Saigon – bon ma thuot – hoi an – hué – hanoi

Saigon – Bon Ma Thuot – Hoi An – Hué - Hanoi 06/05/2003 VIETNAM (breina.pe@libero.it) Ero da sola. Partenza il 14/03/2003, ritorno il 14/04/2003 Spesa approssimativa: per la sola permanenza io ho speso 1040 dollari, regali compresi, fotografie escluse. Quello che segue sono le e-mail via via inviate.23-mar Dunque gli internet...
Scritto da: Breina Pe
saigon - bon ma thuot - hoi an - hué - hanoi
Partenza il: 14/03/2003
Ritorno il: 14/04/2003
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Saigon – Bon Ma Thuot – Hoi An – Hué – Hanoi 06/05/2003 VIETNAM (breina.Pe@libero.It) Ero da sola.

Partenza il 14/03/2003, ritorno il 14/04/2003 Spesa approssimativa: per la sola permanenza io ho speso 1040 dollari, regali compresi, fotografie escluse.

Quello che segue sono le e-mail via via inviate.

23-mar Dunque gli internet point ci sono e sono molto numerosi, ma che funzionino è un altro discorso.

Ly era all’aeroporto, incredibile, con il mio nome scritto su un foglio di carta, e io non l’avevo neanche vista e mi ha beccato lei. Come abbia fatto a capire che ero io non lo so. E così io lei lo zaino grande lo zaino piccolo tutti insieme sul suo motorino dall’aeroporto all’albergo. Albergo ottimo, 12 dollari con colazione e cena, una ragazzina sveglissima e molto brava salvo qualche casino ogni tanto.

3 giorni sul delta del Mekong, un po’ turistico, e non mi hanno fatto vedere le grotte di Chau Doc accidenti, ma comunque da sola in 3 giorni difficilmente avrei potuto fare di più e meglio (per chi fosse interessato credo che il meglio sarebbe in moto con opportune fermate tra canali e floating markets). E tutti chi ti fanno ciaaaoooo con la manina e grandi sorrisi.

Poi Ly mi ha presentato una sua amica, Pham, per andare a Bon Ma Thuot a vedere le minoranze, it’s very easy to see them, ha detto la sua amica, e gli elefanti a Ban Don. Perfetto, ho pensato, cos’ vedo sia le minoranze che gli elefanti senza dover arrivare a Kon Tum. A Ban Don tutto ok, un’ora sull’elefante. Per le minoranze niente, dopo aver detto che era very easy, il giorno prima, il giorno dopo Pham ha detto che non era possibIle perché pericoloso per la mia sicurezza perché in quanto straniera la polizia avrebbe potuto arrestarmi. ???!!!??? Per farla breve ho pagato una cifra molto notevolissima, 45 dollari, per andare a vedere due villaggi, con guida e automobile che, dato l’orario, erano praticamente deserti essendo tutti gli abitanti a quell’ora al lavoro. Chiamasi bidone molto salato salatissimo. Sono giunta alla conclusione che le agenzie sono più affidabili. Per lo meno non succede che un giorno ti dicono che si può fare e il giorno dopo ti dicono che no non si può fare per problemi di sicurezza. Tra l’altro avendo il bagaglio a Saigon dovevo tornare per forza a Saigon e quindi, causa problemi di tempo, non risultava più possibile risalire di nuovo a Bon Ma Thuot per Kon Tum. Ovvero: minoranze degli altipiani centrali perse. Spero di riuscire a vederle al nord.

Così è stato con sollievo che sono tornata a Saigon, dove ho fatto un giro per la città accompagnata da un gentile saigonese. Stamattina dovevo andare a Cu Chi e al big Caodai Temple, ma quelli dell’agenzia di viaggio hanno dormito in piedi e si erano dimenticati di scrivere il mio nome sulla lista, così ci dovrei andare domani. Speriamo. Spero molto moltissimo perché il 25 mattina ho l’aereo per Danang.

Cioè praticamente. Per ora questo è tutto. Un bacione a tutti. Non so cosa mi avete scritto perché questo coso non va neanche a spingerlo.

