Russia in Crociera Mosca Sanpietroburgo

Appunti di viaggio - crociera Mosca SanPietroburgo 1 Non so perché la nostra amica D. Abbia puntato gli occhi sulla Russia... Comunque un giorno ci propone una crociera sui fiumi e laghi della Russia europea! Ha cercato tra le varie agenzie e la reclamizzatissima www.sanpietroburgo.it sembra proporre la miglior combinazione proposta/prezzo. ...
Scritto da: COMMA22
russia in crociera mosca sanpietroburgo
Partenza il: 08/08/2008
Ritorno il: 19/08/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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Appunti di viaggio – crociera Mosca SanPietroburgo 1 Non so perché la nostra amica D. Abbia puntato gli occhi sulla Russia… Comunque un giorno ci propone una crociera sui fiumi e laghi della Russia europea! Ha cercato tra le varie agenzie e la reclamizzatissima www.Sanpietroburgo.It sembra proporre la miglior combinazione proposta/prezzo.

Crociera sull’impronunziabile Gleb Krzhizhanovsky scritto però coi più fantasiosi caratteri cirillici. Aderiamo al “buio”.

Si parte alle cinque con un pullman fino a Venezia e da qui volo Alitalia per Roma. Tutto in perfetto orario. Sosta tecnica a Roma di un’ora e poi volo per Mosca.

Ma un’ora a Fiumicino per Alitalia non basta ce ne voglio più di due. Il povero comandante dell’aereo annuncia l’attesa di passeggeri provenienti da altri voli in ritardo, passeggeri che non arriveranno mai ma che forniranno la copertura a cronici disguidi. A Mosca ci aspetta una bella sosta davanti al controllo passaporti dove delle impiegate, forse addestrate dal KGB, tentano di porre ordine ad una caotica situazione di coda che “converge” con i soliti furbi che cercano di passarti via. Si deve compilare anche in duplice copia un foglietto con dei dati anagrafici e numeri cabalistici ( varie date ) che tutti interpretano a modo loro. Curiosamente nessuno dei foglietti verrà contestato dalle arcigne operatrici interessate a controllare anche con la lente i passaporti.

La compilazione del foglietto occupa la prima mezzora mentre la successiva ora e mezza la passo a sfottere e farmi sfottere da un simpatico ragazzo abitante della provincia di Arezzo che però si arrabbia se ho l’ardire di chiamarlo “aretino” perché questo titolo “spregiativo” lo meritavano solo quelli che abitavano proprio in Arezzo e non quelli della Valdarno, evidentemente di categoria superiore. Ci consola la constatazione che non abbiamo nulla da temere dai russi finché questi saranno così disorganizzati.

Incredibilmente ritroviamo intatte le valigie che ci avevano preceduto di un’ora e che erano state alla mercé di tutti. Finalmente usciamo e troviamo quelli che si presentano come “mandati” della agenzia. Ci pregano di scrivere sulla valigia il numero della stanza.

A mia moglie e a un suo collega è assegnata la stessa camera ma la cosa non va bene alla moglie di costui. Non riesco a capire con quale creatura la sorte mi ha assegnato di condividere la stanza prima della sollevazione generale. Si dice che è perfettamente inutile mettere dei numeri di stanza fasulli sulle valigie: si vedrà sulla nave. Parte il primo pullman e i primi che arrivano si installano al meglio. Sul secondo gli “accompagnatori della sanpietroburgo” cambiano ai turisti euro/rubli guadagnandoci il 10%. Poi spariranno e non li vedremo mai più.

Sulla nave capiamo che il nostro unico interlocutore è la Mosturflot, proprietaria della nave. Dicono che devono ottemperare alle indicazioni, assurde, della sanpietroburgo che non tengono conto delle indicazioni ne’ degli accoppiamenti ne’ dei differenti prezzi pagati per le cabine migliori. Dopo due ore di litigio ci facciamo dare la disponibilità delle cabine e rifacciamo la suddivisione necessaria che riesce solo in virtù del fatto che due di noi hanno dato forfait e non sono mai partiti.

Ovviamente ci sono dei malumori da parte di quelli che erano andati ad occupare le cabine migliori pur non avendone titolo e di coloro che non hanno ottenuto la cabina esattamente come la volevano. La nostra amica organizzatrice è stravolta.

Le cabine sono piccole ma pulite e ben tenute; la cena e la dormita sono le uniche cose positive della giornata.

