Rimini, Berlino
I protagonisti del nostro film siamo noi. E questo è incredibilmente bello.
Francesco (Checco) – Cultural Manager Danilo – Financial and Technical Manager Andrea – Alcolic and Smoking Manager Diego – Contacts Manager e Mero Esecutore Fondamentali nell’organizzazione del viaggio sono stati: venere.Com per la prenotazione online degli alberghi, turistipercaso.It e ciao.It per i racconti di chi ci ha preceduto (complimenti ai 5 Varesotti a Berlino!), le guide Germania e Berlino della Lonely Platet e della Mondadori il navigatore satellitare MIO 268+ amorevolmente ribattezzato Svetlana (per via dell’accento russo della voce guida) da Danilo; la fantastica Alfa 147 di Diego, dentro la quale abbiamo stipato 4 valigie, zaini, cibo; agendina Erbolario per registrare spese comuni, frasi indimenticabili pronunciate durante il viaggio, parole evocative di quanto vissuto.
Rimini-Berlino prevede 1300 Km circa, decidiamo di spezzare il viaggio in due tappe intermedie: Ingolstadt in Baviera e Lipsia in Sassonia.
27 Dicembre 2005 Appare subito chiaro che la Baviera è una regione della Germania fiera delle proprie tradizioni, accoglie chi la visita con rude affetto, propone agli avventori spettacolari birre che innaffiano intensi sapori.
Danilo si innamora immediatamente della cotenna servita nella splendida locanda Zum Daniel di Ingolstadt. Le birre e l’atmosfera locale ci fanno sentire perfettamente a nostro agio, siamo nella Baviera lontana dai circuiti turistici classici, l’affascinante cittadina conosciuta piu per essere la sede dell’Audi che per la storia di Frankenstein è un bel contesto per la nostra prima notte in Germania. Abbiamo scelto Ingolstadt per il fascino evocativo del mito di Frankenstein, proprio in questa cittadina, infatti, Mary Shelley ambientò il suo romanzo immortalale. L’unica traccia che troviamo del mito, tuttavia, è l’insegna del teatro che proprio in quei giorni prevedeva in programmazione un musical tratto dal romanzo.
Cerchiamo la locanda Zum Daniel per la mostra dedicata a Frankestein al piano superiore… della mostra non c’è traccia, in compenso la cena è indimenticabile: stinco di maiale colossale, cotoletta, kartofen salad e patata spugnosa… Vivamente consigliato, prezzo onestissimo..La serata procede con l’ennesima birra presso un pub messicano piuttosto animato, scopriamo che la movida di Ingolstadt non è trascurabile! L’alloggio presso Ingolstadt è qualcosa di molto ontheroad. L’albergo B&B, subito fuori dalla tangenziale ricorda molto i Motel Americani, l’insegna Erotik Market proprio davanti alla nostra finestra ci fa sorridere… 28 Dicembre 2005 La prima colazione a Ingolstadt è un caldo risveglio di caffè lungo e paste cariche di burro, panna, crema… energia allo stato puro per affrontare la giornata e continuare il viaggio.Visitiamo la Cattedrale Asamkirche, capolavoro barocco. La chiesa è imbiancata dalla neve che troveremo ovunque fino a Berlino, lo scenario è bellissimo. Camminiamo silenziosi nella neve intorno a Asamkirche. Ci attende la prossima meta: Bamberga.
Siamo fuori dal circuito turistico della RomantikStrasse eppure Bamberga non ha nulla da invidiare alle splendide città del classico itinerario in Baviera.
Il centro storico è maestoso, assolutamente integro in tutto il suo antico splendore. I palazzi della città donano un fascino senza tempo, passeggiamo tra i vicoli colorati, tra pub e insegne evocative di antichi borghi medievali.