Ciao

30-mar Hué. Sono arrivata oggi pomeriggio in autobus da Hoi An. Finalmente ho visto un paesaggio bellissimo. Era ora. Dal passo non ricordo come si chiama tra Danang e Hué. Giù in basso il mare, le risaie a poche centinaia di metri dal mare, e intorno le montagne, tutte verdi. Purtroppo il bus non si è fermato e quindi non ho potuto fare foto. L’autista era piuttosto sprint. Lo sapete che in Vietnam in montagna si sorpassa anche in curva? Hoi An è carina però è una cosa un po’ strana, tra il Vietnam Rimini ed Assisi. E tanta troppa gente che ti vuole vendere tutto. Mi sono un po’ stufata di tutto questo compra compra compra.

La cosa più bella che ho visto in questi giorni è stato il museo cham di Danang. Ci sono dei pezzi davvero magnifici. Il museo è composto da tre sale, sprovviste di muri esterni. ???!!!?? Fa un po’ effetto vedere opere così preziose non protette nemmeno da un muro di mattoni. Una fanciulla a Hoi An mi ha detto che alcuni anni fa hanno rubato delle statue cham al museo. Eh beh figliola almeno mettici un muro intorno.

Nel sito cham di My Son invece gli americani hanno tirato giù,con le bombe, il tempio più bello che era rimasto in piedi, tra l’altro l’unico che era provvisto di 2 entrate (una a est e una a ovest).

Poi sono stata a My Lai, quel posto dove gli americani un bel mattino del 1968, marzo mi sembra, sono impazziti e hanno fatto fuori un villaggio intero, uomini donne bambini, 504 persone, perché nel villaggio si nascondevano alcuni vietcong. Tra le foto del museo quella molto famosa del volto di una donna con la canna di un’arma puntata alla tempia. Ho chiesto alla guida se era sopravvissuta o se era morta. No, ha detto la guida, è morta.

Ohpperbacco dimenticavo. Al museo cham mi sono imbattuta nel signor Louis, citato dalla Lonely Planet, simpatico e vivace pensionato (vietnamita) che fa da guida ai turisti, parla bene il francese e un po’ l’inglese, chiede 20.000 dong a persona e porta in tasca una busta di caramelle, perché ogni tanto fa delle domande ai turisti che lo hanno preso come guida, e se l’interpellato risponde bene il signor Louis gli dà una caramella. A me ne ha date tre. Una volta finito il tour mi ha detto “Je veux vous donner une autre chose” ?????!!!!???? Chemivuoidarenonno????? Mi ha preso la mano e mi ha detto “I vostri occhi sono bellissimi e il vostro sorriso è bellissimo vorrei fare tutto il possibile per rendere bello il vostro soggiorno in Vietnam”, poi mi ha baciato la mano e con voce tremolante ha aggiunto “Et je doit dire … Que je vous aime”. A quel punto non sapendo bene prevedere come e dove la faccenda avrebbe potuto volgere, ricordando il saggio de andrè quando cantava “Forse è meglio che io vada”, ho detto “Je doit vous laisser” e lesta lesta mi sono ripresa la manina, molto onorata comunque di avere ricevuto la mia brava dichiarazione qui in terra d’oriente. Là. Adesso posso anche tornare a casa (a occhio e croce il signor Louis sta intorno ai 65-70 e mi arriva circa alla spalla. Si vede che pensava di arrampicarsi bene.) A Hoi An invece non ho resistito alla tentazione di farmi fare un vestito. Solo che mi hanno fatto i pantaloni un po’ stretti, e, non ci crederete mai, ma la fanciulla ha detto che i pantaloni entrano un po’ a fatica perché io ho i fianchi grandi la vita piccola e il sedere grosso!!!! Quindi guai al prossimo che mi dice che sono magra. E poi ha aggiunto, lei che è uno scricciolino scriccioletto, “You know, I’ve got the same problem”. Ma dove???!!!! Ieri sera ho deciso di provare a mangiare per strada. Che era un po’ che sberluccicavo e così mi sono decisa. Però ho osato troppo. Perché ho ricevuto una scodella di zuppa con dentro del riso che era forse tutto il giorno che stava bollendo ohmammina e dentro qualche pezzo di gallina, il tutto con un sapore un po’ così e poco pulito. Ho mangiato solo i pezzi di carne. A mangiare il resto non ce l’ho fatta. 5.000 dong. Dopo un po’ mi sono imbattuta in una altro banchetto, che decisamente aveva l’aria più pulita, e infatti lì è andata molto meglio, ho mangiato tutto, riso con qualche pezzetto di pollo e un ovetto. 5.000 dong. (per il cambio: 15.400 dong = 1 dollaro). Per fortuna non si è verificato nessun rovescio di stomaco e pancino.

