Ritorno in Andalusia
Sin da Gennaio via internet abbiamo prenotato voli e alberghi (dopo aver letto i racconti di viaggio e i giudizi su alberghi di tripadvisor e altri siti),l’ingresso all’Alhambra (importante).
PRIMA TAPPA: SIVIGLIA 27 Marzo: ore 9 partenza da Torino con il pullman per Malpensa (euro 18 a testa), dove ci aspetta il volo con la Vueling (euro 107 in due), partenza alle 12.30 arrivo a Siviglia alle 14 (in anticipo). Ritirati i bagagli, prendiamo il bus (strapieno) verso la città (3 euro a testa), l’arrivo è vicino al Parque Maria Luisa, avevo calcolato che era a circa 800 metri dall’albergo, malgrado il cellulare con il navigatore riusciamo a sbagliare strada, ritrovandoci nel bel mezzo del grande Parque Maria Luisa, ma non tutto il male viene per nuocere, infatti, iniziamo anzitempo la visita (con i trolley e purtroppo giaccone… Faceva 25°) vediamo la Plaza de Espana, bella piazza a forma semicircolare, così ci facciamo un chilometro e mezzo di strada, il percorso si svolge costeggiando il lungofiume Guadalquivir sui Paseo de las Delicias e Paseo de Colon, facciamo comunque una sosta in un simpatico bar studentesco, vicino ai giardini di S. Telmo, poi riprendiamo il cammino, passiamo davanti alla Torre de Oro, al teatro della Maestranza, dove si svolge la stagione lirica e sinfonica della città e la Plaza de Toros, dall’altra sponda del fiume si vedono le bianche case del quartiere Triana. Finalmente arriviamo alla Calle Reyes Catolicos dove è situato il nostro Hotel Becquer.
L’hotel è classificato 4 stelle, (128 euro a notte) è in pieno centro, vicino ai più importanti monumenti e alle vie commerciali, la nostra camera è al sesto piano, di grandezza media, bagno grande ma cieco, armadio piccolo per 2 persone, angolo salotto, televisione satellitare (si vede rai 1) telefoniamo per avere un altro asciugamano, ci assicurano la consegna immediata, ma non lo abbiamo mai visto, scopriamo che nel bagno manca lo scopino, solita telefonata, ma questa volta ci rispondono che nell’albergo non è previsto (ma…), niente wifi, scopriremo in seguito che c’è una postazione in hotel, a prezzi stratosferici (3 euro per 15 minuti), il personale consiglia di rivolgersi ad un internet point a 30 metri, cosa che faremo (1,5 euro/ora).
Verso le 20.30 dopo una salutare doccia, ci avviamo per un primo giro esplorativo, percorriamo la Calle Reyes Catolicos, la Calle San Pablo notiamo subito la Iglesia de la Magdalena, (aperta sino a tardi) del XVII secolo, esterno molto semplice ma imponente, interno barocco classico, con le caratteristiche madonne, noto una cappella in arte mudejar (la Capilla de la Quinta Angustia) A questo proposito ricordo che l’arte mudejar è l’arte degli artisti arabi, cui dopo la riconquista cristiana venne consentito di rimanere e lavorare è uno stile di arte di arte mussulmana, che si vede solo in Spagna.
Verso le 22 andiamo a cena, al ristorante Casa Manolo, che ci avevano consigliato alcuni amici, ma che è anche indicato in alcune guide turistiche tra i ristoranti economici.
Il locale è molto semplice, frequentato da clientela locale, il menù presenta solo piatti di cucina spagnola, il cameriere parla solo spagnolo, però ci aiuta a scegliere disegnando sulla carta i piatti del menu, ordiniamo zuppe, esparragos con jamon, tortilla de patatas, natillas de la casa, macedonia, tutto ben fatto, spesa 26 euro in due compresi vino e caffè e pane (bisogna ordinarlo come se fosse una portata). Venerdì 28 Marzo: dopo aver fatto colazione in un bar, cerchiamo un’edicola, notiamo che, al contrario di Granada, è difficile trovare giornali italiani ed esteri, le edicole trattano esclusivamente giornali locali, li troveremo, per caso nelle vicinanze del Barrio di Santa Cruz. Ci dirigiamo verso il Real Alcazar, percorrendo la calle Saragozza e le strette viuzze (circolano anche i minibus pubblici), arriviamo alla Plaza Nueva, una bella e grande piazza rettangolare, circondata da palme, con il monumento a S. Fernando, da questa piazza inizia l’avenida de la Constitution, dove c’è l’Ayuntamiento, un imponente edificio del 1500, con una bella facciata, in stile plateresco, uno stile architettonico e decorativo nato in Spagna nel XV secolo, utilizzato per facciate e finestre, l’edificio presenta una splendida facciata con figure storiche e leggendarie tra cui Giulio Cesare, Ercole.