La salita al castello e alla cattedrale è impedibile. Il freddo è la neve ci congelano, il pensiero di una gulashsuppe ci guida verso un tipico locale in pieno Altstadt. Una gentilissima coppia locale, ci lascia il tavolo da 4 e noi, felici di essere al caldo brindiamo con le immancabili birre alla nostra gulashsuppe e alla gentilezza del popolo tedesco. Bamberga ricorda molto Praga. Quasi tutte le principali attrattive storico artistiche si affacciano sul fiume, ma la perla è l’Altes Rathaus che si trova proprio in mezzo al fiume sospeso su due ponti gemelli. Non ci stupiamo del fatto che Bamberga sia stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Lipsia tuttavia ci attende. E Lipsia rimarrà di certo nella memoria del viaggio. Siamo in Sassonia, siamo nella ex Germania Est. Lipsia ha lo straordinario potere evocativo di Berlino. E’ una città che vive proiettata nel futuro senza dimenticare le ferite, gravi e profonde, del passato. Lipsia è stato il volano della nuova Germania est, il valore inestimabile di questa città nasce dal fatto che proprio qui è partita la rivoluzione democratica, la rivolta pacifica che ha incendiato gli animi che avrebbero fatto crollare il muro di Berlino.
E’ una città cantiere, l’urbanistica è stravolta, la metropolitana in costruzione lacera le strade, il nostro navigatore impazzisce… La nostra Lonely Planet ci segnala un ottimo ostello, proprio vicino al centro, l’Hostel Sleepy Lion, la camerata da 4 è perfetta. Andrea si lamenta del fatto che anche stanotte non riuscirà a dormire per colpa di Danilo che russa. Le scarpe cominciamo a farsi sentire, la cotenna e la birra lasciano il segno… È la nostra casa sull’albero, abbiamo 30 anni ma è ancora li, pronta ad accoglierci nel corso di queste splendide esperienze di viaggio.
Ci lanciamo nella notte di Lipsia, alla ricerca di un ristorante consigliato dalle nostre guide. La ricerca è difficile ma ci consente di conoscere e incontrare la gentilezza delle ragazze del posto che con grande disponibilità ci danno indicazioni con un inglese piu o meno stentato (benvenuti nell’Est!). E’ un primo segnale per noi della loro voglia e curiosità di conoscere e confrontarsi fuori dal simbolico Muro. Per il dopo cena alcune ragazze ci consigliano il Nacht Cafè. Diego, il nostro Contacts Manager è ancora in rodaggio, a Berlino ci sorprenderà.
Il ristorante Ratskeller, nel sotterraneo di un antico edificio medioevale, pare abbia cambiato gestione e il cremoso gulasch con cavolo rosso promesso dalla Lonely Planet non è disponibile. Ci consoliamo con ottime portate locali e con una cameriera dalle forme intriganti… La movida di Lipsia ci carica, il Nacht Cafè tuttavia ha una fila troppo lunga per le nostre stanche membra… decidiamo di chiudere la serata in un locale lounge piuttosto frequentato prima di tornare al nostro Ostello e collassare. Il viaggio continua, ci attende Lipsia “Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d’estate siano tanti quando nei porti – finalmente e con che gioia – toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi, va in molte citta` egizie impara una quantità di cose dai dotti.” 29 Dicembre 2005 Lipsia era la sede del quartiere generale della STASI, la polizia segreta della Germania dell’Est. Simbolo di uno degli orrori della dittatura sovietica nei paesi dell’est europeo. Amanti come siamo della storia del Novecento (e infierendo senza scrupoli sui nostri docenti di storia delle superiori) non possiamo perdere la visita al museo-sede della STASI.
All’ingresso sono esposte le fotografie della manifestazione pacifica del novembre 1989. All’interno, in un crescente di inquietante ricostruzione, è possibile vedere documenti e fotografie di propaganda, mezzi tecnici utilizzati per le intercettazioni e il controllo totale di persone considerate sospette. La DDR era una macchina di oppressione incredibile, e ogni oggetto all’interno di questa mostra ne ricostruisce le metodologie. L’ultima stanza mostra uno strumento utilizzato dai funzionari della STASI per distruggere i documenti testimoni di oppressione. Mentre i cittadini dell’est erano impegnati nei festeggiamenti per il crollo del muro cumuli di documenti scomodi in mano alla STASI venivano trasformati in cartapesta.
