Rodi in lungo e in largo
Rodi in lungo ed in largo
Quest’anno la tribù (Io, sempre più quarantenne, Laura, un po’ meno, Marco 17 anni, Luca 13 anni) è sbarcata a Rodi per una vacanza a base di spiagge.
Arrivati puntuali alle 21.15 con il volo EasyJet da Milano (650 € A/R in 4 più un bagaglio) troviamo ad aspettarci Panagiotis Kritikos (qual è il nome? Boh) che ci consegna la macchina noleggiata (www.my-car.gr) per 27€/giorno che non è la Punto pattuita ma una Nissan di categoria superiore: viaggeremo più comodi.
Alloggiamo a Trianta da Paleos Apartments (trovato su Booking.com) in un appartamento spazioso (696 per 10 notti). Una volta sistemati un bel souvlaki ed a dormire.
10 –luglio Kalithea
Marco “Cicerone” ci indirizza verso la spiaggia di Kalithea. Nota a nostro merito: noi siamo alloggiati sulla costa occidentale e le spiagge, tutte, sono su quella orientale. Bravi!
Percorrendo la strada che unisce Rodi a Lindos, la raggiungiamo in mezz’oretta dopo aver superato, da sud, una selva di albergoni che danno su Faliraki, la spiaggia più lunga e frequentata di Rodi. Noi siamo un po’ snob e la saltiamo. Occhio che non è segnalatissima (cercate Kalithea Piges sulla strada principale).
Seguiamo le indicazioni per Kalithea e parcheggiamo davanti alle terme, che io non ho visto, e scendiamo in una spiaggetta bella e particolare. È di piccoli ciottoli e, anziché digradare in mare, va a sbattere contro una barriera di scogli da cui Marco & Luca cominciano a tuffarsi subito e poi a girare con le maschere. In acqua, non sugli scogli.
Laura ha voluto provare la maschera di Luca ed io ho cominciato a rassicurare il figlio derubato: “Dai Luca, adesso te la ridà. Fa solo più un giro”. Ho provato anch’io maschera e boccaglio ma mi prende l’ansia: m’han detto che in acqua non si respira ed io non respiro, anche se ho il boccaglio, e così rischio di soffocare.
Comunque una bella spiaggia. Io ero convinto di non essere su quella indicata dalla Lonely perché la dava vicino alle terme che io sostenevo fossero da un’altra parte. I figli hanno abbozzato e non m’han detto che ci avevamo parcheggiato davanti e che quindi la spiaggia era proprio quella. Che delicatezza. Ma soprattutto, che rimbambito io.
Abbiamo mangiato alla taverna sulla spiaggia dei buonissimi pescetti fritti e sopportato il gestore che prendeva in giro Laura perché aveva chiesto dello yogurth che lui non aveva. Ad ogni portata diceva: “è senza yogurth, glielo aggiungo?”. Ma la Grecia non è la patria di ‘sto intruglio di latte rancido?
Dopo pranzo visita alle terme ed io, finalmente, scopro e constato che mi hanno compatito per tutto il mattino!
Le terme sono un edificio costruito dai fascisti italiani (e di dove, se no?) nel ’29 e recentemente restaurate. Carine. (ingresso 3€). Cena a casa con una pasta fantastica cucinata dal Vissani “de noantri”, cioè io, e basta: giornata finita.
11-7 Ladiko Bay – Epta Piges
Partiti dopo colazione preparata dai figli (!!) verso la Anthony Quinn Bay la raggiungiamo non senza difficoltà. Le indicazioni, qui, sono meno che essenziali: si prende la strada Rodi-Lindos (andremo su e giù per ‘sta strada per tutta la vacanza) e 500 mt. prima del Golf Club (sì, prima, se arrivate al bivio tornate indietro. Come noi) si gira a sinistra e da lì le indicazioni ci sono. Ovviamente abbiamo battezzato Anthony Quinn Bay quella precedente perché arrivati al parcheggio abbiamo guardato a destra e non a sinistra e la baia che abbiamo vista era così bella che non poteva che essere quella.
Scesi in macchina al parcheggio sottostante abbiamo preso due lettini (8€) su una spiaggia stupenda di ciottoli e scogli.
All’alba delle 15 ci muoviamo per il pranzo ed io ho un presentimento: saliamo al primo parcheggio e guardiamo a sinistra ed ecco la Anthony Quinn Bay. Una baia circolare di scogli con acqua cristallina: bellissima ma secondo noi la nostra era più comoda. Ah, la nostra era la Ladiko Bay.
