Romania, che piacevole scoperta!

Al di là di ogni aspettativa, un paese ricco di storia, di gustosi sapori, di paesaggi da cartolina, di città pulitissime, di giardini curati e colorati. Il tutto a un prezzo accessibile e a due ore da casa
Scritto da: Luna Lecci
romania, che piacevole scoperta!
Partenza il: 05/08/2016
Ritorno il: 12/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Descrizione in breve: Al di là di ogni aspettativa, un paese ricco di storia, di gustosi sapori, di paesaggi da cartolina, di città pulitissime, di giardini curati e colorati. Il tutto a un prezzo accessibile e a due ore da casa. La spesa totale a persona è stata di € 1.100 così suddivise:

Volo con la compagnia Wizz Air € 250 a persona: andata e ritorno Roma – Bucarest;

Tour Romania Una vera favola, la leggenda di Vlad€ 840 a persona acquistato on line dall’operatore Stelle d’Oriente (www.stelledoriente.it) di 8 giorni/7 notti in camera doppia che include i trasferimenti da e per l’aeroporto di Bucarest; 7 notti in hotel, quasi tutti a 4 stelle (uno a 3 e uno a 5), con trattamento di pensione completa (sempre mezzo lt d’acqua e un paio di volte il vino); viaggio in pullman con aria condizionata con guida parlante italiano; ingressi e assicurazione medico bagaglio.

Da pagare sul posto le tasse per scattare foto e girare video all’interno di soli alcuni siti e monumenti (dai 2,5 ai 10 €), le bevande, l’eventuale mancia per autista e guida.

Premessa. Tre giorni per decidere dove trascorrere una settimana improvvisa di ferie! Butto un occhio ad alcuni last second che propongono prevalentemente Mar Mediterraneo. Inoltro la mia richiesta anche all’operatore Stelle d’Oriente con il quale ho fatto altri viaggi e rimango incuriosita dal programma del tour della Romania. E’ interessante, accettiamo seppur penalizzati dall’alto costo del volo. Pazienza, in fondo quello totale, comprensivo di tutto, non supera i 1.050 € a persona!

Venerdì 5 agosto – 1° giorno: ROMA Ciampino – BUCAREST Otopeni

Partiamo da casa all’alba, parcheggiamo l’auto per una settimana (€ 29,50) al Best Parking adiacente l’aeroporto di Ciampino e ci imbarchiamo sul volo Wizz Air alle 7,40. Dopo 2 ore puntualmente atterriamo a Bucarest dove sono le 10,45 (un’ora in avanti di fuso orario).

Sul volato avremmo potuto risparmiare parecchio prenotandolo con un più largo anticipo (e non solo tre giorni prima) o partendo in date differenti. Al momento era il più conveniente (bagaglio a mano di 10 kg gratis e uno a pagamento in stiva di max 23 kg a € 50) rispetto ad altre compagnie quali Ryanair e Alitalia.

A Otopeni la sig.na Roxana ci aspetta mostrando un cartello con i nostri nomi e la scritta Karisma Travelnet. In un italiano perfetto ci dà il benvenuto e ci fa salire in un’auto un po’ vecchiotta ma pulita. Che tuffo al cuore aprire i finestrini girando la manovella!

Ruotiamo la testa a ogni indicazione della ragazza, la quale ci mostra quello che era il Palazzo Scînteia (Scintilla, il giornale unico del partito comunista) e che ora è la Casa della stampa libera (Free press house); il Monumento agli eroi aviatori della prima guerra mondiale raffigurante un uomo in bronzo su un obelisco bianco con le braccia/ali aperte; una modernissima scultura in acciaio del 1989: le Ali (tre) in memoria ai combattenti contro il comunismo e in rappresentanza della libertà, molto criticata per l’elevato costo; il piccolo Arco di Trionfo per celebrare l’indipendenza della Romania (sotto al quale non si può passare e sul cui terrazzo – che offrirebbe una meravigliosa panoramica – non si può salire); l’enorme Lago Herastrau la cui circonferenza è di km 7 all’interno dell’omonimo parco di 110.000 ettari; ampi viali sui quali si affacciano molte ambasciate (quella russa è la più grande, quella del Canada la più piccola); case di parlamentari, sedi di partiti e poi immense piazze come Charles de Gaulle e Vittoria.

In mezz’ora arriviamo all’Hotel Golden Tulip Victoria 4* e Roxana, davanti a una cartina, ci dà qualche indicazione per impiegare il tempo libero fino alle 19, ora in cui conosceremo la guida, il resto del gruppo e inizierà ufficialmente il tour.

La stanza n. 1003 è graziosa, pulita, un bollitore con la possibilità di prepararsi caffè solubile o tea, in bagno diversi prodottini, tv che non accenderemo e soprattutto ottima è la posizione dell’hotel.

Il tempo di sistemarci, avvisare la responsabile dell’agenzia in Italia Giorgina Bufalini del nostro arrivo e dell’accoglienza e iniziamo una lunga e piacevolissima passeggiata a piedi su Calea Victoriel, Bulevard Dacia, Piazza Romana stupendoci sin da subito per quanto siano enormi le strutture, pulita e ordinata la città.

Incantevole il Palazzo Cantacuzino dove attualmente si trova il Museo Nazionale George Enescu, dedicato a uno dei più importanti musicisti (violinista, pianista, insegnante) e compositori del paese.

Scopriamo La Parigi dell’Est – per la sua la modernizzazione nell’800 da parte di architetti francesi o da quelli locali formati in Francia – ammirando i suoi larghi viali e i gloriosi edifici belle époque. Rimaniamo estasiati dall’Ateneo Romano di Filarmonica, dalla Piazza della Rivoluzione, da quella dell’Università sulla quale spiccano imponenti i palazzi delle facoltà, l’accademia di studi di medicina, la pinacoteca e il Museo di Storia.

Entriamo nella Chiesa Bianca (Alba) ortodossa del 1700; una foto alla Galleria d’Arte Romaneasca; alla Statua di Carol I a cavallo davanti alla vecchia biblioteca universitaria; una veloce visita alla Chiesa Crezulescu del 1720, anch’essa ortodossa, dedicata alla Madonna e agli Arcangeli Michele e Gabriele i cui affreschi del portico raffigurano l’Apocalisse; uno scatto alla Sala Palatului, un centro congressi/sala concerti; in posa davanti all’alta bandiera tricolore (blu, gialla e rossa, colori simbolo delle regioni Valacchia, Transilvania e Moldavia) che sventola di fronte a una graziosa fontana e al Circolo Militare Nazionale in stile neoclassico francese.