La neve accompagna, come al solito, il nostro ritorno in auto e il nostro viaggio verso l’affascinante Berlino, la nostra mai dimenticata meta: “Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos’altro ti aspetti?” A questo punto il gruppo si divide in 2 alberghi diversi, ma a breve distanza tra loro, causa diverse tempistiche nella conferma di partecipare al viaggio. Lasciamo Danilo e Andrea all’Hotel Savoy, la zona è quella del viale commerciale e carico di intense luci Kurfurstendamm. Io e Diego ci inoltriamo per qualche via fino alla Pension Bella. L’ascensore retrò ci porta al quarto piano dello splendido palazzo. Ci accoglie un signora russa di poche parole ma grande gentilezza. La stanza che ci ospiterà per 4 notti è un vero e proprio appartamento con salotto,2 divani, TV, camera e bagno di proporzioni colossali rispetto alla nostra effettiva necessità. Venere.Com con 40 euro al giorno a testa ci ha portati in un altro ottimo albergo.
La notte Berlinese ci aspetta! Il gruppo di ricombatta, l’orientamento iniziale in metropolitana non è semplice, scendiamo ad AlexanderPlatz. La grande città ci ingloba, il senso di smarrimento cresce. La più famosa piazza di Berlino, maestosa in tutto il suo potere di ricordarci che è stata testimone del regime soviet, è il nostro punto di partenza. Chiediamo informazioni a baracchini innevati che stanno chiudendo dopo una giornata passata a preparare brulè e salsicce, i volti stanchi e piegati dal freddo ci trasportano metaforicamente fino ai tempi della Berlino Est. L’impatto con Berlino è pesante, dove sono i locali tanto evocati dalle recensioni delle riviste di viaggio? La nostra Lonely Planet ci consiglia un ristorante in zona, nel Mitte. Lo raggiungiamo con i piedi bagnati dalle neve infiltrata nelle scarpe…Siamo al caldo! La cameriera-padrona con accento nazi ci accoglie con un sonoro “NAIN”!!! Non c’è posto, usciamo e ci infiliamo in un ristorante attiguo.
La cameriera, questa volta una ragazzina lesbo-erasmus, ci tratta con l’atteggiamento di chi deve avere a che fare con “i soliti italiani in vacanza”. Ci mangiamo il solito stinco di dinosauro affogato nella birra. Finalmente abbiamo il tempo di fare il punto della situazione: il primo approccio con Berlino è sconfortante… necessitiamo di uno studio più approfondito delle nostre guide per fare serate “di precisione”. Impensabile vagare alla ricerca di locali. Torniamo nel viale dei nostri alberghi Kurfurstendamm. E la serata cambia tono. Ci infiliamo nel BarSport Karaoke. Gruppi di adolescenti ballano tra i proprio ormoni.
Ragazzine est-ovest si precipitano sul palco per cantare successi di ogni tempo ma quello che ci colpisce di piu sono le hit tedesche: cantilene simpatiche, commistione tra Heidi e Califano… Ci beviamo il nostro rituale litro di weiss, ordiniamo per sbaglio un orrido miscuglio birra-gazosa e trascorriamo la serata guardandoci intorno e commentando le veline Made in Berlin.
Imponente e maestosa si staglia, proprio a due passi dall’uscita del locale, Gedachtniskirche.
Splendida in tutta la sua austerità. Simbolo degli orrori della guerra, simbolo di Berlino.
Il contrasto è incredibile. La chiesa bombardata è affiancata da una moderna chiesa ottogonale con finestre blunotte e da un palaghiaccio di enormi proporzioni.
Berlino è questo. Berlino è sospesa tra memoria e futuro. L’impatto visivo è fortissimo e affascinante.
30 Dicembre 2005 “Quando ho fatto l’Interrail gli info touristic centre mi sono stati utilissimi, e poi dobbiamo fare la Welcome Card e quindi chiedere tutte le informazioni per un ottimizzazione della stessa” recita Danilo. “La signora dell’Albergo mi ha spiegato per bene dove si trova” ci convince Danilo.
Passiamo la mattina a cercare l’ufficio per il turismo di Berlino. Che si rivela comunque molto utile. Con 22 euro a testa compriamo la Welcome Card che ci consente 72 ore di mezzi pubblici e un carnet di sconti presso numerose strutture turistiche convenzionate.
E’ la giornata del muro di Berlino. Arriviamo al Check Point Charlie. La ricostruzione del sito è una mera attrazione per turisti come pure il museo che ammicca le sue insegne sopra la lunga fila di persone in attesa di entrare.