Beh. Ho finito le novità. Quindi vi mando tanti baci e tanti saluti.

Ciaooooo!!!!!!!

01-apr Oggi ho fatto un bel giretto in moto dalle 8.30 a.M. Alle 4.00 p.M. (nel senso che io stavo dietro e chi guidava era il fratello di Thu, vedi Lonely Planet alle pagine di Hué) e grazie al bellissimo berretto vietnamita che ho comprato per 20.000 dong (prezzo inizialmente richiesto 50.000) ho evitato di prendere un’insolazione. Dunque: pagoda di Thien Mu, quella dove viene conservata la Austin utilizzata dal monaco Thich Quang Duc per andare a Saigon, anno 1963, dove si immolò in segno di protesta contro il regime di Diem (you remember vero la foto del monaco seduto a gambe incrociate che sta bruciando?). La pagoda di Thien Mu mi è piaciuta un sacco. Ci sarei stata tutto il giorno. Poi altri luoghi, ponte giapponese, pagoda con monaci che stavano pregando, cima di una collina con vista sul Fiume dei Profumi, Giac Lam, tomba Imperiale (quella rimasta più integra e quindi più interessante), un’altra tomba imperiale, il tutto per le stradine di campagna tra risaie a perdita d’occhio con ogni tanto un contadino un bufalo qualche mercato con tanta frutta la strada ogni tanto un po’ bumping un caldo della madonna e meno male che avevo il berretto un sacco di cimici nella tomba imperiale che qui sono diverse molto colorate sull’arancione ma puzzano uguale e all’orizzonte le montagne, ogni tanto il fiume di fianco. Eh beh questo giretto è stato proprio bello assai. Mentre stavamo salendo sulla collina mi sono chiesta: e se adesso si ferma e mi dice dammi tutti i tuoi soldi e mi molla in cima alla collina io che cazzo faccio? Ma il timore era, fortunatamente, infondato.

Ieri invece la cittadella (area dove risiedeva l’imperatore), comprendente diversi edifici. Una coppia francese mi aveva detto che se uno aveva già visto la città proibita di Pechino, allora dalla cittadella di Hué sarebbe stato piuttosto deludente. Ma si sa. Ai francesi piace solo Parigi. E io per fortuna la città proibita di Pechino non l’ho ancora vista e quindi nella cittadella di Hué ho passato allegramente diverse ore, pur rammaricandomi che della città proibita sia rimasto solo il nome (e se non sbaglio l’hanno tirata giù gli americani durante l’ultima guerra del Vietnam), e pur facendo la sauna sotto il sole rimbambente.

Ieri mattina appena dico appena sono uscita dall’albergo mi si sono infilati dietro in due hello madame motorbike cyclo!!!??? T’ho detto di no che voglio andare a piedi!!!!!! Ohggesu’. E poi al pomeriggio quando sono uscita dalla cittadella un’altro che a tutti i costi voleva farmi fare un giro di un’ora sul cyclo e ha anche aspettato quasi un’ora che uscissi dal museo t’ho detto che vado a piedi!!! Dopo un quarto d’ora c’ha mollato brontolando in vietnamita. E non voglio sapere cos’ha detto.

Domattina se sento la sveglia salgo sul bus che va alla DMZ (demilitarized zone, guerra del Vietnam), partenza 06.00 a.M.

See you!!!!! Ps per tutti: quando manifestate per la pace manifestate anche per me. Qui in Vietnam sono tutti contrari, perché essendo che hanno finito da poco, anche se loro dicono che per loro 25 anni sono un long time, se la ricordano ancora bene, e quindi sono contrari a qualsiasi tipo di guerra.

06-apr Veramente anche io e la mia recente conoscenza canadese siamo un po’ molto preoccupate e ci caghiamo un po’ leggermente sotto al pensiero della SARS. L’unica cosa che ci auguriamo è di prenderla possibilmente l’ultimo giorno così da riuscire a tornare a casa.

Certo che tra malaria e SARS … Ch’aggìàdicere???? Dunque mi sembra che eravamo rimasti a Hué. Beh, sono poi andata a vedere la DMZ, zona demilitarizzata, teatro di diverse battaglie durante la guerra del Vietnam. Ora non si vede praticamente nulla perché è tutto verde (a proposito, questa è la stagione è secca, però è tutto verde), comunque è stato interesting anyway. E poi il paesaggio, lungo la statale non so quale che va verso il Laos, molto bello.

