Road trip to East – Montenegro & Albania
Tappa 1: Aeroporto di Tirana
Arrivare in Albania via aerea e noleggiare un auto: cosi é stato delineato il nostro piano di battaglia, ai fini risparmiare una giornata di viaggio che poteva essere spesa già nel mini tour dei Balcani (i giorni di ferie non sono infiniti, ahimé). L’accoglienza é stata addirittura superiore alle aspettative. L’areoprto internazionale di Rinas é una struttura moderna distante 16 km dalla capitale, ben collegato da una nuova superstrada (un lusso considerando lo stato attuale medio della maggior parte delle strade del Paese). I tempi di attesa per il controllo passaporti e l’arrivo dei bagagli sono stati anche discretamente rapidi. La consegna della nostra auto un po’ meno (ci siamo affidati volontariamente ad una compagnia locale evitando le multinazionali), ma la lunghissima attesa é stata ben ripagata dalla gentilezza e dalla disponibilità del responsabile, il quale ha provveduto ad affidarci un veicolo di categoria superiore per scusarsi dell’attesa. Fantastico!
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Tappa 2: L’autostrada
Il disegno prevedeva di arrivare in Montenegro (dove avremmo trascorso la prma settimana di vacanza) la prima sera; la gente che incontriamo ci rassicura dicendo che la nuova autostrada verso nord è stata da poco inaugurata. Questo é vero… ma l’esperienza di un’autostrada albanese é stupefacente: gente che incurante passeggia lungo i bordi e attraversa la strada, auto in contromano lungo il senso di marca opposto, tratti di strada sterrata all’improvviso, commercio di cocomeri… questo voleva quindi solo essere un assaggio delle condizioni di viaggio che ci avrebbero atteso? D’altronde lo sapevamo, la rete stradale in Albania è molto arretrata e lacunosa, ma mi sento anche di dover dichiarare che ci stanno lavorando, e sono certa che presto i progressi saranno visibili!
Tappa 3: il Montenegro
Passare la frontiera é stato rapido, percorrere la strada al buio un po’ meno. Ovviamente la nostra tabella di marcia ci ha fatto comprendere che doveva essere tarata su altri tempi, e la velocità media massima di 40km/h era un lusso di cui dovevamo accontentarci.
Il Montengro ci ha accolto con le sue montagne a ridosso delle spiagge di ciottoli, i suoi numerosissimi monasteri antichi, il verde della sua vegetazione, ma sopratutto il suo ordine e la sua vocazione al turismo.
Ci si rende immediatamente conto di aver lasciato alle proprie spalle l’Albania, e non solo per il panorama diverso, ma per lo stile del Paese. Splendidi lussuosi alberghi sorgono in ogni dove, gli uffici turistici sono onnipresenti e non mancano di materiale informativo di ogni genere: sembra di essere in un piccolo paradiso … che si fa pagere giustamente! Il turismo russo è un gigante del luogo, ed i prezzi (in Euro) non sono per nulla vantaggiosi.
Un Paese che non si fa mancare nulla sebbene abbia una piccola estensione (laghi, montagne, spiagge) é diventato oggi la meta alla moda dopo la Croazia, e per trovare ancora luoghi legati al turismo locale bisogna spostarsi un po’…
Fenomeno interessante osservato lungo la nostra permanenza è il “rilancio dell’Autostop”; molto praticato dai montenegrini per spostarsi all’interno del Paese, ci ricorda l’altra faccia dello sviluppo.
Tappa 4: Sveti Stefan
La scelta della nostra base non é stata affatto casuale, volevamo il meglio e ci siamo diretti sul sicuro a Sveti Stefan. L’isoletta, legata da una striscia di sabbia al resto del Paese, in realtà é stata privatizzata da una lussuosa catena alberghiera, pertanto l’accesso non é consentito ai comuni turisti. A noi non ha interessato molto poiché la vista dalla terrazza del nostro bellissimo appartamento valeva molto di più! Abbiamo soggiornato presso gli appartamenti “Sana”, sulla salita del villaggio. Sono consigliabili a tutti coloro che intendono soggiornare da quelle parti anche se aggiungere la spiaggia puo’ risultare un tantino faticoso considerando la combinazione CALDO e SCALINATA. Bisogna ricordare che l’incanto del luogo ripaga senza dubbio.
Tra le spiagge circostanti si trova quella di Milocer, baia segnalata per la sua bellezza in più siti, ma purtroppo recentemente privatizzata secondo lo schema seguito per l’isolotto di Sveti Stefan… é possibile accedervi soggiornando presso l’albergo retrostante, o se disponibili a sborsare la cifra simbolica di 75 euro per l’affitto giornaliero di un ombrellone e 2 lettini. Non stupisce il fatto che sia spesso deserta.
A seguire si trova la baia di Przno, posticino che offre panorama, buoni locali e ristoranti.
Ancora oltre si trova la spiaggia di Kamenovo, consigliata ai giovani per la presenza di musica. Il mare é bello, il panorama pure, ma il passaggio della strada alle spalle ne rovina indubitabilmente la magia.