E poi bancarelle di cimeli DDR, magliette CCCP con falce e martello, colbacco dell’armata rossa, cappotti soviet e molto altro ancora. E’ la fiera del merchandising guerra fredda. Grandissima tristezza. La Berlino storico-commerciale è qui. “Venghino signori venghino a vedere gli orrori del muro”. I negozi di souvenir vendono pezzi di muro.
“Scusi quanto viene al kg?” mi viene da chiedere al commesso.
Riteniamo opportuno levare le tende e andare al museo ebraico che dista qualche centinaio di metri.
Il Judisches Museum ripercorre in maniera originale e multimediale la storia degli ebrei tedeschi e del loro contributo all’arte, alla cultura e alle scienze.
Il museo stesso, dal punto di vista architettonico, è una splendida metafora della tormentata storia del popolo ebraico. Struttura audace come la nuova Berlino.
Il museo offre spunti di approfondimento molto interessanti, peccato per il tempo e l’inglese… Impedibile la monetina di Mendhelsson (inserite 5 cent e girate la manopola…) e la passeggiata sulle faccine ispirate all’Olocausto.
Usciamo dal museo con una fame immonda, Danilo aiuta un bimbo a lanciare un petardo e ci infiliamo in un localino che ci prepara un fantastico Wurstel al Curry.
Imponenti, in lontananza, si tagliano i palazzi di Potsdamer Platz. E’ la nuova Berlino, quella che edifica sulla terra di nessuno compresa tra i due muri, i colossi del rinnovamento e della modernità. Il Sony Center ci lascia senza fiato con la sua struttura che sfida le antiche leggi della gravità. Esorcizziamo la scenografia alla Blade Runner con una tazza di Brulè servita in una tazza che evoca il castello di Norimberga. Torna il contrasto intrinseco in tutta la Germania, quel contrasto che le rende terra affascinante per chi tenta di leggere tra le sue righe. Torniamo in albergo per un cambio scarpe, messe a dura prova durante la giornata.
Questa sera si va sull’etnico. Il ristorante egizio Scarabeo ci delizia con un meraviglioso cous cous.
Movida di precisione. Puntiamo su Oranienburgerstrasse.
Ci siamo! Locali di ogni genere si stagliano sulla nostra sinistra. L’alternanza di tipologie di bar e pub ci stupisce, decidiamo di entrare in un locale con uno strano ambient indiano.
Conosciamo due berlinesi DOC, il nostro contacts manager sta definendo metodi infallibili che coniugano alla perfezione richiesta informazioni e conoscenze.
Le ragazze si rivelano persone culturalmente molto interranti e ci raccontano la storia della germania est e dell’attuale stato ci “convivenza” tra i berlinesi ex-ovest e quelli ex-est.
Anna-est e Anna-ovest sono un concentrato della Berlino giovane e proiettata con poca fiducia verso la Germania della Merkel.
“Bush, Belusconi e Angy Merkel are the dream team” recita ironicamente Anna-Est. Non possiamo che condividere e compiacerci nel nostro clown…
Il locale sta per chiudere, la nostra serata si conclude con uno scambio di email e un viaggio in taxi a prezzo onestissimo.
31 Dicembre 2005 Il problema di come festeggiare il Capodanno non ci sfiora minimamente. Attenderemo il 2006 sotto la porta di Brandeburgo, in un delirio di folla, alcol e fuori d’artificio.
E per l’occasione decidiamo di vedere la porta in pieno giorno. Dopo un assistenza riguardo a metro e biglietti a due connazionali Bresciane un po’ disorientate che ci lasciano i loro cellulari per trascorrere capodanno insieme (il nostro Contacts Manager ci regala grandi soddisfazioni!).
La porta di Brandeburgo, oltre a evocare i fantasmi della seconda guerra mondiale, ricorda la divisione durante gli anni della Guerra Fredda. Oggi è tuttavia il simbolo della riunificazione tedesca. Proprio sotto la porta, segnalato da un percorso in mattoncini che segnano l’asfalto, il ricordo del passaggio del muro è elemento caratteristico della zona. Ma siamo a est o a ovest? E’ la domanda piu frequente tra i turisti che passano davanti alla porta. Orientarsi, qui, diviene piu complicato e capiamo dopo qualche tempo che il Reichstag era nella Berlino Ovest mentre la Porta nella Berlino Est. La statua della Quadriga, elemento caratteristico della Porta, negli anni del Muro era rivolta in senso contrario rispetto alla situazione attuale. Una piccola curiosità che ricordano bene i Berlinesi che hanno vissuto gli anni della divisione.
