S.Francisco – giro Parchi – Los Angeles

Il viaggio descritto nelle pagine seguenti e’ assai lungo in termini di miglia, molto automobilistico e con poco spazio per escursioni. A coloro i quali interessasse quest’ultimo aspetto il consiglio e’ di evitare il tragitto verso Yellowstone e di distribuire meglio le giornate nelle restanti localita’. VENERDI’ 7 AGOSTO 2009 Milano...
Scritto da: santa1973
s.francisco - giro parchi - los angeles
Partenza il: 07/08/2009
Ritorno il: 26/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Il viaggio descritto nelle pagine seguenti e’ assai lungo in termini di miglia, molto automobilistico e con poco spazio per escursioni. A coloro i quali interessasse quest’ultimo aspetto il consiglio e’ di evitare il tragitto verso Yellowstone e di distribuire meglio le giornate nelle restanti localita’.

VENERDI’ 7 AGOSTO 2009 Milano – Londra – San Francisco (Miglia guidate: 18) La sveglia suona alle 4.30 ed alle 6 siamo gia’ alla Malpensa davanti al banco della British Airways per un check-in che si rivelera’ alquanto lento e snervante. Il volo Milano – Londra delle 7.55 decolla in perfetto orario e pure la partenza per San Francisco delle 11.35 rispetta i tempi previsti. Atterraggio come da copione alle 14.25, pratica immigrazione superata celermente e persino il ritiro bagagli e’ veloce nonostante il transito dal famigerato Terminal 5 di Heathrow.

Davanti al banco della Hertz la coda sembra quella dell’esodo estivo sulle nostre autostrade e cosi’ perdiamo un’ora prima che ci venga consegnata la VW Jetta 2.5 prenotata in Italia. Una ventina di miglia sulla 101 ed eccoci a San Francisco, con grande impatto emotivo per chi come me e’ cresciuto con la serie TV interpretata nella citta’ californiana da un giovanissimo Michael Douglas e da Karl Malden.

In Geary St. Troviamo l’hotel Handlery Union Square che ci ospitera’ per due notti e che chiede una cifra non banale per il parcheggio della vettura. Proviamo a cercare alternative ma in centro i prezzi non si discostano di molto e verifichiamo di persona che i poliziotti non transigono.

Dopo un breve riposo usciamo per cena ma tra stanchezza, fuso, vento freddo apparso all’improvviso, ci limitiamo ad un burger presso l’albergo prima di coricarci.

SABATO 8 AGOSTO 2009 San Francisco Una corretta gestione del sonno durante il viaggio ci consente di svegliarci ad orari statunitensi ed alle 8.30 siamo alla concierge dell’hotel con l’obiettivo di prenotare un “sightseeing” addocchiato la sera precedente. Alle 9.30 ci troviamo davanti al Pier 43 ½ pronti per 210 minuti di tour di San Francisco che, personalmente, credevo piu’ estesa e con un numero maggiore di abitanti.

Il giro prevede quattro soste e due di esse sono particolarmente significative: la prima e’ sulla vetta del Twin Peaks per la foto panoramica della citta’, la seconda e’ nei pressi del Golden Gate immerso nella nebbia nello stesso istante in cui S.Francisco non ha una nuvola in cielo.

Veloce pranzo, un po’ di shopping a prezzi vantaggiosi in Union Square e poi di nuovo al Pier 43 ½ per il giro in barca nella Bay. Una piacevolissima ora nel corso della quale oltrepassiamo il Golden Gate, questa volta assolato, sfioriamo lo storico penitenziario di Alcatraz e vediamo la citta’ da una diversa prospettiva.

Torniamo stanchi in hotel, ci dotiamo di scorte d’acqua per i giorni successivi, ceniamo non distanti dall’hotel e ci prepariamo per l’inizio della vera maratona automobilistica.

DOMENICA 9 AGOSTO 2009 San Francisco – Yosemite National Park (Miglia guidate: 285) La sveglia biologica suona intorno alle 5.30 ed alle 6.45 ci congediamo da un’assonnata San Francisco via Bay Bridge raggiungendo Yosemite dopo circa 300km e 4 ore. All’iniziale autostrada fanno infatti seguito strade zeppe di dossi con limite di 45Mph ed attraversamento paesini da 20Mph: piu’ di una volta ci capita di vedere vetture della polizia semi-nascoste in attesa di fermare chi corre troppo ed in un caso il poliziotto di turno ha la portiera dell’auto aperta e il fucile in mano pronto all’inseguimento di qualche malcapitato.