Mangiato un pranzo tristissimo nel centro di Afandou ci dirigiamo verso Epta Piges, le sette sorgenti, che si trovano a quattro km a destra della strada per Lindos, all’altezza di Kolimbia. Questo posto non è niente di che se non per il tunnel che collega le sorgenti al lago: è una galleria lunga 200 mt. alta e larga quanto una persona e priva di illuminazione che si percorre con l’acqua alle caviglie. Assolutamente sconsigliata a chi soffre di claustrofobia, per gli altri è un’esperienza particolare.
Tornati a “casa” bagnetto in piscina e poi: Rodi per la cena.
Seguiamo i consigli della Lonely ed andiamo da Kostas, in via Pytagora, strada che parte dalla piazza con la fontana. Una bella taverna greca gestita dalla terza generazione della stessa famiglia. Possiamo sottoscrivere la recensione: ottimo cibo, abbondante, prezzo modico e ottimo liquore al miele e rhum se riuscite ad essere simpatici come me da farvelo offrire …
12 luglio – Agathi Beach – Arhangelos
Vacanza dedicata alle spiagge o, per meglio dire, alla ricerca delle spiagge. Cerchiamo la Agathi Beach e troviamo tutte le altre! Tutto per colpa di una frase da oracolo della Lonely. Comunque sempre sulla solita strada fino al bivio per Haraki, a sinistra e dopo 500 metri siete arrivati. È tutto indicato, basta ignorare la guida.
La spiaggia è di sabbia con quattro file di ombrelloni e decidiamo di prenderne uno (8€) e la bella signora cui paghiamo ci dice che il marito è stato da piccolo un anno in Italia.
La baia è carina, dominata dalle rovine di un castello, ma sinceramente niente di trascendentale ed il fatto che la Lonely la definisca la migliore della costa non è rincuorante.
A pranzo Laura trova lo yogurth e noi i Pita Gyros e poi ci avviamo, no, io mi fermo dopo pochi passi perché Nicolas, il marito della signora degli ombrelloni, mi chiama ed io mi siedo con loro a chiacchierare dell’Italia, di Rodi, di tutto un po’. Raggiunto dal resto della famiglia, che mi credeva dalla macchina per farla raffreddare un po’, chiacchieriamo ancora un attimo e poi partiamo per Arhangelos, un paesino poco lontano.
Bello, con le case bianche e blu, una bella chiesa (San Michele) ed una simpatica vecchina che saputo che eravamo italiani si illumina e, mandandoci baci, ci dice che i figli hanno studiato a Napoli ed ora sono medici. Ah, l’Italia: ci fuggono i cervelli e formiamo quelli degli altri! Avremo un futuro radioso.
Dopo Arhangelos (due chiese: una dedicata a San Michele e l’altra a Gabriele. Chissà da cosa deriva il nome del paese?) visitiamo, sulla strada verso Rodi, il monastero di Tsampika. Una dolce oasi di silenzio (che lirismo, eh?) e poi a casa per un’altra cena del cuoco le cui gesta già tutta l’isola esalta.
13 – luglio – Kolymbia – Rodi
Oggi la strada la troviamo quasi subito: solita strada e a sinistra per Kolymbia e dopo un viale alberato si arriva ad un bivio con scritto “beach” a destra e “beach” a sinistra. Noi ci “buttiamo a sinistra” dove si arriva ad un posto niente di che e quindi a destra dove troviamo un mega spiazzo che dà su una spiaggetta con una parete di roccia alle spalle ed un porticciolo a destra il tutto su una baia circolare (forse è inutile scriverlo, le baie son tutte circolari) … la pace fatta spiaggia.
Prendiamo un lettino, a Rodi non esistono, credo, spiagge senza lettini, per i soliti 8 euri e ci spaparanziamo.
Alle 15 poniamo fine alla spaparanzata ed andiamo a pranzo nel chiosco sulla spiaggia dove il gestore (un attore!) si esalta per ogni piatto greco che ordiniamo. Comunque tutto buono e gestore simpatico.
