Riga, il fascino dell’Art Nouveau nei Paesi Baltici

Art Nouveau, reminescenze sovietiche e vita notturna in Lettonia
Scritto da: Elle67
riga, il fascino dell'art nouveau nei paesi baltici
Partenza il: 31/08/2017
Ritorno il: 03/09/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Pensavo che mi sarei trovata in un paese dell’Ex Unione Sovietica, un po’ grigio, freddo, ravvivato solo dalle vicinanza del mare. E invece Riga è una bellissima città soprattutto grazie alle tantissime case in stile art nouveau sparse un po’ ovunque ma soprattutto in un quartiere del centro. Le più belle sono già state restaurate e sono in ottime condizioni, altre hanno bisogno di una bella pulizia ma si vede che sotto strati di polvere e smog nascondono dei tesori.

La città è a misura d’uomo quindi abbiamo deciso di non fare abbonamenti per il trasporto pubblico, che comunque ha un costo contenuto. Importantissimo avere scarpe comode perché tutte le strade del centro sono fatte di pietre (una via di mezzo tra i sanpietrini e i ciottoli).

Abbiamo iniziato la nostra visita dal centro storico, siamo passati dalla Chiesa di San Pietro e abbiamo strofinato il naso degli animali della scultura dedicata ai musicanti di Brema che è proprio dietro alla chiesa, di fronte al Ristorante Felicità. Il nome vi dice qualcosa? Ebbene sì, è quello di Albano! Siamo entrati in chiesa e saliti sulla torre con un ascensore che odora ancora di URSS per avere una visione globale della città. Bellissima vista, ma che vento gelido!

Lì vicino c’è la piazza che secondo me è il centro del centro, dove c’è il ristorante Egle, che raccomando per la cena perché ha un menù ampio a prezzi contenuti e soprattutto c’è musica dal vivo di ottimo livello quasi tutte le sere, spazio per ballare e gente allegra. Lì di fianco c’è il monumento all’albero di Natale, una specie di scultura metallica, e la piazza del Municipio, bellissima, peccato che la Casa delle Teste Nere e quella di fianco siano al momento in ristrutturazione. Lì ci sarebbe anche il Museo dell’Occupazione ma al momento è stato trasferito in un’altra sede. Invece vale la pena fare un giro nel negozio di souvenir, hanno anche cose carine di design nordico.

Andiamo verso la Cattedrale ma non ci siamo mai passati in orario di apertura quindi siamo ripartiti senza averla vista dentro! Pazienza. Ma io mi emoziono solo con romanico e gotico quindi non sono troppo afflitta.

Continuando il giro del centro si passa davanti ai Three Brothers, tre case una di fianco all’altra, la casa con i gatti neri sul tetto, il Parlamento, e spingendosi verso il fiume il Castello, oggi residenza del Presidente della Lettonia. Ma non vi aspettate un castello in grande stile, direi che è abbastanza modesto.

A quel punto ci siamo allontanati dal fiume per andare verso il quartiere art nouveau, dove ci sono la maggior parte delle case di quell’epoca.

Basta camminare con il naso all’insù per Elizabetes Iela, Alberta Iela, Antonia Iela e le strade lì intorno e ammirare i colori e le forme dei fregi delle case. Bellissime, ce ne sono tante, molte sono in ristrutturazione (anche molti marciapiedi e strade), immagino che tra qualche anno bisognerà tornarci! Una di queste in Alberta Iela è stata trasformata in un museo ed è interessante entrare per vedere anche gli arredi. Sono davvero spettacolari, non pensavo che ce ne fossero tante e così belle.

Sul Kalpaka Bulvaris, nel Parco Kronvalda, c’è il monumento alla scimmia vestita da astronauta. Simpatico!

Non troppo distante c’è il Museo del KGB, che però non abbiamo visto.

Invece siamo stati in quello dell’occupazione (che al momento è in Raina Bulvaris) e quello della guerra. Non sono nulla di speciale ma spiegano la storia della Lettonia, di cui non sapevo quasi nulla, quindi un giro veloce vale la pena farcelo. Questo piccolo paese è sempre stato conteso tra varie super potenze ed è passato dai Russi ai Tedeschi al tempo del Nazismo e poi di nuovo ai Russi dell’Unione Sovietica. Sono sempre stati oppressi da qualcuno fino a quando nel 1991 sono finalmente riusciti ad essere indipendenti.

A questo proposito vale la pena passare davanti al Monumento alla Libertà (impossibile evitarlo visto che si trova in mezzo alle strade e parchi principali): è un obelisco con una statua di donna che è stata testimone di molte manifestazioni spesso finite male.

Non troppo lontano c’è la chiesa ortodossa russa, le sue cupole dorate si vedono anche da lontano.

Vicino al Museo della Guerra invece è bello passare nella strada dove ci sono le Jacob’s Barrack. Ci sono diversi bar e ristoranti e oltre l’arco tagliato a metà c’è una statua un po’ inquietante, soprattutto di notte!

