Rotta verso l’Andalusia

Da Valencia a Malaga in 12 giorni e 13 notti
Scritto da: I bamboccetti
rotta verso l'andalusia
Partenza il: 28/10/2013
Ritorno il: 09/11/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Essendoci decisi all’ultimo momento, ma determinati a visitare l’Andalusia, abbiamo trovato voli con prezzi abbordabili solo PER Valencia e DA Malaga (entrambi Ryanair ahi noi) e quelli sono stati gli unici punti fissi da cui partire per costruire il nostro viaggio nel mondo de los gitanos, del flamenco, della corrida, delle tapas, che è poi stato anche la scoperta di un Paese che sa valorizzare le sue risorse turistiche, di un popolo che, chissà perché, ci è parso ligio e a tratti rigoroso, del fascino dell’influenza di tante culture tutte insieme.

Dall’aeroporto di VALENCIA abbiamo raggiunto il centro con una metro moderna ed efficiente che ci ha subito suggerito un infausto paragone con la metro di Roma, che di certo soccombe al confronto. Abbiamo dedicato la PRIMA GIORNATA alla visita della città (Ayuntamiento e Correo, Santa Catalina, Plaza de la Virgen e Cattedrale, Borsa della Seta -che è patrimonio UNESCO- e tutto il resto) non dimenticando di rilassarci bevendo, in una delle horchaterias vicino Santa Catalina, una “horchata”, bevanda a base di un tubero chiamato “cipero” che si mangia insieme a dei dolcetti a sigaro chiamati “fartons”. Abbiamo pranzato nell’esclusivo chiosco di un certo chef “Ricardo Camerena” al centro dei vari banconi del Mercato: consigliatissimo! La vista migliore della città è indubbiamente quella del Campanile della Cattedrale, la Torre del Miguelete. In hotel siamo tornati ripartendo dalla Torre di Serrano con una bella (e lunga) passeggiata per Los Jardines de Turia, un’arteria verde ricavata in quello che era il letto del fiume Turia in cui si va a correre, a passeggiare, in bici, ci sono campi di calcio e quant’altro, un piano più in basso (e del tutto isolato visivamente e acusticamente) rispetto alla strada a scorrimento veloce che la costeggia da entrambi i lati.

La SECONDA GIORNATA l’abbiamo dedicata alla “Ciudad de las Artes y las Ciencias” (città delle arti e delle scienze) e la maggior parte del tempo all’Oceanogràfic, il parco marino più grande d’Europa. Come bamboccetti ci siamo divertiti a passare nei tunnel degli acquari che ti danno l’illusione di camminare nei fondali oceanici circondati da squali, o “pesci luna”, i nostri preferiti (sembrano davvero fatti di terreno lunare!). Tutte le sezioni sono curate, carino (soprattutto per i bambini) lo spettacolo nel delfinario, un po’ tristi le foche bianche (?) che, così giganti, sono costrette a fare sempre lo stesso percorso in piccole vasche non certo paragonabili agli ambienti dell’antartico. Il resto del tempo lo abbiamo dedicato alle interessanti architetture esterne e al museo delle scienze progettato da Calatrava. La sera alle 11 siamo andati in cerca di “movida” alla Marina Real (la zona del porto e del lungomare) per poi capire che d’inverno l’area a tarda sera è deserta! Qualche segno di presenza umana (molto chic) nei pressi di “Veles y Vents”, l’edificio progettato da Chipperfield. Complice della nostra illusione una vecchietta che in metro ci aveva detto che, visto il caldo straordinario, la gente si faceva ancora il bagno al mare nonostante fosse quasi novembre. In effetti le temperature sono state intorno ai 24 e 27 gradi pressoché per tutta la durata del nostro viaggio (se escludiamo Granada).

PERNOTTAMENTO per 2 notti a Valencia: Rooms Deluxe Hotel (Av. Instituto Obrero 20; due minuti a piedi dalla città delle scienze).Tutte le camere sono tematiche dedicate ad una città, ad un Paese o ad un argomento (es. pop art). La nostra era quella le cui foto compaiono sul sito dedicata a Parigi. Carina. Buon rapporto qualità prezzo. Per raggiungere il centro occorre prendere l’autobus per una decina di minuti.

