Ritorno a new york!

...stavolta con la mamma! Il viaggio di Emy e Giusi
Scritto da: Emily77
ritorno a new york!
Partenza il: 06/01/2010
Ritorno il: 13/01/2010
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Sottotitolo: stavolta con la mamma! Protagoniste: Emy (la figlia, 32 anni, seconda volta a NY, discreta viaggiatrice) e Giusi (la mamma, qualche anno in più, prima volta a NY, assai poco viaggiatrice).

Per me (Emy) un viaggio a NY molto diverso rispetto a quello fatto dodici mesi fa con il maritino: stavolta c’è un po’ più di tempo, conosco già un pochino la città e, soprattutto, c’è da organizzare la vacanza tenendo conto delle esigenze della vecchia e sedentaria mamma, a cui non posso proprio chiedere di camminare per 20 e più km ogni giorno! Ne è venuta fuori una “quasi settimana” intensa ma non frenetica, 6 giorni abbondanti dedicati alla scoperta e riscoperta di una città assolutamente incredibile, stupenda ed emozionante che, non mi stancherò mai di dirlo, tutti dovrebbero vedere e vivere almeno una volta nella vita. Personalmente, dopo questa seconda visita, sono più che mai convinta che assolutamente non sarà l’ultima: la Grande Mela dà dipendenza e grave astinenza! Ecco dunque il diario di questa vacanza “madre e figlia”, augurandomi che possa contenere indicazioni e suggerimenti utili ad altri viaggiatori che stanno programmando di andare a NY.

Il viaggio

La mezza idea di andare a NY è diventata concreta principalmente a partire dalla tariffa scontatissima trovata per il volo: € 368 a testa a/r, con Alitalia, Genova-Roma-JFK, prenotata al volo il 24 settembre! Come farsela scappare??? Il 6 gennaio è poi finalmente arrivato e così siamo partite: benissimo il check-in a Genova e il volo per Roma, malissimo le due ore di ritardo accumulate al gate a Fiumicino a causa dei controlli di sicurezza imposti per gli USA dopo il fallito attentato di natale. La totale disorganizzazione nelle operazioni rende l’imbarco una vera via crucis. Il volo è poi andato via liscissimo e circa trequarti d’ora sono stati recuperati, ma avrei qualcosina da ridire sul comfort a bordo: un volo intercontinentale senza gli schermini nei sedili e con la programmazione di un solo, sconosciuto film italiano sugli schermi comuni per un volo di più di nove ore??? Velo pietosissimo anche sul cibo: assolutamente immangiabile, sono stata salvata solo da salatini e formaggino Belpaese e dal cioccolato comprato in aeroporto.

Una volta arrivate, procedure di immigration e ritiro bagagli rapidissime (tipo venti minuti per entrambe le cose!) e così nel giro di poco siamo fuori a scoprire il mio regalo di Natale alla mamma (ignara di tutto!): un americanissimo SUV nero con l’autista per il transfer in hotel (a/r circa euro, prenotato e pagato online su http://www.Goairlinknyc.Com/index.Php )! L’hotel Una volta prenotato il volo, mi ero messa subito alla ricerca di un hotel con una buona tariffa ed una buona posizione e, non appena ho visto sul sito del Paramount ( https://www.nycparamount.com/ ) un preventivo che mi convinceva, ho prenotato ad occhi chiusi: è lo stesso albergo dove avevo alloggiato nel 2009 e mi ero trovata benissimo! In questo 2010 ho trovato l’hotel tutto rimesso a nuovo (l’altra volta i lavori erano in corso) e, naturalmente, la stessa stratosferica posizione: a due passi da Times Square, in mezzo ai teatri di Broadway! Personale gentilissimo, pulizia eccellente, tutto rinnovato e un prezzo assai competitivo: il preventivo per 6 notti in Queen Superior (la Standard ha il letto ad una piazza e mezza anche se è venduta per due persone: ricordarselo sempre!) era di $ 1.005, ovvero circa 710 euro. Qualche giorno prima della partenza ho poi ricevuto la mail di riepilogo e benvenuto che conteneva diciamo un “buono” che dava la possibilità di richiedere, al momento del check-in, un aupgrade a camera di livello superiore con soli 15 dollari in più al giorno e così, alla fine, spendendo in tutto circa 770 euro (dunque 385 a testa), abbiamo avuto una bellissima e spaziosa stanza con due letti ad una piazza e mezza, nuovissima e con tutti i comfort (non essendo una coppia, i due letti separati ci hanno ovviamente permesso di stare molto più comode)! Ci erano state anche proposte le colazioni a prezzo scontato, ma il breakfast in hotel non conviene mai: se le fanno pagare uno sproposito, quando con la metà o anche meno si può mangiare benissimo e fino a scoppiare in uno dei migliaia Cafè, Déli, Starbucks, etc etc sparsi ovunque.