La grande città adiacente é Budva, la quale emana senza sosta energia e vitalità. La passeggiata lungo mare é il principale centro di attenzione notturna dopo la concentrazione nella Stari Grad, la città vecchia fortificata, gioiello assolutamente da non perdere.
Nella direzione opposta rispetto a Sveti Stefan si incontra la più tranquilla cittadina di Petrovac construita su una baia incantevole.
Escursione da non perdere per chi visita il Montenegro é rappresentata dalle Bocche di Cattaro (baia di Kotor), piccola città fortificata in stile veneziano circondata da monti che si gettano a picco sul mare. Fiordo europeo, presenta angoli di grande bellezza e tranquillità lontano dal caos del turismo di massa… consigliata un’uscita in kayak di almeno una giornata!
A circa due ore da Kotor si trova la celebre Dubrovnik. Un assaggio di Croazia che si consiglia di visitare!
A chiusura del nostro viaggio itinerante montenegrino decidiamo di sostare per Ulcinj, considerata come la città che assomiglia maggiormente all’Albania. Effettivamente la popolazione é composta dal 72 per cento di albanesi e ricorda molto l’atmosfera dei vicini. Piuttosto caotica e disordinata, ha un suo charme. Ottimo ristorante da consigliare è il “Bazar”: prezzi onesti, terrazza tranquilla di fronte alla confusione cittadina, specialità locali.
Tappa 5: Il nord dell’Albania
Inevitabile ricordare il temporale che ci ha seguito in tutta la sua potenza dalla frontiera montenegrina sino al cuore dell’Albania, rendendo magicamente la nostra auto un fuoristrada capace di ogni mossa spettacolare per raggiungere la meta.
Cio nonostante abbiamo avuto modo di constatare che il nord dell’Albania si caratterizza in modo particolare per l’alta concentrazione lungo la strada principale di “Mobileri” (negozi di mobili) e di “Gomisteri “ e “Lavazh” (nel sud “Lavazho”) per la cura dell’automobile, gli abitanti non applicano più la pratica dell’autostop, l’italiano é considerato quasi una seconda lingua madre, e i prezzi sono vistosamente più bassi.
Inoltre tutto il Paese é invaso da benzinai (non esagero se dico che in diversi punti sono presenti ogni 100 metri) oltre che da Mercedes.
Il tragitto non è lungo ma l’impossibilità di percorrere strade rapide ci consiglia di trascorrere una notte a Berat, patrimonio dell’Unesco dal 2008, e di cogliere l’occasione per visitare le sua splendida cittadella.
Tappa 6: Il sud dell’Albania
Le strade hanno peggiorato le loro condizioni che già le rendevano caratteristiche, mentre a cio’ si aggiunge la presenza di animali (capre, asini, mucche, …) in libertà. Il sud é anche meno verde, ricorda il panorama proprio della nostra penisola che comunque dista poco dall’Albania, e meno pianeggiante.
Una brevissima sosta alla fonte di Tepelene merita assolutamente, anche solo per ammirare la cascata dalla terrazza del bar, bere un sorso di fresca acqua di sorgente, e sentirsi coccolare dal verde circostante.
Un’altra sosta é di dovere nella vicina Argirocastro, simile a Berat, anch’essa parte del Patrimonio Unesco, celebre per la sua storia… Sino all’arrivo a Saranda, capitale della villeggiatura estiva.
Il turismo é in gran parte kosovaro o greco; la lingua greca sembra addirittura sostituire quella italiana nel dizionario del sapere degli abitanti!
Il mare é indubitabilmente molto bello, ma purtroppo le migliori spiagge hanno dimensioni ridotte e, ad agosto, é difficile riuscire a entrarvi… In ogni caso gli appassionati della sabbia devono rinunciare: i ciottoli sono sempre presenti!
La città di Saranda è l’esempio concreto della speculazione edilizia di cui il Paese é vittima, ma é sufficiente spostarsi di qualche km per scoprire un’altra Albania. Verso nord ci sono le baie più celebri, anticipate dalla lunga e vasta spiaggia di Borsh; a sud si trova invece il ricco sito archeologico di Butrinto, tenuto in buone condizioni nonostante le varie vicissitudini, e di grande interesse culturale.
La sera conclusiva del nostro soggiorno ci siamo concessi una cena al castello di Saranda, luogo di charme da cui si puo’ ammirare un tramonto da cartolina. I prezzi sono onesti e si mangia veramente bene.
Tappa 7: Rientro a Tirana
Prima di imbarcarci sul nostro volo decidiamo di visitare molto brevemente la capitale… Sicuramente ha un’anima interessante, ma non abbiamo avuto modo di coglierla per questioni di tempo. Sicuramente é una di quelle città che vorresti visitare con accanto un’abitante “indigeno” per comprenderne meglio lo spirito.
Il bilancio dell’impresa é assolutamente positivo, si torna a casa con un po’ di tristezza e già i primi segnali di nostalgia per un paese che è impossibile non amare.