Ora si punta a Rodi città dove per prima cosa prenotiamo l’immersione di Marco (è un sub, ma non di quelli esaltati, è un sub normale …) per venerdì e poi ci addentriamo tra i vicoli della città vecchia. Rodi penso sia bello gironzolarla qua e là tra le vie iper-turistiche ed i vicoletti deserti del quartiere ebraico o nella zona turca dove c’è una moschea con il suo bel minareto. Questo, per lo meno, è quel che abbiamo fatto noi e ci è piaciuto.
Usciamo per far la foto alla porta principale e quindi andiamo a cercare il punto dove sorgeva il Colosso, una delle 7 meraviglie del mondo antico.
Ora nei punti dove si pensa fossero poggiati i piedi della statua ci sono due colonne con delle statue di cervi (un maschio ed una femmina) sulla sommità.
Per far le foto alle colonne ci spostiamo e così troviamo tre simpatici vecchietti che ci fermano e si lanciano in elogi a Mussolini dicendo che è grazie a lui se Rodi è così che la vediamo ora. Io provo a dire che noi di Mussolini tanto contenti non lo siamo ma loro sono troppo convinti. D’altronde gli italiani sono stati qui dal 1912 al 1947 e loro, che a quel tempo erano ragazzini, hanno conosciuto un lato diverso del fascismo, quello dei grandi cantieri, delle costruzioni gigantesche. Per esempio il Palazzo del Maestro è stato ricostruito per ospitare il Duce ed il Re quando sono venuti in visita all’isola. I tre vecchietti non ci vedevano come i nipoti di coloro che li avevano colonizzati ma come qualcuno che non aveva conosciuto di persona un pezzo importante e bello della storia d’Italia. Questione di punti di vista.
14 luglio – Prasonissi – Kiotari
Per me è importante che i posti che visito mi siano nuovi e, finora, Rodi non mi ha dato questa sensazione, ma oggi ho trovato, finalmente, un motivo per essere contento di esserci venuto.
Abbiamo attraversato tutta l’isola lungo il lato occidentale, quello meno sfruttato a causa del vento. Meno sfruttato è un’esagerazione: non c’è nulla! I panorami, però, sono molto belli: in alcuni punti l’acqua è celeste-piscina e, durante un tratto di montagna, si apre una bella vista su due isolotti poco lontani dalla costa. Tutto questo viaggio per raggiungere la punta sud di Rodi: Prasonissi.
L’arrivo è molto scenografico: dall’alto si possono vedere l’isolotto sullo sfondo e la lingua di terra che la separa dalla terraferma. É appena sommersa ma comunque costituisce una barriera prima e dopo la quale i mari sono differenti: a sinistra calmo ed a destra agitatissimo. Sopra questo spettacolo inusuale una miriade di paracadute, quelli usati insieme ad una tavola da surf. Da fotografia … se avessi ricordato di prendere la macchina fotografica!! Proprio oggi! Ma sì, pazienza, tanto qui ci veniamo tutte le estati, no? Basterà guardare le foto che abbiamo fatto l’anno scorso …. in Sicilia.
Prendiamo il nostro ombrellone a 8 € (ma va?) e cerchiamo di resistere al vento che c’è. Io sono abbastanza zavorrato ma tira proprio forte. Dopo esserci smerigliato per bene i denti optiamo per una passeggiata verso il mare mosso guardando i funamboli del windsurf e quell’altra roba col paracadute.
Temerari, attraversiamo (a piedi) anche lo stretto ad approdiamo, dopo aver sfidato la corrente, sull’isolotto. Un po’ troppa enfasi, forse. Comunque: facciamo, anzi faremmo, due foto e torniamo all’ombrellone.
Ormai sono le 15 e decidiamo che, oltre la sabbia, sarebbe meglio mangiare anche qualcos’altro. Risaliamo l’isola dal lato orientale (quello solito) e ci fermiamo in un baretto per il pranzo delle 15:30 e poi ci spostiamo a Kiotari, un piccolo borgo con una spiaggetta di ciottoli vuota e con l’acqua che si sdraia sul bagnasciuga. Marco & Luca si dedicano allo snorkeling dagli scogli, io e Laura al sonnelling sugli asciugamani.
Giornata perfetta ma senza foto.