Ad assistere a queste scene viene in mente il telefilm a stelle e strisce Hazzard con gli sciagurati agenti Roscoe P. Coltrane ed Enos.

Giunti al parco acquistiamo il pass da 80$ (vale un anno, si riferisce all’ingresso dell’auto e consente l’accesso a tutti i parchi nazionali) e dando retta ai consigli delle guide puntiamo subito alle raggiungibili Lower Falls che pero’ sono quasi in secca per via del gran caldo, prima di andare a caccia di orsi insieme ad una ranger. Il risultato e’ negativo pero’ scopriamo tanti aneddoti relativi a questi animali che generano un misto di paura e tenerezza.

A meta’ pomeriggio passiamo da Tunnel View da cui si puo’ scorgere un panorama del parco niente male e proseguiamo fino a Glacier Point con ampie vedute sulle principali vette e cascate della zona. Sul far della sera usciamo da Yosemite e ci fermiamo al Cedar Lodge di El Portal dove una cena tipicamente US in un locale che ricorda parecchio i saloni oratoriani e’ il preludio alla terza notte americana. In tutta sincerita’ Yosemite non ci e’ piaciuto ma non abbiamo capito se la colpa sia imputabile alla stagione poco propizia oppure se il parco si porta appresso aspettative superiori a quanto realmente offre. LUNEDI’ 10 AGOSTO 2009 Yosemite – Death Valley (Miglia guidate: 342) Partenza alle 9 dal Cedar Lodge, primo rifornimento di carburante a prezzi che in Italia ci sognamo e di nuovo dentro Yosemite in direzione nord-est fino a raggiungere Tuolomne Meadows, grande prato subalpino a 2600m d’altitudine. Lungo il tragitto ci fermiamo in alcuni “point view” davvero meritevoli che consigliamo (Olmsted Point, Tenaya Lake, Ellery Lake a 3000m).

Fuori dal parco prendiamo l’autostrada US395 in direzione sud sostando per pranzo in un McDonald’s di Bishop dove capita di assistere ad uno yankee che accompagna il proprio cheeseburger con un gran bicchiere di Powerade zeppo di ghiaccio.

Ripartiamo quindi alla volta di Lone Pine all’altezza del quale imbocchiamo la strada CA136 che ci porta dritta al Death Valley National Park: il paesaggio fin da subito assume una connotazione lunare ma alcuni scorci ed il colore delle rocce che raccontano epoche storiche sono zeppi di fascino.

Verso le 16 giungiamo a Stovepipe Wells con la sensazione di essere in una localita’ colpita dai getti di aria calda di un phon gigantesco. I gradi sono parecchi (46C o 115F se preferite) ma a destare impressione e’ il fastidioso vento bollente che spira in continuita’.

Alle 19 ci appostiamo nei pressi del panoramico Zabriskie Point per il tramonto ed al ritorno troviamo un poliziotto intento a dare una multa ad un automobilista assai frettoloso: mai visto da noi un agente sanzionare qualcuno alle 8 di sera con 43 gradi? Cena al villaggio e quindi a letto alle 22 con 42 gradi. Di positivo c’e’ il cielo che, in assenza di inquinamento luminoso, offre il secondo stupendo panorama della serata.

MARTEDI’ 11 AGOSTO 2009 Death Valley – Las Vegas (Miglia guidate: 193) Sveglia alle 4.30 per essere all’alba a Badwater, il punto piu’ basso dell’intero continente nordamericano. Trascorriamo un’ora, colazione inclusa, in un luogo che di per se’ direbbe poco, non fosse che rappresenta una sorta di mito geografico come Capo Nord. A scanso di equivoci resta il fatto che in questa distesa di terra salata, alle 6 di mattina con il sole che sorge, si crea un effetto quasi surreale da non perdere.

Salutata la Death Valley ci mettiamo in strada alla volta del Nevada e di Las Vegas la quale ci accoglie intorno alle 10. Rispetto all’ultima volta che l’ho vista nel 2006 Sin City e’ molto cambiata: nuovi hotel, nuovi grandi ammassi di cemento qua e la’, strade sottosopra o a senso unico per lavori… Insomma la trovo parecchio peggiorata.

