Riga: bisogna guardare in alto

A zonzo per una capitale ricca di storia
Scritto da: tea per 2
riga: bisogna guardare in alto
Partenza il: 08/11/2015
Ritorno il: 12/11/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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Cercavamo una località economica per un viaggio a novembre. Nessuno di noi quattro era mai stato in Lettonia, a Riga. Così, abbiamo iniziato a cercare informazioni, non trovandone molte sui siti di viaggi. La cosa ci ha incuriositi, e per capire come mai siamo andati a… Riga! A differenza di quello che si crede, non è una città adatta solo ai giovani o ai crocieristi per un’escursione baltica. È ricca di storia, di bellezza, adattissima a persone di mezza età come noi, perfino in novembre!

VOLI

Milano Bergamo – RIGA il giorno 8 novembre (DOM): partenza ore 06.55 – arrivo ore 10.35 volo FR 4714

RIGA – Milano Bergamo il giorno 12 novembre (GIO) : partenza ore 20.45 – arrivo ore 22.30 volo FR 4715

Questa combinazione di voli Ryanair ci è costata, andata e ritorno, 105 euro a testa, e non solo con i due bagagli a mano permessi ma anche con 1 valigia in stiva, ogni due viaggiatori.

HOTEL

Per la scelta dell’hotel, avendo in mente di volerlo in posizione centrale, con buone recensioni e ben raggiungibile, abbiamo guardato parecchi siti on line: Trivago, Trip Advisor, Booking, eccetera. C’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine, dopo aver letto tutte le recensioni, abbiamo scelto tramite il sito www.booking.com. Facciamo un inciso: le recensioni di hotel (e soprattutto di ristoranti!) sono scritte spesso dai giovani, che apprezzano cose diverse da noi, ad esempio una location in mezzo alla movida notturna, il wi-fi gratis, il marchio od il prezzo, ecc. Noi, invece, scegliamo sempre hotel in zone tranquille e con poco traffico, camere silenziose. Beh, in questo caso ci è capitato un hotel che “potenzialmente” ci offriva trattamenti di bellezza e palestra, ma sapevamo che non le avremmo usate mai, a meno che il clima fosse improvvisamente peggiorato, tanto da rendere difficile la permanenza in esterni dei nostri poveri corpi mediterranei… Ma abbiamo avuto sempre un buon meteo, quindi non ne abbiamo fatto uso, però.. ci eravamo portati il costume da bagno, non si sa mai.. Ad ogni modo, segnalo che i trattamenti estetici in hotel costavano molto, molto meno che a Milano. Abbiamo prenotato il: WELLTON OLD RIGA PALACE HOTEL, scelto da noi per qualità e prezzo, dato che abbiamo anche goduto di un ulteriore sconto segreto, chiamato: “genius” da booking.com. Questa catena alberghiera ha tre o quattro hotel a Riga, noi abbiamo scelto quello che sembrava più tranquillo. Quindi, 4 pernottamenti, con 4 prime colazioni, in camera doppia con bagno, in hotel 4 stelle, nel centro storico, ci sono costati 109 euro a testa, con la possibilità di cancellazione gratuita della prenotazione ed il pagamento in hotel. E’ abbastanza raro, per noi, dormire in hotel 4 stelle, ma visto il prezzo… abbiamo anche apprezzato il ben funzionante WI FI gratis in tutto l’hotel e l’ubicazione: a 100 metri dalle sponde del fiume Daugava ma senza alcun rumore di traffico. Il premiato Hotel offre anche sistemazioni dall’ottimo rapporto qualità-prezzo con accesso gratuito a una palestra e ad un centro benessere con vasca idromassaggio, sauna e vari trattamenti. La colazione completa a buffet ha una vasta scelta di cibi caldi e freddi, ottime marmellate, frutta, dolci e piatti salati e, cosa curiosa, perfino lo spumante! La reception è operativa 24 ore su 24, il che non è stupido, per via degli orari dei voli. L’hotel è a soli 10 minuti a piedi dalla stazione centrale di Riga, dal Monumento della Libertà e dall’Orologio Laima, e a 200 metri di distanza dal Mercato Centrale di Riga, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO eccetera eccetera. Siamo arrivati ben prima delle ore 14, ma l’hotel ci ha dato subito almeno una delle due stanze, che era già pronta. I nostri amici avevano prenotato una camera “matrimoniale Superior con balcone”, noi invece una doppia standard a letti gemelli. I materassi dei letti sono un’altra delle nostre preferenze: devono essere abbastanza lunghi per mio marito, e non troppo cedevoli, per le nostre schiene. Queste due camere sono state all’altezza, con arredamento in stile classico con mobili scuri in legno massello, balcone privato, accappatoi e pantofole. minibar, vasca o doccia, cassaforte, telefono, phon, ferro da stiro, balcone, scrivania, ferro e asse da stiro, zona soggiorno, prodotti bagno in omaggio, WC, bagno privato con doccia o con vasca, riscaldamento, pantofole, canali satellitari, moquette, TV a schermo piatto, vista, sveglia, bollitore elettrico, armadio”. Beh, la nostra camera standard non aveva accappatoi e ciabatte, ed era piccola, ma per il resto è stata perfetta. Sito hotel: http://wellton.com/en/wellton-old-riga-palace-hotel/about-hotel