Una zona completamente diversa e che sembra ancora parte dell’Unione Sovietica è quella attorno al Mercato Centrale. Assolutamente da vedere. Il mercato ha bisogno di una bella sistemata ma il suo fascino consiste anche in questo. Banchi dì stoccafissi, caviale di tutti i tipi, spezie varie. Poi bisogna fare un giro nei dintorni e passare sotto a quello che sembra una dette sette sorelle di Mosca, un enorme grattacielo quadrato altissimo e imponente, annerito dagli anni, sede dell’Accademia delle Scienze. Ho scoperto troppo tardi che a pagamento si poteva salire alla terrazza panoramica. Li vicino c’è un mercatino dell’usato: la guida diceva che se ti rubano il cellulare quello è il posto in cui andare il giorno dopo a ricomprarlo! Quindi mi sono ben guardata dal tirarlo fuori per fare delle foto. È all’aperto, in una specie di cortile, i banchi sono fitti e semicoperti da teli di plastica per coprirsi della frequenti piogge, pieni di roba ammassata per terra e impilata fino a due metri d’altezza con un equilibrio a prima vista molto precario ma non ho assistito a crolli! Oltre a ogni aggeggio tecnologico e a vari pezzi di ricambio, ci sono varie cose, da scarpe a pitali, da maschere anti gas a tute da pilota di MIG, da colbacchi pulciosi a…. qualsiasi cosa! Indirizzo (approssimato) Firsa Sadovnikova iela 11

Usciamo indenni da lì e passiamo da quella che era una vecchia Sinagoga e dove adesso c’è il Monumento all’Olocausto. Restiamo ancora un po’ a zonzo in questo decadentissimo quartiere e poi decidiamo di prendere un autobus per andare oltre il fiume.

Andiamo a vedere la nuova Biblioteca, incuriositi dalla forma modernissima, e ne rimaniamo affascinati. Innanzitutto dal punto di vista architettonico: la struttura è molto bella, pulitissima, tutta di acciaio, vetro e legno. Design pulito e liscio, tutte le pareti di vetro, massima trasparenza. Una bella caffetteria, dei comodi divani nella grande hall. Chiediamo se si può entrare e ci danno un pass con cui possiamo girare liberamente ovunque. Ogni piano è dedicato ad un argomento, entriamo liberamente in varie zone poi in quella con i libri d’arte decidiamo di sederci su un bel divano davanti alla parete di vetro da cui restiamo ad ammirare Riga, comodamente seduti, dietro a un vetro senza una macchia, in un ambiente insonorizzato in cui non si sente il minimo rumore, anche se l’edificio è su una strada molto trafficata. Un sogno. E tutto questo è disponibile per chiunque ne faccia richiesta, assolutamente gratis. Penso alle vetuste biblioteche in cui andavo a studiare all’Università e mi chiedo perché non riusciamo anche noi ad avere strutture simili. Con quali soldi hanno pagato quella meraviglia? Sono 2 milioni di abitanti in Lettonia, quante tasse pagano? Comunque, dopo un po’ a malincuore ce ne andiamo e ripartiamo in esplorazione.

Facciamo una bella camminata nell’isola che c’è lì davanti, due foto alla mega bandiera lettone e poi torniamo sulla terra ferma. Un giretto sempre oltre il fiume, passiamo in mezzo al parco attraversato da Slokas Iela e ci troviamo in quella che ci sembra la zona universitaria. Vediamo qualche casa di legno, altra architettura tipica di Riga, sembrano le case del Far West, ma purtroppo le condizioni non sono ottime, solo qualcuna è ben tenuta. Molto colorata la Chiesa Ortodossa di Meza Iela, lì vicino un edificio che sembra un castello, ma nulla di speciale.

Decidiamo che vogliamo vedere il Baltico e prendiamo il treno per Jurmala. Peccato che quel giorno il tempo fosse veramente pessimo e noi non avevamo neanche mezzo ombrello! Arrivati a Jurmala abbiamo comprato (nei pochissimi negozi aperti) poncho e ombrello ma non c’era modo di non inzupparsi. Abbiamo fatto un giro in spiaggia ma ce la siamo goduta molto poco, il mare era in burrasca e i venti fortissimi. Abbiamo intravisto le case di legno, alcune molto belle. Sicuramente vale la pena farci un giro ma meglio senza pioggia! Ci si arriva comodamente da Riga in treno (anche questo puro stile URSS) a prezzi modici. Vista la statua della tartaruga, il vecchio balneario sul mare e poco altro, ce ne siamo tornati in hotel per asciugarci.

Vita notturna: non manca! Siamo usciti una mattina alle 9 e il centro era deserto, abbiamo capito il perché quando abbiamo visto che i locali chiudono alle 6 del mattino! Nella zona centrale ci sono diversi bar con una clientela prevalentemente maschile, e sembra che sia una delle destinazioni privilegiate per gli addii al celibato… chissà perché! Beh, devo dire che le donne sono veramente belle. Quello che a me è piaciuto tantissimo è che c’è musica dal vivo ovunque, in tutte le piazzette del centro storico, nel vicolo dietro alla chiesa di san pietro, la piazza della cattedrale, la livu square, insomma si può girare e seguire la musica che si sente. È una città molto viva!

Particolarità: era il 1° settembre e le strade erano piene di bambini accompagnati dai genitori con piccoli mazzi di fiori, tutti elegantissimi. Ci hanno spiegato che si festeggia la giornata della conoscenza, ricominciano le scuole, e i bambini portano un omaggio alla maestra. Era molto bello vedere le strade piene di banchetti con fiori in un paese dove già ti aspetti colori autunnali. Le studentesse più grandi erano elegantissime con vestiti neri con colletti bianchi, non ho capito se è la moda del momento o se è lo stile tipico del primo giorno di scuola.

Infine… la Lettonia è stata la mia prima repubblica baltica ma adesso voglio sicuramente vedere anche le altre perché è stata una bellissima sorpresa!



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