6 gennaio 2010 Arrivate in hotel distrutte dal viaggio e dal fuso (a NY era pomeriggio ma in Italia già ora di nanna!) abbiamo fatto solo quattro passi a Times Square (la mia mammina doveva assolutamente vederla subito!) e preso un po’ di frutta da mangiare in camera prima di crollare addormentate prestissimo.

Che dire del momento in cui, arrivando dall’aeroporto, come per magia ti compaiono davanti i grattacieli dello skyline più famoso del mondo? Indescrivibile!!! Come indescrivibile è Times Square, con le sue luci accese giorno e notte, grande, viva, grandiosa, chiassosa, unica, fantastica! 7 gennaio 2010 Dopo una dormita colossale con risveglio prima dell’alba ed un altrettanto colossale colazione al sconsigliatissimo Cranberry Déli sulla 45esima (dopo un anno è stato bellissimo tornarci!) eccoci pronte ad affrontare la giornata, che prevede un tour in bus per vedere le location dove sono stati girati un bel po’ di famosi film e telefilm (prenotato ondine su http://www.Citysightsny.Com/ , 38 dollari a testa). Ma, prima dell’orario di partenza del tour, abbiamo tutto il tempo di fare una prima bella passeggiatona newyorkese e così decido di portare la mia mammina fino al palazzo di vetro dell’ONU percorrendo fino in fondo la 45esima e tornando poi verso Times Square lungo la bellissima 42esima e visitando così al volo l’atrio del fantastico Chrysler Building e la bellissima Grand Central Terminal (la grande stazione centrale di Madagascar!), ad un passo dalla quale c’è Model’s, un convenientissimo e fornitissimo negozio di abbigliamento sportivo (ma ci sono anche altre sedi in città) che gli appassionati e/o tifosi di sport e squadre USA non possono lasciarsi sfuggire! Alle 11.00 partiva il tour, che ci ha fatto passare 3 ore e mezza piacevolissime ed interessanti e che, anche al di là del tema cine/televisivo, si è rivelato un ottimo modo per esplorare un po’ Manhattan standosene comodamente sedute al caldo, in particolare per quanto riguarda Greenwich Villane, East Villane, SoHo, Chelsea e Tribeca, delle vere città dentro la città, nel senso che sono proprio un altro pianeta rispetto a midtown: casette basse e colorate, giardini e porticine di legno, vecchie palazzine colorate con le scale antincendio, oppure ex magazzini e vecchie fabbriche trasformati in loft milionari abitati da celebrità di musica, cinema, moda e TV. Il tour è in inglese e la guida era una simpaticissima e preparatissima attrice con un’eccellente dizione: basta una decente conoscenza dell’inglese per riuscire a seguire il tutto senza troppi problemi ma, comunque, anche mia mamma che di inglese non sa una parola, con qualche mia sommaria traduzione si è goduta la gita e si è divertita.