2 Il giorno dopo si va col pullman a fare un giro per Mosca, si attraversa a piedi la piazza rossa; la guida locale ci racconta molte cose; é un tipo minuto, molto preparato, ha studiato a Perugia e parla un buon italiano anche se come molti slavi che affrontano la lingua di Dante, ha problemi con gli articoli (chi scrive sa di averne molti e differenziati).

Ha spesso una tosse stizzosa ma forse dipende dalle sigarette che fuma. Difficile seguire tutte le vicende storiche della piazza ma si capisce che di sangue se ne è visto molto anche se il nome “rossa” stava in origine a significare “bella” . Comunque rosse sono le mura del cremlino e rosso è pure il museo storico che chiude a nord la piazza.

I magazzini Gum sono un insieme di boutique di griffe, molte italiane. Una ci piace proprio: è della Illy caffè dove si beve una cosa nostrana al modico prezzo di 3 euro. Incredibili i colori della chiesa di San Basilio.

Col pullman ci mostrano vari palazzi e strade. Ci raccontano la storia di una chiesa, demolita e trasformata in piscina riscaldata per la gente ai tempi di Stalin. Venti anni fa inversione: via la piscina e ricostruzione della chiesa.

Ci fanno fare tappa ad un negozio di souvenir. C’è di tutto ma è carissimo; il prezzo è esposto in rubli ma puoi pagare anche in Euro. La cosa che infastidisce è che il resto te lo danno solo in Euro. Rinunciamo a comprare anche le cartoline.

Pranzo in un alto edificio di un degradato quartiere ex industriale. Per non deprimere la vista del turista tutto è coperto da pannelli colorati. L’interno è tutto nuovo. Ci accolgono con la solita orchestrina con fisarmoniche e balalaiche.

Si mangia bene e poi ” abbiamo la possibilità” di comperate oggetti dell’artigianato russo gentilmente collocati vicino alla sala pranzo. Le finestre sono irraggiungibili, ma c’è l’aria condizionata.

Nel pomeriggio visita a pagamento, in quanto non prevista nel pacchetto viaggio, ad alcune stazioni del metro e alla famosa via Arbat. Il metrò è molto diverso da quelli italiani. E’ molto profondo 70-100 sotto terra come avevo già visto in altre città dell’est Budapest e Erevan. Le scale mobili sono velocissime (anche un po’ pericolose) e così pure i treni. La particolarità delle stazioni di Mosca sono le decorazioni davvero notevoli, tipiche di opere del periodo staliniano.

Dopo il giro serale per vedere le luci di Mosca, riposo a bordo della nave.

Mi accorgo che il mio letto, che ho scelto in quanto unico tra i due che permette di allungare fuori i piedi, fa degli strani sussulti. Una piccola indagine “tecnica” mi fa capire che poggia solo sul tramezzo divisorio delle cabine; sullo stesso tramezzo grava pure il letto della cabina adiacente su cui dorme R. Se R. Si agita io faccio i salti. Se mi muovo io, penso, R. Deve volare essendo la sua massa da metà a due terzi della mia! Però R. È persona squisita: mi assicura che quando dorme dorme. Faccio finta di credergli ma cerco di limitare le mie movimentazioni notturne in genere frequenti.

3 A Mosca ci sono molti sportelli cambiavalute. Alcuni applicano un differenziale tra vendita e acquisto di rubli davvero minimo e non chiedono alcuna commissione; ho visto 36,4 e 36,8 rubli per un Euro. Di cosa camperanno!? Sabato e domenica giorno delle “spose” o se proprio vogliamo degli sposi anche se mi è parso che il nuovo marito venisse esibito come un simpatico gadget dalle neo-signore della Mosca bene. Portate da incredibili Limousine le spose si fanno fotografare nei punti in vista della città fra un codazzo di invitati.

Al Cremlino piove ma non è un problema: alla fermata dell’autobus uno zelante moscovita vende ombrelli per l’occasione, invece delle solite guide in tutte le lingue possibili. Trovo la storia della la campana rotta di 200 tonnellate, la più grande del mondo, la cosa più interessante, metafora del ” chi troppo vuole nulla stringe”. La campana fu fusa sul posto ma non riuscirono mai a sollevarla da terra. Inoltre l’acqua usata per spegnere l’incendio delle impalcature provocò la rottura della campana arroventata.