Lo sapete che in Vietnam le autostrade passano in mezzo ai centri abitati e che comunque nella corsia di emergenza transitano biciclette e motorini, e non sempre ai lati? E poi sapete dove talvolta viene steso il riso ad asciugare al sole? Ai bordi delle strade, ma non sempre tanto ai bordi, tant’è che io ci sono passata spesso sopra con le ruote del bus o del minibus su cui stavo.

Oppure quello che sono capaci di portare gli autisti di risciò, o cyclo. A volte è incredibile. Comunque ci portano di tutto.

Qui ad Hanoi sono andata a vedere la Pagoda dei Profumi. Beh questa è stata una delle cose che più mi è piaciuta finora. Dopo due ore di bus si prende una barca (e che barca!!!!) Per un’ora abbondante, poi si scende e si comincia a salire su per un sentiero con gradini di pietra verso i diversi santuari e pagode di cui alcuni in alcune grotte. La Grotta dei Profumi si chiama così perché il monaco che la scoprì circa 1000 anni or sono la trovò in mezzo alla giungla tutta verde e piena di fiori, sicché il luogo risultava profumato, e da qui il nome del luogo. L’atmosfera era davvero bella, alcuni pellegrini si fermano a dormire nelle grotte, E davvero sarebbe stato bello poter fare la gita con più calma, anche eventualmente fermandosi a dormire. È stata una delle cose che finora mi hanno colpito di più. Il paesaggio mentre ci si avvicinava in barca molto bellissimo assai. Con le anatre e i fiori l’erba e l’acqua e le barche spesso portate da donne che sorridono tutto in mezzo alle montagne che sembrano sorgere direttamente dal fiume all’orizzonte. Nella nostra barchetta entrava l’acqua e abbiamo dovuto fermarci in mezzo al fiume per ributtarla nel fiume, ma per fortuna non è successo nulla e sono qui che sto scrivendo.

Al ritorno una mucca che cercava di rubare un fascio di verdure che una ragazza teneva sotto il braccio, un branco di anatre con il guardiano delle anatre che le sorvegliava, un altro branco di anatre in fila per tre perché una parte del canale era occupata, sempre con il guardiano che sorvegliava.

Oggi invece sono andata a vedere Ho Chi Minh, attualmente imbalsamato dentro il suo mausoleo, molto in forma, poi il museo di Ho Chi Minh, interessante. Stavo per guardare anche il cambio della guardia ma non è stato possibile perché bisognava continuare a camminare. Questi Vietnamiti sono molto miti ma quando si intestardiscono è un casino. L’unica tattica possibile è dargli ragione e se possibile schivare l’ostacolo.

I Vietnamiti. Dal secondo giorno ho cominciato a pensare che sono come il bambù. Flessibili come un giunco, resistenti come l’acciaio, duri come la pietra. Non mi meraviglia che abbiamo vinto la guerra. Prendi le gallerie di Cu Chi. Un uomo piccolo come un vietnamita ci può passare in un cunicolo di 40 cm per 80 di altezza. Ma posso immaginare il terrore di un americano in un buco del genere, magari durante la stagione delle piogge con il fango.

A Hué sono andata a fare un giro a piedi per cercare alcune pagode, che erano più lontano di quanto sembrasse dalla cartina, e c’era un sole bestiale, e davvero ho dovuto sedermi per una decina di minuti all’ombra di un monastero perché mancava poco che mi sentissi male. Dopo un po’ mi sono rimessa a camminare e di fianco a me nel canale è passata una barchetta con sopra un vietnamita che sotto il sole con il suo cappello conico in testa stava remando con una gamba distesa e una gamba piegata mentre io mancava poco che schiattassi, non facendo niente se non camminare.

Oppure prova a pensare cosa dev’essere spingere un risciò in salita con due persone sopra sotto il sole cocente.

Ieri sera il water puppet show (spettacolo delle marionette sull’acqua). Molto carino.

Domani vado ad Halong, sperando di trovare un tempo non dico bello ma almeno decente. Mi aspettano 6 giorni molto pieni e nel caso non riesca a scrivervi, fate gli scongiuri per la polmonite asiatica che almeno io non la prenda prima dell’ultimo giorno!!!!!! Thankssss!!!! Qui al mattino si viene dolcemente svegliati da una sorta di karaoke uscente da un tot di altoparlanti appesi ad alcuni angoli di strada.