Arriviamo quindi a Los Reales Alcazares (ingresso 5 euro, gratis per studenti e anziani) la più antica residenza reale, infatti, è ancora parzialmente adibita a residenza dei re di Spagna, la costruzione è costituita da più palazzi, edificati con stili architettonici diversi, che vanno dall’arte araba al rinascimento, passando per il gotico.
Il primo palazzo fu costruito nel X secolo dagli arabi come palazzo del governatore, successivamente alla riconquista, i re cristiani ampliarono la costruzione, con l’aiuto di artisti arabi, che presenta quindi stili diversi, l’esterno, sembra una muraglia di una fortezza, anche per la presenza di torri merlate. Entriamo per la Puerta del Leon, e accompagnati dall’audioguida (indispensabile, euro 3,5) visitiamo i palazzi, ammirando i magnifici patio, con eleganti archi e sculture ed in particolare ci soffermiamo al Patio de las Doncellas (quello che mi è piaciuto di più), anche per i fantastici azulejos (mosaici), il Patio de las Munecas, il Salon de Dona Maria de Padilla e il Salon degli Embajadores, con colonne che provengono ad antichi palazzi arabi, devo dire che la visita è stata una vera festa per i nostri occhi.
Nel Palazzo Gotico ci soffermiamo in particolare nel salone dei tappeti, quindi visitiamo i magnifici giardini, che non sono quelli originali, infatti, furono, per così dire, ristrutturati dandogli la forma attuale tra il XVI e il XX secolo,anche qui una sequenza di patio e giardini, molto gradevoli. Verso le 14 usciamo e andiamo a mangiare qualche tapas.
Nel pomeriggio visitiamo il Barrio di Santa Cruz, che penso essere uno dei più noti quartieri di tutta la Spagna, già quartiere arabo poi ebraico, oggi senza connotazione. Ci aggiriamo tra strette vie, con le piccole basse casette con all’interno un piccolo cortile (patio), circondato da archi con azulejos alle pareti, e al centro le tipiche fontane. Ci soffermiamo nell’elegante plaza de Dona Elvira, sui muri i tipici azulejos, al centro un giardino con alberi di aranci e una fontana, ai bordi i tavolini dei ristoranti, passiamo poi per l’hospital de los Venerables, antico ricovero per preti anziani, la Plaza de Santa Cruz con al centro la Cruz de Cerrajeria (emblema del quartiere), la chiesa di origine medievale di Santa Maria la Blanca, ma la cosa più bella è stata quella di passeggiare, senza fretta, tra queste vie e vedere apparire queste ed altre magnifiche piazze e incantevoli angoli.
Com’è nostra abitudine acquistiamo un tessera dei trasporti, per permetterci di visitare luoghi e quartieri, che altrimenti sarebbero ignorati. Torniamo alla calle Reyes Catolicos, prendiamo il piccolo bus C5, (C sta per circolare, le circolari sono 5) si tratta di minibus che fanno il giro dei luoghi turistici, transitano anche per strade molto strette, facciamo l’intero giro.
Andiamo quindi a cena, e poiché le tapas del pranzo erano state gustose, ma un pò pesanti, pensiamo di andare a cercare un ristorante italiano, andiamo al “Al solito posto” situato proprio dietro la chiesa del Salvador e dell’omonima piazza frequentatissima da giovani, che in piedi mangiano tapas e patatine, ceniamo all’interno poiché la serata è fredda (peraltro sono le 22), menu italiano e spagnolo, noi scegliamo piatti italiani, i prezzi sono a livelli italiani.
Torniamo in albergo passando per la Calle Sierpes, elegante via commerciale.