Un cantiere stradale induce la guida parlarci dei fenomeni migratori. La Russia risulta uno degli stati da cui parte una gran quantità di persone e al tempo stesso è meta di immigrazione clandestina da paesi ex sovietici disposti al lavorare 12 ore al giorno senza dare nessun problema e questo alla faccia dei rigidi controlli sugli stranieri. E’ come in Italia: arrivano braccia e partono cervelli! Dove va la Russia? Risposte contrastanti. Chi vede bene Putin, chi lo accusa di aver fatto del paese un mero esportatore di armi e petrolio. Tutti ce l’hanno con Gorbaciov che ha distrutto il “welfare state sovietico” che bene o male garantiva a tutti un piatto di minestra.

Torniamo al porto con la metropolitana da “soli” sbagliamo una sola volta grazie all’aiuto di addetti molto gentili che capiscono il nostro imbarazzo di fronte a nomi scritti solo in cirillico.

La nave parte. Ci viene presentato sul ponte “sole” il Capitano, un sessantenne, che visto in maglietta e jeans sembra un poveraccio, ma con una giacca e mostrine fa la sua bella figura e riesce ad attirare lo sguardo compiaciuto di molte turiste non più giovanissime.

Verifico la velocità della nave col mio GPS: sorpresa solo 12 Km/h! 4 Dopo la cena si esibisce il gruppo musicale “Fiumi Russi”: sono tre o quattro se si conta anche “il tecnico del suono”, uno stralunato ed assente ragazzotto, di cui non ricordo il nome, che col Pc inserisce la base musicale sopperendo alla mancanza di altri strumenti. Esagera spesso col volume della batteria e del basso col risultato che copre il suono della balalaica. In altre serate danzanti fa il disc-jockey nella piccola discoteca della nave. La cantante Irina è giovane e bella, ma non bellissima. Ha una bella voce e le piace esibirsi in vocalizzi. Spesso eccede in manifestazioni teatrali con l’intento di coinvolgere il pubblico. Sembra che canti le canzoni russe più per dovere che per piacere e che preferisca il repertorio internazionale.

Misha è un ragazzo dalle nere chiome che suona la balalaica; non è il suo strumento, ma fa tanto folklore. Dalla mia cabina, che è vicina alla sala riunione/concerti, lo sentirò spesso esercitarsi al pianoforte. E’ un tipo estroverso. Lo vedremo in giro ora con una ragazza, ora con un’altra oppure con la canna da pesca. La balalaica appare nelle sue grandi mani come un giocattolo.

Mi piace incondizionatamente invece il biondo Serghiei che suona la fisarmonica. La tira, la spinge, la tocca con naturalezza: nelle sue mani sembra una cosa viva. Ha un rapporto simbiotico con lo strumento da cui evidentemente trae un piacere speciale. E’ l’anima musicale del gruppo.

Questo primo concerto su temi russi tradizionali e no, è molto piacevole e prende molto i passeggeri.

Il mattino seguente abbiamo una brutta sorpresa: siamo ancora impegnati a superare, tra fastidiosa foschia, le chiuse che avremmo dovuto aver passato di notte. Veniamo a sapere che il capitano Kirk ha bloccato l’Enterprise a “curvatura zero” per 6 ore durante la notte a causa della nebbia (galattica?). Il ritardo non è recuperabile. Bisogna rinunciare a qualcosa. La direttrice della crociera Roxana prende la decisione di tagliare la deviazione prevista per Yaroslav l’unica città del famoso anello d’oro prevista dall’itinerario. In Alternativa si vedrà la “splendida” Misckin, la città dei topi! 5 Si passa tutta la giornata a bordo con poche cose da segnalare.

La terza chiusa ha sui portali due graziose caravelle di bronzo.

L’acqua del canale di Mosca che stiamo navigando, che congiunge la Moscova, il fiume di Mosca, con il Volga, ha un’acqua di un orrendo colore marrone.

Nonostante si stia percorrendo il canale perdendo quota ad ogni chiusa, vediamo che l’acqua, nei tratti piani, ci scorre contro. Questa situazione paradossale ci viene chiarita da un foglietto che spiega come ad ogni chiusa l’acqua sia pompata in su per creare un flusso dal Volga alla Moscova per portare acqua “da bere” a Mosca. Se lo avessimo saputo avremmo potuto fare a Mosca un bel brindisi con l’acqua marrone del Volga! Comincia il corso di lingua russa. I russi hanno fatto con quattrocento anni di ritardo la stessa esperienza degli armeni. Anche qui un monaco ispirato (secondo me da satana ammesso che esista) ha creato un alfabeto adatto per la lingua locale; mentre quello armeno si è fatto 36 simboli nuovi il russo Cirillo ha fatto un bel minestrone: 14 simboli li ha presi dall’alfabeto latino, ma solo 5 si leggono allo stesso modo e 3 dall’alfabeto greco; alcuni però sono scritti specularmente. Gli altri 16 sono di sua invenzione o varianti.