TRASFERIMENTI

La reception ci ha prenotato gratuitamente un servizio di taxi dall’aeroporto, comunicandoci il prezzo fisso di 17 euro in totale. Dato che era domenica, abbiamo impiegato solo dieci minuti per arrivare in hotel. Curiosando sui siti lettoni, abbiamo visto che in 4 passeggeri questo taxi era più conveniente di 4 biglietti di autobus (euro 4,50 cad.) fino alla stazione ferroviaria, quindi ci siamo regalati un servizio comodo! Credo sia stata solo la seconda volta nella mia vita che, uscendo dalla sala arrivi in aeroporto, ho visto una persona con il mio nome su un cartello, pronta a caricarci in taxi per il trasferimento in hotel! Ci si sente “signori”… e non si sente il peso dei bagagli. Il giorno di ritorno in Italia: ci hanno tenuto i bagagli in guardaroba, fino a sera. Poi, su nostra richiesta ci hanno chiamato un altro taxi, che al costo di 15 euro ci ha portati in aeroporto. Dato che era un giorno feriale ed un orario di punta, abbiamo impiegato quasi 45 minuti per arrivare in aeroporto.

TURISMO e METEO

Non avevamo deciso nulla del programma giornaliero di visite ed escursioni, perché volevamo capire il clima e le distanze. La temperatura è stata ottima: mai al di sotto dei 5-7 gradi. Un paio di volte ha piovigginato, ma per massimo dieci minuti. Lo scrivo per i lettori: non è temperatura normale a Riga, ma quest’anno tutta l’Europa ha goduto di un novembre mite. Ci è stato detto che a Riga potrebbe già nevicare, a novembre, e che piove spessissimo! Del resto, Riga si trova sul Mar Baltico, alla foce del fiume Daugava. Con il mare vicinissimo, il tempo fa in fretta a cambiare! Vento, e nuvole in corsa. Con 700.000 abitanti è la città più grande delle Repubbliche Baltiche e uno dei principali centri culturali, politici ed economici della regione. Metà della popolazione è lettone, metà è russa, bielorussa, ucraina eccetera, per via delle vicende storiche che hanno visto la deportazione e lo spostamento di migliaia di Lettoni ed il ripopolamento con altre etnie. Le varie comunità non si mischiano: ognuna ha le sue tv, i suoi giornali, le sue usanze. Un terzo dei giovani lettoni, oggi come oggi, è emigrato all’estero per lavorare. Abbiamo visto molte case sfitte. Si tratta anche per loro di “fuga dei cervelli” ma emigrano anche giovani con varie altre professionalità, lavoratori.

I CAFFè

Oltre all’architettura, Riga ha molto altro da offrire: caffè e piazzette, parchi e panchine. I bar sono tutti diversi uno dall’altro: ambienti tranquilli ed ospitali, in genere arredati con gusto. Come sempre all’estero, non fanno bere in piedi al banco, ma solo ai tavoli. Si può pranzare oppure bere, magari un espresso od una birra. Anzi, in alcuni si paga al banco e poi ci si porta da soli le consumazioni ai tavoli. In effetti, bere con calma e seduti è molto più bello che farlo in piedi, rapidamente! (perché in Italia siamo così scemi? Perché rendiamo la vita così comoda ai nostri baristi?) Su morbidi divani o spaziose sedie, i giovani lettoni passano le giornate con telefoni, palmari e computer: tutti i bar offrono wi-fi gratuito al prezzo di una consumazione, senza pressare i clienti. Con nessun impegno di spesa, anche consumando un solo caffè, al prezzo di un euro o due è possibile sostare tranquilli ed al caldo navigando la rete. Si tratta di un modo individuale di passare le giornate, dato che questi giovani sono in genere da soli al tavolo, ma è difficile giudicare. In genere, ci sono sembrati più introversi di noi, più tristi, ma probabilmente è solo l’educazione nordica. In effetti, chiedendo un contatto per avere qualche informazione ci hanno sempre sorriso dolcemente, cercando di aiutarci e venirci incontro. In lingua Inglese, per lo più. Sui mezzi pubblici, per strada, non parlano mai ad alta voce, un po’ come nel Nord Europa. Sono praticamente tutti molto alti: anche le ragazze in genere svettano su di me da … almeno un metro ed ottanta centimetri. E senza i tacchi, dato che marciapiedi e strade sono spesso fatte con ciottoli o sassetti non conviene proprio slogarsi e caviglie. Prevalgono le chiome bionde, ma c’è di tutto. Sono vestiti come i nostri giovani, mentre le persone più anziane indossano abiti con forme e colori molti “russi”, se capite che cosa intendo.