Dobbiamo convertire i soldi, la moneta locale è il Leu. Ci sono vari uffici cambio, ma preferiamo trasformarli in una banca: € 1 = 4,40 Lei. Che consistenza strana hanno le banconote di carta! Ma certo, sono impermeabili e scopriamo successivamente che vengono stampate in Australia.

Per pranzo acquistiamo delle bagel ovvero delle ciambelle di pasta di pane con sopra vari semi (di papavero, girasole, sesamo) presso un forno spendendo pochissimo (ogni pezzo tra i 30 e gli 80 centesimi di euro!).

In uno dei tanti supermercati Mega Image compriamo delle bibite fresche divertendoci a curiosare tra gli scaffali che espongono i formati di pasta Barilla (è quello degli spaghettini che costa di più).

Nel rientrare visitiamo la bellissima Chiesa dedicata alla Santissima Trinità, alla Vergine Maria e ai Santi Martiri Justine e Ciprien al cui interno, su di un tavolo, molti fedeli portano in dono del pane e si mettono in fila per una preghiera. Scattiamo una foto anche alla gigantesca Banca centrale presidiata costantemente da auto della politia.

Percorriamo un tratto lungo il fiume Dâmbovița sul quale affaccia l’immensa Corte d’appello. Ci ritroviamo in un’area che ci ricorda una piazza umbra: siamo davanti alla chiesa ortodossa Corte vecchia di Sant’Antonio Buna Vestire quando, nell’attigua torre dell’orologio, scoccano le 17 e suonano le campane. In un vascone fuori la chiesa con l’insegna “morti” molti fedeli accendono candele per le persone care e le lasciano galleggiare dopo aver lungamente pregato.

Riprendiamo la via del ritorno. A Piazza Uniiri immortaliamo qualche chiesa cristiana nascosta che s’intravede in mezzo ad alte costruzioni innalzate appositamente per non renderle individuabili durante il regime comunista (molte altre sono state rase al suolo). Su Boulevard Bratianu da romani romanisti ci facciamo un autoscatto insieme alla lupa capitolina e un po’ stanchi, ma super soddisfatti, rientriamo in hotel.

Alle 19 puntuali appuntamento nella hall. Vedo un torpedone davanti all’albergo, mi prende quasi un colpo. Il gruppo sarà composto da 39 persone! Oh mamma mia! Non sono abituata a questo tipo di tour! Marcello, un romeno di mezza età, magro e scattante, sarà la guida scelta per noi dal tour operator locale World Travel Group. Prendiamo posizione sul pullman che, prima di portarci a cena, fa un veloce giro panoramico della capitale.

Scendiamo davanti al museo nazionale di storia sulle cui scale Marcello ci spiega il Monumento all’imperatore Traiano, una statua di bronzo moderna (2011) e molto criticata sia perché ritrae l’imperatore nudo che imbraccia la lupa capitolina e un serpente (simbolo dell’origine latina dei rumeni) sia perché è costata € 50 mila!

Ceniamo presso un ristorante tipico, il Caru’ cu Bere, all’interno dell’originale ed enorme storica casa della birra dal 1879 (www.carucubere.ro).

Iniziamo il viaggio culinario con caciocavallo in carrozza, un tagliere ogni tre persone su cui è adagiato uno stinco di maiale su mamaliga (un pasticcio di mais che somiglia molto alla nostra polenta), verdure e fetta di torta al cioccolato. Il tutto è molto gustoso, sicuramente non si è trattato di una cenetta leggera, ma apprezziamo l’allegra atmosfera e ci stupiamo davanti a camerieri che servono birra in boccali da un metro! Dopo cena inizia anche lo spettacolo! Due coppie indossano abiti tradizionali e iniziano a danzare proprio accanto al nostro tavolo. La musica è allegra e gli applausi spontanei. Scompaiono velocemente per ripresentarsi con costumi da ballo moderni. Le donne con vestitini fucsia succinti incantano per bellezza e bravura. Purtroppo è ora di andare… beato chi rimarrà a godersi la serata.

Crolliamo sul comodo lettone contenti per la trascorsa giornata!

6 agosto – 2° giorno: BUCAREST – SIBIU (270 km)

La prima colazione in hotel non è male. Per noi che la preferiamo dolce un po’ di frutta, qualche cornettino con marmellata, dei cereali e più di un espresso o cappuccino alla macchinetta. Per gli altri: diversi salumi, formaggi, salmone, insalate e qualche pietanza cucinata (wurstel, uova, verdure).

Lasciamo la capitale passando su un ponte super moderno che ce ne ricorda un paio a Roma, percorriamo un pezzetto di autostrada che non si paga, mentre ci allontaniamo dall’Oltenia (valle dove scorre il fiume Olt) incantati dall’alternanza di paesaggi verdeggianti, villaggi con casette colorate, ognuna col proprio curatissimo giardino. Attraversiamo un’area in cui sgorga acqua termale, tanti gli hotel con piscine terapeutiche e non. Quella da bere più pregiata si chiama Dorna. Sui cigli della strada venditori di mici, salsicce allungate composte da carne di vitello, maiale e spezie macinati… chissà se ne mangeremo qualcuna, sono molto invitanti e la visione ci riporta alle nostre sagre.

La prima sosta è a Cozia che significa luogo pieno di noci, con eremi tra i boschi dove visitiamo il Monastero del 1500 conosciuto come uno dei complessi storici e d’arte più antichi della Romania, fondato da un principe, in stile valacchio, con un’alternanza di pietre e mattoni e con una scultura per ogni finestra.

La Biserca Mare=Grande, dedicata alla Santa Trinità, è veramente graziosa con icone che rappresentano il Vecchio Testamento. Ammiriamo le pitture in alcuni medaglioni dipinti sulla facciata esterna: il calendario ortodosso, martiri, Santi, 7 Concili ecumenici, eremiti, il Paradiso, l’Inferno, gli apostoli, i profeti…

All’interno le tombe della famiglia del principe e all’esterno un pozzo dove vengono buttate monete e banconote (che galleggiano!), dalla cui fontanella originaria del 1521 sgorga acqua proveniente da una sorgente di montagna considerata benedetta, che i fedeli bevono e noi… pure!