Comunque l’Asia bisogna vederla. Non si riesce a descriverla. Come l’India. Una umanità pullulante e per le strade ogni cosa, con condizioni terribili e una tenacia eccezionale. I primi giorni guardare fuori dal finestrino di un autobus era per me come essere al cinema.

Ciao!!!!

08-apr Forse sarà perché voi avete la neve che io ho avuto cielo coperto no sun at all ad Halong. Peccato. Comunque la baia di Halong è molto bellissima assai anche se essendo nuvolo e coperto la visibilità era un po’ ridotta e il mare non proprio verde smeraldo come è scritto sulla guida.

La grotta di … Non ricordo il nome … Era comunque uno spettacolo con stalattiti e stalagmiti animali feroci elefanti funghi e coppie primeve.

Dopo un po’ di casino perché io avevo prenotato per dormire sulla barca poi il ragazzo dell’albergo ha detto “You won’t sleep on the boot” “Why?” e lui ha anche risposto ma non ho capito (sai com’è l’inglese vietnamita è a volte un po’ problematico, c’era quello di Bon Ma Thout che diceva sempre tin tin tin e io non capivo un cavolo), poi invece la guida ha detto che sì, avendo prenotato per la barca potevo dormire sulla barca, Insomma è andata a finire che ho dormito sulla barca ormeggiata dentro!!!! La baia di Halong, e non attaccata al porto, ma in mezzo al mare, tra un faraglione e l’altro!!!!, e siccome il ragazzo della barca non trovava il posto per me che era tutto occupato è andata a finire che invece di dormire in basso ho dormito in alto dove dormiva anche l’equipaggio. Che culo. Un po’ umido ma con due coperte ho dormito benissimo. Sveglia alle 06.30, ci si poteva praticamente solo lavare la faccia perché la doccia in teoria c’era ma non veniva giù niente. Comunque è stato very nice lo stesso.

In attesa dell’ora di andare a dormire ho insegnato Macchiavelli a una coppia australiana e alla mia attuale temporanea compagna di viaggio canadese. E così ci abbiamo giocato un’oretta, pur se con un mazzo solo. Poi sulla barca c’era un ragazzo giapponese che si è messo a suonare la chitarra e a cantare, alternando pezzi di rock a canzoni giapponesi.

Stasera ho cenato per strada, avendo trovato un banchetto che faceva la zuppa con le tagliatelle di riso e aveva l’aria pulita. E poi aveva anche le zampe di gallina. I due gestori parlavano solo vietnamita. A un certo punto ho chiesto alla fanciulla 3 volte se potevo prendere una zampa di gallina. Lei diceva di sì con la testa ma continuava a fare altre cose. Allora mi sono stufata, ho preso la zampa e le ho chiesto a testi se mi poteva tagliare le unghie (della zampa della gallina), beh allora capisci o no?, ha capito, e io finalmente ho avuto la mia zampa. La mia temporanea compagna di viaggio, canadese e vegetariana, nel frattempo si era seduta a guardare perché, ha detto, essendo vegetariana non sapeva cosa mangiare. Secondo me in realtà non si fidava nel banchetto. Mi ha guardato allibita prendere la zampa di gallina. Perché lei non sa che l’ultima volta che io ho mangiato una zampa di gallina è stato quando ero piccola che allora le galline erano quelle del cortile e non quelle d’allevamento e quindi le zampette si potevano mangiare ed erano buonissime. Anche quella di stasera lo era. Però era un po’ troppo cicciotta. La prossima volta ne prendo una più magra che sono più saporite.

Qui sta piovendo. Accidenti. Domani vado a Mai Chau, e dopodomani a Sapa, temo tanto di trovare un tempo di cacca. Proprio davvero peccato. Voi mi raccomando fate sempre gli scongiuri per io, che non fanno mai male e mal che vada non servono a niente.

Oggi sulla barca c’era una ragazza che vendeva le perle (nella baia di Halong ci sono allevamenti di perle ohhpardon di ostriche per le perle) che tossiva, e io e una signora cilena ci guardavamo (per via della SARS), ch’amm’àfà????, e lei che diceva “The girl is coughing. Too much”. Boh. Io speriamo che me la cavo.

Scongiurate fanciulle, scongiurate please, se non va a finire che i vuker chissà per quanto vi resteranno depositati in loco.

