Ritorno a La Digue
Era il 30 dicembre, mi stavo rilassando sotto la doccia di un hotel a Siviglia, quando Ale, dalla camera mi urla: “C’è un volo Emirates per le Seychelles a 500 Euro”. Da lì è bastato un attimo per contattare un’amica in agenzia e farmi bloccare i posti. Non ci siamo nemmeno posti il problema di dove andare…Sapevamo che saremmo tornati a La Digue, nello chalet piccolo del self catering Ylang Ylang. Nel giro di dieci giorni abbiamo prenotato tutto e abbiamo iniziato il conto alla rovescia…
Perché La Digue? Perché è la mia dimensione ideale,l’unico posto dove penso veramente che potrei vivere se dovessi andarmene da casa mia. Un’isola dove si vive al ritmo della natura, ci si alza quando viene chiaro e si va a letto alle nove di sera, dove per le strade non ci sono i lampioni, dove le auto sono poche e ci si sposta in bici o col carretto, dove non c’è un cinema, una discoteca, un dentista, dove il postino arriva in bicicletta e la gente ti saluta sorridendo.
Se cercate il lusso, gli hotel dei cataloghi, se volete divertimento, animazione, negozi, bancarelle, musica, spettacoli, se avete paura dei ragni, se vi fanno schifo i gechi,…Allora La Digue non fa per voi.
Se volete la quiete, un posto per meditare, vita semplice e a contatto con la natura… allora questo è il posto per voi.
Partiamo sabato 7 marzo con il volo Emirates da Milano diretto a Dubai. Giungiamo a Dubai a mezzanotte e ripartiamo per Mahè alle 2 e 30. Una volta atterrati a Mahè prendiamo il volo delle 8 e 30 per Praslin. Qui ci accoglie un sole splendido: dopo il lungo inverno italiano ci voleva proprio! Dall’aeroporto di Praslin prendiamo un taxi (20 euro) per il jetty. Alle 9 e 30 ci imbarchiamo sul Cat Roses. Saliamo al ponte scoperto per ammirare l’isola da lontano e gustarci appieno l’arrivo in porto. Dal mare La Passe ci appare diversa da come l’abbiamo lasciata: la vegetazione è più fitta ed il sole splendente rende i colori degli alberi e del mare ancora più vivi.
Scendiamo a terra e respiriamo a pieni polmoni l’aria del mare: evviva, siamo arrivati! Prendiamo il taxi gialllo che ci ha mandato Aldo e in meno di cinque minuti siamo all’Ylang Ylang. Ad accoglierci troviamo Aldo e finalmente abbiamo l’onore di conoscere la moglie, la Signora Yleen che a luglio era in Italia con la figlia Stefania. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con i nostri padroni di casa ci sistemiamo nel nostro bungalow che ci appare ancora più bello:sono state ridipinte le pareti, è stato cambiato il frigorifero ed è stato installato il condizionatore (indispensabile in questa stagione!). Fuori il giardino è magnifico, in piena fioritura;notiamo anche che in questi mesi è stata portata a termine la costruzione dell’ultimo bungalow (il quarto)che, al momento, è in fase di allestimento. Depositiamo i bagagli e partiamo subito in bici dirigendoci ad Anse Severe. All’inizio facciamo fatica a credere ai nostri occhi: la spiaggia è molto più ampia del solito, il mare più azzurro e calmissimo, tanto che, ora che c’è la bassa marea, ci si può immergere in alcune piscine naturali come degli ippopotami! Ci sistemiamo e iniziamo a renderci conto di come l’isola ci appaia diversa da come la ricordavamo. I colori sono più vividi, ci sono molti fiori e il mare, oltre ad essere più calmo, assume delle sfumature così intense da creare un contrasto incredibile con le rocce e la vegetazione. Questa sensazione ci accompagnerà per tutta la vacanza, tanto che spesso ci troveremo a chiederci se questo sia lo stesso posto dell’anno scorso! Restiamo ad anse Severe fino al primo pomeriggio, poi ci spostiamo ad Anse Patate, ma a causa della scarsa disponibilità di ombra decidiamo di rimetterci in sella. Ci dirigiamo verso Anse Banane dove constatiamo che questa parte dell’isola, sebbene battuta dal vento , è decisamente più vivibile in questa stagione. Ci fermiamo a bordo della strada e ci sediamo vicino agli scogli ad ammirare il mare che si infrange sulla barriera.
Torniamo a casa al tramonto e ceniamo da Tarosa.