Passiamo dalla Valacchia (Walachia) alla Transilvania attraversando i Carpazi, tante case dalle facciate decorate o scolpite in legno con tetti spioventi di metallo, un bellissimo paesaggio rurale ci incanta.

Arriviamo a Sibiu, Capitale Europea della Cultura nel 2007 per l’ora di pranzo che consumiamo in un caratteristicissimo ristorante, il Crama Ileana, esternamente in legno chiaro intarsiato con bassorilievi che raffigurano personaggi o utensili. All’interno l’arredamento è tutto in legno scuro e il pavimento in pietra. I tavoli sono apparecchiati in una lunga sala e per i più riservati in alcune nicchiette dai cui soffitti pendolano trecce d’aglio, pannocchie… Sui muri sono esposti vestiti tradizionali, piatti, brocche, ma il pezzo forte è il bancone del bar con sculture giganti di buffi personaggi. Il menu prevede spaghettini in brodo di pollo, tre bistecchine – una sull’altra – legate da formaggio fuso, patate al forno, verza e macedonia. I piatti sono molto gustosi, presentati carinamente e non lasciamo neppure una briciola!

La città è divisa in Alta e Bassa e in passato era nota per il suo sistema di fortificazione, considerato il più grande della Transilvana, con oltre 7 km di cinta muraria della quale oggi si conservano ancora importanti vestigia. Iniziamo dal centro storico e ci colpiscono i famosi tetti delle case con delle particolari fessure che sembrano occhi che ci osservano. Loro ci guarderanno pure, ma noi non smettiamo di fare altrettanto per quanto sono curiosi e a volte inquietanti!

Iniziamo dalla parte Alta e rimaniamo incantanti dalla Piazza Grande – dove si stanno tenendo le prove per un concerto – attorniata da costruzioni in stile europeo realizzate dai tedeschi. Nella barocca chiesa cristiano-cattolica principale, dagli imponenti e numerosi lampadari, si sta celebrando un matrimonio e non manchiamo di scattare un vero book alle damigelle dagli elegantissimi vestiti rosso fuoco e alla sposa! Uno scatto alla Torre del Consiglio, al Palazzo museo Brukenthal e proseguiamo per la Piazza Piccola nella quale hanno ricreato uno stabilimento balneare con spiaggia di sabbia bianca dove giocano a beach volley quattro ragazzone. Curiosa è la storia del Ponte delle Bugie, il primo in ferro battuto (i prìncipi facevano affacciare le future mogli chiedendo loro se fossero o meno vergini; se non ritenevano la risposta veritiera… giù di sotto) che attraversiamo passando nella città Bassa! Molto ampia è la Chiesa evangelica in stile gotico del XIV sec., col particolare affresco che rappresenta Gesù in 7 immagini differenti e il più grande organo della Romania con 10.000 canne e attualmente utilizzato anche per importanti concerti. Ben realizzate le lastre tombali ora appoggiate o incastonate al muro in una sala della chiesa all’esterno della quale, su uno spiazzo, alcuni banchi rappresentano gli antichi mestieri: il fabbro, l’arrotino, il falegname… con ragazzi in abiti tradizionali che forgiano pezzi unici.

Tra un palazzo e l’altro, nell’androne di un cortile, tra panni stesi e biciclette parcheggiate, un’alta statua di San Giovanni Nepomuceno, patrono degli annegati, dei confessori e della Boemia, molto simile a quella che si trova a Praga sul Ponte Carlo.

L’ultima tappa è alla grande cattedrale metropolitana ortodossa dedicata alla SS. Trinità con mura di mattoni e pareti interne completamente decorate.

La bella gita finisce e mentre corriamo dietro la troppo rapida guida, riusciamo a scambiare due parole in romeno-romano con alcuni anziani intenti a giocare a dama in un giardino sotto il fresco degli alti alberi.

Ci sistemiamo presso il moderno Hotel Ramada 4* dove giungiamo nella stanza n. 402 con un supertecnologico ascensore a vetri. La camera con moquette bordeaux è spaziosa, comodo il letto matrimoniale e sempre utile il bollitore. Il bagno ha la vasca col doccino e qualche compliments.

Stasera per cena è previsto un menu contadino tipico a Sibiel, a una mezz’oretta di strada, una sorta di agriturismo, il Banciu Pensiunea Cristina dove gustiamo formaggio bianco molto saporito, mititei ovvero polpettine di carne mista, pezzetti di lardo, uovo sodo, zucchine fritte, crema di melanzane, sarmale ossia involtini di verza all’interno dei quali riso e macinato, arista di maiale con patate al forno e fetta di torta con pesche. Il tutto accompagnato da bicchierino di grappa di benvenuto e vini (sia bianco sia rosso) oggi inclusi! La responsabile indossa vestiti tradizionali e nella sala in cui banchettiamo fagiani e gufi imbalsamati ci osservano dall’alto!

Concludiamo la serata con una lunga passeggiata a Sibiu dove turisti e locali mangiano invitanti coni gelato dai gusti ben presentati ma a volte improbabili (bubble gum turchese e rosa confetto), i bimbi bastoncini di zucchero filato più alti di loro e il resto del mondo gogosi (ciambelle fritte), langos (pizze fritte al momento e spolverate con caciocavallo) e covrigi (taralloni con semi vari, di girasole in primis). Sbuchiamo sulla gremita Piazza Grande dove sullo spazioso palco si sono appena esibiti artisti, ascoltiamo un po’ di musica e a nanna anche oggi mooooolto soddisfatti.

7 agosto – 3° giorno: SIBIU – SIGHISOARA – TARGU MURES – BISTRITA (230 km)

Prima colazione ricchissima e abbondante, dove non rinunciamo neppure oggi a espresso e cappuccino erogati dalla macchinetta oltre a fruttissima fresca e secca, yogurt, pane e marmellata, cereali, mentre altri turisti gustano cibo cucinato o salato come faremmo noi qualora fosse l’ora di pranzo! Alle 8,30 puntuali si parte. Nonostante il corposo gruppo sempre tutti on time!

Passiamo in un paese Rom, dove venditori di pentole di rame su strada si sbracciano per farci fare acquisti, ma non ci fermiamo, rimaniamo solo sbalorditi dalle ville a più piani dei capi con tetti d’oro o d’argento.

