Roma, sei sempre una certezza
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Alla banchina dei bus il 38 ci attende per portarci in sole 3 fermate all’hotel Ercoli- Via Collina 48, adiacente a Via Piave. Una sistemazione senza pretese in un albergo che occupa un intero piano di un palazzo antico recentemente ristrutturato così come i locali del hotel. Una simpatica ragazza ci accoglie e in pochi minuti disbrighiamo le pratiche di accettazione. a camera è spaziosa, pulita e fresca. il costo del soggiorno: 200,00 per due notti, colazione compresa sono il giusto rapporto qualità-prezzo.
Un pò di rilassamento prima di preparci per la visita al museo.
Alla stazione abbiamo acquistato i biglietti turisti dei tre giorni e per 16,50 cad. avremo la certezza di poter usufruire illimitatamente di tutti i mezzi di trasporto.
Roma pass non va per noi bene, come tutte le card europee, poco conveniente.
Ci avviamo in via XX settembre dove quasi tutti i bus che transitano ci allungano fino a piazza Barberini dove scendiamo per fare i due passi che ci permettono di arrivare in Via quattro fontane per l’ingresso al museo. Pensavamo di trovare un pò di fila, invece nessuno. Solo due scolaresche che stanno uscendo. Lìesterno del palazzo con un piccolo giardino è molto bello e ben tenuto. Pago il biglietto di ingresso (7,00) ad uno svogliato impiegato, A., over 65, non paga; sono però obbligata a lasciare la borsa nell’apposita cassetta di sicurezza.
Le sale luminose del piano terra espongono artisti minori e dei bellissimi crocefissi lignei. Il clou del museo è al primo piano con la Fornarina di Raffaello, Giuditta e Oloferne di Caravagio e una bellissima Beatrice Cenci di Guido Reni.
Il terzo piano ospita artisti minori ed è in via di completa ristrutturazione.
Speriamo che i lavori procedano celermente, ora che il circolo ufficiali del nostro esercito si è deciso a lasciare i locali…
Con questa piacevole visita abbiamo colmato una nostra lacuna, peccato che il museo fosse poco frequentato. Solo qualche coppia di maturi turisti e per giunta stranieri. Di italiani solo noi due.
Piano piano ci dirigiamo, visto che siamo in zona, a fontana di Trevi. Qui si che c’è una fiumana di gente. si spazia dalle scolaresche italiane ed europee, passando per gruppi parrocchiale non ci facciamo mancare i soliti gruppi asiatici. la ressa è tanta, il vociare insopportabile, stiamo poco, gironzoliamo nelle viuzze ed arriviamo a Santa Maria in trivi per la doverosa preghiera alla tomba di San Gaspare, santo a cui la nostra famiglia è devota da anni.
La stanchezza del viaggio, il caldo, la confusione iniziano a farsi sentire, quindi rientriamo con un bus preso in via del Tritone che ci lascia alla fermata Cernaia, solo qualche minuto dal nostro albergo.
CI riposiamo e iniziamo a pensare per la cena.
Google ci dà una mano e proviamo al ristorante: Al forno della Soffitta in via Piave.
Non è presto, ma nemmeno tardi. Qualche tavolo è già occupato, entriamo ed ordianiamo una pizza. Ci servono una vera pizza romana-napoletana: cornicione alto, interno molliccio ed ottima mozzarella. Il locale è molto frequentato in pochi minuti tutti i tavoli si occupano, paghiamo il giusto e siamo pronti per Piazza di Spagna, dove arriviamo con un bus fino a Tritone e poi a piedi per tutta via Sistina.
Piazza di Spagna è sempre bella a tutte le ore del giorno e della notte.
Poca gente sugli scalini della gradinata, pochi anche i ragazzi, forse sta passando di moda, oppure l’ora non è tarda. In compenso diversi venditori del bangladesh offrono con insistenza le loro pashimine, per toglierceli di torno ne acquistiamo una di un bellissimo color coralllo. Siamo veramente stanchi, la nostra stanza ci attende, domani sarà sicuramente una mattinata emozionante.
MERCOLEDI 9 APRILE
Abbiamo dormito bene, l’hotel silenziosissimo, la colazione giusta ed abbondante, la mattinata nuvolosa. siamo alla fermata del bus, mi sono poco vestita ed ho un pò frescolino, ma pazienza.
Dobbiamo rimandare di diverse corse la nostra salita sia al bus che alla metro causa super pienone, ma riusciamo per tempo ad arrivare in San Pietro. Tantissima gente riempie già la piazza. Noi, come da nostro programma, prendiamo posto sui gradini sotto al colonnato Bernini. Papa Francesco non si fa attendere, anzi esce con qualche minuto di anticipo ed è supido un tripudio di voci, flash e applausi. Il Santo Padre non si nega a nessuno e compie diversi giri tra le transenne della piazza, poi prende posto al suo scranno ed inizia la sua omelia incentrata sulla sapienza. Parole che emozionano, che danno forza e certezze a chi crede, e incoraggiano gli indecisi. Dopo la benedizione si avvicina ancora ai fedeli e dopo un lungo percorso, ma siamo quasi a mezzodì, lascia la piazza e noi con lui.