Marzo 29: Visita alla Cattedrale e la Giralda (apre alla 11, prima facciamo un giro intorno al monumento per renderci conto delle dimensioni.
La cattedrale è stata costruita nel XV secolo al posto di una moschea, di cui rimangono soltanto la Giralda (era il minareto della moschea) e il Patio de Los Naranjos (cortile degli aranci) ed in parte la Puerta del Perdon, oltre a qualche elemento decorativo. Entriamo (io pago 1,5 euro ma il prezzo è 7 a cranio, audioguida euro 3,5 a testa), la visitiamo, (peccato che in alcune zone ci siano dei lavori) seguendo l’audioguida, ammiriamo, chiuso da una magnifica griglia di ferro lavorato, il grande Retablo in legno scolpito della Capilla Mayor, con scene di vita di Cristo e della Vergine Maria, ai lati sono rappresentati i santi della città, difficile avvicinarsi, con i turisti che di accalcano per fare foto, passiamo alla Capilla Real (in stile plateresco), la Grande Sacrestia, il tesoro della cattedrale, le cappelle ai lati, in particolare visitiamo la Cappella San Antonio con due capolavori del Murillo, monumentale la tomba di Cristoforo Colombo.
Saliamo a piedi sulla Giralda, percorrendo la facile salita che parte dall’interno cattedrale, dalle finestre moresche, alcune con piccoli balconi, si gode un magnifico panorama della città, il percorso in salita è agevole (in origine passavano anche i cavalli), arriviamo in cima, naturalmente molto affollata, da cui si gode un magnifico panorama della città. Scendiamo e ci riposiamo all’ombra degli alberi di aranci del Patio de los Narajos, uno dei pochi resti dell’antica moschea, adibito dai mussulmani alle abluzioni (da non perdere), naturalmente oltre agli aranci troverete le fontane con i piccoli canali che dalla fontana portavano l’acqua in tutto il patio.
Nel pomeriggio ci dirigiamo alla Casa de Pilatos, (euro 8 a testa per la visita completa) Il nome è dovuto al fatto che nella via crucis che si svolgeva a Pasqua in questo edificio vi era la stazione intitolata a Ponzio Pilato. Si entra nel Patio Principal, un magnifico cortile circondato da archi appoggiati su colonne, nel mezzo la fontana di marmo bianco, le pareti sono ornate da splendidi azulejos e arabeschi, nicchie con busti e statue di personaggi dell’antichità (Cicerone, Annibale ecc), non meno pregevoli le varie stanze con pareti finemente ornate da azulejos. Prima di tornare in albergo, ci facciamo un giro con un altra linea circolare (C3). Quindi cena “Al solito posto”, non prima di aver fatto quattro passi la per la moderna e pedonalizzata Calle Sierpes, la via più commerciale, come sempre affollatissima, tra l’altro è anche sabato.
Marzo 30: Seconda Tappa: Cordova Alle 9 prendiamo il treno per Cordova, arriviamo alla 10,20 in perfetto orario, il treno locale è pulito e moderno.
Dalla stazione un pullman di linea ci porta in prossimità della Mezquita, il monumento si trova nelle vicinanze del Guadalquivir (che ha un aria meno maestosa di Siviglia) e del Ponte Romano (di cui rimangono solo i 12 archi su cui poggia, alcuni sono stati aggiunti dagli arabi dopo la conquista della città. Iniziamo la visita dal quartiere ebraico (Juderia), che si trova nelle vicinanze della Mezquita, il quartiere è in gran parte pedonalizzato, si cammina lungo strette viuzze con casette bianche con i tipici patio, visitiamo il Campo Santo de los Martires, una bella piazza ombreggiata, in ricordo dei cristiani uccisi durante la dominazione mussulmana, quindi la piccola Sinagoga del 1315 (gratis per i cittadini UE), con decorazioni stile mudejar, di fronte il Zoco (mercato, ora un negozio di artigianato), i resti della muraglia medioevale (Puerta de Almodovar). Andiamo quindi alla Mezquita, il monumento più celebre della città.
All’esterno, a parte le dimensioni imponenti, appare piuttosto scarna, sembra di vedere una fortezza, gli alti muri sono interrotti dalle varie porte, la Puerta de San Esteban (anno 855) credo sia la più antica e interessante. La moschea fu costruita al posto di una chiesa visigota, peraltro gli arabi la sottoposero nel tempo a molti ampliamenti, poi i re cattolici vi costruirono una monumentale cattedrale in stile barocco.