Prima tappa Biertan, un villaggio fondato da coloni sassoni intorno al 1100, all’epoca anche di 5000 abitanti, che fu per tutto il secolo XVI e fino a quello scorso, un importante mercato e sede vescovile luterana. Visitiamo la chiesa evangelista fortificata (1490-1524) costruita dai tedeschi nel punto più alto del villaggio e Patrimonio dell’Unesco dal 1993. Saliamo diversi scalini di legno per raggiungerla; una domenica al mese i sassoni tedeschi tengono una messa e una volta l’anno una grande festa. E’ la più grande in stile gotico e ha al suo interno un capolavoro: la porta blindata della stanza della Sacrestia (dove venivano conservati ori e preziosi) che ha ben 15 chiavistelli! Il panorama esterno è da quadro.

Alcune bancarelle vendono manufatti di legno, polline, miele e derivati, liquori, grappe aromatizzate, marmellate bio prodotte nella stessa zona in cui Carlo d’Inghilterra ha appezzamenti di terra che fa coltivare per frutta e conseguenti conserve.

Ci rimettiamo in viaggio e arriviamo a Sighisoara, dichiarata Patrimonio Mondiale dall’Unesco e città natale del celebre Vlad Tepes l’Impalatore, noto come il Conte Dracula. E’ una graziosa cittadella medioevale del secolo XIV presso la quale si conservano nove delle quattordici torri originarie. Le belle viuzze acciottolate sono dedicate ai mestieri e noi, ovviamente, immortaliamo quella dei tamplarilor (falegnami/carpentieri) in onore al mio papà Mastro Geppetto e all’Aurelia Arredamenti! Uno dei monumenti più belli è la Torre dell’Orologio (o Torre del Consiglio poiché ospitava le assemblee cittadine) e io decido di salire i 120 scalini (€ 3,20) per scattare foto da cartolina e fare riprese spettacolari. Al suo interno il Museo di Storia dedicato alla città, ma io trovo interessante più che altro il meccanismo del grande carillon. Sono a quasi 400 mt di altezza e alcune targhe mi indicano la distanza di mete quali la mia Roma a 1.096 km e il Polo Sud a 14.025 km.

Di fronte la casa in cui nacque Vlad, un bel palazzo in stile veneziano e nei paraggi un Monastero Domenicano. Passiamo davanti al grande municipio dal quale si gode un bel panorama e ci divertiamo a fare la gincana tra curatissime siepi che racchiudono aiuole coloratissime. Dalla Piazza del museo raggiungiamo la chiesa cattolica e ci dirigiamo nel posto in cui pranzeremo: la Casa Vlad Dracul, praticamente all’interno dell’abitazione in cui nacque l’impalatore nel 1431 e in cui visse i suoi primi quattro anni col padre. Attualmente è diventata un ristorante e ottimo è il menu, anche se sempre poco estivo, che gusteremo. Iniziamo con una pagnotta dalla forma di un piccolo panettone, scavata, privata della mollica e riempita con una bollente Ciorba de fasole=zuppa di fagioli con carne di maiale affumicata. Il coperchio del pane rimane più croccante, lo spezzettiamo a tocchetti a mo’ di crostini che immergiamo nel commestibile contenitore. Il secondo piatto è la Tochitura cu mamaliguta ovvero la polenta con spuntature di maiale e salsiccia! Per fortuna concludiamo con una leggera macedonia… la temperatura esterna è di 25°C.

Da classici turisti decidiamo di vedere le sue stanze (€ 1,20), respirando un’atmosfera da fintissimo film horror: musica cupa, drappeggi rossi, teschi qua e là, statue a mezzo busto, lumini, una bara dalla quale un tizio, all’improvviso, si alza facendoci urlare e contemporaneamente ridere a crepapelle!

Nuovamente sul bus per attraversare villaggi fondati dai tedeschi e che durante il regime comunista subirono cambiamenti, a partire dai loro nomi. Alcuni hanno addirittura tre insegne con il nome tradotto in tedesco, ungherese e romeno, altri, come quello delle donne, è stato proprio ribattezzato.

Ci viene mostrato ciò che fino a pochi anni fa fu il posto più inquinato d’Europa a causa della presenza di fabbriche che producevano gomma e che ora sono state chiuse. Le case dai tetti impregnati di fumo nero furono demolite, ma qualcuna ancora tristemente sbuca.

E’ poi la volta della cittadina del gas metano, in cui nacque l’inventore di un missile romeno/tedesco e presso la quale fu costruita la prima scuola di aviazione.

Una breve sosta è prevista a Targu Mures, un’elegante cittadina rinomata per le sue piazze circondate da edifici dell’epoca della Secessione, imponenti e perfetti come quello della cultura, quello Toldalagi in stile barocco e altri neoclassici. Facciamo velocissimamente una passeggiata sul lungo viale dalle coloratissime aiuole (una raffigura addirittura un orologio funzionante dove i numeri sono stati realizzati con piante grasse su un tappeto di prato all’inglese circolare) e ci è ancora più chiaro il motivo del suo soprannome “Città delle rose”. Raggiungiamo il più grande edificio religioso, la Cattedrale ortodossa della Santa Ascensione del 1925 dalle mura completamente dipinte da icone. Prima di risalire sul bus un autoscatto con la lupa capitolina del 1924 che immortaliamo davanti alla Chiesa romano-cattolica.

L’ultima tappa è a Bistrita presso la quale pernotteremo nel lussuosissimo Hotel Metropolis 5* nella spaziosa stanza n. 219 con moquette e tappeto sotto il comodo letto matrimoniale e un bell’affaccio su un fiumiciattolo immerso nel verde. Enorme e modernissimo è il bagno con wc e addirittura bidet sospesi. Ben rimpinzato il minibar, ma purtroppo non è presente il bollitore che ci faceva tanto comodo!

Sono le 18, in alcune sale dell’albergo si sta tenendo un pranzo/cena di matrimonio. Gli ospiti sono elegantissimi, alcune ragazze sembrano fotomodelle e visto che il buffet di dolci e frutta è a vista – poiché allestito in una parte attigua la reception – curiosiamo tra lo spettacolo coreografico di ogni pietanza.

La guida, in merito alle tradizioni durante i matrimoni, ci racconta una curiosità. Alla fine della festa, il padre della sposa offre alla coppia una cifra, poi tocca al padre di lui svelare la sua generosità e a seguire si aprono le buste contenenti i doni in denaro di tutti i parenti e gli amici (quote solitamente comprensive del costo della mangiata e del regalo). La cifra ricevuta solitamente è così alta che i novelli sposi la utilizzano per acquistare il loro nido d’amore! Però! Essere invitati è un onore, non accettare l’invito è quasi un’offesa.