Simboli a parte ci sono poi delle regole fonetiche misteriose per cui degenerano le vocali ( es. O diventano A) ma anche le consonanti non vengono risparmiate. In pratica solo il cinese mandarino presenta difficoltà maggiori.

Ci impegniamo a tentare di leggere alcune parole ma ben presto ci si rassegnerà a fare come per l’inglese: si scriverà con la matita la pronuncia delle parole!

6 Uglich è un grazioso villaggio pure lui col suo Cremlino e una chiesa con molte cupole a cipolla. Anche qui un tragico fatto di sangue da ricordare. Almeno hanno fatto la chiesa sul posto dell’omicidio e non come a Mosca dove pare ubriacassero un pazzo e individuavano il luogo dell’erigenda chiesa nel punto dove il pazzo ubriacato cadeva la prima volta! Oltre alle immancabili bancarelle per i turisti, vediamo qualcosa della campagna russa.

Due tenere vecchiette vendono mazzetti di erica, in pratica chiedono l’elemosina. Misckin è nota per la storia di un topo che avrebbe svegliato un principe prima di essere morso da un serpente. Ci portano nel museo della pantofola di feltro e in un vecchio mulino.

Hanno invece una chiesa con degli affreschi interessanti. Lo stato della costruzione è pessimo ma il pope, di cui però vediamo solo la moglie, sta tentando un restauro. Sono molte le chiese in questo stato. Alcune turiste ordinano delle funzioni religiose personalizzate alla signora. Che non si fidino più dei preti italiani? A sera concerto dei soliti. Serghiei appare in stato di grazia.

7 Fuori dai canali la Gleb Krzhizhanovsky corre di più; non arriva ai 23,5 km/h che è la sua massima velocità, ma almeno a 18 sul Volga o 22 sui bacini senza pericoli (misure fatte col solito GPS). Il Volga è una cosa immensa. Al suo confronto Reno e Danubio sono poca cosa e il Po un ruscelletto. Peccato per questo color marrone dovuto alla erosione delle sponde.

La nave è alta 13 metri sopra il pelo dell’acqua in modo da passare a pelo sotto i ponti stradali e pesca solo 3 metri. Ha una larghezza di 16,5 m che le permetterà di passare le chiuse sul Kovzha larghe 18m. Si capisce che è una nave da fiume e farà più avanti dei bei dondolii sull’Onega, quasi un mare.

In una riunione degli Italiani si manifesta alla Mosturflot l’insoddisfazione per la perdita di una tappa importante anche se motivata da cause di forza maggiore. I più attivi sono i romani ” se te promettono de portarte a San Pietro ma poi te portano a Frascati”… Si propone un compromesso (lì gli Italiani sono forti!): come compensazione della mancata deviazione verso Yaroslav e relativo risparmio di carburante: ci venga proposta gratuitamente una escursione a Sanpietroburgo prevista a pagamento. Comunque siamo soli la nostra agenzia www.Sanpietroburgo non esiste: la stessa Roxana non può che riconoscere come ragionevole la richiesta ma si riserva di chiedere ai suoi capi e ribadisce che comunque sarebbe un “regalo” della Mosturflot.

Visita al grandioso monastero di San Cirillo vicino a Gorizi. Poco lontano dal porto visitiamo una casa di due pensionati ex veterinaria e ex carpentiere. Ricevono complessivamente 300$ al mese. La casa è piccolissima di legno. Il riscaldamento è a legna. Con qualche mancia di turisti si sono comperati qualche elettrodomestico nuovo. La cosa sorprendente è che aiutano economicamente i figli che vivono altrove, a tirare avanti.

Lì vicino c’è un monumento ai caduti in guerra. Lo stile è grezzo ma efficace. Un soldato col mitra al fianco, testa china ha piegato il ginocchio davanti alla tomba di un compagno.

A bordo cominciano i preparativi per l’esibizione dei turisti in canzoni in lingua russa: il titolo è ambizioso sarà un “concerto di talenti”.

Si parte per il Lago bianco e l’Onega.