Dopo il tour siamo salite sul Top of the Rock (la terrazza panoramica al 69° piano della Rockefeller Tower) per ammirare il panorama che già mi aveva incantato un anno fa e che, sinceramente, non credo potrà mai lasciare qualcuno indifferente: la vista di Manhattan dall’alto è assolutamente incredibile ed indimenticabile! Poi ancora una passeggiata (no, fare i turisti a NY non è affatto riposante!!!!), tappa irrinunciabile da Hershey’, in Times Square, per comprare cioccolato, altra tappa a caccia di souvenir straordinariamente kitsch, cena leggera take away e poi crollo in camera: il fuso si fa ancora sentire e sommato alla stanchezza è micidiale.

8 gennaio 2010 Stamattina voglio portare la mia genitrice al Chelsea Market (9th Av, tra 15esima e 16esima St.), un mercato coperto assolutamente da vedere e dove assaggiare e/o comprare un po’ di tutto. Per l’andata ci siamo concesse il taxi ($10, mancia inclusa), mentre al ritorno ce la siamo fatta a piedi, prima tra le casette e i magazzini di Chelsea e poi lungo la 5th, a partire da Madison Square, dove si incrocia con la Broadway e dove c’è lo storico e bellissimo Flatiron Building (il grattacielo triangolare tipo ferro da stiro, che è anche sui poster giganti che vendono all’IKEA): questo tratto della 5th è molto diverso da quello costellato da negozi di lusso che è un po’ più su e vi si trovano negozietti dove fare ottimi affari, resi in molti casi addirittura eccezionali dal cambio favorevole all’euro (per noi attorno e un po’ sopra all’1.40). Con questa premessa, lo shopping è poi proseguito in grande stile da Macy’s dove, tra cambio, prezzi già in origine decisamente più bassi sui marchi USA e saldi, si può comprare in modo davvero clamoroso! Cariche di borse, fermiamo un taxi e torniamo in hotel per lasciare il tutto e ripartire poi per pranzo e pomeriggio a mani libere: un ottimo hamburger da TGIF e poi via sulla 5th, tappa nel kitschissimo atrio della Trump Tower, immancabile shopping da Abercrombie & Fitch (astenersi se accompagnati da compagni/e gelosi/e: commessi e commesse sono da urlo, impossibile non guardare e non lasciarsi scappare commenti!), poi risalita fino a Central Park, costeggiamento del lato corto del parco fino a Columbus Circle (vedere la statua del nostro Cristoforo in mezzo ai grattacieli fa un certo effetto!) e poi ritorno verso Times Square lungo la 7th Av., solito take away light al Cranberry Dèli e meritato riposo.

9 gennaio 2010 L’infallibile Weather Channel aveva previsto un sabato sereno ma gelido e così è stato: sole e cielo azzurro, ma un freddo cane. Così, dopo la consueta ottima, abbonsante ed economica colazione al Cranberry, decidiamo di prendere un taxi con destinazione Metropolitam Museum (ingresso $ 20), dove passare qualche ora al caldo in mezzo ad arte e storia e la scelta si rivela azzeccatissima: il museo è davvero fantastico! Una volta uscite dal mueso entriamo a Central Park per fare qualche foto al lago in questa mattinata gelida e limpidissima. Quando la fame si fa sentire torniamo in taxi verso Times Square e andiamo a farci una bella mangiata di gamberi da Bubba Gump: consigliatissimo!!! Il locale è carinissimo e pieno di citazioni dal film e i gamberi sono squisiti! Il programma per il pomeriggio prevede la salita sull’Empire State Building (al 90° piano) per il tramonto (che è attorno alle 16.40) e dunque prima abbiamo tempo di passeggiare un po’ nei dintorni. I biglietti per l’ESB li avevo comprati ondine ($ 22 ciascuno) e questo ci ha permesso di evitare la coda in biglietteria (l’orario del tramonto è, comprensibilmente, molto gettonato) e di trovarci in breve lassù, di fronte ad un panorama che definire mozzafiato è riduttivo e che descrivere è impossibile: bisogna vederlo con i propri occhi, soprattutto al tramonto, quando la città che non dorme mai accende un po’ alla volta tutte le sue luci! Dopo questa emozionantissima esperienza, ritorno in relax a Times Square, cena take away e meritato riposo implorato dalla mia distrutta mamma hanno poi concluso un’altra stupenda giornata newyorkese.