Il TERZO GIORNO abbiamo tentato di affittare la macchina che avevamo prenotato con Goldcar, ma le condizioni erano totalmente diverse da quelle che risultavano dalla nostra prenotazione perciò (un po’ incazzati) ce ne siamo tornati nel quartiere del Carmen per mangiare qualcosa nei pressi della Torre de Serrano. Riconquistata un po’ di serenità, abbiamo affittato la macchina nel pomeriggio da Europecar che sicuramente ci ha offerto un servizio più professionale. La sera abbiamo soggiornato a LORCA, città gravemente colpita da un terremoto nel 2011. Dopo aver fatto un giro per il Castello rimesso a nuovo e sede del parador, con un lussuoso albergo e ristorante, esposizioni e centro culturale, siamo tornati giù in città che, oltre alla piazza dove si trovano i bellissimi palazzi barocchi del tribunale e dell’ayuntamento (municipio), non ci ha offerto un granché. Verso le 11 e mezza di sera, alla ricerca di un posto dove mangiare, ci siamo ritrovati in un pub dove l’attenzione era catalizzata dalla partita Real Madrid – Sevilla (credo che le partite di campionato si tengano in due turni di prima e seconda serata) e devo dire che l’atmosfera ci è piaciuta, tra qualche sporadico giovane e vari sessantenni da soli che interagivano l’uno con l’altro, anche se il nostro “plato combinado” di uova di quaglia, salsiccia e patate non era di alta gastronomia e non proprio leggero per essere mezzanotte.

PERNOTTAMENTO, una notte a Lorca. Hotel 4 stelle Sarcotel Jardines de Lorca con circuito SPA a pagamento (16 euro per gli ospiti dell’hotel) in cui l’acqua e gli ambienti (tutti molto curati) non erano debitamente riscaldati e la sauna era una stanza con condizionatore che emetteva aria calda. Da ammettere che alla fine il “circuito imperfetto” ci ha davvero rigenerato dalle fatiche del giorno. Sull’hotel davvero nulla da dire: stanze e edificio moderni e accoglienti. Splendida vista sul castello dalla nostra camera.

Il QUARTO GIORNO, ripartiti da Lorca, ci siamo fermati sulla via a GAUDIX, cittadina in pietra arenaria dai colori caldi arroccata su una collina. La visita vale la pena. La zona è famosa per le abitazioni e gli hotel scavati nella roccia (un po’ stile Matera e Cappadocia). Pranzo in un locale consigliato da Lonely Planet, “Bodega Calatrava”: tutto, dalla zuppa di pollo alle salsicce in tutte le sue declinazioni, molto pesante ma buono! Bella atmosfera del locale, un po’ rustica, stile pub scavato nella roccia. Siamo arrivati a GRANADA verso le quattro di pomeriggio, proprio il venerdì del ponte del primo novembre (avevamo trascurato il fatto che anche in Spagna fosse festa nazionale: è stato perciò molto difficile trovare un hotel per le tre notti di ponte). Consegnata la macchina alla stazione di Granada siamo andati al nostro hostal per poi iniziare la visita della città. Dalla Gran Via, dove si trovava l’hostal, siamo andati a ritirare il “bono turistico”, una card prepagata che permette l’accesso a vari monumenti e 5 corse in autobus ma che, soprattutto, è stata per noi l’unica via per riservare l’ingresso alla Alhambra ad un giorno dal ponte, visto che con le altre modalità come la prenotazione online risultava tutto pieno! E siamo davvero felici di essere riusciti a vederla: abbiamo capito perché è la meta turistica più visitata di Spagna! Poi abbiamo approfittato del pomeriggio inoltrato per andare a vedere il tramonto dal “Mirador de San Nicolàs” – un must a Granada – partendo dal Paseo de los Tristes lungo il fiume: bellissime stradine e panorami!

Il QUINTO GIORNO abbiamo visitato l’Alhambra in mattinata (l’ingresso era prenotato per le ore 9.00), il Monasterio de La Cartuja, la Cattedrale e la Capella Reale nel pomeriggio. La sera abbiamo mangiato a La Cueva de 1900 (tapas di jamon, queso de cedro, flamenquin, vino etc. etc.): taberna che si trova in varie città dell’Andalusia. Ci è sembrato fosse frequentato dai locali più che dai turisti.