Prendiamo possesso della stanza presso il Planet Hollywood ed in breve iniziamo il pellegrinaggio negli alberghi piu’ rinomati (Bellagio, Caesars Palace, Mirage) prima di recuperare l’autovettura e spostarci al Premium Outlet per gli acquisti sempre a prezzi vantaggiosi per via dei saldi e del dollaro debole. Due ore di riposo in camera e via nella notte di Las Vegas: ascesa allo StratoSphere, giro per hotel, capolino al Bellagio per le fontane danzanti e visita di rito all’M&Ms World, consapevoli del non banale spostamento del giorno seguente.

MERCOLEDI’ 12 AGOSTO 2009 Las Vegas – Bryce Canyon (Miglia guidate: 270) Nella confortevole stanza del Planet Hollywood ci concediamo qualche minuto in piu’ di sonno e dedichiamo la mattinata all’ennesimo giro per la bollente e caotica Strip.

Intorno alle 13.30 partiamo per il Bryce Canyon lungo la I15 che per la prima volta concede qualche miglia oraria aggiuntiva al povero automobilista che da giorni morde il freno. Questa autostrada presenta alcune peculiarita’ quali l’attraversamento dell’Arizona, l’ingresso in Utah e un panorama di grande effetto nel tratto compreso tra Mosquite e St.George che coincide con il cambio del fuso orario da -9 a -8.

Analogo spettacolo si trova nella successiva UT14 che collega Cedar City alla Long Valley Jct. Oltre a superare i 3000m si osserva un paesaggio che varia da lavico a boschivo e che ospita a bordo strada un incredibile numero di cerbiatti. Verso la conclusione di tale tratto all’interno della Dixie National Forest si inizia ad ammirare maestoso in lontananza il colore rossastro delle montagne.

Giungere in prossimita’ del tramonto al Red Canyon e soprattutto al Sunset Point del Bryce Canyon National Park consente una visione indescrivibile che lascia un’emozione pazzesca. Il rosso della roccia illuminato dalla luce solare ripaga della fatica dello spostamento.

L’ottima cena al ristorante del Bryce Canyon Pines Lodge ci mantiene alto il morale nonostante il freddo inizi a farla da padrone (ma siamo a 2400m!) GIOVEDI’ 13 AGOSTO 2009 Bryce Canyon – Salt Lake City (Miglia guidate: 310) Un po’ di sopraggiunta stanchezza ci evita la seconda sveglia all’alba, tuttavia alle 7.10 siamo gia’ in auto in direzione del Sunrise Point in prossimita’ del quale imbocchiamo il sentiero denominato Queens Garden Trail che ci porta tra i pinnacoli del canyon.

Il percorso e’ accessibile nonostante i numerosi cartelli di cautela presenti in loco, abbastanza agevole e non troppo lungo: in 25’-30’ si entra in contatto con un paesaggio che e’ un vero e proprio scherzo della natura e verrebbe voglia di non tornare indietro al punto di partenza.

Risaliti senza fretta, prendiamo la strada che consente di percorrere tutto il parco e decidiamo di sostare nei vari punti panoramici che ci vengono via via proposti: una particolare menzione meritano il Natural Bridge e lo Yovimpa Point dal quale si osservano tutti i principali plateau dello Utah e, a distanza, il North Rim del Grand Canyon.

Nel primo pomeriggio partiamo per Salt Lake City dove arriviamo al Red Lion Hotel dopo oltre 300km e una gran faticaccia: la sede delle Olimpiadi invernali 2002 e’ da considerarsi come pura tappa nella salita verso Yellowstone ma gia’ che ci siamo non disdegnamo di darci un’occhiata.

La citta’ e’ letteralmente in mano ai seguaci degli Avventisti del Settimo Giorno che li’ hanno il proprio Vaticano (Temple Square), una sorta di palazzetto adibito a sede del coro, musei, palazzi, centri congressi, mulini oltre ad una fortissima influenza negli affari. Quando giungiamo noi in giro non c’e’ nessuno e il fatto desta perplessita’, salvo scoprire in breve tempo che la quasi totalita’ della popolazione sta per assistere alla prova infrasettimanale del celeberrimo Mormon Tabernacle Choir. Alla luce di quanto visto in seguito la sensazione e’ che o sei un adepto di questa religione o sei un giovane trasandato. Di negozi e ristoranti aperti neppure l’ombra e cosi’ ci ritroviamo a cenare all’Oil nel complesso dello Sheraton.