A proposito. Una coppia tedesca, che non ditelo a nessuno ma mi aveva detto di non venire ad Hanoi perché era dangerous (e come faccio a non andarci che ho l’aereo che parte proprio da lì), mi ha parlato di periodi di quarantena in aeroporto. Dunque, non so se sia vero o se sia una stupidaggine, e la cosa mi preoccupa anche, comunque nel caso in cui davvero dovessero fermarmi in aeroporto per mettermi in quarantena (non sto scherzando) vi telefonerò al più presto per comunicarvelo.

See you!!!!!! (e speriamo tanto nelle date previste)

10-apr Hi! Dunque ieri mattina sono partita per Mai Chau, che tutte le volte che parto per una escursione e vengono a prendermi alle 7.15 e la colazione è al più presto alle sette meno un quarto e io che non sono capace di mangiare in fretta devo strafogarmi con le solite due uova, che due uvi ci vogliono per tenersi su, pane e formaggino (by the way, l’unico formaggio che si trova in Vietnam è il tofu, per il resto si trova il formaggino mio, giuro, quello in spicchi triangolari) e poi ognuno ha il suo metabolismo e dopo devo anche andare in bagno insomma ogni volta è un sofferente tour de force.

Comunque. Sono partita per Mai Chau. Eravamo solo in 5 sul minibus. Che bello. Era nuvolo e molto misty (foschia) ed era un gran peccato perché il paesaggio sembrava notevole, e a Mai Chau dovevamo arrivare circa dopo 3 ore dalla partenza. Solo che si erano dimenticati di dirci che essendo la strada in corso di allargamento, a un certo punto avremmo dovuto fermarci per aspettare che facessero esplodere le varie mine preparate. E così è stato. Il minibus si è fermato, noi siamo scesi, siamo andati a cercare un bagno, abbiamo mangiato un chilo di canna di zucchero, dopo due ore ci siamo mossi, dopo un’ora, pericolo di slittamento e impantamento compreso, ce l’abbiamo fatta, alle 3.20 p.M. Siamo arrivati a Mai Chau, dopo essere partiti da Hanoi alle 08.00, il tutto per percorrere la bellezza di 136 km. Ostrega.

Comunque siamo andati a vedere un villaggio tai, e dopo abbiamo dormito in una casa rong, quelle tutte di legno costruite su palafitte (basse, un paio di metri), un po’ duretto ma si è dormito bene. Ci hanno anche dato la zanzariera.

Dimenticavo, prima di dormire spettacolino di danze e canti, con obbligatorio coinvolgimento del pubblico nella danza con i bastoni (quella che se non ti sgaggi ti rimane la caviglia tra un bastone e l’altro). In teoria stamattina avremmo potuto fare la doccia, cosa che nessuno ha fatto, date le sembianze dell’abitacolo e l’acqua fredda. Si vede che siamo propri dei borghesetti piccoli piccoli.

Altro villaggio tai, poi partenza.

Stavolta non c’era foschia, e il paesaggio era magnifico. Mai Chau è in una valle tra le montagne, non molto alte, tutto verde nonostante la stagione secca, con le risaie tra alberi e palme, e ogni tanto formazione di limestones (calcare?), che in questa zona sono dappertutto, ad Halong, Hoa Lu e si vede anche in montagna. Davvero bello. Mentre stavamo camminando verso il villaggio tai è uscita una donna dalla risaia, perché di solito vedi le persone chine in mezzo alla risaia, vedi che c’è l’acqua, e non sai se hanno gli stivali o no. No. Non ce li aveva. Non aveva né stivali né ciabatte ne niente. Era scalza con i pantaloni arrotolati fino al ginocchio e le gambe coperte di fango fino appunto alle ginocchia. Non so se mi spiego.