Lunedì 9 marzo Oggi abbiamo programmato l’escursione più impegnativa della vacanza. Dopo colazione partiamo alla volta di Anse Cocos. L’escursione è impegnativa sotto molti punti di vista: la strada da percorrere in bici è in salita, poi bisogna proseguire su un sentiero per mezz’ora, il tutto con una temperatura attorno ai 32 gradi ed un tasso di umidità elevato. Riusciamo a superare il primo tratto abbastanza agilmente (caspita sono proprio in forma!) e in mezz’ora arriviamo a Grand Anse. Qui lasciamo le bici vicino al ristorante e ci fermiamo per riprendere fiato e rinfrescarci con un bagno veloce in mare (attenzione alle correnti, c’è un cartello che sconsiglia la balneazione da maggio a settembre). Poi ripartiamo a piedi verso Petit Anse: superato lo sperone roccioso giungiamo alla spiaggia dove scattiamo qualche fotografia. Il mare ci attira molto, qui non c’è nessuno, ma non ci sono palme e quindi manca la possibilità di riposarsi un po’ all’ombra. Decidiamo di ripartire subito per anse Coco visto che il caldo inizia a farsi sentire e ci aspetta il tratto più impegnativo della nostra escursione. Qui il sentiero prosegue in una radura: la vegetazione è così fitta che in a tratti non si riesce più a trovare il percorso…Procediamo a memoria, ma io sono sempre più perplessa…In alcuni punti l’erba è più alta di me e vado avanti tranquilla solo perché ho la certezza che non posso incontrare serpenti…(alle Seychelles non esistono!). Quando ormai non ci speriamo più passiamo sopra gli assi di legno che attraversano la palude…A questo punto, sicuri di essere sulla strada giusta e che il peggio è ormai passato ci inoltriamo spediti lungo la radura. Peccato che ad un certo punto il terreno inizi a diventare sempre più molle…I piedi sprofondano nell’erba e l’acqua ci arriva alle caviglie..A me viene un po’ di panico, ma dopo una decina di metri le cose migliorano…Abbiamo le scarpe zuppe, ma siamo arrivati ai piedi dell’ultima salita. Dopo dieci minuti siamo ad Anse Coco…Un paradiso terrestre. Oggi il mare è azzurro, ma sempre molto mosso. Ci sistemiamo nella parte estrema della spiaggia (quella all’opposto del sentiero) dove le rocce bloccano le onde lasciando filtrare l’acqua e creando una splendida piscina naturale. Ci buttiamo subito e rimaniamo in ammollo per buona parte della mattinata. Poi cerchiamo riparo all’ombra di una roccia visto che, sebbene il cielo sia coperto, avvertiamo il sole che scotta sulla pelle. Verso l’una inizia a piovere: uno scroscio violento che sembra non dare pace. Copriamo gli zaini con la cerata e ci buttiamo in mare…In paziente attesa che smetta… finalmente il sole ritorna, ma solo dopo una bella mezz’ora. A questo punto ci rilassiamo di nuovo fino alle 15, poi, visto il tempo incerto, decidiamo di rientrare. Facciamo il sentiero a ritroso, questa volta senza particolari difficoltà, ma quando arriviamo a Grand Anse inizia di nuovo a piovere forte..Aspettiamo un po’ e quando la pioggia diminuisce riprendiamo le bici e rientriamo a casa. Poco dopo si scatena un acquazzone violento, il più forte che abbiamo mai visto a La Digue e continua a piovere fino alle ore 19.
Questa sera, su consiglio di Aldo, ci rechiamo a cena al ristorante del La Digue Island Lodge. Insieme a noi ci sono Elisabetta e Marino, due simpaticissimi ragazzi pavesi nostri vicini di bungalow all’Ylang Ylang. Il ristorante è molto carino, si trova in riva al mare ed ha il tetto di paglia ed il pavimento di sabbia. Questa sera il menu prevede il buffet internazionale, con antipasto di pesce e dolce serviti al tavolo. Mangiamo benissimo, c’è tanta varietà ed il cibo è davvero molto buono. Provo persino le lasagne e sono quasi meglio delle mie (ho scoperto che hanno un cuoco italiano), il pesce ovviamente è buonissimo, così come i profitteroles. Spendiamo 20 Euro a testa più 1 euro per una bottiglia di acqua. Il prezzo ci sembra in media con il resto degli altri ristoranti, soprattutto se si calcola la cena a buffet. Trascorriamo una piacevole serata e quando rientriamo il cielo sembra essere meno nuvoloso.