Il SESTO GIORNO, ancora a Granada, che forse è la città che più ci è rimasta nel cuore, abbiamo preso il piccolo bus per il Sacromonte, il quartiere gitano tutto di casette bianche. Durante il tragitto un distinto signore 83enne granadino doc, e tutto d’un pezzo, che ha rifiutato che gli cedessimo il passo per salire sul bus perché “lo que es primero va primero”, ci ha intrattenuto più che piacevolmente. Ci è sembrato un atto dovuto aspettare l’inizio della visita guidata dell’Abbazia del Sacromonte che il signore distinto aveva tanto decantato (visita di 45 minuti, interessante storia delle iscrizioni moresche in arabo su lamine di piombo, riguardanti la dottrina cristiana ). Uno splendido cammino nel verde ci ha ricondotti in centro città. Dopo un pranzo nella piazzetta di San Miguel Bajo, siamo andati a visitare il Monasterio de San Jeronimo (davvero notevole l’interno) e poi ci siamo trattenuti nel quartiere universitario (nei pressi) per un caffè in relax fuori dal circuito troppo turistico. La sera abbiamo ripercorso le vie del centro, ormai care, per dare l’addio a Granada.

PERNOTTAMENTO: 3 notti a Granada. Hostal Pension Londres (Gran Via de Colon 29). Abbiamo soggiornato in questo hostal in corrispondenza del ponte del primo novembre. Dobbiamo ammettere di aver realizzato troppo tardi che si trattava di un ponte festivo anche per la Spagna e di aver prenotato all’ultimo momento con evidenti conseguenze anche sulle disponibilità e sui prezzi. Nel caso del nostro hostal dai 30 euro abituali si è passai a 46 euro per notte per una stanza doppia con bagno condiviso, unica rimasta. L’hostal è pulitissimo e in posizione più che strategica a due minuti a piedi dalla cattedrale, e la simpatica proprietaria, Gloria, ha un piglio diretto e cordiale allo stesso tempo che ti fa sentire a tuo agio. Certo le stanze con piccole accortezze potrebbero sembrare molto più moderne e il bagno condiviso non è il massimo.

Il SETTIMO GIORNO siamo partiti con l’autobus di linea Alsa (www.alsa.es) per CORDOBA (1h e 45 mins, abbiamo beccato l’unica corsa giornaliera con servizio migliorato, con tanto di bottiglietta d’acqua e snack, connessione wi-fi e monitor personale con possibilità di scegliere film, giochi etc.). Arrivati alla stazione degli autobus di Cordoba, abbiamo preso un taxi fino in hotel e come prima cosa ci siamo goduti la vista dalla terrazza all’ultimo piano: veramente spettacolare! Usciti dall’hotel, lungo il ponte romano siamo arrivati al centro città, compatto e bellissimo! Il tramonto a Cordoba ci ha conquistato. Abbiamo anche preso la tortilla di patate dal tanto decantato Santos ma ci ha un po’ deluso.

PERNOTTAMENTO, una notte a Cordoba. Hotel NH a 4 stelle Hesperia Cordoba (Avenida Fray Albino 1). Bellissime le stanze, fantastica la posizione. Nulla da aggiungere. Stop.

L’OTTAVO GIORNO, dopo aver visitato la Mezquita (moschea-cattedrale, patrimonio UNESCO) e salutato la città, siamo partiti per SEVILLA (Siviglia) con l’autobus di linea Alsa (circa due ore). Siamo arrivati agevolmente in hotel dalla stazione con il bus C3. Abbiamo percorso a piedi le strade del quartiere “Alameda de Hercules”, dove si trovava l’hotel, e siamo arrivati fino al Metropol Parasol, dei fungoni avveniristici disegnati da Mayer inaugurati nel 2011, per poi spingerci nelle strade dello shopping, nei pressi della cattedrale e poi dietro l’alcazar per le stradine incantevoli della Juderìa, il quartiere ebraico.