Ho chiesto alla guida se ci sono dei serpenti nelle risaie, perché nello spettacolo delle marionette sull’acqua, originariamente creati dai contadini, in una delle storie raccontate c’era un serpente che correva dietro a un pescatore-contadino. Quindi, essendo lo spettacolo tratto dalla tradizione, secondo me nelle risaie qualche bestiolina si trova. La guida ha detto che se ne trovano raramente, una volta di più, ma adesso sono più rari perché, a forza di dargli la caccia per venderli arrosto al ristorante sono calati notevolmente di numero (è un dish molto caro. Io ve lo lascio. Cagnolini compresi. A proposito. Mentre stavamo andando a Mai Chau abbiamo superato uno scooter che portava una gabbia piena di cani letteralmente stipati dentro la gabbia stessa, e tutti abbiamo pensato che i cani fossero destinati a qualche ristorante) Al ritorno sorpresa. Ci siamo dovuti fermare un’altra volta. Anche per la guida era una novità. E abbiamo dovuto aspettare un’altra ora abbondante. Questa volta due gru stavano spalando la terra. Niente venditrici di canna da zucchero stavolta. Io però l’avevo comprata prima.

Sosta pranzo. Nella zuppa c’era una mosca, il manzo aveva un bell’aspetto ma era freddo, e le cose fredde si sa possono celare pessime sorprese per l’apparato stomaco-pancia, ho dato una pulita al mio bicchiere e il mio tovagliolino è risultato coperto di una patina rossastra. Insomma abbiamo mangiato pochetto. E speriamo di non aver preso il caghetto.

Stasera mi vengono a prendere per andare a prendere il treno per Sapa. Sono molto preoccupata perché mi hanno detto che è pieno di scarafaggi.

Fate gli scongiuri!!!!!!!!! Thankkksssss!!!!!!!!!!!!!!!! Ciao

13-apr Dunque, sono qui che mi sto prendendo un break che c’è un sole della madonna e anche se stamattina ho fatto colazione con le solite due uova che cominciano a uscirmi dalle orecchie mi sento un po’ spapellatina perché fa proprio caldo.

Allora: a\r by train da Sapa: urrahhh!!!! Neanche uno scarafaggio. Solo 3 bestioline che un norvegese ha prontamente spiaccicato con lo scarpone. Meno male. Perché a dir la verità mi cagavo un po’ molto leggermente sotto a dormire insieme agli scarafaggi.

Sapa è molto bella, a 1600 m circa, tra montagne verdi e risaie di montagna. Le risaie di montagna si trovano dentro a terrazze scavate appunto nella montagna, ogni piccola risaia circondata da un muretto di fango con in mezzo un buco per far passare l’acqua, così tutte le piccole risaie vengono irrigate a cascata dalla fonte originaria di acqua, che si suppone essere in alto. A Sapa, e a questa altitudine in generale, riescono a fare un solo raccolto di riso all’anno, perché c’è sì acqua ma meno sole che al sud, dove di raccolti all’anno ne fanno 3, in qualche regione del Mekong anche 4 mi hanno detto. Quindi nelle montagne sono più poveri. E vi garantisco che si fanno un culo della madonna, perché tutto viene fatto a mano. L’unica cosa che fanno i bufali è arare le risaie.

Il primo giorno abbiamo fatto un breve trek (trek … Camminata) ed era bello.

A un certo punto ci siamo fermati a visitare la casa di una delle minoranze. La casa è una capanna dove il pavimento è costituito dalla terra, terra battuta e basta, e si dorme al primo piano. Mentre la guida parlava c’era un bimbo di 2 anni, sono certa dell’età perché lo abbiamo chiesto, che con un piccolo machete stava tagliando a striscioline un bastone di legno. Non so se mi spiego.

Ci hanno detto che i maschi fin da piccoli imparano a lavorare il legno (per costruire poi la casa), e le femmine a tessere (per confezionare i vestiti). Tra le assi che costituivano la parete della capanna passava molto bene l’aria. Abbiamo chiesto come fanno d’inverno, che secondo me c’è un freddo cane, la guida ha detto che riempiono le (notevoli) fessure con fango e poi accendono il fuoco. Tal cred.

Il secondo giorno era sabato, e c’era il mercato, e però c’era anche in programma un secondo trek, più lungo e più bello, allora abbiamo scelto il trek (per entrambi con c’era abbastanza tempo). È stato molto bello. Il paesaggio come sopra. Passando tra le case (= capanne) delle minoranze. E camminando sui muretti di fango che separano una piccola risaia dall’altra. Avendo io la fobia del vuoto e soffrendo nu poco di vertigini in una sono stata davvero in difficoltà perché il muretto era stretto e sia a destra che a sinistra c’era l’acqua della risaia. Non che se uno cade in una risaia possa annegare suppongo, perché ci sarà neanche un metro d’acqua, era solo che avevo in mano la macchina fotografica, l’altro obiettivo e il marsupio nello zaino, e tutti i soldi nella tasca di sicurezza della pancia. Sai com’è. Se rimango senza soldi quelli dell’albergo smettono di colpo di essere gentili.

