovani e vecchi con passi già definiti. Non so che ballo fosse, tipo hally galli, ma decine erano le persone tutte simpaticamente prese da questo ballo su una base musicale, accompagnato da una fisarmonica. Cena con antipasti, lumachine (al mercato la mattina dopo le vendevano a € 25 al kg), pesce ai ferri e fritto. Martedì 10 agosto 2010 Spesa di frutta e verdura al mercato di Presepe e poi a Lecce, con qualche difficoltà di parcheggio per 2 camper. Capitale del Salento ha una struttura architettonica barocca che si scopre in molte chiese, ma soprattutto a S. Croce. In pieno centro ci sono testimonianze dell’antichità romana con anfiteatro e teatro, ma se devo dire la verità Lecce non mi ha dato soddisfazione. In molte vie e piazze tutto è stordito da palazzi di puro stile littorio. Non me ne vogliano i leccesi. Via verso il mare e arrivo magnifico au bord de mere all’altezza della Torre Specchia Ruggeri su uno sterrato difficoltoso, ma lentamente ci siamo posizionati in un piccolo promontorio , anche con spiaggia sabbiosa privata e con vista sulla Torre. Il massimo! Cena al lume di candele con vista. Mercoledì 11 agosto 2010 Decidiamo di mantenere la postazione. Lasciamo il nostro camper e andiamo ad Acaya con il camper di Bruno: più snelli si va più veloci. Non solo il castello, ma tutto il paese è una bomboniera. A metà del Cinquecento, per fortificare il suo feudo il nobile Gian Giacomo dell’Acaya seguì i canoni delle ‘città ideali’. Poiché il risultato fu strabiliante Carlo V d’Aragona lo nominò architetto militare del Regno. E’ tutto chiuso ma la vista dell’insieme merita! Siamo quindi andati a scaricare e a far acqua a Vernole. Ci siamo però poi bloccati nei meandri delle viuzze del paese e allora… via verso strade più larghe. Di nuovo sulla costa a Roca Vecchia. Oltre ad un sito archeologico la parte bella di questa costa è il labirinto di rocce alte vicino alla spiaggia. Si sono formate grotte, laghetti e fiumi all’interno delle rocce a strapiombo e l’effetto è veramente notevole. L’azione combinata del mare e dei fiumi sotterranei ha eroso il calcare, scavando cavità veramente straordinarie. Se fossimo dei sub, ci sarebbe da godere! Giovedì 12 agosto 2010 Abbiamo pensato che solo partendo presto al mattino ci permetteva di girare nei piccoli centri. Via dunque da Torre Specchia Ruggeri alle 8 e la prima fermata è a Sant’Andrea. Un borgo con un mare indaco e trasparente dove già molti anziani si rinfrescano in acqua. La costa è alta e molte grotte si affacciano sul mare. Dopo un breve giro continuiamo sulla litoranea: qui i posti belli sarebbero tanti: mi è piaciuta molto la zona verde dei laghi Alemini ma si continua per Otranto: bella cittadina con castello e passeggiata lungomare con una cinta muraria fatta costruire da Alfonso d’Aragona. I parcheggi proprio vicino al centro storico sono molti e comodi. E’ il più orientale centro abitato d’Italia, dista poco più di 70 km. Dall’Albania. Fu nell’alto medioevo una delle basi del dominio bizantino, ma nel 1480 venne presa e messa a sacco dai Turchi. Mea culpa: nel giro all’interno della cittadina non abbiamo vista la Cattedrale, che doveva essere invece visitata! Nell’uscire dalla cittadina percorriamo brevemente la strada per Maglie e troviamo la segnalazione di percorsi megalitici: dolmen e menir. Val la pena dare un’occhiata. Siamo vicini a Giurdignano. Dopo un pasto leggero all’ombra percorriamo prima con il camper, poi a piedi (ma ci si può arrivare senza problemi anche con il camper), la strada bianca e polverosa per un’area dolmen assolata, in particolare il dolmen Stabile, ma che pur piccola ci ha dato una strana sensazione di storia antica all’ombra