Martedì 10 marzo Oggi il cielo è coperto, avevamo in previsione di andare ad anse Source d’Argeant, ma visto il tempo decidiamo di rimandare. Dopo colazione partiamo per Anse Severe, da noi ribattezzata la spiaggia dei cagnolini, perché qui ci sono sempre tanti cani che scorazzano allegramente e giocano tra le onde. Ci fermiamo tutta la mattina, nonostante il clima incerto la temperatura è gradevole, quindi ne approfittiamo per rilassarci e leggere un po’. Pranziamo in spiaggia con due fette di torta e due panini comprati al forno di La Passe. Nel pomeriggio facciamo un giro in bicicletta nella zona nuova dell’isola, quella dove si trova il campo sportivo (bisogna prendere la deviazione a sinistra al bivio della piazzola dell’elicottero). Rientriamo a casa per rinfrescarci, poi, al tramonto, scendiamo in paese per prendere un gelato da Luca. La gelateria è l’ultimo aperto degli esercizi di La Digue: il proprietario è Luca, un italiano famosissimo a Praslin dove possiede una gelateria-pizzeria sulla Cote d’Or, dove a luglio eravamo soliti consumare merende e cene.
Prendiamo un gelato: costa 20 rupie per ogni gusto per i turisti e 10 per i residenti. Lasciamo le bici alla gelateria e ci incamminiamo verso il Jetty da dove ammiriamo un bel tramonto sull’isola di Praslin. Andiamo a cena alla pizzeria Gregoire’s che si trova a fianco dell’omonimo supermercato. Nonostante siano solo le 8 ci accorgiamo di essere gli ultimi clienti della serata… prendiamo due pizze margherita e due coche spendendo nove euro a testa… molto meno che a casa!! Mercoledì 11 marzo Oggi è una giornata bellissima! Facciamo colazione e partiamo spediti per Anse Source d’Argeant…In meno di cinque minuti siamo all’ingresso dell’Union dove constatiamo che il prezzo dell’ingresso è aumentato ancora , ora per entrare bisogna pagare 5 Euro! Lasciamo le bici al ristorante e ci incamminiamo…Sono felicissima..Quante volte nel freddo inverno italiano ho sognato di essere qui, tra queste rocce, in questo mare… Mi sembra tutto ancora più bello, ancora più fantastico e meraviglioso di quanto fosse nei miei ricordi! Scattiamo tantissime fotografie al mare e alle rocce approfittando del fatto che sulla spiaggia non c’è quasi nessuno…Sappiamo bene che a breve arriveranno tutti i turisti in escursione da Praslin e questo bellissimo posto perderà un po’ della sua magia…
Sistemiamo le nostre cose sotto una palma e ci dedichiamo subito allo snorkeling: la marea è bassa, ma riusciamo lo stesso a vedere dei pesci bellissimi tra cui un gruppo di minuscoli pesciolini blu elettrico, sono rimasta tantissimo ad osservarli mentre nuotavano attorno ad un blocco di corallo. Un po’ più al largo, vicino alla barriera Ale vede anche due tartarughe…
La giornata trascorre velocemente e al tramonto, mentre stiamo ritornando alle bici, ci imbattiamo in una coppia che si è appena sposata sulla spiaggia…Questa mattina ne avevamo visti altri due…Che romantici… Rientriamo in bungalow per depositare pinne ed asciugamani e decidiamo di andare a La Passe per concederci un gelato e guardare il tramonto.
Ceniamo di nuovo al La Digue Island Lodge in compagnia di Elisabetta e Marino. Questa sera è previsto il buffet creolo in riva al mare. Sfortunatamente quando arriviamo non c’è più posto nei tavoli all’aperto e ci sistemano momentaneamente sotto la tettoia del ristorante assegnandoci un posto in prima fila non appena si libera un tavolo (gentilissimi). La cena (20 Euro a testa) è davvero ottima, qualche portata è un pochino piccante, ma entrambi amiamo le spezie e ci facciamo una vera e propria scorpacciata. In un tavolo vicino al nostro rivediamo gli sposi del pomeriggio ed Elisabetta ci racconta che si tratta di una coppia di italiani che hanno incontrato in spiaggia il giorno prima e che sono venuti appositamente qui per sposarsi.
La serata trascorre molto piacevolmente, la luna è quasi piena, il clima perfetto, quindi ci dilunghiamo a tavola chiacchierando con i nostri simpaticissimi vicini.