10 gennaio 2010 Un’altra mattinata limpidissima e gelida fa da sfondo all’ultimo degli “appuntamenti” prenotati ondine prima della partenza: il traghetto per la Statua della Libertà ed Ellis Island ($ 12 a testa, il museo è di fatto gratuito, se si desidera salire sulla statua si paga un po’ di più. Http://www.Statuecruises.Com/ ). La navigazione dura davvero pochissimo ed il tempo è interamente impiegato scattando fantastiche foto allo skyline di lower Manhattan, a Lady Liberty e alla belal costruzione di Ellis Island. Non essendo interessate a salire sul piedistallo della Statua, proseguiamo la Crociera fino ad Ellis Island: la nostra meta è il museo dell’immigrazione, che si rivelerà persino al di sopra delle nostre aspettative e la cui visita dovrebbe essere resa obbligatoria per chiunque, in particolare per i troppi italiani che paiono avere la memoria assai corta riguardo ad immigrati ed emigranti. Consiglio vivamente di investire 8 dollari per l’audioguida, che è uno strumento davvero indispensabile per godere al meglio della visita di questo museo che non è fatto di opere d’arte ma di storie e vite che le spiegazioni chiare, complete e coinvolgenti della “macchinetta” rendono vive, emozionanti ed interessantissime (c’è davvero molto su cui riflettere).

Dopo questa bellissima visita torniamo in traghetto a Battery Park, ci fermiamo per un’ottima bistecca da TGIF e poi ci dirigiamo verso Wall Street e a seguire verso Ground Zero, che è un grande cantiere: inutile sottolineare l’impressione che fa il fatto di trovarsi proprio lì, rivedendo mentalmente le immagini di quel giorno e riconoscendo nelle vie e nei palazzi circostanti quelli ricoperti di polvere visti tante volte in tg e documentari. Proprio accanto a Ground Zero c’è un altro tempio dello shopping firmato newyorkese: Century 21. Io lo definirei una via di mezzo tra un grande magazzino e un outlet e, armandosi di tempo e pazienza per spulciare la grande quantità di roba esposta, si fanno davvero affari d’oro: abbigliamento, accessori e intimo per uomo, donna e bambino, anche di grandi marche e firme, a prezzi davvero incredibili! Cariche di borse, prendiamo un taxi per tornare in albergo e, dopo un po’ di relax e a mani libere, andiamo a farci una bella passeggiata in Times Square e sulla 42esima, risalendo poi lungo la 5th e tornando indietro dalla 45esima, cena semplice semplice, TV e nanna.

11 gennaio 2010 E’ il nostro ultimo “vero” giorno a NY e la mattinata è dedicata ad uno dei simboli della Grande Mela: il Brooklyn Bridge! Decidiamo di andarci in metro e, con un po’ di attenzione a linee e direzioni, ce la facciamo senza problemi (comunque, personalmente, ritengo la metro newyorkese non molto pratica e non semplicissima da usare: non ha assolutamente niente a che vedere, ad esempio, con quella di Parigi). Partendo dal City Hall (il municipio) la passeggiata lungo il ponte è fantastica e permette di vedere e fotografare in modo grandioso lo skyline di Manhattan! Arrivate a Brooklyn chiediamo indicazioni per la metro e torniamo su fino alla 34esima, passeggiata fino a Times Square, pranzo da Bubba Gump (ci piace troppo!!!) e poi nuova passeggiatona, per la prima volta verso ovest, lungo la 46esima (una scoperta: a poche centinaia di metri da Times Square, casette basse e ristorantini etnici), per raggiungere l’Intrepid, ovvero una gloriosa portaerei della Seconda Guerra Mondiale trasformata in museo dell’acqua, dell’aria e dello spazio, che però sfortunatamente è chiuso proprio al lunedì: uffaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Abbiamo comunque potuto fare bellissime foto all’enorme nave, ancorata proprio a bordo strada e circondata da acqua e lastroni di ghiaccio (sì: a gennaio a NY fa freddino!).