delle piante di fichi: pare impossibile che gli uomini del paleolitico abbiano potuto spostare i grandi piastroni. Secondo molti studiosi, il dolmen Stabile era una sorta di altare, circondato da un’enorme costruzione megalitica. Ci hanno lasciati un po’ perplessi, invece, i due menir: sembrano grossi pali per viti non certo del paleolitico. Ritorniamo sulla costa a Porto Badisco e il panorama cambia completamente: ci si alza sulle colline, non c’è più vegetazione e all’altezza della Torre Minervino la vista è fantastica e il colore del mare è stupendo. Poi si scende nuovamente e a Cesarea si comincia a cercare campeggio: difficile, è tutto pieno. Ma a Castro, vicino alla Grotta Zinzulusa il percorso diventa difficile: strada stretta, auto parcheggiate, fila. Si passa con difficoltà. Dopo 2 km., stressati ed esausti dopo un percorso a rischio, decidiamo di lasciare la costa. Al momento della strettoia un ragazzo in auto ci ha gridato: andate in albergo, pezzenti! E’ diventato il refrain del viaggio. Graziella telefona a un campeggio poco lontano suggerito dalla sorella e prenotiamo il posto. Da Diso a Tricase, passando quindi dall’interno, arriviamo a Marina Serra al Camping il Ponte. Non siamo sul mare, perché qui la costa è molto alta, ma il posto è molto familiare, siamo sotto gli alberi, c’è una bella vista e il titolare Sig. Giuseppe, è molto disponibile per ogni nostra necessità. Neanche farlo apposta si rompe la pompa dell’acqua del camper di Bruno, ma Giuseppe ha chiamato l’idraulico per domani mattina. Sempre pasta per cena: di soddisfazione! Venerdì 13 agosto 2010 Mi sono svegliata molto presto perché sentivo odore di bruciato: gli incendi sono sempre in agguato! Per fortuna nessun problema. Dormivano tutti stamattina e quando si è alzato il sole sono scesa dal campeggio percorrendo un sentiero di 1000 gradini (non sono certa del numero, ma tornando su, la lingua toccava terra!) Si arriva alla fine dopo aver percorso questo tratto tra fichi, mandorli, olivi, fichi d’india, carrubi, ma il tratto scoperto finale è più difficoltoso tra le rocce appuntite e sconnesse. Io e Silvano partiamo in moto. Direzione S. Maria di Leuca, ma prima ci fermiamo ad una Torre in bellavista e poi a Marina di Novaglie: 4 ville ed un ristorante affacciati su uno specchio blu d’acqua. E’ sempre costa alta e molte grotte si affacciano sul mare. Proseguiamo sino a S. Maria di Leuca, il punto più estremo della penisola. C’è molto traffico. Giriamo tra le vie con ville primi novecento, ma è solo un passaggio: ci torneremo. La leggenda narra che Santa Maria di Leuca sarebbe stata il primo approdo di Enea. Successivamente sarebbe qui approdato Pietro apostolo, il quale, arrivato dalla Palestina, iniziò la sua opera di evangelizzazione, per poi giungere a Roma dove fondò la Chiesa. Fu allora che Leuca assunse il suo nome completo di “Santa Maria di Leuca”. Il passaggio di San Pietro è anche celebrato dalla colonna corinzia del 1694 eretta sul piazzale della Basilica, recentemente ristrutturata. Tornando verso Marina Serra ci fermiamo al Ciolo a Gagliano del Capo. Dal ponte, guardando in giù si vedono i ragazzi che si tuffano da 20 metri nell’acqua trasparente, mentre dall’altra parte del ponte una striscia di sabbia accoglie i bagnanti distesi sugli asciugamani. C’è così poco terreno che sembrano sardine in una scatola. Prima di tornare al campeggio diamo un’occhiata a Marina Serra: il paesaggio, caratterizzato dalla presenza di scogliere, grotte, insenature, vegetazione mediterranea e mare trasparente, è molto particolare con i bagnanti che si mettono all’ombra delle rocce e delle grotte. La vicina Torre Palane è una delle numerose torri