Giovedì 12 La giornata è splendida, quindi ritorniamo ad Anse Source d’Argeant. Anche oggi ottimo snorkeling, io vedo un pesce angelo enorme…Sarà stato lungo 80 cm..Se ne sta tutto solo vicino ad un banco di corallo e si fa osservare per quasi 5 minuti, senza curarsi minimamente della mia presenza…Mentre sto per uscire dall’acqua Ale mi chiama per avvertirmi della presenza di una tartaruga…Mi metto a nuotare il più velocemente possibile, ma lei, dispettosa, si allontana sempre di più lasciandosi trascinare dalla corrente!!! Che rabbia, mi è andata male un’altra volta!!!! Nel primo pomeriggio scattiamo ancora tante foto, i colori del mare con il sole splendente tolgono letteralmente il fiato ed io non riesco a resistere…
Restiamo in spiaggia fino alle 16, poi, sfiniti dal sole rientriamo in bungalow. Io inizio a sistemare i nostri bagagli, poi ci facciamo una merenda in giardino a base di tè e pan brioche comprato da Gregoire’s.
Alla sera torniamo a cena al La Digue Island Lodge. E’ la nostra ultima cena a La Digue e questa sera l’interno Self Catering Ylang Ylang cena con noi. La tavolata è composta da noi due, Elisabetta e Marino, il Signor Aldo la Signora Yleen e una coppia di signori italiani che occupano il terzo bungalow. La cena à la cartè è ottima (spesa 15 Euro a testa) e la serata trascorre in allegria anche grazie alla simpatia del Signor Aldo e della Signora Yleen che ci raccontano un po’ di aneddoti sulla loro vita alle Seychelles e la loro attività di proprietari dei bungalow.
Quando torniamo a casa c’è la luna piena e sulla stradina che porta al self Catering spegniamo le torce procedendo alla luce della luna…Io sono felicissima e penso che questo è uno degli attimi della mia vita che ricorderò davvero per sempre…
Venerdì 13 Ultimo giorno a La Digue. Sono davvero a pezzi. Il mio umore è nero, vorrei proprio non dover partire. Dopo la colazione liberiamo il bungalow e portiamo i bagagli a casa del Signor Aldo.
Ci dirigiamo ad Anse Source d’Argeant. Oggi abbiamo diritto all’ingresso omaggio, infatti dopo 2 ingressi pagati il terzo è omaggio.
Facciamo ancora un po’ di snorkeling e restiamo in spiaggia fino alle 15 e 30. Poi a malincuore ritorniamo al self catering. Facciamo la doccia a casa di Aldo, che cortesemente ci ha messo a disposizione il suo bagno degli ospiti.
Alle 16 e 40 arriva il taxi…Salutiamo tutti con la promessa di ritornare, possibilmente al più presto possibile. Mentre il taxi ci porta verso il porto ripenso a questi 5 giorni fantastici, alla tranquillità di questo luogo, alla cortesia degli abitanti, alla meraviglia della natura e concludo che, anche solo per una settimana all’anno, noi due ci sentiremo sempre di casa a La Digue.
Alle 17 prendiamo il ferry per La Digue, poi ci rechiamo all’aeroporto dove alle 18 e 30 parte il nostro volo per Mahè. Alle 19 siamo a Mahè dove ci aspetta una lunga attesa: il nostro volo per Dubai partirà all’1.45…È stata una lunga notte!!!! Sabato 14 Atterriamo alle ore 6 e 30 a Dubai. Ritirati i bagagli e sbrigate le formalità doganali prendiamo un taxi per il nostro hotel: Four Points Sheraton Downtown prenotato on line con booking. Il tassista ci lascia in Bank street, ma al check-in dell’hotel ci dicono che abbiamo sbagliato posto…La nostra prenotazione è per il FourPoints di Al Maktoum Road. Prendiamo un altro taxi e in meno di due minuti siamo a destinazione. La nostra camera non è ancora pronta, ma ci consigliano di recarci all’ultimo piano dove si trovano dei comodi spogliatoi dove possiamo rinfrescarci e sistemarci dopo la notte trascorsa in volo. Alle 8 e 30 usciamo a piedi e ci rechiamo a Bastakia, un quartiere tipico della Dubai vecchia che sorge in prossimità del creek. Anche in questa città sappiamo bene come muoverci, visto che siamo stati qui poco più di un anno fa. Dopo aver scattato qualche foto ed esserci divertiti a passeggiare tra i vicoli, ci dirigiamo al museo lì vicino che si trova all’interno di un antico forte. L’ingresso costa solo 3 Dihram. All’interno si possono ammirare la riproduzione di un’antica abitazione tipica con la tipica torre del vento, una collezione di armi bianche e alcuni pannelli didattici sulla storia di Dubai. Al piano inferiore sono allestiti dei diorami molto kitch riguardanti la Dubai antica e gli ambienti naturali degli Emirati Arabi (mare e deserto). Dopo la visita facciamo un giro nel souk e nella Hindi Lane. Si tratta di una viuzza dove, a ridosso di una grande moschea, si trovano due templi hindi all’esterno dei quali si vendono delle bellissime collane votive fatte di fiori freschi. Riflettiamo sulla particolarità di questo posto e sul grande messaggio di pace e tolleranza che trasmette:a Dubai musulmani, indi e cristiani convivono pacificamente in un melting pot di razze che la rendono una delle città più multietniche che abbiamo visitato.