VENERDI’ 14 AGOSTO 2009 Salt Lake City – Yellowstone National Park (Miglia guidate: 383) Risveglio a ritmo lento, cappuccino bruciato per colazione in un simil Starbucks e partenza in direzione Nord lungo la I15. Attraversiamo piu’ o meno inconsapevolmente lo stato dell’Idaho, mettiamo le ruote per qualche miglio nel Montana ed accediamo in Wyoming al mitico Yellowstone Park dall’ingresso occidentale. Se vi aspettate di trovare Yoghi&Bubu mettetevi il cuore in pace visto che per questioni di royalties il parco non presenta nulla che ricordi i simpatici orsi dei cartoni animati.

Non facciamo in tempo a capire dove siamo che ci viene data l’opportunita’ di assistere ad alcuni cervi che si abbeverano nel fiume ed al pascolo indisturbato di una mandria di bisonti. Con la convinzione che se il buon giorno si vede dal mattino saremo fortunati nell’avvistamento di animali, ci avventuriamo nella zona dei geyser che sono sulla strada verso il Grant Village, sede del nostro soggiorno.

Le soste al Lower ed al Midway Geyser Basin ci forniscono l’idea di quanto strani e potenti siano questi fenomeni terrestri e la visita al costante (erutta circa ogni 70’) e maestoso Old Faithful rafforza in noi tale convinzione.

Intorno alle 19.30 prendiamo possesso della camera e ci rechiamo a cena al Grant Lake Restaurant.

SABATO 15 AGOSTO 2009 Yellowstone National Park (Miglia guidate: 153) La notte si dorme poco, al risveglio la temperatura e’ di 9°C ed il tempo non e’ dei migliori. Su consiglio di una guida locale iniziamo a girare il parco dal lato orientale con l’obiettivo di chiudere il circolo stradale di Yellowstone viaggiando in senso antiorario. Partendo dal Grant Village costeggiamo quindi il West Thumb e lo Yellowstone Lake prima di addentrarci nel Canyon Country (parte migliore) dove gli animali trovano terreno per pascolare e dove, all’altezza della Hayden Valley, ci imbattiamo in un numero incredibilmente elevato di bisonti che attraversano la strada bloccando il traffico. Nei pressi del Canyon Village parcheggiamo il veicolo e diamo uno sguardo a distanza al magnifico panorama offerto dalle Lower Falls prima di portarci a ridosso delle medesime attraverso una lunga e ripidissima scalinata spacca-gambe sconsigliata a chi soffre di cuore.

Riportate a regime le pulsazioni riprendiamo il tragitto automobilistico salendo verso il Roosevelt Country e nel pomeriggio spostandoci in direzione Mommouth Country con un attento sguardo alle Terraces. Norris, Madison e il lato occidentale del parco ci riconducono al Grant Village con il tempo che permane instabile e la temperatura che non supera mai i 12°C DOMENICA 16 AGOSTO 2009 Yellowstone National Park – Jackson (Miglia guidate: 259) Alle 8 di mattina il termometro segna 5°C ed il meteo prevede probabili piogge con possibili nevicate.

Nel corso della giornata la temperatura non passera’ mai i 15°C e qualche timido fiocco di neve fara’ capolino nella primissima parte della mattinata. Questa volta optiamo per un percorso che segue’ l’itinerario del giorno precedente fino a Tower-Roosevelt per poi svoltare a destra verso l’ingresso est del parco, identificato come area di avvistamento di antilopi, coyote e volpi. A parte queste ultime riusciamo a vedere limitati esemplari degli altri due animali oltre ai soliti, immancabili, numerosissimi bisonti. Il rientro avviene in maniera parziale sulla medesima strada poiche’ decidiamo di tagliare centralmente verso Norris nella zona maggiormente colpita dal tremendo incendio di fine anni ‘80 e da qui di scendere verso Madison e Grant Lake non senza aver guadagnato un posto in prima fila per l’eruzione dell’Old Faithful.

Alle 16.30 partiamo verso Jackson attraverso il Grand Teton e, a destinazione, scopriamo che l’ameno paesotto di 8.000 anime, l’unico senza ombra di connazionali, cerca di mixare vintage (saloon, negozi old-style) con moderno ottenendo un risultato finale che fa sorridere.