costiere di avvistamento del Salento costruita da Carlo V, nel XVI secolo, per difendere il territorio dagli assalti dei Saraceni. Nel pomeriggio ci hanno raggiunti gli amici Licia e Francesco. Il gruppo, come ogni anno, si è riformato e per i prossimi giorni godremo insieme. Ho comperato il pesce stamattina in pescheria a S. Maria di Leuca: è un preparato già pulito per fare la pastasciutta ai frutti di mare. Devo dire che erano anni che non mangiavo una pasta allo scoglio così saporita: la varietà del pesce e la sua freschezza ne hanno fatto un asso vincente: da leccarsi i baffi. Sabato 14 agosto 2010 In mattinata siamo partiti in moto verso Tricase, gli amici invece hanno atteso la corriera per andare alla Grotta Zinzulusa dove dovevamo riunirci per la visita. E’ stato l’unico modo per muoversi per loro, dato che non avevano trovato auto a noleggio, ma è stata un’idea vincente. Noi abbiamo visitato Tricase, un bel paesotto, pronto per la luminaria della sera, con dei bei palazzetti. Abbiamo quindi proseguito per Specchia, segnalato come uno dei paesi più belli d’Italia con i suoi vicoli stretti e le piazzette romantiche. Qui si sono girati alcuni film. In piazza al momento del passaggio in moto stava suonando la banda paesana. Ci siamo fermati poco perché ci aspettavano a Castro Marina. Abbiamo quindi visitato tutti insieme la Grotta Zinzulusa. L’imbocco della cavità accessibile a pagamento (€ 4 a testa), ma con guida, si apre verso il mare con un imponente decoro di stalattiti, che hanno dato origine al suo nome ‘zinzuli’ cioè ‘stracci’, da qui il nome della grotta. Il percorso è di circa 100 metri con una successione di ambienti via via più piccoli, per poi terminare in una grande sala. Ci eravamo stati già 35 anni fa e allora la grande sala finale era occupata da migliaia di pipistrelli. Oggi, ci segnalano, che sono 12! Dopo la grotta chi in moto, chi in trenino e a piedi raggiungiamo Castro Vecchia, con tanto di castello, sposi in foto, vista su Castro Marina. Mangiamo all’Hosteria vecchie maniere tagliolini allo scoglio e orecchiette al pomodoro con ricotta stagionata: ottimo pranzo in locale tipico. Dividiamo quindi le nostre strade: noi a Tricase a fare spesa e loro a Castro Marina in attesa dell’autobus che li riporterà al campeggio. Ci fermiamo in due spiaggette carine: quella di Acquaviva e Marina d’Andrano: è strapieno dappertutto. Dopo cena si sentiva suonare vicina la banda e abbiamo raggiunto a piedi la chiesa dove con grande devozione, bambini, giovani e vecchi pregavano la Madonna. E’ festa paesana. Anche lungo il mare decine di barche raggiungevano il borgo pregando. Domenica 15 agosto 2010 Caldo questa notte. Mi sono alzata molto presto. Alle 6 meno un quarto c’era ancora gente che in strada pregava in processione (da ieri sera?!!) In tutt’Italia sta piovendo, ma noi ‘i fortunati’ ci stiamo godendo il sole e la brezza. Gli amici sono scesi in paese al mare e noi in moto ancora al Ciolo perché è una località con un mare stupendo ed è divertente guardare i giovani che si tuffano. Abbiamo poi proseguito per S. Maria di Leuca, perché non avevamo visto il bianco faro alto 47 m. E il santuario di S. Maria di Leuca che occupa il sito di un antico tempio di Minerva. Una scalinata di 284 gradini collega la Basilica al sottostante porto facendo da cornice all’Acquedotto Pugliese che, terminando a Leuca, sfocia in mare. Abbiamo trovato, alle porte della cittadina, un bel parcheggio per camper: domani ci si sposta qui per una notte così anche gli amici potranno dare un’occhiata alla zona (€ 14 per 24 ore con carico e scarico). Poi in città a vedere il mercato settimanale con bancarelle lungo tutta la passeggiata. Comperata