Il Reichstag, imponente in tutto il suo carisma storico, è di fonte a noi, immenso e coperto di neve.
Il contesto è stupendo, la piazza di fronte è gigantesca e grida le voci del tempo… Per la salita alla cupola di Foster, ennesimo abbinamento futuro e memoria, è necessario impegnarsi in una fila di almeno 2 ore… Siamo gia troppo congelati e ci ripromettiamo di tornarci nei prossimi giorni. Torniamo al CheckPoint Charlie per ritentare l’ingresso al museo non prima di avere gustato un indimenticabile Kebab nel locale antistante e aver socializzato con il cuoco curdo.
Dopo un ora di fila scopriamo che l’attesa prosegue all’interno del museo, inveiamo contro i capitalisti alla cassa e torniamo in albergo. Dobbiamo riposarci per la serata!!! Condividiamo la cena con le due ragazze di Brescia e poi via verso la Porta di Brandeburgo. Ci accompagnano 3 bottiglie di spumante e una di rum…
Un fiume umano fluisce verso la stessa meta, la nostra passeggiata è ritmata dai botti che con ritmo tribale scandiscono i minuti che mancano alla fine del 2005.
La mezzanotte trascorre in un delirio di canti (immancabile “Romagna Mia” che coinvolte altre persone!), litri di brulè, abbracci, risate e grida.
Il sottoscritto collassa alle 3 in preda ai fumi del rum… 1 Gennaio 2006 La ripresa è lenta, progressiva, metodica…Diego passa la mattina a sturare il lavandino, io e bere acqua mangiando cracker per annullare gli effetti dell’acidità… l’immagine non è poetica ma rende l’idea della fase di decompressione. La giornata pare infruttuosa, si rivelerà tuttavia altamente produttiva! Usciamo storditi dal sole, verso la svolta per il nostro stomaco… La catena di panini Subway! L’effetto è incredibile, il panino che ci prepara il ragazzetto brufoloso e scazzato è talmente valido che ci carica per tutta la giornata… Viviamo l’esperienza della cupola di Foster al Reichstag, avveniristica esperienza che ci lascia sorpresi e ammutoliti per le impressionanti foto del parlamento dopo i bombardamenti. Peccato per la vista notturna che rende poca giustizia a un panorama sicuramente molto piu bello di quanto abbiamo potuto vedere.
Percorriamo Unter Den Linden, il viale più elegante di Berlino e vera perla della città.
Il viale è sede dell’ambasciata russa e americana, del Deutsche Guggenheim, dell’Università, di splendidi palazzi e dell’incantevole Opera di Berlino, che si rivelerà un anticipo di quanto vivremo in serata.
Qualche foto al suggestivo Berliner Dom illuminato a notte, una passeggiata in RosenStrasse per omaggiare lo splendido film di Margaret Von Trotta e poi via verso il ristorante scelto per la serata: il PanAsia.
Il locale, specializzato in cucina giapponese, ci incuriosisce per i cartoni erotici trasmessi in piccoli televisori innestati nei muri del locale, la clientela è prevalentemente gay… non proprio il nostro target… Torniamo a Oranienburgerstrasse per movimentare la serata e questa volta scegliamo di trascorrere un oretta di fronte a quattro birre al Bellini Lounge. La bevuta prosegue tranquilla fino al momento in cui Diego, scomparso per un istante, da il meglio della sua professionalià di Contacts Manager chiedendo informazioni e due ragazze che si riveleranno presto come ballerine professioniste dell’opera di Berlino. La serata trascorre in loro compagnia tra retroscena della vita sul palco fino al gap culturale dell’Italia in ambito teatrale rispetto alle capitali europee. Le ragazze sono incantevoli e ci augurano la buonanotte con un inchino da fine spettacolo… Sono di nuovo le 3. Ormai sappiamo tutto sui taxi berlinesi e sull’opera… 2 Gennaio 2005 Decidiamo di dedicare la nostra ultima giornata a Berlino ai Musei. Peccato sia lunedì e la maggior parte siano chiusi! Non ci rimane che una visita al Duomo con relativa salita alla cupola (evitabile) e una passeggiata a AlexanderPlatz che ci appare molto piu accogliente della prima serata. Puntiamo la torre della televisione, quasi 400 metri di altezza, molto soviet… un oretta di fila in affiancati dal un personaggio che ci ha ricordato molto un serial killer in erba e l’ascensore, alla modica cifra di 7,50 euro (ladri!) ci porta alla sfera panoramica… visibilità bassa, la foschia rende tutto piuttosto grigio, la struttura molto anni 70 puzza di moquette sudicia, non vediamo l’ora di scendere. Negativo.
Ci rifacciamo con un Curry Wurst e 4 birre alla stazione di Alex, Diego e Andrea si cimentano alla guida di trenini per bambini… L’unico museo aperto è “Topografia del Terrore” viaggio in quello che rimane della sede delle SS nella storia degli orrori del Nazismo. La mostra è molto suggestiva, consente di ascoltare, da alcuni altoparlanti posizionati a fianco delle schede dei Nazisti, le voci dei Gerarchi che si dichiarano innocenti in sede di processo a Norimberga. Diego decide di trascorrere la nostra ultima notte a Berlino in compagnia di Anna-est e Anna-ovest.
La serata, in compagnia solo della prima, scivola via piacevolmente con Danilo che tenta di spiegare ad Anna come preparare alcuni shortini alcolici e riepilogando con innumerevoli statistiche la condizione economica del nostro paese.
3 Gennaio 2006 Partenza da Berlino, lasciamo con nostalgia la splendida capitale tedesca. Destinazione Sachsenhausen, il campo di concentramento a 30 km da Berlino.
L’atmosfera del paese che ospita il campo, Oranienburg, è surreale. L’ingresso al campo si raggiungibile attraverso una stradina in piena zona residenziale. E ci chiediamo con che animo si possa vivere a fianco di un luogo che ha visto uno degli orrori piu grandi della storia dell’uomo.
Lastre di cemento delimitano l’ingresso, un percorso pedonale ci introduce alla cancellata che reca, in ferro battuto, la tristemente nota scritta “arbeit macht frei”. La pianta del campo è curiosamente triangolare, topografia studiata per non lasciare sezioni fuori dalla portata delle torri vedetta. C’è tanta neve, oggi come allora.
Circa 100mila prigionieri fra ebrei, omosessuali, zingari e dissidenti morirono su questa terra che oggi urla attraverso il proprio silenzio.
Visitare un campo di concentramento è un esperienza fortemente emotiva. Di strutturale c’è rimasto molto poco ma l’atmosfera è carica e densa di ricordi storici. E’ possibile visitare 2 baracche, ricostruite sul modello delle originali. Una delle due è stata ricostruita recentemente dopo un incendiato appiccato nel 1992 dai neonazisti. Rimaniamo interdetti, curiosiamo tra le testimonianza raccolta, osserviamo oggetti appartenuti ai prigionieri, leggiamo le vite delle persone che hanno concluso qui, in maniera agghiacciante, la propria esistenza.
Il Lagermuseum, ospitato nella costruzione di fronte al sito delle impiccagioni, contiene immagini forti, spietate, coraggiose.
Il monumento alla memoria che domina tutto il campo è un pessimo memoriale di propaganda sovietica, lo osserviamo silenziosi in tutta il suo maestoso orgoglio.
Norimberga ci attende. Ritroviamo l’ospitalità bavarese con l’idillio della sua birra e delle sue carni in uno splendido locale in pieno centro ricavato in un ex granaio (Barfusser in Konigstrasse).
Chiudiamo il nostro viaggio con un vassoio contenente tutti i sapori della Baviera e quasi due litri di birra a testa… “E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare”. Francesco Lengua, Rimini (6 Gennaio 2006) Film consigliati “Il cielo sopra Berlino” “Rosenstrasse” “GoodBye Lenin” “Metropolis” Siti web http://www.Vacanzeingermania.Com/index.Asp http://www.Berlin-tourist-information.De/italiano/index.Php www.Tuttobaviera.It