Abbiamo un paio d’orette prima di cena. Il tempo non è un granché, molti optano comunque per una passeggiata nella cittadina, noi per un po’ di relax: indossiamo gli accappatoi e, in completa solitudine, io mi rilasso nella vasca idromassaggio ampia, tonda e con acqua calda; il mio boy nuota nella non piccola piscina. Avremmo voluto fare anche un po’ di sauna, vista la poca, anzi, assoluta non affluenza di turisti, ma era spenta e il tempo necessario per riscaldarla poco, peccato! L’attrezzatissima sala fitness la guardiamo soltanto! Dopo la geniale e azzeccata idea, ci prepariamo per la cena, che sarà servita sotto un gazebo all’aperto.

Un bicchierino di grappa ai mirtilli di benvenuto, che ormai apprezziamo sempre più, e come inizio un’apprezzatissima insalata di broccoli, noci, due uova sode, pomodori e ananas da condire con una sorta di salsa rosa. Il piatto forte squisito? Trancio di salmone grigliato con contorno di crema di spinaci, baby carote e patate lesse. Dulcis in fundo due palline di gelato (vaniglia e pistacchio) con panna, il tutto irrorato da crema al cioccolato e accompagnato da un savoiardo. Si rivela la più delicata, raffinata, estiva e probabilmente poco rumena mangiata del tour. L’alternativa al pesce era petto di pollo alla griglia e patatine fritte.

Un giretto per la “città delle mele” che ha dato i natali ad Andrei Mureșanu, poeta e inventore dell’inno nazionale, divertiti dai giganteschi frutti posizionati al centro delle rotatorie e dalle buffe statue di struzzi colorati sul ciglio della via pedonale. Non troppo tardi, però, a ninna, la sveglia è sempre prevista di buon ora!

8 agosto – 4° giorno: BISTRITA – MONASTERI DELLA BUCOVINA – RADAUTI (200 km)

Colazione all’altezza delle cinque stelle. Sui banconi si trova di tutto di più, per ogni gusto e papilla gustativa! Alle 8 partenza per la Bucovina.

Quanti campi di girasoli, di granturco, quanti nidi di cicogne sui pali della luce! Attraversiamo il Passo Tihuta e prima di lasciare la Transilvania ci fermiamo all’Hotel Castello Dracula sorto dove, sul romanzo di Bram Stoker, era stata localizzata la sua residenza. Qualche animale imbalsamato qua e là, quadri del conte Vlad, affaccio spettacolare su una valle con impianti di risalita sciistici (siamo a 1200 mt) e paesaggio svizzero. L’aria dei Carpazi orientali è frizzantina, più di un brivido rende la pelle d’oca e capiamo come mai sulle bancarelle oltre alle maschere dell’horror sono in vendita indumenti di pura lana di pecora che odorano non poco di bestiola.

Ci rimettiamo in moto, passiamo dalla Transilvania alla Moldavia; le strutture delle case sono un po’ differenti, tetti spesso rossi, pozzi e a volte i bagni fuori le villette, la zona è più rurale, con più quantità di mucche, pecore pascolare… Incantevoli le verdeggianti vallate attraversate dal fiume Dorna.

Ci prepariamo alla visione di spettacolari Monasteri, iscritti nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Le entrate sono incluse nel tour (€ 1,15) mentre il costo per fotografare o fare riprese (solo alle facciate esterne, assolutamente non all’interno) è a nostro carico (€ 2,30), da pagare direttamente a monache completamente vestite di nero e piuttosto vigili.

Il primo è quello di Voronet del 1488. Il suo ciclo di affreschi esterni è famoso per il meraviglioso ”Giudizio Universale” dallo sfondo blu tendente al verde nella parte bassa della facciata. La chiamano la Cappella Sistina della Bucovina! Curatissimo il roseto che circonda il monastero e colora le nostre foto. Interiormente la chiesa è ancor più decorata da icone rimaste intatte che ci lasciano a bocca aperta.

Pranzo presso il ristorante Perla Bucovinei Voronet, molto elegante e rustico nello stesso tempo. Esternamente sembra una baita di montagna, internamente tutto apparecchiato di bianco latte con sedie di legno molto scure. Il menu è sempre poco estivo ma molto gustoso: passato di verdure (bors vegetale), purea di patate con verdure stufate e pezzetti di maiale, insalata di verza, crauti, cipolle e macedonia.

Il secondo Monastero è quello di Moldovita del 1532, con vivaci affreschi che danno più sulla tonalità del giallo. Ci stupiamo ancor di più per la bellezza e la conservazione dei dipinti dai colori ben definiti. Anche qui “il Giudizio Universale” copre un’intera superficie di una parete. Ben evidente il fiume di fuoco e la raffigurazione del mare che restituisce i morti. Il coloratissimo giardino è un incanto.

L’ultimo affascinante Monastero ortodosso è quello di Sucevita del 1582, presso l’omonimo fiume, rinomato sia per l’importante affresco della ”Scala delle Virtù”, col colore predominante smeraldo, sia per le imponenti mura di cinta che lo fanno assomigliare più a una fortezza. Non ci sono aggettivi per descriverlo e interessantissimo ciò che rappresentano le pitture.

Prima di arrivare a destinazione, ci fermiamo a Marginea, un villaggio noto per i ritrovamenti archeologici di ceramica nera risalente all’età del bronzo. Visitiamo un semplicissimo e poco interessante laboratorio locale che li riproduce.

Ultima fermata a Radauti presso l’Hotel Gerald’s 4* dove ci accolgono con un bicchierino di grappa al mirtillo. Pernotteremo presso la semplice stanza n. 505, luminosa, con un buon affaccio, due letti singoli e in bagno due saponette e un dispenser nel box doccia. Ceneremo all’interno dell’hotel alle ore 20 e il menu sarà al buffet: riso in bianco, polenta con funghi, penne al sughetto, insalate varie, rape, feta, frutta fresca e secca e dolce. Ognuno si serve più volte scegliendo ciò che gradisce. Il bancone non è enorme, ma il cibo tutto sommato gustoso e abbondante.