15 luglio – Kalithea Bay, di nuovo
Il resoconto di oggi dovrebbe scriverlo Marco perché la giornata è dedicata alle sue immersioni. Abbiamo prenotato al Trident Diving due immersioni con attrezzatura a noleggio alla modica cifra di 75€. I passeggeri non immergenti pagano 25€ la giornata sulla barca, una bazzecola (diciamo così). Partenza alle 9 dal porto di Mandraki passando sotto le ipotetiche gambe del Colosso ed una volta arrivati a Kalithea, nella baia delle terme fasciste, assistiamo per la prima volta ad un’immersione di Marco, nel senso che lo vediamo sparire sott’acqua e … sperare, come sempre.
Per ingannare l’ansia faccio un po’ di tuffi con Luca dalla barca, tra gli applausi dei passeggeri: l’avete mai visto un tricheco tuffarsi? Da applausi, proprio. In realtà di tuffi, io, ne ho fatti due e Luca decine da tutti i posti tuffabili della barca.
Tornato Marco, non soddisfattissimo dal poco che ha visto, mangiamo e poi lui di nuovo giù ed io, di nuovo il divo della baia!
Per la seconda immersione li hanno portati a delle grotte (che fifa!) dove hanno visto un pesce sconosciuto. Marco era finalmente contento ed io anche, come sempre, quando finisce le immersioni.
Ancora qualche tempo sulla barca dove lascio la scena ai figli e poi il ritorno.
16 luglio – Lindos
A Lindos dedicheremo l’intera giornata: tanto bene ce ne han parlato che le riserviamo il massimo del tempo. In effetti l’arrivo è suggestivo: da una piazzola si vede il paese tutto bianco dominato dall’Acropoli. La temperatura africana (42°) ci fa optare per spiaggia al mattina, Acropoli e paese al pomeriggio. Lindos ha due spiagge, una grande sotto il paese, l’altra più piccola alle spalle dell’Acropoli. Optiamo per la seconda, Agios Pavlos (San Paolo). Bella davvero, sembra un lago tanto è stretto l’imbocco della baia.
Noi, amanti dello svacco libero, storciamo un po’ il naso davanti allo sfruttamento di ogni pezzo di spiaggia ma paghiamo i soliti 8€ e ci piazziamo su questa minuscola spiaggia terrazzata.
Marco & Luca trovano un ottimo posto da cui tuffarsi e li perdiamo per un po’ poi Marco mi coinvolge nell’”impresa della vacanza”: traversare la baia a nuoto. A nuoto è un’espressione un po’ forte ed esagerata: nel mio caso si parla di una deriva controllata. Ma ce l’abbiamo fatta! (Marco è stato bravo ad aspettarmi: lui non deriva, lui nuota proprio). Peccato Luca non sia venuto perché ha la luna un po’ storta oggi. Lo capisco, non c’è un millimetro di spiaggia per giocare a calcio!
Dall’altro lato della baia c’è una chiesetta ed una targa che ricorda che San Paolo riparò qui durante una tempesta e la baia si chiuse su se stessa, salvandolo. Poi non è più tornata a posto e noi ce la godiamo così com’è. Deriva di ritorno, pranzo delle 15:30 e poi si va ad affrontare la salita all’Acropoli. Sono le 16:30 e la temperatura è immutata: 42°.
Parcheggiamo sullo spiazzo dei bus, scendiamo nel paese ed intraprendiamo la salita che è corta ma micidiale, almeno per me che ho rischiato un ictus!
Ci sono anche i muli per la salita ma l’avete mai visto un tricheco su un mulo? Come si tiene in groppa?
Non aspettatevi l’Acropoli di Atene ( beh certo, quella è ad Atene!): di questa di conservato c’è ben poco ma il panorama di lassù è impagabile. Qui l’ictus l’ha rischiato Luca che ha scoperto di soffrire di vertigini.
Scesi, facciamo un bagno ristoratore nella baia del paese dove, lentamente, riprendo conoscenza e poi ci cambiamo per la cena. Laura tenta un carpiato dalla scala del parcheggio. Voto 8.5 perché è caduta di sedere.
Siamo andati nella taverna Cyprus (siamo a Rodi, perché scegliere una taverna rodiota?). Buon vino, il Symposio il resto … passabile.
Dopo cena abbiamo girovagato tra i viottoli bianchi e blu del paese. Lindos è veramente bella ma il trascinare dei piedi ci fa optare per il ritorno.
17 luglio – Anthony Quinn Bay
Oggi torniamo a Ladiko perché ci “rugava” un po’ essere andati lì per la Anthony Quinn Bay ed averla mancata per aver sbagliato parte del promontorio, solo noi possiamo andare in un posto conosciutissimo e non trovarlo! Anche se la Ladiko beach, quella che avevamo confuso con la A.Q. Bay, è tra le migliori che abbiamo visto.