una buona bottiglia di Primitivo per pranzo, abbiamo girovagato sulla costa ionica sino a Torre Vado. Questa parte, però, non mi è piaciuta perché la costa è bassa, anche se con rocce, ma il mare non è bello. Poi di ritorno passando per Patù, Giuliano e Tiggiano e giusti per fare la pasta alle 13 al campeggio di Marina Serra. Altro giro con la moto nel pomeriggio, dopo che Silvano ha portato Francesco a vedere i ragazzi che si tuffano al Ciolo. Siamo ritornati nella parte centrale del Salento visitando alcuni paesini, ognuno con il proprio castello, spesso da ristrutturare, e una cittadina rupestre nei pressi di Alessano. Tutta la zona è ricca di storia. Si corre rilassati tra le stradine degli ulivi, mangiando fichi e fotografando scorci di vita contadina tra le splendide masserie spesso ristrutturate. Lunedì 16 agosto 2010 Si sbaracca al Camping il ponte di Marina Serra km. 34,5 (tel. 0833 775109). Prima a Tricase per la spesa e da un elettrauto per il camper di Francesco e poi verso Specchia in un intrigo di stradine non certo adatte a tre camper. Che nervi! Alle volte divento isterica quando entrando in certi paesi, la strada a senso unico si chiude ad imbuto, le auto sono parcheggiate spesso in malo modo (tanto è solo per comperare il pane!) e non si riesce a trovare la strada giusta: per me è un vero stress. Ad ogni modo: da Tricase a Specchia ci sono 5 km,: noi ne abbiamo fatti 22! Specchia, già vista nei giorni scorsi è ad ogni modo un bellissimo borgo, con case bianche, piazzette e ricchi palazzi. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il parcheggio per camper alle porte di S. Maria di Leuca che avevamo scoperto già con la moto. Passeggiata sul lungomare e cena sulla terrazza con vista sul mare in un ristorante che di buono aveva solo la posizione. Tanta gente fino a tarda sera. Martedì 17 agosto 2010 Fermi in mattinata ancora a S. Maria di Leuca io e Silvano con la moto siamo andati sino alla Punta Ristola: uno spettacolo dei due mari : Adriatico e Ionio si fondono, la costa è alta e molte barche accompagnano i turisti a vedere le grotte. Qualche parcheggio ben posizionato mostra il panorama veramente incantevole. Abbiamo proseguito sulla costa ionica sino a Marini, ma è strapieno di auto dappertutto. Carino il piccolo centro di S. Gregorio, con un grande parcheggio con servizio navetta. Nella zona successiva, chiamata delle ‘Maldive’ è quasi impossibile andare avanti anche con la moto. Centinaia di macchine raggiungono il mare sugli sterrati e in fondo si vede il mare offuscato dalla polvere. Il mare d’argento non è il riflesso dell’acqua, ma i tettucci delle auto. Anche in una zona camper l’ingorgo è pazzesco. Non so come sia qui il mare, ma….a questo punto non mi interessa. I paesini che sono nati lungo la strada sono ‘informi’. Ho sempre avuto idea che un borgo sul mare sia quello dei pescatori, invece qui sono agglomerati di case costruite senza piano regolatore con strade strette, non certo da camper. Torniamo a Leuca in direzione Salve percorrendo una strada interna tra gli ulivi e gli alberi di fichi e ne facciamo scorta: dolcissimi! Dopo pranzato in camper e riposino, carico acqua e via. Un meta segnalata è il cimitero monumentale di Parabita, inaugurato nel 1982, ha attirato sin dall’inizio l’interesse del più prestigiose riviste nazionali ed internazionali di urbanistica e architettura. Non vogliamo andare verso il mare per non trovare il traffico, ma la nostra meta è Nardò: patria del barocco. E’ stata un’idea vincente. E’ una di quelle cittadine che non ti aspetti di trovare, ma che ti lasciano estasiati dalla bellezza. In particolare la piazza centrale tutta cinta da edifici