Poi dopo un po’ di nuovo, sul muretto passava l’acqua e io non mi fidavo. Ho chiamato la guida. Lui ha detto “Salta”. Col cazzo. Tu sei la guida e adesso mi vieni a prendere. E così è stato. È tornato indietro, mi ha dato la manina, sulla quale io ho graziosamente posato la mia, e così ostacolo superato. Ci salti poi te su e giù per le risaie. Comunque è stato bello assai. Al ritorno la guida si è messa ad andare sparata, alle 3 meno un quarto siamo arrivato al posto dove ci doveva essere la jeep che doveva riportarci a Sapa, e bisognava fare prestino perché da Sapa dovevamo tornare a Lao Cai per prendere il treno, che c’è una volta al giorno, e quindi non bisognava perderlo. Dopo mezz’ora di attesa ancora niente jeep, quindi ci siamo avviati a piedi, e a un certo punto la guida si è messa a fermare le motociclette, che uno per uno ci hanno così riportato in albergo. Il mio autista andava fortino, un notevole sballottamento di budella, poi tendeva a stare sul ciglio della strada dalla parte del burrone, invece di guardare la strada guardava la vallata, e non capisco perché dato che il turista ero io e non lui, poi si è dato una scaccolatina al naso, poi non so com’è andata a finire perché ero più interessata alla tenuta di strada che alla caccola.

In albergo abbiamo saputo che mentre noi aspettavamo la jeep in alto, la jeep stava aspettando noi in basso. Great! Ma la cosa più bella di Sapa sono state per me le bimbe degli H’mong Neri che nel loro costume tradizionale, nero con ricami colorati, vendono coperte cuscini orecchini bracciali oggettini. Età fra i 6 e i 15 anni circa. Vanno in giro da sole o in gruppetti, sempre tutte bimbe, e all’inizio ti rompono anche notevolmente le balle, perché non fai in tempo a uscire da qualsiasi porta che “Buy from me buy from me”. Poi dopo un po’ quando cominci a smettere di essere disorientato e riesci a dire di no in modo che loro capiscono che è inutile insistere e cominciano a lasciarti in pace, tu cominci a vedere H’mong Neri dappertutto, adulti bambini maschi e femmine, e sono davvero belli. Ieri mattina sulle scale dell’albergo di fianco a quello dove stavamo noi c’era un gruppetto di bimbe degli H’mong Neri che si stavano spidocchiando. Siccome erano troppo carine sono andate a sedere sulla scala anch’io, Cos’ ho salutato Elizabeao, 8 anni, con la quale avevo chiacchierato un po’ il giorno prima (Elizabeao dice che va a scuola, ma secondo me non è vero, abita a 7 km da Sapa, vende quanto detto sopra, ha imparato l’inglese dai turisti, e come tutte le altre bimbe sue coetanee è davvero sveglia e intelligente), e lei ha detto “Yesterday io e te abbiamo parlato su questo gradino”. “Eh già”. Un’altra bimba ha controllato se era il caso di spidocchiare anche me, e siccome ero tra tutte queste bimbe può darsi che tra i vari souvenirs mi porti a casa anche qualche pidocchio. Ma don’t worry stelline, anche eco stia tranquilla, per quante bestioline possa eventualmente ospitare, che lo scalone della formazione è lungo, e avremo tutto lo spazio necessario per spidocchiarci a vicenda. Che tra l’altro pare essere un’operazione che rafforza notevolmente i legami di gruppo. Un’altra bimba mi faceva gli scherzini, tipo ma cos’hai sulla maglietta e poi ti da un buffetto sul naso, e le altre bimbe hi hi hi. Insomma è stato proprio carino.

E così, oggi è il mio ultimo giorno interno ad Hanoi. Se quelli dell’albergo hanno davvero riconfermato il volo come hanno giurato di aver fatto, e dovrebbero averlo fatto per 3 volte, domani alle 13.30 patirò, by plane si capisce, per Kuala Lumpur. E se i voli sono davvero riconfermati e se non comincerò a mostrare sintomi di SARS e se non mi tratteranno in quarantena ci vedremo mercoledì.

Adesso vado a vedere se devo davvero schiattare sotto il sole.

See you!!!!!!!!!!!!!!



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