DIARIO DI VIAGGIO

8 novembre, domenica

Appena arrivati, a piedi, verso il centro con la cartina regalata dall’Hotel! In giro c’era poca gente, nessun turista. La zona centrale ha il traffico controllato, non girano molte auto. Ed era già ora di pranzo, quindi siamo entrati in un self service, ma di cibo lettone. Si trova al numero 7 di Kalku Iela, la via principale, si chiama XLPelmenOi. Si prende il vassoio ed i piatti e si va a guardare…che cosa offre la cucina, senza poter leggere un menu ma con l’uso sagace dei propri occhi del proprio naso. Non c’è menu. Sul bancone ci sono due pentole con zuppe ben calde: davanti a ciascuna c’è il disegno stilizzato del principale ingrediente: nel nostro caso una era con pollo e funghi, l’altra con verdure e pezzetti di manzo affumicato. Ottime e saporite. Subito dopo, ci sono scomparti che tengono al caldo i pelmeni, una specie di ravioli di pasta sottile, con vari ripieni. Sono più simili ai ravioli cinesi che ai nostri, stanno a mezza strada senza infamia e senza lode. Sul bancone, tutto è “a prova di scemo”: davanti ad ogni contenitore c’è il disegno di una pecora, di un manzo, di pollo, di pesce, e c’è anche quello ripieno di vegetali. Non si può sbagliare, neanche un bambino non intuisce gli ingredienti.

I pelmeni hanno poco sapore.. malgrado il ripieno e sono solo bolliti, quindi attenzione! Si deve aggiungere il condimento di proprio gusto, prendendolo su con un mestolo, e senza sapere come è cucinato, che cosa comprende. C’è solo il colore, a dare qualche indicazione. Abbiamo assaggiato e scoperto sia il condimento piccante (rosso) che quello più dolce (verdino). Beh, io ho anche preso un paio di cetrioli in agrodolce, non si sa mai, mi sono detta, vedendo un Lettone che ne aveva messo uno strato spesso sui pelmeni sconditi! Mio marito ha preso un’ottima insalata russa, fresca di giornata. Buoni, entrambi. Scorrendo il vassoio e ridacchiando fino alla cassa, abbiamo aggiunto birra ed acqua minerale, preso le posate ed i tovaglioli. E lì, abbiamo avuto la sorpresa: i piatti di ravioli sono stati pesati, per determinarne il prezzo! Si paga per la quantità di pelmeni che si è messa nel piatto. Le zuppe, invece, sono a prezzo fisso. Il conto? In due persone abbiamo speso ben.. 7 euro ! Ma è stata la mia bottiglia di minerale, che ci ha fatto spendere troppo (ben 2,50 euro per una piccola minerale!) perciò: conviene sempre bere la birra. In effetti, il posto era pieno di studenti, di lettoni, e noi eravamo i soli turisti. Lo consigliamo a tutti, perché il giusto dei pelmeni è assimilabile ai nostri ravioli, più o meno, il posto è super pulito (come ovunque, dalle loro parti!) ed è economico. L’arredamento non c’entra niente con la Lettonia: è simile al gusto catalano di Gaudì, ed anche i colori sono spagnoli. I tavoli sono fissati al pavimento, i sedili sono strutture di gesso ondulate, molto strambe; tutto è sghembo e volutamente storto. Nel corso della visita di Riga siamo tornati due volte a pranzare lì, sia per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, sia per la velocità del self service. Poi, quando mai capita di pranzare spendendo 1 o 2 euro?

Dopo pranzo, siamo andati a visitare il Duomo romanico medievale, dedicato a San Pietro, datato 1209. Impressionante quantità di mattoni medievali all’esterno, una delicata costruzione di linee eleganti nell’austero interno luterano. L’ingresso al Duomo è a pagamento, costa 3 euro. Un chiostro notevole per atmosfera, un organo antico ed ancora utilizzato per concerti. Conservano all’aperto, ma buttati lì alla rinfusa sotto il portico, affusti di cannoni, bandiere di ferro battuto, insegne decorative, tutto appoggiato senz’ordine.

La Borsa si trova proprio di fronte al Duomo, un bel palazzone. Poco più in là, in via Pils Iela al numero 14, c’è un piccolo bar, in un ammezzato. Dall’esterno non si capisce che è un bar, ma a noi mancava un caffè dopo pranzo. E’ gestito da due simpatiche ragazze ed il loro espresso è ottimo anche se fatto con una macchinetta automatica, espresso…. what else? Hanno solo tre tavolini, oppure fanno caffè da asporto. Mio marito ha assaggiato lì il liquore tipico di Riga: un balsamo scuro alle erbe. Beh, non è entusiasmante, ma per affermarlo bisogna provarlo! Io, ho imparato a dire “caffè” e “grazie”, in lettone. Le sigarette costano molto meno che in Italia, anche estere.

Abbiamo continuato a girare per le viette del centro storico, con i lampioni illuminati dopo le ore 17, senza una meta precisa ma solo per terminare la giornata in bellezza. Tra i luoghi simbolo della sofferta storia lettone, il Castello di Riga è uno dei più significativi. Distrutto, ricostruito e occupato decine di volte nel corso dei secoli, è dal 1938 la residenza stabile del Presidente della Repubblica Lettone e ospita al suo interno due musei.

Dopo un rientro in hotel per cambiarci, siamo usciti a cena in un vicino ristorante. Si chiama Pjelura, ed è in Kalcu Iela 2. Cucina lettone, ovviamente. Abbiamo mangiato un piatto unico, con patate e verdure, a base di pollo. Preceduto da una zuppa. Niente di emozionante, ma abbondante e saziante. Con le birre abbiamo speso 15 euro a testa. Rientrati in hotel, siamo finalmente piombati a letto, stanchi ma soddisfatti.