Entriamo (euro 8 a testa, per me 4, più la solita audioguida 3,5 euro), dalla porta Santa Caterina), ci troviamo nel Patio de los Naranjos, entriamo quindi nella chiesa e ci stupiamo della “foresta delle colonne” Così sono chiamate le 850 colonne che danno un senso di infinito (in passato erano 1260), alcune sono di provenienza romana altre visigota e africana, sulle colonne poggiano magnifici archi, peccato che quando l’abbiamo visitata erano in corso grossi lavori di ristrutturazione, da non perdere il mihrab, capolavoro di arte mussulmana, nicchia orientata verso la Mecca, ammiriamo i magnifici mosaici oro e blu, la rappresentazione dell’albero della vita simbolo dell’eternità.
Anche la parte cristiana si presenta come una delle più belle realizzazioni dell’arte spagnola, la Capilla Real (1258) presenta decorazioni in stile mudejar, la costruzione presenta caratteri gotici e barocchi.
Prima di uscire, ci riposiamo un po’ al Patio del Los Naranjos, poi in treno torniamo a Siviglia.
E’ l’ultima sera che siamo a Siviglia, dobbiamo salutarla come merita, andando un in ristorante con specialità del territorio, decidiamo di tornare a Casa Manolo.
Ci riceve il solito cameriere dei disegni, ampi sorrisi, quando passa a servire gli altri tavoli, ci fa vedere i piatti e li indica sul menu, poi ci serve vino, birra, pane, alcuni assaggi di verdure poi gamberi in salsa all’aglio, guisantes (fagiolini) con jambon, lomo de cerdo al forno, crema catalana, tutto per 41 euro in due.
Marzo 31: mattinata dedicata al quartiere popolare di Triana, situato sulla riva destra del fiume, in passato quartiere gitano, sui muri delle bianche case,simpatiche targhe che ricordano gli azulejos, visitiamo la chiesa di Santa Ana (1280), una delle più antiche di Siviglia, circondata da molte leggende, lo stile è gotico mudejar, all’interno un bel Retablo del XVI secolo, andiamo quindi alla Plaza del Altozano, quindi la Calle de Castilla con i suoi patio, visitiamo la Capella del Patrocinio.
Decido quindi di riattraversare il ponte e passeggiare sul lungofiume, mi avvicino alla Torre de Oro, torre difensiva costruita dai mussulmani, vado a vedere la Plaza de Toros La Maestranza, l’omonimo teatro e l’Hospital de la Caridad con la sua tipica facciata barocca e la Capilla con i tipici pannelli azulejos.
A proposito dell’arena La Maestranza, ho notato che le corride non sono più molto importanti, infatti, se non si passava davanti all’arena, non avremmo nemmeno saputo che, nel periodo del nostro soggiorno, si svolgevano corride, non vi sono più le locandine in quasi tutte le vetrine dei negozi o nelle vie come un tempo. Pranzo con tapas in ristorante (pessimo) all’aperto e al sole in piazza del Salvador, popolata come sempre, per fortuna che un operaio mi aveva fatto entrare per pochi minuti nella chiesa del Salvador (in ristrutturazione), consentendo una visita frettolosa. Poi partenza in treno per l’ultima tappa Granada. Arriviamo dopo circa 3 ore di viaggio, raggiungiamo l’hotel Carlos V in plaza de Los Campos, una bella e piccola piazza alberata con al centro una fontana, a pochi minuti dai monumenti e dall’Alhambra, l’albergo e situato al V piano di un edificio (83 euro a notte), la camera è molto simile a quella che avevamo a Siviglia, l’albergo è dotato di wifi gratuito, l’accoglienza è simpatica, il personale molto disponibile, alla reception c’è anche una ragazza italiana. Ci sistemiamo e verso le 22 andiamo cena dalle parti di Calle Reyes Catolicos, con menu tipico sivigliano.