Il NONO GIORNO abbiamo visitato la Iglesia de la Macarena nel “nostro quartiere” che ci è sembrato molto più vero e godibile delle strade del pieno centro assalite dai turisti. In particolare la colazione al “café Hercules” con café con leche e l’ormai solita – per noi- “tostada” con olio e passata di pomodoro ci faceva sentire proprio gente del luogo. Abbiamo camminato fino al centro per vedere la cattedrale di Siviglia (patrimonio UNESCO, ma la pala d’altare era in restauro), Plaza de Espana, costruita per l’esposizione ibero-americana del 1929 e il bellissimo parco adiacente. Abbiamo pranzato di fronte all’università (vale la pena visitarne gli edifici!). Il pomeriggio ci siamo spostati sul lungofiume. A Plaza de Toros de la Real Maestranza, l’arena di Siviglia, abbiamo scoperto che la “temporada” (la stagione) della corrida dura da aprile ad ottobre e che non sarebbe stato possibile vederla in ogni caso. Proseguendo sul lungofiume nel quartiere di Triana, al ponte de la Barqueta abbiamo ripreso la via di “casa”. La sera ci siamo infilati in un localino a caso nel “nostro quartiere”, gestito da un “payo” e due “gitanas” e costellato di foto coloratissime che immortalavano le due durante i festeggiamenti della Semana Santa.

PERNOTTAMENTO, due notti a Siviglia. Hotel 4 stelle San Gil (Calle Parras 28). Le stanze non sono proprio da 4 stelle ma l’hotel è molto caratteristico e molto carino è il patio interno. Nell’area nuova, dove eravamo, non prendeva la connessione wi-fi. La zona, vicino alla chiesa della Macarena, non sarà forse centralissima, ma si respira comunque un’aria di quartiere e il centro, per dei buoni camminatori come noi, è raggiungibile a piedi.

Il DECIMO GIORNO abbiamo affittato nuovamente la macchina da Europcar e siamo partiti alla volta di JEREZ DE LA FRONTERA. Il paese non ci ha colpito particolarmente, forse perché siamo arrivati all’ora della siesta e aveva un’atmosfera troppo sonnolenta (non solo la casa del flamenco e molti negozi, ma perfino l’ufficio informazioni era chiuso per siesta). Abbiamo proseguito per CADIZ (Cadice) che questa volta sì, ci ha colpito molto. Era bellissima al tramonto. Però forse, avendo voglia di evadere dalla città per gli ultimi giorni di viaggio, abbiamo fatto la scelta giusta a non soggiornarci (peraltro ci è sembrato di vedere pochi hotel e nessun hostal). Abbiamo proseguito in macchina fino alla campagna nei pressi di VEJER DE LA FRONTERA.

L’ UNDICESIMO GIORNO, dovendo ammettere con noi stessi di aver bisogno di riposo, abbiamo deciso di rimanere un’altra notte in campagna, senza rinunciare, però, a visitare i paesi vicini di Vejer de La Frontera e Conil de la Frontera e ad esplorare spiaggia per spiaggia la COSTA DE LA LUZ, così diversa dalla Costa del Sol, chiassosa e spolpata fino all’osso. Ogni spiaggia con la sue caratteristiche: Palmar, piena di surfisti, Cana de la Meca con troppi freakkettoni 50enni rimasti sotto al ’68, Barbante, paese di pescatori un po’ gitano e un po’ bruttino, “feo”, ha detto il proprietario del nostro hotel. Al museo del pesce di Barbante abbiamo fatto scorta di tonno rosso, anche se è in via d’estinzione. Siamo perseguibili legalmente? In particolare ci sarebbe piaciuto passeggiare con calma per il Parque Natural di Barbante, ma dopo 25 minuti di estasiante cammino in una pineta a picco sul mare blue, un breve colloquio con un compagno di sentiero che sosteneva che lì fosse la prassi rubare TUTTE le macchine parcheggiate al Mirador di partenza (e ripeteva: “todos, todos”), ci ha convinti a tornare in fretta e furia al parcheggio.

PERNOTTAMENTO, due notti a La Muela (campagna vicino Vejer de la Frontera, provincia di Cadige). Hotel Sindhura (Patria s/n, 2 stelle). Un casale rurale curato nei minimi dettagli con fonti d’acqua e patio in stile andaluso. Stanza con terrazzino a piano terra con vista sul mare. I proprietari, Ana e Alejandro, sembrano gioire del piacere con cui i propri ospiti scoprono l’Andalusia e sembrano amarla molto. Sembrano aver girato il mondo per poi fermarsi nel loro paradiso. Il ristorante è ottimo e accogliente con le pareti a vetri che danno sulle campagne circostanti, e un ottimo menù di specialità locali ma anche di curry e piatti orientali. Veramente da consigliare! Unico inconveniente? Quando apri le finestre qualche insetto irrispettoso della privacy si infila dentro.