9 agosto – 5° giorno: RADAUTI – GOLE DI BICAZ – MIERCUREA CIUC (350 km)

Colazione e alle 8 partenza per un tour all’insegna della natura. Passiamo davanti a un enorme cementificio con cave imponenti di proprietà tedesca che dà lavoro a tante persone.

Attraversiamo i Carpazi e ci fermiamo per una piacevole passeggiata in un’infima parte del più famoso canyon del paese, lungo circa 10 km! Siamo in mezzo alle Gole di Bicaz, dove rocce calcaree, alte fino a 400 metri, ci sovrastano e un ruscellino scorre al fianco della strada sul cui ciglio alcune bancarelle vendono i soliti ricordini (uova dipinte a mano, motivi cuciti sugli abiti tradizionali, sui copriletto, sugli asciugamani, e poi piattini, calamite…).

E’ poi la volta del grande Lago Rosso, originato da uno sbarramento naturale avvenuto nel 1837, dove dall’acqua emergono diversi tronchi di pini pietrificati e il cui nome deriva da alghe di color rubino di moltissimi anni fa, ora è verdino.

E’ presso l’elegante ristorante Lacu Rosu, che si affaccia sull’omonimo lago, che consumeremo il pranzo. La sala è apparecchiata come se si dovesse tenere un matrimonio, i camerieri molto gentili (alla nostra richiesta di un bis di consommé con pasta fatta in casa e pezzetti di carne, non si tirano indietro). Il piatto forte del giorno è la trota alla griglia con contorno di patate lesse, carote, olive e prezzemolo, foglia di lattuga e due pomodorini. Concludiamo il pasto con torta al cioccolato all’arancia con panna. Quanto siamo golosi!

Passeggiamo brevemente lungolago sul quale barchette trasportano turisti o romeni dopo uno spensierato pic-nic. Alcune bancarelle vendono dolciumi o salati prodotti espressamente e noi, incuriositi dai profumi e dalle persone in fila per un pezzo di bontà, non resistiamo e compriamo un kurtoskalacs o Kurtos kurtos che significa torta camino, una spirale di pasta di pane, avvolta su un cilindro di legno, cotta alla griglia e impanata con scaglie di cocco o semi di sesamo. All’interno è vuota e ogniqualvolta se ne spezza un pezzettino si srotola. E’ morbidosa ma rimane croccante nella parte esterna perché laccata, ovvero spennellata d’uovo. E’ impensabile finirla tutta e il bello è che dura, senza deteriorarsi, anche tre giorni! Ce ne impiegheremo un paio per smaltirla spiluccandola di tanto in tanto.

Ci rimettiamo in moto, nuovamente in Transilvania e nel primo pomeriggio a Miercurea Ciuc.

Alle 17 ci rechiamo nella Fortezza Mikò per degustare tre differenti tipi di vini e vivere per un’oretta scarsa il fascino medievale. Nella Sala dei Cavalieri, seduti in circolo davanti a un bancone, indossiamo giacche dell’epoca e ascoltiamo un trio che suona e canta qualche canzone spaziando dal ‘400 ai nostri giorni (il cd, da loro inciso, lo proporranno a 5 €). Tra un rustico e l’altro beviamo un bianco, un rosé e un rosso previa presentazione, da parte di un simpatico sommelier, che ne svela proprietà e un aneddoto: il bianco, per essere veramente buono, deve essere secco, ben freddo, in abbondanza e gratuito!

Usciamo dal castello, oggi museo, un bel po’ allegrotti, la guida ci fa strada per la larga via pedonale del paese in cui la maggioranza della popolazione è di etnia Székely o Szekleri ovvero ungherese, tant’è che le lingue ufficiali sono sia il rumeno sia l’ungherese e dove tutto è ordinato e silenzioso!

L’hotel FENYO 3* è l’albergo scelto in questa cittadina dove pernotteremo e ceneremo. La stanza n. 809 è di medie dimensioni con bagno completo di qualche prodottino. Rispetto agli altri non è un granché, ma per quanto ci dobbiamo stare… va più che bene. Ceniamo con triangolini di mozzarella in carrozza, da irrorare con sfiziosa salsa di mirtilli, arista di maiale con verdure, patate al forno, insalata e dolce al cioccolato con panna.

10 agosto – 6° giorno: MIERCUREA CIUC – BRASOV – BRAN – SINAIA (165 km)

Colazione semplice ma tranquillamente saziante e alle 8 partenza per Brasov che confermiamo essere una delle più affascinanti località della Romania fondata dai cavalieri teutonici nel 1211 e fortificata dai Sassoni. A mo’ della più nota scritta Hollywood, è ben evidente quella Brasov che troneggia su uno dei lati dei verdeggianti Carpazi che la circonda. Passeggiamo un po’ in solitudine nella grande Piazza Sfatului o del Municipio del 1420, dove si affacciano strutture barocche e case mercantili. Al centro il vecchio cuore amministrativo della città (oggi Museo di Storia) e qualche carrettino che vende dolciumi e addirittura caffè Lavazza. Sembra Piazza San Marco a Venezia per quanti piccioni planano accanto a noi e beccano bricioline; lentamente ci infiliamo nelle pedonali stradine dagli eleganti dehors fiancheggiati da palazzi da cartolina dai più differenti stili (barocco, liberty, gotico…). Entriamo nella più grande chiesa del sud est asiatico in stile gotico, la Biserica Neagrã (Chiesa Nera), nata a fine 400 cattolica (Santa Maria) e ora luterana, il cui campanile ospita la campana più grande della Romania che pesa ben 6 tonnellate. Oltre che dall’ampiezza (può ospitare fino a 5000 fedeli), rimaniamo affascinati dai numerosi tappeti orientali (119, donati da mercanti tedeschi come ringraziamento per essere sopravvissuti nelle terre barbare), dal grande organo dell’800 che con più di 4000 tubi suona settimanalmente e in occasione di molti concerti e dal suo interno in stile barocco riccamente decorato. Il suo nome è dovuto al fatto che, nel 1689, un grande incendio devastò parte della città annerendo altresì le mura della chiesa.