barocchi e ornata al centro dalla guglia dell’Immacolata. E’ città ricca e conta molte chiese: la Cattedrale in particolare merita una visita. Abbiamo fotografato palazzi, logge, sontuose facciate e l’ora del tramonto ha accresciuto il fascino del luogo. A cena in un cortile interno di un palazzo, mangiando tutti prodotti caratteristici della cucina locale, pagando una cifra modesta. L’unico neo: i parcheggi. Tra gli andirivieni abbiamo dovuto accontentarci di un parcheggio di un supermercato, ma abbiamo dormito bene. Mercoledì 18 agosto 2010 Sveglia alle 6, partenza alle 7 e alle 8 eravamo al porto di Gallipoli: arrivando presto non ci sono stati problemi di parcheggio. Il pittoresco borgo medioevale (bello il castello di origine angioina posto all’entrata) è stato costruito su un’isoletta protesa nel Mar Ionio. Il nucleo antico ha vie strette e tortuose con case basse a terrazzo (sembrerebbero quasi orientali) bianche di calce ed è tutta cinta da una strada panoramica ricavata sul posto delle antiche mura. Abbiamo visitato la Cattedrale e molte altre chiese in stile barocco. In centro abbiamo inoltre visto l’interessante frantoio oleario ipogeo di Palazzo Granafei, che merita sicuramente una visita per la storia interessante raccontata da una guida: questo frantoio, come tanti altri della cittadina, sono stati utilizzati per la produzione dell’olio lampante (per illuminazione) dal 1600 fino alla prima metà dell’800: essi conservano le originarie attrezzature di macinazione e spremiture delle olive. Gallipoli all’epoca aveva il monopolio in tutta Europa e la produzione olearia vide addirittura la quotazione dell’olio nella Borsa di Londra. Solo l’Inghilterra faceva ogni anno un rifornimento di 40 navi. Rientrando al camper abbiamo avuto ancora tempo per vedere il mercato del pesce, pesce fresco naturalmente! Incuriosita dalle murene, dalle teste del pescespada e dai ricci già aperti e pronti per essere assaporati crudi. In precedenza avevo visto anche un gruppetto di uomini che stavano preparando, con le cozze, le esche per andare a pescare. Appena fuori paese, ci siamo fermati per la notte ad un parcheggio per camper dell’Azienda Agraria Li Cuti: troppo caro per 24 ore € 24! Nel pomeriggio si parte di nuovo in moto: cerchiamo un posto sul mare per i 3 camper per la giornata di domani. Si parte dal Lido delle Conchiglie e si va a nord. La prima parte non mi piace,ma appena passato il promontorio c’è un’area alta sulla costa su un terreno sterrato/roccioso. Sono già posizionati numerosi camper. Si prosegue verso Santa Maria al Bagno che ha anche spiaggette di sabbia e tratti a basse scogliere. A S. Caterina si lascia il mare e si sale in collina tra le ville immerse nella pineta. Arrivati a Porto Selvaggio, segnalato tra i posti più belli della zona, si può arrivare al mare solo a piedi perché è area protetta, ma il parcheggio è lungo la strada e non certo per camper. Poco più avanti, dopo un grande parcheggio (ma lontano dal mare), bellissima la vista da Torre di Uluzzi. I turisti sono scesi molto in basso per i tuffi ed i bagni, ma il percorso è molto difficoltoso. La strada scende nuovamente sino al mare, ma con scogliera su costa bassa (vietato il campeggio), arrivando infine alla Torre di Sant’Isidoro (molto bella). E dato che anche qui era vietato il campeggio, dietro la torre c’erano 30 camper! Se devo essere sincera, questa parte di Puglia non mi ha entusiasmato, mentre la parte adriatica è molto più caratteristica. Vedremo domani! Non siamo tornati a Gallipoli immediatamente, ma abbiamo fatto una deviazione verso l’interno di 10 km. A Copertino che ha un grandioso castello del 1500 ed un ricco portale. Una