8 Durante la navigazione vediamo dei tramonti speciali. Non saprei dire se la causa è la latitudine, arriveremo a 62° Nord non lontanissimi dal circolo polare e i venti potrebbero aver colpa di qualche scherzo. O la causa è la nostra abituale incapacità a guardare, travolti dalla routine quotidiana sempre ché umidità e lo smog ce ne diano la possibilità. Comunque vediamo una volta un cielo incredibilmente rigato da nuvole strapazzate dal vento, un’altra una zona di fuoco che copre l’orizzonte, un’altra due, si hai letto bene due, soli che si riflettono nelle onde del Volga. Di tutto c’è una spiegazione razionale ma che spettacolo! Si capisce dove finisce il fiume Kovza e comincia il lago Onega per la precisa linea che separa l’acqua marrone da una meravigliosa acqua blu.

Comincia la breve ma bellissima parte della crociera tra paesaggi nordici in cui si vede la natura nella sua bellezza e potenza; ci sono sempre le solite betulle sulle coste del lago e delle isole, ma l’uomo appare incerto in questi paesaggi. Temperature di -18°C, neve di oltre un metro, ghiaccio su tutto il lago caratterizzano la stagione invernale che io, nonostante gli sforzi, non riesco ad immaginare.

Dopo ore di navigazione ci appare tra varie isole il villaggio Kizhi con le sue costruzioni fiabesche. Non ho dubbi nel giudicare questo il posto più bello del nostro viaggio.

9 I bacini lacustri che abbiamo percorso sono stati anche abbastanza estesi ma di bassa profondità e la nave ha di fatto dovuto seguire il canale navigabile con vari cambiamenti di rotta. In uno di questi bacini addirittura spuntava un campanile di un villaggio sommerso.

La navigazione sull’Onega permette di procedere con meno attenzione in quanto i fondali sono profondi una cinquantina di metri e si può andare col pilota automatico. Siamo invitati a visitare la plancia dove il primo ufficiale, un giovane biondo, molto russo, ci mostra le dotazioni della nave: radar, sonar, gps, radio. Apprendiamo e la cosa chissà perché ci rassicura, che la nave è di costruzione tedesca. Ha tre motori da 1000 cv ed una autonomia di acqua e gasolio di 2 mesi. L’ufficiale risponde, senza ridere, affermando che fanno una prova scialuppe due volte al mese. Per fortuna non sono mai servite. Costruita negli anni 90 ha subito una modifica al ponte 5.

Confrontando la Gleb Krzhizhanovsky con altre navi “gemelle” viste nei vari porticcioli turistici mi par di capire che la modifica è consistita nella trasformazione del salone al ponte 5 in 10 cabine aumentando la capienza a 307 passeggeri. Questo spiega perché sulla nostra nave gli spazi comuni siano proprio al limite. Un salone in meno e 20 passeggeri in più…

L’equipaggio, ufficiali, marinai, cameriere, macchinisti, baristi, musici è di circa 100 persone.

No in russo si scrive Het e si legge Niet. Nessuna escursione gratuita a compensazione della visita mancata a Yaroslav. Così sentenzia inappellabilmente la Mosturflot. Ovviamente la nostra inesistente compagnia www.Sanpietroburgo.It non ha niente da dire.

Chissà perché ma le iscrizioni alle escursioni guidate a pagamento a Sanpietroburgo sono pochissime e la nostra guida Mosturflot ne è visibilmente seccata. Io non mi iscrivo a nessuna.

10 E’ arrivata la sera del concerto dei talenti. Nella sala grande, sulle duecento scomodissime sedie e in piedi negli stretti corridoi si accalcano praticamente tutti i passeggeri.

Cominciano gli Usa che portano sul palco una dozzina di persone, credo la totalità di loro. Hanno quasi tutti un vestito rosso e sono accompagnati al pianoforte da una di loro; cantano una canzone russa e un paio in inglese. Anche se il risultato artistico non è eccezionale potrebbero senza dubbio meritare il premio simpatia per l’impegno non fosse per la scelta della canzone finale “God bless America” intesa evidentemente a non farci dimenticare che loro sono l’America e che Dio ha con loro uno speciale rapporto.

Seguono gli Spagnoli che cantano oltre che in russo, delle ballate della loro tradizione che ci sono un po’ estranee. Fanno una bella imitazione di “turisti sulla piazza rossa” a stento capitanati dalle guide russe.