9 novembre, lunedì

Dato che al lunedì una buona parte di monumenti e musei erano chiusi, abbiamo optato per un’escursione al Museo Etnografico all’Aperto, che si trova una ventina di chilometri a nord. Si può raggiungere con i mezzi pubblici, quindi abbiamo siamo andati in una edicola ad acquistare i biglietti per l’autobus numero 1. Il costo per biglietti A/R è stato di 2,30 euro a testa. Abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare la fermata… ora posso affermare che parte da Brivibas Iela, ma per noi è stato come cercare il Graal! Il tragitto ha richiesto circa un’ora, così abbiamo visto le periferie, le campagne attorno a Riga: tutto sempre molto preciso ed ordinato, le ciclabili ed il lago Jugla. Il Museo è stata un’ottima esperienza. Già a partire dagli anni ’30 i Lettoni hanno riunito in questo territorio, in riva ad un lago, più di un centinaio di edifici tradizionali. Li hanno smontati e riassemblati, per perpetuare la memoria di modi e stili di vita del passato. Le casette di legno sono immerse nei boschi, raggruppate od isolate, perfettamente preservate con arredamenti interni. Sono stati portati lì anche alcuni molini a vento, ed una intera Chiesa luterana. Acquistato il biglietto, euro 2,00 ed euro 1,40 per i senior, abbiamo passeggiato tra i sentieri, senza incontrare anima viva, perché era un lunedì di novembre. Nelle giornate più calde, nelle festività annuali, il parco Museo è affollatissimo di famiglie lettoni, che ci vanno per picnic e per fare giocare i loro figli. A Natale fanno cantare Cori ed Orchestre, in estate fanno giocare i bambini ed aprono il ristorante. In alcune casette, addirittura, fanno dimostrazioni di antichi mestieri. La vita rurale attrae ancora i Lettoni, ed anche noi l’abbiamo apprezzata. L’estetica di quelle casette è veramente bella, ci rimarrà un bel ricordo nel cuore. Sui tetti, il verde muschio incanta la vista e rende tutto molto romantico, come case degli Elfi o delle Fate.

Tornati con l’autobus in città, abbiamo passeggiato al Mercato. Il Centraltirgus, cioè il Mercato Centrale di Riga, è uno dei più caratteristici d’Europa e si sviluppa all’aperto ed al chiuso, nei capannoni e sulle strade, e lungo una rete di tunnel sotterranei che servivano per trasportare le merci dal porto della città verso il centro evitando di congestionare il traffico in superficie. Ancora oggi è il luogo della spesa per eccellenza per i cittadini di Riga e ci si trova davvero di tutto. Ci è piaciuto tutto: il casino, l’abbondanza di profumi e di merci colorate, la gente che va a comperare prodotti di cui nemmeno sappiamo il sapore o l’odore. Molti prodotti sono stati affumicati, molti altri sono granaglie o sotto sale, per una migliore conservazione, ma ci sono anche bancarelle di vestiti, gioielli, scarpe. In qualche caso si tratta di merce europea, anche italiana. Si trova merce costosa e merce economica, fianco a fianco. Ad esempio: gioielli d’ambra e pellicce a fianco di vestagliette e gonnellone da nonne; fagioli locali e storioni.

Non abbiamo visto alcuna bancarella gestita da cinesi o da persone di colore, a differenza dei mercati italiani. I prezzi sono esposti, ma credo sia possibile contrattare. Se la merce non è fabbricata in Europa si capisce subito: non ha quelle lunghe etichette che la UE ha imposto e che ci precipitiamo a tagliare via subito dopo l’acquisto ma , ahimè, troppo tempo prima del…. primo lavaggio in lavatrice. Abbiamo comperato fagioli all’occhio e neri, caldi berretti di pura lana.

Abbiamo cenato al Fisherman’s son – altrimenti detto Zvejnieka Dels, sito in Kalku Iela numero 2. Questo sì, è stata una buona cena! Tutto buonissimo, e presentato con una cura estetica d’alta cucina. Il pesce è l’anima di questo loro menu, ma anche gli altri piatti sono stati ottimi. Il costo è stato di euro 26 a persona, ma con i dolci e la birra. Consigliamo questo ristorante, davvero. Gioia per gli occhi e per il palato.

10 novembre, martedì

Dopo alcune utili istruzioni del locale Ufficio Turistico ci siamo recati alla vicinissima Stazione dei Pullman, per andare in escursione a Rundale. Si trova a 66 km da Riga, verso la Lituania, un’ora di viaggio. Il tragitto prevedeva due pullman, il primo da Riga a Bauska, con un cambio su un secondo pullman Bauska-Rundale. La stazione è modernissima, con segnali inequivocabili, ed alla cassa ci hanno dato precise istruzioni in buon Inglese. Addirittura, sui biglietti stampano il numero di piattaforma e l’orario. C’era una buona coincidenza oraria, ed il secondo biglietto lo abbiamo acquistato a Bauska. Due biglietti: due casse. Ma non abbiamo trovato mai la coda. Insomma, è stato facile. Il costo a persona è stato di euro 3,05 + 0,90. Esperienza interessante, confrontato con altre problematiche stazioni di pullman italiane, questo terminal bus è senza dubbio vincente. Lungo il viaggio, non c’è altro che casette disseminate qua e là, nei campi brulli. Qualche villaggio, campi sterminati, betulle in fila e foreste, non altro, e poco traffico. L’autista ci ha scaricati ad una fermata, perché sapeva che stavamo andando al Palazzo, se no.. saremmo restati a bordo, sonnolenti come le campagne attorno. Abbiamo trovato l’ingresso del palazzo chiedendo in un bar, perché come al solito non c’erano frecce di indicazione o insegne… Abbiamo avuto compagnia: un ragazzo di Bratislava che avevamo visto scendere da un pullmino piccolo, più o meno dopo il nostro arrivo. Simpaticamente, ci siamo presentati: in fondo, eravamo gli unici visitatori!

