Roatan, quanti dubbi di per nulla
Siamo partiti il 29 agosto da Milano Malpensa alle 11.30 del mattino e siamo arrivati alle 16 – ora locale – dopo undici ore e trenta di viaggio, due merende, un pranzo, quattro film e sedici tentativi di dormire.
La prima impressione è stata: “non è un gran che, mi aspettavo qualcosa di più…” “Aspetta che usciamo dall’aeroporto”, fu la risposta del mio compagno. Lungo l’unica strada asfaltata che percorrevamo nel pulmino continuavo a guardarmi intorno perplessa.
Dopo venti minuti e molte informazioni da parte della guida che in ultima fila non siamo riusciti a sentire – ricordatevi di salire per primi… – siamo arrivati a destinazione.
Le sere a cena, causa il fuso orario, non riuscivo a mangiare un gran che; in compenso morivo dal sonno. All’una di notte però mi svegliavo, e non riuscendo a riprender sonno, uscivo in cerca di gechi da fotografare. A vacanza quasi terminata finalmente mi abituai ad andare a letto otto ore prima del previsto.
La spiaggia il mattino seguente l’arrivo fu una sorpresa! Il sole sorge presto, alle 5.30 è già giorno. Si possono prendere le canoe o passeggiare fino ad arrivare al limite della spiaggia, e lì, sulle rocce si possono vedere le iguane. “Oh, guarda laggiù un tacchino…” Quando prese il volo ci accorgemmo che era un condor. Li inseguii per tutta la settimana nel tentativo di fotografarli. Quì, sotto le palme, tra i colibrì, i condor che volteggiano, i granchi che passeggiano dopo una notte di pioggia, i merli, le iguane ed un tipo di lucertola che quando corre, corre su due piedi, ci si guarda attorno senza stancarsi. Nel mare già ad un metro di profondità si possono vedere pesci multicolori e la barriera corallina è facilmente raggiungibile a pochi metri dalla riva.
Le escursioni in barca sono facili sia per praticare lo snorkeling che per effettuare le immersioni. L’immersione più affascinante è stata quella per vedere lo squalo grigio di barriera.
Ovviamente non ci siamo persi la visita ai delfini. Se ci sapete fare giocheranno volentieri con voi. “Aspettate che sia lui a porgervi l’alga” fu l’insegnamento dell’istruttore. “Quindi tirategliela, come si tirerebbe ad un cane il bastoncino”. Nell’acqua non si riesce a gettarla lontano però, così decisi di immergermi (in apnea) portando l’alga con me, mentre lui mi nuotava a fianco aspettando che gliela lasciassi. E’ stato molto bello tornare bambini giocando con questi animali così intelligenti.
Con 54 dollari abbiamo noleggiato per un giorno il Pick-up con cui abbiamo girato l’isola. Fa davvero molto caldo, anche la sera. Ogni tanto avevamo bisogno di rientrare in macchina ed accendere l’aria condizionata. A Coxen Hole, l’unica città – se così si può chiamare… – dell’isola nei negozi si trova la scritta: “Si prega di lasciare qui le armi”, e le guardie giurate presiedono fuori dalla banca, dai negozi, con il mitra o il fucile a pompa. Volevo fotografarli, ma chissà perchè ho rinunciato…
All’estremità dell’isola si trova Punta Gorda, un luogo suggestivo con una bella cittadina. Si possono vedere in mezzo al mare degli uomini, vestiti, seduti su di un ponticciolo che non tocca riva. Come tornino a riva non so. Forse qualcuno in barca li viene a prendere. Resta il dubbio di come siano arrivati?? Di cose da fare ce ne sono! Qualcuno non torna indietro e resta lì, qualcuno come me pensa di tornare. Devo ancora andare a cavallo e fare l’escursione a Copan. Se l’avessi saputo prima avrei trascorso lì due settimane anzichè una. Insomma, andateci e scoprite il resto da voi.
Bon voyage! Ah, dimenticavo! Queste le risposte alle domande che mi ero posta: da ottobre (se si è sfortunati gia a metà settembre) inizia la stagione delle piogge che finisce a marzo – anche se da quattro anni a questa parte mi è stato detto che piove poco e spesso solo la notte. Da aprile a settembre il periodo migliore.
I primi giorni, non conoscendo gli effetti delle punture di questi insetti nè di quelli delle zanzare (che ho dovuto farmi descrivere dalla receptionist perchè, pur essendo stata ripetutamente colpita, non sono riuscita a vederne manco una, e che ora so essere piccole, che non ronzano, hanno la testa bianca e sono responsabili del Dengue – una leggera forma di malaria), i primi giorni dicevo ci siamo unti con l’olio Baby Johnson’s (sopra la crema protettiva), ma abbiamo ceduto man mano che passavano i giorni, sia perchè gli effetti delle punture non erano fastidiosi (nessun prurito, nessuna infezione, completa “guarigione” della puntura a distanza di un giorno e mezzo), sia perchè eravamo troppo occupati a divertirci.
Consiglio comunque di ungersi se si desidera passeggiare sulla spiaggia al tramonto (alle 18.00 è già buio).
Ma smettendo di ungerci non avevamo tenuto conto di un effetto strano, potrei dire di una mutazione: tornati in italia, forse per il cambiamento di clima (ma ricordo di aver visto già sull’aereo al ritorno qualcuno grattarsi ripetutamente), tutte le macchioline rosse finora insensibili al prurito si sono “attivate”, ed abbiamo continuato a grattarci per quatto giorni.
Portarsi con sé disinfettanti intestinali e antidiarroici può essere utile. La pomata contro le punture non mi ha dato alcun beneficio.
La risposta è sì sia per l’asciugacapelli sia per il telo mare. Non portateveli, sarebbero pesi inutili.
Avventurarsi fuori dall’albergo ci è stato detto che non è pericoloso, neanche la sera. Sta di fatto che c’è una percentuale di un omicidio a notte tra gli abitanti.