Il DODICESIMO GIORNO siamo partiti con la macchina alla volta del Regno Unito, ovvero di GIBILTERRA, per poter dire di aver visitato ben due Paesi in un solo viaggio. A Gibilterra, dopo aver passato la frontiera con la macchina, siamo andati sulla sommità della rocca con la funicolare, per poi discendere a piedi visitando l’Upper Rock Park, la grotta con le stalattiti e le stalagmiti, il sentiero delle bertucce, fino a scendere al Castello Moresco dal quale, con tanti scalini segreti l’uno dietro l’altro – di cui ci ha svelato l’esistenza un autista dei bus di linea – si arriva direttamente alla strada principale del centro città, con le cabine telefoniche stile British e i ristoranti fish & chips. Per inciso, le “bertucce” ci hanno un po’ delusi. Ce le aspettavamo allo stato brado un po’ imprevedibili, ma ci sono sembrate “bertucce salariate” in orario d’ufficio. Ripresa la macchina, abbiamo fatto un giro completo della rocca con sosta a Europa Point da dove si può ammirare l’Africa, avendo alle spalle una moschea bianca moderna stagliata sulla rocca a picco sul mare. Ce ne siamo “tornati in Spagna” senza meta, indecisi se spingerci nell’entroterra fino a Ronda o proseguire un’ora oltre Malaga fino a Nerja o, invece, riconoscere i nostri limiti e fermarci sulla Costa del Sol, sulla via per Malaga. Abbiamo deciso di essere onesti con noi stessi e fermarci lungo la Costa del Sol, a Fuengirola, stavolta davvero in Inghilterra: per le strade solo coppie di pensionati inglesi, insegne rigorosamente in inglese e via dicendo.

PERNOTTAMENTO, una notte a FUENGIROLA (provincia di Malaga). Hotel a 4 stella Confortel, sul lungomare (p. Maritimo Rey de Espana 87). Belle stanze. Personale gentilissimo. Il vantaggio di pernottare negli hotel-casermoni della Costa del Sol a novembre è vedere dalla propria stanza al decimo piano, rigorosamente vista mare, una spiaggia deserta e senza ombrelloni, un mare sterminato, una bellissima alba in diretta. Bilancio positivo.

Eccoci all’ULTIMO GIORNO. Durante la colazione sul lungomare abbiamo avuto conferma di essere in Inghilterra. Accolti con “good morning”, abbiamo perfino avuto difficoltà ad ordinare la nostra solita “tostada” con olio e pomodoro, perché l’offerta generale si fermava a uova, salsicce e bacon. Scesi in spiaggia la mattina presto, abbiamo goduto della tranquillità del lungomare con qualche mattiniero dedito al jogging e i pensionati inglesi a passeggio. Abbiamo lasciato per la seconda volta il Regno Unito alla volta della Spagna verso la nostra ultima destinazione: MALAGA. Riconsegnata la macchina alla stazione, siamo andati a piedi in centro, abbiamo visitato la città per quattro ore, senza lasciarci scappare la visita al Museo di Picasso (non esaltante, ma emozionante, se si pensa che Malaga gli ha dato i natali). Alle quattro abbiamo preso il treno per l’aeroporto (solo 12 minuti) … E poi tristemente in viaggio per la realtà di tutti i giorni.

Un rimpianto: non aver visto il flamenco, ma nelle grandi città le proposte ci sembravano teatrini per i turisti e nei centri più piccoli come Vejer de la Frontera, ad esempio, abbiamo mancato la serata giusta.

Nota: tutti gli hotel, anche quelli a 4 stelle, in bassa stagione hanno avuto un costo compreso tra 30 e 50 euro a notte per una doppia.

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Valencia, città della scienza

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Alhambra, Granada

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Cadiz al tramonto

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Europa Point, Gibilterra

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Alba a Fuengirola, Costa del Sol

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Ponte Romano, Cordoba

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Parasol, Siviglia



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