Rovigo di città delle rose e dintorni
Villa Badoer è stata eretta dal Palladio (1568-70) con una nuova invenzione spaziale, ai lati del corpo centrale con loggia ionica e timpano, sono state realizzate due barchesse curve, che ispireranno il Bernini nella realizzazione della piazza S. Pietro a Roma. Le pareti interne sono affrescate finemente con grottesche ed allegorie dal pittore Giallo Fiorentino. Proseguiamo la visita con il museo archeologico ricavato in una pertinenza della villa. Imperdibile la visita alla casa dove nacque e visse Giacomo Matteotti. Laureato in giurisprudenza, Matteotti militò nel partito socialista: intelligente, zelante ed appassionato sostenitore dei diritti delle classi più umili, venne eletto deputato nel Collegio di Ferrara. Per aver denunciato i brogli elettorali che portarono al potere il partito fascista, Matteotti fu ucciso in maniera vile e feroce il 10 giugno 1924 ed ora riposa in un austero mausoleo nel cimitero di Fratta. L’interno su più livelli conserva ancora gli arredi originali. A pochi passi, sulla riva opposta del fiume, troviamo Villa Molin che possiamo ammirare solo dall’esterno, purtroppo all’interno è in corso un evento e non è possibile entrare. La villa non è stata realizzata dal Palladio, ma ne ricorda la forma architettonica. Per pranzo siamo ospiti, ovviamente, al ristorante Palladio. Locale carino, ottimo cibo e servizio “curioso”. Bis di bigoli al ragù di anatra e risotto radicchio e speck, prosecco, contorni e caffè 16 euro cadauno.
La nostra avventura prosegue con la visita del centro di Rovigo. Nonostante le temperature tropicali, visitiamo con piacere questa piccola cittadina. Il centro storico, vista la canicola estiva, è deserto, alcuni cittadini trovano ristoro sotto gli alberi secolari vicino alla torre Donà, quel che resta di un’antica fortezza, simbolo di Rovigo. Visitiamo l’imponente duomo, attraversiamo l’affascinante piazza principale Vittorio Emanuele, nella quale si staglia sopra un obelisco il leone della Serenissima, la piazza con il palazzo della Borsa e arriviamo al diamante della città: la chiesa della Beata Vergine del Soccorso. La chiesa è conosciuta anche con il nome di Rotonda, a causa della pianta ottagonale, forma usata solitamente per i battisteri. Questa configurazione a otto lati richiama il numero dell’infinito. La chiesa, che risale agli anni tra il XVI e XVII secolo, è stata edificata con lo scopo di conservare l’immagine della Madonna con il Bambino e come ringraziamento alla Madonna per aver fatto superare la peste alla città. L’ingresso di 2 euro comprende un’esauriente spiegazione delle opere d’arte presenti raccontata da una brava quanto eccentrica guida. Tutti i lati sono ricoperti di quadri disposti su due file (in totale 72), nel soffitto un bellissimo affresco che ricorda la peste a Rovigo. La guida ci illustra, per circa 1 ora e 1/2 le opere di maggior pregio, evidenziando i miracoli che la Vergine ha donato ai credenti, documentati in un libro che ci mostra. Dopo un’ora iniziamo a perdere la concentrazione, la spiegazione è meravigliosa, ma forse troppo lunga… nonostante tutte le informazioni avute, una volta uscita dalla chiesa, la nostra nuova amica Elsa ritornerà dal nostro Cicerone per chiedere chiarimenti! In molte allegorie sono rappresentati personaggi con corone di rose, infatti quest’ultime sono il simbolo della città. La guida, inoltre ci invita a provare i poteri miracolosi del luogo. Non resisto e chiedo immediatamente soccorso, chi non ne ha bisogno? Nessuno si aiuta da solo, come ha ben scritto la Mazzantini. Ho una situazione facilmente verificabile “che prude”, quindi provo ad illustrare i miei pensieri mentre guardo l’immagine sacra. Non pensavo che i pensieri potessero avere forma, ma ora so che possono perderla. Ringrazio la guida per il suggerimento, devo ammettere che il soccorso puntualmente è avvenuto. La chiesa è sublime, solo la visita di questo edificio sacro merita il viaggio, assolutamente da non perdere. Girovaghiamo per il centro storico… attenzione il parchimetro sta per scadere, è ora di rientrare. Dopo il solito aperitivo di saluto, torniamo verso le nostre rispettive abitazioni. Un’altra Avventura di un Giorno è terminata all’insegna della cultura, del divertimento, del buon cibo e dell’ottimo vino: un’ubriacatura d’amicizia. La destinazione è importante, ma non quanto gli amici con cui condividerla.
Meteo: temperatura tropicale.