Rosso come un treno

Tra le nuvole e ghiacciai con il Bernina Express
Scritto da: J&B
rosso come un treno
Partenza il: 24/07/2015
Ritorno il: 24/07/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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I plastici dei trenini esistono anche nella realtà. Ponti gallerie e curve in successione, un blister dopo l’altro su un tracciato che sale fino a toccare i ghiacciai delle Alpi svizzere. Il treno rosso del Bernina è così, come quei modelli da vetrina che tolgono il fiato agli appassionati e lasciano a bocca aperta anche il viaggiatore più distratto. Ed è proprio per distrarsi dalla routine del lavoro estivo in Valtellina che una mattina di luglio insieme a un collega mi sono presentato alla biglietteria della stazione di Tirano, sportello della Ferrovia Retica. Alle 9,30 parte il Bernina Express: destinazione Saint Moritz, nel cuore delle valli dell’Engadina.

Ma più della stazione d’arrivo sono le fermate intermedie e la curiosità per il tracciato a farci salire in carrozza. Dai 430 metri sul livello del mare di Tirano il treno arriva ai 2091 metri dell’Alpe Grum, prima di fare sosta a quota 2.256 metri dell’Ospizio Bernina, di fronte al massiccio del Piz e al ghiacciaio che guarda tutti dall’altro dei suo quattromila metri.

Insomma, un treno fuori dalla norma. E la conferma arriva subito. Appena lasciata la stazione i binari incrociano la strada nel bel mezzo di una rotonda e l’attraversano senza sbarre né passaggio a livello: è sufficiente un semaforo a fermare le auto. Le carrozze davanti al santuario della Madonna imboccano una stretta via tra due case, come fosse la cosa più naturale del mondo.

Neanche il tempo di scegliere su quale lato della carrozza sedersi ed i binari già iniziano a salire. La pendenza è costante e si fa più accentuata appena passato il confine a Campocologno. Ma è a Brusio che il treno compie un vero “salto di qualità”: una rampa elicoidale permette ai vagoni di arrampicarsi di una trentina di metri con una sola curva. Un’immagine da cartolina che vale più di qualsiasi descrizione. È inizato il vero tratto di montagna, che presto tocca i mille metri e costeggia il lago di Poschiavo. Lasciato il centro abitato che dà nome al lago il treno letteralmente buca le montagne: ponti e gallerie fanno perdere l’orientamento ma non è difficile accorgersi che sono proprio i tunnel l’ingegnosa meraviglia di questa ferrovia. In galleria (quasi tutte buie e molto brevi) il treno curva e rispunta dalla parte opposta della montagna. Il paesaggio che prima era alla nostra destra ora si può ammirare dal finestrino opposto. Almeno fino alla prossima galleria. Un paesaggio che cambia con il salire dell’altitudine, con i boschi che lasciano spazio ai pascoli e agli abeti e infine alla roccia nuda.

Merita una sosta la fermata dell’Alp Grum, poco sopra i duemila metri. Qui la stazione è di fronte al massiccio del Piz Palù. La giornata non è limpidissima ma riusciamo comunque a goderci il nostro posto in prima fila davanti al ghiacciaio e soprattutto davanti ad una nutrita e combattiva comitiva di turisti giapponesi scesi dal treno proveniente da Saint-Moritz. Il tracciato è a binario unico e le stazioni servono anche a regolare il traffico, offrendo soste inaspettate ma mai prolungate oltre il necessario, come tradizione e buon nome elvetico impongono!

Dall’Alp Grum all’Ospizio Bernina ci sono ancora trecento metri di dislivello da superare e una diga da costeggiare. La fermata si trova infatti tra due laghi, il lago Bianco (artificiale) e il Lago Nero: è il punto più alto del tracciato e quello più carico di storia e fascino, non fosse altro per il tracciato che ora segue fedelmente le sponde del lago, con curve e controcurve proprio come in un modellino in scala. Oltrepassato lo specchio d’acqua inizia la discesa, ancora tra prati e pascoli ma più distanti dalle montagne. Quattro stazioni prima di arrivare al capolinea di Saint-Moritz.

Più del Dorf (il centro abitato vero e proprio) preferiamo il Bad, il lungolago battuto dal vento che ci offre un approccio meno brusco alla città, specie dopo aver respirato la montagna per due ore filate. Saint-Moritz è una località che sa mischiare cultura e shopping senza però mai rinunciare al lusso e a una ostentata esteriorità che si specchia -è proprio il caso di dirlo- nelle vetrine dei negozi e nelle vetrate dei Grand Hotel.

Il nostro treno riparte pochi minuti dopo le 16,30: con grande anticipo torniamo in stazione, per goderci l’arrrivo dei vagoni rossi. Ma non siamo soli. A quanto pare più del capolinea piace il viaggio. E dopo un ultimo sguardo al lago e al fiume Inn ci prepariamo a tornare sulle sponde dell’Adda.

Un consiglio: prendete il primo treno del mattino e fate una sosta all’Ospizio Bernina. Il lungolago è molto bello, si può camminare o anche solo passeggiare ma soprattutto godersi il sole dei duemila metri. Potete poi riprendere il treno che ripassa da lì a un’ora e continuare il viaggio.



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