Il Palazzo di Rundale, risalente al XVIII secolo, è l’edificio barocco più bello del paese ed uno straordinario esempio del primo periodo creativo dell’architetto italiano Francesco Bartolomeo Rastrelli, che progettò anche il famoso Palazzo d’Inverno (oggi sede dell’Hermitage) di San Pietroburgo. E’ grandissimo, attorniato da un grande parco con giardino alla francese. L’ingresso costa 4,80 euro e si visita con le soprascarpe di plastica, stile CSI. Gli interni del Museo, perfettamente restaurati, sono arredati con mobili, porcellane e dipinti settecenteschi autentici. Pavimenti e pareti sono stati rifatti “tale e quale”, utilizzando foto e dipinti d’epoca. Infatti, gli arredi erano praticamente distrutti, e molte sale sono ancora chiuse, in restauro. Molto suggestivi sono il Salone Dorato, la Sala Bianca e la camera da letto del duca di Curlandia e c’è anche un piccolo dipinto di Rubens. Nel sotterraneo del museo trova posto anche un ristorante, per cui abbiamo pranzato con un’ottima zuppa, una birra ed un dolce, al costo di euro 7,75 a testa. Imitando il ragazzo slovacco abbiamo fatto ritorno a Bauska in un pullmino più piccolo, con un confort minore ma risparmiando tempo e pagando all’autista. Poi, al terminal di Bauska abbiamo acquistato il ritorno in città.

Volevamo rientrare a Riga in tempo per andare a visitare ancora qualche monumento. Infatti, abbiamo visto il cortile e le mura del Konventa Seta, un antico convento, le pittoresche casette medievali dipinte a colori pastello della via Skarnu Iela. Il palazzo della Grande Corporazione sulla piazza prospiciente Kalku Jela: è il palazzo della Gilda, una corporazione fondata nel 1354 e creata con lo scopo di istituire un monopolio per la gestione dei traffici nella città. È rimasta attiva fino al XIX sec. L’edificio maggiore che ospitava la corporazione è dedicato alla patrona Santa Maria. Oggi è la sede della Latvian Philharmonic Orchestra. La Chiesa di san Pietro, la chiesa di San Giovanni sono nei pressi, si tratta solo di girare a piedi, guardando in alto e cercando i campanili. Nella piazza del Municipio c’è la Casa delle Teste nere: i Blackheads erano una congregazione di giovani mercanti e capitani scapoli che nel XIV secolo godettero di notevole importanza e prestigio nella vita socio-culturale di Riga. Di questa fratellanza resta oggi la Casa dei Blackheads, oggi sede dell’ufficio Turistico. L’edificio è stato allargato e ricostruito innumerevoli volte, l’ultima ricostruzione risale al 2004, ed è proprio colorata. Se la volessimo dire tutta, quando i Lettoni restaurano, lo fanno fin troppo. Sia Rundale che questa Casa sembrano troppo “nuovi”, se capite che cosa intendiamo. Abbiamo visto molti altri monumenti, che per brevità tralasciamo.

Per la cena, abbiamo optato per un’esperienza medievale. Il Ristorante Rozengrals è dietro il Duomo. Si tratta di un antico ristorante, risalente al medioevo, poco segnalato all’esterno. Capita spesso, in questa città, dato che non espongono grandi insegne, non fanno pubblicità. Trovare un posto da visitare è una seria ricerca. Molto suggestivo, questo ristorante si trova sotto il piano stradale, ha soffitti con volte a crociera e mobili in stile antico. Illuminato solo da candele (o lampade che simulano le candele), con il personale in abiti antichi ed un gruppo musicale con tanto di liuto.. beh, ti fa sentire un viaggiatore nella Storia Medievale. Si cena piacevolmente, scegliendo le pietanze da un menu con piatti d’epoca. Mi spiego: per ogni pietanza il menu racconta in quale periodo storico si preparava, in quale documento antico è stata trovata la ricetta e, per alcuni, quale famoso personaggio storico usava ordinare ai propri servi proprio quel cibo. Una ricerca storica, bibliografica e culinaria completa per le ricette, tutte risalenti al tredicesimo – quattordicesimo secolo e quindi con gusti diversi dagli attuali. Per non parlare della mise en place: boccali pesantissimi, scodelle di coccio, posate quasi inesistenti. Il menu è stato buono, pur tenendo presente che per contenere un poco i costi non abbiamo optato per i piatti di carne, preferendo pesce, cervo o verdure. (Abbiamo notato che in tutti i ristoranti lettoni, la pietanza più costosa è, sempre, la carne di manzo o vitello. Curioso.) Con ottima birra abbiamo pagato, a testa, solo 20 euro. E’ un posto che ci sentiamo di consigliare, perché non è totalmente “finto”, per turisti. Lo sarebbe, se non avessero mantenuto in vita il posto per tutti questi secoli, e se avessero proposto un menu normale. Invece, hanno scelto di curare tutti i particolari, proponendo perfino sapori potenzialmente meno appetitosi, con spezie che al giorno d’oggi non sono così utilizzate.