I Francesi danno prova di essere secondi solo ai Tedeschi in fatto di organizzazione e preparazione, ma di Tedeschi sulla nave non ce ne sono! Credo abbiano trovato nelle loro fila un direttore capace e hanno organizzato un coro a più voci che esegue impeccabilmente, ad un livello quasi professionale.

Anche loro però scelgono brani poco noti ma però non cantano la marsigliese.

Gli Italiani, accompagnati da Serghiei e Misha, se la cavano bene con le due canzoni russe, mezzanotte a Mosca e Calinca. Vanno benissimo con Volare che tutti conoscono, esteri compresi. Non va tanto bene il duetto del rugantino e la strofa di arrivederci Roma non sufficientemente provate e modificate all’ultimo. I Russi, un piccolo gruppo, fanno uno schetch della canzone dell’ubriaco con bottiglie usate come xilofoni, la parodia degli inservienti della nave ed una gustosa rielaborazione del lago dei cigni. Sono i maschi in mutande, canottiera e cuffietta a fare la parte delle ballerine in tutù. Alla fine cascano tutti ma uno con una bottiglia di vodka li rianima e li trascina via come i topi del pifferaio di Hamelin.

La cosa è spassosissima ma mette in luce un problema che avevamo intravisto a Mosca ma che vedremo in tutta la sua importanza a Sanpietroburgo: l’alcool.

Nel nostro Veneto l’abuso di questa bevanda non è una rarità, tuttavia non siamo abituati a vedere la gente per strada con la bottiglia, coppiette con una mano nella mano e nell’altra due birre. Ma forse ho girato poco per le nostre città! 11 Visto che tra Kizhi e Sanpietroburgo (che abbrevierò in SP) ci sono due giorni di nave e per strada non ci sono località interessanti da mostrare ai turisti (ma a me non sarebbe spiaciuta una visita per esempio a Svirstroi se non altro per vedere quanto è brutta!) i Russi si sono inventati Mandrogui. E’ una specie di Gardaland senza giostre con costruzioni bizzarre, un minizoo (galline, tacchini, procioni, renne), un mini parco con statue in legno ispirate a favole russe e molte botteghe di artigianato. Persino il divino Putìn (attenti a non confonderlo con quello di Natale!) è immortalato in un alcune foto, esibite da due negozietti, mentre pittura, malamente, una matriosca e poi decora un uovo. Probabilmente molti boss russi ci hanno messo dei quattrini nella realizzazione di questo falso villaggio che serve solo ad alleggerire le tasche ai turisti.

La Gleb Krzhizhanovsky è attraccata in terza fila e per scendere a terra bisogna passare nella hall di altre due navi, simili alla nostra. E’ un po’ la regola, visto che gli attracchi sono pochi e le navi molte.

Queste brevi incursioni ci permettono di fare qualche confronto, se non altro delle Hall.

In una di tedeschi c’era a uno schermo da 19 pollici dove era visualizzata la mappa GPS del luogo, e la rappresentazione della rotta. In un’altra aleggiava un intenso odore di misteriosa origine ma che ricordava quello del lucido da scarpe. Un’altra ancora mostrava il ricco menu del giorno ed una esagerata dotazione di marmi nell’arredo.

Quasi tutte però, tranne la nostra, avevano una Tv funzionante sintonizzata sui giochi olimpici cinesi. In tutta la navigazione non abbiamo mai visto praticamente la Tv! La cosa per me, che ho boicottato l’intera olimpiade, schifato dalle storie del doping, dal business e dall’uso politico dello sport, non ha avuto alcun significato ma ha rattristato non poco l’ex compagno M. Che solo nello Sport ha trovato qualche certezza storica moderna.