Torniamo poi verso Times Square lungo la 42esima, tappa di ristoro da Starbucks, curiosiamo un po’ in qualche negozio (lo store di Hello Kitty è un vero delirio, ma i prezzi troppo alti nonostante il cambio favorevole), cena fresca e leggera a base di macedonia e poi in camera: purtroppo è ora di fare le valigie e, problema non indifferente, di cercare di farci stare tutti i frutti dello shopping newyorkese, incrociando le dita per il peso! 12 gennaio 2010 Purtroppo è giunto infine il giorno della partenza e la mattinata se ne và rapidamente tra l’ultima sistemata ai bagagli, una bella colazione, un’ultima passeggiata a midtown e un po’ di relax in camera prima di doverla lasciare: la dobbiamo liberare entro le 12.00 e la macchina per l’aeroporto verrà alle 13.00 (il volo è alle 17.00 ma ci è stato raccomandato dall’Alitalia di essere l’ tre ore prima).

Un veloce Happy Meal “in vetrina” al Mac di Times Square può avere un sapore molto particolare se mangiato guardando l’ombelico del mondo, vivo, luminoso, caotico, colorato, multietnico, emozionante: sicuramente non è un addio, mia fantastica Big Apple! Il ritorno Controlli di sicurezza negli USA efficienti e rapidi, voli in perfetto orario ma cibo a bordo scandaloso come all’andata e sempre niente schermini per passare il tempo. Valigie, grazie al cielo, arrivate sane e salve, con tutto lo shopping dentro!!! Varie ed eventuali – mi raccomando: per entrare negli USA ci vuole il passaporto elettronico e, da un anno a questa parte, per entrare senza visto (ovvero per turismo e per non più di 90 giorni) è obbligatorio compilare ondine prima della partenza il formulario ESTA (gratuito, su https://esta.Cbp.Dhs.Gov/esta/esta.Html?_flowExecutionKey=_c1348DC1C-1964-0288-6EA4-DDDC3D991AE4_k0864FF56-D087-D482-DA6C-F820C6E79FAF ).

– Non obbligatoria ma caldamente consigliata la stipula di un’assicurazione sanitaria (negli USA non esiste la “mutua” e si rischia di dover spendere un sacco di soldi per un banale intervento di pronto soccorso): noi ondine su viaggiaresicuri.It abbiamo speso meno di 70 euro in due.

– Prima di partire abbiamo cambiato in banca 500 euro a testa (con soli 3 euro di commissione) e abbiamo poi usato le carte di credito (anche la postepay va bene) per pagare l’hotel e per una parte dello shopping. Portarsi miliardi in contanti non conviene: molto meglio le carte.

– Sapere almeno un pochino l’inglese è certamente utile ma, se siete proprio digiuni o quasi di english, portatevi un dizionarietto di quelli che hanno anche le fra sette fatte per i turisti: alla peggio farete direttamente leggere al vostro interlocutore. Può essere una buona idea anche portarsi dall’Italia le stampe dei siti delle cose di interesse, così come quella di conferma della prenotazione dell’hotel e delle altre cose eventualmente prenotate (in generale, inglese a parte, questa è comunque una cosa molto comoda e conveniente: internet è una fonte inesauribile di informazioni e possibilità di prenotazioni). Ad ogni modo, mai scoraggiarsi e chiedere sempre aiuto e informazioni se si è in difficoltà: i newyorkesi sono di una gentilezza, di un’educazione e di una disponibilità esemplari e sono molto pazienti con i turisti, inclusi quelli che faticano con la lingua.

– Sempre a proposito di educazione e gentilezza: non si può fare a meno di notare come tutti quelli con cui si ha a che fare in quanto turisti (chi lavora in hotel, camerieri, commessi, sorveglianti, assistenti ed inservienti nei musei o agli ascensori dei grattacieli, insomma, chiunque) siano sempre sorridenti e gentili, in un continuo tripudio di “thanks”, “you are welcome” (che sarebbe “prego”), “have a nice day”, “enjoy”, “goord morning”, “all is ok?” e così via. Lo stesso vale per i passanti, sia riguardo alla disponibilità nel dare indicazioni che per il continuo scusarsi se ad esempio vi urtano camminando o cose così.

– In alcuni casi, in particolare per quanto riguarda camerieri e tassisti, questa gentilezza và ripagata con la mancia, che è di fatto obbligatoria (ad esempio il servizio non è proprio compreso nel conto dei ristoranti)e parte da un minimo del 15-18% di quanto speso: noi italiani fatichiamo un po’ con questa cosa, perché da noi non si usa, ma bisogna starci attenti per non fare figure barbine! – Capitolo taxi: sono comodissimi e anche economici e dunque si possono usare senza troppe remore se si è stanchi o carichi di borse o se semplicemente non si ha voglia di prendere la metro. Tanto per avere un’idea, per andare dal Paramount Hotel (sulla 46esima, Times Square) a Battery Park (punta meridionale di Manhattan) abbiamo speso, mancia compresa, 20 dollari. Dagli aeroporti a Manhattan i sono tariffe fisse (da/per il JFK ad esempio sono 45 dollari + i pedaggi e la mancia).

– Occorre prepararsi ad essere passati sotto al metal detector e a farsi frugare nelle borse più volte nell’arco della vacanza: nei musei principali, prima di prendere l’ascensore all’ESB e al TOTR, prima di salire sul traghetto per Lady Liberty ed Ellis Island.

– Al di là di queste misure di sicurezza particolari riguardanti gli obiettivi considerati più sensibili, la percezione generale è quella di una città molto sicura e, specialmente nelle zone principali e più frequentate, ci sono poliziotti ad ogni angolo, c’è sempre tanta gente e locali sempre aperti. Certo, bisogna comunque sempre attenersi alle regole del buon senso, valide sia quando siamo a casa nostra che quando si viaggia.

– Abbiamo trovato la città anche molto pulita: parliamo di una metropoli di 8 milioni di abitanti e costantemente invasa di turisti ed è assai più pulita delle nostre città.

– Chiamare l’Italia con i cell e soprattutto verso i cell costa uno sproposito: se avete esigenza di chiamare spesso e di chiacchierate lunghe, compratevi una scheda internazionale sul posto oppure ondine, altrimenti usate gli sms e rimandate i raconti delle meraviglie della Grande Mela a quando sarete tornati! – Cos’altro aggiungere? – Valigia vuota – Scarpe comode e sarete pronti a vivere o rivivere una vacanza fantastica in una città assolutamente incredibile che è impossibile descrivere efficacemente, perché non sono solo i grattacieli, i parchi, le vie lunghissime, le luci, i negozi, i musei famosi, le macchine dei pompieri e della polizia come nei film, i tombini che fumano in inverno, gli scoiattoli e i taxi che colorano le strade di giallo, ma è la gente, sono i colori, gli odori, l’energia, l’orgoglio che si respirano ad ogni passo, l’atmosfera, insomma, per capire davvero com’è, bisogna proprio andarci! WE LOVE NEW YORK!!!!!



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