Una foto veloce alla Strada Rope o Sforii (Via della Corda), il vicolo più stretto d’Europa (“largo” 111-132 cm e lungo 83 mt), alla sinagoga Neologa decorata in stile gotico e romanico, al bastione dei tessitori di lana di cui rimangono poche mura e ci dirigiamo nel quartiere di Schei per visitare la Chiesa Sfantul Nicolae (1495) e soprattutto la prima scuola romena (sempre del XV sec.) dove si tennero le prime lezioni in questa lingua nel 1583. Ci dà interessanti spiegazioni un intelligentissimo, preparatissimo e simpaticissimo patriarca. Da scolari ci fa accomodare sui banchi e mostra il tablet dell’epoca (una lavagnetta), la calcolatrice (il pallottoliere), la tipografia (il primo macchinario da stampa, una sorta di pressa, utilizzato per riprodurre i primi documenti in lingua rumena)…

Alla fine del giro accenna i due inni nazionali (prima e dopo il regime), ed è pure intonato! Il primo ha un ritmo divertente, l’attuale “Svegliati romeno” ha un testo molto bello, ma la musica fa addormentare poiché la melodia è ispirata a un canto funerario!

Per pranzo ci fermiamo in zona presso la caratteristica e molto elegante Casa Romaneasca. Ci fanno accomodare nell’ampia sala con pareti per metà ricoperte di legno e per metà di animali imbalsamati (povero orso!). Iniziamo con un cremosissimo passato di verdure (bors vegetale) e crostini e poi al piatto forte: tre ben cotte bistecchine (maiale, pollo e manzo), una sull’altra, legate da delicato formaggio, verdure miste al forno e dolcetto.

Sempre più soddisfatti ci rimettiamo in moto, anzi, in pullman per il pezzo più noto, dal punto di vista turistico, di questa zona: il Castello Bran ovvero del Conte Dracula, anche se la vera fortezza appartenuta al principe Vlad III di Valacchia, quella di Poenar, è andata distrutta. Questo che vedremo è il castello che ha ispirato Bram Stoker nella sua descrizione nel romanzo. Lo raccontano come uno dei più pittoreschi; fu edificato nel XIII secolo dal cavaliere teutonico Dietrich e restaurato in epoche successive. Di per sé non è affatto male, ma il gran numero di bancarelle e negozietti che propinano souvenir orripilanti e di scarsa qualità, gli fa perdere molto fascino. Il percorso, per i 4 piani, è obbligato e a senso unico per tutte le stanze diventate museo. Ovvie le foto alle camere della regina, dei castellani, al passaggio segreto per accedere alle stanze della musica, della biblioteca, del principe, del giurista pubblicista, delle armature, delle torture, degli scudi… Bei pezzi d’arredamento, stufe murate e soprattutto incantevole è il panorama dalle varie finestrelle, dalla Corte e dalla terrazza!

Ultima meta di oggi: Sinaia, la Perla dei Carpazi, dove troviamo una temperatura degna della più nota località montana e stazione turistica invernale qual è.

Prendiamo possesso della stanza n. 324 dell’Hotel New Montana 4*, con un bel lettone matrimoniale, un ampio balcone che affaccia sulla strada principale che non possiamo sfruttare perché inizia a diluviare.

La cena in albergo è a buffet e prevede lasagne alle verdure, penne col sugo, pollo e maiale al forno con funghi, insalatone di pomodori e cetrioli, formaggi, spiedini di verdure, frutta e dolce al cioccolato.

Dopocena ci vediamo fuori con alcuni amici e nonostante siamo sazi, non rinunciamo ad assaggiare un Papanasi sorseggiando un cappuccino caldo ed emulando i turisti in Italia che lo ordinano, facendoci rabbrividire, dopo i pasti! E’ il più tipico dei dolci rumeni che mancava all’appello del nostro tour culinario; una piramide di delizia nonché bomba calorica così composta: base di grossa ciambella fritta, panna acida, marmellata di mirtilli e per “pon pon” una castagnola fritta!

Buonanotte anche alla glicemia!

11 agosto – 7° giorno: SINAIA – BUCAREST (150 km)

Colazione molto ricca con crêpes espresse, dosatori vari di cereali, tante pietanze cucinate, diverse qualità di yogurt, di frutta, di pane e di dolcetti. Partiamo alle 8 per Bucarest, il tour volge al termine. In realtà stamattina avremmo dovuto visitare il Castello Peles, residenza estiva del Re Carlo I, con le sue numerose statue, balaustre, vasi, fontane, nicchie e mosaici, ma ieri è deceduta, a 93 anni, la Regina Ana di Borbone-Parma, l’ultima di Romania, e oggi aprirà solo nella tarda mattinata; aspettare ci farebbe perdere troppo tempo.

Cambiano un po’ i programmi, ci dedicheremo più alle bellezze della capitale. Prima visita al Palazzo Primaverii, la residenza formale di Ceausescu e della sua famiglia con ben 98 stanze, ma noi ne vedremo “solo” 55! Tutto l’arredamento è stato acquistato in Romania o regalato da altri paesi. Legno di noce pregiato, cristalli, ceramiche, tappeti, marmi… nella stanza da letto, appoggiati sul matrimoniale, il suo pigiama e quello della moglie. Il bagno regale è un mosaico color oro e la cabina armadio della consorte conserva pellicce, vestiti, biancheria intima, scarpe…

Ben curati il piccolo giardino interno e quello esterno. Veniamo congedati elegantemente dalla signora che ci ha fatto da guida e un po’ distratti per la sua capigliatura eccessivamente e curiosamente anni sessanta.

Finalmente quattro passi all’interno del vasto Parco Herastrau per gironzolare nel Villaggio Museo (Muzel Satului) tra quelle che erano le abitazioni originali dei contadini tra il 600 e gli inizi del 900 (più di 350 costruzioni) completamente trasferite da varie regioni del paese. E’ un tuffo nel tempo e nella loro vita, un riscoprire i vecchi mestieri e ammirare gli attrezzi con cui erano svolti. Singolari anche tanti oggetti domestici ben conservati all’interno delle strutture.

Nei pressi di questa meravigliosa area verde pranziamo all’Hard Rock Cafè, è la mia prima volta! Enorme, moderno, pulito! Passato di verdure, petti di pollo ben panati molto croccanti, contorno di verdure semicrude e macedonia.

Nuovamente sul bus per le ampie strade di questa bella capitale dove ormai qualcosa riconosciamo, come Piazza Unirii, superata la quale ci fermiamo a visitare la Cattedrale Patriarcale, il centro spirituale della chiesa ortodossa romena e sede ufficiale del Patriarca, il corrispettivo della nostra Basilica di San Pietro e Vaticano. La chiesa è ricchissima di affreschi, dipinti, icone, tra le quali quelle dei Santi Patroni Costantino ed Elena le cui reliquie sono qui conservate all’interno di una bara d’argento.

