Roma Calcalta Cesano in bicicletta

Domenica 2 aprile 2006, dopo mesi e mesi di grigiore finalmente è arrivata la primavera. Decidiamo di vederci alle dieci alla stazione di MonteMario e con noi questa volta c’è anche Filippo il quale ci ha contattato leggendo il sito www.solounfattorementale.it Si parte direzione Sacrofano affrontando la Flaminia che in quel tratto ha ben...
Scritto da: solounfattore
roma calcalta cesano in bicicletta
Partenza il: 02/04/2006
Ritorno il: 02/04/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Domenica 2 aprile 2006, dopo mesi e mesi di grigiore finalmente è arrivata la primavera. Decidiamo di vederci alle dieci alla stazione di MonteMario e con noi questa volta c’è anche Filippo il quale ci ha contattato leggendo il sito www.Solounfattorementale.It Si parte direzione Sacrofano affrontando la Flaminia che in quel tratto ha ben poche differenze rispetto ad una autostrada. Vi consigliamo di arrivare a Sacrofano Scalo con il treno onde evitare questa pessima strada. Dopo una sosta colazione lasciamo la Flaminia per dirigerci verso Sacrofano. Alla discesa, come sempre accade, fa seguito un salita che data la nostra scarsa forma atletica diventa infinita. Io mi chiedo come mai ad ogni discesa fa seguito una salita dalla lunghezza doppia? Filippo, un po influenzato decide di lasciarci e tornare a casa. Dopo Sacrofano prendiamo la strada per Magliano Romano (finalmente in discesa) ed arriviamo poco dopo a Calcata. Il borgo è come sempre meraviglio e frequentato da ex figli dei fiori, artisti e coppiette. C’è un bellissimo sole, il paesino è come sempre meraviglioso ma anche il vino preso al bar non è male. È finalmente ora di pranzo. Il vino ha il suo buon effetto e la conversazione si sposta incessantemente dai preparativi per il viaggio Roma – Istanbul all’inadempienza di Marco DS che aveva promesso di dare una sistemata al nostro sito.

È ora di ritornare a Roma ed Antonio propone di scendere giù al ruscello e fare un po di sterrato. In “aiuto” arriva il barista che suggerisce di seguire all’uscita un ulteriore percorso che “facilmente” ci avrebbe portato a Campagnano. Che ingenui!! Ogni volta ci ricaschiamo!! Dovremmo aver capito che chi non è andato mai in bici valuta la difficoltà del percorso in base alla sua esperienza automobilistica e quindi salite da cima Coppi diventano delle leggerissime rampe. Non conoscendo quello che ci aspettava decidiamo di avviarci per il percorso. Marco C sicuro di se e con fare da leader dopo 5 metri imbocca la strada sbagliata e nonostante in nostri richiami siamo costretti a seguirlo. Dopo circa 300 metri di dislivello decide che è il caso di ammettere di aver sbagliato strada. Dato che in tale occasione Marco C aveva avuto modo di confermare il suo grado di “campionissimo” (vedi racconto del viaggio in Croazia) Antonio non poteva essere da meno e proponeva “cerchiamo di seguire il ruscello per evitare la salita ed arrivare al punto di partenza”. Dopo circa un’ora di rovi, buche, ortiche e spine abbiamo capito che non era il caso di proseguire e quindi siamo tornati indietro affrontando la salita e la successiva discesa di circa 300 gradini. La vegetazione in quella zona è lussureggiante e per andare verso Campagnano bisogna, dopo il ponticello di legno, prendere lo sterrato sulla sinistra. Usciti sulla strada asfaltata si deve girare a sinistra e dopo circa 100 metri, dopo un ponte, si deve entrare nello sterrato sulla destra. Tale bellissima stradina, tutta segnata con dei cartelli porta alla Madonna del Sorbo (in tutto saranno circa 20 KM). L’inizio di tale sconosciuto sentiero sembra promettere bene, lo stato della strada è ottimo e pare rispettare quanto detto dal barista: solo qualche lieve saliscendi. Non passano 5 minuti di pedalata che ecco ci si presenta davanti una salita che pare impossibile. Si ha la stessa sensazione che si prova quando si è all’arrivo della pista di discesa libera e guardando la partenza si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un muro. Marco DS si dimostra come al solito insofferente a tali prove, ormai crediamo più per partito preso che per vero disagio. Finisce che bisogna scendere e spingere a mano la bicicletta. Non finiremmo mai di ringraziare il barista di Calcata!!! Comunque tranne questo paio di chilometri un bel po impegnativi il percorso, all’interno del parco di Veio, è sicuramente molto interessante.

Arriviamo a Campagnano e saliti al paese si rende necessaria una salutare birra. Ormai è tardissimo, il tempo perso a vagare nel bosco di Calcata rende ora impossibile rientrare a Roma per un orario decente. Decidiamo di arrivare a Cesano, passando per la cassia bis (da pazzi!!!) e prendere il treno. In tutto abbiamo fatto circa 85 km.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche