Ritorno nel Paese delle Aquile
Prima di fare un resoconto del viaggio vorrei dare delle informazioni utili a chi progetta un tour in Albania. Gli alberghi 4* costano, la doppia, € 40/60 a notte con colazione. In tutti gli alberghi manca il servizio di trasporto in camera dei bagagli ed in alcuni manca anche l’ascensore. Nelle zone di mare, d’estate, i prezzi possono anche aumentare del 50%. Mangiare in un ottimo ristorante tre portate, acqua, vino e dolce costa dai 10 ai 12 euro. Si può mangiare, anche per 2 euro, un abbondante secondo piatto, in una osteria. Non si usa lasciare la mancia. Le strade sono tutte asfaltate e senza buche. I controlli della polizia stradale sono frequenti. Su 100 Km ho contato quattro pattuglie con ben due controlli dei documenti. Il traffico in città e su strada è tranquillo. I limiti di velocità ed il codice della strada sono rispettati. Unico problema è il parcheggio in città che è difficile da trovare. Comunque frequenti sono i parcheggi a pagamento (pochi centesimi). Le città sono sicure: si può uscire tranquillamente anche di notte. Le prese di corrente sono come quelle italiane: quindi non c’è bisogno di adattatore. L’italiano è parlato o quanto meno capito da tutti gli albanesi.
Arrivati a Tirana, iniziamo subito la visita della città partendo dalla piazza principale in cui è evidente l’eredità dell’architettura comunista. La piazza è dedicata all’eroe nazionale Scanderbeg, la cui statua equestre si erge solenne di fronte al museo nazionale di storia. L’esterno del museo è ingentilito da un enorme mosaico che raffigura la storia degli albanesi, dagli illiri ad oggi. Dietro la statua si erge imponente la torre dell’orologio con la moschea Et’ hem Bey. Colorati palazzi ministeriali tutto intorno. Una breve visita al mercato, circondato da palazzi multicolori ed una visita al bunker antiatomico realizzato in pieno centro dal passato regime comunista. Segue un tour della città in auto con fermate nei luoghi più interessanti.
La mattina successiva partiamo per Scutari. Lungo la strada ci fermiamo a Kruja di cui visitiamo prima il vecchio bazar e poi il castello costruito fra le rocce da cui si ammira un panorama mozzafiato. Il castello, conquistato da Scanderbeg nel 1443, respinse più volte gli assalti degli ottomani. Solo dopo dieci anni la morte del condottiero, i turchi riuscirono a conquistare il castello e a distruggere la città. La città di Scutari l’ammiriamo dall’alto delle cinque terrazze del castello Rozafa, che sovrasta la città. Le mura e le fortificazioni del castello sono di epoca veneziana costruite su una antica fortezza degli illiri. All’interno della fortezza vi sono tre cortili ed una chiesa dedicata a Santo Stefano poi divenuta moschea ed abbellita da un minareto. Dalle terrazze si gode una vista magnifica del lago e della città di Scutari e dei due fiumi che scorrono separati nella vallata per poi convergere nel fiume Boiana proveniente dal lago. Dall’alto ammiriamo anche la moschea di piombo, così denominata dalla sua copertura. La città di Scutari, che visitiamo nel pomeriggio, ci appare molte vivace. Bar e ristoranti si affacciano sulla strada principale. Mi riesce difficile individuare i luoghi da me visitati nel lontano 1969. Al posto delle strade in terra battuta ci sono isole pedonali; in luogo di case appena decorose e tappezzate da tazebao, ci sono coloratissimi negozi, discoteche, bar affollati da giovani ed anziani. A stento riconosco la moschea Ebu Beker -in quanto è completamente cambiato il contesto circostante- ed il locale ove pranzai, ora trasformato in bar.