Ma è ora di souvenir e compro un gioco in legno per la mia nipotina oltre a delle scatole di fiammiferi: Putìn ha investito bene i suoi soldi! 12 Compare un nuovo problema per l’amica D., la nostra capogruppo. E la storia della mancia, descritta genericamente nel programma di www.Sanpietroburgo.It ma che Mosturflot in via ufficiosa, ma ultimativa, ci fa sapere essere esattamente di 3 Euro al giorno e cioè di 35 Euro complessivamente per persona. La somma originariamente stanziata è del tutto insufficiente e pare poi che alcuni di noi abbiano addirittura finito i soldi; ognuno si regolerà come crede, noi daremo cifra prescritta che sarebbe stata risibile se corrisposta al momento della iscrizione. Contatti telefonici con la ben nota www.Sanpietroburgo.It risultano impossibili in quanto sono tutti in ferie fino a settembre! Arriviamo con la nave al mattino presto a SP e dopo colazione iniziamo la escursione alla città col pullman. SP è una città sorta dove 300 anni c’era un acquitrino alla foce della Neva, un fiume corto ma largo quasi un chilometro. Voluta da Pietro primo, ha avuto vari nomi tra cui Pietrogrado e Leningrado ed è stata per 200 anni la capitale della Russia. Ha pochi monumenti di stile orientale il solo degno di nota la “chiesa del sangue versato” che si ispira un po’ a S. Basilio di Mosca ma che ha poco più di cento anni. E’ stata costruita dove hanno ucciso Alessandro II, riformista (fatto poi santo a detta della guida) della insanguinata dinastia russa . La chiesa di S.Isacco ha una cupola occidentale ancorché coperta d’oro e la chiesa di Kazan ha un porticato ispirato a quello romano del Bernini. Sulle larghe vie si affacciano dei palazzi in uno stile classico ed ispirato al Palazzo di inverno. Non ci sono in centro viali alberati ma le tre strade principali dette “prospettive” sono imponenti. Quella Nietsky è lunga 4,5 km e arriva dall’Ammiragliato fino al ponte di questo Alessandro Nietsky, generale vittorioso e poi monaco santificato.

Mi chiedo se il Papa consideri DOC questi santi e cosa ne pensi il loro patriarca di Mosca di una Giovanna d’Arco o di una Maria Goretti: sono misteri religiosi! Alberi però ce ne sono nei parchi, tra cui il noto giardino d’estate. Due altissime guglie dorate si levano dall’edificio dell’Ammiragliato e dalla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo nella Fortezza omonima. Questo mi pare l’elemento architettonico caratteristico di SP anche se qualche sfinge, egiziana e no, cerca di fare concorrenza.

Nessuno ha scelto di fare l’escursione guidata (a pagamento) del pomeriggio a Peterhof e tutti hanno deciso di fermarsi in città per una visita individuale. Per questi la Mosturflot ha lodevolmente preparato gratuitamente un “cestino pranzo” con due sandwich, uno yogurt, un frutto e 1/2 litro d’acqua: bravi! Quasi una carognata appare invece la proposta di venire a recuperarci col pullman alla sera: tutti ringraziano ma quei 20 minuti di pullman ci costeranno 170 Euro. 13 Città che si vantino di essere la Venezia del Nord ne ho viste almeno quattro: Dresda e Bamberg in Germania, Amsterdam in Olanda e appunto SP in Russia. Nessuna assomiglia realmente a Venezia: anche se Amsterdam ha molti canali e SP ha molte isole e ha un ponte su un canale certamente ispirato al ponte dei sospiri. Tralascio di ridicolizzare le veneziane città tedesche.

Il giorno dopo visitiamo l’Ermitage che dopo la caduta degli Zar comprende anche il palazzo d’inverno. E’ imponente con alcune stanze grandiose e molto decorate. La raccolta di opere d’arte e di quadri è impressionante.

La piazza del castello è grandissima con una colonna di granito al centro.

Vi sono parcheggiati da tempo due autobus speciali dotati di un tubo di collegamento alla fognatura: e pensare che in un primo momento avevamo pensato che fossero dei moderni pullman dotati di WC! Questa della carenza di bagni in centro è un problema che affligge sia SP coi suoi 5 milioni di abitanti sia Mosca che di abitanti ne ha il doppio dove abbiamo visto tante “cabine Wc” chimiche.

E’ una giornata afosa, molto calda e pare ci siano 30 gradi. Questo del caldo è una novità in quanto precedentemente avevamo sempre avuto sempre gradevoli temperature primaverili.

Nel pomeriggio facciamo su un piccolo battello il “giro dei canali” che ci costa 12 Euro invece dei 35 richiesti da Mosturflot; siamo con dei russi DOC. Nell’ultima fila ci sono due morosi con la loro brava birra. Una volta vedo sorridere lui che ha tutta la dentatura anteriore coperta d’oro! Cosa non si fa per esser belli e piacere all’altro sesso! Di ritorno decidiamo di farci anche noi una birra in un bar all’aperto nel parco dell’Ammiragliato. Passa di lì un poveraccio che senza chiedere niente finisce l’ultimo goccio delle due birre di precedenti avventori e ne pulisce pure il piatto dove erano rimaste alcuni pezzetti di cipolla.