Aprile 1: per prima cosa andiamo all’ufficio del turismo, che si trova nelle vicinanze, ma il materiale è scarso, poi giro per il centro, andiamo alla Calle Reyes Catolicos e la Gran Via de Colon, strade molto animate, piene di negozi, l’impressione è quella di una città molto più animata di Siviglia, raggiungiamo la Cattedrale che si affaccia sulla Gran Via. La Cattedrale è del 1500, (entrata 3 euro+audioguida), edificata sull’area di preesistente moschea (stile tardo gotico), l’interno è molto vasto diviso in cinque navate, di particolare rilievo la Capilla Mayor, costituita da un retablo con decorazioni sia dipinte che scolpite, raffiguranti gli apostoli e la vita della Vergine, notevole anche il retablo de l’Ecce Homo. La visita dura circa 2 ore, quindi facciamo un giro intorno all’edificio, ci soffermiamo sulla facciata principale e le varie porte, notiamo in particolare la Puerta del Perdon che presenta decorazioni in stile plateresco, con sculture di carattere biblico e animali fantastici che sembrano un pò grotteschi, l’ultima che vediamo è la Puerta del Collegio.
Proseguiamo il giro per le vie vicine, andiamo all’Alcaceiria, in passato mercato arabo, ora un normale sito di negozi per turisti, la Plaza Bib-Rambla, una grande piazza,(era la piazza dei roghi dell’inquisizione) circondata da alberi con fontane, ristoranti, tavolini e chioschi di fiori che danno un aspetto molto colorato, anche i dintorni sono pieni di viuzze e di negozi dove è piacevole passeggiare.
Nel pomeriggio visitiamo la Capilla Real (euro 3), sita a fianco della cattedrale, l’interno è di stile barocco, i re cattolici sono esposti nella cripta in semplici bare di piombo, bellissima la Cancellata in ferro battuto (arte plateresca) con scene della vita di Cristo e di Giovanni Evangelista, di grande interesse anche il Retablo Mayor con scene della vita di Cristo, della Trinità e della presa di Granada, ai lati le figure di Ferdinando e Isabella oranti Il Museo situato nella sagrestia, presenta interessanti opere tra cui Botticelli e Perugino oltre a opere di importanti pittori fiamminghi.
Proseguiamo la visita della città, passando per il Palazzo de la Madraza, con all’interno un interessante mihrab, il Corral del Carbon, uno dei monumenti più antichi di tutta l’Andalusiab Poi ormai stanchi ritorniamo verso l’albergo, e scopriamo che proprio davanti passa la linea 31, servita da minibus, che fa il giro dell’Alhambra e dell’Albaicin, acquistiamo subito una tessera multipla (5 euro), il giro è interessante, consente una bella panormica dell’Albaicin transitando tra le tipiche case bianche.
Si godono anche magnifici panorami di Granada, e dell’Alhambra.
Aprile 2: Ci dirigiamo verso la piazza Campo del Principe, che avevamo visto solo di sera, bella piazza alberata con fontana circondata da ristoranti all’aperto, poi praticamente a due passi dall’albergo la Chiesa di Santo Domingo, chiesa gotica del XVI secolo, con interno barocco, già sede dell’inquisizione (i roghi erano alla piazza Bi-Rambla), la antistante piazza è piena di studenti (è vicina ad un collegio universitario che ha al suo interno un magnifico chiostro con alberi di limone, prendiamo la strada per l’Alhambra, poi ritorniamo in bus sulla Calle Reyes Catolicos, decidiamo quindi di andare verso la Plaza Nueva, sulla piazza si affacciano la Real Cancelleria e la chiesa di Santa Ana opera di stile mudejar, a questo punto decidiamo di prendere il bus 30 per fare un giro sul Sacromonte, in passato quartiere gitano, il quartiere è adagiato su di una collina che domina il rio Darro. Al ritorno visitiamo la chiesa di San Juan de Dios (1737), stile barocco, all’interno il retablo della Capilla Major,la facciata ha due alte torri campanarie con pregevoli sculture.
Pranzo, alla pizzeria Lago di Como in Piazza Campo del Principe, gestito da simpatici italiani ormai cittadini spagnoli, menu italiano con riso alle verdure e spinaci, insalata mista, prosciutto, caffè, vino e birra. Per la sera ci facciamo preparare Asparagi verdi (è la stagione) e agnello all’andalusa.