Prossima tappa Valona con fermata intermedia ad Apollonia. Quest’ultima località fu fondata dagli illiri nel 588 a.C. ma raggiunse il suo massimo splendore nel periodo romano, fra il IV sec. a.C. ed il III sec. d.C.. Tra i monumenti più interessanti che vediamo, da segnalare il tempio di Artemide e l’anfiteatro romano che poteva contenere 10.000 spettatori. Una visita la dedichiamo anche al Monastero ortodosso di Ardenica, a pochi passi dalla zona archeologica. Il resto della giornata la trascorriamo fra le piazze, le strade ed il lungomare di Valona.
La mattina successiva puntiamo su Saranda. Lungo la strada ci fermiamo ad osservare, da lontano, un rifugio per sommergibili, realizzato sotto una montagna sovrastante il mare. Altre soste le dedichiamo per ammirare la spettacolare costa albanese e per camminare lungo splendide spiagge. Ammiriamo Saranda, in tutto il suo splendore, dall’alto della fortezza Lekuresi. A pochi chilometri si staglia, possente, l’isola di Corfù e, a sinistra, il lago di Butrinto. Subito dopo pranzo visitiamo il sito archeologico di Butrinto, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Questo sito fu scoperto, alla fine degli anni ‘20, dall’archeologo italiano Luigi Maria Ugolini il quale era alla ricerca della città nella quale Enea si era fermato per due giorni. Le mura ellenistiche, il santuario dedicato ad Asclepio, il teatro dedicato a Dioniso, il battistero e la Basilica sono gli artefatti archeologici che hanno più attirato la nostra attenzione. Bellissima la passeggiata che si snoda sul lungomare di Saranda, una città veramente deliziosa.
Prossima destinazione Argirocastro. Lungo la strada ci fermiamo per visitare una sorgente carsica circondata da una rigogliosa vegetazione. La sorgente è incastonata in una roccia calcarea che le conferisce un colore blu, simile all’occhio umano. Per questo è denominata “Occhio blu”. Giunti ad Argirocastro, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, visitiamo prima il sovrastante castello e poi la città che raggiunse il suo massimo splendore nel XIX secolo quando furono costruite le case in pietra simili a fortezze. Per questo motivo Argirocastro è denominata la “città di pietra”. All’interno del castello ci sono cinque torri, case, una torre dell’orologio, una chiesa, un museo militare con l’artiglieria catturata ai nemici durante la II guerra mondiale ed un museo degli armamenti.
Prossima meta Berat, la “città delle mille finestre”, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. E’, questa, a mio avviso, la più bella città dell’Albania. Il castello che la sovrasta e protegge si trova in ottimo stato di conservazione: intatte le mura e le 24 torri a difesa. All’interno del castello si trovano chiese bizantine, moschee ottomane ed edifici costruiti nel corso del XIII secolo. Il centro storico della città è diviso in due dal fiume Osum. Sotto il castello è adagiata la zona abitata dai musulmani, al di là del fiume la zona abitata dai cristiani ortodossi. La città è molto vivace. Affollata la zona pedonale.
Per il giorno successivo avevamo previsto la sola visita di Durazzo. Decidiamo di riempire la giornata con una escursione al Parco Nazionale di Karavastà. Noleggiata una barca a motore, ci addentriamo nella laguna ove, oltre a numerosi uccelli, nidificano i pellicani ricci, detto anche dalmati, in via di estinzione. Quando avevamo perduto ogni speranza di vederli, da un capanno di osservazione, veniamo sorvolati da una decina di pellicani.
La zona archeologica di Durazzo è costituita dalle mura medioevali che arrivano a ridosso del porto, dalla torre veneziana e dall’anfiteatro romano che si presenta in cattivo stato di conservazione e, per giunta, circondato e soffocato da abitazioni. Da Durazzo si partiva la Via Ignazia che collegava Roma a Costantinopoli. Il lungomare è molto vivace ed animato. Bar e ristoranti dappertutto. Gradevole il centro della città dominato dalla moschea. Il nostro viaggio in Albania si conclude il giorno successivo con la partenza per Catania/Siracusa.