Contrasto stridente questo con la ricchezza esibita nei matrimoni che sembrano qui voler superare quelli di Mosca. Mai viste tante limousine per sposi ed accompagnatori. La novità è lo Hammer allungatissimo (3-4 volte) ovviamente con vetri neri, visto in bianco e pure in un elegante color marrone.

Per la festa di nozze una coppia ha affittato la parte esterna dell’isola dove c’è la fortezza. I gorilla, sempre in nero qui, hanno circondato il luogo; poco lontano due elicotteri portano dei paracadutisti che effettuano dei lanci di precisione. Non si è capisce se questi ultimi fungano da semplice richiamo o se facciano parte della security: vuoi mettere come farebbe scena avere dei gorilla paracadutisti! 14 Il giorno dopo visita al Palazzo estivo di Caterina a Carskoe Selo ribattezzata Puskin in onore del poeta che lì aveva fatto il liceo. In un giardino meraviglioso si eleva il palazzo che è stato quasi distrutto dalla guerra ma quasi interamente restaurato. La guida ci ha fatto venire il mal di testa con la storia della famosa camera d’ambra, trasportata, trafugata ed ora ricostruita addirittura più bella della precedente e che non è permesso nemmeno di fotografare. E’ una delusione completa delle scaglie d’ambra di varie tonalità di colore e forma sono incollate alle pareti. Sarà preziosa ma bella no. Solite stanze “galattiche” con specchi e belle stufe in ceramica. Nel pomeriggio passeggiamo per la prospettiva Nietsky con visita al Gostiny Dvor l’equivalente del Gum di Mosca. Subisco due tentativi di borseggio, sventati per fortuna; non è andata così bene però a uno del nostro gruppo che è stato derubato di un costoso obiettivo fotografico. Programma alternativo per l’ultima mattina: facciamo un giro in un quartiere periferico non lontano dall’imbarcadero. C’è un grande viale alberato con palazzoni anche di 15 piani a bordo strada ma dietro ci sono delle palazzine di quattro piani intervallate da parcheggi con giardino e piante. Ho visto dei quartieri ben più brutti in Italia! Ci sono delle cose che lasciano perplessi: le case avrebbero bisogno di una bella mano di colore, manutenzione agli infissi ed intonaci, rimozione di cavi e tubi non più utilizzati. A proposito dei cavi scopro che la distribuzione della energia elettrica è fatta con linee aeree: da un palazzo alto si diramano a raggiera dei cavi per l’alimentazione degli edifici più bassi con risparmio di materiale ma con orribile risultato estetico.

In un negozietto c’è di tutto e a poco prezzo (un Rolex a 5 Euro!) ma ovviamente devi pagare in rubli. Un supermarket si presenta molto male fuori ma dentro è ordinato ed espone prodotti interessanti. Trovo irresistibile un quaderno a quadretti con la copertina piena formule trigonometriche, derivate e integrali, corredate da spiegazioni in cirillico; costa 10 rubli 0,3 Euro.

Un negozio è ricavato tenendo aperta la porta di una casa. Il cliente ha uno spazio di un metro quadro e può comperare da bere attraverso una finestrella. Mentre lasciamo la nave incrociamo la nuova comitiva di Italiani che affronteranno il viaggio da SP a Mosca al nostro posto. Stanno litigando per la “incredibile” assegnazione delle cabine fatta dalla www.Sanpietroburgo.It ; li lasciamo ai loro problemi anche perché sono più fortunati di noi: potranno dedicare alla cosa l’intero pomeriggio! All’aeroporto solite file. Controllo bagagli, passaporti. Poi l’ultimo controllo, radiografia questa volta anche per le scarpe; la mia valigia a mano non supera il controllo in quanto contiene 1/2 litro d’acqua. Ne bevo un po’ prima che me la buttino via.

Si parte; anche questa volta Alitalia ci propone un film americano per me inguardabile. Ci sono però tante belle nuvole e il pasto non arriva sgradito.

A Roma, una del nostro gruppo deve lasciare al controllo la bottiglia di Vodka comperata al dutyfree di SP, in quanto non è permesso fare il volo verso Venezia con questa nel bagaglio a mano.

Solita sceneggiata della nostra compagnia di bandierina a proposito di passeggeri che sarebbero in ritardo. Questo per giustificare il ritardo di un’ora della partenza per Venezia dove un mitico ma misconosciuto san Baule ha fatto il miracolo: ci sono anche le valigie.



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