La nostra base e’ il Victorian Lodge all’interno del quale troviamo alcuni pazzi americani intenti a divertirsi in piscina pur con temperature semi-invernali.

LUNEDI’ 17 AGOSTO 2009 Jackson – Rock Springs (Miglia guidate: 265) Da Jackson risaliamo nel vicino parco del Grand Teton che puo’ considerarsi il fratello minore di Yellowstone coronato da una serie di cime innevate da circa 4000m.

L’obiettivo dichiarato di giornata e’ vedere alci ed orsi, ovvero le prede piu’ ambite sfuggite nelle 48 ore precedenti: in extremis, nella zona del Signal Mountain, notiamo una enorme macchia marrone immersa in un putrido stagno e realizziamo all’istante che si tratta proprio di un esemplare di alce intenta ad inzaccherarsi e ruminare.

Continuiamo il giro del parco ma una pioggia fantozziana arresta la nostra camminata verso il Cascade Canyon che notoriamente e’ un punto di incontro dei suddetti animali e pertanto siamo costretti in fretta e furia a ritornare in auto e a percorrere sulle quattro ruote la Wilson Road, altra zona di possibili incroci con alci e cervi.

Poiche’ la sorte non ci assiste partiamo alla volta di Rock Springs lungo la 191S, autostrada che piu’ deserta di cosi’ (pochissimi veicoli e assenza di vegetazione) non potrebbe essere: date le sue caratteristiche chi ne usufruisce non si trattiene entro le 65Mph ed ammetto che pure io mi adeguo all’andazzo senza troppi scrupoli.

Rock Springs e’ una tranquilla cittadina di 18.000 abitanti che funge da appoggio per andare l’indomani a Moab e che ci ha permesso di spendere qualche ora anche al Gran Teton. Come tappa l’idea non e’ sbagliata, come turismo e’ da sconsigliare essendo priva di attrazioni.

MARTEDI’ 18 AGOSTO 2009 Rock Springs – Moab (Miglia guidate: 367) Lungo spostamento che ci vede partire dal Wyoming, entrare nello Utah, sconfinare nel Colorado ed arrivare ancora nello stato dei Mormoni.

La parte iniziale e centrale del viaggio e’ dominata da lande desolate e gli unici scenari degni di menzione sono la Fleming Goose Dam e la veduta panoramica che appare davanti agli occhi nella discesa verso Vernal.

Il tratto piu’ spettacolare si ha scendendo verso Moab: da qualsiasi parte arriviate evitate di imboccare l’anonima 191 da Crescent Junction ma prendete la 128 che parte da Cisco, localita’ sulla 70. Dopo tanta noia ci troviamo all’improvviso a viaggiare in mezzo a rossissimi canyon e con il Colorado River di lato a farci compagnia! Giunti a Moab e sistemati i bagagli al Ramada Inn, optiamo per una prima visita all’Arches National Park rimanendone estasiati. Le foto di rito nei principali View Point anticipano la visita alle Windows ed al Delicate Arch: per quest’ultimo il consiglio e’ di andarci al tramonto quando appare in tutto il suo splendore pero’ mettete in conto che per arrivare ad ammirarlo dovrete sudare. Ci si arriva infatti dopo un’ascesa di 2,5km (5km totali se consideriamo il ritorno) non impossibile ma neppure da sottovalutare per via delle rocce e della sabbia che si trovano sul percorso. In serata decidiamo di girare per Moab e scopriamo che non esiste altra lingua al di fuori dall’italiano…

MERCOLEDI’ 19 AGOSTO 2009 Moab (Miglia guidate: 163) La mattina partiamo verso il Dead Horse Point State Park e la mossa e’ azzeccata. Non trattandosi di un parco nazionale non e’ possibile accedervi con il pass acquistato a Yosemite, pertanto paghiamo i 10$ dell’ingresso e in assoluta solitudine decidiamo di fermarci nello spiazzo che anticipa di mezzo chilometro il Dead Horse View Point.

Soli soletti iniziamo a camminare sulle rocce fino quasi arrivare al ciglio del burrone dal quale si ha una vista incredibile del Colorado e della sua ansa (a favore di sole la mattina). Restiamo un’ora ad ammirare quello spettacolo e decidiamo di andarcene nel momento in cui, verso le 11, giungono i primi turisti. Dato che il Dead Horse non offre altro, decidiamo di lasciarcelo alle spalle e proseguire per il vicino accesso nord di Canyonlands (Island in the Sky) rinunciando a qualsiasi velleita’ di visitare la piu’ celebre e distante area meridionale dominata dai Noddles.