bibita e poi a casa (in camper naturalmente!). Giovedì 19 agosto 2010 Partiti dal parcheggio camper di buon’ora, vogliamo arrivare a Punta Prosciutto (dopo Porto Cesareo) quando ancora la spiaggia è abbastanza libera. Siamo fortunati: appena entrati in questa lingua di terra, sulla destra, vicino al ristorante/pizzeria troviamo tre posti. I camper qui sono molti perché il posto è incantevole: non ci sono alberi, ma le rocce rendono l’acqua cristallina. Riposiamo tutto il giorno e godiamo di questo angolo stupendo. Pranziamo con tre porzioni di pesce fritto, acquistato al ristorante, ma per tutta la mattina sono arrivati gli ambulanti che vendono: brioches, pane,arancini di riso, parmigiana, mozzarelle, acqua… Non si muore di fame! Relax, relax! Venerdì 20 agosto 2010 Avanti sempre perché c’è molto da vedere e scoprire. Prima tappa Manduria: è una cittadina agricola famosa in tutto il mondo per il vino Primitivo, ma a noi interessava come antico centro messapico. Prendiamo una guida che ci accompagna nel vasto sito archeologico dove una triplice cinta di mura (v – III secolo a.c.) racchiude la vecchia città (per la maggior parte da scoprire) e molti sepolcri. Vediamo anche la fonte Pliniana consistente in una grotta al cui centro è una fonte, forse oggetto di culti sacri già in età pre-romana. Bella anche la cappella di S. Pietro Mandurino, una delle più significative testimonianze del periodo bizantino. Bellissima la strada verso Martina Franca, rasentando il Mare Piccolo di Taranto, dove si coltivano le cozze, vendute per strada ad 1 euro al kilo. Martina Franca è una graziosa cittadina di aspetto settecentesco sul più alto gradino delle Murge. E’ stata una vera scoperta nel camminare lungo le strade principali con edifici barocchi, il grandioso Palazzo Ducale, chiese e campanili. Una cittadina veramente gioiosa, tutta da scoprire. E lasciando la città per andare a Massafra, tutta la campagna ha ville splendide con i trulli. La maggior parte sono tutti inseriti in splendide ville mediterranee tra una vegetazione rigogliosa. Arrivati a Massafra prendiamo subito paura: non troviamo parcheggio e sbadatamente capitiamo in strade strette con auto parcheggiate spesso a destra e a sinistra. Alla fine sul Portolano troviamo un’area di sosta per camper La stella appena fuori SS Appia km. 633 e lì ci sistemiamo in buona posizione tra gli ulivi (costo € 10 con carico/scarico). Sabato 21 agosto 2010 Ieri sera avevamo telefonato al Comune di Massafra per avere stamane una guida: puntuale alle 9.30 si è dimostrata persona preparata. Ci ha accompagnato in un percorso ricco di suggestione che va dal Santuario della Madonna della Scala, alla Chiesa rupestre Madonna della Buona nuova con Cristo in trono, alla gravina che ospita tracce di presenza umana dal neolitico sino al XIV secolo . In precedenza abbiamo visitato la vecchia cittadina, posta in singolare posizione sulle due sponde di una profonda gravina, dove si trova uno dei più importanti complessi di cripte basiliane della Puglia. Questa Gravina di S. Marco, però, non l’abbiamo visitata. Abbiamo continuato il nostro percorso verso la Calabria, perché avevamo già concordato una visita a mio cugino Nico a Rocca Imperiale. Percorrendo la SS 106, abbiamo fatto una breve visita alle rovine di un tempio dorico con 15 colonne della fine del secolo VI a.c. Le tavole palatine e poi sosta a Metaponto Lido per il pranzo in mezzo a una pineta. Siamo arrivati a Rocca Imperiale marina e ci siamo posizionati sotto gli alberi vicino al mare (bella la posizione, bello il mare, caratteristici i sassi della spiaggia). Poi con un solo camper siamo saliti sino in cima al paese dove c’è la rocca aragonese