Roatan: un’isola ‘quasi’ selvaggia

Siamo partiti per Roatan il 27 dicembre 2002 da Milano Malpensa dopo una grande confusione con gli orari del volo (l'aereo faceva milano – roatan – camaguey - milano, le persone dirette a camaguey erano state convocate per le 5 di mattina con partenza alle 7, quelle per Roatan covocate alle 7 con partenza alle 9... Alla fine siamo partiti alle...
Scritto da: Giulia De bianchi
roatan: un'isola 'quasi' selvaggia
Partenza il: 27/12/2002
Ritorno il: 04/01/2003
Viaggiatori: in gruppo
Siamo partiti per Roatan il 27 dicembre 2002 da Milano Malpensa dopo una grande confusione con gli orari del volo (l’aereo faceva milano – roatan – camaguey – milano, le persone dirette a camaguey erano state convocate per le 5 di mattina con partenza alle 7, quelle per Roatan covocate alle 7 con partenza alle 9… Alla fine siamo partiti alle 9. 30… ) Comunque dopo 13 ore e mezzo di volo tranquillo siamo scesi a Roatan: ci aspettavano 30 gradi e un sole cocente coperto a tratti da qualche nuvola. Per arrivare in villaggio abbiamo attraversato quasi tutta l’isola sull’unica strada asfaltata che c’è. Il paesaggio è molto caratteristico, piante e alberi ovunque, un verde intenso mitigato da qualche rarissimo tetto che spunta ogni tanto dallla vegetazione. La prima cosa che ho notato è stato il paesino vicino all’aeroporto, direi quasi una favelas hondurena, tanta povertà che si prova a dimenticare dietro il sorriso degli abitanti di questa affascinante isola. Il villagio dove allogiavamo era l’Henry Morgan, struttura in legno su palafitte (quando piove infatti rimane sempre una specie di palude per terra, ecco spiegata la presenza delle voracissime zanzare tigre… ), non è un hotel 5000 stelle super lussuoso, direi coerente però con il luogo. Il mangiare era ottimo (sia cucina italiana che locale), camere abbastanza pulite, spiaggia splendida (non ho avuto tutti questi problemi con le sand flies, come mi era stato detto!comunque non si sente neanche la puntura, ci si accorge di esssere stati beccati solo dopo da un puntino rosso sulla pelle). Gli animatori erano divertenti (anche se a volte rompevano un pò… ). Siamo andati due volte a visitare West End, una volta con il pulmino del villaggio e la seconda via mare, risparmiando notevolmente in termini di denaro. Praticamente ci sono queste barche che fanno avanti indietro lungo la costa, una sorta di autobus, che passano circa ogni 20-30 minuti. Il paese non è proprio un paese locale, diciamo che sembra, anzi che è, una specie di Lignano degli americani, che passano per le strade dissestate con i loro enormi fuoristrada. Ci sono tantissimi diving center e negozi con souvenir e alberghi e pensioni che sembrano case dell’italia del ‘900. Tra questi, abbiamo scoperto per caso un cinema… Non ci crederete… Una stanza non molto grande senza pavimento… Infatti per terra c’era solo sabbia!. Siamo stati poi a vedere i delfini, un’esperienza indescrivibile… Li puoi abbracciare, accarezzare e anche baciare! E non sono imprigionati, se vogliono possono anche andarsene liberamente. Il mare è straordinariamente trasparente e i pesci hanno dei colori bellisiimi. Abbiamo avuto molta fortuna, 7 giorni di sole (tranne una mattinata) e temperature sempre a ridosso dei 30 gradi! Abbiamo festeggiato il 31 dicembre sulla spiaggia, illuminati da migliaia di stelle (si vedeva benissimo anche col buio!) ! Purtroppo dopo 7 giorni è arrivata l’ora della partenza e siamo ritornati in Italia! Questa volta ad attenderci c’erano 0 gradi e una nebbia fittissima… Consiglierei a tutti questa vacanza, consiglierei soprattutto di andarci subito (meglio in bassa stagione: si paga quasi la metà), perchè si notano già gli arrivi del mondo “industrializzato”, con tutti i suoi pro e contro. Comunque sicuramente tra qualche anno Roatan diventerà la Rimini degli americani, e perderà quel tono selvaggio che secondo me la caraterizzava e la faceva brillare nella sua natura incontaminata.


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