Rientrando in hotel ci fermiamo in un supermercato dove compriamo qualcosa per pranzo. La camera è molto spaziosa ed elegante, arredata in stile moderno, proprio come piace a noi. Facciamo la doccia e riposiamo un po’.
Nel pomeriggio prendiamo un taxi per il Dubai Mall un centro commerciale di recente apertura che però ci lascia un po’ delusi…È molto bello, all’interno c’è addirittura un acquario, ma la maggior parte dei negozi sono ancora chiusi. Prendiamo una cioccolata da Starbucks, poi andiamo al Burjuman shopping center dove facciamo qualche acquisto e ceniamo in un fast food.
Domenica 15 Al mattino approfittiamo della navetta gratuita dell’hotel e ci rechiamo al Jumeirah Beach Park dove trascorriamo la mattinata in spiaggia. Si tratta di un tratto di spiaggia attrezzata con una zona in cui è possibile fare il picnic. Ci sono anche fast food e spogliatoi (abbastanza malconci) e quando siamo andati noi era frequentata principalmente da turisti ed occidentali. L’ingresso è a pagamento e in spiaggia è vietato fare le fotografie. Il mare è calmo e trasparente, ma, nonostante la temperatura, decisamente freddo. Al pomeriggio visitiamo il souk dell’hotel Madinat Jumeirah. Si tratta di un piccolo centro commerciale costruito all’interno del complesso seguendo uno stile che ricalca quello dei souk tradizionali. E’ carino, ma decisamente finto ed i prezzi troppo cari. Noi ci siamo andati principalmente perché offre un ottimo punto di osservazione per ammirare il Burj Al Arab. Considerata la temperatura decisamente levata decidiamo di rimandare a domani la visita del souk dell’oro e ci trasferiamo all’Emirates Mall per un po’ di shopping. Ceniamo prestissimo con un dolce e un caffè da Starbucks e alle 20, sfiniti dopo un’ora trascorsa sul taxi bloccati dal traffico, giungiamo in hotel.
Lunedì 16 Sveglia presto e partenza a piedi per il souk. Facciamo ancora un giretto a Bastakia, poi traghettiamo con il dhow dall’altra parte del creek dove visitiamo prima il mercato delle spezie e poi il souk dell’oro. Questa mattina fa davvero troppo caldo ed io inizio ad accusare…Alle 11 decidiamo di rientrare in hotel con il taxi. Facciamo i bagagli e ci prepariamo alla partenza.
Un taxi ci porta in aeroporto dove il nostro volo Emirates decolla puntuale alle 16.
E’ stata una bellissima vacanza, soprattutto per i 5 giorni passati a La Digue. Tante persone ci hanno chiesto se vale la pena di andare così lontano per pochi giorni. Secondo me sì. Ogni singolo istante passato laggiù è stato per me un momento fantastico in cui ho potuto riempire il cuore e la mente di sensazioni indimenticabili. Sono tornata a casa felice, piena di buon umore ed è questo che io mi aspetto da una vacanza…Un’iniezione di serenità ed un arricchimento interiore che va al di là di qualsiasi distanza kilometrica. Un saluto ai nostri “vicini di bungalow” Elisabetta, Marino e al loro piccolo/a in arrivo ed un ringraziamento al Signor Aldo, eccellente padrone di casa, alla sua simpaticissima moglie Yleen e alla loro bellissima figlia Stefania. Infine un doveroso saluto a Stark, il mio eroe Seychellese a quattro zampe!