I vari punti panoramici sono oggetto di celeri soste ed al GrandView iniziamo la breve camminata che ci apre le porte alla vista a 360° dello Utah e non solo.

A meta’ pomeriggio rientriamo a Moab per rinfrescarci un po’ ed intorno alle 17 ci spostiamo verso l’Arches N.P. Con l’intento di percorrere l’agevole sentiero per il Double Arches (fotografabile la mattina) e quello a saliscendi per il Landscape Arch (idem). Sul far del tramonto ci viene la curiosita’ di osservare il Delicate Arch da lontano e dal basso e, a differenza di chi non e’ salito come noi il giorno precedente fino in cima, da questa prospettiva ci pare poco attraente.

GIOVEDI’ 20 AGOSTO 2009 Moab – Monument Valley (Miglia guidate: 156) Lasciamo Moab davvero soddisfatti e raggiungiamo la Monument Valley in poco piu’ di due ore. Scattate le foto di rito prendiamo possesso della stanza con vista panoramica al Goulding’s Lodge e prenotiamo il tour delle 16 per andare a ridosso (se non addirittura oltre) dei luoghi resi mitici dai film western.

Mancando circa quattro ore all’appuntamento e resici conto che in zona non c’e’ praticamente null’altro, optiamo per un giretto perditempo al gift shop del Lodge e per un riposo in stanza. All’orario prestabilito iniziamo il giro di 3h30’ che ci consente di ammirare da vicino la maestosita’ delle rocce, accedendo in zone non aperte ai turisti e sopportando senza troppi problemi il gran caldo e la sabbia che ci si appiccica ai vestiti ed alla pelle.

Una buona parte di questo tour e’ praticabile anche senza l’ausilio di organizzazioni locali tuttavia, viste le buche nella strada sterrata da percorrere, il consiglio e’ di lasciar perdere se non si e’ dotati di un fuoristrada.

Se proprio non sapete resistere al fascino del vecchio West fate una capatina al John Ford Point e non ve ne pentirete! Il tramonto sulle tre rocce di Ombre Rosse e’ meno suggestivo di quanto ci e’ stato raccontato, cosi’ speriamo nell’alba…

VENERDI’ 21 AGOSTO 2009 Monument Valley – Grand Canyon (Miglia guidate: 283) Sveglia alle 6.15 per l’alba e poi partenza verso Page dove alle 11.30 e’ previsto il tour all’Antelope Canyon prenotato dall’Italia.

Per uno strano gioco di fusi (l’Arizona e’ l’unico stato USA senza ora legale), un po’ ignari recuperiamo 60’ della nostra giornata e cosi’ siamo a destinazione con larghissimo anticipo, in tempo per colazione, shopping e relax.

Alle 11,30, con veniamo portati all’Antelope e, con il sole che penetra in maniera perfetta tra le rocce del Canyon, ci godiamo uno spettacolo indescrivibile di luci e colori che ci ripaga ampiamente della levataccia. Intorno alle 13 ci muoviamo alla volta di Tusayan tramite la Desert View Drive e, preso possesso della stanza al Best Western, scegliamo di andare a vedere il tramonto sul Grand Canyon dai vari punti di osservazione (Mather Point e Yavapai Point). Vien da sorridere al pensiero che la maggior parte degli italiani chiedesse informazioni sul luogo dove si trova la nuova orribile piattaforma panoramica gestita (qualche ora ad occidente in direzione Las Vegas) piuttosto che godersi il fenomeno naturale in corso! SABATO 22 AGOSTO 2009 Grand Canyon – Phoenix (Miglia guidate: 230) Mattina con passeggiata lungo la Trailview Overlook e molteplici visioni del Grand Canyon in tutte le sue angolazioni (Maricopa Point, Powell Poiny, Hopi Point ecc): poco oltre la meta’ di questo percorso di 11km veniamo pero’ sorpresi dalla pioggia che ci obbliga a salire sui bus-shuttle con temperature da pinguini.

Preso atto che le condizioni meteo non sarebbero cambiate per il resto della giornata salutiamo il Grand Canyon per dirigerci verso Phoenix rinunciando, sempre per il maltempo, alla prevista visita del Meteor Crater all’altezza di Flagstaff.