La nostra lunga seduta ci impone ora una passeggiata. Imbocchiamo Borgo Santo Spirito, per sfuggire alla calca umana e dopo poco ci troviamo accanto a Castel Sant’Angelo. Mancavamo da troppo tempo in questa zona. La passeggiata è piacevole, nonostante il cielo nuvoloso e frescolino. In questa zona il lungo tevere fa concorrenza al lungo Senna di Parigi. Dal ponte Sant’Angelo sono spariti i senegalesi che negli anni ottanta erano l’attrattiva con le loro mercanzie. Piano piano passando da piazza Navona arriviamo a Campo deì fiori.
Ma che delusione! Sarà per le nuvole, ma il Giordano Bruno sembra più nero del solito; la mercanzia è uguale a tanti mercati rionali, così come tra i venditori poco si sente l’intercalare romanesco. Prendiamo la focaccia allo storico forno della piazza e rientriamo.
Il pomeriggio lo dedichiamo a Santa Maria del Popolo per la Cappella Cerasi con la conversione di San Paolo e la Crocefissione di San Pietro. Opere che parlano da loro, senza commenti, venno viste e basta. Dopo aver assistito alle performances di qualche artista di strada in Piazza del popolo ci incamminiamo da Via Ripetta per arrivare all’Ara Pacis. La restaurazione di questa grande, antichissimo reperto romano ha fatto tanto discutere. i soldi spesi sono stati tantissimi tanto che ora il comune non ha più un euro per il Mausoleo di Augusto, sistuato innanzi all’Ara Pacis. Chi vivrà vedrà… Non entriamo perchè 8.50 ci sembrano veramente esagerati.
Per la cena ritorniamo alla soffitta per provare i primi piatti e non sbagliamo: amatriciana ottima e pici carbonara super!! prezzo più che giusto (20,00) non abbiamo preso vino, però. A piazza Navona non riusciamo stare causa un freddo e fastidioso vento, quindi a nanna.
GIOVEDI 10 APRILE
Siamo già alla fine del nostro breve viaggio. Oggi la giornata sarà lunga, il treno parte alle 19,30. Per non stare tutto il giorno in città abbiamo organizzato la visita alle Fosse Ardeatine, si avete letto bene, alle Fosse, quelle Fosse.
Con la metro arriviamo a San Giovanni in Laterano dove visitiamo la basilica, ma non il mercato di Via Sannio. Diversi rom indiani del Bangladesh bivaccano sulle panchine e nelle adiacenze, noi dobbiamo prendere il 218 che in 30′ ci lascierà alla fermata Fose Ardeatina, la stessa fermata delle catacombe di san Callisto. Dal bus scendiamo solo noi due. Qualche pulmann di sudenti è gia parcheggiato. La visita a questo sacrario è ciò che ogni italiano dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Il sacrario è ben curato, il percorso angosciante. Due salette alla fine percorso espongono documenti dell’epoca e più recenti. A parte una scolaresca italiana e una giovane signora altri non sono in questo luogo.
Dopo quasi due orette anche noi ci avviamo alla fermata del bus per il rientro dove incrociamo una scolaresca tedesca proveniente dalle catacaombe. Sono curiosa di vedere se l’insegnate dirige i suoi studenti verso il sacrario, ma quello se ne guarda bene, anzi sollecita i suoi ragazzi a prendere posto sul pullman. Bravo insegnante tedesco, complimenti, non si sa mai che un ragazzo ti possa chiedere cosa significano quelle scritte e cosa c’è in quel luogo? Saresti veramente in imbarazzo a rispondere…
Dopo una mattinata così ricca di emozioni ci rilassiamo a Villa Borghese dove un bravissimo musicista jazz ci allieta con la sua musica.
Ormai dobbiamo pensare al nostro ritiro bagagli ed avviarci al treno, prima però di arrivare in stazione ci concediamo un gelatone alla gelateria La Romana, proprio dinnanzi alla fermata di Via Piave.
Ottima scelta.
Le sette arrivano abbastanza velocemente. saliamo sul un treno semi vuoto e in perfetto orario siamo a Piacenza.
Sono state tre bellissime giornate, intense, piene di emozioni di ogni genere, siamo stati bene e ci siamo allontanati, seppur per poco dai pensieri giornalieri.
Lo diciamo a tutti, noi, Roma sei sempre una certezza in ogni stagione.