e l’appartamento ristrutturato in tre livelli dì Nico e Franco. Ci hanno offerto sulla terrazza una cena stupenda e l’atmosfera, alla luce dei lampioni ottocenteschi, era incantevole. Tutto il paese è una bomboniera, con i saliscendi di scalette e le case antiche arrampicate come in un presepe. E’ stata come una festa a cui hanno partecipato tutti i fratelli di Franco (Esterina, Pina, Maria e Domenico, con i relativi coniugi) e l’amico vigile e signora. Franco, purtroppo il 16 agosto ha avuto un brutto incidente in moto, non si è rotto nulla, ma era pieno di dolori e tutto scorticato: sembrava preso sotto da uno schiacciasassi. Ciononostante si è dimostrato ospite perfetto. Domenica 22 agosto 2010 Ieri sera abbiamo mangiato e bevuto troppo, ma l’ospitalità che abbiamo ricevuto da Nico, Franco e tutta la famiglia è sempre stata, anche in precedenza, straordinaria. Siamo tornati dopo mezzanotte al camper in riva al mare con un finale in crescendo: vino bianco, vino rosso, Amaro del Capo, limoncello locale, limoncello fatto in casa, liquore di caffè… Abbiamo tutti bevuto un po’ sopra le righe, ma una volta ogni tanto… Avevamo invitato Nico e Franco al mattino a bere il caffè da noi al mare, ma nessuno dei due stava bene e allora siamo rimasti ancora rilassati in Marina: troppo bello! A metà pomeriggio siamo ripartiti per Matera. Bella la strada tra le colline, uscita Matera centro e parcheggio a 500 m. Dal centro storico in un bel parcheggio anche per camper a 5 euro per 24 ore: meglio di così! Oggi non sto bene, purtroppo ho un dolore persistente al collo, passerà! Assurta alla fama con Mel Gibson che l’ha voluta “protagonista” indiretta scegliendola come location per il suo film “La Passione di Cristo”, Matera è in realtà già da diversi anni patrimonio dell’umanità UNESCO per il suo rione dei Sassi costruzioni di epoca molto antica abitati fino agli anni Cinquanta e poi sgomberati perché considerati poco igienici. A dire il vero dopo un periodo di incuria i Sassi sono tornati a nuovo lustro e quindi molti stanno pensando di ritornare a viverci ovviamente muniti di tutti i comforts. L’abbiamo visitata nel momento più giusto: con il sole del pomeriggio, poi con il tramonto e infine con le luci da presepe della sera. I Sassi sono due quartieri, divisi da una collina su cui erge il Duomo: il Sasso Barisano è a imbuto, mentre il Sasso Caveoso vive guardando il torrente Gravina e l’orrido .Abbiamo girato a lungo tra i vicoli, andando a cena in un ristorante con soffitto a volta. Abbiamo goduto questo pomeriggio e la serata per questa città così suggestiva e dal fascino antico. Lunedì 23 agosto 2010 E via al nord! Prima sull’adriatica e poi in autostrada. Ho proposto per l’ultima serata insieme un posto che a noi era piaciuto molto nei primi giorni che gli amici non erano ancora arrivati: l’Abbadia di Fiastra, vicino a Macerata. E’ stata una bella tirata, dato il traffico, ma alla fine siamo arrivati in questa area idilliaca. Neppure farlo apposta c’era la luna piena e i cavalli bianchi al galoppo! Cena al ristorante dell’Abbazia (non è gestito dai monaci!) e a letto soddisfatti della giornata! Martedì 24 agosto 2010 Graziella propone di non tornare immediatamente a casa e di godere anche l’ultima giornata sul Delta del Po. Noi invece preferiamo tornare direttamente a Pordenone: io non sto bene. La vacanza è terminata e non ho rimpianti su nulla: ho potuto godere queste tre settimane di vacanza e torno a casa soddisfatta. Quello che arriverà dopo……. Alla prossima…. Statistiche: con il camper abbiamo percorso 2.800 km, con la moto 600 km. Solo per gasolio abbiamo speso 435 euro e 347 litri, con una media di 8 km. Con 1 litro.