La nostra sala, centrale, era piena di clienti, ed anche le salette laterali avevano parecchi gruppi di commensali, pur essendo un giorno feriale e di novembre. Naturalmente, abbiamo chiesto di visitarlo tutto, siamo curiosi ed italiani! Sono tutte stanzine arredate con gusto e garbo, veramente scenografiche, con mura antiche.

11 novembre, mercoledì

Siamo andati nel quartiere Centrs. Uscendo dal centro città, questo distretto si chiama “centro”, pur essendo periferico. Sconcertante, confonde i turisti.

QUARTIERE ART NOUVEAU

Lo abbiamo raggiunto a piedi, la prima volta, e con taxi la seconda il giorno dopo (10 euro) perché c’era veramente piaciuto. E’ fuori dal centro storico. Passeggiando lungo le vie turistiche più importanti del quartiere del ‘900 – Elisabeth, Strelnieku o Alberta Iela – si scorgono all’istante esempi di Art Nouveau o Jugendstil, lo stile architettonico predominante di Riga. Ben il 40% degli edifici è stato costruito seguendo questo stile. Per questo, ho intitolato questo diario “bisogna guardare in alto!” perché è una città che si gusta meglio così. Non sono solo pochi palazzi particolari: tutta la città ha facciate con decori e fronzoli, con lesene e stucchi, con profili di donne nude o teste di elfi sotto i balconi, un tripudio di fantasia. Il movimento liberty, caratterizzato da forme insolite, mix di elementi fantastici, alternanza di ornamenti geometrici e linee fluide, si impose a Riga dal 1899. E tutte le case sono abitate. Camminando, si può vedere il contrasto di una palazzo di architettura costruttivista russa di fronte ad uno Liberty, si possono vedere giovani studentesse di legge uscire da un palazzo con forme egizie, e così via. Abbiamo anche visitato il Museo dell’Art Nouveau: la dimora di una famiglia benestante, con tutti gli arredi originali. Molto ben ricostruito, si visita con interesse e piacere. Ingresso euro 3,50,ma 2,50 per i senior. Molto ben disegnata e dipinta anche la scala interna, che portava ad appartamenti privati, ai piani superiori.

Tra i più importanti palazzi da ammirare c’è quello all’indirizzo Alberta iela 2°, realizzato nel 1906, straordinario esempio di neoclassicismo fuso con l’Art Nouveau, con alcuni richiami all’Antico Egitto. Imperdibile è anche il palazzo/monumento in Alberta iela 13, costruito nel 1904 e sede oggi della Riga Graduate School of Law. Il regista cinematografico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn non ha realizzato solo i famosi film: “La corazzata Potëmkin , Aleksandr Nevskij, Lampi sul Messico e Ottobre! Certo, sono film dagli elementi storici potenti che quelli della mia generazione hanno amato , ma ha anche progettato e fatto costruire moltissimi di questi palazzi! Chi l’avrebbe detto? Confesso la mia ignoranza, non lo sapevo proprio. Per la cronaca, solo per scrivere correttamente questi nomi russi … li ho copiati ed incollati da Wikipedia.

Passeggiando e gustando un’ottima torta in una pasticceria, abbiamo visto le case più ricche e belle di Riga sui boulevard. Si affacciano su ampi viali alberati, in stile parigino e, in qualche caso, superano la capitale francese per bellezza dei palazzi. Chi l’avrebbe mai immaginato?

Siamo ridiscesi vero il quartiere del centro storico, guardando vetrine e palazzi. Non è possibile raccontare tutto quello che abbiamo visto, citeremo solo alcuni monumenti. C’è una piccola collinetta, nel parco pubblico, con una bella vista sul romantico canale e sulle case. Anatre nell’acqua ed il classico ponte con i lucchetti. Roma ha reso ricchi i produttori di lucchetti, ormai gli innamorati li legano ai ponti ovunque, nel mondo. Siamo anche andati a vedere l’Arsenale, le Caserme di San Giacomo, la Porta Svedese, la Torre della polveriera. Quartiere molto grazioso, con una comunità benestante. Abbiamo anche visto le statue dei gatti neri: si trovano sui tetti a torretta di un palazzo, e sono deliziose. La leggenda racconta che un mercante era stato cacciato dalla Gilda locale, e per spregio nei confronti degli altri aveva fatto erigere queste statuette di gatti sul suo tetto, ma in posizione con la coda alzata e “di schiena”. Più tardi, trovato un nuovo accordo – un’azione legale – con gli altri mercanti, aveva fatto modificare la posizione dei gatti. Ora, il gatto è uno dei simboli della città, insieme al gallo sulle guglie dei campanili. Una tappa obbligata sono i tre storici palazzi in pietra detti “I tre fratelli”. Nonostante la somiglianza, dalla quale deriva il loro nome, ciascun palazzo risale a un’epoca e ha uno stile architettonico diverso. Il n.17 è il più antico, in stile medievale, risalente al XV secolo. Gli altri due sono rispettivamente del XVII e XVIII secolo e di impronta decisamente barocca. E’ un contrasto di stili e di colori che riesce ad essere bello e veramente originale. L’edificio al civico 19 ospita il Museo di Architettura della Lettonia. Sospettiamo che sia un Museo interessantissimo: tutti i Palazzi sono piuttosto belli, anche quelli moderni e popolari. Trovare questa stradina con le tre case è stata un’impresa: sospetto ancora che vi sia un errore sulla cartina stradale! Uno dei palazzi sembra ubriaco, si appoggia a quello al suo fianco, con un effetto straniante. Infine, la Chiesa di Santa Gertrude, luterana, con vetrate colorate che simulano delle… tendine. E’ in stile neo-gotico, che mancava nel nostro itinerario Siamo andati a visitare una Chiesa. Fuori dal centro storico, l’ottocentesca ed ortodossa Cattedrale “Natività di Cristo” è la più grande cattedrale ortodossa russa nei paesi baltici. Ingresso libero, è aperta al culto. È uno dei luoghi di culto più frequentati dalla popolazione di lingua russa. La facciata esterna è in stile neo-bizantino, l’interno ospita invece le icone tradizionali delle cattedrali ortodosse, alcune delle quali sono state dipinte dal pittore Vasili Vereshchagin. Che dire, del profumo di incenso che c’è sempre nelle chiese del culto ortodosso, del fervore dei fedeli, della luce dorata? Mi è stato detto che la loro Messa dura sempre almeno tre ore, qualche volta anche di più, ed ho constatato sempre l’assenza delle sedie e delle panche, per cui .. che dire? Ci vuole fede e fisico.