Ultima visita, documento alla mano, al Palazzo del Parlamento (il cui nome originale era Casa del Popolo o della Repubblica), fatto costruire sulla Collina degli Spiriti o di Urano o di Arsenale, in gran parte rasa al suolo, nel 1984, da Ceausescu. E’ il secondo edifico più grande al mondo (12 piani e mt 270 x 245) dopo il Pentagono di Washington! Rimaniamo sbalorditi dall’ampiezza delle sale (quella dell’Unione è di 2200 mq!), dalle lucide scalinate, dai corridoi, dalle brillanti distese di marmo, dalle imponenti colonne… e quanti pezzi importanti! Dai lampadari, ai tappeti, dagli specchi ai cristalli… e quasi tutti i materiali sono di origine rumena! Vi lavorarono circa 700 architetti e più di 20.000 operai organizzati in turni, 24 ore su 24, per cinque anni. La struttura doveva servire da quartier generale per tutte le maggiori istituzioni dello Stato. La visita guidata termina con un bell’affaccio dal balcone dal quale addirittura Michael Jackson, terminata una conferenza stampa con tanto di moonwalk, si affacciò gridando: “Ti amo, Budapest”! Purtroppo non è accessibile al pubblico l’aula presso la quale i parlamentari legiferano.

Ancora sbalorditi dal colosso, risaliamo sul torpedone, un’ultima occhiata al Museo nazionale di arte contemporanea e rientro in hotel, il Golden Tulip Victoria 4* lo stesso in cui avevamo pernottato il primo giorno.

Nella stanza n. 1005 ci rilassiamo un po’ prima dell’ultima cena nel tipico ristorante Terasa Doamnei in cui alcuni musicisti, in abiti caratteristici, suonano, cantano e ballano. Purtroppo il folclore della serata è disturbato da un diluvio universale e la cena (antipasto splendidamente presentato, ma dalle cremine, salsette e paté di cui non sempre riconosciamo il sapore, e dal piatto forte troppo turistico, con vari tipi di carne non ben cotta, sottaceti e formaggio saporitissimi) non è all’altezza dei pasti finora gustati. Offerti dal tour operator i vini (rosso e bianco) e un bicchiere di spumante per brindare alla fine del viaggio e accompagnare l’ultimo dolcetto: due palline di gelato.

12 agosto – 8° Giorno: BUCAREST – ROMA Ciampino

La sveglia oggi non suona, ma alle 8 siamo già tutti nella hall per la prima colazione e per scambiare i contatti con alcune delle persone conosciute durante il tour, con le quali abbiamo molto legato e che hanno reso il viaggio indimenticabile, una vera Bucur=gioia (secondo una leggenda, da un pastore così chiamato, deriva il nome Bucuresti!).

Ebbene sì, una buona fetta della riuscita del giro è da riconoscere ad alcune coppie che mi hanno fatto dimenticare il grande spavento del primo giorno: torpedone con 39 persone a bordo!

Purtroppo la stessa sintonia non si è creata con la guida Marcello, sicuramente preparata, ma non disponibile, sempre molto evasiva, sbrigativa e frettolosa. Nulla da dire, invece, sull’autista che in totale sicurezza ci ha fatto percorrere quasi 1500 km di questo splendido Paese.

Abbiamo ancora tutta la mattinata prima del trasferimento in aeroporto. Facciamo il check out e lasciamo la valigia gratuitamente in un deposito dell’hotel.

Ne approfittiamo per entrare nel Palazzo del Museo Nazionale di Arte Romena (ex Palazzo Reale) che oggi è chiuso al pubblico ma aperto a chi vuole rendere un ultimo omaggio alla regina Ana (nata il 18 settembre 1923 a Parigi). In una grande sala è esposta la sua bara, coperta dalla bandiera e piantonata da quattro uomini in alta uniforme. All’esterno della struttura tantissime candele, omaggi floreali, bigliettini… lasciati in continuazione dai numerosi romeni. Molte sono le telecamere che li intervistano e dalle loro espressioni si evince che sono visibilmente dispiaciuti. Lunga e silenziosa è la fila per accedere. Siamo tutti controllati da personale e dai cameramen che riprendono ogni istante. Non possiamo fotografare nulla e ci fermiamo il tempo necessario per il segno della croce e una preghierina. Rimango colpita da chi è vestito completamente a lutto, da chi è particolarmente elegante, da chi è molto anziano e con dignità si trascina passo passo senza alcuna pretesa di passare avanti, da chi si siede per più minuti e scrive lunghissimi pensieri sulle bianche pagine di un enorme quaderno.

Per pranzo ci fermiamo in un forno, acquistiamo qualche bibita in un supermercato, spendiamo gli ultimi Lei in semi di girasole e rientriamo in hotel.

Roxana è già lì che ci aspetta. Da stamattina fa avanti e indietro per l’aeroporto. Vogliamo liberarla e partiamo un po’ prima del previsto. Apprezza il gesto e forse per ringraziarci, o solo perché è gentile, effettua una fermata straordinaria davanti la casa “d’oro” di Gigi Becali, il ricco Presidente della squadra di calcio Steaua Bucharest. Scattiamo una foto commentando l’ostentazione e il gusto completamente differente dal nostro! Due leoni dorati sopra il cancello, un enorme crocefisso con Gesù in oro lucido, sbrilluccicanti statue di animali e di una donna nel grande giardino…

Ci congediamo da questa sorridente e disponibile ragazza, le auguriamo il meglio e la invitiamo a venirci a trovare in Italia.

Arrivederci Romania, sicuramente torneremo, magari per un tuffo naturalistico nel Delta del Danubio in cui si trova la più grande colonia del mondo di cormorani, pellicani, cigni… e la conoscenza, più da vicino, del tuo popolo (mi è mancata la visita a una scuola, respirare l’aria di un mercato rionale…).

Contenti di aver scoperto, al di là di tutte le aspettative, un paese ricco di storia, di sapori e di colori, lo sponsorizzeremo sperando in uno sviluppo intelligente del settore turistico.

All’aeroporto Otopeni i controlli sono molto severi, i prezzi del duty free piuttosto alti tranne che per le sigarette (una stecca di Marlboro € 34,50).

Puntuale il decollo e dopo 2 ore di volo dalla Roma…nia rimetto piede nella Roma…mia!

Buon viaggio, Luna Lecci

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