Al pomeriggio visita all’Albaicin, dalla Plaza Nueva, prendiamo la Carrera del Darro, una stretta strada lungo l’omonimo fiume, andiamo verso i bagni arabi di El Banuelo, ma sono chiusi per ristrutturazione, proseguiamo per le strette vie con bianche casette, vediamo la Casa de Castril (facciata di stile plateresco), che si ritiene parte di un palazzo islamico, ora sede della scuola islamica, decidiamo di prendere il bus (31) per arrivare alle varie terrazze, arriviamo quindi al Mirador S. Nicolas e l’omonima chiesa, da cui si gode una magnifica vista dell’Alhambra e delle montagne della sierra ancora innevate, sembra di essere su una terrazza, la gente si accalca per fare foto (anche noi), ci sediamo sul muretto e prendiamo una spremuta di frutta al chiosco, poi andiamo alla Plaza Larga, naturalmente passando per le caratteristiche vie del quartiere, arriviamo quindi alla chiesa San Salvador,la visitiamo con il suo bel chiostro, quindi alla Plaza San Miguel Bajo, con la bella chiesa bianca, dove ci sediamo in bar all’aperto.
Troviamo quindi una fermata del bus 31, che ci riporta davanti all’albergo.
Alla sera intorno alle 21.30 al solito ristorante Lago di Como, con il menu che avevamo ordinato, ma ci siamo concessi anche una pizza e spaghetti.
Aprile 3: l’Alhambra.
Eravamo prenotati (da 3 mesi) nell’intervallo 9-9,30, prendiamo le solite audioguide, e iniziamo la visita, seguendole abbastanza fedelmente, penso che illustrare questo monumento sarebbe troppo lungo, a mio parere è il più celebre e noto monumento di Spagna, mi limiterò quindi a narrare le mie impressioni su alcune sale dei palazzi nasridi, considerando che tutti coloro che vanno a Granada molto si soffermano su questa opera d’arte. L’Alhambra è il solo palazzo del mondo arabo medioevale rimasto quasi intatto.
Devo far rilevare che l’Alhambra era una vera e propria città, non soltanto un palazzo del sultano.
Iniziamo con la sala e il Patio del Mexuar, con le sue quattro colonne con ricchi capitelli e azulejos dai motivi geometrici, poi andiamo al Patio de los Arraynes con al centro una vasca lunga 33 metri nel quale si riflettono i palazzi che la attorniano, mi è difficile rendere l’idea di queste magnificenze, visitando questa e le altre sale e patio ci troviamo davanti a capolavori di un’arte grandiosa e originale, piena di significati simbolici, infatti, le pareti delle sale sono finemente ornate di arabeschi e stucchi, le artistiche scritte in arabo sulle pareti, sono versi di poemi e del Corano, ammiriamo la splendida cupola di cedro con intarsi, con riferimenti al corano (Salon de los Embajadores), artistiche finestre che guardano verso l’Albaicin, magnifici archi sostenuti da eleganti colonne, e poi fontane in marmo che portano l’acqua nelle varie stanze attraverso artistici canali scavati nei pavimenti, che rappresentano la cultura dell’acqua, profondamente radicata nella cultura araba (l’acqua per i mussulmani rappresenta la purezza), l’unico rimpianto è per il Patio de Los Leones, infatti, i leoni non c’erano, perché in restauro, mi avevano detto che erano stati sostituiti con copie, ma non era vero, peraltro anche la fontana era circondata da un’impalcatura e si vedeva solo parzialmente, visitiamo il resto del monumento poi il museo, poi l’Alcazaba (la parte militare) e la Generalife (giardini), luogo di svago del sultani, peraltro oggetto di molti ristrutturazioni. Mi è piaciuto molto il Patio de la Acequia con il suo artistico portico moresco.
Verso le 17.30 facciamo un giro per le vie centrali e al grande magazzino Corte Ingles (tipo Rinascente) Aprile 4: in mattinata visita al Monastero di San Jeronimo e alla chiesa, nel pomeriggio ritorniamo all’Albaicin per gironzolare nelle caratteristiche strade.
Alla sera ultima cena al tipico ristorante Horno de Santiago, con menu degustazione di piatti tipici (euro 40 circa a testa) Aprile 5: partenza per Orio Serio e Torino con Ryanair (84 euro in due) Ferny Forner e Rita Risoli