Quindi una volta arrivati, andiamo sicuri a sinistra e scendiamo le scale che portano ad una spiaggetta, che definirla tale ci si deve sforzare, tutta disseminata di lettini … occupati. Per lo meno quelli con l’ombrellone abbinato.
Io avrei rinunciato e, dopo un lungo e panoramico sguardo alla splendida baia, sarei tornato a Ladiko beach ma ho visto gli occhi di Marco & Luca che erano diventati come quelli del gatto di Shrek e così siamo rimasti più di un’ora ramponati ad uno scoglio in una scomodità da fachiri, al sole, per giunta.
Dopo questa tortura abbiamo optato per due lettini su un altro scoglio pagandoli sempre 8€ anche se dell’ombrellone non c’era neanche l’ombra: in tutti i sensi.
La giornata l’abbiamo passata tutta in questa baia che, se si guarda verso il mare è spettacolare mentre se la si guarda verso la “spiaggia” sembra di assistere ad un documento di Quark sulle folaghe di mare, quelle che nidificano a migliaia sugli scogli. Bei fenomeni che siamo: abbiamo scelto la spiaggia più scomoda per passare un’intera giornata al mare! Un consiglio (forse lo si intuisce già): venite qui, fate le foto, fate un bagno nell’acqua trasparente e poi andate a Ladiko beach. La vostra schiena vi ringrazierà.
18 luglio – Glystra beach
Ennesimo “viaggio” oggi per raggiungere una baia che ricorderemo: Glystra beach. Sulla strada per Lindos si gira a destra per Lardos e 1-2 km dopo Lardos beach (mi hanno dedicato una spiaggia!) trovate la deviazione per Glystra beach.
Una spiaggia piccolina, tranquilla e di sabbia (qui si trova raramente): una bomboniera.
Piantiamo le tende sotto l’ombrellone anche se qui spazio per lo spiaggiamento libero ci sarebbe, ma noi ci siamo imborghesiti un po’.
Tutto il giorno a spiaggia ed alla sera per l’ultima cena sull’isola andiamo da Nireas, a Rodi città. Non è facile da trovare: è sulla strada che parte dalla moschea, quella in basso. Il locale è molto bello, le cozze molto buone il resto senza infamia e senza lode. Merita per l’ambientazione.
Si respira la malinconia dell’ultimo giorno.
19 luglio – Valle delle farfalle – Kalithea beach
Prendiamo la strada della costa occidentale e seguendo le indicazioni per Petaloudes arriviamo alla Valle delle farfalle.
È una bella passeggiata all’ombra (per 5€ mancava pure ci fosse il sole) dove dopo un po’ cominciano a vedersi le centinaia di farfalle rosso-nere che popolano questo posto. Io mi aspettavo, però, che le farfalle, una volta posate su qualcosa, stessero con le loro belle ali in vista mentre invece si appiattiscono sulle rocce mostrando la parte mimetizzata (ovvio) all’occhio dei curiosi. Dopo qualche minuto di appostamento rinuncio a fotografarle e mi accontento di ricordarmi mentre svolazzano.
Dedichiamo le ultime ore a Rodi alla baia di Kalithea facendo tuffi (Marco & Luca molti, io molti meno, anzi: uno) dalla scogliera poi tutti a casa dove veniamo accolti da una temperatura veramente estiva: 17°. Bentornati!
Considerazioni finali
Rodi è una bella isola con decine di spiagge per tutti i gusti: dagli spiaggioni “riminesi” che non abbiamo visto a baie più piccole e riservate. A mio parere, però, è tutto un po’ troppo sfruttato: se si vuole andare in spiaggia con il proprio ombrellone, saranno pochi i posti in cui si riuscirà a piantarlo.
Due anni fa siamo stati a Creta e mi ha soddisfatto molto di più. Questo è un parere che ovviamente risente della mia allergia alle strutture organizzate e poi, sempre secondo me, le spiagge di Creta sono di una qualità superiore.
Da vedere:
Kalithea beach: spiaggia con scogli
Kolymbia: sabbia e baia con porticciolo
Glystra beach: bellissima. Sabbia e poco sfruttata
Ladiko beach: ciottoli e scogli
Agios Pavlos: baia con spiaggia “terrazzata”