Il Monumento alla Libertà è il simbolo della Lettonia. Con i suoi 42 metri di altezza, il monumento si trova nel cuore di Riga. È il capolavoro del loro, famoso, scultore Karlis Zale. La scultura rappresenta una ragazza lettone che solleva tre stelle dorate che simboleggiano le tre regioni lettoni. Le sculture e i bassorilievi attorno al monumento raffigurano invece la storia della Lettonia. Dato che eravamo proprio lì l’11 novembre, festività nazionale dedicata agli Eroi e Martiri per l’indipendenza della Lettonia, abbiamo visto il cambio della Guardia, la solenne parata militare, una grande quantità di mazzi di fiori e bambini, ed abbiamo ascoltato una banda militare. Passando di lì, siamo stati a neanche venti metri dal Presidente della Repubblica (bell’uomo, alto ed imponente!) e dal suo staff militare; così vicini da noi non sarebbe possibile, per via della sicurezza. La popolazione “sente” moltissimo il patriottismo, soprattutto in queste giornate di festa nazionale. In fondo, sono indipendenti da pochissimi anni, la democrazia è quasi una novità, per loro. Tutti indossavano al bavero un nastrino con i colori delle loro bandiera nazionale, i bambini vestivano in tono e a festa con le loro maestre, le vetrine erano addobbate con gli stessi colori, le bandiere sventolavano da tutti i palazzi, anche quelli privati. Perfino a noi, hanno regalato spillette da bavero, e le abbiamo indossate con sentimenti di fratellanza con i Lettoni! Per chi dovesse mai in futuro viaggiare in Lettonia: sono feste nazionali sia l’11 che il 18 novembre, e vi suggeriamo di salvare le date! Addirittura, alla sera abbiamo potuto ascoltare un concerto gratuito in piazza, del gruppo musicale “ Skyforger “. Suonano metal rock con influenze varie, ed è stato divertente confrontare la loro ben recitata violenza con la totale immobilità del pubblico. Infatti, tutti ascoltavano con intensità il concerto, ma senza ondeggiare, senza muoversi ritmicamente come si fa di solito nei nostri concerti. Mentre sul palco… La band si scatenava tra teschi e chitarre. Hanno un autocontrollo impressionante, questi giovani Lettoni! Eppure, se lo stavano godendo, dentro, lo si capiva dai loro occhi, dai loro applausi. Per la cena, abbiamo optato per il ristorante Province, in Kalku Iela. Niente di eccezionale, ma il solito cibo lettone ad un prezzo buono: 18 euro a testa, zuppa e piatto unico. Per inciso: abbiamo spesso optato per ristoranti vicini al nostro hotel, sulla via principale. Per comodità, più che altro. Ma ce ne sono moltissimi, nel centro storico, e probabilmente altrettanto di gusto.