Il viaggio si rivela tutt’altro che agevole in quanto l’acqua non e’ una prerogativa di quelle zone e le autostrade sembrano veri e propri fiumi, soprattutto nei paraggi di Preston: appena il sole fa capolino tra tanto grigio, all’improvviso appaiono dal nulla tante piante di cactus quante vetture della polizia dotate di teleobiettivi anti-velocita’.

Nella calda ed umidissima Phoenix la stanchezza prende il sopravvento sulla voglia di visitare la citta’ e cosi’ preferiamo la palestra del Four Points al giro turistico che non ci eravamo neppure preparati. Una successiva lettura delle guide ci fa intendere che non avremmo comunque aggiunto granche’ a quanto ammirato fino a quel punto.

DOMENICA 23 AGOSTO 2009 Phoenix – Los Angeles (Miglia guidate: 410) Lungo trasferimento sotto un sole cocente con una temperatura che son scende mai sotto i 38°C ma anzi staziona spesso sui 43. Anche oggi quest’area di Arizona e’ pattugliata da numerose auto della polizia munite di macchina fotografica e non crediamo che a cavarsela siano stati in molti alla luce dei ridicoli limiti di velocita’ fissati per lunghi tratti della I10.

La sosta-cibo in un McDonald’s di Indio e’ davvero manna dal cielo e l’aria condizionata del locale ci ritempra un po’ a 2/3 del viaggio. Arriviamo a Los Angeles intorno alle 16 e, dopo un momento di indecisione sul da farsi, alle 18 scegliamo di recarci a Santa Monica, non senza aver prenotato alla concierge dell’Hotel Angeleno il tour agli Universal Studios dell’indomani.

A Santa Monica passeggiamo sul lungo-Oceano Pacifico e sulla 3rd Street, zeppa di negozi e chiusa al traffico automobilistico, prima di cenare a base di pesce al ristorante Lobster e di andare a letto stanchi morti.

LUNEDI’ 24 AGOSTO 2009 Los Angeles Alle 9,30 siamo davanti agli Universal Studios per la giornata tutta all’insegna della cinematografia e senza un miglio guidato dal sottoscritto (non accadeva da San Francisco!). Piaccia o meno, il posto e’ una via di mezzo tra Gardaland ed il mondo del grande schermo: si va infatti dal giro degli esterni dove si possono vedere i set di alcuni dei principali film e telefilm americani, alla simpatica visione in 4D di Shrek, dalla casa degli orrori dei nostri luna park alla spiegazione di alcuni basilari effetti speciali, dal fantastico mondo dei Simpson al Terminator multidimensionale.

Il tutto senza scordare lo spettacolo di alcuni animali impiegati nei film e le ludiche attrazioni di Jurassic Park e della Mummia.

Non andarci sarebbe un peccato ma se associate gli Studios al solo cinema resterete delusi.

Alle 19 siamo di nuovo in hotel a preparare i bagagli dato che siamo agli sgoccioli di questa affascinante vacanza statunitense.

MARTEDI’ 25 AGOSTO 2009 Los Angeles – Londra – Milano (Miglia guidate: 11) Trattandosi di una giornata molto lunga scegliamo di prendercela con assoluta calma varcando la soglia dall’albergo alle 11 inoltrate e dirigendoci verso la zona di Rodeo Drive / Beverly Hills.

Senza particolari difficolta’ troviamo un parcheggio pubblico gratuito per le prime 2 ore e non esitiamo a parcheggiare la vettura per una camminata lungo (e dentro) i negozi piu’ chic di Los Angeles.

Sulla falsariga di quanto visto compiere da altra gente, alla scadenza dei 120’ usciamo e rientriamo privi di rimorsi dall’auto-silo guadagnando ulteriori 2h di sosta e trattenendoci nei paraggi anche per il pranzo.

Poco dopo le 15 partiamo per l’aeroporto e, lasciato il veicolo dopo 4.650 miglia, iniziamo ad espletare le formalita’ ante-volo. Intorno alle 21.15 locali decolliamo dalla California in direzione Londra ed alle 19.35 GMT del giorno seguente siamo di nuovo in aereo per atterrare alla Malpensa alle 22.35.

Si chiude presso lo scalo varesino un viaggio molto bello, stancante, climaticamente vario e che ci ha permesso di vedere almeno 7-8 realta’ diverse.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche