Ritorno a Londra
Week end lungo con i bambini
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Week end lungo a Londra Da tempo con Andrea cercavamo un occasione per tornare a Londra e l’occasione è capitata a febbraio con le offerte easy jet: andata e ritorno per due adulti e due bambini ( di tre e sei anni) 160 euro. Il problema successivo è stato quello di trovare un albergo non eccessivamente caro. Man mano che passavano i giorni disperavamo di poter trovare qualcosa di decente e oramai ci eravamo quasi decisi a infilarci in una topaia quando per caso su internet Andrea trova una strepitosa offerta Premier Inn: Hotel Kensingthon Olympia a Earl’s Court 4 notti stanza quadrupla con bagno 270 pound ( al cambio circa 316 euro). Oltrettutto l’albergo era a 300 metro dalla Tube, aveva una fermata Bus davanti, a 100 metri c’era il supermercato TESCO e a duecento mt anche quello Sainbury, nonché varie catene per mangiare fast food. Fatto il doveroso controllo su Tripadvisor (e non solo) e venuti così a conoscenza delle entusiastiche recensioni degli ospiti di varia nazionalità che vi avevano alloggiato in precedenza, decidiamo di prenotare dal sito Premier Inn. L’offerta prevedeva la non rimborsabilità in caso di cancellazione, ma era talmente allettante che l’abbiamo presa al volo. Decidiamo di optare per il check-in online e avendo dei dubbi sui bambini chiediamo tramite mail delucidazioni a Easy Jet che impiega più di un mese per rispondere e non lo fa in maniera esaustiva, lasciandoci con gli stessi dubbi. Alla fine contattiamo un’amica che lavora in aeroporto che ci fa sapere che la metodica è la stessa di Ryanair: per i bambini iscritti nel passaporto dei genitori il numero di documento da immettere è quello dei genitori. Non siamo riusciti a capire cosa sarebbe successo se i bambini fossero partiti con il certificato di nascita vidimato dalla questura, ma avendo passaporti ancora validi optiamo per utilizzare questi ultimi. Partenza il 10 giugno alle 20,40, in teoria. In pratica il volo da londra arriva con più di un ora di ritardo, e di conseguenza anche l’imbarco viene ritardato. Nel frattempo mangiamo i tramezzini che ci eravamo portati da casa. Avendo dei bambini il nostro imbarco viene fatto subito dopo quello di coloro che hanno pagato il prioritario. Colmo della sfiga una passeggera inizia a dare di matto e, confessa ndodi essere claustrofobica, fa riaprire il portellone per scendere dall’aereo dopo che eravamo tutti accomodati da venti minuti. Ciliegina sulla torta la stessa signora viaggiava con bagaglio in stiva, pertanto ulteriore tempo è stato perso per recuperarlo. Arriviamo a Stansted alle 23,30 e prendiamo i biglietti Terravision: 2 adulti e un bambino sopra i 5 anni 35 pound andata e ritorno. Arrivimo a Londra che la Tube è chiusa da un pezzo. Decidiamo di prendere un taxi regolare da Victoria che intorno alle 02,00 del mattino ci porta in albergo per 14 pound. Alla reception troviamo personale gentilissimo che, vedendo i bambini addormentati nelle nostre braccia, fa loro dono di uno zainetto a testa contenente colori, fogli da colorare e adesivi vari. Memori del fatto che pagare con la carta di credito ci sarebbe costato una commissione del 5%, paghiamo la camera in contanti presi quando il cambio era 1 pound=1,17 euro. Arrivati in camera ci aspetta una graditissima sorpresa: camera gigantesca e nuovissima con un letto matrimoniale e due lettini, armadiatura aperta contenente anche un TV HD, bollitore e occorrente per fare the e caffè, phon. Ma il pezzo forte è il bagno con vasca, enorme rispetto agli standard inglesi . La mattina dopo ci alziamo di buon ora per fare colazione e ci dirigiamo verso Baker’s Oven, del quale avevamo letto entusiastiche recensioni in rete, di fronte all’ingresso della tube in Earl’s Court Road dove con meno di nove pound abbiamo fatto colazione tutti i giorni prendendo due tazze di latte, un caffè, un cappuccino, un succo d’arancia, due fritti e due croissant, tutto molto buono. I fritti sono così buoni che decidiamo di prendere il pacco da 4 a 1,49 pound per fare merenda più tardi. Compriamo tramezzini e frutta da Sainsbury per il pranzo, per circa 10 pound. Dopo avere caricato le nostre Oyster con sistema pay as you go di dieci pound ciascuna, prendiamo la metro direzione Museo di storia Naturale e Museo delle Scienze anche perché il cielo è grigio e pioviggina. Scesi dalla metro una gentile signora che ci aveva sentito chiedere indicazioni si premura di farci uscire dalla parte giusta accompagnandoci per un tratto. Usciti all’esterno vediamo e fotografiamo i primi elefanti colorati facenti parte degli oltre duecento sparsi in tutta la città dall’artista che li ha costruiti. Una fila lunghissima di persone, comprese molte scolaresche, si accalcava davanti all’ingresso principale del museo. Vista la mala parata ci siamo diretti verso il museo delle scienze ma così facendo siamo passati davanti a un ingresso secondario del museo di Storia Naturale, dove la fila era inesistente. Una volta entrati non sto a descivere la felicità e lo stupore dei bambini nel vedere gli scheletri e le animazioni dei dinosauri e tutte le meraviglie contenute in quel museo, tra l’altro gratuito come tutti quelli che abbiamo visto durante la vacanza. Sarebbe valso la pena entrare anche solo per vedere lo scheletro gigantesco posto all’ingresso. Dopo aver pranzato nel giardino del museo dato che nel frattempo era comparso il sole, la seconda tappa ci porta al Museo delle Scienze, altra meraviglia adorata dai bambini anche grazie a varie sezioni dedicate all’interattività. Purtroppo non funzionava la scala mobile gigantesca che finiva all’interno di un finto sole, ma i bambini hanno avuto modo di apprezzaretra le altre cose il pendolo di Foucoult, tutta una sezione dedicata ai viaggi spaziali, e una meravigliosa sezione dedicata al miracolo della vita, dal concepimento alla nascita, cosa che mi ha permesso di fare un mini corso di educazione sessuale ai piccolini, semplicemente rispondendo alle loro domande sulle immagini, sui filmati e sui plastici in esposizione. Il filmato girato dentro l’utero che mostrava come da due cellule si arrivasse un bambino li ha lasciati a bocca aperta. Alle 18,30 il museo ha chiuso i battenti e noi siamo risaliti sulla Tube per andare in una zona di Londra oltre Camden, dove ci attendeva Alessandro,il cugino di Andrea che vive nella metropoli londinese. Con lui, nel suo studio da parrucchiere abbiamo mangiato una pizza margherita discreta, fatta in un locale gestito da italiani, poco apprezzata da mio figlio perché priva di wurstel. I bambini si sono divertiti da morire perché Alessandro ha messo loro a disposizione due teste finte e le forbici e li ha lasciati liberi di tagliare e acconciare capelli fino a quando non si sono stancati. Poi ci ha riacompagnati all’albergo, dove i bambini sono arrivati già addormentati. Il mattino dopo colazione, piccola spesa e viaggio nel bus a due piani con destinazine St. James Park con gli scoiattoli che facevano capolino per mangiare dalle nostre mani e da qui di corsa verso il Mall dove si sarebbe svolta la parata per il compleanno della Regina che ha sfilato alla fine in carrozza accompagnata dal Principe consorte, preceduta da un’altra carrozza occupata da William, Camilla e Carlo e seguita dalla figlia Anna a cavallo. Per concludere si sono esibiti anche gli aerei, ma niente a che vedere con le nostre frecce tricolori. Finita l’esibizione ci siamo diretti a Westminster dove abbiamo ammirato il parlamento con il mitico Big Bang e ci siamo imbattuti in una tendopoli pacifista piazzata in un giardino prospiciente. Attraversato il Tamigi abiamo mangiato da mc Donald, come promesso ai bambini, per 12 pound. Ci siamo poi diretti verso gli approdi delle imbarcazioni che solcavano il fiume e con 8 pound a testa( risparmiando 1,5 pound ciascuno grazie allo sconto dovuto al possesso della Oyster) e bambini gratis abbiamo ammirato il panorama lungo il fiume viaggiando fino a Greenwich dove abbiamo visitato il museo navale e passeggiato fino all’osservatorio per le foto di rito con il meridiano zero. Siamo tornati a Londra con il treno, recandoci a vedere la Tate Moderne, mai visitata nelle precedenti visite a Londra. La visita non è stata lunga anche perché a parte qualche quadro apprezzabile di autori comei Dalì, Picasso e Monet, quasi tutto il resto era arte troppo moderna e poco coinvolgente, a parere nostro. Usciti dalla Tate abbiamo attraversato il millennium Bridge arrivando ad ammirare la cattedrale di ST. Paul dall’esterno, in un’atmosfera irreale dovuta alla desertificazione della città causa partita mondiale dell’Inghilterra. Presa la metro ci siamo diretti verso l’albergo, mangiando per cena degli ottimi panini con polpette da Subway vicino alla fermata della metro di Earl’s Court, spendendo circa 14 pound. Prima di andare a dormire abbiamo deciso di rifornirci di banane e pomodorini rivelatisi buonissimi alla Tesco, per l’indomani mattina. Per la giornata dell’indomani era stata prevista una passeggiata a Hyde Park arrivando fino Kensington Garden dove è presente un’area attrezzata chiusa accessibile solo a adulti accompagnati da bambini, le cui ambientazioni ricalcano la storia di Peter Pan. Pertanto abbiamo comprato degli ottimi panini imbottiti da Bakers Oven spendendo all’incirca 10 pound. Abbiamo ricaricato le Oyster con 5 pound ciascuna e preso il solito bus a due piani che ha reso felici i bambini arrivando a Hyde Park corner. Da qui, giocando con i vari scoiattoli, abbiamo costeggiato la Serpentine, arrivando a provare raccapriccio alla vista di una zona esclusiva nella quale più persone facevano il bagno nel’acqua stagnante circondate da papere e guano. Ci siamo imbattuti in una famigliola di cigni e continuando a passeggiare siamo arrivati fino alla famosa statua di Peter Pan. Fatte le foto di rito ci siamo diretti verso l’area attrezzata dove i bambini felici hanno potuto scorrazzare per alcune ore, passando dal galeone alle barchette, al villaggio indiano, alle palafitte, con capatina tra xilofoni di legno e di canna da suonare con i pugni o con una mazza apposita e saltelli su mattonelle musicali. Per pranzo abbiamo organizzato il nostro picnic in un prato attrezzato con tavolino in legno e quattro sgabelli fissati a terra e ,dopo aver fatto giocare i bambini per un altro pochino ,con la metro ci siamo diretti verso il British Museum dove i bambini hanno potuto ammirare i reperti egizi, assirobabilonesi, greci e romani, ma anche precolombiani, che li hanno incuriositi non poco. Usciti dal museo dopo l’acquisto di piccoli ricordini non eccessivamente cari, abbbiamo temporeggiato per fare merenda e poi con la metro verso casa di zio Alessandro che ci aveva invitato a cena e dopo cena sempre con la metro ritorno in albergo con bimbi prima piangenti all’idea di lasciare Londra l’indomani, poi KO per la stanchezza. La mattina solita colazione, acquisto di panini da Baker’s Oven e piccola disavventura. Mentre tornavamo in albergo per prendere i bagagli Andrea è stato colpito con una spallata e buttato a terra insieme a nostro figlio di sei anni da un energumeno modello Mike Tyson, ma meno brutto e più elegante, che dopo ha continuato ad aggredirlo verbalmente cercando anche di fotografarlo fino a quando io non ho cominciato a urlare chiamando la polizia e a fotografarlo a mia volta. Col senno di poi abbiamo pensato a un tentativo di borseggio non riuscito. Consolata la bimba che piangeva disperata e il bimbo interdetto che ci mostrava il suo gomito sbucciato nella caduta, siamo tornati in albergo e, presi tutti i bagagli ci siamo diretti nuovamente a Kensington Garden per far giocare nuovamente i bambini nell’area attrezzata. Ci siamo poi diretti in metro riuscendo a implementare (dopo avere visto come faceva una ragazza prima di noi) il credito delle Oyster fino a 1,80 pound che ci servivano per l’ultimo viaggio in metro fino a Victoria station dove abbiamo preso il Bus Terrravision che ci ha ripostato a Stansted dove con le ultime sterline abbiamo comprato qualcosa da bere . Soliti controlli con personale gentile che ha suggerito ai viaggiatori di infilare qualunque borsa o busta nei bagagli a mano onde evitare di pagare per mettere il bagaglio in stiva, e volo fino a Cagliari arrivato puntuale nonostante un po’ di turbolenze. All’arrivo tutti eravamo un po’ i malinconici per la fine del viaggio,ma sicuri che anche stavolta non si é trattato di un addio ma di un arrivederci, Londra.