12 novembre, giovedì

In mattinata, abbiamo fatto il check out e lasciato i bagagli in custodia all’hotel, poi abbiamo completato la visita ad alcune zone, inserendo man mano alcuni Musei. Riga ha 50 Musei. Un numero impressionante, se paragonato al numero di abitanti. Abbiamo trovato interessanti alcuni di questi, in particolare: il Museo dell’Occupazione che ricostruisce in maniera approfondita la storia della Lettonia, occupata per 51 anni dal Terzo Reich tedesco e poi dal regime sovietico. Il palazzo che lo ospita è in ristrutturazione, quindi lo hanno provvisoriamente spostato sull’altra sponda del canale, in Raina Bulvaris. Questo Museo è gratuito, si può fare un’offerta. I nazisti hanno sfruttato sia le risorse sia la popolazione lettone. Hanno tentato in tutti i modi di “nazificare” la popolazione, apprezzandone soprattutto l’indole guerriera e la forza morale. Facevano costruire qui i famosi Zeppelin. Hanno sterminato quasi tutti gli Ebrei locali, ne sono stati risparmiati meno di 1.000 (ma pochi di loro sono stati salvati e nascosti dalla popolazione locale). Addirittura, quasi tutti gli altri 25.000 Ebrei furono sterminati in sole 24 ore, costringendo plotoni di soldati Lettoni a fucilarli nelle foreste del sud. Poi, altre sale trattano della occupazione russa, scacciati i Tedeschi. Abbiamo visto le foto, letto le didascalie del Museo: in effetti, il tentativo di “russificazione” della Lettonia è stato portato avanti ed a fondo, e tutta la popolazione ne ha risentito. Già erano stati sconvolti negli usi e nelle tradizioni, nella lingua, nell’economia da una precedente occupazione nazista, ma quella russa ha provocato desiderio di indipendenza e ribellione tra la popolazione, tra quella più istruita. La Lettonia è diventata repubblica indipendente dalla Federazione delle Repubbliche Russe solo dal 1991, e il rapporto con la Russia è ancora oggi problematico, visto che ci sono stati dei morti. Questi territori sono stati invasi più volte, nel corso dei millenni, popolazioni barbare, slave, svedesi, ecc ecc. . Non abbiamo avuto tempo, ma sarebbe stato interessante visitare anche il Museo della Guerra, o quello degli Ebrei, dato che la Storia ci interessa molto. Però, siamo riusciti almeno a vedere il Museo di Storia lettone, che stranamente non era neanche indicato sulla mappa della città: si trova in Brivibas Bulvaris, per quelli a cui interessa. All’esterno non sembra neanche un Museo. Ha una collezione di reperti antichi, tipo gioielli, armi, strumenti, di epoca antica e medievale. Oltre a noi non c’era nessun altro visitatore, ma ci sentiamo di consigliarne la visita, per completare le conoscenze della locale Storia più antica. Costo: euro 7,50 ma in 4 persone. Il palazzo del KGB. Forse il luogo più difficile da trovare. Il palazzo ha la facciata in ricostruzione, ma l’interno è agibile. Purtroppo, non hanno messo alcun cartello. Solo la nostra costanza ci ha fatto trovare l’ingresso! I tour guidati dei sotterranei erano tutti già prenotati da gruppi od erano solo nel pomeriggio, quindi abbiamo potuto visitare solo le sale con la documentazione, in lingua inglese, degli arresti, delle torture, delle uccisioni di cittadini lettoni a cura della polizia politica russa, la famigerata Cheka, più tardi conosciuta sotto il nome di KGB. Abbiamo visto e letto storie personali, fotografie, documenti dell’epoca: un modo per non dimenticare mai. Tra nazisti e russi, in fondo, i Lettoni non hanno visto molta differenza. Chi entrava in questo palazzo, non usciva più. Condannato e deportato, non sopravviveva a trasferimenti forzati, scarsezze di cibo e cure, fucilazioni nelle foreste. Il biglietto d’ingresso è la fedele riproduzione di un “pass” di sicurezza che veniva dato nel 1940 ai cittadini Lettoni. Costo: euro 5 ma in 4 persone. Guardate la foto seguente: è l’ingresso del Museo…

Tornati in hotel, abbiamo fatto chiamare un taxi per andare all’aeroporto, come già detto. Per farla breve (anche se le procedure di imbarco passeggeri e bagagli non lo sono più) siamo decollati e con i voli in perfetto orario, ora.. siamo di nuovo a Milano e a Badi!

CONCLUSIONE

LE… “altre” COSE DA VEDERE

Non siamo riusciti a vedere tutto ciò che la città ha da offrire. Per non parlare del resto della Nazione. Abbiamo operato delle scelte, privilegiando la Storia piuttosto che l’Arte, ad esempio. Abbiamo tralasciato l’architettura moderna, che pure è impressionante (vedi i loro ponti sulla Daugava, l’imponente Biblioteca sulla riva).

Inoltre, non abbiamo visitato i quartieri con “vita” serale, discoteche, locali con musica moderna dal vivo, eccetera. Abbiamo evitato i moderni centri commerciali, le vie delle boutique di lusso. Anche le ampie zone verdi dei numerosi parchi cittadini non sono entrate a far parte dei nostri percorsi, né siamo andati sulle spiagge del mare o del fiume. Come avrete capito, cinque giorni proprio non bastano, per visitare Riga, figuriamoci il resto della Lettonia! E non abbiamo neanche visto la neve. La nostra guida Rough indica moltissimi altri monumenti e cose che avremmo voluto vedere, ma non ne abbiamo avuto il tempo materiale.

Avendo più tempo, si può facilmente girare tutta la Lettonia in pullman di linea, dalle coste del mare alle foreste del sud, fino in Lituania ed Estonia. Quello che abbiamo notato è che i Lettoni non sanno fare… marketing turistico, non sempre sanno far conoscere le bellezze che la loro Nazione offre. Ci è capitato, in altri viaggi, di vedere magnificare monumenti che poi si rivelavano solo mediamente interessanti, mentre a Riga abbiamo visto cose bellissime di cui nessuno parla, neanche i Lettoni. La cosa ci è risultata poco comprensibile, anche perché tutto è ben conservato e presentato, ma per chi?

(5 giorni / 4 notti) dall’8 al 12 novembre 2015.

Euro 300 a persona, ma… tutto compreso, persino i caffè



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